MaM
Messaggio del 2 settembre 2018:Cari figli, le mie parole sono semplici, ma sono colme di amore materno e sollecitudine. Figli miei, su di voi si addensano sempre più ombre di tenebra e d’illusione, ma io vi invito alla luce e alla verità: io vi invito a mio Figlio. Solo lui può trasformare la disperazione e la sofferenza in pace e serenità. Solo lui può dare speranza nei dolori più profondi. Mio Figlio è la vita del mondo. Quanto meglio lo conoscerete, quanto più vi avvicinerete a lui, tanto più lo amerete, perché mio Figlio è l’Amore. L’amore cambia ogni cosa, rende bellissimo anche ciò che, senza amore, vi pare insignificante. Perciò vi dico di nuovo che, se volete crescere spiritualmente, dovete amare molto. So, apostoli del mio amore, che non è sempre facile ma, figli miei, anche le vie dolorose sono strade che portano alla crescita spirituale, alla fede ed a mio Figlio. Figli miei, pregate! Pensate a mio Figlio. In ogni momento della giornata innalzate il vostro animo a lui. Io raccoglierò le vostre preghiere come fiori del giardino più bello e le donerò a mio Figlio. Siate autentici apostoli del mio amore, diffondete a tutti l’amore di mio Figlio. Siate i giardini del fiore più bello. Aiutate con la preghiera i vostri pastori, perché possano essere dei padri spirituali colmi d’amore verso tutti gli uomini. Vi ringrazio!

Santa Gemma Galgani - Mercoledì, 15 agosto - Alle aridità succedono le consolazioni. Le appare madre Maria Teresa, che le chiede ancora preghiere. Maria Santissima prende il cuore di Gemma per conservarlo in cielo.

Sono arrivata in questo stato di aridità e di mancanza di Gesù fino a oggi, mercoledì. Da venerdì più non l'ho sentito. Il confessore mi accerta che sarà per castigo dei miei peccati o per vedere se posso stare senza Gesù, e per stimolarmi ad amarlo di più. Sono stata sempre sola, voglio dire senza Gesù. L'angelo custode non mi ha lasciata neppure un secondo; eppure quante mancanze, quanti difetti, anche in presenza sua! Dio mio, tu abbi misericordia di me! Ho fatto sempre la comunione, ma Gesù come se più non ci fosse. Ma Gesù voglia lasciarmi sola anche oggi in una solennità sì grande? La comunione l'ho fatta con assai più consolazione, ma senza sentir Gesù. Ho pregato parecchio in questi giorni, perché voglio una grazia da Gesù.

Oggi M.M.T. [madre Maria Teresa] deve andare in paradiso: io lo spero. Ma come fare a saperlo? Raccogliermi non posso, se non sono in un luogo sicuro. Il mio angelo custode oggi farà anche da guardia alla mia porta.

Eccomi alle nove e un quarto di questo gran giorno. Mi sento al solito un interno raccoglimento; ho pregato l'angelo custode di sorvegliarmi e che nessuno veda; mi sono nascosta nella stanza delle monache.

O non è passato gran tempo, che al raccoglimento è giunto il rapimento (non creda chi legge queste cose a nulla, perché posso benissimo ingannarmi; che Gesù mai non lo permetta! Lo faccio per obbedienza, e mi sottometto a scrivere con gran ripugnanza).

Erano circa le nove e mezza, leggevo: tutto ad un tratto sono scossa da una mano che leggermente mi posava sulla spalla sinistra. Mi volto impaurita; ebbi paura, feci per chiamare, ma mi trattenne. Mi voltai e vidi una persona vestita di bianco: conobbi una donna; la guardai, il suo sguardo mi assicurò che non temessi di nulla: «Gemma», mi disse dopo qualche minuto, «mi conosci?». Dissi di no, perché ben potevo dirlo; soggiunse: «Io sono madre Maria Teresa del Bambin Gesù; ti ringrazio tanto tanto che tu ti dia tanta premura, perché presto possa raggiungere la mia eterna felicità».

Tutto questo accadeva, mentre io ero propriamente svegliata e in pieno conoscimento di me stessa.

Soggiunse: « Seguita ancora, ché ho ancora qualche giorno da soffrire». E nel dirmi così mi fece una carezza, e andò via. Quei suoi sguardi, devo dirlo, m'ispirarono molta fiducia. Da quell'ora raddoppiai le mie preghiere per quell'anima, affinché presto possa raggiungere il suo fine; ma le mie preghiere son troppo deboli; o vorrei che presso le anime del purgatorio dovessero aver la forza delle preghiere dei santi! Da quel momento soffrii sempre, fino alle undici circa che non potei esser sola. Sentivo dentro di me un certo raccoglimento, una voglia di andare a pregare, ma come fare? Non potevo. Quante volte mi toccò a insistere! Finalmente l'ebbi il sospirato permesso, e me ne andai con la Mamma mia, ma ben pochi momenti; ma furono momenti preziosi! Per i miei cattivi portamenti, Gesù non permise che la Madonna venisse come sempre sorridente, ma invece assai mesta (ed io ne ero la cagione). Mi rimproverò un po', ma si rallegrò anche di una cosa (che qui credo bene di non notare), e quella cosa fece tanta consolazione anche a Gesù! È per premiarmi di quella fu appunto che venne (la Madonna), ma, come ho detto, seria; mi disse alcune parole, tra le quali disse: «Figlia, quando io andrò in cielo, stamattina porterò con me il tuo cuore ».

In quel momento allora mi sembrò che mi si avvicinasse... me lo tolse, lo prese con sé, nelle sue mani, e mi disse: «Non temere di nulla, sii buona; io terrò il tuo cuore sempre lassù con me, sempre in queste mie mani». Mi benedì in fretta, e nell'andar via pronunziò ancora queste parole: «A me mi hai dato il cuore, ma Gesù vuole ancora un'altra cosa». «Che cosa? », gli dissi. «La volontà», mi rispose, e sparì.

Mi trovai per terra, ma quello so benissimo quando accadde: quando fece cenno di avvicinarsi e di levarmi il cuore. Benché queste cose al primo apparire mi impauriscono, pure alla fine finisco coll'essere sempre in infinite consolazioni.