Eccomi a giovedì. La solita ripugnanza mi giunge; il timore di perdere
l'anima mi viene; il numero dei peccati e l'enormità di essi, tutto mi
si spalanca davanti. Che agitazione!
In quei momenti l'angelo custode mi suggerì all'orecchio: « Ma la
misericordia di Dio è infinita ». Mi quietai. Cominciai presto assai a
patire nel capo: saranno state circa le dieci. Quando fui sola, mi
buttai sul letto; soffrii un po', ma Gesù non tardò a comparire,
mostrandosi anch'esso che soffriva tanto. Gli ricordai i peccatori, pei
quali lui pure mi animò a offrir tutti i miei piccoli patimenti
all'eterno Padre, per essi.
Nel mentre che ero con Gesù e soffrivo, e soffriva lui pure, mi venne
un forte desiderio, quasi da non poter resistere. Gesù se ne avvide e
mi domandò: «Che vuoi che faccia?». Ed io subito: « Gesù, per pietà,
alleggerisci i tormenti a madre Maria Teresa ». E Gesù: « Già l'ho
fatto. Vuoi altro? », mi diceva. Allora mi feci animo e gli dissi: «
Gesù, salvala, salvala». E Gesù così mi rispose: «Il terzo giorno dopo
l'Assunzione della mia santissima Madre, verrà anch'essa sprigionata
dal purgatorio, e la condurrò con me nel cielo».
+ Quelle parole mi ricolmarono di una gioia tale, che non saprei
esprimere. Parecchie altre cose mi disse Gesù; io gli chiesi ancora
perché dopo la santissima comunione non mi faceva più gustare quelle
dolcezze di paradiso. Mi rispose prontamente: «Non ne sei degna, o
figliuola»; ma mi promise però che la mattina dopo l'avrebbe fatto.
Come fare a arrivare alla mattina? È vero, rimanevano poche ore, ma per
me erano anni; non ho chiuso mai gli occhi al sonno; mi consumavo,
avrei voluto che fosse subito venuta la mattina: in una parola,
stanotte mi è sembrata lunghissima, ma è giunta finalmente [la mattina].