Gesù, appena è arrivato sulla mia lingua (cagione tante volte di tanti
peccati), mi si è fatto sentire. Non ero più in me, ma dentro di me
Gesù, mi è sceso nel seno (dico nel seno, perché il cuore non l'ho più:
lo ho dato alla Mamma di Gesù). Che istanti felici si passano con Gesù!
Come ricambiare i suoi affetti? Con quali parole esprimere il suo
amore, con questa povera creatura? Ma pure si è degnato venire. È
proprio impossibile, sì, è impossibile non amar Gesù. Quante volte me
lo dimanda se lo amo e lo amo davvero. E ne dubiti ancora, Gesù mio?
Allora lui si unisce sempre più a me, mi parla, mi dice che mi vuole
perfetta, che mi ama assai anche lui e che lo contraccambi.
Dio mio, come fare per rendermi degna di tante grazie? Dove non arrivo
io, supplirà per me il mio caro angelo custode. Dio voglia che mai mi
abbia ad ingannare per me, e non abbia neppure ad ingannare gli altri.
Ho passato il resto della giornata unita con Gesù; soffro un po', ma
nessuno del mio patire se ne avvede; solo di quando in quando mi esce
qualche lamento; ma, Dio mio, è proprio involontario.
Oggi poi poco, anzi nulla ci è voluto per farmi raccogliere: la mia
mente già era con Gesù, e ci sono subito andata anche con lo spirito.
Quanto si è mostrato affettuoso oggi con me Gesù! Ma quanto soffre!
Faccio tanto per diminuirglielo, e vorrei fare, se mi fosse permesso.
Mi si è avvicinato oggi, mi ha levata la corona dalla mia testa, e poi
non ho veduto come sempre riporla sul suo capo; la teneva nelle sue
mani, tutte le piaghe aveva aperte, ma non buttavano sangue come
sempre, erano belle. È solito benedirmi prima di lasciarmi; infatti ha
alzato la sua mano destra; da quella mano allora ho veduto uscire una
luce più assai più forte che del dttrrre. Esso teneva quella mano
alzata; io restavo fissa a guardarlo, non mi potevo saziare di
contemplarlo. O se potessi farlo conoscere, vedere a tutti quanto è
bello il mio Gesù! Mi ha benedetta con quella stessa mano, che aveva
alzata, e mi ha lasciata.
Dopo questo che mi era accaduto, avrei saputo volentieri che cosa
volesse dire quella luce che usciva dalle piaghe, in particolare dalla
mano destra, con la quale mi ha benedetta. L'angelo custode mi ha dette
queste parole: « Fígliuola, in questo giorno la benedizione di Gesù ha
versato sopra di te un'abbondanza di grazie».
Ora mentre scrivo, si è avvicinato e mi ha detto: « Mi raccomando,
figlia mia, obbedisci sempre, e in tutto. Palesa ogni cosa al
confessore; digli che non ti trascuri, ma ti nasconda». E poi ha
soggiunto: «Digli che Gesù vuole che abbia assai più premura verso di
te, se ne dia più pensiero: se no tu sei troppo inesperta».
Queste cose me le ha ripetute anche ora che ho già scritto; me le ha
dette più volte, sono svegliata, e mi è sembrato proprio di vederlo e
di udirlo parlare. Gesù, sia sempre fatta la tua santissima volontà.
Ma quanto soffro nel dovere scrivere certe cose! La ripugnanza che
provavo sul principio, anziché diminuirmi, assai più si va a crescere,
ed io provo una pena da morire. Quante volte oggi ho tentato di
cercarli e bruciarli tutti [i miei scritti] ! E poi? Tu forse, o Dio
mio, vorresti che scrivessi anche quelle cose occulte, che mi fai
conoscere per tua bontà, per sempre più tenermi bassa e umiliarmi? Se
lo vuoi, o Gesù, son pronta a fare anche quello: fa' conoscere la tua
volontà. Ma questi scritti a che gioveranno poi? Per tua maggior
gloria, o Gesù, o per farmi sempre più cadere nei peccati? Tu che hai
voluto che faccia così, io l'ho fatto. Tu pensaci; nella piaga del tuo
santo costato, o Gesù, nascondo ogni mia parola.