- Scrivi:
" Il mondo non è Dio, per questo non è nella Luce. Oscurità profonda lo avvolge.
I figli della Luce (che non sono del mondo, ma del Regno mio) non possono parlare, e non debbono giudicare come quelli del mondo.
Il papà e la mamma di R. (1) sono giudicati dal mondo infelici e sfortunati, ma dai figli della Luce, no!
I figli della Luce possono intuire che R. è un dono, un grande dono.
Chi veramente vive di fede capisce quale inestimabile missione è stata affidata a R., amico prediletto del mio Cuore Misericordioso, figlio amato ed ammirato dalla Madre mia, oggetto delle compiacenze divine, R. irradia potenza e grazia nella vita interiore del mio Corpo Mistico, e tanto più oscura è la sua missione sulla terra, tanto più grande e sfolgorante di gloria la sua vita in Cielo.
Stoltezza è nel cuore di chi non vede nella luce di Dio, e sapienza è nel cuore di chi vede. (p. 147)
(1) ragazzo gravemente handicappato nel fisico e dotato di doni soprannaturali
Riconoscenza a Dio
Figlio, debbono allora ritenersi fortunati i genitori di R.?
Sì, ne debbono essere santamente fieri!
Non deplorazione, non rimpianti, non lamenti ma gratitudine e riconoscenza si deve a Dio che su R., e di riflesso sui suoi genitori e familiari, posa il suo sguardo.
La benedizione mia e della Madre è sopra di voi e sopra di voi rimanga. (p. 148)
Figlio mio, scrivi:
" Dirai a ... che sono segno della predilezione divina le sofferenze accettate in umile rassegnazione. Esse vengono trasformate dallo Spirito Santo in fermento di luce, di fede, di grazia per le anime che così vengono pascolate e nutrite dal buon pastore che le ama, le custodisce, le protegge dai rapaci artigli del Nemico che non risparmia sforzi ed astuzie pur di insinuarsi fra il gregge onde sbandarlo e disperderlo.
Figlio, dirai a ... che sia a Me, sia alla Madre mia sono note le fatiche e le sofferenze offerte per tutelare e salvaguardare il suo gregge.
... ben conosce la visione di Don Bosco delle due colonne: La Madre mia SS. e l'Eucaristia. Io Gesù, Verbo Eterno di Dio realmente presente e vibrante di vita e di amore nel Mistero della fede, e l'Immacolata salveremo la Chiesa nell'ora della purificazione che sarà ora di grande misericordia.
Molto c'è da fare, e molto può fare ... portando il suo gregge, sempre più unito, ai piedi del Tabernacolo e ai piedi dell'Immacolata. (p. 149)
Deputi per questa grande e feconda missione qualcuno dei suoi sacerdoti migliori.
Satana non lo vorrà, per questo susciterà ostacoli.
Ma Io lo voglio, e sarò vicino al buon pastore, e a quanti collaboreranno per l'attuazione della volontà del Padre mio e Padre celeste.
Con la Madre mia Vostra benedico il pastore buono che ama le sue pecorelle, e che Io e la Madre amiamo con tenero affetto. (p. 150)
Molte volte ho parlato dell'attuale crisi di fede, di cui è infestata la mia Chiesa; è un male di cui è contagiata l'intera umanità.
La terra si sta sempre più trasformando in un arido deserto nel quale non mancano, qua e là, oasi riposanti che mantengono circolante, nel mio Corpo Mistico, la vita divina della Grazia.
Sì, figlio mio, se in un corpo tutte le varie membra fossero morte, non avremmo più un corpo vivo, ma un cadavere in putrefazione. La Chiesa non potrà mai totalmente morire o inaridire. Questo è garantito dalle mie parole esplicite; nessuno può dubitarne.
E' garantito ancora dalla presenza dello Spirito Santo; anche oggi, fra il sudiciume dei cadaveri che la ricoprono, non mancano le anime buone, veramente sante, a cui va il riconoscimento di contribuire alla circolazione della vita divina.
Alcuni giorni fa, ti ho parlato dei sacerdoti del Movimento Mariano, milizia eletta, voluta dal mio (p.151) Cuore Misericordioso e dal Cuore Immacolato della Madre mia a sostegno e difesa della mia Chiesa, del mio Vicario sulla terra, fatto bersaglio di tanti strali. E' milizia voluta, benedetta e guidata dalla Madre mia per preparare, con la lotta alla sfacciata e impudente tirannia di Satana, l'ora grande della liberazione, l'ora grande della Regina delle Vittorie.
La nuova primavera
Fra questi sacerdoti, vi è X. Mi è caro per il suo desiderio di perfezione, ed anche per il suo amore per quell'Opera meravigliosa che il mondo ignora che i superbi rifiutano e che gli umili amano: il " Poema dell'Uomo-Dio ".
E' opera voluta dalla Sapienza e Provvidenza divina per i tempi nuovi, è sorgente d'acqua viva e pura.
Sono Io, la Parola vivente ed eterna, che mi sono nuovamente donato in cibo alle anime che amo. Io sono Luce, e la luce non si confonde e tanto meno si fonde con le tenebre. Ove Io entro, le tenebre si dissolvono per dare luogo alla luce.
Dove non è vita è morte, e la morte è putredine. Vi e una putredine spirituale nauseante non meno ( p. 152) della putredine organica dei corpi in dissolvimento. Io, verità e vita, acqua viva e luce del mondo, come potrei dimorare in anime infette dalle concupiscenze e della carne e dello spirito?
Anche questo, figlio, prova che chi non ha sentito nel " Poema " il sapore del divino, il profumo del soprannaturale, ha l'anima ingombra ed oscurata.
Vi sono vescovi, sacerdoti, e religiosi e religiose che ancora una volta accampano quella prudenza, per loro causa di tante imprudenze. Vi si rifugiano dentro, e non sanno che sono dentro la rocca del demonio. La prudenza è virtù, e la virtù non ha nausea del Divino.
Figlio mio, quanto in basso siamo! Sappia Don X ...che ogni volta che ha riletto il " Poema dell'Uomo-Dio " mi ha dato gioia per tutti coloro che tale gioia mi hanno negato.
Non tema di nulla, se vi è chi rifiuta di comprenderlo.
Siate consapevoli che il bene nostro è ben diverso da quello del mondo. L'amore che noi portiamo alle anime è sempre unito alla sofferenza: è legge.
La sofferenza è mezzo non solo utile ma necessario alla trasformazione, alla purificazione e divinizzazione dell'anima. (p. 153)
Figlio, quanto bisogna pregare, mortificarsi e riparare per sé e per i fratelli!
Se l'ora della purificazione è scoccata, anche i germogli vigorosi annuncianti la nuova primavera già sono spuntati.
Coraggio, Io e la Madre mia siamo con voi! (p. 154)
Figlio mio, scrivi:
" Io sono il Signore Dio Tuo; non avrai altro Dio fuori che Me! ".
Scrivi ancora:
" Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente ".
Questi Comandamenti vi siete abituati ad ascoltarli, come si ascolta il suono delle campane che ogni giorno fanno sentire i loro rintocchi. Tutti li sentono ma quasi nessuno più vi fa caso; così anche i Comandamenti rimangono lettera morta, mentre dovrebbero essere vivi nei vostri cuori.
Ho voluto questa premessa per meglio farti intendere come si preghi male anche dai pochi che pregano. Pochissimi sono quelli che
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(...) " Il Paradiso è cosa così grande che voi viandanti sulla terra non potete capire.
In Paradiso non vi è possibilità né di crescita né di diminuzione della propria felicità che non consiste, come voi siete tentati di pensare, in una pur felice ma immobile situazione di contemplazione di Dio e di tutte le bellezze dell'Universo che in Lui si riflettono.
In Paradiso la vita non è immobilità stagnante, anche se soprannaturalmente meravigliosa.
In Paradiso la felicità si rinnova in quell'istante, senza passato e senza futuro, che si chiama eternità, e che è sempre infinitamente nuovo (...) ".
In umiltà di spirito lodate e glorificate Dio, Uno e Trino, di essere stati prescelti, anche se in misura diversa, ma tutti per lo stesso fine, come operai qualificati per lavorare nella vigna del Signore, per arginare l'irrompere delle acque dell'Inferno per mezzo delle quali si cerca di travolgere la Chiesa della quale Gesù è Capo tre volte Santo. Di Lui, Capo, si vuole distruggere l'identità divina ed umana; si vuole distruggere la Vergine Santissima, la Madre che ha generato la Chiesa nel dolore e nell'amore senza confini. (p. 161)
Siete figli prediletti chiamati per collaborare, con la preghiera e la sofferenza, affinché la Chiesa non sia distrutta, come l'Inferno e i suoi alleati vorrebbero.
Realmente uniti
Ricordatevi della Comunione dei Santi: siete a noi realmente uniti.
E' alquanto tiepida la vostra fede in questo grande Mistero. Siamo figli dello stesso Padre celeste, abbiamo in comune la stessa Madre santa, circola in noi la stessa linfa vitale. Abbiamo gli stessi interessi: la gloria di Dio da propugnare ovunque, l'attuazione della volontà divina.
Non dimenticate mai che la morte corporale separa solo fisicamente, ma non spiritualmente.
Questo grande e misterioso dogma non basta crederlo vagamente. Deve essere vissuto nella sua realtà umana e soprannaturale. Il filo della vita non si spezza interamente ma solo parzialmente.
Vi ripeto: vivete questo Mistero giorno e notte. (p. 162)
Ti ho parlato, figlio, della necessità che chi prega si ponga alla mia presenza, salendo fino a Me con un atto di Fede, di Speranza e di Carità.
L'uomo deve mettersi davanti a Me, non per mettermi davanti sé stesso e il suo egoismo, preoccupato sempre di domandare cose materiali, ma deve raccogliersi davanti a Me, adorando e pregando per la glorificazione del Nome del Padre mio, per chiedere l'avvento del mio Regno e per l'attuazione della mia Volontà.
All'uomo di fede, che farà questo, sarà dato tutto il resto.
Il primo comandamento " Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro
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La mia Legge è soprannaturale ed eterna. Voi la chiamate legge naturale perché è conforme a tutte le esigenze della vostra natura umana, affinché possiate perseguire quel felice equilibrio di cui sentite il bisogno.
Chi infrange questa legge, sia cristiano o no, lede il germe onde scaturisce il giusto equilibrio senza del quale non vi può essere nell'uomo serenità e pace, quindi felicità, e va a rompere l'ordine stabilito da Dio con incalcolabili conseguenze.
E' evidente questo: ma la malvagità umana, impasto di superbia, di ribellione e di divisione, infrange volutamente la legge e distrugge questo germe divino portando l'uomo fuori del sentiero del bene, facendolo perdere in un labirinto spesso senza via di uscita.
Ecco, figlio mio, che con satanica insistenza, contro ogni elementare diritto alla vita, contro ogni diritto della natura, si vuole una iniqua legge umana che legalizzi ciò che Dio ha condannato da sempre: l'omicidio.
Questa legge: " Non uccidere ", redatta e sanzionata dal Padre, costituisce una colonna portante (p. 168) del diritto naturale. Chi l'infrange non solo si mette in un superbo atteggiamento di sfida a Dio Creatore ma violenta la stessa natura, compiendo un crimine che grida vendetta al cospetto del Cielo e della terra.
Strage selvaggia
Tu mi hai inteso, figlio: voglio parlarti dell'aborto, abominevole parto di menti congelate da Satana nell'odio contro Dio e contro l'uomo.
Ai propugnatori di questa legge, la cui crudeltà non è inferiore a quella di Erode, non importa l'inumana strage di milioni di creature innocenti ed indifese, non importa rompere l'armonia del creato. Una cosa importa loro: dare sfogo all'odio inestinguibile contro Dio e contro i depositari della legge di Dio.
E' impressionante che gli ideatori di questa congiura, fatta contro Dio (perché questo è il movente precipuo di chi si batte per la legalizzazione dell'aborto), abbiano trovato tanti alleati. Son diventati moltitudine avulsa da Dio e instradata sulla via del delitto.
In mezzo a questi, tu vedi non senza raccapriccio alcuni miei sacerdoti, perfino qualche pastore che, mimetizzato, si fa piccolo per non essere scoperto. Invano, perché un giorno, quel giorno grande di (p. 169) amaro pianto, Io li accuserò di fronte a tutta l'umanità per essersi prestati all'attuazione di un iniquo piano dell'Inferno.
Gravissima colpa
L'aborto procurato è gravissima colpa, la cui origine è da Satana, perché è trasgressione alla legge del Padre mio, che è legge d'amore tendente a conservare, difendere e proteggere il dono impagabile della vita.
Quale uomo ha il diritto di sopprimere la vita di un altro uomo?
Quale Stato può arrogarsi il diritto di rompere lo equilibrio della natura umana?
Quale Stato può vantare il diritto di abrogare una Legge divina? Il pretendere di farlo è crimine di una gravità che Dio non può lasciare impunito.
L'aborto è abominio e pervertimento frutto di una società corrotta e anticristiana.
Guai a coloro sulle cui coscienze peserà così tremenda responsabilità.
Non solo Io sarò inesorabile Giudice, ma saranno gli essere umani, vittime dell'aborto, a rivolgersi direttamente al Padre mio, Datore della vita per chiedere giustizia sui loro carnefici materiali e morali. (p. 170)
Figlio, la legalizzazione dell'aborto è un prodotto della inciviltà materialista; ma quanti altri ve ne sono: le violenze, i crimini, la droga, la pornografia, l'organizzazione della corruzione, segretamente voluta e finanziata, anche se pubblicamente deplorata.
Se ti facessi vedere il vero volto di questa società incredula, ti ripeto che ne moriresti.
Questa umanità ha rifiutato la salvezza offerta dalla mia misericordia; la salverò con la mia giustizia.
Figlio, prega, prega; non ti stancare!
Oggi non vedi se non quello che ha potuto la perversità del Maligno; domani vedrai quanto abbia potuto la preghiera e la sofferenza dei buoni.
Ti benedico, figlio mio; voglimi bene. (p. 171)
" Ora non puoi desiderare di più per credere a ciò che ti avevo detto in merito alla crisi di Fede che avvolge il mio Corpo Mistico.
Hai visto quanta fatica occorra anche nei così detti buoni per credere a Me, Verbo di Dio fatto Carne, realmente presente nella mia Chiesa, nel Mistero della Fede e dell'Amore? Quanta fatica debbono compiere i così detti buoni per concedere il diritto di cittadinanza al Figlio di Dio!
Così si stenta ancora più ad ammettere che la parola di Dio si possa manifestare a qualcuno, come e quando Dio crede.
Io vorrei parlare con tutte le anime! Questa è una esigenza del mio Amore infinito. Parlare vuol dire comunicare con le anime, e comunicare vuol dire dare qualcosa.
Nel caso mio comunicare vuol dire donare luce alle anime; ma sono pochissime quelle disposte a ricevere e pronte ad accettare il dialogo con Me. Per lo più mancano le predisposizioni di fede, di umiltà e di amore.
Le anime che difettano di queste virtù non ammettono che altre le possano avere. (p. 172)
Se credessero veramente
La Cristianità vive nelle contraddizioni. Si dice di credere in Me Verbo fatto Carne, quindi vero Dio e vero Uomo, ma di fatto mi si nega, negandomi il diritto di parlare. Se veramente credessero in Me, allora crederebbero a ciò che Io, Dio, ho sempre fatto dai primordi dell'Umanità.
Ho parlato sempre agli uomini.
Ho parlato ad Adamo e ad Eva, direttamente. Ho parlato a Caino.
Ho parlato ai Patriarchi, ho parlato per mezzo dei profeti. Ho parlato per mezzo dei miei Santi.
Io, oggi, non posso e non debbo parlare!? ... e lo sai perché? Perché per i materialisti Io non esisto. Il parlare, dicevo, è comunicare; comunicare vuol dire qualcosa: una idea, una verità o anche una menzogna come fanno tante volte gli uomini con la loro anima distorta, indirizzata al male.
Ciò che sempre e dovunque è stato un bisogno elementare della natura umana, lo si vuole negare all'Autore della stessa natura.
Che sanno loro?
Alcuni ad esempio, non crederanno, che Io abbia parlato per mezzo di te, mia piccola penna spuntata. Perché? Non mi sono Io servito di San Paolo? E chi era Paolo prima della conversione? Non mi (p. 173) sono servito di Sant'Agostino? e chi era Agostino prima della conversione? Per mezzo di quanti Agostini non ho parlato agli uomini nei secoli... Che sanno di ciò che intercorre tra Me e l'anima tua?
E' paradossale dire: " Credo che Gesù è la Parola vivente, è il Figlio di Dio " e poi negare che Gesù possa parlare ad un'anima. La prima affermazione viene distrutta dalla seconda.
Quante cose oggi sono paradossali nella mia Chiesa! Come l'atteggiamento di alcuni sacerdoti che dicono di credere alla mia reale Presenza, quando la realtà della loro vita è una smentita a ciò che con le labbra dicono. Se credessero alla mia Presenza nel Mistero dell'Amore, dovrebbero anche credere alla ragione che mi ha indotto alla istituzione del Prodigio Eucaristico.
Oh, figlio, se si volesse analizzare a fondo la vita e la fede dei miei ministri, si arriverebbe a conclusioni amare...
Prega, figlio, non ti stancare.
Ti benedico." (p. 174)
Non pensare che il mondo sia molto cambiato da quello che era duemila anni or sono. Per mutare radicalmente, dovrebbero cambiare le cause dei mali che sono proprio alle radici della natura umana.
L'uomo può progredire o regredire ma non può sostanzialmente mutare; rimarrà sempre un essere mortalmente ferito nella sua natura debilitata dal peccato originale, per cui sarà sempre incline al male che potrà, volendolo, superare con l'aiuto che gli viene dall'Alto.
Ecco perché, dopo duemila anni di Cristianesimo, l'uomo non è molto mutato. Oggi, come duemila anni fa, e con la stessa cieca crudeltà, si rinnova la mia Passione. Con
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Angelo mio caro, che sei stato posto da Gesù al mio fianco per assistermi e difendermi, io povero Sacerdote mi riconosco colpevole d'innanzi a Te di tantissimi torti.
Avrei dovuto amarti di più, cercarti di più, specialmente nei momenti difficili della mia vita. Invece le molte mie miserie, le stolte preoccupazioni umane e le infedeltà hanno tolto alla mia anima quella luce indispensabile per operare il bene, hanno tolto alla mia volontà quella agilità e fermezza per far fronte alle astuzie e alle insidie del Serpente, sempre in agguato e pronto a colpire con il suo veleno, e mi hanno privato del tuo aiuto.
Angelo mio caro, perdona la mia negligenza, la mia colpevole stoltezza.
Provvedi tu, vigile custode e sentinella, a difendermi a proteggermi contro l'assalto dell'infernale nemico e delle sue legioni.
Angelo mio custode, fammi sentire la reale, benefica tua presenza, fammela sentire in vita ed in particolare modo nell'ora della morte.
Ora, o amico dell'anima mia, se mi vuoi parlare, parlami. Con la Grazia Divina, mi accingo a prestarti tutta la mia attenzione. (p. 180)
Amicizia intensificata
" Si, fratello mio! Non ti stupire se in questo modo ti chiamo.
Siamo figli dello stesso Padre; siamo membra dello stesso Corpo; viviamo della stessa linfa divina; siamo oggetti dell'Amore e siamo vivificati dagli stessi fini: la Gloria di Dio Onnipotente, il suo Regno, la sua sovrana, divina Volontà!
Fratello, in un precedente messaggio mi ti sono presentato, ma il legame che ci unisce deve sempre aumentare, accrescendo così la nostra conoscenza. La nostra amicizia può e deve essere intensificata con la nostra reciproca volontà.
Vedi se tu entri in una casa buia, istintivo è in te cercare la sorgente della luce, accendendo un fiammifero, facendo scattare un interruttore.
Quanto buio avete attorno a voi, fratello mio! e allora?
Tu cerca me. Io sono come l'interruttore che, scattando, ti farò inondare di luce divina.
Infatti, pur essendo tu Ministro di Dio, non conosci tutti i mezzi di santificazione.
Fratello mio, sei ministro dell'Onnipotente! E Lui, l'Onnipotente ti ha reso compartecipe della sua divina Sovranità.
Se tu e gli altri Sacerdoti foste consapevoli di (p. 181) questa realtà, potreste veramente capovolgere la situazione.
La baldanza delle forze tenebrose del male diminuisce nella misura in cui crescete nel processo della vostra santificazione.
Quanto più salirete voi sacerdoti nella luce di Dio, tanto più le forze del male discenderanno e sprofonderanno nell'oscurità dell'Inferno.
Fratello, necessita intensificare i nostri rapporti necessita una comunione non fittizia, ma reale. Lo esige la Volontà divina che dobbiamo umilmente riconoscere ed attuare. La prova per te, fratello, è in atto.
L'Amore di Dio mi ha posto al tuo fianco per aiutarti a superarla. Sarò vicino a te per difenderti, la lotta avrà momenti di dura asprezza.
Avanti senza timore, Gesù ti porterà alla vittoria!
Chiamami ed io ti sarò accanto. Insieme riceviamo la benedizione di Lui, Uno con il Padre e lo Spirito Santo. (p. 182)