MaM
Messaggio del 22 giugno 2012:Cari figli, anche oggi vi invito di nuovo: decidetevi per Gesù, decidetevi ed andate insieme a Lui nel futuro. Sono con voi, cari figli, perché mio Figlio mi ha permesso di rimanere così tanto insieme a voi, perché desidero guidarvi, istruirvi, educarvi, desidero guidare tutti voi a mio Figlio, desidero guidare tutti voi al Paradiso. Perciò anche oggi vi invito di nuovo: decidetevi per Lui, mettetelo al primo posto nella vostra vita. Cari figli, questo mondo in cui voi vivete è passeggero, perciò decidetevi: decidetevi per la pace, vivete la pace; decidetevi per la preghiera, pregate, cari figli, pregate, pregate. Grazie, cari figli, anche oggi per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Mons. Ottavio Michelini

4 giugno 1976 - NON HANNO CORAGGIO

Scrivi, figlio mio.

Non aver timore: sono Io, Gesú, che ti parlo, sono Io che ti ho scelto per essere la mia penna.

Non temere: ti avevo preavvertito chiaramente come saresti stato giudicato.

Questo, figlio, per te deve essere motivo di conforto, pur nella sofferenza. Questo dovrebbe essere motivo di riflessione per i tuoi giudici. Ma essi non sanno distinguere, perché non vedono secondo Dio ciò che è giusto e ciò che è ingiusto.

Vedi: essi tacciono, e chi tace spesse volte conferma. Tacciono, o poco o nulla osano dire ai preti marxisti ed eretici, che non sono pochi. Per essi hanno sorrisi e blandizie. Eppure dovrebbero sapere quale enorme male sia spargere zizzania in mezzo al buon grano.

Quanti seminatori di zizzania vi sono oggi nella Chiesa, e proprio tra coloro che dovrebbero coltivare e portare a maturazione, con la loro diligente fatica, la messe! Invece si mettono in pieno contrasto con le direttive di Pietro, continuano a (p.45) spargere zizzania, cioè confusione e disorientamento nelle anime.

Che fanno coloro a cui è stata affidata la vigna? Nulla, o quasi, come se nulla fosse. Non si ha il coraggio di richiamare gli eretici, non si ha il coraggio di mettere al bando i prodotti dell'eresia: riviste, giornali, libri...

Quanti Vescovi hanno avuto il coraggio di condannare esplicitamente riviste e giornali pseudocattolici che diffondono errori contro le direttive di Pietro? Non molti, figlio mio.

 

Pseudo-prudenza


Si è avuto però il coraggio di relegare un povero prete in una sperduta parrocchia di montagna perché credeva nell'esistenza del demonio, fonte di sofferenza spirituale e fisica, e nell'efficacia delle benedizioni con cui sollevava questi sofferenti, sempre più numerosi nella Chiesa del vostro tempo.

Quanti esempi potrei citare, figlio mio! Non si procede contro il diffondersi dell'errore adducendo il motivo della prudenza. La prudenza, grande virtù, rischia di essere tramutata in colpa gravissima.

Gli eretici, i seminatori di zizzania vanno smascherati e le loro dottrine vanno additate ai fedeli come un pericolo per le loro anime. Ma non si osa (p.46) farlo sotto lo pseudo pretesto della prudenza. Ma i Pastori ben sanno che la vera ragione è un'altra: è una ragione di comodo!

Ti accorgerai invece che la prudenza, cosí spesso chiamata in causa, si tramuta in zelo quando si tratta di colpire scritti o parole che nulla hanno di pericoloso in sè, ma che al contrario hanno come unico scopo l'affermazione della verità.

La verità spesso brucia e le bruciature fanno male. Così è, figlio mio: si fa la voce grossa dove meglio si addirebbe il silenzio, e si tace dove meglio sarebbe innalzare il tono della voce come segno di allarme.

 

Leale paternità


Molti Vescovi dovranno pur convincersi che la loro pastorale non è sempre quella del Vangelo. Apriranno gli occhi quando sarà troppo tardi.

Necessita pregare e far pregare perché l'inimicus hominis è dentro la vigna e indisturbato, anzi da parecchi coadiuvato, compie la sua opera nefasta.

Basta con lo strumentalizzare anche il nome delle virtù per le proprie personali comodità.

E' tempo di riflessione, è tempo di meditazione!

E' tempo di risalire il cammino dei secoli per arrivare alle sorgenti e fare un confronto con il mio (p.47) linguaggio sincero, aperto, leale, il solo che si addice ad una leale paternità.

E' tempo di uscire dall'equivoco. La politica dell'astuzia non ha niente a che fare con la semplicità della colomba e con la furbizia del serpente. Furbizia non vuol dire doppiezza o menzogna. Ho detto tante volte che le mie vie non sono le vie del mondo.

I Pastori di anime, i miei sacerdoti, debbono conoscere le mie vie e per esse devono camminare, non per quelle del mondo.

Figlio, non temere, prega e ripara. E' quanto di meglio tu possa fare. Ti benedico.(p.48)

5 giugno 1976 - LA GIUSTIZIA

Scrivi, figlio mio:

Sulla terra, nella società umana sussistono vizi e passioni, difficoltà ed imperfezioni di ogni genere. Si riscontrano omissioni di ogni specie.

Sussistono anche le virtú, che vengono praticate con diversi gradi di intensità. Tra queste vi è la giustizia.

La giustizia è una virtú di cui tutti parlano, di cui tutti si fanno propugnatori, che tutti affermano di patrocinare. La realtà, figlio, è un'altra, ben diversa da quella clamorosamente proclamata.

Io te lo dico, figlio mio: se vi è una virtù che sia bistrattata e conculcata è proprio la virtù della giustizia. Questo avviene anche nella mia Chiesa e non da parte solo dei fedeli, ma spesso da parte dei miei sacerdoti e non di rado da parte dei Pastori.

Strano fatto: il mondo ha una sua particolare stima di questa virtù, però la infrange e la calpesta in ogni istante. Ma questo fosse solo del mondo, di cui è principe il Maligno: purtroppo anche nella Chiesa, mio Corpo mistico, questa virtú viene offesa.(p.49)

Come mai? Perché, per praticarla, spesso si ha bisogno essenziale di altre virtú: umiltà e amore. Senza queste due virtù non può sussistere nell'animo umano la giustizia. Quando, e questo succede con frequenza, vedi la giustizia gravemente ferita e l'ingiustizia trionfare, puoi ritenere che la causa prima è la mancanza di umiltà e di amore.

 

Costume di vita

In " Tu sai che Io ti amo " ho detto che nella Chiesa, mio Corpo mistico, la virtù della giustizia è ferita, a volte gravemente, non solo alla base ma anche al vertice.

Quante sono le anime che soffrono per questo malanno della mia Chiesa! Citazioni di fatti, di casi particolari? No, figlio, perché sono cosí frequenti che si potrebbe ragionevolmente dire: l'infrazione della giustizia è diventata costume di vita.

Ma vi è una ingiustizia che grida vendetta al cospetto di Dio: è il tradimento perpetuato in continuazione dalla incoerenza di coloro che hanno responsabilità fondamentali e personali nella Chiesa.

Non potranno però sottrarsi al particolare e personale giudizio di Dio. Non varrà a giustificare il proprio operato il dire di avere seguito i più. In questo secolo hanno tramutato in costume di vita (p.50) ambizioni, presunzioni ed errori di ogni genere. Non si sono accorti di essere su di una falsa strada.

Nel primo volume " Tu sai che Io ti amo " è chiaramente detto che da un confronto tra la mia vita la loro risulterebbe un contrasto inconfondibile.

Questo confronto dai piú non si osa farlo. Si ha paura? Ma se non si fa adesso, di vostra iniziativa, questo raffronto sarà fatto nel giudizio quando non sarà concessa nessuna possibilità di ricupero!...

 

Sotto terra

Io, Gesú, ho detto che mi sono noti i capelli che avete in testa; ho detto che premierò anche un solo bicchiere di acqua dato ad un povero per amore mio, ma ho detto pure che chiederò ragione anche di una sola parola oziosa.

A Me tutto è noto, a Me nulla sfugge. Non sarei misericordia infinita e Giustizia infinita se così non fosse.

Ma chi pensa, figlio mio, a questo?

I santi, solo i santi! Chi non è santo non ha tempo di pensare alle cose fondamentali della vita. Chi non tende alla santità è come colui che costruisce la propria casa sulla sabbia.(p.51)

Colui che cerca la santità si premura invece di costruire l'edificio della propria santificazione sulla solida roccia.

Figlio, non ho dunque ragione di insistere perché preghiate e ripariate? Quanti motivi di preghiera e di riparazione non vi sono nella mia Chiesa!

Ti benedico. Conosco l'amarezza di cui è ripieno il tuo animo; un giorno questa amarezza sarà tramutata in gioia; tu ora devi stare sotto terra a marcire. Non sei capito, figliolo? Lo fui forse Io, il tuo Gesù ?

Ti benedico.(p.52)

6 giugno 1976 - RISPETTO UMANO

Scrivi, figlio mio.

Non ti preoccupare se ancora non hai la minima idea di quello che sto per dirti: ciò dimostra che non sei tu che pensi e mediti, ma che sono Io che ti parlo.

In precedenti messaggi ti ho parlato diffusamente delle contraddizioni della pastorale moderna. Queste contraddizioni sono così evidenti da non sfuggire a nessuno, anche alle anime meno sensibili ai problemi di vita cristiana.

Ma nessun pastore ha il coraggio di infrangere questa barriera di paura, di rispetto umano? Paura, rispetto umano, timori vani uniti insieme formano una parete quasi insuperabile.

Per poter scalare questa parete bisognerebbe, in unità di spirito ed in ardore di fede, meditare il Vangelo, assimilarne il contenuto ed efficacemente desiderarne l'applicazione prima di tutto nella vostra interiorità personale.

Ne deriverebbe di conseguenza la spontanea volontà di una applicazione esteriore al Corpo mistico. Non verificandosi (p.53) l'assimilazione interiore non può, di conseguenza, verificarsi quella esteriore.

Per analogia avverrebbe nell'anima ciò che normalmente avviene nel corpo: per un reale e pur sempre misterioso processo della digestione, il cibo ingerito viene prima trasformato ed assimilato, poi queste sostanze vengono distribuite a tutte le altre membra del corpo.

 

Contro la giustizia


Peccano contro la giustizia tutti coloro che hanno lasciato contagiare di errori e di eresie il loro gregge, che non hanno avuto il coraggio di prendere ferma posizione contro i lupi che nell'ovile hanno fatto scempio di anime, specialmente nei seminari e nelle scuole.

Peccano contro la giustizia, Pastori e Sacerdoti che permettono il dilagare del materialismo negli ambienti nati per allietare l'animo, in un clima di serena allegria, trasformati invece talvolta in luoghi di contagio spirituale.

Peccano contro la giustizia quei Pastori e quei Sacerdoti che, per avere la mente oscurata dalla presunzione, non sono quasi mai oggettivi nei loro giudizi. Di fronte a terzi, prendono posizioni sbagliate non indagano direttamente e a fondo, (p.54) credendo di possedere in esclusiva l'assistenza dello Spirito Santo. Con una sbalorditiva sicurezza, commettono errori le cui conseguenze sono lacrime e sofferenze per chi ne è la vittima.

Un padre non vuole la sofferenza del figlio, ne vuole la correzione e perciò sa unire la correzione, se essa occorre, all'amore e non lega mai il suo operato al giudizio esteriore degli altri.

 

Pastorale contraddittoria

A te, figlio mio, sembra duro affermare questa verità, perché tu non vedi ciò che Io vedo. Io scruto i cuori umani nelle loro profondità, insondabili per voi, ma non per Dio che li ha creati.

Come spiegare il comportamento di alcuni Pastori, Superiori religiosi e Ministri miei rigidi e inflessibili verso sacerdoti animati da buono spirito e per buone iniziative?

Al contrario li vedrai sorridere a coloro che osano ribellarsi e far chiasso, anche se sanno che fan tanto male al gregge loro affidato.

Una pastorale contraddittoria non potrà mai essere feconda. Non si accorgono che stanno (p.55) seminando in un deserto sassoso, dove il seme muore appena gettato e neppure fa in tempo a germogliare.

Il non volere approfondire la ricerca dei mali di cui soffre la Chiesa oggi, è pure una contraddizione.

Ci si scuserà dicendo che questo non è vero, perché di studi se ne sono fatti tanti. Sì, fin troppi, ma sempre in superficie, mai in profondità. La causa prima è sempre rimasta nel fondo di un mare tremendamente agitato, preannunciante tempesta.

La causa prima, il grande male che affligge la Chiesa oggi, è l'ambizione e la superbia, in alto ed in basso. L'oscurità si supera solo con l'umiltà. Ritorniamo così al confronto che alcuni Pastori e Sacerdoti ricusano di fare tra la loro e la mia vita, il cui tracciato è sempre contrassegnato dall'umiltà, dalla povertà e dall'obbedienza.

Chi non ha il coraggio di rifare il cammino della propria vita sacerdotale da Betlemme al Calvario si rende corresponsabile di ciò per cui oggi la Chiesa soffre e, più ancora, corresponsabile di quella bufera che si avvicina paurosamente e che travolgerà assieme agnelli, pecore e pastori, non solo nel sangue ma, molti, anche nella perdizione eterna.

Io non sono morto sulla croce per capriccio: sono morto sulla croce per ristrappare le anime a Satana ed alle sue schiere. Non posso tollerare che (p.56) le anime si perdano per l'inefficienza di coloro che, sul mio esempio, dovrebbero con Me quotidianamente risalire il Calvario nell'umiltà, nella povertà e nell'ubbidienza.

Figlio, non credono, non vogliono credere. Per questo insisti nell'offerta e nella preghiera.

Ti benedico.(p.57)

7 giugno 1976 - SOGGETTO E CORNICE

Scrivi figlio mio.

Leggendo i Messaggi che avete raccolto nel primo e nel secondo volume, può darsi che qualcuno si stupisca che gli argomenti trattati siano, più o meno, quasi sempre gli stessi.

Non si parla delle strutture della vita pastorale o, se se ne parla a volte, è per mettere in risalto difetti e lacune.

La vita pastorale, come è venuta delineandosi attraverso i secoli, è complessa, quindi complesso dovrebbe essere il discorso che la riguarda.

La vita pastorale è ora complessa perché tale l'avete resa voi, ma in realtà al centro della pastorale rimane il Mistero dell'Incarnazione, della Passione e Morte mia, Verbo di Dio fatto carne. Questo è il vero fatto con cui Dio ha operato la liberazione dal giogo di Satana.

 

Collaborazione


Il punto focale è questo. Io, Gesú, ho liberato sì l'uomo dal giogo di Satana e con la (p.59) sovrabbondante grazia della Redenzione, ho dato all'uomo tutti i mezzi per mantenersi libero dagli assalti del Maligno; non ho però esentato l'uomo dal dovere di dare il suo apporto alla sua liberazione, con il credere e lo sperare, con l'amare, il soffrire e l'offrire.

In altre parole, lo non salvo l'uomo senza la collaborazione dell'uomo, per cui il problema centrale è: Dio salva l'uomo, ma vuole la sua collaborazione nella lotta contro le forze del male. Esse esistono in voi per il peccato originale, causato dal demonio, il quale si accanisce contro ogni uomo e contro il cristiano in misura particolare.

Satana, in questa lotta contro l'umanità, ha pure per alleato il mondo che a lui appartiene.

Il quadro della Pastorale è questo; tutto il resto e cornice. Ora il male di oggi è di dare risalto alla cornice e poco risalto al quadro dalla stessa incorniciato.

Ritorno quindi a invitarvi a ricominciare di nuovo (e questo lo farà la Chiesa purificata) a instillare nell'animo dei bambini una adeguata catechesi a riguardo di Me che salvo e redimo, ma non senza la collaborazione di ogni battezzato nella lotta contro le forze del male.

Tutto il resto verrà adattato a questa realtà dalla quale dipende la salvezza. Quindi stampa, cinema (p.60) e tutti i mezzi della pedagogia dovranno centrare questa idea, che è il pilastro dottrinale della Bibbia.

 

Pilastro fondamentale


Oggi i cattolici sono infarciti di materialismo. Il fallimento dei cattolici di oggi è per avere creato strutture di una pastorale staccata dal pilastro centrale.

Per esempio: a che serve un cinema parrocchiale ove si proiettano films anticristiani?

A che servono scuole e ritrovi dove, per timore di urtare la sensibilità antireligiosa, si impartisce una educazione religiosa all'acqua di rose?

A che servono mille altre iniziative, se non hanno un solido aggancio al pilastro centrale della pastorale: Cristo Redentore, Liberatore e Salvatore, che condiziona però la Sua azione divina alla collaborazione dell'uomo, attuata tramite la Chiesa?

Ma Satana oggi è nella Chiesa e opera intensamente fino a spingere le strutture di Essa lontano dal pilastro fondamentale.

Se oggi alcuni Vescovi e Sacerdoti non riescono a percepire questa situazione, è un altro terribile segno del come vanno le cose.(p.61)

Questo ben lo vede invece il mio Vicario! Encicliche e richiami, segnalazioni ed allarmi non sono mai mancati, ma troppe volte sono rimasti lettera morta ed il male si è ingigantito.

Ecco, figlio, perché verrà l'ora della purificazione, che dai ciechi sarà deplorata come l'ora della Giustizia divina. Non sapranno vedere in essa anzitutto la Misericordia, mai disgiunta dalla Giustizia, perché Dio vuole la salvezza delle anime e non la loro perdizione.(p.62)

7 giugno 1976 - BISOGNA CAMMINARE

Scrivi figlio mio: è Padre Pio che ti vuol parlare.

Te lo avevo detto che mi avresti risentito, ed eccomi fedele. Figliolo, non devi avvilirti né arrestare il ritmo della tua vita interiore. Vi è chi fa di tutto per paralizzare la tua volontà, ma ricordati che c'è una virtú importante: la perseveranza nel bene.

Guai porre mano all'aratro e poi voltarsi indietro! Bisogna camminare, anche se il camminare a volte si fa pesante e porta stanchezza. Questa di scoraggiare è l'arte di colui che è sempre in agguato per scoprire il momento opportuno per la sua azione demolitrice.

Io, Padre Pio, ho perseverato per tutta la vita e non ho mai ceduto né alle blandizie, né alle insidie, né alle sue minacce. E non furono solo minacce, ma vere sofferenze che il Maligno mi ha procurato negli anni della mia vita e che sono diventate arma formidabile per catturare anime, per strappargli anime e ridarle a Cristo.(p.63)

 
Il direttore spirituale


Figlio mio, rileggi attentamente i messaggi che ti ho dato. Il dogma della comunione dei Santi è una realtà! Ti è stato detto più volte di vivere e di far vivere questo meraviglioso dogma alle anime del tuo mondo.

Fatti paladino di questa meravigliosa realtà spirituale che tante volte è stata dimenticata: sono pochi quelli che vi credono e che la vivono.

Senti, figlio, un'altra cosa di estrema importanza.

Nei messaggi, che ti sono stati dati da me e da altri, troverai comunicazioni che ti riguardano direttamente: queste comunicazioni sono tutte valide.

Qui, in Paradiso, viviamo della Vita divina in un modo perfetto, diverso dal modo con cui voi vivete la vita della Grazia, che pure è già Vita divina. Non si possono quindi dire bugie, non si possono dire cose non rispondenti al vero, per nessuna ragione al mondo. Perciò tutto quello che ti è stato detto risponde a verità.

E' giusto però che tu ti attenga, in tutto e per tutto, alle direttive del Direttore spirituale.

" Padre, come faccio io a distinguere se ciò che mi viene detto è da voi, oppure da quello del Fuoco, oppure è frutto della mia fantasia? " (p.64)

Prove, figlio mio, non ti sono mancate, segni hai avuti e altri ne avrai. Ma per te deve bastare il verdetto del Direttore Spirituale.

Ci sentiremo ancora e ti confermo che anche ci rivedremo: abbi fiducia e guarda con più attenzione i Messaggi precedenti.

Ti benedico: sono Padre Pio.(p.65)

 

8 giugno 1976 - IL DOPPIO GIOCO

Scrivi, figlio mio:

Vi sono strutture non essenziali, vi è dispersione di ricchezze rubate ai poveri. Ciò causa la paralisi che immobilizza un colossale insieme di opere che non servono più, almeno cosí come oggi sono strutturate.

Figlio, non avere timore. Ti ho sempre detto che la verità fa parte essenziale della carità e non è per il gusto di mettere in evidenza miserie di ogni genere che ti dico la ragione del fallimento delle strutture della pastorale odierna.

In tutto questo non si sa vedere il doppio gioco di Satana, che opera incontrastato dall'esterno e dall'interno della Chiesa.

- Dall'esterno: chi non vede i suoi strumenti è cieco: Il comunismo, incarnazione di Satana, ed il capitalismo massonico. Infatti anche la borghesia e spaventosamente incrinata dal radicalismo massonico, forte per i suoi legami internazionali. Sono armi con cui Satana senza sosta cerca di sgretolare la Chiesa, e non si può negare che, attraverso tale apparato, in parte ci sia riuscito.(p.67)

- Dall'interno: Satana sta provocando una tremenda e mai cosí universalizzata crisi di fede nel clero. Le conseguenze sono evidentissime. Si serve del progresso, della tecnologia moderna, tutta o quasi al servizio di Satana, del mondo suo alleato e delle vostre passioni. La concupiscenza dello spi rito, cioè la superbia, gravissimo peccato della Chiesa del vostro tempo, e la concupiscenza della carne hanno avulso dal Corpo di Cristo molte membra destinate al servizio del bene comune, Sacerdoti e anime consacrate.

Queste manovre sono degne di chi fu il piú bello ed il piú potente di tutti, dopo Dio, e che potente è ancora. Lo dimostra la mole gigantesca di male che opera in seno alla Chiesa e all'intera comunità umana.

 

Peccato di accidia

Di fronte a questo formidabile nemico Io, il vostro Dio, per liberarvi da lui, con umiltà infinita mi sono fatto uomo immolando Me stesso sulla Croce. Ora però condiziono la vostra salvezza alla vostra adesione e cooperazione al Mistero della Redenzione.

Io voglio una libera e attiva partecipazione da parte di tutti i battezzati, non un passivo consenso come invece oggi erroneamente è concepito il (p.68) Cristianesimo da parte di tanti cristiani. Qui vi è un vuoto spaventoso, dato dall'abulia anemica di tanti cristiani, così gravemente ammalati da far temere della loro guarigione.

Questa inappetenza delle cose divine, questa atrofia della vita soprannaturale è peccato di accidia. I Cristiani, che dovrebbero essere vibranti di vita, assetati di luce e di verità, si sono ridotti in tale stato da assomigliare a rantolanti esseri smarriti. Sono senza forza e senza energia sia per colpa loro, sia per colpa di altri.

Il principe delle tenebre, mentre ha intossicato la Chiesa, spogliandola in molti suoi membri della vitalità soprannaturale, mantiene ben vive le forze sue, provviste di odio tale che, quando esploderà, si vedranno cose mai conosciute per l'umanità per gravità e per estensione.

 

Sciupano tempo

A chi va imputato tale stato di cose? A coloro che hanno spalancato le porte al nemico, a coloro che al nemico neppure credono, a coloro che gli hanno permesso un'infiltrazione logorante: va imputato a coloro che ancora oggi sciupano tempo ed energie proprie ed altrui che non potranno mai migliorare (p.69) una situazione che bisogna avere il coraggio di denunciare come gravissima.

Questa situazione va imputata infine a coloro che, nonostante l'apparato burocratico e tutte le bardature, ancora non trovano la via giusta, la sola via per ridare ossigeno alla mia Chiesa che agonizza.

Sì, figlio mio, ammettere questa agonia indurrebbe, a fare una retromarcia così energica da impressionare salutarmente chiunque.

Ecco come hanno permesso alle forze del male di ridurre il mio Corpo Mistico!

 

La Chiesa non perirà


La mia Chiesa dovrebbe essere formata da un immenso esercito di valorosi figli di Dio, da arditi e coraggiosi miei soldati, vigilanti e attivi. Tutti carichi di entusiasmo, tutti e non solo una piccola élite, armati spiritualmente e corazzati sarebbero invincibili, perché Io, affinché siano tali, ho dato loro tutto il necessario.

La mia Chiesa non perirà! Io la rigenererò nel dolore, come nel dolore, nell'umiliazione e nel sangue Io ho operato il Mistero della salvezza.

Il mio Corpo Mistico spargerà il suo sangue, Io Capo di esso, ho sparso il mio, e la Chiesa, dopo il (p.70) duemila, rigenerata e fatta nuova, risalirà il cammino, Madre e non matrigna dei popoli.

Prega, figlio mio, e non curarti del giudizio negativo che scaturirà dalla presunzione. Tale giudizio durerà quanto una bolla di sapone.

Ti benedico, figlio.(p.71)

8 giugno 1976 - FIUME LIMACCIOSO

Scrivi, figlio.

E' mia intenzione affrontare la problematica della pastorale presente mettendone prima in evidenza le lacune.

A chi obbietta che non è positivo fare questo, rispondi che non è sapiente non ricercare le cause che danno luogo alle malattie del corpo; una attenta diagnosi rimane sempre il primo compito di un medico cosciente.

E' sapienza, per analogia, che pastori e sacerdoti, giacché a loro è affidata la cura della mia Chiesa, facciano una diagnosi obbiettiva e coraggiosa dei mali da cui è afflitto il mio Corpo Mistico. Se non vale questa ragione a convincerli, nessun'altra vale.

Perché tanti mali si sono accumulati nella mia Chiesa?

Le ragioni sono parecchie, e ne vedremo altre in seguito, ma rimane la ragione di centro, la mancata presa di posizione contro Satana, come già ho detto in altri messaggi. Lui è la causa prima del male, è (p.73) il fiume limaccioso di tutta la corruzione che, dalla caduta dell'uomo, si riversa sull'umanità.

Questa martellante affermazione voglio che tu la ripeta ancora perché i sordi finalmente capiscano se lo vorranno capire. Quindi non è ripetizione casuale, ma ripetizione voluta.

Nel mio Vangelo è detto che i figli delle tenebre sono molto più avveduti dei figli della luce. Tutto il Vangelo è verità.

Guarda come i figli delle tenebre si immedesimano coi loro tenebrosi problemi! Li vivono giorno e notte. I loro propositi di male li tengono occupati senza interruzione di tempo; per questi problemi vivono, operano, in questi sperano.

Vedi con che coraggio agiscono: non hanno paura o vergogna di nulla: affrontano anche disagi e sacrifici, insomma non soffrono di quella anemia da cui sono afflitti troppi cristiani.

Essi sono una cosa sola coi loro programmi, tesi certo non alla conquista del vero, della libertà e della giustizia, anche se vi è fra loro chi in buona fede lo crede.

 

Conseguenze illogiche

La differenza con coloro che si ritengono cristiani è grandissima. Questi ultimi assai spesso (p.74) scindono la loro vita dai problemi religiosi e anche sociali che l'esistenza umana comporta. Io vedo i miei cristiani che, impostata la loro vita su errate convinzioni (non sempre per colpa loro, sovente per difetto di formazione sia familiare che ecclesiale) si avviano alle più illogiche e gravi conseguenze.

" La religione è una cosa, gli affari un'altra ". In base a questo errato principio, il furto e la frode diventano costume di vita, per cui non ci si fa scrupolo di rubare in continuazione, di ingannare e di sfruttare il prossimo in tutti i modi. Gli illeciti guadagni non sono neppure confessati, perché tale concezione è arrivata ad offuscare anche le anime di sacerdoti che non si pongono simili " scrupoli ".

Tu non sai, figlio mio, quanti consacrati dovranno pagare oltre la vita terrena, o con l'Inferno o con un tempo tremendamente lungo di Purgatorio, peccati di indebita appropriazione per mancata o ingiusta retribuzione a dipendenti, per frode vera e propria, e per altre cose frequenti più di quel che si creda nella mia Chiesa.

Scindere i problemi e i doveri religiosi e sociali dagli altri doveri personali i semplicemente assurdo. Così è assurdo il detto " si vive una volta sola ", inteso in modo da rendere all'occasione lecito l'illecito.

I figli delle tenebre non sono così illogici: i figli della luce sì.(p.75)

 

Fare la scelta

Così le anime sono avulse da Dio, si incalliscono in una morale amorale, diventano come dei crostacei, difficili a convertirsi.

Come si può (ecco l'errore!) pretendere di formare dei collaboratori con dei cadaveri, o con degli anemici cronici, talmente gravi da non potersi muovere in nessun modo?

Si deve far capire ai battezzati fin dalla prima infanzia che non vi sono altre alternative, come ho chiaramente detto nel mio Vangelo. Non si può servire contemporaneamente a due padroni che abbiano interessi e obbiettivi opposti.

O Dio, o Satana! L'animo umano, non dico ogni giorno, ma ogni momento, è nella condizione di fare la sua scelta. O si pensa ad una cosa buona, oppure si pensa ad una cattiva. O si compie un'azione buona, oppure si compie un'azione cattiva.

Il problema della pastorale è problema di fondo, prima che di struttura: o Dio o Satana, o il bene o il male.

Ti benedico, figlio mio.(p.76)

 

9 giugno 1976 - IL CORPO MISTICO

Figlio, Io considero pastorale l'azione della mia Chiesa tesa verso gli uomini tutti, perché tutti possano aderire spontaneamente e saldamente ai principi cristiani.

Promuovere e guidare questa azione è proprio della Gerarchia, pur non escludendo la collaborazione giusta e doverosa di buoni laici, " vocati ad hoc ".

Io ho dato le indicazioni per l'efficacia dell'azione pastorale, perciò ho detto: sarete la luce del mondo, sarete il sale della terra. Ho detto pure: risplendano le vostre opere buone e glorifichino il Padre che sta nei cieli. Ho detto: sarete il lievito che fermenta la pasta.

Un sacerdote, se non risplende di luce soprannaturale, se la luce della grazia non rende trasparente la sua anima in modo che tutti possano chiaramente vederci dentro, (e questo importa lealtà, semplicità e non doppiezza) si accorgerà che la sua azione è infeconda.

Io, il Cristo, potenzialmente ho vinto il mondo. A Me tutto è stato dato, per me tutto è stato fatto; (p.77) però la mia vittoria totale si realizzerà alla consumazione dei tempi, con il finale giudizio. Io, il Cristo, manifesterò dinnanzi a tutti, dinnanzi al Cielo e alla terra, la mia completa vittoria. Io, Dio fatto uomo, ho realizzato e realizzerò il mio Corpo Mistico, ossia la mia Chiesa, con la quale Io sono una cosa sola.

Questa è la vera ragione del ritardato totale mio trionfo: ho voluto partecipe di questo trionfo il mio Corpo Mistico.

Capo e corpo sono un tutt'uno. Coloro che si meravigliano perché il mio trionfo totale non si è verificato con la mia Risurrezione e Ascensione al Cielo poco hanno compreso del Mistero dell'Incarnazione.

 

Sul Calvario


Io, Gesú, mi sono intimamente unito alla natura umana per la cui liberazione e vittoria mi sono immolato. Ho associato la natura umana a tutte le vicende divine e umane della mia vita temporale ed eterna, perciò la Chiesa, mio vero Corpo, se pur mistico, dovrà seguire Me sul Calvario per poi seguirmi nella gloria.

" Chi vuol venire dietro di Me, prenda la sua croce e mi segua! " Dove, con la croce, se non sul Calvario?(p.78)

La grande battaglia, che Io ho aperto col Mistero della mia Incarnazione, Passione e Morte, continua e continuerà fino alla fine dei tempi con intensità e gradazioni diverse. Ci saranno momenti di tale inaudita violenza da non credere, come avverrà nella prossima offensiva nemica, del resto già avviata.

E' stata data ai battezzati questa realistica visione di una Chiesa in perenne lotta contro i suoi agguerriti nemici: Satana, il mondo e le passioni?

La Pastorale deve portare le anime ad aderire ai principi cristiani, ad accettare spontaneamente Dio, la sua legge, la sua verità, i suoi misteri.

La Pastorale fatta con le sole strutture non serve a nulla, se mancano i presupposti fondamentali. I fatti lo stanno dimostrando.

 

Lotta e pellegrinaggio


I vostri oratori sono deserti, le vostre sale cinematografiche sono strumenti di veleno, nei vostri ritrovi non di rado si bestemmia e si parla un linguaggio che non è cristiano.

Molte istituzioni sono crollate; la cosiddetta pastorale istituzionale è in uno stato fallimentare. E' inutile volersi illudere, le concezioni materialistiche della vita non possono che mettere solide radici in cristiani profondamente malati di anemia spirituale.(p.79)

Gruppi promiscui di giovani e di ragazze, che per libertà eccessiva, per la moda indecente e per le influenze deleterie di letture e di films erotici non possono reggere, di cristianesimo hanno solo l'etichetta, ma sostanzialmente sono pagani.

Questi sono vizi di una pastorale istituzionale che non può reggere perché carente della visione fondamentale della vita.

La vita cristiana deve essere concepita come milizia, cioè come lotta incessante contro Satana e i suoi alleati; deve essere concepita come pellegrinaggio.

 Le istituzioni per una Pastorale efficiente erano valide quando i cristiani erano buoni, ma oggi che essi sono pagani, le istituzioni tradizionali sovente sono occasione di male.

 Ti benedico, figlio mio.(p.80)

10 giugno 1976 - CHI E' SATANA

Scrivi, figlio, e non temere di nulla. Un giorno capirai perché ora voglio da te questa dura esperienza, e ancora ti dico non preoccuparti dell'incredulità di chi, più di te e come te, dovrebbe credere, ma non crede. Quando vorranno credere non ne avranno il tempo. Dure parole queste; ma le mie parole tu sai che sono vere e che non mutano.

Ora voglio ancor di più approfondire quanto in precedenti Messaggi ti ho già esposto.

Chi è Satana, a cui molti non credono e altri confusamente o vagamente credono?

Dopo Dio era la creatura più bella, la più ricca di doni e di potenza.

E' persona spirituale, viva, reale e potente, tramutata da Angelo nel mostro più orribile per bruttezza e per perfidia, per la sua sete inestinguibile di male e di odio. E' il Male, perché con il male si identifica. Ha rifiutato Dio per superbia, per essere il dominatore e signore del Regno delle tenebre.

Satana è colui che ha determinato, con un atto della sua volontà, la perdizione eterna sua (p.81) personale e delle schiere che hanno in lui creduto e lui hanno seguito. Egli determinò pure con l'astuzia e la menzogna la perdizione dell'umanità, insidiando i progenitori, inducendoli con l'inganno alla ribellione a Dio, a ripetere il suo peccato.

Nel suo peccato è confermato, perciò sa che non vi può essere né ora, né mai possibilità di cambiare la sua sorte di disperato odio.

Satana è il Male in continuo movimento, senza sosta neppure per un istante; Satana è menzogna, è oscurità; Satana, per quanto lo può essere una piccola creatura a confronto con l'Infinito, è l'opposto di Dio.

Dio è Luce, Amore, Giustizia e Verità; Satana è l'opposto di tutto questo. Satana è il giurato nemico di Dio, in particolare del Verbo fatto Carne e della Sua Chiesa, dell'Uno e dell'Altra vuole la distruzione. E' congelato in questo folle e malvagio proposito, per cui non desiste un solo istante dal perseguirlo con le sue forze.

Questa conoscenza del Maligno, figlio, è presupposto sostanziale di qualsiasi pastorale.

Non è assolutamente concepibile una efficace pastorale senza una visione viva e precisa di questa realtà di base.(p.82)

 

Implacabile nemico


Satana è pure il Nemico per eccellenza della Vergine Santissima.

Che pastorale possono fare i tanti Sacerdoti che non hanno una forte e illuminata devozione alla Madre mia e loro, o che queste realtà non credono, oppure le credono in modo confuso?

Ogni azione pastorale di qualsiasi natura è infeconda se non poggia sulle solide fondamenta della Fede in Dio, Creatore, Salvatore e Redentore, e nell'esistenza dell'implacabile e irriducibile nemico del bene, Satana. A questa fede va unita la ferma convinzione che con Cristo necessita salire il Calvario: " Chi vuol venire dietro di Me, prenda la sua croce ".

Le disquisizioni teologiche sono inutili se non hanno come base questa realtà. Attualmente si costruisce sull'arena.

La crisi di Fede ha dirottato l'azione pastorale in tanti rivoli tortuosi che non portano le anime a Dio. Anche qui, figlio, Io debbo lamentare perdita di tempo in troppi convegni. Di per sè sarebbero molto utili, se in questi incontri si riscontrasse il coraggio di andare alle radici, cioè di affrontare il problema nel suo punto cruciale. Ciò è conseguenza (p.83) della crisi di Fede che Satana con perseverante tenacia è riuscito a portare nella Chiesa e nel mondo.

 

Seria meditazione


Oh! figlio mio, quanto ci si è allontanati dalla via maestra, diritta e sicura! Se si leggesse il Vangelo, o meglio ancora se il Vangelo fosse oggetto di seria meditazione e imitazione, vi si troverebbe la luce necessaria per riportare i miei Vescovi, i miei Sacerdoti sulla Via in cui non ci si perde.

Parabole, fatti e insegnamenti su questo punto tanto importante sono così numerosi per cui il dubbio non dovrebbe sfiorare l'animo di nessuno; invece lo vedi tu stesso come vanno le cose.

Figlio, prega e ripara. Non vergognarti di elemosinare da buone anime preghiere e riparazioni.

Lasciali dire; non vedono, non capiscono! L'amore che mi porti sia talmente grande per cui ogni altra cosa o giudizio nei tuoi riguardi deve dissolversi nel nulla.

Vedi i giudizi umani come bolle di sapone. Che ti può fare una bolla di sapone? e che ti possono fare i giudizi di coloro che non credono?

Ti benedico, figlio.(p.84)

11 giugno 1976 - SCHIACCIATE I DEMONI

Scrivi, figlio, senza nessun timore.

Dillo che Gesú non è contento! Non posso essere contento dinnanzi alla grossolana cecità dei Pastori e dei Sacerdoti per ciò che riguarda il problema sostanziale della Pastorale.

Ti ho già detto qualcosa di Satana e delle sue schiere; non ti ho detto tutto di lui, solo quel tanto di cui devi avere conoscenza. Egli può sulla natura umana molto più di quello che l'uomo può sulla natura animale, e tu vedi quanto l'uomo possa sulla natura animale.

Egli sa indurvi ad un radicale cambiamento del modo di vivere.

L'uomo può dominare un animale, ma Satana può dominare un uomo molto di più, molto di più.

Ti ho parlato poc'anzi di grossolana cecità. Sì, figlio, ed ecco le conseguenze della colpevole inattività di molti Pastori e Sacerdoti di fronte alla febbrile, incessante azione demolitrice del Nemico.

Io Gesù, durante la mia vita pubblica, non mi sono limitato ad annunciare la verità; ho guarito (p.85) infermi, ho liberato ossessi e ritenevo anche questo una parte essenziale della mia pastorale. Oggi non si fa (perché i pastori non vogliono impegnarsi personalmente, e solo qualche rara volta la delegano ad altri) questa parte della pastorale.

Io l'ho delegata ai miei Apostoli perché gli Apostoli e i loro successori la compissero. Se l'ho fatto io, Gesù, anche i Pastori di oggi dovrebbero benedire ed esorcizzare.

Non sono meno oggi coloro che soffrono per colpa di Satana, anzi sono più che un tempo.

 

Immobilismo interiore


L'atteggiamento tenuto oggi dai Vescovi, salvo sempre le debite eccezioni, non è certamente quello da Me desiderato, non è quello che Io vorrei.

Che il padre non sia presente, potendolo, ove sono i figli che soffrono è veramente contro la natura delle cose. Eppure questo è ciò che avviene abitualmente. Che un padre deleghi un altro a rappresentarlo presso il figlio sofferente, non è meno amaro di quanto detto sopra.

Che poi un padre non creda neanche alle sofferenze di tanti suoi figli, che pure evidentemente soffrono, si direbbe impossibile. Eppure è ciò che abitualmente avviene.(p.86)

Ma vi è di più, figlio mio; non temere e scrivi: che poi un padre arrivi ad ostacolare coloro che per un sentimento di doverosa pietà (ho detto pietà e non giustizia) si prendono cura dei suoi figliuoli sofferenti, questo è addirittura fuori di ogni logica e contro ogni sentimento di amore paterno.

Figlio, dillo forte, questo in continuazione si verifica nella mia Chiesa. Si muovono questi Pastori alla periferia del loro animo e del loro cuore, ma sono immobili al centro.

Che voglio dire con queste parole? Esternamente sono attivissimi, a volte fin troppo; restano immobili, o quasi, interiormente.

Molti di essi sono vittime della frenesia dell'azione. Molto meglio se fossero vittime mie! Le mie vittime, al contrario, sono quasi immobili esternamente, mobilissime e attivissime interiormente. Sono esse che salvano le anime! Sono le vittime volontarie che hanno finora frenato la giustizia divina. Sono le mie vittime il vero lievito, il fermento della Chiesa. Ad esse Io nulla posso negare, non all'attivismo esteriore di tanti Pastori.

 

La Chiesa langue


Data la necessità che Vescovi e Sacerdoti prendano in esame il problema di tante anime sofferenti, (p.87) si formi in ogni diocesi, almeno inizialmente, un comitato di ferventi sacerdoti e laici che diano luogo ad una catena di anime disposte ad offrire quotidianamente, con le loro sofferenze, almeno un'ora o una mezz'ora di preghiere per coloro che soffrono per colpa degli Spiriti maligni e che possano benedire i sofferenti in determinati giorni, in una determinata Chiesa.

Nessuna ragione trattenga Pastori di anime e volonterosi Sacerdoti dal compiere questo dovere: è un problema di attualità.

Non vi siete accorti di nulla? Non vi siete accorti che la Chiesa langue e agonizza per colpa del Maligno? Non vi accorgete che qualche cosa di tremendo sta maturando? Che fanno, che pensano certuni? Si spoglino di quella presunzione che toglie loro la grazia ed il conforto della luce.

Ti benedico. Voglimi bene.(p.88)