19 novembre 1975 - ANCORA ACCANTO A ME
Scrivi, figlio mio.
Ti ho già parlato di mia Madre corredentrice.
Essa lo fu in realtà dal momento in cui si consacrò a Dio, offrendo tutta se stessa, la sua purezza, la sua volontà.
Questa offerta si fece sempre più viva, più luminosa, più cosciente. Cresceva in Lei la Grazia con il crescere dell'età.
Divenne poi ufficialmente corredentrice nel momento che pronunciò il suo Fiat, provocando in sé il virgineo concepimento di Me Verbo di Dio. Intensificò la sua azione di corredentrice in ogni giorno della sua vita facendo realtà pratica la sua offerta iniziale
Corredentrice nei suoi sette dolori, lo fu in modo sublime
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Scrivi, figlio mio.
Ti ho già parlato di mia Madre corredentrice.
Essa lo fu in realtà dal momento in cui si consacrò a Dio, offrendo tutta se stessa, la sua purezza, la sua volontà.
Questa offerta si fece sempre più viva, più luminosa, più cosciente. Cresceva in Lei la Grazia con il crescere dell'età.
Divenne poi ufficialmente corredentrice nel momento che pronunciò il suo Fiat, provocando in sé il virgineo concepimento di Me Verbo di Dio. Intensificò la sua azione di corredentrice in ogni giorno della sua vita facendo realtà pratica la sua offerta iniziale
Corredentrice nei suoi sette dolori, lo fu in modo sublime quando accompagnò Me sul Calvario e quando, sotto la Croce, rinnovo il suo Fiat accettando di offrire Me e se stessa, come vittima al Padre per la liberazione dell'umanità caduta sotto gli artigli di Satana.
Corredentrice è e continuerà ad essere per sempre. (p. 17)
Presenza della Madre
Il mistero della Croce si rinnova e si perpetua nel mistero della Messa.
Quindi reale è la presenza di mia Madre nella santa Messa come reale fu la sua presenza sul Calvario.
Non certo presente nell'Ostia, ma accanto all'Ostia consacrata, come accanto a Me fu, sotto la Croce.
Ora, figlio, accanto alla Madre mia, sul Calvario vi era Giovanni, e la presenza di Giovanni viene continuata dalla presenza nella santa Messa del sacerdote celebrante.
Unica e reale fu, è e sarà la presenza della Madre mia nella S. Messa. Reale è e sarà la presenza del Sacerdote nella S. Messa. Ma questa presenza del sacerdote può essere diversa, perché diverse sono le disposizioni con cui i sacerdoti celebrano.
Vi sono sacerdoti (non molti, ma ve ne sono) che sono presenti come Giovanni con una santa, attiva partecipazione, con una chiara offerta, generosa, coraggiosa di se stessi al Padre mio, in unione con Me.
Pensa, figlio mio, a queste S. Messe! Che unità sublime, stupenda, meravigliosa, nell'amore e nella sofferenza che è anima dell'amore, in una trinità sublime meravigliosa. (p. 18)
Unità e trinità d'amore offerta al Padre mio che, soddisfatto, si riconcilia con l'umanità tramite il nuovo Adamo, la novella Eva ed il popolo di Dio nella persona di Giovanni, cioè del sacerdote.
Un danno immenso
Ti dissi, figlio, che nella quasi totalità i miei ministri colpevolmente ignorano questo loro rango nel più alto Mistero della fede e della religione.
In tal modo privano sé stessi ed il popolo che rappresentano di innumerevoli grazie, mutilando, mortificando, per quanto sta in loro, il disegno di amore infinito della Trinità Divina, mortificando ancora l'unità e la trinità d'amore del Calvario, essendo la loro presenza puramente materiale. Viene praticamente a mancare, pur essendo materialmente presente, la partecipazione del popolo che il sacerdote rappresenta.
Da qui devi arguire la gravità della incosciente presenza di molti miei ministri nel santo Sacrificio della Messa.
Devi capire il danno immenso recato al popolo di Dio, defraudato di tanti doni a lui destinati tramite il sacerdote, mediatore e depositario della Redenzione. (p. 19)
Il Sacerdote (e sono tanti, figlio!) da canale attraverso il quale deve scorrere la mia grazia, diventa diga che si erge tra il mio Cuore aperto ed il popolo che egli rappresenta.
Pensa ancora la vergogna ed il rossore che proveranno alcuni sacerdoti nel Giudizio finale, vedendo la loro grandezza, la regale dignità e potenza che mai per colpa loro vollero capire, e alla quale abdicarono a favore di altre cose di nessuna importanza e che riempiono ora la loro vita di fumo anziché di luce.
Sono amareggiato
Figlio, gridalo forte, gridalo a tutti quei sacerdoti che sono fuori del piano della salvezza, che sono non strumenti di redenzione ma fuochi vacui.
I miei sacerdoti non trovano i cinque minuti per prepararsi alla Santa Messa, non trovano i cinque minuti per un poco di ringraziamento!... Ed è logico che sia così. Di che cosa potrebbero ringraziarmi se dalla Santa Messa non hanno tratto nessun frutto? Poi trascorrono tutta una giornata e parte della notte in cose infeconde, inutili e non di rado peccaminose.
Di questa spaventosa realtà come Satana poteva non approfittare? (p. 20)
Dillo a tutti senza reticenze che le conseguenze catastrofiche si debbono in gran parte ai miei ministri. Che meraviglia se domani il loro sangue tingerà di rosso la terra?...
Te l'ho detto: ben altra sarebbe la situazione della mia Chiesa, se i miei Sacerdoti avessero coltivato in sé la vita interiore delle loro anime.
Sono amareggiato.
Non a Me si dovranno imputare le grandi sofferenze dell'ora che si avvicina.
Ti benedico, e con te benedico quelli che ti sono cari. (p. 21)
20 novembre 1975 - INVITO ALLA PREGHIERA
Scrivi, figlio mio.
Più volte ho lamentato la crisi di fede che contagia la mia Chiesa, al vertice e alla base.
La mia Chiesa langue, la mia Chiesa soffre perché gravemente sono contagiati i miei ministri.
Quando non si alimenta il corpo, le forze vengono meno; il corpo indebolito non reagisce contro i nemici che lo aggrediscono e che, più o meno lentamente, lo uccidono.
La lampada non alimentata si spegne.
Anche la lampada, non alimentata, della fede si spegne e nell'anima allora si fa buio, si fa notte
Anche il più piccolo filo d'erba, anche il fiore se non sono alimentati presto muoiono.
Che cosa è
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Scrivi, figlio mio.
Più volte ho lamentato la crisi di fede che contagia la mia Chiesa, al vertice e alla base.
La mia Chiesa langue, la mia Chiesa soffre perché gravemente sono contagiati i miei ministri.
Quando non si alimenta il corpo, le forze vengono meno; il corpo indebolito non reagisce contro i nemici che lo aggrediscono e che, più o meno lentamente, lo uccidono.
La lampada non alimentata si spegne.
Anche la lampada, non alimentata, della fede si spegne e nell'anima allora si fa buio, si fa notte
Anche il più piccolo filo d'erba, anche il fiore se non sono alimentati presto muoiono.
Che cosa è un filo d'erba inaridito?
Che cosa diviene un fiore fresco e profumato lasciato senza alimento?
Poche foglioline ingiallite e secche, un gambo sottile e fragile che si spezza al contatto con un altro corpo. (p.22)
Angelo imprigionato
Che cosa è l'anima del cristiano senza fede?
Che cosa è l'anima del sacerdote che non prega?
E' quanto di più fragile, di più vulnerabile esista.
Immersa nel buio si perde, ed è inesorabilmente travolta dalla concupiscenza dello spirito o da quella dei sensi, spesso e dall'una e dall'altra.
E' l'angelo imprigionato da Satana nella putredine dei sensi o nella impurità dello spirito, nell'errore e nell'eresia.
Che cosa è l'anima del sacerdote che è in crisi di fede per mancanza di vita interiore?
E' lo zimbello ed il trastullo di Satana che su di lei sfoga il suo odio, la sua gelosia, imbrattandola di tutte le lordure e di lei fa una schiava.
E' la rivincita disperata di Satana che sfoga tutta la sua bava velenosa su quella povera e sventurata anima che non ha voluto usare i mezzi validissimi di difesa che Io ho messo a sua disposizione.
Ossigeno dell'anima
Il primo mezzo di difesa è la preghiera.
- la preghiera che eleva l'anima fino a Dio.
- la preghiera che è il respiro dell'anima. (p. 23)
- la preghiera che è l'ossigeno dell'anima.
- la preghiera che unisce l'anima a Dio in un modo intimo e profondo.
Quando un'anima si aggrappa a Me fortemente, chi la potrà strappare da Me, dal mio Cuore?
L'anima che non prega è come un frutto bacato: nessuno avverte il marcio crescente all'interno. Ma alla fine il frutto cadrà a terra e si sa come finiscono questi frutti: nel letamaio.
Io, Figlio di Dio, ho pregato giorno e notte pur non avendone necessità. Ho voluto far precedere l'esempio all'insegnamento, ma per moltissimi cristiani e sacerdoti il mio esempio a nulla è valso.
Se uno si rifiuta di mangiare, non può imputare a Me il diminuire in lui delle forze fisiche; se uno si rifiuta di pregare, non può imputare a Me lo spegnersi in lui di ogni energia spirituale. Chi non prega è come un naufrago fra le onde tempestose di un mondo che non è di Dio. Se non nuota, come può salvarsi?
Un numero impressionante di sacerdoti, che hanno lasciato cadere nel vuoto i miei inviti alla preghiera, come potranno salvarsi? Non avvertono che la loro febbrile attività è sterile, non è benedetta da Dio? Molte volte addirittura è controproducente. (p. 24)
Non credono neppure più nei Sacramentali di cui non fanno quasi più uso, salvo sempre le eccezioni. Vivono al di fuori della viva Realtà spirituale; sono come ipnotizzati dal Maligno.
Si accendano dei fuochi!
Figlio, credono solo in sé stessi, credono nelle riviste vuote e nei giornali. A queste fonti bevono avidamente.
Basterebbe uno sguardo calmo e retrospettivo nella vita della Chiesa per rendersi conto che senza la preghiera nessun Santo si è santificato. Nessun martire (e sono milioni) ha testimoniato con il sangue la fedeltà a Me, alla Fede senza essere sorretto dalla preghiera.
A questo non guardano. Ma di che cosa alimentano la loro anima? La vita della Grazia in molti è spenta!
Quanta cecità! Che notte profonda...
E' terribile; hanno rifiutato e rifiutano la luce e la vita gli eletti a portare luce e vita alle anime.
Figlio mio, Io sono l'Amore che essi rifiutano Io sono la vita che essi spengono, Io sono il fuoco. Che voglio, se non che questo fuoco arda?
Per questo voglio che si accendano tanti fuochi (p. 25) nei paesi e nelle città. Guai a quei pastori che si opporranno a questa mia volontà!
Voglio, ad esempio, gli amici di Me Eucaristia, come ti ho detto.
Ti ho eletto per una grande cosa: per portare la mia parola ai successori degli Apostoli, ai sacerdoti, ai miei fedeli!
E' un'ultima possibilità di salvarsi e di salvare le anime!
Non hanno creduto a Me, a mia Madre. Non crederanno; persisteranno molti nella loro cecità, ma Io voglio che sappiano che l'ora è vicina!
Ti benedico, figlio mio. (p. 26)
21 novembre 1975 - BATTAGLIA IMPORTANTISSIMA
Figlio mio scrivi.
Sta scritto: " Meditare Novissima tua et in aeternum non peccabis ".
Queste parole, uscite dalle labbra della Sapienza, sono date al popolo di Dio come norma di vita.
Sono state come sorgente di luce perché l'uomo, caduto nelle tenebre, potesse camminare sicuro verso il traguardo finale della sua esistenza umana.
Ora questo precetto, così importante e così efficace, è stato accantonato con altri in nome della evoluzione dei tempi, richiedenti forme nuove di vita e di costumi.
Sarebbe bastato un poco di discernimento per vedere, in questo desiderio sfrenato del nuovo, un astuto inganno del Nemico dell'uomo.
Il precetto di meditare, giorno e notte, le grandi verità della fede ci viene da Dio; la bruciante sete di novità ci viene dal Maligno.
Se i consacrati in modo particolare avessero (p. 27) richiesto lume, non l'avrei negato loro; ma, abbagliati dal Nemico, si sono da lui lasciati convincere con tutte le conseguenze che tu stesso puoi vedere.
Dio vuole guidare l'uomo al raggiungimento della salvezza eterna della sua anima, ma quando l'uomo rifiuta quel poco di collaborazione che può dare, Dio l'abbandona a se stesso.
Dio vuole salvo l'uomo, ma con il suo consenso.
Dio lo vuole salvo, però non contro le sue scelte.
Cercare Dio nel silenzio
In un precedente messaggio, ti ho detto chiaramente che solo nel silenzio dell'anima Dio fa sentire la sua voce.
Ma chi, figlio mio, oggi cerca Dio nel silenzio?
Gli uomini in genere ed anche i miei ministri si sono alleati a Satana nell'opera di avvilimento della dignità umana. Non solo nell'avvilirla, si aiutano nel distruggerla, tanto da non riconoscersi più.
L'uomo non sa più chi è. A tanto è arrivata l'opera nefasta del materialismo, incarnato da Satana.
Coloro che dovevano impegnare tutte le energie (p. 28) possibili per impedire una così drammatica situazione, non solo non l'hanno fatto, ma hanno accettato di allearsi con le tenebrose potenze del Male aggravando e accelerando il processo di disintegrazione di tutti i valori spirituali e soprannaturali che facevano e fanno grande l'uomo, creatura libera e intelligente, fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
Figlio mio, già ti dissi che l'ora delle tenebre è vicina e che l'umanità conoscerà la più tremenda lotta scatenata nel mondo dall'Inferno che tutto farà per non perdere quella vittoria che è convinto di tenere in pugno.
Ti ho detto che questa battaglia troverà riscontro solo nell'immane lotta combattuta in Cielo tra i figli della luce e quelli delle tenebre. Intravedi ora la ragione di questa mia affermazione?
Molti, anche fra i miei consacrati e fra gli stessi successori degli Apostoli, non sanno che questa ora, dalla caduta di Adamo ed Eva, Satana con le sue legioni l'ha sempre desiderata, l'ha agognata e perseguita con tutti i mezzi a sua disposizione. Ritiene questa battaglia una rivincita sicura su Dio, su Me Redentore, sulla Chiesa frutto della mia Redenzione, su Me e sulla mia Chiesa, perché Io ho strappato a lui l'umanità fatta sua schiava. (p. 29)
Che tutti sappiano
Voglio che tutti sappiano i prossimi avvenimenti, te lo ripeto ancora, come i più gravi della storia del genere umano.
Ma perché non si voglion convincere, mentre palesi ne sono i segni e avvertiti sono stati dalla Madre mia?
Ora, pur di chiudere gli occhi alla luce, si parla della Misericordia. Perché non ne parlarono prima, quando a Fatima, a Lourdes e altrove la Misericordia così prodigiosamente si è manifestata per richiamare al pentimento e alla preghiera?
E' presunzione rifiutare Dio e poi parlare della sua misericordia.
La misericordia di Dio è come la calamita; deve trovare il suo punto di attrazione e non di repulsione.
Io non voglio la sventura.
Piegherò la stoltezza e la malvagità umana in un'opera di purificazione per il trionfo e della Misericordia e della Giustizia.
Chi ha rinunciato alla luce per farsi figlio delle tenebre, non può avere parole di verità e di luce. (p.30)
Meditare novissima tua et in aeternum non peccabis!
Ma nessuno più medita, fatta eccezione di pochi. Sono illusi, sono come fanciulli che rincorrono la farfalla variopinta e, fattala prigioniera, aprendo le loro mani si accorgono che della farfalla non è rimasto che un verme. Povera umanità che, sempre più disillusa e smarrita, non sa ancora trovare la retta via...
Prega, figlio mio; ti benedico. (p.31)
22 novembre 1975 - NON HANNO CAPITO MOLTO
" Molti sacerdoti e perfino alcuni successori dei miei Apostoli, non hanno capito molto della storia dell'umanità.
I cristiani poco o nulla capiscono, ma sono meno responsabili perché nessuno ha provveduto a illuminarli.
Poche sono le anime dei miei consacrati che posseggono la visione esatta della storia del mondo!
Questa storia si impernia tutta nella lotta tra Satana e Dio. Da Satana e dalle sue tenebrose legioni Dio è combattuto nelle sue creature.
Satana sa bene che non può affrontare Dio direttamente, allora lo combatte, indirettamente, nel genere umano.
Che cosa è, figlio, la storia del Mistero della salvezza, su cui i teologi spremono il cervello per trovare anche in questo campo qualche novità, e si arrabattano in tutti i modi per complicare le verità da Me rivelate?
Che cosa hanno capito della semplicità e profondità della mia dottrina, cioè delle Sacre Scritture, del mio Vangelo? (p.32)
La storia della Chiesa che cosa è se non l'antagonismo aspro tra il bene e il male?
Ti ho detto, figlio, che la storia dell'umanità ha due punti focali:
1. La Creazione dell'uomo con tutti i suoi doni naturali, preternaturali e soprannaturali. E' importante tener presente questo per capire la gravità della caduta dei progenitori. Ecco Satana che finalmente ha trovato l'oggetto su cui sfogare il suo odio, il suo veleno, le sue sfrenate e disperate passioni:
- l'uomo ricco fatto povero
- l'uomo sapiente fatto ignorante
- l'uomo forte reso debole
- l'uomo felice reso infelice
- l'uomo immortale reso mortale
Non potendo prendersela con Dio, ora può disperatamente infierire sull'uomo, su tutto il genere umano.
Quando poi venne a conoscenza dell'Incarnazione di Me, Verbo di Dio, concepì il folle piano di annientare Me e la mia Chiesa, di rendere nulli i frutti della mia Redenzione.
Stolto e perverso piano di guerra! Guerra tessuta di innumerevoli battaglie, servendosi di tutto e di tutti quelli che prestano alla sua divina azione devastatrice, a servire il suo sfrenato orgoglio. (p.33)
2 . Il secondo punto focale della storia umana è:
- L'incarnazione, la Passione e la Morte di Me, Figlio di Dio fatto Uomo. E' pure la passione, la morte e la risurrezione del mio Corpo Mistico, cioè della mia Chiesa, uscita dal mio Cuore Misericordioso.
Storia autentica
Questa è l'autentica storia del genere umano, che si palesa progressivamente, e l'ultima pagina sarà scritta alla fine dei tempi.
Dunque è storia in atto, che rivela in maniera chiara la lotta senza tregua fra il bene e il male tra la luce e le tenebre, tra l'amore e l'odio, tra la fede e l'ateismo, tra la gioia e il dolore, tra la luce e le tenebre.
Dietro il bene, la luce, la verità, l'amore, sta Dio; al contrario, dietro il male sta Satana.
Ora, figlio, con infinita amarezza si vede come da parte della mia Chiesa, per colpa di molti miei pastori e sacerdoti, non sia stata impostata, come dovevasi contro le instancabili e insidiose forze dell'Inferno, la difesa dei valori della Redenzione, e come non siano stati approntati i mezzi di difesa contro gli assalti del Nemico.
Questa è responsabilità dei pastori e dei sacerdoti (p.34) che oggi si dibattono, come fossero precipitati in sabbie mobili. E ancora, mentre la casa brucia e la frana è in atto, si perdono in mille attività improduttive perché fuori della realtà, perché non inquadrate nella visione realistica della situazione.
Ti confermo che la guerra in atto sfocerà nella più paurosa battaglia mai combattuta finora sulla terra, che non ha riscontro se non nella battaglia celeste degli Angeli ribelli contro gli Angeli della luce.
Assolutamente voglio che tutti sappiano quello che non Io ma gli uomini alleati di Satana stanno follemente attuando.
Non Io! Non a me quindi deve imputarsi questa prossima lotta. Io, Giustizia e Misericordia, dalla malvagità altrui saprò invece trarre una Chiesa nuova, un mondo rinnovato.
Saprò dare a questa Chiesa e a questo mondo un lungo periodo di pace e di giustizia.
Saprò salvare dalle pene dell'Inferno tutti coloro che, in umiltà e pentimento, accoglieranno in tempo questi messaggi, testimonianza del mio amore.
Ti benedico, figlio mio, e con te benedico tutti coloro che crederanno. (p.35)
23 novembre 1975 - LE GRANDI VERITA'
Dalle labbra della Sapienza è uscito il monito: " Meditare novissima tua et in aeternum non peccabis ".
Lo Spirito Santo ha voluto porre dinnanzi alle vostre anime quattro grandi realtà:
Morte - Giudizio - Inferno - Paradiso.
Dunque si muore.
Questa della morte è una realtà concreta, una realtà di cui indirettamente fate esperienza quotidiana: un giorno farete anche l'esperienza personale.
Ebbene, figlio, potrebbe sembrare non vero, ma in realtà nessuno se ne cura; si vive più o meno allegramente, come se non si dovesse morire.
Chi è che conduce gli uomini, i cristiani, i sacerdoti a dimenticare il monito dello Spirito Santo, quello di riflettere sulla morte, dalla morsa della quale nessuno potrà sfuggire?
E' Satana! Sempre lui che circuisce l'anima umilia con le sue astuzie e seduzioni, con le sue menzognero: Sicut leo rugiens quaerens quem devoret.
Siete stati messi in guardia. (p. 36)
Vi è stato detto che ruggisce, ma non vi può mordere se non nel caso che voi vi esponiate volontariamente ai suoi tiri.
Su questo argomento disponete di tanta luce. Le Sacre Scritture, la vita dei Santi e dei Martiri è tutta una storia di lotte tremende tra l'uomo e il Principe delle tenebre. Ricordate l'Angelo di Tobia che libera Sara, e mille altri episodi.
L'Angelo custode
In questa lotta, a fianco dell'uomo che Io non ho voluto solo, perché altrimenti la lotta sarebbe stata impari, ho messo un mio Angelo, un Angelo sempre pronto ad intervenire ogni qualvolta ne è richiesto.
Purtroppo l'incredulità fa sì che pochi ricorrano a lui.
Quante volte i miei Angeli, vostri custodi, sono costretti dalla incredulità umana alla passività quasi assoluta! Quante volte sono costretti a ritirarsi per non assistere allo scempio che l'uomo fa di se stesso!
Povero uomo che vai brancolando nelle tenebre, quando Io ti ho tracciato una strada di luce!...
Mezzi di difesa? Ma sono tanti!
Ci sono i Sacramenti, i Sacramentali, la preghiera. Ma nessun mezzo vale quando l'anima (p. 37) è nel buio, e oggi moltissime anime sono nel buio più profondo. La mancanza di fede porta tenebre nelle anime.
Se non farete penitenza
La più grande crisi di fede, dalla creazione dell'uomo ad oggi, è l'attuale.
Un formalistico costume di vita cristiana fa illudere molti di essere sulla giusta via. Parecchi sacerdoti credono di essere sulla giusta via, come lo credevano i sacerdoti, gli scribi e i farisei nei tempi in cui Io fui sulla terra, nella mia visibile Umanità.
In tutti i tempi e in tutti i luoghi. la lotta tra il bene ed il male porta lo stesso immutabile sigillo.
Se l'umanità atea di oggi non si alza in piedi e non cerca di scuotere la polvere e il fumo che ne annebbia l'anima, in gran parte perirà.
Non saranno i sarcasmi e le ironie degli pseudoteologi, dei sacerdoti insipienti e superbi, non saranno le arti dei manipolatori di corruzione in tutti i settori della vita privata e pubblica, ad evitare le rovine che l'uomo stoltamente sta provocando.
Dillo forte che il tempo è contato; gridalo forte, come Giona: " Se non farete penitenza, perirete ".
Dillo forte che Dio non si può irridere impunemente. (p. 38)
Gridalo forte che l'ora delle tenebre non è voluta da Dio ma dagli uomini stessi.
Gridalo forte che la Madre mia tanto ha fatto per allontanare dal mondo la catastrofe.
Ricordali a tutti: Lourdes, Fatima e mille altri interventi, molte volte soffocati proprio per opera di coloro il cui compito era quello di giudicare con maggior obiettività e minor rispetto umano. Hanno avuto paura del giudizio del mondo...
Qui sta la loro colpa: non la verità, ma se stessi hanno messo davanti. E ora parlano solo della Misericordia di Dio e non delle loro responsabilità.
Anche nel pronunciarsi su questi messaggi, ancora una volta verrà rifiutata la luce?...
Io li voglio tutti salvi, ma essi oppongono resistenza. Amano l'oscurità. Nelle tenebre periranno.
Tu non temere; continua ad essermi fedele. Sei nel mio cuore e qui nessuno non ti potrà toccare, neppure sfiorare.
Ti benedico, figlio mio; voglimi bene e cammina diritto davanti a Me. Sono la Via che molti si rifiutano di battere. (p. 49)
24 novembre 1975 - LA VOLONTA' DI DIO
" Figlio, scrivi come Io voglio i miei vescovi, i miei sacerdoti, i miei fedeli.
Se quelli di questa generazione non accetteranno la trasformazione della loro vita, che da tempo e con tanta insistenza ho chiesto, provvederò Io alla necessaria riforma di vita.
A Me i mezzi non mancano; non provvedono loro a uniformarsi alla volontà divina, provvederò Io, affinché il volere divino sia compiuto.
Vi meravigliate, leggendo la Bibbia della durezza di cuore dei sacerdoti e dei dotti del popolo di Israele; ma voi non siete di meno. Tardi e duri di cuore, che aspettate ancora? Non vi sono bastati i segni
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" Figlio, scrivi come Io voglio i miei vescovi, i miei sacerdoti, i miei fedeli.
Se quelli di questa generazione non accetteranno la trasformazione della loro vita, che da tempo e con tanta insistenza ho chiesto, provvederò Io alla necessaria riforma di vita.
A Me i mezzi non mancano; non provvedono loro a uniformarsi alla volontà divina, provvederò Io, affinché il volere divino sia compiuto.
Vi meravigliate, leggendo la Bibbia della durezza di cuore dei sacerdoti e dei dotti del popolo di Israele; ma voi non siete di meno. Tardi e duri di cuore, che aspettate ancora? Non vi sono bastati i segni che vi furono dati?
Io voglio la mia Chiesa fatta nuova, purificata dal sudiciume da cui attualmente è pervasa.
Non illudetevi. Vi ripeto che sono il Dio della Misericordia, ma della mia Misericordia che avete fatto? Perchè non volete capire che in Me Misericordia c Giustizia sono la stessa cosa? (p. 40)
Non avete il potere di distruggere la mia Giustizia, come non avete il potere di distruggere l'Inferno di cui non volete più sentir parlare.
Forse Io cesso di essere la Misericordia quando, per giustizia, sono costretto ad escludere dalla Casa del Padre mio i reprobi, gli impenitenti? E che Giudice sarei se usassi lo stesso metro coi buoni e coi cattivi?
Allora, annullata la giustizia, secondo il vostro peccaminoso modo di ragionare, si dovrebbe annullare il Giudizio sia particolare, sia universale e si dovrebbe ammettere che la vita terrena non è terra di esilio e tempo di prova, e le cose dovrebbero continuare così come stanno. Non ci sarebbe più la separazione del grano buono dalla zizzania, dei reprobi dai giusti. I miei insegnamenti sarebbero inquinati da errori...
La volontà di Dio
No, figlio mio. Io non posso errare. Voi vi siete dati un modello di vita che contrasta e con la mia dottrina e con i miei esempi.
Io sono la via. Chi vuole venire dietro di Me, vescovi, sacerdoti, fedeli, debbono seguirmi.
In un precedente messaggio " La strada " è chiaramente (p. 41) detto: " Io ho iniziato con l'umiltà, con la povertà, con l'obbedienza al Padre mio, usque ad mortem ".
Io mi sono adeguato alla volontà divina del Padre, ma chi oggi si studia di compiere la volontà di Dio?
Neppure si cerca di conoscerla.
Come dunque debbono essere i miei pastori, i miei sacerdoti, i miei fedeli? Ma vi è qualcosa di più limpido e di più chiaro nel mio Vangelo? Eppure non vedono, ottenebrati dalla superbia o dall'una e dall'altra delle due concupiscenze.
Vengo alla luce di questa vita terrena; i miei Angeli non vanno a comunicarlo ai potenti e ai ricchi della terra, ma ai pastori, gente umile e casta, gente giusta e onesta.
Vengono i pastori a porgermi il loro saluto, a donarmi il loro amore.
Nato con atto di infinita umiltà, attorno a Me ho voluto i semplici, gli umili e puri di cuore. Così debbono essere, così voglio i miei vescovi, i miei sacerdoti, i miei fedeli e così saranno nella Chiesa purificata. (p. 42)
Il Padre mio mi ha dato Giuseppe come Padre putativo, l'uomo giusto.
Che vuole dire uomo giusto? Uomo santo che pratica la giustizia, uomo umile, uomo puro.
Ma se i vescovi ed i miei sacerdoti volessero un poco riflettere, dovrebbero capire chiaramente ciò che Dio vuole da loro.
Semplicità e purezza
Non parlo della Madre mia, Regina di tutte le virtù, della Madre mia che unica fra tutte le donne, e benedetta fra tutte, fu fatta partecipe (nel modo precisato nei precedenti messaggi) del mio Sacerdozio. Ella è quindi modello di ogni virtù per vescovi e sacerdoti.
Come fu la Madre mia, così dovrebbero essere tutti i miei vescovi e sacerdoti!
Basterebbe meditare per imparare.
Fra i miei apostoli vi fu uno particolarmente prediletto, Giovanni. Ebbe le confidenze del mio Cuore misericordioso. L'umiltà, la semplicità e la purezza di Giovanni rapirono il mio Cuore.
Fra i miei apostoli un altro, di cuore superbo e di animo impuro, nonostante la mia misericordia (p. 43) finì disperato nell'Inferno. Non volle cogliere gli impulsi del mio amore e della mia misericordia ma ascoltò la voce insidiosa delle più turpi passioni.
E poi chi furono i Santi ? Furono i veri miei amici.
Potrei continuare a citare i miei insegnamenti in merito, a richiamare alla tua memoria fatti ed esempi, ma stimo questo sufficiente.
Ti benedico, figlio mio. Offrimi le tue sofferenze per unirle alle mie perché si faccia luce nell'animo di chi vive nelle tenebre. (p. 44)
25 novembre 1975 - IL FIORE PIU' BELLO
Qual'è il più bel fiore del Paradiso e della terra?
Qual'è, figlio mio, l'opera più bella della creazione?
Qual'è figlio mio, ciò che maggiormente è caro alla Trinità divina?
E' il Cuore Immacolato della Madre mia e Madre vostra, oggetto dell'amore eterno di Dio, Uno e Trino.
Ebbene, di ciò che è più caro al suo Cuore, Dio ha voluto fare dono a voi.
Fiore stupendo ed olezzante ha in sé i profumi di tutte le virtù, fiore che non ha concorrenti né in cielo né in terra, tanto distanzia per la sua bellezza gli Angeli e tutte le creature della terra.
Dio ha guardato a
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Qual'è il più bel fiore del Paradiso e della terra?
Qual'è, figlio mio, l'opera più bella della creazione?
Qual'è figlio mio, ciò che maggiormente è caro alla Trinità divina?
E' il Cuore Immacolato della Madre mia e Madre vostra, oggetto dell'amore eterno di Dio, Uno e Trino.
Ebbene, di ciò che è più caro al suo Cuore, Dio ha voluto fare dono a voi.
Fiore stupendo ed olezzante ha in sé i profumi di tutte le virtù, fiore che non ha concorrenti né in cielo né in terra, tanto distanzia per la sua bellezza gli Angeli e tutte le creature della terra.
Dio ha guardato a Lei da sempre, Dio l'ha amata e l'ha fatta oggetto delle sue compiacenze da sempre; Dio l'ha voluta accanto a sé nell'attuazione del Suo infinito disegno di amore. Corredentrice, Madre, Regina, l'ha fatta potente.
D'innanzi a Lei si piegano le gerarchie angeliche e le generazioni umane la chiamano beata. (p. 45)
Dio ha amato gli uomini al punto di dare per essi il Figlio suo e, dopo il Figlio, la Madre. Ma li uomini non sempre hanno dimostrato e dimostrano di avere capito il dono di Dio.
Fiore fatto di candore immacolato, di purezza. di amore e di generosità. Fiore unico, in Cielo e in terra altri d'eguali non ve ne saranno mai. Questo è il vero capolavoro di Dio, al confronto del quale tutto è scialbo e tutto è poco.
Ebbene, questa Madre ha una capacità d'amore che non ha limiti. Coloro che non ammettono questo, perché dicono di non credere ai numerosi interventi della Madre mia a favore dell'Umanità pellegrinante sulla terra, non sanno che cosa è l'amore; il loro cuore è arido, la loro mente è oscurata a tal punto da non vedere.
Non conoscete l'Amore
Già ti dissi che fede speranza e amore non possono mai essere separate; sono (un poco come le Persone della SS. Trinità) distinte ma unite da essere una in tre. Come potrebbe essere altrimenti? Sono virtù soprannaturali partecipate all'animo di ogni cristiano da Dio stesso, per cui il cristiano diventa figlio di Dio, partecipe della Sua natura ed è quindi somigliante a Dio. (p. 46)
Poveri figli miei, poveri sacerdoti, che grama vita è la vostra; non conoscete l'amore! Che triste vita è la vostra; non conoscete la causa motrice della gioia, della speranza! Non conoscete la forza che fa vincere le prove e le difficoltà; che natura corrotta e la vostra!
Mondo e demonio mettono di continuo ostacoli sul vostro cammino; per questo siete spesso a terra. Perché siete irrequieti e ribelli? Perché ove non è amore, ivi è risentimento che degenera, anche nei ministri miei, non di rado in odio.
No, figli, non vi sono zone neutre, o si è nell'area dell'amore infinito di Dio, o si è nell'area del Nemico di Dio e dell'uomo, cioè di Satana.
Dunque non credere, o anche solo dubitare dei numerosissimi interventi miei e della Madre mia a favore dell'Umanità (interventi sempre avvenuti a seconda della necessità dei tempi) è come negare l'essenza di Dio che è amore, e la realtà del Fiore più bello della terra e del cielo, che è il Cuore Immacolato della Madre mia.
L'amore tende necessariamente all'oggetto amato, l'amore si riversa sull'oggetto amato. Non capire questo è non capire la natura dell'amore.
Ho già lamentato il comportamento della Gerarchia su questo punto a cui non si è dato la necessaria (p. 47) importanza. Non si è indagato sufficientemente e oggettivamente. I giudizi dati da molti Vescovi sono stati condizionati da paure, da timori personali, la paura di compromettersi, ecc. Non si è cercata la verità, la sola verità, spogliandola da ogni elemento estraneo. Sempre il terribile io affiora in ogni azione, la paura della responsabilità; insomma se stessi prima, gli interessi di Dio e delle anime dopo...
Quanto tempo perduto, quante anime ostacolate, quante condanne ingiuste! Di quanto bene sono state private molte anime! Tremenda è, la responsabilità di coloro che hanno autorità d'indagare, di giudicare con verità e giustizia e non con viltà cd ingiustizia. Con menzogna agiscono quando antepongono la propria persona ai veri interessi di Dio. Con ingiustizia se recano danno alle anime con ingiuste condanne.
Amore senza misura
Figlio, vorrei farti capire, con un paragone, il grandioso piano d'amore del tuo Signore:
Immagina due genitori che hanno un unico figlio che follemente amano, che forma l'oggetto, lo scopo della loro vita. Ebbene un giorno viene loro domandato di dare il loro figlio per salvare dalla morte tante altre creature umane. (p. 48)
Questi genitori, pur amando di un amore non descrivibile il figlio, sottoscrivono la sua morte Il figlio, che a sua volta ama smisuratamente i genitori, acconsente di sacrificarsi per tanti suoi fratelli. Amore senza misura del padre e della madre per il figlio, amore senza misura del padre e della madre per i condannati a morire senza il sacrificio del figlio, amore senza misura del figlio per i genitori e per i fratelli minori da salvare.
L'Amore tende a donare e a donarsi. Dio ama infinitamente il Figlio e lo dona per la salvezza dell'Umanità, il Figlio ama infinitamente il Padre e accetta di morire per l'umanità.
Il Padre celeste e la Madonna amano rispettivamente il loro Figlio e lo danno per salvezza degli uomini.
L'amore del Figlio per il Padre celeste e per gli uomini s'incontra nel Cuore suo misericordioso, così come l'amore della Madre mia e vostra per Dio Uno e Trino e per voi s'incontra nel suo Cuore Immacolato. Ma che sanno di questo mistero d'amore i miei increduli sacerdoti?
Ecco la loro aridità spirituale, ecco perché non vogliono soffrire! La sofferenza è l'anima dell'amore...
Questo lo hanno capito le anime vittime. Ma i sacerdoti che ne sanno e che cosa hanno da dare alle anime, se sono privi di amore? (p. 49)
Che cosa hanno da dare se non sè stessi? Ecco perché cercano sempre se stessi, anche se a parole ipocritamente parlano d'amore. Le loro parole ricercate saranno sempre fredde e prive di qualsiasi forza di penetrazione. Sono dei mercenari che nulla fanno senza accontentare se stessi, che non sanno cosa voglia dire adeguarsi alla volontà divina, poiché questo importa amore.
Sono egoisti. Per forza: sono orgoglio, quindi egoismo; sono mercenari che in un prossimo domani, quando i lupi entreranno in mezzo al gregge per sbranare le pecore, fuggiranno a migliaia e migliaia, lasciando dietro di sé solo rovine.
Tradiranno Dio e i fratelli; non vedranno che sè stessi.
Come potrebbero amare se mai hanno conosciuto l'amore? E ciò per colpa loro, figlio, per colpa loro, perché hanno lasciato cadere nel vuoto gli impulsi della mia Grazia.
Che tremenda visione, che zona oscura sono questi miei sacerdoti e figli nella mia Chiesa. Quanto freddo e gelo intorno ad essi!
" Qui non diligit manet in morte ". Sono, sì, nella morte perché l'anima senza amore è morta; sono nell'oscurità tanto da non vedere, da non credere ciò che le anime semplici credono e vedono; sono peso morto per la mia Chiesa, sono membra incancrenite (p. 50) del mio Corpo Mistico, sono una sofferenza e un danno incalcolabile per loro e per le anime. Sono tralci staccati dalla vite, sono come il fico maledetto che produceva solo foglie e mai frutti.
Poveri figli! Orgoglio e presunzione li hanno dirottati su di un binario fermo, sono incapaci di ascendere verso le conquiste del bene: non hanno la forza di salire sulla cima della Santa Montagna.
Bisogna scuoterli; bisogna risvegliarli da quel sonno di morte da cui sono attanagliati.
- Come, o Signore?
" Figlio mio, lo sai: umiltà, preghiera e sofferenza!
Con l'umiltà si abbatte la superbia, con la sofferenza si accende il fuoco, con la preghiera si costringe Dio alla pietà e alla misericordia.
Figlio, ecco perché voglio che i Vescovi intendano dar vita nelle Parrocchie all'istituzione dei miei amici, alla " Pia Unione Amici di Gesù Eucaristia ". Debbono capire che questa è una questione di fede e di amore. E' ben più importante di tante altre attività accendere il fuoco dell'amore, accendere i bracieri di fede e di carità.
Ovunque è possibile, non importa il numero degli aderenti. Importa che in tutte le parrocchie gli amici di Me, presente nel Mistero della fede e dell'amore, (p. 51) diventino i miei alleati per salvare le anime in pericolo.
E' necessario perché nell'ora di tenebre che si avvicina le anime dei fedeli sappiano dove possano temprarsi, alimentarsi. Abbiano un punto sicuro per non smarrirsi nell'oscurità della notte.
Costa poco, perciò lo facciano fin che ne hanno il tempo. Ora basta, figlio mio, chi ha orecchi per intendere, intenda.
Ti benedico, offrimi le tue sofferenze, sta con Me. In questa notte hai fatto veglia e mi hai consolato col tuo amore. (p. 52)
26 novembre 1975 - IL NEMICO DA AFFRONTARE
Io, Verbo eterno di Dio, Parola del Padre, ho parlato agli uomini, ho annunciato la verità.
La verità irradia luce, e di luce vi era necessità perché le ombre di morte erano scese sull'umanità colpevole, avvolgendola e imprigionandola come in una morsa tremenda e velenosa.
La lotta ha avuto presto inizio .E' la lotta tra luce e tenebre, tra verità e menzogna, tra vita e morte. I progenitori colpevoli corrono a nascondersi nel folto della vegetazione, hanno paura; sentono il bisogno di coprirsi, hanno vergogna; avvertono i primi effetti della loro colpa.
Ma Io, Parola di Dio, Luce del mondo, irradiai verità e
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Io, Verbo eterno di Dio, Parola del Padre, ho parlato agli uomini, ho annunciato la verità.
La verità irradia luce, e di luce vi era necessità perché le ombre di morte erano scese sull'umanità colpevole, avvolgendola e imprigionandola come in una morsa tremenda e velenosa.
La lotta ha avuto presto inizio .E' la lotta tra luce e tenebre, tra verità e menzogna, tra vita e morte. I progenitori colpevoli corrono a nascondersi nel folto della vegetazione, hanno paura; sentono il bisogno di coprirsi, hanno vergogna; avvertono i primi effetti della loro colpa.
Ma Io, Parola di Dio, Luce del mondo, irradiai verità e luce sui progenitori avvolti nelle tenebre di morte e, ottenuta la loro confessione, preannunciai la vittoria per mezzo di Maria. " Hai insidiato la donna, la donna ti schiaccerà il capo, striscerai sulla terra, morderai la polvere e sarai maledetto fra gli animali che popolano la terra ".
Ecco la guerra entrata nel mondo, ecco l'inizio del duello, senza posa e senza tregua, che avrà il suo epilogo alla fine dei tempi col Giudizio Universale. Quello sarà il grande giorno che consacrerà, (p. 53) col sigillo divino, la grande vittoria di Me, Parola di Dio e Luce del mondo, sulla menzogna.
Voi, figli miei, dalla creazione e caduta dell'uomo ad oggi, non avete capito ancora che tutta la storia dell'umanità s'incentra in questa guerra. Ho detto: tutta la storia dell'umanità. Tutti gli sforzi delle tenebrose potenze del male consistono proprio in questo: sviare dall'animo umano la reale visione di questa lotta drammatica e senza tregua tra Me Parola di Dio fatta Carne, e Satana con le sue legioni.
Tutta la storia del Mistero della salvezza si impernia qui. La storia del Corpo Mistico s'incentra qui. La storia dell'umanità ha qui la sua ragione di essere. Ma che tutto questo non sia compreso da molti Vescovi e da molti, molti sacerdoti è paradossale!
Ecco perché siamo arrivati a questa catastrofica situazione. Se coloro che debbono vigilare non conoscono il pericolo da cui guardarsi, a che cosa si riduce la loro vigilanza?
Se coloro che debbono guidare, non conoscono la strada giusta, che guide sono?
Se coloro che debbono combattere non usano le armi giuste, sono destinati alla sconfitta. Così fu all'inizio: Adamo ed Eva avevano in abbondanza forza e potenza per vincere l'insidia del nemico, ma (p. 54) erano inesperti sul modo di difendersi contro l'insidia della menzogna che essi non conoscevano.
Non potete ignorare
Ben più grave è per voi che non potete ignorare, dopo secoli e secoli di questa lotta, di quale tempra sia il nemico che dovete affrontare.
Adamo ed Eva cercarono una giustificazione alla loro colpa; la addossarono all'insidiatore tentando dopo aver peccato, di scaricare la colpa sull'avversario.
Così faranno molti vescovi e molti sacerdoti, nel vano tentativo di allontanare da loro la responsabilità. Hanno avuto e hanno paura di prendersi le loro responsabilità. Motivi di prestigio personale li ha fatti cedere al Nemico, e questo infinite volte; prima il prestigio personale, prima la dignità...
Fatti palloni fatui sospesi in aria, in nome del prestigio sono venuti meno agli impegni che dovevano avere il primo posto.
Hanno ceduto al rispetto umano e ad altre piccinerie non degne di un pastore di anime.
Non hanno usato loro per primi le armi giuste! Umiltà, povertà, sofferenza, preghiera.. Come potevano usarle gli altri? Diranno che hanno pregato. Però la preghiera doveva avere il primo posto e il (p. 55) maggior tempo, in realtà era stata messa all'ultimo posto.
Ho invitato sacerdoti e vescovi ad un confronto lo facciano prima che sia troppo tardi, un confronto tra la loro vita e la mia vita sulla terra tra il cammino da loro percorso ed il mio cammino. Lì potranno vedere, senza pericolo di ingannarsi, la realtà.
Se ne avessero davvero il coraggio, dovrebbe emergere da questo leale raffronto tutto il pus che hanno dentro.
Non valgono gli esempi dei grandi vescovi ? e per i sacerdoti il santo Curato d'Ars non dice nulla? Negletto e disprezzato, passava ore e ore a pregare, ma la grazia divina in lui era tale da convertire anche le pietre.
Non voi dovete adattarvi ai tempi, ma i tempi debbono adattarsi a voi. Quale responsabilità l'avere abdicato alla lotta! Se voi siete vescovi e sacerdoti, lo siete in virtù di questa lotta. Senza questa lotta non avreste ragione di essere. E molti l'ignorano.
Figlio, ti benedico, Non temere, guarda Me e avanti nel tuo cammino, fino al grande incontro! Allora le spine diventeranno rose meravigliose sconosciute sulla terra d'esilio. (p. 56)
27 novembre 1975 - NON SIAMO LONTANI
Figlio, mi hai manifestato il desiderio di conoscere e comunicare con il santo Martire Ottavio, ecco:
" Sono Sant'Ottavio, martire romano. Desidero che tu sappia che in Paradiso non si vive una vita d'inerzia, ma una vita intensamente attiva.
In Paradiso si ha la pienezza della vita. Entra nella normalità il desiderio di comunicare tra noi: il Corpo è unico, unico vi è il Capo; anche le attività, finché i pellegrinanti sulla terra non deviano in cose dannose all'intero corpo e lesive dei diritti di tutte le membra, prima fra tutte quella del Capo.
Fratello mio, non ti è mancato mai, dalla nascita, e non ti mancherà fino alla fine dei tuoi giorni terreni, l'aiuto che ci stato consentito.
Più grande sarebbe stato, se più intenso fosse stato il tuo desiderio di riceverlo e più frequente la tua richiesta. La bontà divina ci ha concesso lo incontro; allora accordiamoci per una più feconda, reciproca collaborazione. E' gioia per la divina Bontà e gioia per noi, fratello mio, rendere i nostri rapporti più intimi, più frequenti, più confidenziali, e soprattutto più fecondi di bene.
Non siamo lontani da voi, fratello! E' un errore (p. 57) il pensarlo: siamo membra libere ed intelligenti dello stesso Corpo. La stessa Vita divina alimenta noi e voi. V'è solo che noi vi amiamo molto e voi ci amate molto meno, tanto poco da dimenticarvi di noi.
La Comunione dei santi
Ma tu sai, fratello, che l'amore tende necessariamente all'unione, all'unione perfetta. Come la si può rendere facilmente realizzabile? Non vi può essere, se l'amore è unilaterale.
Fratello mio, dillo a tutti che il bene sulla terra potrebbe essere immenso, incalcolabile, se voi ancora pellegrini viveste, come noi ardentemente desideriamo vivere, (e lo viviamo nella misura che voi ce lo consentite) il dogma della Comunione dei santi!
In Paradiso non ci si può rammaricare di niente altrimenti non vi sarebbe felicità perfetta. Ma se si potesse rammaricarci di qualcosa, certamente sarebbe di questo: d'avere perduto immense possibilità di bene e trascurato una fonte meravigliosa di risorse spirituali e anche materiali, per il bene personale e sociale della Chiesa.
Per bontà divina ci sia concesso di ritrovarci con maggiore frequenza, per l'onore e la gloria del nostro tre volte Santo Dio, Uno e Trino. (p. 58)
27 novembre 1975 - PICCOLE E GRANDI COSE
Gesù, prima di darmi la sua benedizione come usa ogni sera, mi ha detto:
Figlio, voglimi bene, ricordati che dinnanzi a Me niente è grande e niente è piccolo. Ricordati che è proprio nelle piccole cose, nelle cose più minute che si dimostra di amarmi e di amarmi ardentemente.
... Quel sorriso donato ad una persona che ti urta, quell'atto di umiltà fatto nel momento giusto, quell'atto di impazienza fatto prontamente rientrare, quella generosità nel rispondere agli impulsi della mia grazia, quella puntualità nei rapporti coi terzi, quel sapere ascoltare (e potrei continuare ancora) sono piccole e grandi cose che arricchiscono la nobiltà dell'animo.
Esse danno a Me gioia e sono testimonianza di un autentico amore.
Figlio mio, voglio che tu abbia ad amarmi così. Così farai felice il tuo Gesù.
Chi mi è fedele nel poco, mi è e mi sarà fedele nel molto. (p. 59)