MaM
Messaggio del 25 dicembre 1988:Cari figli, vi chiamo dalla pace, vivete la pace nel vostro cuore e nel vostro ambiente, affinché tutti possano conoscere la pace che non viene da Voi, ma da Dio. Figlioli, oggi è una grande giornata: gioite con Me; celebrate la nascita di Gesù con la Mia pace con la quale sono venuta come vostra Madre: Regina della Pace. Oggi vi do la Mia benedizione speciale: portatela ad ogni creatura, affinché abbia la pace. Grazie per aver risposto alla Mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Mons. Ottavio Michelini

25 settembre 1975 - OMBRE CHE AVVOLGONO LA MIA CHIESA

Non è nuovo l'argomento di cui ti parlerò. Già altre volte, ti ho accennato ad ombre oscure che avvolgono la mia Chiesa. Ti ho detto ombre, ciò vuol dire che sono parecchie; tutte però nascono da una unica causa: "grandi crisi di fede". La fede non è un prodotto dell'uomo, ma è un dono grande di Dio; è un frutto prezioso della mia Redenzione che sgorga dal mio Cuore aperto e misericordioso. Io sono la vita degli uomini, ma la vita è luce che splende nelle tenebre e che le tenebre non hanno accolto. La vita, parlo della mia Vita divina, la si può accrescere, sviluppare; la si può anche spegnere o indebolire a tal punto da privarla di ogni forza e energia. Il mio Corpo Mistico è in crisi, è avvolto da ombre oscure, come la terra quando in cielo si scatena il temporale.

La mia Chiesa è in crisi perché le sue membra stanno soffocando, nella morsa del materialismo, la Vita divina, la vita interiore della fede e, con la fede, la speranza e la carità. Ti ho parlato di lucerne spente, di lucerne che si spengono: sono le anime di molti miei sacerdoti e di moltissimi fedeli in cui non pulsa più, non vibra più la vita divina della Grazia. A che serve una lucerna spenta? E un cadavere? Lo si sotterra per impedire lo sprigionarsi da esso di miasmi pericolosi e di infezioni mortali. Ogni cristiano e, con maggior ragione, ogni sacerdote, debbono essere lucerne accese sul mondo avvolto nelle tenebre, per irradiare luce, per testimoniare me, Verbo eterno di Dio fatto carne, Luce del mondo.

Coerenza e fedeltà

Per far questo bisogna vivere la propria fede con coerenza e fedeltà. Su questo argomento, negli ultimi anni, più volte il mio Vicario ha elevato forte la sua voce illuminata. Sacerdoti e cristiani in grande numero non hanno prestato ascolto alle sue parole, non di rado fatte oggetto di scherno e derisione.
Come, figlio mio, non essere profondamente amareggiato per tanta insensata e impenitente condotta? Il materialismo, che da decenni e decenni imperversa, alimentato da Satana, ha inquinato l'umanità, esso sta spegnendo in sempre più anime il dono incomparabile della fede, della speranza e della carità, della vita interiore e della Grazia divina, senza la quale nessuno può salvarsi. Vi sono sì, nel mio Corpo Mistico, germogli vigorosi. Noti, o nascosti agli occhi di tanti, saranno i germi fecondissimi della mia Chiesa rinata, rigenerata e purificata in questo attuale deserto, perché tale si può raffigurare la mia Chiesa oggi, ove cespugli, sterpi, spine e rami secchi abbondano, rendendo così difficile il cammino ai buoni. Ma quando l'incendio, che già cova sotto le ceneri, divamperà brucerà ogni cosa, i numerosi germogli di vita ricopriranno allora il terreno purificato dai frutti della follia umana, dell'orgoglio, dell'impurità e di ogni altra nefandezza.

La terra, come giardino rigoglioso e fecondo, darà asilo agli uomini resi saggi e sapienti, riconciliati con Dio in Me e fra di loro, e nell'amore vivranno in pace.

Il senso della vita

Quanto vorrei che sacerdoti e fedeli, liberati dal peso che li opprime e li soffoca, riacquistassero il senso della vita convertendosi a Me, alla luce, alla vita vera, ritornando alla casa del Padre mio che li attende e li ama, nonostante la loro perversione. Per questo, figlio, ti parlo perché tu porti a conoscenza dei miei sacerdoti le amarezze del mio Cuore misericordioso e l'angoscia del Padre mio che vede i suoi figli, strappati al suo amore, camminare verso la rovina e la morte. Povere anime, da Me redente, ubriacate e accecate, brancolano nel buio! Ignorano che la vita terrena, dono di Dio creatore, è in ordine alla vita eterna, ignorano che essa è breve e fugace, che dura quanto dura l'erba nel prato e il fiore del campo che la falce recide e inaridisce e secca. Poveri figli miei! Orgoglio, vanità e presunzione li hanno avvolti nell'oscurità tanto da non riconoscersi più. Nulla, figlio, deve essere trascurato per ottenere a loro la grazia di una vera conversione perché ancora una volta ti dico, si tratta per molti di conversione. Occorre pregare ed elemosinare preghiere: offrire tribolazioni e contrarietà. Le sofferenze, seminate nella vita di tutti, se accettate con fede e offerte con generosità, sono veramente fermento di grazia e di misericordia. Ma il tempo a disposizione non è molto: guai a non tesorizzarlo!

Ti benedico, con le persone unite a te nella fede e nell'amore fraterno. Voglimi bene. Tu sai che Io ti amo.

29 settembre 1975 - URGENTE ED ESSENZIALE REVISIONE

"Figlio, ogni comandante di stato maggiore periodicamente raduna attorno al suo tavolo di lavoro i suoi aiutanti. Con loro rivede i vari piani di difesa e anche di attacco; si dà da fare perché i suoi piani siano sempre ben studiati, preparati a seconda dell'avvicendarsi delle relazioni dei vari popoli confinanti, perché siano pronti per ogni evenienza. Così fanno gli uomini che hanno responsabilità sociali. Anche nella mia Chiesa, e nelle mie Chiese dovrebbe essere fatto altrettanto con la stessa diligente e premurosa cura.

Nella mia Chiesa vi è un esercito immenso di cresimati che va addestrato alla lotta contro i ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

30 settembre 1975 - LA MIA PASSIONE CONTINUA

Quanto sono lontani dal vero coloro, e non sono pochi, che pensano e guardano al Mistero della mia Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione come ad avvenimenti tanto lontani da perdersi sullo sfondo dei secoli. Quanto sono ancora lontani dal vero gli altri che pensano a Me, magari sì glorioso in Paradiso, ma dimentico o disinteressato delle cose degli uomini e degli avvenimenti umani. Sono queste le distorsioni di una fede tenue, ammalata e contagiata da ignoranza. Un cristiano non può ignorare la mia presenza, oltreché in Paradiso, anche in terra. I cristiani non possono ignorare che sono e sarò sulla ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

30 settembre 1975 - IL PIANTO NON É INDICE DI DEBOLEZZA

Figlio mio, Io ho pianto e non una volta sola, come qualcuno crede. Io ho pianto contemplando dall'alto la Città, oggetto del mio grande amore. Le mie lacrime erano il traboccare all'esterno, di un dolore che il mio Cuore non poteva più contenere. Ho pianto quindi non per debolezza, ma perché della Città prediletta vedevo le piaghe, la dissoluzione e le sorti segnate dalla Giustizia divina. Come sono stolti coloro che pensano di potere con pervicace ostinazione irridersi di Dio, oppure altri che pensano di poter continuare nei loro peccati, fidando sulla Misericordia divina. Dimenticano, come ti ho già detto, che in Dio misericordia e giustizia sono inscindibili perché sono una cosa sola. Figlio, ho pianto non solo una volta sulla città amata e prediletta, ma ho pianto altre volte sulle rovine delle anime tanto amate e che per esse non ho esitato ad immolarmi vittima di espiazione e riconciliazione sul Calvario e sugli altari.

Ho pianto per Giuda, come già sai, non tanto per il tradimento perpetrato nei miei riguardi, quanto per lo sfacelo del suo animo superbo, lussurioso e impenitente. Giuda ha resistito al mio amore, ad ogni impulso della mia grazia. Sarebbe bastato un semplice atto di pentimento ed Io, con gioia, lo avrei salvato. Questo debbono ben considerare i centuplicati Giuda di questi tempi, e debbono considerarlo i numerosissimi miei figli che si ostinano a rifiutarmi. Non debolezza quindi il mio pianto, ma traboccante dolore del mio Cuore ferito mortalmente per la rovina di tante anime, non poche di esse a Me consacrate.

Ha pianto anche la Mamma

Ha pianto anche la mia Mamma, la più forte e coraggiosa di tutte le mamme dell'umanità. Ha versato amare lacrime in tempi remoti e vicini, fra la quasi totale insensibilità di molti sacerdoti e fedeli. Essa ben conosce la grave crisi di cui soffre la mia Chiesa ed il mondo intero, sordi ad ogni richiamo del mio Cuore misericordioso, avvolti in una oscurità paurosa, preludio della vicina tempesta. Non ridano i figli del peccato, non ridano i figli delle tenebre: la spada della divina Giustizia è sospesa sul loro capo! Figlio, che potevo fare di più per la mia diletta e cara Città? Allora dissi: "Gerusalemme, Gerusalemme che uccidi i profeti e lapidi i mandati a te, quante volte volli radunare i tuoi figli come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali, e non hai voluto! Vi sarà lasciata deserta la vostra casa e di te non resterà pietra su pietra".

Getta la semente

Forse oggi la mia Chiesa, le mie Chiese, le città e le nazioni sono migliori di Gerusalemme?

Ma che cosa potevo fare che non abbia fatto per salvarvi?

Gerusalemme mi rifiutò, Gerusalemme mi condannò; non mancarono i buoni che accolsero le mie parole, come non mancano oggi. Città e popoli, immersi in un nauseante paganesimo, mi rifiutano, rinnovando l'iniqua condanna. Figlio mio, il corso della divina Giustizia sarà inesorabile ed inarrestabile. Trasmetti questo mio messaggio ai tuoi confratelli, senza curarti delle reazioni che ne possono venire. Da buon seminatore getta la tua semente, della quale se anche un solo granellino cadrà su buon terreno, non inutile sarà stato il tuo lavoro e la tua sofferenza.

Avrai reso un buon servizio ai tuoi confratelli e dato a Me un poco di gioia fra le tante amarezze che mi vengono date. Ti benedico, figlio mio, voglimi bene.

1 ottobre 1975 - MI DONO IN CONTINUAZIONE

- Signore, ho dato in visione il tuo messaggio: "Partecipazione della Vergine SS. al Mistero della Croce" ad alcune persone. Hanno trovato difficoltà a credere quanto in esso è detto in merito alla presenza di Maria SS. nel Sacrificio della S. Messa, nell'offerta che Essa unitamente a Te, fa di se stessa al Padre. Questo ti dice, figlio, che i buoni non hanno ancora intuito nulla o quasi dell'essenza del Cristianesimo. Puoi ben capire che cosa ne possono sapere gli altri che a te possono sembrare meno buoni... Nei miei precedenti messaggi è più volte affermato che Io sono l'Amore ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

5 ottobre 1975 - LA TERZA STRADA

Figlio, quante volte non ho chiesto la conversione di molti miei sacerdoti, travolti da una visione errata della vita sacerdotale! Ma principio di ogni conversione è l'umiltà. La superbia è un muro invalicabile che si erge tra l'anima e Dio; bisogna abbassarsi per potersi poi innalzare fino a Dio. La superbia tiene lontano da Me molti sacerdoti e miete tra essi molte vittime per l'Inferno. Anche se l'opinione di parecchi non concorda con questa mia affermazione, la realtà irrefutabile è questa.

É stato detto che due sono le strade obbligate che portano a salvezza: l'innocenza e la penitenza. Ma Io ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

7 ottobre 1975 - SATANA, IL MALIGNO

Figlio mio, quando Io entro in un'anima vibra la fede, arde l'amore, e viva è la speranza. Ma quando in un'anima pulsa la Vita divina, vi è chi si rode dall'invidia, dalla gelosia e dall'odio e, con subdola arte, trova modo di gettare acqua sul fuoco dell'amore. Se l'amore può paragonarsi ad un braciere ardente, tu sai l'effetto che produce l'acqua gettata su di esso: spegne il fuoco, smorza il calore, solleva una colonna di denso vapore e non lascia che carboni neri. Questo avviene nell'anima ardente di amore quando è sotto l'azione di Satana, se non sa salvaguardarsi dall'azione ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

8 ottobre 1975 - RIGORE DELLA DIVINA GIUSTIZIA

Molti non riescono a convincersi della eventualità di un grande futuro castigo. Molti ne dubitano molti altri recisamente lo negano e affermano che un grande castigo è da considerarsi contrario alla divina Misericordia.

Anche i miei Apostoli non vollero mai accettare I'idea della mia Passione e Morte; non vollero credere alle mie parole. La presunzione impediva ai miei Apostoli di vedere chiaro, cioe li privava del dono della sapienza.

Oggi per molti si ripete la stessa cosa.

Io, Verbo di Dio fatto carne, Dio come il Padre e lo Spirito Santo, sono stato la Vittima per eccellenza del rigore della Giustizia divina.

L'amore per l'umanità perduta determinò, da parte della SS. Trinità, il Mistero dell'Incarnazione, Passione e Morte mia. Dalla bocca della Sapienza è stato detto: "Propter peccata veniunt adversa ".

Il peccato è un debito personale e sociale che I'uomo singolo e la collettività contraggono con Dio. Dio può sempre chiedere una parziale soddisfazione. Ho detto parziale perchè nè l'uomo singolo, né la società possono estinguere totalmente il debito. Per questo ha provveduto Dio col Mistero della mia Incarnazione, Passione e Morte. (p.129)


La stessa indivisibile cosa

A coloro che con tanta sicurezza affermano che non bisogna parlare di castighi, ma solo e sempre della Misericordia divina, Io rispondo energicamente affermando che Misericordia e Giustizia, in Dio, sono la stessa indivisibile cosa.

Io rispondo che impunemente " Deus non irridetur ".

Io rispondo che quando l'iniquità supera il livello di guardia, come voi usate dire, allora la Giustizia divina perseguirà i suoi inscrutabili fini.

Ho detto e ripeto che le città di questa generazione, incredula ed empia, sono peggiori di Sodoma e Gomorra; ho detto che la corruzione è entrata ovunque, che il male dilaga sulla terra con l'irruenza di un torrente in rotta.

Neppure la mia Chiesa è immune.

Molti miei sacerdoti sono contaminati. Il rifiuto di Dio non è mai stato così universalizzato.


Il vaso trabocca

Poveri miei sacerdoti, come sono miopi da ignorare, da non vedere, da non capire come Dio, anche nella sua ira, è sempre mosso da un disegno di misericordia !

Ma perché tanti miei sacerdoti non pensano alla terribile mia agonia nel Getsemani ? Perché non pensano che nel mio sudore di sangue nell'abbandono del Padre mio, pesava tutto il rigore (p.130) della divina Giustizia su di Me, suo Unigenito Figlio? E' perché mi ero addossato tutti i peccati degli uomini...

Anche questa giustizia era pur sempre frutto di un disegno di infinita misericordia.

Non saranno l'incredulità e l'insipienza a trattenere il braccio di Dio dal colpire l'umanità orgogliosa e superba. La Madre mia lo ha potuto fare. Le sofferenze dei buoni e degli innocenti, l'eroica e generosa offerta delle anime vittime hanno potuto mitigare, dilazionare il decretato castigo.

Ma ora il vaso trabocca. La misura è colma all'inverosimile, la frana è in atto, anche se la cecità impedisce agli uomini di vedere il preludio dell'immane catastrofe.

Intanto la Misericordia divina, che perfino molti miei sacerdoti non sanno conciliare con la Giustizia divina, ha messo in moto i fermenti numerosi per una Chiesa purificata e rigenerata su nuove strutture e anche per una umanità ridimensionata e liberata da tutte le follie dell'orgoglio umano. Misericordia e Giustizia di pari passo avranno il loro corso.

Figlio, dillo: urge predisporre gli animi alla preghiera, alla penitenza e alla conversione.

Abbiate fiducia ! Dio, pur nella sua giustizia, è sempre Amore, e dall'Amore è mossa ogni sua azione.

Ti benedico: voglimi bene. Ripagami col tuo amore delle ingratitudini e delle offese.(p.131)

12 ottobre 1975 - LA STRADA A SENSO UNICO

Figlio, più volte ti ho accennato alla " strada a senso unico ". Uso questo termine in voga nelle caotiche e corrotte città moderne.

Una strada nasce sempre in un determinato punto, si snoda fra pianure e montagne, fra due rive che ne determinano la larghezza, per finire in un altro punto, la meta finale.

Ebbene, figlio, la vita di ogni uomo è come una strada: ha il suo punto di partenza e la sua meta finale. Ogni uomo ha la sua strada da percorrere, segnata dall'eternità.

Ma l'uomo, fra tutte le creature della terra, e la sola creatura libera ed intelligente, capace ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

14 ottobre 1975 - AMORE E VERITA' MI SPINGONO

Scrivi, figlio mio, quanto sto per dirti.

Io Gesù, Verbo di Dio, Dio, nulla faccio e nulla dico, se non mosso dall'amore. Io nutro un infinito amore per i miei sacerdoti e con maggior ragione per coloro che da Me, del mio sacerdozio hanno avuto la pienezza.

Ma l'amore non può impedirmi di dire la verità, perché amore sono, e verità sono.

Amore e verità mi sospingono a parlare, affinché si conosca l'infinita amarezza che l'ora presente, così grave e gonfia di oscure nubi che avvolgono tutta la mia Chiesa, procura al mio Cuore misericordioso.

Mi sono rivolto ai sacerdoti; ora è giunto il ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)