Figlio mio, scrivi.
Ti sono già state date comunicazioni sulle contraddizioni della pastorale moderna. Ti ho fatto conoscere la radice di tutte le contraddizioni che nella Chiesa puoi riscontrare. Te ne ho parlato in messaggi che farai pervenire a Vescovi e a Sacerdoti: fanno parte dell'ultimo mio appello, prima che la valanga vi travolga.
Che dovranno fare Vescovi e Sacerdoti contro il Nemico numericamente e intellettualmente superiore e superiore per natura?
Un nemico ben organizzato, che non ha altri obbiettivi al di fuori di quello di battere l'avversario, va affrontato con l'animo di volerlo battere. Devono usare tutte le indicazioni e i mezzi che Io con la parola, con l'esempio e con la mia redenzione vi ho indicato.
Precedere i fedeli
Con la parola:
Le parole rivolte ai miei Apostoli erano pure per voi: " per cacciare certi demoni ci vogliono molta (p.129) preghiera e molta penitenza "... E' un grande programma da attuare.
Un santo pastore di anime deve prendere in considerazione queste parole, le deve meditare e tradurre nella realtà concreta della sua vita quotidiana. Deve precedere i fedeli, essendo lui il primo della sua Chiesa, maestro e guida, il padre della sua Chiesa.
Un Pastore che vive di fede, permeato di umiltà e di amore per le anime, non può non avvertire l'impellente dovere di essere il primo fra tutti i combattenti della sua Chiesa.
Perciò egli comincia con una azione di difesa personale. E' ben noto che ogni buon comandante è preda agognata dei suoi avversari. Deve immunizzare e corazzare se stesso con la preghiera, in particolare la Santa Messa e il Rosario, disinfettare spiritualmente gli ambienti in cui vive, facendo uso dell'acqua santa. Asperga anche la stanza in cui dimora e benedica se stesso e gli altri familiari!
Quante incomprensioni, quanti guai, quante parole causa di sofferenze per sé e per gli altri, sono suscitate dallo Spirito della discordia!
Se si facesse questo semplice esorcismo in tutti gli ambienti dove Vescovi e sacerdoti vivono, quanto male sarebbe evitato, quante energie spirituali potrebbero essere poste al servizio del bene, mentre (p.130) vedete alti porporati che poco si diversificano dai comuni funzionari o dirigenti di Prefetture e di Questure! . . .
Un momento di preghiera
I Vescovi, veri comandanti degli ufficiali, i sacerdoti, e dei soldati, i comuni fedeli, hanno il sacrosanto obbligo di preoccuparsi della sicurezza spirituale dei loro sudditi, dei loro figli, se si sentono veramente padri.
Devono combinare una azione comune, una catena d'amore, arma formidabile capace di fugare il nemico anche se piú numeroso e potenzialmente più forte, se non fosse altro per natura.
Come organizzare questa Catena d'Amore?
Formando gruppi di preghiera, rivolgendosi ai gruppi esistenti, impegnandoli, quando è possibile, in un'ora al giorno di preghiera e di offerta delle proprie sofferenze a sostegno dei sacerdoti chiamati dal Vescovo all'incarico di benedire. Con l'esperienza questi sacerdoti dovranno organizzare un'azione sapiente e prudente contro l'opera di Satana. Azione prudente non vuol dire inesistente, ma solo intelligentemente operante.
Se i Pastori di anime non capissero l'urgenza di agire su questa direttiva, significherebbe che non (p.131) sono Pastori di anime, ma burocrati che nulla hanno da invidiare ai tanti che si trovano nei ministeri e negli uffici civici, la cui caratteristica è spesso quella di non lasciar mai trapelare quel che sono e quel che fanno.
Non si affronta un nemico, quali sono le forze oscure dell'Inferno, da parte di chi ha responsabilità sociali, isolatamente ma solo collettivamente.
Figlio mio caro, ora ti benedico e, con te, quelli che animati da fede ti saranno al fianco per contribuire, in qualsiasi modo, alla diffusione di quanto ti ho esposto.
Voglimi bene e ripara. (p.132)
Scrivi figlio:
sono la L., che non ritorna a te dopo un lungo silenzio, ma sono la L. che ti segue sempre. Come la mamma veglia il figlio bisognoso, così io ti sono vicina e veglio su di te.
Figlio, dal nostro ultimo colloquio sono intervenute tante cose per te, anche tanta sofferenza. Questa sofferenza però, come fresca rugiada, rende piú vigorosa la tua vita spirituale e la rende feconda di quel bene che tu desideri.
So quello che pensi, ma coraggio, figlio! Le anime bisognose sono tante, le anime in pericolo sono tantissime. Guai se mancassero anime generose pronte a tendere loro le braccia per trattenerle dal precipizio!
Figlio, non temere! Ti è stato detto di mettere al bando scrupoli ingiustificati, dubbi e timori.
Ti sarà dato quel senso di sicurezza che finora non avevi e ti sarà concesso una maggior energia contro le forze del Male. Vedi come esse sono arrabbiate nei tuoi riguardi e ciò è buon segno.
Hai sofferto molto per il piano di X. (p.133)
Sta tranquillo! Hai merito per aver ubbidito al tuo Direttore Spirituale.
Non ti preoccupare di ciò che a C. si pensa e si dice di te: parole al vento. Eri già stato da Lui preavvisato. Ricorda le parole di Gesù: " Beati coloro che soffriranno per amore della giustizia e della verità ".
Andate diritti
Figlio, il terzo libro è di grande importanza.
Ogni cosa che riguarda Dio e le anime e di grande importanza, ma questo terzo libro vuol riportare alla ribalta il problema fondamentale della Chiesa: orientare le anime verso Dio, avviandole e guidandole all'amore di Dio e contemporaneamente all'avversione a Satana, che si identifica con il male perché è il Maligno e vuol portarvi al peccato.
Che altro ha fatto Gesù, con le parole e con l'esempio, se non questo?
Ancora una volta sia detto ai sacerdoti che non vi è tempo da perdere, che urge una revisione Per non continuare a sciupare tempo e soprannaturale in attività inutili.
E' tempo di mettere al bando il formalismo divenuto sterile. Occorre scendere con i piedi a terra, guardare in faccia la realtà per cui Gesú è venuto (p.134) al mondo mandato dall'Amore Infinito del Padre. Gesù è venuto per ristrappare le anime a Satana con un prezzo infinito di sofferenze e di umiliazioni, vincendo così il suo malvagio nemico.
Ma Cristo è il Capo della Chiesa e voi della Chiesa siete le membra. Come tali avete questa medesima vocazione perché Dio chiama tutti e vuole che tutti, in se stessi, completino l'opera e l'azione del Capo.
Via i fronzoli, via i cimeli inutili!
Andate diritti allo scopo della Redenzione: amore a Dio e odio al peccato.
Perché, figlio, si è arrivati a questo punto?
Le cause sono tante e le responsabilità non sono tutte di questa generazione.
Avanti, figlio mio! Non sei solo.
Anche noi, che pur siamo nella gloria, non siamo né estranei, né indifferenti alla lotta per ridare alla Chiesa il ruolo che le spetta nel mondo.
La battaglia sarà dura e aspra, ma più splendida sarà la vittoria che registrerà la Regina delle vittorie sul Maligno e le sue perfide schiere. Gesù, Luce del mondo, brillerà di un fulgore mai visto!
Per te e per voi prego e intercedo. Vi benedico.
La L. (p.135)
Don O., sono la sorella di M.
Poco ci siamo conosciuti in terra, ci siamo appena intravisti. Ma ciò non ha importanza, poiché siamo figli dello stesso Padre, apparteniamo alla stessa famiglia dei figli di Dio, siano essi nella Gloria, come io sono, siano ancora sulla terra, come ora voi siete.
La realtà divina della Comunione dei Santi, ci unisce nell'amore di Cristo.
Don O. la mia vita sulla terra fu umile e nascosta. Mai ho sognato ciò che tante anime abbagliate desiderano: piaceri, onori e ricchezze, salute e cose del genere. Povere anime illuse! Se non vi sarà chi, con la preghiera e con la sofferenza, aprirà loro gli occhi, andranno perdute per tutta l'eternità.
Occorre meditare
Io sono felice, nuoto nel gaudio, nella luce, nell'amore di Dio. Mai rimpiangerò la mia vita terrena, sorgente della mia felicità eterna.(p.137)
Don O., fa pervenire questo messaggio ai miei cari sulla terra; sappiano anch'essi che la morte non recide la vita.
La vita, purificata dalla polvere della terra, è perfezionata e integrata nella Beatitudine divina, perché in Paradiso si vive in Dio e di Dio, ma in modo diverso dalle anime in Grazia, che ancora sono in cammino verso il Cielo.
Don O. non posso fare a meno di deplorare la stoltezza di tutti coloro che, non riflettendo con tanta facilità si lasciano ingannare dal Maligno.
Lui è il lupo travestito da agnello.
Lui odia senza tregua tutti gli uomini che, nella sua folle disperazione, vuol travolgere nel male e poi portare all'Inferno.
Se gli uomini cessassero, per un tantino di tempo, le loro attività, solo per meditare su queste due parole: " Inferno e Eternità " il mondo rapidamente cambierebbe. Ma Lui, il Maligno, fa di tutto perché questo non avvenga.
Ti benedico.
Sono la sorella di M. (p.138)
Figlio mio, scrivi, sono la tua mamma.
Tu capisci quanto sia sensibile il cuore di una madre per tutto ciò che riguarda la vita dei suoi figli.
Ora, e con ragione, ti è stato più volte detto che la vita non viene interrotta dalla morte. Intendo parlare dell'anima, ragione e causa della vita del corpo .
L'anima di una madre è purificata e perfezionata, nella sua esistenza ultraterrena, anche nella sua sensibilità verso coloro che in vita essa generò.
Figlio mio, tu puoi comprendere che vivendo noi di Dio, nella sua luce infinita vediamo voi e le vostre quotidiane esperienze, sofferenze e difficoltà, ma di tutto questo non possiamo soffrire.
La nostra fiducia senza confini in Lui e l'Amore che Dio ha per voi ci rende felici.
Figlio, coraggio! Tu credi nella Comunione dei Santi, e sai che questa non è verità astratta: è una sublime realtà per cui Dio ci unisce. Poiché viviamo (p.139) nell'amore di Lui, necessariamente siamo pure uniti nell'amore con voi.
Ti ripeto: coraggio!
La vita nel tempo è meno di un istante, e la povera terra è meno di un invisibile punto nello spazio.
La mamma tua. (p.140)
Scrivi, figlio mio.
Ripetutamente ne ho parlato, ora desidero ricapitolare i vari accenni fatti, a conclusione del terzo libro destinato a riportare alla ribalta della mia Chiesa il solo veramente importante problema della Pastorale.
Tutti gli altri problemi devono inserirsi in questo fondamentale scopo di ogni attività pastorale.
Molti, figlio mio, nella mia Chiesa non hanno le idee chiare sulla ragione prima della loro vocazione. Questo è veramente paradossale.
Io, Gesù, voglio che Vescovi, sacerdoti e fedeli siano miei corredentori. In misura diversa, ma tutti li voglio corredentori, debbono cioè con Me continuare il Mistero della Redenzione. Ma che vuol dire redimere se non
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Sono Padre Pio.
Figlio, mi è noto il tuo desiderio di una comunione più viva e più intensa con tutto il Corpo Mistico.
Vi arriverai mettendo in pratica il tuo proposito di rinunciare all'elemosina della Santa Messa. Così potrai compiere il Santo Sacrificio immune da qualsiasi interesse materiale. Sarai libero di applicare non costretto dalle richieste degli altri, che non di rado legano al Santo Sacrificio intenzioni ben povere e ben lontane dalle ragioni per cui Gesú continua ad immolarsi.
Tu applicherai la Santa Messa per la conversione dei peccatori, per le anime del Purgatorio, o per altre intenzioni similari che siano sempre un atto d'amore verso Dio e verso il prossimo.
Non ti preoccupare per nulla della questione materiale.
Lui ti ripagherà abbondantemente nel modo che Lui vorrà.(p.147)
Fermento spirituale
Figlio, anche con questo mezzo approfondirai la comunione con Lui, Gesú e
- con la Chiesa Purgante (e la ragione è evidente),
- con la Chiesa Trionfante, che vedrà in te un amore più puro, una generosità e una fede più vicina a quella perfezione a lei cara.
- Avrai una comunione più intima e più intensa con tutta la Chiesa Militante.
In particolare, sarai più unito con le anime vittime. Esse rinunciano nella vita terrena a molto, molto di più che all'equivalente di un'elemosina per una Santa Messa, e si immolano per quei peccatori per i quali certi sacerdoti non pregano se non dietro compenso.
Figlio, il tuo proposito, se attuato con pronta fermezza, sarà ragione di un fermento spirituale in tutto il Corpo Mistico. Avrai grande aiuto dai Santi del Paradiso. Non ti dico ciò che faranno per te le anime del Purgatorio. Sarai in una comunione più perfetta con le anime vittime.
Il Santo Sacrificio, immune da parte tua da ogni umano interesse, salirà al Padre più gradito. La Santa Messa sarà inoltre vincolo di una tua maggior unione con Gesù nell'offerta di Sè e anche di te al Padre.
Coraggio, figlio! Sarà per te un balzo in avanti.(p.148)
Corrispondenza coraggiosa
Figlio, non ti nascondo poi, come in precedenza ti dissi, che, nel tuo viaggio a... e dopo, non sono mancate le ombre e le incorrispondenze da parte di tutti.
Nella vita spirituale ha grande importanza una particolare sensibilità per captare gli impulsi della Grazia, che non bisogna mai lasciar cadere nel vuoto pena un regresso pericoloso. Una caduta anche leggera può avere serie conseguenze per il corpo non meno che per l'anima.
Continua a chiedere a Dio, con opportuna e anche inopportuna insistenza, il dono di una corrispondenza sensibile, immediata, generosa, coraggiosa.
Avanti nell'eroica ascesa verso la cima! Se la croce è pesante, guarda a Gesù che ti precede.
Guardalo bene, figlio...
Vedilo incoronato di spine, lacerato, dissanguato, esausto.
Cade una, due, tre volte; il sudore intriso di sangue e di polvere gli copre il volto in una espressione di infinita sofferenza. Non dimenticare le sue parole, da molti conosciute ma non comprese: " Se vuoi venire dietro di Me, prendi la tua croce e seguimi ".(p.149)
Figlio caro, io sono contento di averlo seguito sul Calvario per tutta la vita.
Quanto soffrire, ma anche quanto gioire con Lui!
Lui sa rendere dolce anche la croce.
Non te ne pentirai per tutta l'eternità di avere efficacemente accolto l'invito di Lui, da moltissimi rifiutato.
Figlio, a presto.
Padre Pio (p.150)
Molti sono i cristiani e i sacerdoti che, anziché attingere direttamente dal mio Vangelo e dissetarsi alle acque pure e limpide della mia Parola - la mia è Parola di vita, è Parola eterna come eterno sono Io, è Parola che non muta perché vera e la verità è immutabile come immutabile Io sono - preferiscono attingere a rivoli inquinati. Così facendo, danno luogo nell'intimo del loro animo ad una erosione che li porta lontani dalla fede, verso lo sfacelo interiore del loro cuore.
I fedeli sono responsabili, ma i consacrati lo sono non solo personalmente, ma anche per tutte quelle anime da loro contagiate e che, nel piano della Provvidenza, essi dovevano guidare verso la perfezione cristiana.
Questi vocati non hanno voluto convincersi che un tesoro di inestimabile valore spirituale era a loro disposizione, un tesoro inequiparabile di potenza divina: il mio Vangelo!
Perché questo?(p.151)
Hanno ceduto alla tentazione del Maligno, ai ripetuti assalti dell'antico Serpente, e si sono lasciati prendere al laccio da cui raramente poi riescono a svincolarsi .
Si tratta di anime
E' uno dei tanti aspetti negativi della Pastorale moderna: l'infestazione di libri, giornali, riviste spiranti veleno dalle loro pagine. Molti sacerdoti ne hanno assorbito l'alimento inquinato che ora ammanniscono alle anime.
La responsabilità è gravissima. Il male sta diventando cronico ed e già molto avanzato; è una lebbra diffusa e contagiosa.
Questi cristiani, questi miei ministri ignorano che le forze dell'inferno, come onde di un mare sempre in tempesta, non si scoraggiano mai; vanno e ritornano come le onde che si infrangono contro le scogliere?
Questi miei sacerdoti ignorano la nobiltà della loro vocazione, pegno di amore e di predilezione? Ignorano la responsabilità connessa con la loro vocazione?
Si tratta di anime! E' in gioco o la loro salvezza eterna o la loro perdizione irreparabile.(p.152)
Questione di giustizia
Tu pensi, figlio mio, che essi mi riterranno intransigente.
Dillo ai miei sacerdoti che non è così.
Non si tratta di intransigenza mia bensì di anarchia esistente nella mia Chiesa. Ciò che a voi ordinariamente sarebbe doveroso compiere con amore, in tempi di crisi interiore viene considerato peso intollerabile.
Del resto, figlio mio, se i miei ministri meditassero il Vangelo, avrebbero imparato una parabola importante, quella dei talenti.
Chi ne riceve cinque, deve rispondere restituendone dieci; chi ne riceve due, deve rispondere restituendone quattro. Guai a coloro che non fanno fruttare i talenti ricevuti!
Ma quale sarà la sorte di coloro che si sono serviti dei talenti avuti non per coltivare la vigna, ma per devastarla con danni ingenti, molto superiori al capitale ricevuto?
Non intransigenza quindi, ma questione di giustizia. Ed Io, Dio, sono giusto, sono la Giustizia perfetta.
Non pensano molti miei sacerdoti al male non valutabile recato alle anime nella pessima (p.153) amministrazione dei miei Sacramenti, negli insegnamenti velenosi impartiti nelle scuole, nei cattivi esempi dati ad ogni piè sospinto?
E' terribile! Non riflettono, non meditano la mia Parola, che è Parola di Vita.
Figlio mio, quale aberrante oscurità, e quale colpevolezza!
Ti benedico, figlio. Prega e ripara. (p.176)
Fratello, sono l'Arcangelo Gabriele.
Già tu sei a conoscenza di quello che io sono per te per Volontà divina, ma anche per libera volontà mia, perché non vi è né vi potrà essere mai contrasto nella Patria Celeste.
Sono contento, fratello, che tu mi abbia desiderato e chiamato.
Sono contento per questo nostro incontro che attendevo.
Voi, militanti sulla terra, avete consacrato questo mese di Luglio al culto del preziosissimo Sangue, effuso dal Verbo fatto Carne per la remissione dei vostri peccati, per la vostra riconciliazione con Dio e tra di voi.
Ma il Maligno ha avvolto l'umanità di grandi tenebre per cui non si vede più.
Fratello, per squarciare le tenebre cosa ottima e il tuo proposito di rinunciare ad ogni remunerazione per la celebrazione della Santa Messa e di non celebrare la Santa Messa se non per le ragioni per cui Gesù, il Redentore, ha effuso il Suo Sangue!(p.155)
In questo modo ti uniformerai meglio alle intenzioni di Gesú nella offerta che fa di Se stesso al Padre.
Aprirà gli occhi
Capisci, fratello, che vuol dire questo?
Vuol dire testimoniare a Gesù di aver capito il perché della effusione continua del Suo preziosissimo Sangue.
Vuol dire aggiungere un motivo, certamente non secondario, per rendere più stretta, più profonda, più efficace l'unione con Lui. Sarà uno di quei motivi che dall'unione ti porteranno alla vera Comunione con la Vittima Immacolata e Santa.
Vedrai, fratello, quanto fecondo di bene sarà questo tuo proposito! Libererai la Santa Messa da uno di quei fili che trattiene l'anima dal librarsi, spoglia di umani interessi, verso il Creatore, il Redentore e Santificatore.
La strada che stai per intraprendere sarà ricchissima di frutti. Non cedere a nessuna seduzione: Dio è infinitamente ricco!
Tra le tue quotidiane vicissitudini, un raggio d'oro è sceso sopra di te; non permettere che si dissolva nel nulla.(p.156)
Io, Gabriele, ti sono vicino. Per te intercedo, su di te vigilo, con te prego. Sì, fratello, ti sarà di conforto e di aiuto il sapere che Gabriele, l'Arcangelo che fu incaricato di compiere la Grande Ambasciata, prega Dio Uno e Trino e la Madre per te. Ricordalo, fratello, le nostre preghiere saranno più unite e quindi maggiormente gradite.
Fratello, tutto ciò che, nel presente messaggio, ti ho confidato ha scatenato la rabbia del regno delle tenebre. Non poteva essere altrimenti; perché esso dovrà segnare non poche sconfitte.
Convinciti che il tuo proposito è cosa grande.
Se poi il tuo Direttore Spirituale vorrà inserire nel terzo libro questo mio messaggio, allora sarà l'inizio di una lenta ma importante riforma che aprirà tanti occhi, ora chiusi, alla luce.
A risentirci presto, fratello.
Sono l'Arcangelo Gabriele.(p.157)
Siamo anime della Chiesa purgante, in attesa del nostro incontro con l'eterno divin Giudice.
Siamo anime che non hanno altri interessi, ai di fuori del solo grande interesse: vedere Lui, Uno Trino.
Siamo anime che attendiamo il conforto dell'aiuto fraterno che affretti la nostra liberazione.
Riteniamo superfluo tentare di farvi comprendere la nostra pena.
Se una immagine può servire a darvene una idea, allora vi diciamo: provate ad immaginare un uomo che arde tra le fiamme ed il desiderio che ha di uscire per immergersi in acque fresche e limpide.
E una scialba idea che può farvi capire il desiderio ardente di por fine alla tormentata attesa che ci impedisce di unirci al solo, unico Bene per cui siamo state create.
Sulla terra, distratti come siete di continuo da mille interessi, influenzati dai sensi e distolti da tante esigenze della vita materiale, voi non potete (p.159) capire noi, anime purganti. Siamo bruciate dalla sola necessità, dalla sola aspirazione, dall'unico e immutabile desiderio: ricongiungerci con Colui che è Causa e Fine della nostra esistenza. Non potete capire noi, perché vediamo in modo diverso da voi.
Fratello sacerdote, Don O., tu sai che nulla possiamo fare per noi stesse; sai bene però che possiamo per voi, ancora militanti sulla terra, pregare e ottenere.
Questo avviene per un ammirabile disegno della Provvidenza che ha voluto circolante in tutta la Chiesa, quale Corpo Mistico, l'amore intercorrente tra Gesú e le membra fra di loro.
Fiamma vivissima
Ora considera, che se tu ti impegnerai a celebrare il Santo Sacrificio per il solo fine per cui Lui, il Verbo fatto Carne, lo ha compiuto sul Calvario e lo continua, per mezzo vostro, sugli altari e cioè per la remissione dei peccati e delle pene dovute per i peccati, fratello nostro, tu puoi capire quali fermenti di riconoscenza e gratitudine solleverai in noi.
Noi ci sentiremo obbligate nei tuoi riguardi, intercederemo senza posa; offriremo di continuo la nostra sofferenza (potremmo dirlo martirio) per te (p.160) e per le tue necessità spirituali, per esserti a fianco nella dura lotta contro le forze dell'Inferno.
Sarà, fratello, come se la fiammella che attualmente arde in voi e in noi improvvisamente si tramutasse in grande e vivissima fiamma.
Sarà un aumento di calore, di dolore e di amore che ci unirà a Lui e tra di noi. "Caritas Christi urget nos ".
Fratello sacerdote e ministro di Dio, perché mai ,non rendiamo operanti questi misteri di grazia e di amore, latenti in noi e in voi? Perché non facciamo scattare la molla da entrambe le parti per abbreviare in noi la pena dovuta alle nostre colpe e in voi far scaturire una fonte di tante grazie insospettate ma reali?
Fratello Don O., noi ti aspettiamo con ansia che, esauriti i tuoi impegni, il tuo proposito diventi realtà concreta per tutto il Corpo Mistico.
Ti ringraziamo per il ricordo quotidiano in attesa che rapporti più efficaci tra noi e te abbiano a rendere più fecondo il Dogma della Comunione dei Santi.
Fratello, l'esperienza ti confermerà la verità di questo messaggio e vorremmo che molti sacerdoti ne venissero a conoscenza.
Siamo Anime purganti.(p.161)
Don O., sono Z.
Quante cose vorrei dire! Dopo il nostro ultimo incontro dinnanzi a Lui, nella Parrocchiale di C., pochi giorni di degenza all'ospedale, poi subito il Paradiso.
Non ho conosciuto la terribile attesa del Purgatorio. Ora sono felice per sempre; sono eternamente grata a Dio per il dono della vita, per quelle tribolazioni che accompagnarono la mia esistenza, misura del mio amore per Lui.
Don O. sono fra quelle anime che qui pregano per lei, e sono tante.
Coraggio!
Per lei ancora militante sulla terra, quando la sofferenza incalza, il tempo sembra lento, tanto lento come se si fosse fermato. Qui invece, fuori del tempo, vediamo come il tempo corra veloce, mettendo rapidamente fine ad ogni cosa.
Se voi poteste vedere ciò che noi vediamo, certo di atei non ne esisterebbero più, ma in questo caso (p.162) cesserebbe la prova della fede, rendendo sterili tutte le vostre azioni.
Dio, infinitamente Sapiente, ha fatto bene tutte le cose e tutte le dispone e dirige al proprio fine.
Bisogna dare
Don O., lei che fu mio confessore occupa un posto particolare nel mio animo. Conosco i doni di grazia di cui Gesù l'ha arricchito.
Mi permetto di dire però che bisogna essere sensibilissimi nell'intuire che i suddetti doni sono prima di tutto ad majorem Dei gloriam; secondariamente che, come il sacerdote non appartiene a se stesso ma alla Chiesa, cosi anche i doni da Lui elargiti non sono ad personam ma propter comunitatem.
Quindi, Don O., quando l'uso di questi doni viene richiesto per la gloria di Dio ed il bene delle anime, bisogna dare, dare fino all'annientamento.
Il Padre ha dato il Cristo, Suo unigenito Figlio, per l'umanità e Gesù consumerà se stesso in olocausto per la gloria del Padre e la salvezza delle anime.
Don O., tutto ciò che lei ha avuto come uomo e come sacerdote lo deve offrire, sull'esempio (p.163) luminoso del divino Maestro, in olocausto per la gloria di Dio e per la salvezza di tante anime.
Lei, Don O., quotidianamente chiede anime. Viene da Gesú questa sete ardente ed inestinguibile.
E' da Lui il modo, veramente prodigioso, per salvare anime.
Per lei che cosa resta?
Una cosa resta: la corrispondenza a tutto ciò che le vien chiesto. E' la chiave della santificazione e dell'arricchimento del suo animo.
Avanti, e a risentirci ancora presto.
Z. (p.164)