Mi trovai nella Chiesa di S. Domenico; fui rapita. Nella stessa si presentò Gesù in aspetto maestoso; si mise in mezzo alla Chiesa con aspetto non solo maestoso, ma coll'aspetto di comando.
Tanta gente entravano con regali; chi cose d'oro, chi d'argento, chi depositava soldi in gran quantità: tutto mettevano davanti a Gesù. Sembravano ricchi, Conti. Principi, insomma persone ricche.
Gesù si fece avanti, prese tutti quei regali e li buttò fuori. Severamente diceva: Questi regali tutto sangue del povero; non ne accetto. E mentre li buttava fuori del Tempio, tutti quei oggetti, ed anche i soldi, lasciavano una fiumana di sangue.
La Vergine, seduta alla destra con tante ragazze, che ad una ad una accarezzava, e a loro diceva: Figlie mie, andate ognuna ove la Provvidenza vi ha destinate. Siate sempre buone, oneste ed obbedienti a chi sarà destinato per vostri superiori.
Chi, di quelle ragazze, era destinata per donna di servizio, chi per impiegata, chi per sposa; una diversa dall'altra aveva il suo comando: Tutte, ripeteva la Vergine, siete mie figliuole, tutte mi siete care. Dopo l'esilio di questa valle di lacrime dovete, caste e pure, ritornare fra le mie braccia.
Quanto è buona la Vergine! Davanti a Lei non (ci) sono preferenze né privilegi; solo chi può (e) si conserverà buono, sarà la sua privilegiata.
Ieri sera, addolorata per un affare di mia sorella, mi addormentai. Gesù, come in una tela, mi presentò tutta la mia vita passata; pene ed affanni: insomma anche la minima sofferenza io vidi rinnovarsi davanti a me.
Per queste sofferenze, mi disse Gesù, è che io ti voglio bene, perché tutte le sopportasti per mio amore.
Mi presentò un posto. Vieni, mi disse, qua; vedrai tante belle cose.
Camminando, arrivai ad un bel portone ove erano due angeli ai lati, in atto di imponente vigilanza.
Sopra il portone d'oro, era scritto: Qua non entreranno né disonesti, né impudichi.
I due angeli mi fecero segno di entrare; io, contenta, entrai: era un pezzo del Paradiso. Come era bello! Piante e fori mai visti, il pavimento smaltato di perle e fiori preziosi.
Camminai un pezzetto; poi mi fecero segno di non oltrepassare più oltre.
Mentre, incantata, guardavo bellezze mai viste, vidi avvicinarsi un prete salesiano, con una chiave in mano, diretto ad un giardino che trovavasi dentro il S. Paradiso.
Nel cancello prezioso (c')era scritto a caratteri d'oro:
Giardino Salesiano. Dentro si vedevano preti grandi e piccoli, secolari di tutte le età, un giardino meraviglioso, piante (e) fiori mai visti; tutta la gente di dentro cantavano allegramente.
Lo avvicinai Don Angelini: Ci lasci entrare a vedere il vostro giardino! No, rispose: è roba nostra.
Mentre parlavamo con lui, nell'aria vidi scritto il mio nome e quello di mia sorella. Guardi, dissi io, il nostro nome è scritto in Cielo!
Lui sorrideva.
Così meravigliata, mi svegliai.
Mentre pregavo, martedì mattina, dopo la S. Comunione, Gesù mi disse: Figlia,voi vi addolorate tanto tanto per Don Angelini. Lui è un'anima a me molto cara; però lui deve lavorare per la mia gloria e portarmi molte anime: voi di guida ne avrete un'altra. Io ve la potrò scegliere anche migliore.
Rassegnatevi, figliuole mie; poi vi affliggete troppo per le cose temporali. E non sapete che io sono la porta, che ricevo tutti i miei cari tribolati: il mondo ve la potrà chiudere la sua porta, ma io son sempre pronto ad aprirvela.
Quanto è buono Gesù! Quanto ama i suoi figli!
Ieri sera, mentre pregavo in casa, vidi don Bosco: era bello, sorridente, affettuoso. Mi si avvicinò e mi disse: Figlia mia, ama tutti i miei preti salesiani; tu non sai quanti di essi ce ne sono santi! Un Don Rotolo, un Don Angelini, Don Aurelio: questi sono anime sante. Quanti altri uguali a loro ne ho santi e puri.
Non solo dei preti ho santi, ma anche dei secolari miei collaboratori ne ho santi. Tu non tutti conosci, ma ne ho un gran numero. Anche Don Gasbarra è anima a me cara.
Ne ho altri non secondo il mio cuore, non cattivi, ma non come io desidero.
Ti raccomando i miei salesiani, di volerli (sic) tutti bene e pregare per loro affinché tutti i miei salesiani si facciano gran santi.
E' così allegro Don Bosco, (con) un viso bello che io rimasi meravigliata! Dopo avermi dato queste avvertenze, la visione sparì...
Nel sogno vidi. Don Bosco. Mi si avvicinò e, tutto sorridente, mi disse: figliuola, io, quand'ero nel mondo, le più terribili persecuzioni le ebbi da parte dei preti.
Sta tranquilla, non lamentarti con nessuno, offrilo a Gesù, e vedrai il gran merito che ne avrai.
Quando ti viene qualche tribolazione, va davanti a Gesù sacramentato e sfogati con lui.
Con lui solo, figliuola, e da lui avrai forza e coraggio da sopportare tutte le pene con amore.
Appena mi dette queste avvertenze, mi svegliai, e Don Bosco spari.
Una mattina, dopo la S. Comunione fui rapita. Mi vidi davanti Gesù che mi diceva: Figliuola, io agli uomini ho dato libera volontà di operare come a loro piace. Il mondo è cattivo cattivo, che sono stato costretto di abbandonarli a loro stessi.
Non sono io che ho mandato la guerra, no, no; sono i peccati degli uomini che hanno attirato il presente flagello, sono i capi, gli uomini che fanno da soli. Ed io interverrò quando vedo che gli uomini non possono far più niente.
Intervengo lo per salvare la mia Sposa, la Chiesa.
Ieri sera il diavolo mi (si) presentò vicino vicino; me lo sentivo, mi faceva delle smorfie: ti farò dei dispetti, mi diceva.
Poi si avvicinava a mia sorella, e le faceva delle smorfie e boccacce. La mattina, appena mi alzai, mia sorella entrò nella sala, ove trovò tre libri regalatici da Monsign. Vitali, tutti sfogliati e malconci, sparsi per terra e sopra il divano.
Ieri sera facevo la visita al S. Sacramento. Fui rapita in ispirito: Mi si presentò Don Bosco tutto sorridente, mi disse: Figliuola mia, abbi pazienza, sii più buona, offri questa persecuzione al Cuore di Gesù, e vedrai il premio che ne avrai!
Dopo la S. Comunione, Gesù mi disse: Con quella tribolazione che il mondo ti chiede, tu non sai quante anime hai liberato dal purgatorio, perché, mentre le hai ricevute, tutte le hai offerte a Me per suffragio delle anime del Purgatorio più abbandonate.
Nel sogno mi (si) presentò Don Bosco con Domenico Savio al fianco. Salivano le nostre scale per entrare in casa a farci visita; nel mentre io e mia sorella scendevamo, e c'incontrammo. Loro due venivano sù, noi due, con mia sorella, andavamo giù.
Don Bosco, appena ci vide, si fermò e, sorridendo e mettendo la mano nella spalla a mia sorella, disse: Cattivona, non ti sei scritta fra le mie cooperatrici! Scriviti. Hai dato il nome di tua sorella, ed il tuo no, cattivella!, toccandole sempre la testa.
E noi gli dicevamo: Venga sù. - No, no, un'altra volta.
Dica, io dissi: Don Angelini è buono; ed Angelo e Monsign. Vitali?
- Buoni figli, anzi anime sante. Fra i Salesiani ne ho tanti, anzi moltissimi, santi.
E noi:
- Venga sù.
- No, un'altra volta.
Domenico Savio, sorridendo, ci rispose: Io verrò a farvi visita fra poco; mi ci manda Pietro Ricardone.
Così dicendo mi svegliai.
La mattina raccontai il sogno a mia sorella: Che sogno, dissi, ieri sera! Ma non bisogna credere ai sogni, replicai io.
Meraviglia! Dopo pranzo arrivò una lettera con dentro un libretto di Domenico Savio, ossia la fotografia e biografia ed una lettera ove diceva di averla inviata Pietro Ricardone da Torino.