Dire quanto ho sofferto non è possibile la notte dal 17 al 18 fu penosissima. Fui trascinata per il corridoio, e poi buttata in terrazzo. Ma ben poco è la sofferenza fisica; l'anima torturata e spinta alla disperazione. Il nemico mi incitava a giurare a non amare più S. Silvestro, a non dipendere più dal Padre. Mi pareva di odiare ed essere odiata... al mattino agitata in modo terribile, volevo andare dal Padre, ma mi disse (io credevo il Padre ed era il nemico), che doveva uscire presto, e potevo lasciare la S. Comunione.
Quando il Cappellano fu uscito, mi venne il presentimento essere una falsa telefonata... Telefonai più volte al Padre, ma nessuna comunicazione. Finalmente potei parlare... Che mattinata orribile! mio Dio, è possibile vivere in questo stato? Finalmente venne il Padre, o meglio venne Gesù nel Padre, perché solo Gesù, può cambiare in un istante lo stato dell'animo... e con la pace, mi diede anche la S. Comunione! Avevo tanto bisogno di sanare, di fortificarmi, perché veramente ero sfinita in tutti i sensi. Oh! il pregio dell'ubbidienza! quanta potenza! Grazie Gesù di tutto. Voglio ubbidire, sempre ubbidire. Perdona le mie ribellioni.
Il nemico mi rovesciò tutto l'altarino preparato per S. Silvestro. Come le fastidia si onori questo santo! Caro, mio Padre, S. Silvestro, come ti voglio bene. Anche Tu me ne vuoi tanto non è vero? Facciamo a gara a volerci bene.
Ieri sera venne il Padre. Gesù ha voluto sollevarmi dalle sofferenze di questi giorni. Come è delicato Gesù! Voglio esserlo anch'io con Lui. Questa notte il nemico burlò l'ubbidienza, imprecò il S. Volto, il Padre S. Silvestro, ma a me non fece nulla. Io ero tranquilla perché c'era il Padre in casa e mi addormentai. Grazie. Nella S. Comunione Gesù mi ha chiesto se voglio soffrire. Gli risposi di si, ma sempre s'intende in rapporto all'ubbidienza.
Ubbidienza, soffrire sul monte, mantenere la calma, nella burrasca.
Nel pomeriggio di ieri, messami in preghiera in camera, fui di improvviso sommersa in un abisso di pene, in una sofferenza così profonda che non saprei come spiegare. Mi sentivo sotto il peso di tutti i peccati degli uomini, oppressa anche fisicamente. Quando mi riebbi da questo tormento erano passate circa tre ore. Non riuscivo rifarmi, e dovetti farmi gran violenza per sbrigare le mie cose.
È la festa della mia cara Mamma del Paradiso. Desolazione, tristezza. Che importa... Alleluia, Alleluia! Questa notte il brutto arnese fece fracasso, e svegliò la Comunità, spaventando. Questo me ne dispiace. Gesù non permettere pubblicità.
Sia fatta la SS. Volontà di Dio!
Desolazione, vuoto, impotenza, paura. Sia pur sempre benedetta la SS. Volontà di Dio! Quel che importa è la salvezza delle anime. Come tocco con mano la bontà di Gesù con me, tanto indegna! Ho incominciato la novena di S. Silvestro, in una lotta terribile, sentivo quasi la certezza di non poter continuare... Ma la presenza del Padre, l'ubbidienza, hanno incatenato il nemico. Abbaia sì, urla, ma di rabbia, perché non può tormentarmi a suo piacere. Quali insegnamenti per me!
Prima la morte che disubbidire. Confidenza illimitata, abbandono assoluto: sperare sempre, ma specialmente quando tutto mi porta alla disperazione.
Ultima Domenica dell'anno liturgico.
Ritiro in unione a S. Silvestro che in questa sua novena si è nascosto all'anima mia. Ma non temo. Penso che sta ad osservarmi per vedere se gli sono fedele. Sento con tanta certezza di essere sua, che solo l'ubbidienza potrebbe distogliermi... S. Silvestro non lo permette. Questa mattina, mentre il Padre parlava prima della S. Comunione, fui fortemente turbata da una voce che mi ripeteva: altro che riparare il bacio di Guida, le tue comunioni sono tanti ripetuti baci sacrileghi, vattene via. Devo ubbidire andava ripetendo, e la voce: preferisci per ubbidire fare sacrilegio? Chi ubbidisce non può commettere sacrilegi; ma nello stesso tempo mi sembrava di commetterlo. Quando Gesù venne tutto si calmò.
Tutto passa... cos'è che non passa? L'anima tua... Come la tratti! pensaci. L'anima deve essere sentinella di se stessa - È difficile capire se si è in grazia, ma è molto facile riconoscere se si è guidati dai «falsi maestri» o dall'unico vero Maestro: il Vangelo che per noi è la S. Regola. Se siamo guidati dall'unico Maestro, possiamo stare tranquilli, siamo nella via retta. Se al contrario seguiamo i falsi maestri: l'orgoglio, l'amor proprio, il proprio giudizio, le insinuazioni dei nemico... ci sarà la rovina completa.
Ho desiderato tanto di avere Gesù esposto, e poi ho passato l'ora nella desolazione e nella lotta. Benone. Che importa, è fare la Volontà di Dio, e guadagnare le anime. Non sento l'amore, ma lo voglio. Gesù, Tu lo senti?
La notte dal 25 al 26, presi spavento. Sento come toccarmi a una spalla. Mi sveglio e vedo fiamme e fumo. Balzo dal letto, strappo la coperta che si bruciava, la getto nel bagno per spegnerla. Riflettendo poi, fui presa da un senso di paura e il nemico mi suggeriva di prendere un modo di vivere diverso, allontanarmi dalla direzione del Padre, dall'amare S. Silvestro, per dar fine a tanta lotta, e vivere in pace. Invocai il mio caro Santo, che venne subito a me, e con dolcezza infinita mi disse: Perché mi sei stata fedele vieni, riposati qui, e mi strinse al cuore. Che passò? non si può dire. Era il Paradiso. LE ANIME COSTANO SANGUE, disse, MA NON TEMERE, IO NON TI ABBANDONERÒ. AVRAI QUALCHE TREGUA, MA CI SARÀ ANCORA MOLTO DA LOTTARE E SOFFRIRE -.
Com'era dolce sentire parlare di sofferenza fra le braccia di S. Silvestro! mi disse poi, che tutta l'ottava della sua festa, doveva farla per la Congregazione. Io domandai: Per la mia Congregazione o per la Tua? e mi rispose: Per la mia che è anche la tua. Che gioia! In queste parole la conferma di quanto passò il 17 sera del mese di giugno, nella Chiesa dell'Eremo.
Il ricordo di ieri, festa dei mio caro Padre S. Silvestro, mi riempì di commozione. Mi sono sentita come schiacciata, sotto il peso di tante grazie! Al mattino prestissimo sono andata con le Suore alla Chiesa dei Padri, e ho recitato Lodi e Prima coi Monaci, in una pace di Paradiso. Alla Messa delle 7, ci siamo accostate a ricevere Gesù. Quando fu nel mio cuore, fui come rapita, e vidi la gloria di San Silvestro! Quando mi riebbi non potevo capacitarmi d'essere ancora sulla terra... anche il fisico risentì, e il cuore pareva cedere. O mio caro Padre S. Silvestro, fa che possa come Te soffrire e amare, quaggiù, per essere un giorno Tua corona e gloria in Paradiso! Come sento il mio nulla e la mia miseria di fronte a tante grazie! Al canto delle ore quando i Monaci cantarono Sante Pater Sil... la figura del Santo, sopra l'altare, prese vita, s'inchinò e benedisse tre volte. Mentre il Padre stava seduto e i Monaci cantavano, San Silvestro si avvicina, e Gli dà un abbraccio prolungato. Quale consolazione, quale emozione provai! se in quei momenti si potesse agire, guai! Invece mi succede d'essere come rapita, uso questa parola, perché non so come spiegarmi. Alla sera si andò al Vespero; quando il Padre salì il pulpito, la figura di S. Silvestro si voltò verso di Lui e Lo benedisse. Che gioia! Mentre il Padre parlava del Santo, con tanto calore e affetto, io provavo tale godimento e tale ardore soave, che veramente sentivo di essere di S. Silvestro interamente. Giornata di santa emozione. Che farò io? come mostrerò al Santo la mia gratitudine? Nell'ubbidienza al Padre, nella generosità a tutto accettare, a tutto dare... nell'uniformità al Divino Volere.
Questa mattina venne il Padre a celebrare. Fu una improvvisata, perché proprio non L'aspettavo. Oh! la delicatezza di Gesù! ... la presenza di Gesù nel Padre è così sentita, che mi riempie di pace e di conforto. Ieri sera ho recitato l'Ufficio con S. Silvestro. Che gioia!
Ho incominciato la cara novena della mia Mamma Immacolata, con S. Silvestro. Ho compreso che deve essere preziosa per le anime. Buio completo, il nemico ogni mattina studia tutte le arti per ritrarmi dalla S. Comunione, ma l'ubbidienza ha vinto.
Lotta... ma S. Silvestro fu con me a difendermi. Gesù vuole che in questo tempo di Avvento, viva in uno stato di annientamento e di nascondimento interiore e faccia mio cibo il Mistero dell’Incarnazione; annientarmi con Lui per le anime!
Ieri fu giorno di angoscia, ma ho procurato stare sul monte; la sera una telefonata, che mi diceva: Lasci la Comunione, domani ci vedremo. Mi venne il pensiero, fosse il nemico, ma rimasi un poco agitata. Al mattino fui lì per lasciarla, ma poi una voce interna mi disse: sta tranquilla, non era il Padre, ma il nemico.