Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 2 giugno 2025 - Santi Marcellino e Pietro (Letture di oggi)

La libertà  dello spirito consiste nell'indifferenza e prontezza a fare in ogni cosa quello che si conosce Volontà  di Dio. (San Francesco di Sales)

Il Santo Rosario

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Liturgia delle Ore

Lunedì della 7° settimana del tempo ordinario

Un vangelo a caso ...

Giunse pertanto ad una città della Samarìa chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samarìa ad attingere acqua. Le disse Gesù: "Dammi da bere". I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stesso gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva". Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?". Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna". "Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perchè non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". Le disse: "Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui". Rispose la donna: "Non ho marito". Le disse Gesù: "Hai detto bene "non ho marito"; 18infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero". Gli replicò la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare". Gesù le dice: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui nè su questo monte, nè in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perchè la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perchè il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa". Le disse Gesù: "Sono io, che ti parlo". (Gv 4,5-26)

Il Vangelo della domenica commentato

Commento al Vangelo della VI Domenica di Pasqua: Vangelo Gv 14, 23-29: Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Ascolta il commento di Don Fabio Rosini
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Una preghiera a caso ....

Preghiera di un pio artigiano

Di quali consolazioni non si riempie il mio cuore, o adorabile mio Salvatore, quando io penso che voi medesimo per più anni vi siete degnato di santificare la professione, che io esercito, coll’opera delle vostre mani! Oh quanto sarei fortunato se io potessi lavorare col medesimo vostro spirito, cogli stessi sentimenti vostri! Io non temo, e non rifiuto la fatica, la desidero anzi onde avere di che sostentarmi col sudore della mia fronte. No, io non desidero, nè gli onori dei grandi del secolo, nè l’abbondanza dei ricchi, nè i piaceri dei mondani; io non vi domando che la grazia di vivere secondo il mio stato, e di sopportare le pene e le fatiche con pazienza e rassegnazione. Vi hanno, è vero, momenti tristi e giorni di dolore; ma le pene finiranno, e mentre vi rimarrà la ricompensa delle buone opere. Succedendomi sinistri avvenimenti, io m'inquieto talvolta, ahimè! fino a diffidare della vostra Provvidenza, e della bontà vostra. Ah! Signore, abbiate pietà della mia debolezza, e perdonate alla mia infedeltà. Conosco quanto io sia colpevole agli occhi vostri. Dovrei mille volte benedire questa Provvidenza divina, che mai non mi venne meno, quando io ho posto in lei la mia fiducia, e feci dal canto mio quel che poteva.

Continuate, mio Dio, a sostenere la mia fiacchezza, a benedire le mie fatiche. Io mi applicherò con assiduità al lavoro, ne sopporterò le pene con maggior pazienza, ve le offrirò in penitenza de' miei peccati, mi rassegnerò in fine a tutto quello, che vi degnerete disporre di me e de' miei. È la vostra grazia che m'inspira queste sante risoluzioni; la vostra grazia mi aiuterà ad osservarle.

O Madre del mio Dio, siate mia tenera madre, e quella di tutta la mia famiglia; assisteteci amorevolmente.

Grande s. Giuseppe, il quale avete consacrata la vostra vita al lavoro, siate il mio modello e protettore, e specialmente ottenetemi al fine de' giorni miei, una santa morte, e la felice eternità. Così sia.