Oggi malissimo. Mi pare di andare incontro alla perdizione... mi sento coperta di peccati senza speranza... lontana da Dio senza aiuto umano. Sono disgustata di tutto, non so pregare, non so abbandonarmi. Mio Dio, pietà di me.
Notte tormentosa. Il Padre vuole scriva i dettagli, e io ne provo una forte ripugnanza. Sono tentata a ribellarmi, a indipendizzarmi. Che brutta parola! Santo Padre Silvestro, Tu che più volte mi hai detto di ubbidire al Padre, toglimi questa ribellione, o meglio, fa che sia vinta e preziosa per le anime. Ma è possibile che io possa fare qualche cosa per le anime?... Basta, basta... Maria aiuto! Si ubbidisca: Il nemico, mi portò nell'orto e dopo avermi maltrattata tentò gettarmi nella vasca. Invocai il mio Padre, e lo fugò. Poi Lui stesso mi accompagnò in casa, fino in Cappella, mi benedisse dicendomi poi: - coraggio, figlia mia diletta, ancora, ancora patire. Non ne posso più, Padre Santo, dissi io, e: Non temere, rispose, maggior patimenti, ricordati la strada che ti ho mostrato. Anime, anime! - Sparì, ma mi lasciò con nuova forza per la lotta.
Oggi sono stata più calma. Mi turbò il pensiero che il Padre non tornerà tanto presto, perché riflettei che mi disse - vado tre giorni a Gualdo Tadino, ma non disse che poi torna... Agimus Tibi gratias!
Gesù, Gesù! Ho procurato stare vicino a Gesù in Croce, e lo sguardo al Crocifisso mi ha molto aiutato.
Sono priva di ogni aiuto... sento il nemico presente... quanta paura! Il Padre non è tornato, e non so neppure dove sia... Grazie, Gesù, che tutto va bene per farmi soffrire...
Questa mattina sono stata tanto tentata nella fede, ma più che mi fa male è il pensiero che i miei patimenti sono inutili per le anime e per la gloria di Dio.
Ieri non ho potuto scrivere. Ho passato due notti orribili... ho disubbidito? non lo so. Non capivo più niente... Il nemico e i suoi satelliti, perché erano una turba, volevano che giurassi di abbandonare la recita dell'Ufficio, che non parlassi più col Padre, e gettassi al fuoco il quadretto... Mi venne quasi la certezza di essere in inganno e di ingannare e spinta a cedere per togliermi da questo pericolo... soffocata e sbattuta presi tante sferzate e sarei finita se S. Silvestro non mi liberava. Ho fatto la Comunione per ubbidire, ma che tormento. L'ubbidienza è il solo sostegno di questi giorni, ma non ne posso più. Maria, mia cara Mamma, aiutami, mio caro Padre S. Silvestro perché mi lasci così... Perdonami, lo so, sei troppo buono con me...
Sono troppo angosciata per poter descrivere quanto mi passa, mi sento sola... in una agonia mortale... Maria! Gesù!... S. Silvestro!...
Ieri mattina, non sapendo quando tornava il Padre e nel timore di mancare alla Regola, perché non mi ero confessata, passando entrai al Gesù a riconciliarmi. Esposi al Padre una cosa che mi disturbava, temendo aver peccato pensandola, sia pure involontariamente (il Padre poi mi disse che non solo non era peccato, ma era cosa teologica). Non so se il confessore non mi abbia capito, o altro, se ne mostrò scandalizzato, mi rivolse domande alle quali io non sapevo rispondere, perché mi prese tale turbamento, che credevo mi venisse male... poi mi disse di aspettare il mio solito confessore, perché Lui non poteva darmi l'assoluzione. Chiedendo se potevo nel frattempo fare la Comunione, mi disse di no. Sono scesa dal confessionale in una angoscia terribile... passai una giornata impossibile a descrivere...
Non sapevo quando sarebbe tornato il Padre... La Comunione non dovevo farla...
Gesù ebbe pietà del mio tormento e la sera ricevetti una lettera dal Padre, nella quale mi diceva: qualunque cosa possa essere avvenuta, sotto qualunque forma, si comunichi. - Questa mattina lottai, ma l'ubbidienza ha trionfato e quando Gesù fu nel mio cuore si fece un po' di calma e un po' di luce... ma poi calarono le tenebre... ma giunse il Padre a portare la calma e nuova forza... Grazie Gesù!
Ho dimenticato notare che al mattino, quando fui alla balaustra il nemico fece traballare il piattino che si passa per la Comunione e poi lo gettò a terra.
Il 23 notte, uscita dalla Cappella, il nemico mi gettò a terra, poi burlandomi diceva: - credi che io abbia paura del Padre?... ma mi rivolsi a S. Silvestro che con un gesto lo fugò, poi entrò in Cappella e mi fece fare una visita al SS. Sacramento. Avendomi fatta tanta impressione le parole dettemi dal Padre in confessione - non incateni il Signore - chiesi al mio caro Santo se mai l'avessi incatenato con le mie interne ribellioni, e il Santo mi rispose: Cosa ti ha detto il Padre? poi si fermò, guardandomi con tenerezza paterna e: credi a quello che ti ha detto il Padre, e sta tranquilla - e mi lasciò in una pace profonda.
Anima mia, fidati sempre ciecamente delle parole di chi ti parla in nome di Dio. Non cercare di più... nessun ragionamento.
La notte fu relativamente calma, ma la telefonata del Padre mi tiene in una grande pena. Veramente ha ragione di essere stanco di ascoltarmi... ma, non ci voglio pensare. A voce parlerò... Grazie Gesù, di questa mortificazione... per le anime...
Quanto ho sofferto per la telefonata, invece non fu il Padre... oggi quando giunse mi sono sentita sconvolgere... non sapevo come presentarmi... ma quando lo vidi, mi si fece all'istante luce e compresi la falsità dei nemico... non voglio proprio più credere... quanto è stato buono Gesù nel mandarmi il Padre a dissipare le tenebre.
Oggi sono rimasta senza Gesù perché non potei reggermi causa un forte male di testa e un generale spossamento, dovuto credo alla nottata burrascosa. Sbattuta da tutte le parti, mi trovai poi in giardino alla scaletta della cantina, poi di nuovo in terrazzino e per ultimo in corridoio della Cappella, in uno stato d'animo e fisico che non saprei ridire. Feci un atto di abbandono alla volontà di Dio, invocai la mia cara Madre Maria, il mio tenero Padre S. Silvestro e ripresi coraggio... Gesù, Gesù!