Intervista a Claudia Koll Dai microfoni di RADIO MARIA

Alberto – Un caro e cordiale saluto da
Alberto di Giglio. Sono in compagnia di Claudia, Claudia Koll. Tutti
conosciamo Claudia per il suo impegno nell’evangelizzazione e
nella testimonianza. È una artista, una attrice con una grande
sensibilità, ma una artista anche dal cuore grande, che si
apre al mondo, ai fratelli e ai bisognosi. Questa conversazione è
dedicata a lei soprattutto prendendo le mosse da lei come artista,
perché di Claudia si può parlare come artista, come
attrice. Perché lei non ha abbandonato il lavoro, non ha
abbandonato la propria attività teatrale, cinematografica e
televisiva, che certamente non disprezza. Ma questo coniugato con la
fede, con la sua testimonianza, con l’annuncio. Perché
Claudia ha saputo cogliere quel bello che è dato a noi e che
libera e salva, come dice Dostoevskij. E voglio introdurre la
conversazione con Claudia con un brano tratto dalla Lettera agli
artisti di Giovanni Paolo II: «Nessuno meglio di voi artisti,
geniali costruttori di bellezza, può intuire qualcosa del
patos con cui Dio, all’alba della creazione guardò
all’opera delle sue mani. Una vibrazione di quel sentimento si
è infinite volte riflessa negli sguardi con cui voi, come gli
artisti di ogni tempo, avvinti dallo stupore per il potere arcano dei
suoni e delle parole, dei colori e delle forme, avete ammirato
l’opera del vostro estro avvertendovi quasi l’eco di quel
mistero della creazione, al quale Dio, il solo creatore di tutte le
cose, ha voluto in qualche modo associarvi». Ecco Claudia,
volevo introdurti, soprattutto con questa lettura per sentire dalla
tua viva voce come queste parole di Giovanni Paolo II si sono
compiute e si è manifestato ciò che abbiamo ascoltato,
nella tua vita di donna, di artista, di testimone.
Claudia
– L’incontro con il Signore ha trasformato
profondamente la mia vita e mi ha reso consapevole anche della mia
piccolezza di fronte al Creatore. Ho scoperto di essere fragile,
debole e bisognosa, non solo dell’amore di Dio, ma anche della
sua forza. E quindi incontrando il Signore pian piano ho cominciato a
conoscerlo e a scoprire la potenza del suo Santo Spirito. Questo
Spirito Santo che è la tenerezza di Dio e la dolcezza di Dio,
che dobbiamo imparare a pregare e a invocare. Perché è
un balsamo per le nostre ferite. E veramente ci distacca dalla
sofferenza e ci fa affrontare le cose con amore e con una serenità,
con una tranquillità che solo Dio ci può donare. Io ho
imparato anche che nel mio mestiere lui è di grande aiuto, e
la stessa scena si può interpretare con l’aiuto dello
Spirito Santo, e può dare qualcosa di diverso, un valore
aggiunto importantissimo! C’è la presenza del Signore
che tocca i cuori, che passa. E ho imparato che non è tanto
importante essere bravi. Anzi, il modo di parlare di Dio è un
modo delicato. È piccolo. E quindi quando mi lascio condurre
da lui, ecco, mi accorgo che in quel momento sono anche quasi
incapace di recitare una scena. E mi sento molto piccola. Perché
il Signore utilizza i piccoli e fa parlare i piccoli. E quindi è
importante con Lui non sentirsi troppo importanti, e quindi non
utilizzare corde rumorose, che possono in qualche modo dare un senso
della bravura, perché è una recitazione piena. E invece
a volte il signore passa proprio nelle piccole cose, e parla ai
cuori. Perché al Signore interessa parlare al nostro cuore, ma
in maniera delicata e senza schiacciare nessuno, senza dominare.
Alberto – È poi lo scopo per cui
siamo stati creati… San Ignazio dice nei suoi Esercizi
spirituali: «L’uomo è creato da Dio Padre per
lodare, riverire e servire Dio nostro, per salvare in questo modo la
propria anima». E dice ancora il curato d’Ars, San
Giovanni Maria Vianney: «Il compito dell’uomo è
pregare ed amare. Questa è la felicità dell’uomo
sulla terra». Ecco, con queste forti immagini di questi due
testimoni della fede, lo potresti declinare nel corso della tua vita,
del tuo modo di avvicinarti alla preghiera e a questa urgenza
dell’amore? Perché sappiamo, ne parleremo più
tardi di come sei stata raggiunta da questo messaggio dell’Amore
misericordioso, della Divina Misericordia.
Claudia –
Mah, la preghiera non è un modo per chiedere, ma è un
modo per dialogare con il Signore. La preghiera è uno stare
cuore a cuore con il Signore. Bisogna cercare di pregare sempre con
il cuore e non troppo con le labbra. Mantenere quindi il cuore sempre
rivolto a lui, anche mentre si fanno le cose nella casa, si riordina,
si rimette a posto. Un modo di meditare il Rosario potrebbe essere
proprio questo. Di leggere la parola di Dio che si riferisce al
mistero del Rosario, poi pregarlo e lasciare operare questa parola
dentro di noi, dopo aver pregato la decina, e fare le cose meditando
ancora con il cuore e con la mente a quello che si è pregato.
Cioè, rimanere in contatto con il Signore, sempre. Non perché
si sta facendo qualcosa di diverso bisogna dimenticarlo. Ecco, questo
“Gesù, confido in te!” vuol dire anche fare tutte
le cose con Lui. Averlo come amico. E quindi la preghiera è un
modo per parlare, per rimanere in comunione con lui. L’amore è
il linguaggio di Dio! Dio è amore, e per rimanere in comunione
con Lui dobbiamo rimanere nell’amore.
Alberto –
Diciamo che questo tuo modo di comunicare, di testimoniare la
preghiera, è anche in qualche modo un tuo criterio di
discernimento. Perché sappiamo che noi ci troviamo dinnanzi a
delle decisioni da prendere. A volte sono decisioni difficili. Ecco,
volevo chiederti Claudia, qual è l’atteggiamento che tu
adotti ogni volta che devi prendere una decisione? Quali sono i
criteri di discernimento imprescindibili che ti permettono di dire
questa è la scelta giusta per me?
Claudia –
Mah, l’albero si vede dai frutti. Se poi la scelta è
giusta lo si capisce anche vivendola quella scelta, vedendo appunto
che frutti porta. Però normalmente cerco di leggere la Parola
di Dio, ascoltare dentro il cuore cosa mi dice quella parola, e
soprattutto consegno la mia scelta al Signore. E quindi cerco di non
portare me stessa in quella scelta, ma di capire veramente se la
volontà del Signore, e consegnargliela.
Alberto
– poi c’è un rapporto particolare –
l’abbiamo già accennato – con Maria, con il
Rosario, con questa “dolce catena che ci rannoda a Dio”.
Quanto è importante Maria nella tua vita di donna, di
cristiana, di testimone e di artista?
Claudia – Maria è la figlia
prediletta del Padre, di Dio Padre, e allora è alla sua scuola
che impariamo a essere figli, figli nel Figlio, figli del Padre e
figli di Dio! Il signore ama l’umiltà, ama la
semplicità, la docilità al suo Santo Spirito. Quindi
Maria ci insegna! Ecco, la scuola migliore è proprio quella
del Rosario. Questa fedeltà al Rosario quotidiana, dove Lei
opera. Opera. Ed è potente la sua intercessione con il Figlio.
E quindi a volte, quando sento la mia fragilità, mi appello
alla Mamma, perché so che Lei mi sostiene nelle mie debolezze
e nelle mie fragilità, e sa come porgere la preghiera al
Figlio. Sa come chiedere al Figlio. Ecco, San Giovanni della Croce mi
ha insegnato un modo di pregare legato proprio a Maria. Maria, nelle
nozze di Cana non chiede niente al figlio, ma presenta il problema, e
dice al Figlio: «Non hanno più vino…».
Questo credo sia il modo migliore per amare il Signore e chiedere.
Cioè presentare il problema, ma lasciare libero il Signore di
compiere la sua volontà. È il modo più bello,
perché altrimenti mettiamo i paletti. Chiediamo secondo il
nostro punto di vista, e invece bisogna lasciare libero, perché
l’amore ha bisogno di libertà. e soprattutto è
anche un modo molto umile, perché noi non possiamo capire
veramente fino in fondo il senso della situazione che abbiamo
davanti. E quindi glie la consegnamo al Signore. Ecco, questo è
il modo con il quale cerco di rapportarmi al Signore, consegnando
tutto a Lui: le gioie, i dolori, le sofferenze e anche le mie
fragilità, le mie preoccupazioni, le mie incapacità di
gestire delle situazioni. Ecco, questo riportare tutto a Lui…
perché tutto gli appartiene. E confidare nella sua grazia, che
tutto trasforma, tutto illumina, tutto rende bello. Perché il
Signore è Bellezza, e trasforma tutte le cose! Anche la
sofferenza Lui la sa rendere bella.
Ecco, ho raccontato un
episodio di un mio caro amico che conosco da un po’ di anni
ormai. Lotta con l’Aids da 17 anni. Si chiama Ciro, e pochi
giorni fa siamo entrati nel santuario della Divina Misericordia con
una amica, e lui ci ha prese sotto il braccio e ci ha detto ridendo:
«Non so perché, ma il Signore vuole che anche quando
soffriamo siamo contenti». Ecco, in questa affermazione, che
poi l’ha detta in una maniera che ci ha aperto il cuore e ci ha
fatto ridere di cuore, c’è un piccolo segreto: cioè
questa “perfetta letizia” di San Francesco. La fiducia
completa in Dio che è amore e che vuole il nostro bene, e
saprà trasformare tutto in un bene più grande. E allora
con questa serenità dobbiamo affrontare la vita e consegnare
tutto a Lui. Lui sa di che cosa abbiamo bisogno!
Alberto –
Ci hai rivelato quindi, Claudia, che i cristiani, i credenti, sono in
qualche modo nella situazione in cui si trovano – qualunque sia
questa situazione – i testimoni, possiamo dire, i cantori della
gioia e la esprimono nella loro vita. Ci sono molti cristiani musoni,
tristi, col volto smunto, tristi, depressi, lamentosi. Tu sei
riuscita a fare una diagnosi, a capire il perché di questo
corto circuito spirituale?
Claudia – Abbiamo
bisogno tutti di essere sempre guariti e sanati dal Signore. Abbiamo
tante ferite nel cuore, e quindi queste dobbiamo consegnare al
Signore, e chiedere. In questo caso chiedere proprio di accogliere la
volontà di Dio con gioia. Ecco, ‘è un’altra
preghiera che mi hanno insegnato, che è molto bella: «Maria,
Madre del Buon Consiglio, insegnami ad accogliere con gioia la
volontà del Figlio tuo!». Questo dobbiamo chiedere al
Signore.
Alberto – Molti letterati, scrittori,
poeti, santi, hanno dedicato delle poesie, delle preghiere
bellissime. Qual è la preghiera a Maria della letteratura,
della patristica, che ti colpisce maggiormente? Magari ti viene in
mente qualche strofa…
Claudia – Allora,
c’è una preghiera di Dante che è un inno a Maria,
che spesso si recita…
Alberto – Maria,
figlia del tuo Figlio… Bellissimo!
Claudia –
Posso leggervi qualche strofa?
Vergine Madre, figlia del
tuo Figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso
d’eterno consiglio.
Tu sei colei che l’umana
natura
nobilitasti si, che il suo Fattore
non disdegnò
di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
per
lo cui caldo, nell’eterna pace,
così è
germinato questo fiore.
Qui sei a noi meridiana face
di
caritate, e giuso intra i mortali,
sei di speranza fontana
vivace.
Donna, sei tanto grande e tanto vali,
che qual vuol
grazia e a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali!
La
tua benignità non pur soccorre
a chi domanda ma molte
fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in
te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque
in creatura è di bontate.
Alberto –
Straordinaria! Ogni volta che si riascoltano queste parole, questa
preghiera, ci sentiamo trafiggere il cuore. Credo che sia veramente
una sintesi straordinaria di quello che è il tuo essere
credenti oggi e anche la tua vita artistica, perché il modo
con cui pronunzi queste parole, il modo in cui ti addentri, si sente
proprio che c’è questo donare te stessa a Colui che ci
ha donato la vita e anche i talenti che tu hai, e sono molti. Ma tra
questi, appunto, c’è questo della comunicazione di
questa Bellezza, di questa Bellezza nascosta. E mi viene in mente
questa frase di Benedetto XVI che, rivolgendosi ai cristiani in una
veglia di Pentecoste – la prima veglia di Pentecoste da
Pontefice - «La bellezza di essere cristiani e la voglia di
comunicarlo». Ecco, la comunicazione è un aspetto
fondamentale, importantissimo, perché il cristiano non è
colui che sta in una grotta, in un eremo, chiuso dentro casa come una
monade, ma è colui che deve annunciare e testimoniare. Ma c’è
anche un’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II, la
Christi fidelis laici, ai cristiani laici appunto, che dice che tutti
siamo chiamati a evangelizzare sulle strade del mondo attraverso i
vari mezzi, che sono il cinema, la televisione, il teatro…
Ecco, come senti questa esortazione nella tua vita? Quali sono le
iniziative che hai già intrapreso in questa direzione e quelle
che magari hai già in progetto? Sentivo dire che c’è
in progetto uno spettacolo… sappiamo che tu non sei uscita
dalle scene, ma sei un’artista, sei presente nel panorama
artistico italiano.
Claudia – Mah, per quanto
riguarda le testimonianze, l’evangelizzazione, la nostra fede
dipende dalla predicazione. Quindi per me è una grande gioia e
sento che il Signore mi arricchisce ogni volta che Lo testimonio. Non
solo, è un’esperienza bella perché mi sostiene
con il suo Spirito, con lo Spirito Santo. E quindi è come se
fossi condotta dallo Spirito Santo, e non mi basta mai. E di
conseguenza non mi fermo a testimoniarlo, perché ne sono
innamorata dello Spirito Santo! Della sua dolcezza, della sua
leggerezza. E sento che nello stesso tempo il Signore benefica anche
quelli che ascoltano la testimonianza, e sono rafforzati nella fede.
Del Resto il Signore ci ha lasciato questo mandato di testimoniarlo:
«Andate in tutto il mondo…» Fino ai confini della
terra! E sento anche che mi conduce Lui. In queste testimonianze mi
conduce per mano. E d’altra parte, quando si incontra Dio è
una tale forza dentro, che non si può tacere! È
qualcosa che ti porta a dirlo a tutti. Perché prima ero nelle
tenebre, oggi sono nella luce e so che esiste Dio, che ci aiuta, che
è grande nell’amore, che ci sostiene nella sofferenza,
che anzi nei momenti della sofferenza dobbiamo stringerci a Lui,
perché Lui combatte per noi il male! E questo non lo posso
tacere, perché l’ho sperimentato e lo continuo a
sperimentare, e questo può aiutare altre persone. È un
dono troppo grande, che non si può tenere per se. Perché,
vedete, il Signore è un fuoco che brucia e ti porta con sé
e ti conduce perché questo amore passi anche agli altri e
venga riversato negli altri. E quando tu lo riversi agli altri, Lui
te ne dona ancora. E quindi è entrare nel dinamismo dell’Amore
trinitario. È veramente: «Amerai il Signore, tuo Dio,
con tutte le tue forze, con tutta la tua mente, con tutta la tua
anima. E amerai il prossimo tuo come te stesso».
Così
ha fatto il Signore con me. Io all’inizio non sapevo amarmi. Il
Signore mi ha aiutato perdonandomi quando non ero in grazia e quindi
non frequentavo la Chiesa, non ero una buona cristiana. E quindi nel
momento di massima debolezza Lui si è chinato su di me e mi ha
aiutata perdonandomi, e quindi in me è sgorgata una grande
gioia, gratitudine per Lui, perché era come se mi ridesse una
nuova vita, salvandomi. Ma questa gratitudine si è trasformata
in amore man mano che lo conoscevo. E il Signore mi nutriva del suo
amore, di sé. Attraverso poi i Sacramenti. Attraverso
l’Eucaristia principalmente. E guidandomi con la Sua Parola in
questo cambiamento di vita, in questa conversione, che non è
altro che desiderare di essere sempre più immagine e
somiglianza di Dio. Lasciare sempre più vivere Cristo in noi
proprio attraverso l’Eucaristia. Questo Corpo del Signore che
entra dentro di noi e ci trasforma.
E poi pian piano ho cominciato
a vederlo, a riconoscerlo. Gesù crocifisso, Gesù
sofferente, nelle persone che soffrono. Ho cominciato quindi a amarlo
concretamente con carezze, sorrisi, consolazione, negli altri. Poi
pian piano ancora il Signore a mostrarmi che mi amava così
com’ero. E mi ha insegnato ad amarmi. E così come mi ha
insegnato ad accettarmi come sono, mi ha portato a guardare gli altri
e ad amarli anche nelle loro debolezze. E quindi ha fatto – e
sta ancora compiendo – un’opera di trasformazione del
cuore. Il segreto è non sentirsi migliori degli altri, e
quindi avere un atteggiamento sempre di umiltà e mai di
sentirci, appunto, superiori agli altri. Questo bloccherebbe
completamente il passaggio della grazia, e soprattutto impedisce poi
che il Signore regni in mezzo a noi.
Alberto –
Preghiera, testimonianza, annuncio, ma anche opere…
Claudia
– Misericordia e fiducia in Dio e quindi diffondiamo anche
“Gesù, confido in te”.
Alberto –
Questo lo avevi accennato anche poco fa quando hai rivelato quasi il
segreto di cosa muove tutto questo, questa spinta, questo slancio,
questa necessità e il dovere di essere presenti dove c’è
bisogno. E il segreto è appunto questo incontro con la divina
Misericordia, questa rivelazione di Suor Faustina Kowalska, che è
una delle priorità della tua vita di testimone e di cristiana.
E sappiamo quanto tu cerchi di essere presente con questa realtà
e di non sottrarti mai alla testimonianza della divina Misericordia.
Com’è nato questo incontro con la sua spiritualità
e questo messaggio: “Gesù, confido in te”?
Sappiamo che reciti la coroncina della Divina Misericordia tutti i
pomeriggi alle 15. Ecco, quale è il segreto e perché
c’è questa urgenza? È qualcosa di imperioso
questo messaggio della Divina Misericordia? Qual è stata la
cosa che ti ha convinto maggiormente?
Claudia –
Mah, il mio incontro con il Signore accaduto in un momento in cui non
ero in grazia, ero in peccato mortale. Quindi io ho sperimentato la
misericordia di Dio. C’è un Amore che è più
grande del nostro peccato e che si china sulla nostra debolezza per
rialzarci. Quindi mi sono sentita perdonata dal Signore proprio
perché si è chinato in un momento in cui gridavo e
chiedevo aiuto. E il Signore è intervenuto.
Racconto
l’episodio non perché mi piace esibire ciò che è
accaduto ma perché è strettamente poi legato alla
coroncina della Divina Misericordia. Ecco, il messaggio della Divina
Misericordia io l’ho incontrato in un secondo momento dopo che
avevo cominciato a camminare con il Signore. Avevo incontrato anche
San Giovanni della Croce, Santa Teresina di Lisieux, che avevano
cominciato a parlarmi del Signore. Santa Teresina soprattutto ha
cominciato ad annunciare l’Amore Misericordioso. Quindi Santa
Faustina con il suo diario è arrivata in un secondo momento,
ma mi ha spiegato veramente molte cose da lei vissute con il Signore.
La cosa che vi posso dire e che concretamente può avere un
senso per voi, è la coroncina della Divina Misericordia.
Quando io ho incontrato il Signore, la prima volta è accaduto
nella mia stanza. Mi sono trovata da sola e attaccata da uno spirito
del male, il quale mi ha proprio provocata dicendomi, ordinandomi…
mentre il Signore è così educato e dolce, il male
invece è autoritario. Comanda e schiaccia sempre. Cerca di
dominare. Ecco, questo spirito mi ordinò di odiare. E in quel
momento io sentii proprio di non appartenere a questa cosa, perché
in tutta la mia vita, anche sbagliando, ho sempre desiderato amare e
sentirmi amata. Quindi ho sentito in quel momento di rispondere,
nonostante i miei molti peccati, come un fanciullo, semplicemente:
“Io sono fatta per amare”. Non posso dimenticare questa
mia risposta, perché mi ha parlato di Dio. Mi ha parlato
dell’impronta di Dio che c’è dentro di me. Perché
io ho capito di essere stata creata a immagine e somiglianza di Dio,
in quel momento, quando ho sentito di non appartenere al male, ma
anzi di sentirne repulsione.
E la mia risposta è stata
pulita, semplice, diretta. E anche questo mi ha parlato di Dio, pur
con i miei molti peccati. Quando ho risposto così, questa
entità si è arrabbiata e mi ha detto che era la morte,
e che voleva uccidermi. E ha cominciato a stritolarmi con delle
spire, dal basso. Fisicamente sentivo dolore. Quindi ho cominciato a
spaventarmi, perché ho capito la mia debolezza in quel
momento. Il Signore mi ha fatto sperimentare attraverso questo
episodio la mia povertà spirituale. Perché avevo tutto,
e quindi non mi mancava denaro, anche i riconoscimenti da parte del
mondo, ma quelli non mi potevano salvare in quel momento. E quindi mi
ha fatto sperimentare la mia povertà e mi ha fatto capire che
solo lui salva. Solo lui è la vita che vince la morte! E
allora, in quel momento, mi sono rivolta a Dio, ho cominciato a
pregare il Padre nostro tenendo fra le mani un crocifisso, perché
da bambina ero andata a vedere un film, “L’esorcista”,
e quindi sapevo della potenza di Cristo, della potenza della croce.
Io non ne avevo a casa di crocifissi, quello mi era stato regalato da
un collega qualche giorno prima. Quindi pensate, il Signore aveva
preparato la strada per la mia salvezza. E con questa croce in mano
ho cominciato a camminare su e giù per la stanza per impedire
a questa spira di continuare a salire. Quindi era un mio modo di
combattere fisicamente e spiritualmente. Ero completamente rivolta a
Dio. E quando il mio grido è diventato proprio un grido del
cuore, la mia preghiera è diventata un grido, il Signore è
intervenuto. Improvvisamente tutto era finito. Ho sentito solo una
grande pace che scendeva dentro di me. E io cercavo Dio in cielo
guardando dalla finestra, guardandomi intorno, ma noi il Signore non
lo possiamo vedere, ma dai segni noi riconosciamo la sua presenza.
Quindi questa pace profonda mi ha portato poi a ritornare in Chiesa,
a confessarmi, a nutrirmi del Signore, dell’Eucaristia.
Ma
perché mi sono soffermata nel dettaglio su questa scena?
Perché, che cos’è la coroncina della Divina
Misericordia? Preghiamo il Padre, chiediamo misericordia al Padre per
i meriti della passione e morte di Cristo. Ed è esattamente
quello che ho vissuto nella mia stanza. Il Padre mi ha dato, mi ha
concesso la misericordia e mi ha aiutato per un atto di misericordia.
Quindi in quel momento io chiedevo misericordia al Padre per i meriti
della passione e morte di Cristo. Io tenevo in mano un crocifisso,
quindi Gesù intercedeva per me. Ecco perché diffondo
anche il messaggio della Divina Misericordia e questa preghiera,
perché ne ho sperimentato la potenza. La potenza della croce
di Cristo, la potenza dell’intercessione di Cristo con il
Padre. Perché Gesù ha pagato per i miei peccati e per i
peccati di tutti quanti. Per le sue piaghe noi siamo stati guariti!
Alberto – Ecco, ti ringraziamo, Claudia, per
ciò che hai detto. Vuoi leggere qualcosa del diario di suor
Faustina?
Claudia – Sono le litanie attraverso
le quali poi il direttore spirituale di Santa Faustina compose le
litanie alla Divina Misericordia. «L’amore di Dio è
il fiore e la misericordia è il frutto. L’anima dubbiosa
legga queste considerazioni sulla misericordia e diventi
fiduciosa.
Misericordia di Dio che scaturisci dal seno del Padre,
confido in te.
Misericordia di Dio, massimo attributo della
Divinità, confido in te.
Misericordia di Dio, mistero
inconcepibile, confido in te.
Misericordia di Dio, sorgente che
scaturisce dal mistero della Santissima Trinità, confido in
te.
Misericordia di Dio che nessuna mente umana né angelica
può comprendere, confido in te.
Misericordia di dio da cui
scaturisce ogni vita e felicità, confido in te.
Misericordia
di Dio, al di sopra dei cieli.
Misericordia di Dio, sorgente di
miracoli e di eventi eccezionali.
Misericordia di Dio che abbracci
tutto l’universo.
Misericordia di Dio venuta nel mondo nella
persona del Verbo incarnato.
Misericordia di Dio che sei sgorgata
dalla ferita aperta del cuore di Gesù.
Misericordia di Dio
rinchiusa nel cuore di Gesù per noi e specialmente per i
peccatori.
Misericordia di Dio imperscrutabile nell’istituzione
della Santa Eucaristia.
Misericordia di Dio nell’istituzione
della Santa Chiesa.
Misericordia di Dio nel sacramento del Santo
Battesimo.
Misericordia di Dio nella nostra giustificazione per
mezzo di Gesù Cristo.
Misericordia di Dio che ci accompagni
per tutta la vita.
Misericordia di Dio che ci abbracci
specialmente nell’ora della morte.
Misericordia di Dio che
ci doni la vita immortale.
Misericordia di Dio che ci segui in
ogni momento della vita.
Misericordia di Dio che ci difendi dal
fuoco dell’inferno.
Misericordia di Dio che converti i
peccatori induriti.
Misericordia di Dio, meraviglia per gli
angeli, incomprensibile ai santi.
Misericordia di Dio insondabile
in tutti i misteri di Dio.
Misericordia di Dio che ci sollevi da
ogni miseria.
Misericordia di Dio, sorgente della nostra felicità
e della nostra gioia.
Misericordia di Dio che ci hai chiamati dal
nulla all’esistenza.
Misericordia di Dio che abbracci tutte
le opere delle sue mani.
Misericordia di Dio che coroni tutto ciò
che esiste ed esisterà.
Misericordia di Dio in cui tutti
siamo immersi.
Misericordia di Dio, dolce sollievo dei cuori
affranti.
Misericordia di Dio, unica speranza delle anime
disperate.
Misericordia di Dio, riposo dei cuori e serenità
in mezzo alla paura.
Misericordia di Dio, delizia ed estasi delle
anime sante.
Misericordia di Dio che infondi speranza contro ogni
speranza
Alberto – Bellissimo questo
meraviglioso inno alla misericordia! Speriamo veramente che possa
contagiare i tanti, tantissimi, amici in ascolto. Ma soprattutto per
contrastare questa ondata di fango nero che ci invade attraverso i
mezzi di comunicazione. Soprattutto la televisione. Karl Popper già
diceva profeticamente che la televisione è cattiva maestra. E
anche Pasolini in un modo pronunciato ci aveva avvisati sul pericolo
della televisione. Appunto, come questi cattivi maestri, di questi
profeti di sventure. Anche la Madonna a Medjugorje ha detto in più
occasioni, non ricordo esattamente quali, di “Spegnere la
televisione”.
Claudia – Io personalmente
non la guardo la Tv, perché non ho tempo. Però so che
quando mi è data la possibilità di testimoniare in
televisione, molte persone sono beneficate. E questo perché è
il Signore che opera, non sicuramente la mia piccola e povera
persona. E quindi penso che dovrebbe dare più spazio –
la televisione – ad argomenti alti, ad avere coraggio, a
interrogare l’uomo, a parlare di Dio. Invece c’è
una sottile censura nei confronti soprattutto di quello che riguarda
Gesù. C’è una sottile censura… Non è
dato spesso di parlare di Dio in televisione. E credo che gli
dovrebbero dare più spazio.
Alberto –
Soprattutto anche il modo di trattare la donna. Sappiamo come la
donna è stata profanata, oltraggiata in televisione. Veline e
quant’altro. Dinnanzi a questa desacralizzazione della figura
della donna, della femminilità, tu hai una proposta, che poi è
una tua diretta testimonianza di vivere la femminilità, una
femminilità vissuta in un modo diverso, nuovo. Ecco, ci puoi
dire come si può vivere questa femminilità in un modo
puro, bello?
Claudia – Eh, bisogna fare un
cammino con il Signore! Poi lui guarisce le ferite del corpo e
dell’anima e pacifica anche molte nostre contraddizioni.
Personalmente Maria mi ha accompagnato in questa trasformazione dove
è fondamentale capire che si è tempio di Dio. E quindi
il corpo va rispettato. C’è una dignità che va al
di là di quello che noi immaginiamo, perché Gesù
ha dato la sua vita per la nostra salvezza. E quindi siamo preziosi
agli occhi di Dio, e siamo importanti. E quindi non possiamo
disprezzarci e disprezzare li altri. Ma questo è un cammino. È
un cammino profondo che bisogna fare con il Signore, anche per
recuperare un rapporto con noi stessi, con la nostra interiorità.
E quindi di conseguenza anche guardare gli altri con altri occhi. Io
ho una femminilità pacificata, meno aggressiva. Capisco che
non è dominando che si entra nel cuore dell’altro, ma è
amando. E l’amore è qualcosa di misterioso, ma anche
semplice.
Alberto – Claudia, siamo verso la fine
della nostra conversazione e… c’è un altro
segreto, diciamo, che… già lo abbiamo rivelato, la
preghiera, la testimonianza, ma è di avere questa familiarità,
questa assiduità con la Sacra Scrittura. Perché forse
chi ci ascolta, ma anche tra i cristiani c’è poca
familiarità con la Bibbia e con i Vangeli. Invece so che per
te è un nutrimento costante e quindi anche fecondo, perché
si vede proprio dal modo che tu hai di esprimerti, addirittura di
percepire, di concepire il tempo, diciamo, in modo diverso. Perché
la Sacra Scrittura ci fa in qualche modo entrare in una dimensione
diversa e travolge quell’ansia, quegli appetiti smodati che ci
impediscono di comprendere e di fare pieno discernimento. Ecco,, se
volevi dire qualcosa sul tuo rapporto con la Sacra Scrittura per
comunicare questa bellezza, appunto, di recuperare, di ricominciare
dai Vangeli, dalle Scritture.
Claudia – Mah, mi
fa ritornare coi piedi per terra, la Scrittura. Perché quando
ti fermi a leggere ricuperi anche il rapporto con te stesso. E quindi
anche quando vedi cose troppo negative, ecco, si dissipano le tenebre
leggendo la Sacra Scrittura. Soprattutto la passione di Cristo. Mi è
capitato, per esempio, in un viaggio, in uno di questi miei
spostamenti in aereo, di sentirmi stanca, affaticata, magari anche
nello spirito. E proprio in aereo ho letto la passione di Cristo. Mi
sono soffermata sulla sofferenza di Cristo, e quando sono scesa, sono
rinata. Avevo una forza, una luce e appunto un sorriso, una apertura
che prima non avevo. Quindi capisco che la Parola di Dio è
viva, è penetrante e opera. Bisogna solo trovare il tempo per
lasciarla agire, operare, per lasciarla parlare al nostro cuore.
Alberto. Se vogliamo comunicare a chi ci ascolta la bellezza di
questo approccio, soprattutto leggendo… Ecco, ti propongo di
leggere un brano a tuo piacimento, proprio per comunicare questo
godimento nel sostare, nel fermarsi su questa lettura. Ecco, dal
Cantico dei Cantici di Salomone: «Mi baci con i baci della sua
bocca! Si, le tue tenerezze sono più dolci del vino. Per la
fragranza, sono inebrianti i tuoi profumi, profumo olezzante è
il tuo nome, per questo le giovinette ti amano. Attirami dietro a te,
corriamo! Mi introduca il re nelle sue stanze; gioiremo e ci
rallegreremo per te, ricorderemo le tue tenerezze più del
vino. A ragione ti amano!» (Cantico dei cantici, cap. 1)
Alberto – Benissimo! Grazie Claudia per questa
tua disponibilità, per questa tua testimonianza, per questo
impegno, e soprattutto per questo godimento spirituale che ci hai
regalato con questo approccio bello, intenso, con questa bella
interiorizzazione della parola di Dio, con la preghiera e i
sacramenti. Ecco, soprattutto per questo modo nuovo che tu hai
trovato di declinare la tua professione, attraverso la Parola di Dio
e la testimonianza a questo Amore Misericordioso che ti ha
conquistata e ti ha trafitto il cuore. E tu ti sei aperta con cuore
grande, con cuore generoso. Desidero quindi salutarti con le parole
di papa Giovanni Paolo II, presto beato, che sappiamo ti è
molto caro e che lo preghi molto. Ecco, proprio per la tua attività
professionale e per continuare questa testimonianza così
bella, così profonda, così benefica.
È la
bellezza che salva! Ecco, siamo alle soglie del terzo millennio e
Giovanni Paolo II la scrisse appunto nel 1999. questa lettera, della
quale abbiamo letto un brano all’inizio: «Auguro a tutti
voi, artisti carissimi, di essere raggiunti da queste ispirazioni
creative con intensità particolare. La bellezza che
trasmettete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo
stupore di fronte alla sacralità della vita e dell’essere
umano. Di fronte alle meraviglie dell’universo l’unico
atteggiamento adeguato è quello dello stupore».
Con
queste parole, Claudia, voglio salutarti, ti ringrazio e saluto i
nostri amici in ascolto.
Claudia – Che il Signore
vi colmi del suo amore!... Gesù, confido in te!
Alberto
– Ecco, era Claudia Koll. Cari amici in ascolto Alberto di
Giglio vi saluta.