Intervista a padre René Laurentin
Medjugorje è la prima apparizione che è potuta durare sotto e durante la cortina di ferro, perché tutte le altre di cui si ha qualche notizia, che si sono verificate prima, sono state messe pesantemente sotto silenzio, e, qualche volta, anche dagli stessi vescovi costretti a farlo sotto la minaccia dei regimi comunisti. È davvero singolare che il governo jugoslavo in questo caso non abbia potuto nulla per reprimere le apparizioni, per soffocarne la notizia che si sparse veloce in tutto il mondo. E ciò in considerazione anche della persecuzione a cui sono stati sottoposti i veggenti, il parroco e molti altri tra fedeli, parrocchiani e credenti. Io stesso sono stato colpito: la milizia mi ha fermato in seguito a un mio articolo per France catholique, dove davo ampio risalto ai fatti di Medjugorje. Eravamo alla fine del 1983 o all’inizio dell’ 84, in un momento in cui si erano un po assopiti i clamori di quel paesino sperduto tra le colline: ed ecco che il mio testo ridestò nuovi entusiasmi, e gli uomini del regime, che forse ancora meditavano la repressione, ne furono non poco disturbati.