STUDI DEL SETTEMBRE '85 - LA PREPARAZIONE DEL VIAGGIO DEL SETTEMBRE 1985
Col passare dei mesi era emerso sempre più chiaramente in
noi, medici coordinatori, l'esigenza di studi più raffinati
che dessero un taglio radicale a tutte le incertezze che rilevamenti
puramente clinici comportano. Soprattutto stuzzicava la nostra
ricerca e sete di maggiori informazioni un esame che l'equipe
francese di Montpellier in parte aveva eseguito, ma che per la
brevità del fenomeno estatico era rimasto incompleto: ovvero
lo studio dei Potenziali evocati uditivi visivi e
somato-sensitivi.
Anche il Dr. Mariani, neurologo degli I.C.P. di
Milano, in una sua lettera esprimeva la necessità di indagare
ulteriormente in questa direzione e con questo tipo di tests. Volendo
tuttavia, a tutti i costi, portare a compimento questi rilevamenti,
si aprirono innanzi a noi nuovi problemi organizzativi e tecnici.
Nel
giugno '85 iniziarono alcune consultazioni con l'Amplifon di Torino
(che già in precedenza aveva collaborato fornendoci altri
strumenti audiologici) e in un secondo tempo con la sezione milanese
della medesima Società che negli ultimi mesi aveva approntato
un nuovo apparecchio scientifico (AMPLAID MK 10) che poteva, pur nei
limiti della trasportabilità (è grande poco più
di un televisore) fornirci l'acquisizione dei potenziali evocati per
l'analisi clinica delle vie sensoriali e ncurali uditive,
somalo-sensitive e visive. Con questo esame, in pratica, noi potevamo
studiare, ovviamente senza la collaborazione dei veggenti, le
reazioni della loro corteccia cerebrale durante il fenomeno estatico
che a Medjugorje si ripete ormai ogni giorno da cinque anni alle ore
17,45 circa. Nel mese di luglio '85 si tenne a Madonna di Campiglio
una prima seduta di lavori di programmazione per questo nuovo
viaggio, nel quale il giudizio sull'estasi e sui ragazzi non sarebbe
stato soggettivo (affidato cioè totalmente all'esperienza
clinica dei medici) ma oggettivo, con risposta su grafico elaborato
dalle stampanti dei computer che avremmo portato con noi.
Volevamo
cioè, essere ancora meno criticabili nei nostri giudizi e
risultati, evitando la conclusione qualunquistica di chi affermava
che essendo, alcuni dei medici del gruppo di ricerca cattolici, essi
giungevano inequivocabilmente ad un risultato positivo su queste
apparizioni.
I nostri contatti frequenti ed insistenti con
l'Amplifon convinsero il Direttore del Marketing non solo a
consegnarci in prestito il prezioso strumentario scientifico ma ad
affiancarci un ingegnere elettronico per tutti i problemi tecnici, di
taratura e di interpretazione legati a questo computer.
Il nostro
impegno organizzativo proseguì in una successiva riunione di
lavoro a S. Margherita Ligure nell'agosto '85, quando decidemmo di
invitare per questa nuova missione, qualificati esponenti del mondo
della scienza ed in particolare della neurofisiologia.
Fu così
che interpellammo un famoso neuro-psico-farmacologo italiano che
aveva studiato a lungo presso la Columbia University, esperto nella
fisiopatologia del dolore e del suo trattamento. Costui aveva negli
ultimi anni messo a punto un Algometro elettronico, ovvero un sistema
per il rilevamento della soglia al dolore di tipo termico sulla
superficie cutanea. Dopo essersi dimostrato assai contrariato ed
incredulo su ciò che gli era stato esposto, accettò
l'invito per sperimentare direttamente sui veggenti, attraverso il
suo strumento, l'eventuale anestesia superficiale da noi già
rilevata in precedenza con metodi molto più semplici ma non
per questo meno efficaci. Anzi affermò: «Vengo in
Jugoslavia, ma non per giungere alla conclusione che voi attendete,
ma per dimostrare una volta per tutte che si tratta di una farsa!»
Inutile aggiungere che dovette poi ricredersi su tutto ciò che
aveva detto.
Anche un altro esimio neurofisiologo del CNR, il Dr.
Marco Margnelli, accettò l'invito. Costui aveva studiato a
lungo fenomeni estatici, mistici e aveva cercato ripetutamente una
spiegazione in linea puramente scientifica a questi fenomeni. Aveva
pubblicato inoltre numerosi lavori in proposito.
Nei giorni
immediatamente precedenti la partenza, furono coinvolti anche il
Prof. Bigi, immunologo e fisiopatologo dell'Università di
Milano, il Dr. Paolo Maestri otorinolaringoiatra, quale esperto di
potenziali evocati uditivi e il Dr. Gagliardi in qualità di
psicologo.
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO MEDICO E STRUMENTI UTILIZZATI - Dr. Luigi Frigerio
Nell'agosto del 1985 maturò fra noi l'idea che una équipe
italiana di medici si recasse a Medjugorje durante il successivo mese
di settembre per completare una parte degli studi che ci eravamo
proposti.
In questo caso la varietà della competenza e la
ricchezza della strumentazione scientifica a nostra disposizione
imponeva una analisi più approfondita.
Il gruppo era così
composto:
- Dr. Luigi Frigerio e Dr. Giacomo Mattalia medici
coordinatori
- Prof. Giuseppe Bigi - Fisiopatologo - Università
Milano
- Dr. Giorgio Gagliardi - Cardiologo e Psicologo
- Dr.
Paolo Maestri - Otorinolaringoiatra
- Prof. Marco Margnelli -
Neurofisiologo
- Dr. Raffaele Pugliese - Medico Chirurgo
-
Prof. Maurizio Santini - Neuropsicofarmacologo - Università di
Milano.
L'equipe era coadiuvata da un ingegnere elettronico,
Saverio Brighenti, per l'assistenza alla strumentazione scientifica e
disponeva di diverse apparecchiature, di cui alcune piuttosto
sofisticate:
1) Un algometro elettronico per lo studio della
sensibilità nervosa termo dolorifica. Si tratta di uno
strumento idoneo a valutare la soglia del dolore nell'unità di
tempo misurata in decimi di secondo per una stimolazione di intensità
prestabilita (per esempio 50° Centigradi).
2) Due estesiometri
corneali per analisi della sensibilità oculare evocata da uno
stimolo tattile. Si tratta di un manipolo sormontato da un filo di
naylon la cui lunghezza è variabile. Accorciando la lunghezza
del filo aumenta la rigidità della setola e dunque il peso in
grammi aumenta quando lo strumento viene appoggiato sulla cornea
(pesata minima 4 mg.; pesata massima 190 mg.)
3) Un poligrafo
multicanale (Lafayette-Diplomat one) di fabbrica zione statunitense
per lo studio contemporaneo della frequenza respiratoria, della
pressione arteriosa, della frequenza cardiaca, della resistenza
elettrica cutanea e della portata vascolare perife rica
(pletismografia). Si tratta di uno strumento assai sensibile capace
di valutare qualsiasi variazione emotiva in rapporto a modificazioni
ambientali esterne e/o interne al soggetto esaminato.
4) Un
apparecchio AMPLAID MK 10 (Amplifon) per l'acquisizione dei
potenziali evocatie per l'analisi clinica delle vie sensoriali
uditive, somatiche e visive. Risulta così possibile registrare
la risposta del cervello umano (tronco cerebrale e corteccia) a
stimoli esterni di volta in volta somministrati. Un computer analizza
queste risposte e fornisce il risultato su un pannello luminoso e su
carta, memorizzando i dati anagrafici e aritmetici. 5) Un
impedenzometro AMPLAID 709 (Amplifon) per la registrazione del
timpanogramma e la ricerca dei riflessi uditivi fondamentali: esame
della coclea - nervo acustico - nervo facciale e muscolo stapedio.
6)
Una telecamera per lo studio della pupillometria (variazioni dei
diametri della pupilla in relazione a modificazioni della luminosità
ambientale e/o del tono del sistema nervoso vegetativo) e per la
registrazione degli avvenimenti in esame. Abbiamo in tal modo
documentato ogni nostro intervento eseguito prima, durante e dopo
l'estasi dei ragazzi veggenti di Medjugorje.
ANALISI DI ALCUNI PARAMETRI PSICOFISIOLOGICI DI JAKOV COLO E IVAN DRAGICEVIC DURANTE TRE EPISODI ESTATICI - Dr. Marco Margnelli
Scopo della presente indagine è stato lo studio di alcuni
parametri fisiologici elementari in tre soggetti di giovane età,
Jakov Colo, Ivan Dragicevic e Marija Pavlovic che da diverso tempo, a
Medjugorje, in Jugoslavia, hanno, quotidianamente, episodi di
alterazione della coscienza, definiti estasi, durante i quali
apparirebbe loro la Vergine Maria.
Nella letteratura
medico-scientifica e in quella agiografica esistono diverse
segnalazioni sullo stato di alcuni di questi parametri nel corso di
stati alterati di coscienza definiti «estasi» (per una
rassegna di questa letteratura cfr.: M. Margnelli, La droga perfetta:
neurofisiologia dell'estasi, Riza Scienze, 3 marzo 1984) e, pertanto,
un primo obbiettivo del presente studio è stato quello di
mettere a confronto le eventuali variazioni dei parametri fisiologici
studiati a Medjugorje con i dati della letteratura.
Per accettare
scientificamente un'estasi come autentica è punto centrale la
dimostrazione che il soggetto che la vive sia completamente «assente»
al mondo circostante: il controllo oggettivo di questa circostanza
nei veggenti di Medjugorje è stato il secondo obbiettivo del
presente studio. Lo stesso controllo, tralasciando di considerare le
esigenze della teologia, si può anche considerare un
eccellente criterio per escludere la frode.
Infine, poiché
l'estasi religiosa è uno stato poco studiato e incompletamente
conosciuto da un punto di vista neurofisiologico, si ritiene che il
presente studio abbia costituito un'eccellente occasione per
raccogliere dati obbiettivi di futuro, grandissimo, interesse
scientifico.
Procedura
I dati sono stati raccolti mediante un poligrafo portatile
Lafayette, tipo Diplomat I, di fabbricazione statunitense. Esso
permette la registrazione su carta di sei parametri:
1) 2
tracciati pneumografici da due derivazioni indipendenti, costale e
diaframmatica;
2) un tracciato dell'attività
elettrodermica, espressa in variazioni fasiche e toniche della
resistenza elettrica della cute della faccia palmare di una mano
(misurazione nota anche come reflessologia psico-galvanica);
3)
del tracciato pletismografico del polpastrello di un dito, espresso
come variazioni di opacità del tessuto a un raggio
luminoso;
4) un tracciato della pressione arteriosa;
5) una
stima indiretta della frequenza cardiaca, calcolabile sia dal
tracciato pletismografico che da quello pressorio.
Nella
letteratura psichiatrica, psicologica e medico-legale questi stessi
indici vengono designati anche come parametri psicofisiologici.
Nel
pomeriggio del 7 settembre 1985 ho provveduto alla registrazione di
tali indici in condizioni basali da Jakov Colo, da Ivan Dragicevic e
da Marija Pavlovic, in modo tale da disporre successivamente di
valori di riferimento con i quali porre a confronto il comportamento
degli stessi indici durante le cosiddette estasi.
A tale scopo, i
tre veggenti, a turno, dopo la posizionatura dei vari elettrodi di
registrazione, sono stati invitati a restare per qualche minuto
seduti, immobili e a occhi chiusi, mentre il poligrafo registrava i
dati di baseline.
Più tardi, nello stesso pomeriggio del 7
settembre e poi il giorno 8 e 9 settembre, sono invece stati
registrati gli stessi indici psicofisiologici durante due estasi di
Jakov Colo e una di Ivan Dragicevic.
Allo scopo, circa 10 minuti,
prima delle estasi si è proceduto alla posizionatura degli
elettrodi di registrazione e al controllo che il poligrafo fosse
regolarmente funzionante. La registrazione vera e propria (e la
regolazione delle amplificazioni sui vari canali di registrazione)
cominciava non appena i veggenti iniziavano la preghiera in comune, a
voce alta, l'interruzione della quale, abitualmente, segna l'inizio
dell'estasi.
In tutte e tre le registrazioni durante i periodi
estatici non è stato possibile registrare la pressione
arteriosa: Jakov Colo ha rifiutato di indossare il manicotto
gonfiabile in quanto gli provocava dolore; durante l'estasi di Ivan
Dragicevic mi è mancato il tempo per attivare il canale di
derivazione. Tuttavia, diversi dei medici presenti hanno provveduto a
rilevare sia il polso radiale che la pressione arteriosa dei tre
veggenti, sia prima che durante che dopo le estasi. Tali dati
vengono, in parte, utilizzati nel presente studio e discussi insieme
a quelli ottenuti col poligrafo.
Le condizioni in cui sono
avvenute le registrazioni hanno comportato diverse
difficoltà.
Innanzitutto la posizione inginocchiata si
discostava non solo da quella in cui sono stati registrati gli indici
di baseline, ma anche dalle condizioni in cui normalmente si registra
un baseline psicofisiologico clinico. In tale posizione, per esempio,
il pletismografo registrava da un polpastrello di un dito lasciato
pendere lungo il corpo, introdu-cendo la pressione idrostatica
passiva come fattore di disturbo della misurazione. Altrettanta
importanza, nella valutazione dei pneumogrammi ha il fatto che i
veggenti «parlano» durante le estasi e poi, anche,
pregano.
Notevoli difficoltà, infine, sono derivate dalla
brevità delle estasi stesse: la mancanza di tempo, in
particolare durante la registrazione dell'estasi di Ivan Dragicevic
del 9 settembre, ha addirittura impedito di registrare tre dei cinque
parametri in programma.
Si è avuta l'impressione che
l'affollamento di medici e lo schieramento di strumenti scientifici
abbiano disturbato i veggenti: è un fatto che la durata delle
estasi fosse notevolmente inferiore alle medie abituali.
|
Pletismogramma derivato dal polpastrello del terzo dito
della mano sinistra di Ivan Dragicevic. |
RISULTATI
Estasi di Jakov Colo del 7 settembre 1985, ore 18,45.
L'episodio è durato 75 secondi.
La frequenza cardiaca
immediatamente prima dell'estasi era di circa 156 puls/min. Nei primi
10 secondi dell'estasi è passata a 180 puls/min. e,
successivamente, si è stabilizzata su valori di circa 130
puls/min., valore che si è riscontrato anche alla fine
dell'episodio estatico.
Altrettanto notevole è stata la
variazione del tracciato pietismo-grafico: rispetto a un valore
quantitativo medio di controllo (ampiezza delle onde dicrote in
millimetri) di mm. 23,8 si è osservata una riduzione a mm.
16,6 con una amplificazione circa 2,5 volte maggiore rispetto
all'amplificazione con cui erano stati registrati i valori di
baseline.
Il pneumogramma, oltre a dimostrare una frequenza
respiratoria inferiore al valore di riferimento (18/min. invece che
22/min.) dimostra una modificazione della forma dei singoli cicli
in/espira-tori. In particolare, si osserva che il tratto ascendente
(fase inspira-toria, I) dei singoli pneumogrammi è verticale,
mentre il tratto discendente (fase espiratoria, E) è
rettilineo, con una pendenza di 45 gradi. Inoltre, tra la fase I e la
fase E, c'è un piccolo plateau dentellato: si tratta di segni
indicativi che il soggetto sta parlando.
L'attività
elettrodermica è caratterizzata da uno slivellamento
progressivo della linea di base e da numerose, piccole variazioni
cupoliformi della resistenza elettrica cutanea, sincrone con gli atti
respiratori. Lo slivellamento della linea di base è un dato
significativo e verrà discusso più avanti. Le
variazioni fasiche vanno considerate artefatti.
Un'analisi
dinamica, in funzione della durata di tutto l'episodio estatico,
delle variazioni dei parametri psicofisiologici appena descritte
permette di identificare un:
a) periodo prodromico, temporalmente
collocato nei 15 secondi che precedono la caduta in estasi, mentre il
veggente sta recitando a voce alta la preghiera che innescherà
la caduta in estasi, durante il quale il tracciato pletismografico
rivela una irrorazione capillare ancora più ridotta rispetto a
quella che si documenterà durante l'estasi vera e propria;
b)
immediatamente dopo l'inizio dell'estasi le onde dicrote diven tano
un po' più ampie e per circa 30 secondi si stabilizzano su
valori che sono circa il 30-40% di quelli di riferimento;
c) nella
seconda metà dell'estasi, l'ampiezza delle onde dicrote
aumenta ulteriormente fino al 60-70% dei valori di controllo;
d)
immediatamente dopo il termine dell'estasi, l'ampiezza delle onde
balza a valori che sono quattro volte più ampi dei valori del
periodo prodromico e due volte e mezza quella della prima metà
dell'estasi (effetto rebound).
Durante tutta l'estasi, infine, la
linea di base del tracciato pletismografico mostra delle oscillazioni
sincrone con i cicli in/espiratori.
Per quanto riguarda il
tracciato elettrodermico, come si è già detto, si è
osservato un progressivo slivellamento della linea di base che
dimostra un progressivo aumento della resistenza cutanea con il
progredire dell'estasi.
Nel pneumogramma, oltre alle descritte
caratteristiche morfologiche dei singoli pneumogrammi, si osserva un
breve episodio di apnea, intercorso circa 25-30 secondi dopo l'inizio
dell'estasi, durato circa 10 secondi, dopo del quale si osserva una
polipnea caratterizzata da cicli superficiali, di variabile ampiezza
e di variabile morfologia dei tratti I ed E.
Estasi di Jakov Colo dell'8 settembre 1985, ore 18,45.
L'episodio è durato 49 secondi.
Le modificazioni della
frequenza cardiaca e delle onde pietismo-grafiche descritte durante
la prima estasi, si sono verificate esattamente identiche anche in
questo secondo episodio.
La frequenza cardiaca media è
stata di 156 puls/min.
L'ampiezza delle onde dicrotiche è
stata mediamente a un terzo del valore di controllo.
Qualche lieve
differenza tra prima e seconda estasi si è osservata nel
peumogramma e nel tracciato elettrodermico.
Il pneumogramma
dimostra una respirazione affrettata che, tuttavia si può
giustificare col fatto che nella seconda parte dell'estasi il
veggente pregava a voce alta.
La resistenza elettrica cutanea,
invece, è rimasta costante per tutta la durata dell'estasi,
senza slivellamenti della linea di base e senza le variazioni
fasiche, sincrone con gli atti respiratori descritte nel tracciato
della prima estasi.
Da un punto di vista dinamico, soprattutto nel
pletismo-gramma, come nella prima estasi, si riescono a identificare
nettamente,
1) periodo prodromico (circa 10-15 secondi), durante
il quale l'ampiezza delle onde dicrote è addirittura inferiore
a quella che si registrerà durante l'estasi;
2) il periodo
estatico, durante il quale l'ampiezza delle onde è pressoché
costante al valore di un terzo di quello di riferimento (circa 40
secondi) e
3) il fenomeno del rimbalzo (rebound), immediatamente
successivo alla fine dell'estasi, per il quale l'ampiezza delle onde
pletismografiche aumenta velocemente fino a valori che superano
quelli di controllo. Circa 3 minuti dopo la fine dell'estasi le onde
dicrote, registrate con la stessa amplificazione con la quale erano
state registrate nell'esame di baseline il 7 settembre, avevano
un'ampiezza di circa un terzo maggiore dei valori di controllo.
Estasi di Ivan Dragicevic del 9 settembre 1985, ore 18,45.
L'episodio è durato circa 60 secondi.
Purtroppo per
diverse ragioni tecniche (malfunzionamento dello strumento di
registrazione, spostamento del sensore di stiramento per la
registrazione del pneumogramma, artefatti di movimento) e
circostanziali (brevissimo periodo prodromico, tentativo di
registrazione dell'elettroencefalogramma) è stato registrato
un tracciato dì qualità scadente.
In pratica,
risulta leggibile solo il pletismogramma e, anche questo, solo a
tratti.
Nondimeno, la riduzione di ampiezza delle onde dicrote
osservata e descritta nelle due estasi di Jakov Colo, si osserva
molto nettamente anche in questo tracciato.
Addirittura, la
diminuzione di ampiezza delle onde sembra ancora più imponente
di quella osservata nell'altro veggente.
Non è possibile
identificare i momenti dinamici identificati nelle estasi di Jakov,
anche se, all'immediato inizio del tracciato, le onde dicrote sono di
ampiezza minima (4 mm) e raddoppiano nei successivi 15 secondi. La
frequenza cardiaca è rimasta costante per tutta l'estasi sulle
132 puls/min.
Immediatamente prima di quello che è stato
definito periodo prodromico (in pratica mentre avveniva la
posizionatura degli elettrodi) il polso era di 96 puls/min e la
pressione arteriosa di 130/90 mm/Hg.
COMMENTI
A) L'attività elettrodermica.
L'andamento di
questo parametro nel corso di un evento come quello che si manifesta
nei giovani veggenti di Medjugorje, può fornire tre tipi
diversi di informazioni:
1) sul livello di vigilanza e/o sul
livello di attivazione sia nervoso centrale che nervoso vegetativo;
2) segnalare il verificarsi di modificazioni fasiche della resistenza
elettrica cutanea ovvero segnalare il verificarsi di emozioni
transienti;
3) fornire informazioni indirette sullo stato di
attività o riposo di aree o porzioni del sistema nervoso
centrale.
Si è visto che nella prima estasi di Jakov Colo
si è verificato uno slivellamento della linea di base del
tracciato elettrodermico: la resistenza elettrica cutanea è
aumentata in modo lento e progressivo durante il corso dell'estasi: è
quella che in psicofisiologia si definisce variazione tonica,
variazione del livello di «tensione» in un
sistema.
L'aumento della resistenza può essere
essenzialmente attribuito ad una diminuzione del tono vegetativo
centrale in quanto si trovano segni esattamente paralleli della
stessa diminuzione sia nel pletismogramma che nei valori istantanei
della frequenza cardiaca.
Nel pletismograrnma, l'ampiezza delle
onde dicrote, minima poco prima e subito dopo l'inizio dell'estasi,
aumenta progressivamente lungo il corso dell'evento fino a
raggiungere il 60-70% dei valori di riferimento. La frequenza
cardiaca, invece, da un valore di ben 180 puls/min. nei primi 10
secondi dell'estasi, cala a 130 puls/min. nei successivi 10 secondi e
rimane poi pressoché costante su tale valore fino alla fine
dell'estasi. Poiché la resistenza elettrica della pelle è,
innanzitutto funzione dello stato di sudorazione distrettuale, la
variazione tonica osservata durante la prima estasi di Jakov indica
che la pelle dei polpastrelli del II e del III dito della mano
sinistra è andata leggermente asciugandosi durante il pur
breve corso dell'evento. E poiché, a sua volta, la sudorazione
delle mani è regolata del sistema simpatico, l'analisi della
resistenza cutanea durante la prima estasi di Jakov dimostra che c'è
uno stato di ipertonia simpatica all'inizio dell'estasi, e che tale
ipertonia si attenua nel corso dell'evento.
Come si vedrà,
lo stato di ipertonia simpatica è dimostrabile anche con
l'analisi di altri parametri psicofisiologici, non solo presi in
considerazione in questa ricerca ma anche in quelle di altri medici
presenti a Medjugorje nella stessa occasione.
L'altro risultato
importante ottenuto mediante l'analisi dei tracciati elettrodermici è
la totale assenza di variazioni fasiche della resistenza elettrica
cutanea.
Nei soggetti in normale stato di vigilanza, brusche
variazioni della resistenza sono frequenti e ampie (qualche esempio
si può vedere nel baseline di Marija Pavlovic, allegato al
presente studio) e, in genere, segnalano una emozione.
La loro
assenza nei tracciati di Jakov assume un duplice significato:
innanzitutto che il soggetto era assente dalla realtà e,
secondariamente, che l'evento psichico che sta vivendo non contiene
stimoli emozionali. Quanto al primo significato, esso va inteso in
senso strettamente probante: il cosiddetto riflesso psicogalvanico è
un indice estremamente sensibile. Durante una registrazione di
baseline clinico che fosse eseguita in un ambiente simile a quello in
cui è stata registrata l'attività elettrodermica di
Jakov in estasi, il tracciato sarebbe costellato di segnali fasici
dovuti a voci, rumori, movimenti delle persone, luci e così
via (volendosi riferire ancora al baseline di Marija Pavlovic, si
tenga presente che durante quella registrazione, la veggente teneva
gli occhi chiusi).
Dunque, durante l'estasi, se non si fosse
verificata un'autentica estraneazione dall'ambiente si sarebbero
potute registrare risposte psicogalvaniche spontanee e anche
provocate. Il professor Santini, infatti, durante le stesse estasi ha
stimolato gli occhi di Jakov con un cstesiometro corneale e, con un
algometro termico, varie aree cutanee. Mi ero dunque preparato a
osservare se all'istante delle stimolazioni comparisse un segno nel
tracciato elettrodermico. Non è successo nulla.
Pertanto,
se un'estasi è innanzitutto «alienazione dei sensi»,
ciò che vive Jakov può essere un'autentica
estasi.
Quanto al secondo significato che si può attribuire
all'essenza di variazioni fasiche della resistenza cutanea, e cioè
che l'evento che si svolge nella mente dell'estatico sia privo di
stimoli emozionali, esso è meno sicuro. Essendo un dato che
viene rilevato per la prima volta in senso assoluto, la correttezza
dell'interpretazione può essere rimandata a future
osservazioni.
Quanto all'estasi di Ivan Dragicevic,
l'elettrodermogramma non è stato registrato.
B) La
pletismografia.
Questo indice misura le variazioni di volume
del sangue nel polpastrello di un dito. Nel poligrafo impiegato a
Medjugorje la misurazione è realizzata con metodo ottico: un
apposito sensore registra le variazioni di trasparenza che
intervengono in una piccola porzione di tessuto del segmento corporeo
preso in esame. La trasparenza è direttamente proporzionale al
contenuto ematico del tessuto stesso.
In fase con un ciclo
cardiaco, dunque, si realizza una variazione di trasparenza che segue
l'arrivo periferico della gettata sistolica, il suo passaggio
attraverso il letto capillare e il suo allontanamento nel letto
venoso. Ne risulta una variazione di trasparenza a forma di onda
difasica, detta onda dicrota.
Nel poligrafo Lafayette, la
registrazione avviene in modo tale che la penna del registratore
ritorni, dopo ogni onda, ad una linea di base costante, detta anche
linea di centro, che è indicativa, per così dire, della
trasparenza (o della opacità) costante del tessuto. In realtà,
segnala la quantità di sangue contenuta nel tessuto al punto
morto diastolico e cioè indica lo stato di
contrazione/rilasciamento dei vasi capillari. Le variazioni della
linea di base, a loro volta, sono indicative di variazioni del tono
capillare e possono essere di due tipi, fasiche quando sono di breve
durata, toniche quando la linea di base si slivella in modo
progressivo e costante, per tempi lunghi.
Durante le estasi di
Jakov Colo sono stati osservati diversi eventi fasici e tonici:
a)
una notevole diminuzione dell'ampiezza delle onde dicrote rispetto ai
valori di controllo, cioè a dire, uno stato di notevole
ipertonìa capillare, con conseguente marcata diminuzione del
flusso ematico locale; b) delle variazioni di ampiezza delle onde
dicrote che, potendo essere messe in relazione costante con diversi
momenti dell'estasi, permettono di descrivere un periodo prodromico,
un periodo di stato e un fenomeno di rimbalzo (rebound).
Seppure
con minore chiarezza, le stesse osservazioni sono state fatte nel
pletismogramma dell'estasi di Ivan Dragicevic.
Tali fenomeni
indicano, in ambedue i veggenti, uno stato di notevole ipertonia
adrenergica periferica, stato che era già ipotizzabile
dall'analisi dei tracciati elettrodermici di Jakov.
E' importante
sottolineare che la fenomenologia pletismografica è costante:
si riscontra in due estasi successive nello stesso soggetto e si
ritrova in un'altra avuta da un soggetto diverso.
L'organismo di
ambedue i veggenti si trova in uno stato di allerta ergotrofica e,
come si vedrà più avanti, ciò è
determinante sia per giudicare dell'autenticità dell'estasi,
che per ipotizzare l'esistenza di un trigger dell'entrata in estasi,
che, infine, per abbozzare una interpretazione neurofisiologica
dell'estasi stessa (R. Fisher, A cartography of thè ecstatic
and meditative states, Science, 174, 1971, 897-904. E. Gellhorn e
W.E. Kiely, Mystical states ofcon-sciousness: neurophysiological and
clinical aspects, J.Nerv. Ment. Dis. 154, 1972, 399-405).
C)
La frequenza cardiaca
La frequenza cardiaca durante l'estasi
è calcolabile direttamente dal tracciato pletismografico.
Sia
Jakov Cólo che Ivan Dragicevic, durante le estasi, fanno
registrare frequenze cardiache molto elevate: 150 puls/min. Jakov,
130 puls/min. Ivan.
I valori di riferimento (e cioè quelli
ottenuti durante la seduta di baseline) erano, rispettivamente, di 96
e 84 puls/min.
Anche Marija Pavlovic, alla quale polso e pressione
arteriosa durante le estasi, sono stati misurati a turno dai vari
medici presenti, aveva valori basali di frequenza tra 80 e 96
puls/min. (si veda anche il tracciato di baseline allegato al
presente studio) e valori, durante le estasi, tra le 125 e le 135
puls/min. I valori della frequenza cardiaca dimostrano, di nuovo, lo
stato di ipertonia adrenergica periferica già rilevato
dall'analisi dei tracciati elettrodermici e pletismografici.
D)
Il pneumogramma
Si tratta dell'indice meno importante tra
quelli studiati perché è quello che fornisce meno
indicazioni psicofisiologiche.
I tracciati basali rivelano
frequenze respiratorie abituali in Ivan Dragicevic di 18/min, in
Jakov Colo di 22/min e in Marija Pavlovic di 22/min.
La frequenza
in estasi è stata misurata solo in Jakov, che nella prima
estasi respirava 18 volte al minuto e, nella seconda, 24.
Sia i
valori basali che quelli intra-estatici sono più alti della
frequenza media fisiologica per soggetti dell'età dei tre
veggenti.
Poiché nel determinismo di tali valori concorrono
numerosi fattori è difficile azzardare ipotesi e
interpretazioni solo sulla base di quanto si è raccolto.
Non
è comunque inutile ricordare che l'iperventilazione è
un correlato fisico delle situazioni ergotrofiche. Quanto ad altre
possibili valutazioni, fin dall'epoca delle osservazioni mediche su
Luisa Lateau (M. Warlomont-Louise Lateau,Rapport medicale sur la
stigmatisée de Bois d'Haine, Bull. Soc. Roy. Med. du Belgique,
XV, 1875, 144-314) si era cercato di capire se ci fosse qualche
relazione tra concentrazione dei gas respiratori nel sangue e
estasi.
Proprio nel caso di Luisa Lateau vennero fatti esami dei
gas espiratori prima e durante le estasi e non furono trovati valori
o anomalie della concentrazione che facessero ritenere probabile che
lo stato alterato di coscienza di Luisa fosse dovuto a ipercapnia o a
ipocapnia.
In epoca recente un'indagine del genere, del tutto
risolutiva per il problema, è stata fatta da Wallace e Benson
su meditatori occasionali e abituali (K.R. Wallace e H. Benson,The
physiology of meditation, Sci.Amer., 226, 1972, 84-90).
STUDIO PUPILLOMICO DEI RAGAZZI VEGGENTI - Dr. Luigi Frigerio - Dr. Luigi Farina
Durante il mese di settembre 1985 abbiamo raccolto una serie di
immagini fotografiche della pupilla e dell'iride dei veggenti di
Medjugorje prima, durante e dopo l'estasi.
La pupilla di un
soggetto normale si dilata quando si verifica una riduzione della
luce ambientale e si restringe quando la lux-metria aumenta.
Una
variazione di diametri pupillari, a condizioni invariate di luce, può
altresì verificarsi per modificazioni del sistema
neurovegetativo, intrinseche al soggetto esaminato.
Per esempio
uno stato di iperattività del sistema nervoso ortosimpatico
può determinare, oltre ad un aumento della pressione arteriosa
sistemica e ad un incremento della frequenza cardiaca al minuto,
anche un ampliamento dei diametri della pupilla. Tale modificazione
può essere studiata con metodo fotografico calcolando la
variazione millimetrica percentuale della pupilla rispetto ai
diametri dell'iride (parte colorata dell'occhio). Il giorno 7
settembre 1985 abbiamo studiato la pupilla di Marija Pavlovic poco
prima dell'estasi, sul luogo dell'apparizione.
La pupilla
presentava un diametro pari al 36% del diametro totale
dell'iride.
Durante l'estasi invece la pupilla appariva dilatata
con un diametro pari al 55% del diametro totale dell'iride. Subito
dopo l'estasi la pupillometria si riduceva e, a condizioni invariate
di luce, risultava del 32% rispetto al diametro dell'iride.
Il
giorno 8 settembre 1985 abbiamo eseguito diverse rilevazioni
cine-fotografiche sulla pupilla di Jakov Colo. Durante l'estasi la
pupillometria di Jakov risultava pari al 42% dei diametri dell'iride.
Subito dopo l'estasi il diametro pupillare si era ridotto al 36%
rispetto ai valori dell'iride.
Questi dati confermano l'esistenza
di una modificazione funzionale del sistema neurovegetativo nei
ragazzi di Medjugorje in relazione al verificarsi del fenomeno
estatico.
E' molto probabile che tali modificazioni debbano essere
interpretate nell'ambito di un ipertono generalizzato del sistema
nervoso ortosimpatico che si verifica durante l'estasi.
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STUDIO DELL'AMMICCAMENTO SPONTANEO
Controllo video
eseguito da:
Dr. L. Frigerio - Dr. L. Farina - Dr. Vangelis
Katoulis di Atene.
1° giorno - 7.9.85 - Marija Pavlovic
Prima dell'estasi
Controllo di un minuto continuo con 25 ammiccamenti e precisamente con questa frequenza: 0"-l"-2"-3"-6"-8"-10"-ll"-14"-16"-21"-24"-31"-34"-38"-39"-45"-47"-49"-50"-52"-54" 55"-56"-59".
Durante l'estasi
La durata dell'estasi è stata di 1' e 11".
Si
possono vedere sul video gli occhi della veggente nei seguenti
periodi:
da 3" a 11"
da 17" a 32"
da 40"
a 41"
da 51" a 1',11" si è visto un solo
ammiccamento al 59".
N.B. Fuori dall'estasi Marija Pavlovic
presentava un ammiccamento ogni 2,4 secondi (media aritmetica) mentre
durante l'estasi la frequenza del fenomeno si riduceva (un
ammiccamento su 44 secondi esaminati).
2° giorno -
8.9.85 - Jakov Colo
Durante l'estasi
La durata è stata di 52". Si sono avuti 7 ammiccamenti e precisamente a: 4"-10"-25"-31"-33"-38"-43" (media aritmetica: un ammiccamento spontaneo ogni 7,4 secondi).
Dopo l'estasi
Controllo di 12" continui. Si registrano 7 ammiccamenti con questa frequenza: l"-2"-3"-5"-7"-9"-12" (media aritmetica: un ammiccamento spontaneo ogni 1,7 secondi).
Conclusioni
Lo studio dell'ammiccamento spontaneo dimostra che si verifica una netta riduzione dell'ammiccamento palpebrale durante il periodo estatico nei ragazzi indagati con una variazione soggettiva tipica di ciascun individuo.
Esame della frequenza cardiaca durante quattro fenomeni
estatici a Medjugorje nel settembre 1985 su Jacov Colo, Ivan
Dragicevic, Marija Pavlovic, Vicka Ivankovic.
Dr. Giorgio
Gagliardi
Lo studio attuale riguarda la rilevazione manuale della frequenza
cardiaca effettuata parallelamente al rilievo strumentale della
medesima e rapportata alla rilevazione già effettuata circa un
anno fa dal dr. Joyeux. Detto studio è stato compiuto nel mese
di settembre del 1985, la rilevazione strumentale è stata
ricavata dal tracciato pletismografico eseguito dal dr. M. Margnelli.
I soggetti testati sono stati: Jacov Colo, Ivan Dragicevic, Marija
Pavlovic, Wicka Ivankovic.
I risultati ottenuti sono in parte
sovrapponibili a quelli ottenuti dal dr. Joyeux nel 1984 il quale
così conclude: «Questi risultati non sono significativi,
essi esprimono la reazione del comportamento emozionale se si ammette
(ed è probabile) che il periodo dell'estasi, la sua
preparazione ed il suo seguito, corrispondono sempre ad un
avvenimento sempre nuovo e paranormale per i veggenti».
Le
registrazioni e rilevazioni del gruppo francese e del gruppo italiano
sono avvenute nelle stesse condizioni sperimentali e cioè in
una saletta chiusa, con la presenza di pochi estranei oltre al
personale sperimentatore: le conclusioni a cui è giunto il
gruppo francese potrebbero coincidere, ma non è così
poiché la nostra sperimentazione è stata rapportata a
quanto è stato registrato in analoghe situazioni da
numerosissimi altri autori, che per le estasi e fenomeni similari
parlano di uno stato neurofisiologico ben preciso che coinvolge a
differenti livelli importanti centri nervosi.
E' ciò che si
è riscontrato anche nelle estasi di Medjugorje. Nei rilievi
baseline della frequenza cardiaca si può rilevare che questa
si trova in un range che è già ai limiti superiori
della norma ed in diverse rilevazioni oltre i limiti superiori della
norma in un arousal già di stimolazione adrenergica
simpatica.
Nei momenti che precedono l'estasi l'aurosal
ergotrofico è in netto aumento delineando così un netto
orientamento neurofisiologico che determina l'avvio di un continuum
adrenergico nei primi istanti dell'estasi segnando così
l'inizio dell'avvenimento estatico, durante il quale i valori
ergotrofici della frequenza cardiaca si mantengono sempre molto
elevati, accennando però ad una stabilizzazione
dell'eccitamento.
Dopo l'estasi i valori si riportano all'attività
ipertonica simpatica dello stato preestasi e poi molto lentamente
(20/30') ritornano ai valori baseline.
La frequenza cardiaca
normale è notoriamente variabile in rapporto alle condizioni
fisiologiche, parafisiologiche o patologiche delle varie situazioni
di richiesta da parte dell'organismo.
Le frequenze registrate sui
giovani «veggenti» di Medjugorje, dimostrano quanto
segue:
a) lo stato di base dei giovani testati è da
considerarsi ai limiti superiori della norma. In diversi rilevamenti
(Wicka, Marija) il baseline è già fuori della norma e
perciò dette persone hanno già di base una situazione
neurovegetativa di ipersimpaticotonia adrenergica.
b) durante la
preestasi l'ipertonia simpatica subisce un ulteriore incremento con
variazioni in più della frequenza compreso tra il 10/20%.
c)
durante i primi secondi dell'estasi (protoestasi) scatta un innesco
(trigger) che porta a valori elevati la frequenza, determinando il
massimo dell'ipertonia simpatica adrenergica.
d) trascorsi
all'incirca 10" la frequenza si stabilizza su valori che
corrispondono al 25/70% dei valori basali e al 15/60% dei valori
della preestasi. Finita l'estasi i valori della frequenza cardiaca si
riportano i valori della preestasi e rimangono tali per circa 15'.
Dopo ritornano anche sotto i valori basali riscontrati durante la
giornata.
e) durante l'estasi di Marija del 10/9/1985 che è
durata 6' si è potuto constatare che i valori soglia e del
continuum erano inferiori ai valori riscontrati negli altri giorni,
la frequenza subiva un aumento in pre, proto estasi e sempre durante
l'estasi si portava gradualmente ai valori basali che tali restavano
anche terminata l'estasi.
f) le registrazioni effettuate dal prof.
Joyeux sono in parte divergenti: una corrisponde a quanto descritto,
mentre in altre tre registrazioni Ivanka (10/6/1984), Vicka
(7/10/1984), Marija (7/10/1984) si nota che dopo l'estasi si ha un
ulteriore iperstimolo simpatico, con un nuovo innalzamento della
frequenza di circa 7/8%.
g) altri rilevamenti della frequenza
cardiaca (1983) dimostrano un innalzamento dei valori durante
l'estasi ed un ritorno ai valori preestasi nel «dopo estasi».
7 Settembre 1985
Nominativo |
Basale |
Prima |
Inizio |
Durante |
Dopo |
JACOV |
88 |
120 |
180 |
150-130 |
115 |
MARIJA |
96 |
110 |
|
135 |
|
IVAN |
80 |
84 |
|
140 |
|
8 Settembre 1985
Nominativo |
Basale |
Prima |
Inizio |
Durante |
Dopo |
JACOV |
76 |
100 |
156 |
130 |
90 |
MARIJA |
100 |
94 |
|
125 |
96 |
9 Settembre 1985
Nominativo |
Basale |
Prima |
Inizio |
Durante |
Dopo |
JACOV |
120 |
120 |
|
|
|
MARIJA |
80 |
108 |
|
|
108 |
IVAN |
94 |
96 |
138 |
132 |
92 |
10 Settembre 1985
Nominativo |
Basale |
Prima |
Inizio |
Durante |
Dopo |
MARIJA |
84 |
82 |
100 |
96-88 |
88 |
7 Settembre 1985
Tabella rilevamenti effettuati dal Prof. Joyeux
di Montpellier nel
1984
Pulsations/mn |
Avant extase |
Proto extase |
Pendant extase |
Aprés extase |
IVANKA |
144 |
|
125 |
136 |
VICKA |
104 |
140 |
135 |
145 |
MARIJA |
105-95 |
99 |
95 |
110 |
IVAN |
111-107 |
131 |
120 |
120 |