Aprile 1997: HA’ PERFINO UN SIFONE!
01/07/2016
1774
Medjugorje: gli anni 90
Suor Emmanuel

Medjugorje, 15 agosto 1997, messa del mattino in inglese, Chiesa di San Giacomo, strapiena. Ondate di applausi scuotono l'assemblea mentre Padre Charles Mangano dà la sua testimonianza. E' un vero miracolo che abbia potuto presiedere alla celebrazione oggi, solo la Gospa poteva organizzare tutto questo! Non sono abituata alle ovazioni durante la messa, ma quel giorno confesso di aver strizzato un occhio a Dio dicendogli: "Grazie Signore di aver creato gli americani !!" Mi piacerebbe poter rendere qui l'accento di New York, così caratteristico di questo prete di trentasei anni che esprime la sua ammirazione per la Madonna e che canta gli inni che ha composto per Lei. Ma se voi non potete godere del suo accento, non perdetevi le sue parole: un vero regalo da parte di Maria! "Oggi è un'anniversario perché la prima volta che sono venuto a Medjugorje era il 15 agosto 1984, per l'Assunzione. A quell'epoca ero pieno di inquietudini, di dubbi e perfino di angosce perché sentivo nel mio cuore una chiamata a diventare prete, ma non ero sicuro: l'idea veniva da me o da Dio? Non capivo la volontà di Dio su di me e mi dicevo: "Sarò capace di vivere il sacerdozio? Sarò pronto a rinunciare a fondare una famiglia, ad avere una moglie e dei bambini...?" In effetti, volevo sposarmi.
Il mio sogno era sempre stato di sposarmi. Quando ho incominciato ha pensare al sacerdozio avevo 16 anni. Ne avevo 24 durante il mio primo soggiorno a Medjugorje. Avevo appena terminato i miei studi di filosofia e di teologia perché pensavo di diventare professore di università nel caso non fossi diventato prete. In quel preciso momento della mia vita ero obbligato a prendere una decisione netta perché, allora o mai più, dovevo iscrivermi al seminario ed ero terribilmente depresso! Certamente amavo Gesù profondamente, pregavo tutti i giorni. Volevo sinceramente far bene le cose, volevo seguire il Signore. D'altra parte era per questo che combattevo in me stesso, perché la Sua volontà su di me non era ben chiara. Alla fine del pellegrinaggio, stavo gironzolando intorno alla chiesa, da curioso, mentre studiavo i dintorni del santuario. Ero molto commosso vedendo tutti quei preti che confessavano tutto il giorno. Dato che aveva appena finito di piovere, la gente si inginocchiava proprio nel fango, era veramente commovente. Quello che mi impressionava di più erano i preti stessi: riportavano le persone a Gesù!
Il mio amico prete, accompagnatore del nostro gruppo, ci aveva chiesto di salire sull'autobus alle 18 e di aspettarlo dentro, mentre con un altro prete, avrebbe assistito all'apparizione, perché avevano avuto l'occasione di essere ammessi nefla stanza dell'apparizione quel giorno. Sarebbero dunque andati a pregare con i veggenti e, appena terminata l'apparizione, ci avrebbero raggiunti nell'autobus, per filare immediatamente verso Spaiato e prendere il traghetto per l'Italia. In effetti tutto il gruppo è salito sull'autobus tranne io.Verso le 18, scorgo una finestra sul lato destro della chiesa, sotto questa finestra c'erano delle grosse botti, sormontate da assi e la gente era salita per poter guardare attraverso la finestra. Mi sono detto: "Deve essere quella la famosa finestra?!" Ho deciso di arrampicarmi anch'io sulle botti, ma non c'era più posto. Mentre mi avvicinavo, qualcuno è saltato giù e con un balzo, ho preso il suo posto. Eccomi issato sulle assi a guardare dalla finestra e mi rendo conto che si tratta probabilmente della stanza delle apparizioni. In ogni caso, se lo era veramente, non mi sarei certo mosso! Per 40 minuti sono rimasto piantato li, in piedi, aggrappato alle sbarre! Immaginatevi, 40 minuti senza sapere se fosse o meno la stanza giusta! Mi ripetevo continuamente: "Dev'essere questa, dev'essere questa!" Non mi sono scollato da lì finché un francescano ha fatto entrare i preti nella stanza.
Finalmente ho capito che era proprio questa! Ho visto entrare il mio amico e non dimenticherò mai l'espressione del suo viso, quando mi ha visto dietro le sbarre: "Cosa fai lì?!? Come ci sei riuscito?!? Dovresti essere sull'autobus!" (Qui perdete il meglio, perché Padre Charles si mette a mimare questo dialogo senza parole e come lui annuiva con la testa per dire: "E si, caro mio, sono proprio io!!! Sei sbalordito eh?") Poi il prete si è messo in ginocchio e i ragazzi (i veggenti) sono entrati a loro volta. Mentre i ragazzi pregavano, nello spazio di un secondo sono caduti in ginocchio, ahia... le rotule. Non smettevo di guardare loro e il soffitto e mi ricordo del mio primo pensiero: "È cosi normale...!" In effetti mi aspettavo un lampo luminoso, un rumore, un colpo di tuono... in breve qualcosa di speciale, una manifestazione nello stile "Monte Oreb", ma non è successo niente di straordinario. Più guardavo, più mi ripetevo "E' così normale..." A dire il vero ero deluso.
Lottavo dentro di me perché mi vedevo già rientrare a casa con gli stessi dubbi, però ho finito per accettare questa situazione. Ho fatto buon viso a cattiva sorte. Proprio in quel momento ho sentito la voce di Dio nel mio cuore: "Io lavoro per mezzo di tutto quello che è normale." Allora di colpo mi è andato bene così, non avevo più bisogno di musiche angeliche, di trombe celesti, di lampi di luce... Ok, va bene così! Guardavo ancora i ragazzi quando di colpo ho sentito Maria che parlava nel mio cuore, l'ho realmente sentita dire: "Charles, smetti di correre, smetti di essere ansioso e lascia che ti mostri la tua vocazione!" Nello stesso momento ho avuto una forte esperienza sensibile... come dire... immaginate una grande vasca da bagno piena di acqua sporca, si toglie il tappo e di colpo tutta l'acqua sporca si lascia aspirare in un gorgo rumoroso che gira attorno allo scarico, sempre più in fretta, sempre più forte e con un rumore di... (Qui Padre Charles mima il colpo di sifone... avete già sentito il rumore di una vasca da bagno che si vuota con l'accento di New York? Quel giorno, io l'ho sentito!) ...ecco esattamente l'immagine di quello che sentivo interiormente - continua Padre Charles. - Era come se fossi pulito, svuotato da ogni negatività. Tutte le mie inquietudini, le paure, i dubbi e le altre angosce erano aspirate come delle acque sporche da un sifone; tutti i miei dubbi del genere: "Ce la farò? Non ce la farò? Lo voglio veramente....?" mi hanno lasciato completamente. Ero ricolmo di una immensa pace. Potevo sentire la forte presenza della Madonna; non ho parole per descrivere questa esperienza (2), era come se Lei mi prendesse tra le braccia e mi tenesse contro il suo cuore. Non lo dimenticherò mai.
Ero sbalordito dal fatto che una cosa simile potesse essere successa proprio a me. Ero completamente sotto shock. Non me l'aspettavo proprio, non ero venuto per questo, ero venuto per fare la mia piccola inchiesta su Mediugorie e vedere se fosse vero o no. Non ero venuto perché Maria parlasse al mio cuore! Era un'esperienza così forte che mi chiedevo: "Sto forse sognando?" Mi ricordo di aver detto a voce alta in quel momento: "Ecco, ho deciso, sarò prete! Ecco quello che voglio fare della mia vita: voglio portare la gente a Gesù. Lo voglio proprio!" Ho poi guardato a destra e ho visto i preti confessare... sì, è così, sarò prete! E' stata un'esperienza determinante e in tutta la faccenda mi sono sentito piccolo piccolo. Ha radicalmente cambiato la mia vita, da cima a fondo! Portare le persone a conoscere Gesù, a amare Gesù, a vivere di Gesù, ci sarà mai una gioia più grande? Aiutare la gente a pregare, a sperimentare l'amore di Dio, a riportarla alla fede . . .woauu! Ritornato a New York, sono entrato in seminario. Sono stato ordinato nel 1990, sono prete da sette anni e oggi... ECCOMI, MADRE!
Il mio sogno era sempre stato di sposarmi. Quando ho incominciato ha pensare al sacerdozio avevo 16 anni. Ne avevo 24 durante il mio primo soggiorno a Medjugorje. Avevo appena terminato i miei studi di filosofia e di teologia perché pensavo di diventare professore di università nel caso non fossi diventato prete. In quel preciso momento della mia vita ero obbligato a prendere una decisione netta perché, allora o mai più, dovevo iscrivermi al seminario ed ero terribilmente depresso! Certamente amavo Gesù profondamente, pregavo tutti i giorni. Volevo sinceramente far bene le cose, volevo seguire il Signore. D'altra parte era per questo che combattevo in me stesso, perché la Sua volontà su di me non era ben chiara. Alla fine del pellegrinaggio, stavo gironzolando intorno alla chiesa, da curioso, mentre studiavo i dintorni del santuario. Ero molto commosso vedendo tutti quei preti che confessavano tutto il giorno. Dato che aveva appena finito di piovere, la gente si inginocchiava proprio nel fango, era veramente commovente. Quello che mi impressionava di più erano i preti stessi: riportavano le persone a Gesù!
Il mio amico prete, accompagnatore del nostro gruppo, ci aveva chiesto di salire sull'autobus alle 18 e di aspettarlo dentro, mentre con un altro prete, avrebbe assistito all'apparizione, perché avevano avuto l'occasione di essere ammessi nefla stanza dell'apparizione quel giorno. Sarebbero dunque andati a pregare con i veggenti e, appena terminata l'apparizione, ci avrebbero raggiunti nell'autobus, per filare immediatamente verso Spaiato e prendere il traghetto per l'Italia. In effetti tutto il gruppo è salito sull'autobus tranne io.Verso le 18, scorgo una finestra sul lato destro della chiesa, sotto questa finestra c'erano delle grosse botti, sormontate da assi e la gente era salita per poter guardare attraverso la finestra. Mi sono detto: "Deve essere quella la famosa finestra?!" Ho deciso di arrampicarmi anch'io sulle botti, ma non c'era più posto. Mentre mi avvicinavo, qualcuno è saltato giù e con un balzo, ho preso il suo posto. Eccomi issato sulle assi a guardare dalla finestra e mi rendo conto che si tratta probabilmente della stanza delle apparizioni. In ogni caso, se lo era veramente, non mi sarei certo mosso! Per 40 minuti sono rimasto piantato li, in piedi, aggrappato alle sbarre! Immaginatevi, 40 minuti senza sapere se fosse o meno la stanza giusta! Mi ripetevo continuamente: "Dev'essere questa, dev'essere questa!" Non mi sono scollato da lì finché un francescano ha fatto entrare i preti nella stanza.
Finalmente ho capito che era proprio questa! Ho visto entrare il mio amico e non dimenticherò mai l'espressione del suo viso, quando mi ha visto dietro le sbarre: "Cosa fai lì?!? Come ci sei riuscito?!? Dovresti essere sull'autobus!" (Qui perdete il meglio, perché Padre Charles si mette a mimare questo dialogo senza parole e come lui annuiva con la testa per dire: "E si, caro mio, sono proprio io!!! Sei sbalordito eh?") Poi il prete si è messo in ginocchio e i ragazzi (i veggenti) sono entrati a loro volta. Mentre i ragazzi pregavano, nello spazio di un secondo sono caduti in ginocchio, ahia... le rotule. Non smettevo di guardare loro e il soffitto e mi ricordo del mio primo pensiero: "È cosi normale...!" In effetti mi aspettavo un lampo luminoso, un rumore, un colpo di tuono... in breve qualcosa di speciale, una manifestazione nello stile "Monte Oreb", ma non è successo niente di straordinario. Più guardavo, più mi ripetevo "E' così normale..." A dire il vero ero deluso.
Lottavo dentro di me perché mi vedevo già rientrare a casa con gli stessi dubbi, però ho finito per accettare questa situazione. Ho fatto buon viso a cattiva sorte. Proprio in quel momento ho sentito la voce di Dio nel mio cuore: "Io lavoro per mezzo di tutto quello che è normale." Allora di colpo mi è andato bene così, non avevo più bisogno di musiche angeliche, di trombe celesti, di lampi di luce... Ok, va bene così! Guardavo ancora i ragazzi quando di colpo ho sentito Maria che parlava nel mio cuore, l'ho realmente sentita dire: "Charles, smetti di correre, smetti di essere ansioso e lascia che ti mostri la tua vocazione!" Nello stesso momento ho avuto una forte esperienza sensibile... come dire... immaginate una grande vasca da bagno piena di acqua sporca, si toglie il tappo e di colpo tutta l'acqua sporca si lascia aspirare in un gorgo rumoroso che gira attorno allo scarico, sempre più in fretta, sempre più forte e con un rumore di... (Qui Padre Charles mima il colpo di sifone... avete già sentito il rumore di una vasca da bagno che si vuota con l'accento di New York? Quel giorno, io l'ho sentito!) ...ecco esattamente l'immagine di quello che sentivo interiormente - continua Padre Charles. - Era come se fossi pulito, svuotato da ogni negatività. Tutte le mie inquietudini, le paure, i dubbi e le altre angosce erano aspirate come delle acque sporche da un sifone; tutti i miei dubbi del genere: "Ce la farò? Non ce la farò? Lo voglio veramente....?" mi hanno lasciato completamente. Ero ricolmo di una immensa pace. Potevo sentire la forte presenza della Madonna; non ho parole per descrivere questa esperienza (2), era come se Lei mi prendesse tra le braccia e mi tenesse contro il suo cuore. Non lo dimenticherò mai.
Ero sbalordito dal fatto che una cosa simile potesse essere successa proprio a me. Ero completamente sotto shock. Non me l'aspettavo proprio, non ero venuto per questo, ero venuto per fare la mia piccola inchiesta su Mediugorie e vedere se fosse vero o no. Non ero venuto perché Maria parlasse al mio cuore! Era un'esperienza così forte che mi chiedevo: "Sto forse sognando?" Mi ricordo di aver detto a voce alta in quel momento: "Ecco, ho deciso, sarò prete! Ecco quello che voglio fare della mia vita: voglio portare la gente a Gesù. Lo voglio proprio!" Ho poi guardato a destra e ho visto i preti confessare... sì, è così, sarò prete! E' stata un'esperienza determinante e in tutta la faccenda mi sono sentito piccolo piccolo. Ha radicalmente cambiato la mia vita, da cima a fondo! Portare le persone a conoscere Gesù, a amare Gesù, a vivere di Gesù, ci sarà mai una gioia più grande? Aiutare la gente a pregare, a sperimentare l'amore di Dio, a riportarla alla fede . . .woauu! Ritornato a New York, sono entrato in seminario. Sono stato ordinato nel 1990, sono prete da sette anni e oggi... ECCOMI, MADRE!
Fonte: Suor Emmanuel