Marzo 1996: IL MINISTERO DI COLETTE

MESSAGGIO del 25 marzo 1996. Festa deIl’Annunciazione "Cari figli, v'invito a decidervi di nuovo ad amare Dio al di sopra di tutto. In questo tempo in cui, a causa dello spirito consumistico, si dimentica cosa significa amare ed apprezzare veri valori, Io v 'invito di nuovo, figlioli, a mettere Dio al primo posto nella vostra vita. Che Satana non vi attiri con le cose materiali; ma, decidetevi, figlioli, per Dio che é libertà e amore. Scegliete la vita e non la morte dell 'anima. Figlioli, in questo tempo in cui meditate la Passione e la Morte di Gesù, v'invito a decidervi per la vita che é rifiorita con la Risurrezione. Che la vostra vita si rinnovi oggi attraverso la conversione che vi condurrà alla vita eterna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
"Cancro al seno, molto avanzato...!" Il professor Joyeux ripone i risultati delle analisi di Colette e avvisa Cristiano, suo marito, che deve essere operata con la massima urgenza. Un colpo per tutta la famiglia e per la Comunità della Beatitudini alla quale appartiene, perché Colette è una donna dinamica, piena di vita, giovane, bella... Dopo l'operazione, comincia per Colette una lunga Via Crucis perché le metastasi si estendono ad altri organi; si indebolisce di giorno in giorno. Nel gennaio 1994, Cristiano e lei decidono di fare una pazzia: vengono a Medjugorje, malgrado le condizioni critiche di Colette che si regge appena in piedi. Una forte angina si aggiunge al tutto così che Colette dovrà rimanere a letto sei dei suoi otto giorni a Medjugorje. Lei che sognava di poter pregare sulle montagne e di andare da Vicka! Offre tutto a Maria senza lamentarsi. Una sorpresa l'attende: hanno avvertito Vicka che accorre al capezzale di Colette e prega su di lei a lungo, con la solita semplicità. Mentre mormora le benedizioni in croato le sorride con aria incoraggiante. Lasciandola la bacia e le dice: - Non aver paura, la Gospa è sempre con te! - Sempre ignari dei piani di Dio sulle nostre vite, molto più belli dei nostri, attendiamo tutti la guarigione di Colette e veniamo a sapere con disappunto che le cose non fanno che peggiorare a gran velocità. Le sofferenze di Colette diventano intollerabili, nonostante tutti i trattamenti della medicina moderna.
Colette stupisce tutti per la sua pace inesauribile e la gioia spontanea che manifesta anche nelle situazioni più tragiche del suo doloroso cammino verso la morte. Dopo Medjugorje, la benedizione di Maria la sostiene, si direbbe che si amplifichi fino a trasfigurare il viso di Colette. - Dopo la preghiera di Vicka, la Madonna non mi ha lasciato un momento - mi dice. - E' lei che mi ha insegnato a soffrire in unione con Gesù, come lei, e tu non mi crederai se ti dico che più io soffro, più mi sento intimamente unita a Gesù. I momenti di sofferenza più intensa sono per me i momenti della gioia più intensa, una gioia veramente divina che non posso descriverti. Sento la Sua gioia di salvare le anime. E' straordinario! A vedermi così, povera malata in un letto, nessuno crederebbe che sono la donna più felice del mondo! - Nel luglio 1995 giunge la fine.
Il suo povero corpo devastato non ha più forza. La famiglia sta vicino a lei con tutti quelli che le vogliono bene e le mormorano all'orecchio le classiche parole di consolazione: "Colette, quando sarai lassù non dimenticarti... " Colette si prepara a partire con Maria, nella pace di una vita che ha donato tutto quello che aveva e ben di più. Qualche mese prima, durante un'adorazione (ha il SS. Sacramento nella sua camera), Gesù le ha mostrato come avverrà il suo arrivo in cielo.. .Vede un delirio di gioia di tutti gli eletti quando lei fa il suo ingresso con un magnifico abito bianco; lei è la più bella, l'unica e Gesù le va incontro per prenderla tra le braccia e per farla danzare, danzare, danzare... Ma il luglio 1995 non è la data di Dio perché, contro tutte le previsioni (mediche!), Colette non se ne va e riprende nuova energia, tutta soprannaturale. Cosa è successo? Alle porte della morte, Colette ha avuto la "visita" di Marta Robin che le chiede se vuole vivere ancora un po' per prolungare il suo ministero di "crocifissa per amore" per aiutare i suoi fratelli. Colette non sapeva niente di Marta, ma questa "visita" è stata l'inizio d'una straordinaria collaborazione fra queste due anime. Colette non aveva forse offerto la sua malattia e la sua vita per i suoi fratelli e sorelle della comunità? Segni tangibili di questa offerta per le anime non si sono fatti attendere.
Nei giorni che seguirono, Colette è presa da una compassione così intensa per tutti che lei stessa non si riconosce più. Tutto questo non viene da lei! Nel fondo di ogni cuore lei vede come al cinema le ferite, le sofferenze segrete di ciascuno e, in tutti i dettagli, le circostanze che hanno provocato le ferite. Vede, capisce, percepisce persino i dialoghi o i pensieri segreti dei genitori al momento del concepimento del bambino; vede il bimbo nel seno di sua madre, la sua straordinaria coscienza d'amore, anche se è ancora microscopico. Scopre come questo piccolo essere capta la mancanza d'amore, i conflitti, le impurità, vede il rifiuto dei suoi genitori. Il bebè è cosciente di tutto e con che acume capisce! Lei piange di dispiacere, ma non sono sue le lacrime, sente che è la Madonna che piange in lei davanti a questi cuori lacerati, torturati prima ancora di aver visto la luce. E' la Beata Vergine che piange per i comportamenti contorti, infelici, presi più tardi dal bambino, a causa delle sue primissime e più profonde ferite.
Comincia così per Colette un ministero mai visto prima: nella preghiera comunica a ciascuno quello che Dio le mostra: i momenti precisi in cui il bambino ha detto no alla vita, no a Dio, no all'amore, come per premunirsi contro la non accoglienza di cui è vittima. Ma vedere è una cosa, guarire è un'altra! Quello che non potrebbero fare vent'anni di psicoterapia, per rimettere qualcuno in piedi, Colette, come strumento di Dio, lo fa in uno o due incontri con la persona. La compassione di Gesù e di Maria sgorgava dal suo cuore come una sorgente impetuosa e la guarigione incominciava. Dio solo sa quante resurrezioni hanno avuto luogo nella camera di Colette. Si andava a trovarla e, dietro il suo somso, il suo umorismo, la sua gioia, la sua pazienza... si vedeva Maria, si trovava la madre delle nostre vite, colei che ci prende sul cuore per ridonarci il gusto di vivere, per renderci la nostra vera identità.
Otto mesi più tardi, il 2 marzo 1996 (Primo sabato del mese), Colette ha vissuto infine la sua entrata in cielo. All'ora della sua pasqua, Cristiano si trova vicino a lei con due dei loro figli ed una suora della comunità. Colette non può più parlare ma capisce ancora. Vicino al suo letto, pregano il rosario. Arrivati all'ultimo mistero glorioso, l'Incoronazione di Maria, Regina degli angeli e dei santi, Sr. Caterina dice a Colette: - Vai, Colette, ora tu puoi andare! Lassù ti aspettano tutti! Colette li ha lasciati in quel momento, il suo respiro si è fermato dolcemente. Lei continua oggi il suo lavoro tra noi in altro modo, rendendosi presente a coloro che richiedono il suo aiuto. Ma dato che lei è di questa terra e sa che noi abbiamo sempre bisogno di vedere con i nostri occhi, toccare con le nostre mani e sentire con le nostre orecchie le più belle cose di Dio, era appena arrivata in cielo che già parlava ad altri cuori preparati da Dio, per sostituirla nel suo incredibile ministero... Se noi coltiviamo con cura la grazia ricevuta a Medjugoije, ecco come la Gospa la fa crescere e moltiplicare. Che promessa per ognuno di noi! Perché Colette non ha fatto altro che ricevere la benedizione di Maria nella terra buona.
Fonte: Suor Emmanuel