Mio Figlio, uno e trino, vi ama

È davvero singolare questa espressione che unisce la teologia con la pastorale. Anche il 2 luglio 2017 aveva usato l’espressione teologica “uno e trino”, per raccontare l’opera redentrice del Figlio.
Mi sembra che la grande affermazione di Maria sia racchiusa in queste parole: Gesù, uomo e Dio, uno e trino, figlio mio secondo la natura umana, Lui che è così alto perché vive nella Trinità, ama l’uomo, sì l’uomo, ogni uomo. Può sembrare una fiaba d’altri tempi quando i principi si innamoravano di ragazze umili e povere per farne regine e principesse. Tuttavia troviamo questo concetto anche nella Sacra Scrittura. Pensiamo ad esempio alla storia di Ester, ebrea deportata e di umili origini, che diventa Regina al posto della superba Vasti, e che con la sua preghiera di intercessione salva l’intero suo popolo. Pensiamo anche alla storia tra la principessa egiziana, figlia del faraone, e Mosè, salvato dalle acque, che libererà poi il popolo ebreo dalla schiavitù dell’Egitto.
Chi è quel Dio, innamorato dell’uomo, che si china su di lui, e che per amore offre la sua vita per strapparlo dalla schiavitù del peccato e della morte?
Tante volte i Vangeli parlano dell’amore di Gesù per l’uomo: il suo apice è la Croce, si manifesta in modo speciale sul Calvario.
Gesù non ci fa solo oggetto del Suo Amore, ma ci coinvolge nel Suo stesso Amore e ci invita ad essere soggetto del Suo Amore, amando. L’apice di questo sta nel Suo Comandamento: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi.” Questo è il culmine della perfezione cristiana, la Santità, espressione dell’Amore perfetto.
Come conciliare l’Amore di Dio con il dolore: Dio non lo vuole ma lo permette per i suoi misteriosi e imperscrutabili progetti. Essere tribolati non significa essere disgraziati o maledetti: anche allora ci accompagnano l’Amore e la Grazia di Dio.
Come conciliare l’Amore di Dio con le pene dell’Inferno? Dio non ha creato l’inferno per le creature umane ma per satana e per i suoi angeli ribelli. All’inferno si va per libera scelta e volontà. All’inferno non c’è posto per l’Amore di Dio!
Maria mostra di avere poi una visione diversa sull’umanità, quando dice che siamo tutti “fratelli” senza distinzione di popolo e paese del mondo. Maria supera i nazionalismi e vede in ogni persona una cosa preziosa: l’anima, riscattata a prezzo del Sangue del Figlio. “Non dovete mai dimenticare che ogni vostro fratello porta in sé qualcosa di prezioso: l’anima.” (2 luglio 2017). A volte nei nostri fratelli e sorelle vediamo solo male e difetti, ma dimentichiamo che ognuno porta impresso il volto del Padre, che ognuno è stato creato a immagine e somiglianza del Padre, che ognuno ha un’anima preziosa. Che cosa vediamo spesso negli altri, o nelle persone diverse? Dobbiamo dunque chiedere occhi nuovi e soprattutto un cuore nuovo.
Noi non possiamo violentare la libertà degli altri e neppure quella dei nostri cari, ma possiamo chiedere al Signore che tocchi i loro cuori, perché essi stessi si aprano al calore del sole. A volte possiamo solo pregare. Come dice San Paolo, dobbiamo “radunare carboni ardenti sulla testa” di chi si comporta male. (cfr. Rom. 12, 17,21). Davvero la violenza è espressione di una grande debolezza e l’amore è la più grande forza. Gesù ha portato su questa terra il fuoco del Suo Amore. Noi ne facciamo esperienza e anche gli altri ne faranno esperienza attraverso il nostro amore per loro.
L’Amore di Gesù mette in questione il nostro amore per Dio e per il prossimo. Dobbiamo avere otri nuovi, cioè cuori nuovi, per il vino nuovo dell’Amore di Gesù.
Lasciamoci avvolgere dall’Amore di Gesù, per rinnovare anche il nostro amore umano, spesso limitato.
Vi benedico.
P. Armando
Fonte: ML Informazioni da Medjugorje