Catechesi di Padre Danko - 6 agosto 2015

Medjugorje, 6 agosto 2015
Fratelli
e sorelle, una storia dice che un pittore famoso, Leonardo da Vinci,
aveva deciso di dipingere l’Ultima Cena per poi regalarla al convento
benedettino di Milano. L’artista voleva dipingere il momento in cui Gesù
ha detto agli apostoli: “Uno tra di voi Mi tradirà”. Si racconta che
Leonardo da Vinci cercasse nella città i volti belli che gli sarebbero
serviti nel lavoro. Per realizzare la persona di Gesù Salvatore ha
trovato un uomo giovane con il volto angelico. Aveva gli occhi nei quali
si rifletteva il cielo e la purezza.
Incontra
un ragazzo bellissimo per strada come un’aurora di primavera, con un
sorriso innocente sulle belle labbra. Questo era il modello per san
Giovanni.
Con tanto ardore l’artista cercava i modelli per gli altri apostoli. Trovati tutti ha dipinto il quadro impiegando alcuni anni.
Era
arrivato verso la fine, ma il posto di Giuda era vuoto. Non era
riuscito a trovare la persona adatta. Aveva cercato per anni il modello
per Giuda, ma non era riuscito a trovare qualcuno che avesse uno sguardo
che andava bene, un volto da traditore.
Una
sera mentre passeggiava vide un uomo vestito male, confuso, con lo
sguardo cattivo, capelli disordinati: Giuda vivente. Leonardo gli chiese
se voleva venire nel convento di santa Maria e fargli da modello per il
quadro. Lui venne, ma quando vide che Leonardo lo voleva usare come
modello di Giuda impallidì all’improvviso. Cominciò a piangere dicendo:
“Ma non mi riconosce? Tanti anni fa io le ho già fatto da modello quando
ha dipinto Gesù”
Leonardo era profondamente
colpito e ha chiesto all’uomo cosa gli fosse successo, perchè avesse un
tale aspetto. La risposta è stata: “Il peccato che ho accettato mi ha
deformato”.
Fratelli
e sorelle, ogni volta che ci decidiamo per la virtù, per l’amore, per
il perdono, per la pace noi diventiamo immagine di Dio. Ci trasformiamo e
diventiamo ciò che Dio voleva da noi, perchè siamo creati a Sua
immagine. Ma quando ci decidiamo per il peccato, se non vogliamo
perdonare, se non amiamo noi stessi o gli altri, noi diventiamo
un’immagine distorta di Dio, come il ragazzo della storia.
Oggi
celebriamo un evento particolare della vita pubblica di Cristo: la
Trasfigurazione del Signore. Di questo parlano gli evangelisti Matteo,
Marco e Luca. della Trasfigurazione si parla anche nella seconda lettera
di san Pietro. Nel Vangelo abbiamo sentito come Gesù prese con Sè tre
discepoli: Pietro, Giacomo e Giovanni. Lui non ha scelto questi tre per
caso, ma li ha scelti apposta, perchè essi saranno i tre pilastri della
futura Chiesa. Pietro sarà il primo Papa. Gesù opera per primo; Gesù ha
invitato loro; loro non si sono inviati da soli. Lui li ha guidati. Se
vogliamo crescere nella nostra vita spirituale dobbiamo permettere di
essere guidati da Gesù. Se Gesù ci guida questo non significa che
cammineremo sempre su un tappeto rosso o che avremo sempre l’erba sotto i
nostri piedi, ma questo significa che, come Lui, dovremo camminare in
salita. Camminare in una vita piena di ostacoli per arrivare in cima, al
cielo per incontrare Dio, dove Lui desidera farci arrivare.
Il
Vangelo dice che Gesù li condusse su un alto monte in disparte. Loro
soli. Quando si parla del monte in senso biblico si parla sempre
dell’incontro con Dio o dell’incontro con gli uomini di Dio: profeti o
santi. Il monte è il luogo della presenza di Dio, vicinanza di Dio. Lo
stesso è nel deserto. E’ come se sentissimo la libertà: siamo usciti
dalla situazione in cui ci troviamo, siamo saliti in alto, perchè
dall’alto si vede meglio. Sui monti c’è tanta pace e silenzio. L’uomo
può più facilmente incontrare Dio e incontrare se stesso.
Gesù
ha sempre compiuto le Sue opere più grandi sui monti. Sulla montagna ha
pronunciato le beatitudini. Quando doveva ritirarsi dagli uomini non è
andato nel deserto, ma si è ritirato da solo sul monte. Sul Golgota ha
terminato la Sua vita terrena.
Egli desidera
portare i discepoli sulla montagna perchè nulla li disturbi per poter
assorbire quell’evento straordinario che avrebbero ricordato per tutta
la loro vita. Ecco perchè Gesù li ha portati con sè. Gesù sapeva che
anche loro avrebbero incontrato la sofferenza, che sarebbero entrati in
crisi, ma sapeva anche che si sarebbero ricordati della Sua
Trasfigurazione e della Gloria divina.
E’
difficile uscire da se stessi. Lo era anche per i discepoli. Era
difficile ascoltare la Parola di Gesù e permettere che le Sue parole li
cambiassero.
E’ anche difficile accettare il
Vangelo, ma non c’è un’altra via: o gli apparteniamo al 100% o non Gli
apparteniamo per niente. Non possiamo dare una parte a qualcun altro.
Siamo
ben coscenti di quanto sia difficile convincere un verme che dentro di
lui è nascosta una bellissima farfalla. Così è difficile convincere un
peccatore che può diventare santo.
Mentre erano
sulla montagna il Volto di Gesù si è trasfigurato e le Sue vesti sono
diventate splendenti. La differenza tra Gesù e Mosè era questa: sul
volto di Mosè c’era il riflesso della Gloria di dio, mentre il Volto di
Gesù non riflette nulla, perchè Lui è questo splendore. I discepoli
erano meravigliati. Stavano bene lì. Non avevano nessun problema e
sentivano che sarebbero potuti rimanere lì per tutta la vita.
Appaiono
Elia e Mosè e Gesù parla con loro. La loro apparizione significa che
termina l’Antico Testamento e comincia qualcosa di nuovo. E’ venuto Gesù
Cristo con il quale arriva la Nuova Alleanza. Mosè rappresenta la legge
e Elia rappresenta i profeti. Gesù è la pienezza dei profeti e la
pienezza della legge, perchè ha perfezionato sia la legge che i profeti
nel Suo Amore.
Come ho già dettoi discepoli
stavano bene lì. Pietro, in nomedi tutti è tre, ha detto: “Rabbì,
facciamo tre capanne. Una per Te, una per Mosè e una per Elia”. Le
capanne erano il segno di ringraziamento per la mietitura e ricordavano
il cammino del popolo giudeo nel deserto e l’entrata nella Terra
promessa. Ma la risposta di Gesù è diversa. Lui non vuole che i
discepoli rimangano sul tabor. Lui vuole che scendano nella loro
quotidianità.
Così
anche noi raccolti qui a Medjugorje durante questo festival dei giovani
che è terminato e coloro che sono appena arrivati. Dio non vuole da noi
che rimaniamo qui, ma quando abbiamo riempito le nostre batterie
interiori Lui desidera che andiamo avanti e che testimoniamo.
Questa
festa della Trasfigurazione del Signore ci ricorda che è necessario
trasformare il volto della Chiesa che ha bisogno di vesti nuove. Come
vediamo lo sottolinea sempre anche Papa Francesco.
Chi
è la Chiesa? Io sono la Chiesa. Tu sei la Chiesa. Questo rinnovamento
comincia da me e da te. Quando si parla del rinnovamento della Chiesa
pensiamo subito al nostro vicino di casa, al nostro nemico, collega di
lavoro, a qualcuno che ha tramato dietro alle spalle. Non deve cambiare
l’altro: tu devi cambiare. Quando tu cambi hai cambiato un mondo e la
scintilla di Dio passerà al tuo vicino di casa, amico, collega, membro
della famiglia.
Soltanto coloro che ascoltano
la Voce di Dio, come i discepoli di Gesù sul Tabor che dice “questo è il
Figlio Mio, l’Amato; ascoltateLo”, soltanto questi arriveranno al Regno
dei Cieli.
Bisogna
essere ubbidienti alla Parola di Dio come lo era la Madonna quando ha
detto: “Ecco l’ancella umile del Signore. Ecco Colei che farà la Volontà
di Dio fino alla fine”. La Madonna non ha detto: “Io farò una parte
della Volontà di Dio”. Lei non ha detto: “Lo faccia la Mia amica. La Mia
vicina di casa”. Ha detto: “Eccomi. Io sono la serva e farò tutto
quello che Tu vuoi”.
Fratelli
e sorelle, la festa della Trasfigurazione è sempre un invito a cambiare
il nostro cuore. Quando ricordiamo la Trasfigurazione ricordiamo il
monte Tabor. Qui a Medjugorje ci sono due monti che assomigliano al
monte Tabor, sui quali sono avvenute centinaia di migliaia di
conversioni.
Il monte Krizevac è alto 520
metri. Su di esso i parrocchiani nel 1933 hanno costruito una croce alta
8 metri e mezzo. Sulla croce c’è la scritta “A Gesù Cristo Redentore
dell’umanità. Come segno della nostra fede, amore e speranza. In memoria
dei 1900 anni della Passione di Gesù”.
Laltro
monte è la collina delle apparizioni, dove 34 anni fa è apparsa la
Madonna, secondo la testimonianza dei veggenti. Questo monte è alto
circa 170 metri.
Perchè parliamo dell’altezza
dei monti? Per un semplice motivo: perchè c’è anche un terzo monte, dove
alcuni salgono, non amano Medjugorje nè la grazia. Amano la montagna
dei soldi. Questo è il terzo monte che servono. Non vedono i frutti di
Medjugorje. Non vedono tante vocazioni spirituali, sacerdotali e
religiose, maschili e femminili. Non vedono le tante guarigioni
nell’anima e nel corpo. Non vogliono vedere i Sacramenti e tanto meno
avvicinarsi ad essi. Non vedono i confessionali sempre pieni, non
soltanto durante il festival appena finito, bensì durante tutto l’anno.
Tante altre cose non vedono, perchè questo monte è tanto alto davanti ai
loro occchi che non vedono nè il Krizevac nè la collina nè la grazia
stessa.
Fratelli
e sorelle, Dio ci ha offerto gesù come metro di trasformazione. Questa
festa che celebriamo ci ricorda che soltanto l’unione con Gesù ci può
trasformare e preparare per la vita celeste, dalla quale Lui è venuto
per introdurci nei Suoi misteri.
Rispondiamo alla chiamata di Dio e alle Sue parole: “Questo è il Figlio Mio, l’Amato. AscoltateLo”.
Signore, desideriamo ascoltarTi come la Madonna e come Lei fare la Tua Volontà fino alla fine.
Così sia.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
Fonte: Mailing list Informazioni da Medjugorje