Giovedì sera mi sognai nella chiesa del Vaticano, dove c'era tanta gente: donne, uomini, e moltissimi stranieri di tante nazionalità.
Ecco che si affaccia il Santo Padre. Cominciò a parlare, e noi tutti ad ascoltare:
- Figliuoli miei, diceva, in questi tristissimi tempi in cui viviamo, bisogna far penitenza, bisogna placare l'ira di Dio Padre, gravemente sdegnato per tanti enormi peccati che tutti i giorni l'uomo commette.
Per cagione dei nostri peccati è avvenuta cotesta terribile guerra: odi e rancori fra Nazioni, odi e vendette fra fratelli e fratelli.
Lasciate, figliuoli miei, di offendere Dio, e plachiamolo col far penitenza; amatevi e perdonatevi.
Io vi amo, figliuoli miei, tutti vi amo senza distinzione di nazionalità; io vi aiuterò ed invierò, per mettere la pace, non un esercito di soldati, ma un esercito ai Santi Missionari, onde spargere in tutte le Nazioni la parola dell'amore e della fratellanza.
Amatevi e ricordate che tutti siamo figli di un medesimo Padre! Non appena il Santo Padre principiò a parlare, tanti uomini ed anche donne tirarono dei sassi contro il Papa, facendogli uscire anche del sangue. Nel vederlo insanguinato, parecchi si mettevano a ridere. Tante erano le sassate che il Santo Padre non poté proseguire, e dovette ritirarsi dal balcone. L'Angelo, sceso al piazzale di San Pietro, si avvicinava alle persone dicendo: Il mondo sta cadendo in rovina, non vogliono ascoltare la parola del Vicario di Dio. Guai alle Nazioni che non rispettano il Vicario di Dio in terra: quelle Nazioni verranno da Dio punite.
Si avvicinò a me e a mia sorella, e ci disse: Pregate almeno voi, recitando cotesta preghiera, almeno fino al Santo Natale.
- Chi siete? io dissi.
- Sono l'Angelo di Roma. - E dove abitate?
- Abito nel Vaticano.
- Ma, io risposi, cotesta orazione che voi mi volete imparare (insegnare), non la ricordo, poi, tutta a memoria.
Colse un pezzettino di carta, mi diede un penna: Scrivi te stessa per ricordartela.
La scrissi:
Mio caro e buon Gesù, il mondo è ancora come ieri. Dagli uomini hai da aspettarti dell'odio e ancora delle crocifissioni. E Tu le vedi!
Ma Tu che non sai odiare, dona lo stesso a questi Tuoi figli che ti sono nemici, quella eterna pace che nell'anno decimo quinto dell'impero di Tiberio Cesare regnava sulla terra.
Ricordati, Gesù, che per essi tutti hai sparso il Tuo Preziosissimo Sangue nell'altare della Croce.
Quanto è buono il Bambino Gesù! Buono verso di me e di mia sorellina. Eccomi a raccontarne una: Io e mio sorella avevamo un grande dispiacere; eravamo rassegnate si, ma il dispiacere si faceva sentire nel nostro povero cuore.
Mentre una sera ritornavamo dalla Chiesa, abbiamo visto il Bambino che abbiamo nella culla, sopra il letto della mia sorellina. Meraviglia! Da solo si era mosso dal posto ove noi lo teniamo per devozione.
Quanto è buono Gesù! Per confortarci ha voluto fare una bella improvvisata. E poi, meraviglia! Sembrava di essersi, in quella sera, animato: aveva le guance rosse, gli occhi celesti più belli di prima.
Cotesto fatto si è verificato due o tre volte, sempre in occasione che noi avevamo dei grandi dispiaceri.
Gesù buono, quanto sei buono! Tu solo ci puoi confortare, e ci hai sempre confortato.
L'altro giorno, dopo la S. Comunione, dissi a Gesù: - Gesù mio, quanto ti voglio bene!
-Anch'io, mi rispose, ti amo tanto tanto, però ti chiedo un favore, ed è di farmi amare da tante anime che ogni giorno vanno in Chiesa, ascoltano la Messa, fanno la Comunione; però tante lo fanno per abitudine e non per amore.
Il Mio Cuore ha bisogno di spendersi, ma non trovo anime che mi corrispondano. Amami tu, mi figlia, amami e fammi amare.
Gesù buono, quanto sei buono! Io ti amo, te lo prometto, e ti farò amare da tante altre anime.
Ieri sera mi sognai il Santo Gesù Bambino. Da una culletta ove si trovava nella camera da letto, si raddrizzò, e venne dal letto di Paola, ove l'accarezzai, dicendole:
- Io ti amo tanto perché sei umile e semplice; ed io mi compiaccio delle anime semplici e umili.
Stasera io vi regalo una befana più di valore che mai il mondo possa offrire; non vi regalo oro né argento. Io vi fo un regalo più di valore: vi regalo il mio amore! Amatemi e fatemi amare.
Pregate per tanti vostri fratelli che invece di amarmi ed adorarmi come loro Creatore, mi offendono, oltraggiando il mio santo nome colle più orrende bestemmie.
Dette queste parole, venne da me, dicendomi e raccomandandomi di pregare per i peccatori tutti.
Se ne partì da me, e va a riposarsi sopra una sedia, ove stava una blusa di Paola.
Svegliatami, raccontai il sogno a mia sorella.
Mi fece accendere la luce: Meraviglia! Trovammo il Bambino posato davvero sopra la sedia che vidi nel sogno.
Sia ringraziato il buon Gesù che tanto ci ama!
Mi sognai un grande prato; vidi un giovinetto (di) circa otto anni. Detto ragazzetto si inginocchiò davanti a due bimbe coperte di terra. Dalle due tombe spiccava un giglio. Il giovinetto, colle mani giunte, recitò una poesia sentimentale che diceva:
Giglio purissimo, tanto caro a Dio - se da gigli vivrete - dalle vostre tombe un giglio spunterà.
Un giglio (era) già cresciuto in dette tombe. In ogni foglia c'era una scritta, incisa a caratteri d'oro; in una foglia era scritto così: purità, umiltà nell'altra, nella terza era scritto pazienza.
Dette tombe, una era mia, l'altra compresi essere di mia sorella Paolina.
Gesù è in cerca dì anime che si offrano vittime per poter salvare tanti uomini.
Figlia, mi disse, e te vuoi fare qualche cosa dì bene per salvare tanti uomini che, non solo mi rinnegano, ma, di più, mi oltraggiano anche nel S.mo Sacramento dell'altare.
Pregate, figlie mie, pregate per questi vostri fratelli, e offrite per loro tutte le vostre pene e tribolazioni, abbandoni e disprezzi che vi verranno fatti da persone a voi tanto care. Tutte queste tribolazioni offritele per la salvezza dei peccatori.
lo e Paolina abbiamo risposto: Sì, sì, vogliamo soffrire tutto ciò che voi volete, purché si salvino le anime dei nostri fratelli che a voi costarono spargimento di sangue.
Quanto è buono Gesù! E come non amare Gesù? E come non soffrire per consolare Gesù?
Mi trovavo in Chiesa; pregavo davanti al S.mo Sacramento. Ad un tratto mi si presentò Gesù in Croce, tutto piagato, che faceva molta pena.
Altre due croci erano ai fianchi della croce di Gesù. Queste croci erano di legno nero; io e Paolina eravamo inginocchiate ai piedi di quelle due croci.
Gesù, dalla croce, parlò a noi due e disse: Te e Paolina sarete le vittime di queste due croci. Pregate, figliuole, e soffrite per amore e la salvezza di tanti vostri fratelli peccatori.
Ho cercato anime vittime, ma non ne posso trovare; almeno voi due ditemi di sì: soffrite, soffrite per salvare tante anime che stanno nella via della perdizione.
Noi, che abbiamo risposto? Che accettavamo tutto con amore per la salvezza di tante anime che vanno nella via della perdizione.
Mi trovavo davanti al S.mo il Giovedì sera del 2 dicembre 1948. Fui rapita in ispirito.
Gesù, in forma gloriosa mi si appressò e mi disse:
- Figlia mia, amami e dammi l'amore che il mondo mi nega continuamente; anche Paolina mi ami.
Amate pure il poveretto, e fate loro del bene, con non negare mai a nessun poveretto l'elemosina; nel povero guardate la mia persona: ciò che fate al povero di bene lo fate a me.
Se volete grazie, date ai poveri qualche cosa che vi chiedo(no), anzi di più. Chi benefica per amor mio il poverello, otterrà, non soltanto grazie grandi, ma otterrà il perdono dei propri peccati.
Voi, figliuole mie, siete una carta bianca; se non scrivete sopra la carta qualche riga di beneficenza, rimarrà un semplice carta bianca.
Il Venerabile Domenico Savio è nostro fratellino; ci ha fatto tante grazie:
A te ed a Paolina vi voglio tanto bene: affetto di fratellino. Vi amo, mi disse, perché siete anime semplici. Fatevi sante, sorelline mie! Amate Gesù, amatelo! Gesù ama le anime semplici.
Dette coteste avvertenze, questo angelo dai miei occhi spari, lasciandomi il cuore pieno di gioia.
Il 28 febbraio mi trovavo in cucina, ecco, sento suonare il campanello; mi recai ad aprire la porta: Di nuovo riconobbi Domenico Savio, ben vestito, pantaloni e giacca grigio chiaro.
Mi sorrise, dicendomi: ti faccio un piccolo regalo; è per te e per Paolina: ci regalò un pacchetto di caffè tostato.
Di questo, ci disse, ne darete a quei poveri ministri di Dio che voi sapete quanto soffrono.
Appena dette quelle parole, sparì, lasciandomi nel cuore una gioia immensa.
Mi sognai il Sacro Cuore di Gesù. Dal Suo Sacratissimo Cuore uscivano fiamme come di fuoco.
Sorridendo mi disse: Prendi questo regalo; è un regalo che voglio fare a Paolina, perché voi avete coperto un povero prigioniero che stava morendo di freddo, e voi, per mio amore, l'avete coperto, togliendovi da dosso i vostri vestiti.
Figliuola, il bene che fate ai poveri per mio amore, lo lo considero come fatto a me stesso.
Amate i poveri, amateli! Son vostri fratelli e miei figli prediletti. Come è buono Gesù! Ama tutti in generale: peccatori e buoni, ricchi e poveri, ma di più ama i poveri.
Datomi questi consigli sparì dalla mia presenza, lasciandomi il cuore pieno di gioia.
Quanto è buono Gesù! Mi vorrei sempre vicino a Lui.