MaM
Messaggio del 26 luglio 1984:Cari figli, anche oggi desidero invitarvi alla preghiera costante e alla penitenza. In particolare, la gioventù di questa parrocchia sia più attiva nelle proprie preghiere. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Una ragazza esperta di spiritualità scopre lo Spirito ... e i Sacerdoti!

18/05/2009    1839     Testimonianze su Medjugorje    Testimonianze 
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Questo ha detto Galeazzi Daniela ai Sacerdoti del Ritiro: “Questa è stata la mia prima esperienza a Medjugorje Sono partita con tanti bei discorsi nella mia testa, tante convinzioni, ho ricordato le serate passate con gli amici dove parlavamo di spiritualità in tutte le forme e in tutte le religioni. A forza di chiacchiere mi ero convinta che in me la spiritualità fosse una cosa viva, reale, mi sentivo superiore perché io avevo capito molte cose.

Medjugorje ha distrutto tutto questo, mi ha mostrato il vero volto dello Spirito, della spiritualità. Sono scoppiate le mie contraddizioni, la mia confusione, mi sono sentita per un momento persa. Ma non mi sono persa perché dopo il caos viene l'ordine, la chiarezza. Ora so su che cosa di me stessa devo lavorare, dove cambiare e cosa coltivare. Anche per quanto riguarda la preghiera è stata un'esperienza nuova. 34 anni vissuti lontano da Dio, dalla chiesa, dai preti, avevo tutto in forte antipatia.

Qui ho pregato per la prima volta, non è stato facile, anzi molto duro per me. Pregare per tutte quelle ore in piedi, ascoltare tutte quelle prediche per non parlare poi della Via Crucis: un vero tormento. Ho riso amaramente di me stessa, nello scoprire i miei limiti, di quanto era facile retrocedere. E' stata una sfida, forse la mia prima vera sfida. Ce l'ho fatta, sono arrivata in cima come tutti. Posso dire che per poco, date le difficoltà che avevo, sono riuscita a penetrare il senso della preghiera, ne ho percepito la potenza, la forza. Questo non lo voglio dimenticare, anche a casa voglio mettere il mio impegno a pregare. Tutti dicono che sono una persona forte che ha molta energia e io tutta questa energia l'ho solo sprecata, l'ho indirizzata verso ciò che di più negativo un essere umano possa vivere.

Posso dire di aver toccato il fondo, ho alimentato molto il senso di morte, di buio nella mia vita. Ma ora sono felice perché sto vivendo l'altra faccia della medaglia. Sto capendo che la vita è gioia e la preghiera è la sua linfa. Ora vorrei dire una cosa che mista molto a cuore, perché è stata anche questa una conquista, una nuova comprensione di una dimensione sconosciuta e tanto criticata. Il mio incontro con i sacerdoti. Prima di questa esperienza avevo un'immagine del “prete” molto negativa, per me era una persona, un funzionario qualunque, un qualcosa di non ben definito, un qualcosa di lontano, incomprensibile. E qui la grande scoperta. Ho visto che dietro a delle tonache nere c'erano degli uomini, degli uomini che vivevano delle loro forze e delle loro debolezze. Questa è stata una scoperta meravigliosa perché ho sentito di amarli tutti, sentivo per tutti loro una grande tenerezza. Loro mi hanno dato una grande forza nella Via Crucis dove loro, con il doppio dei miei anni, pregando con calma, salivano per questa collina e io dietro in un lamento continuo e poi... li guardavo e riprendevo forza. Grazie, grazie tante a questi sacerdoti, se non ci fossero stati forse sarebbe stato necessario inventarli.

Fonte: Eco di Medjugorje nr.78