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Messaggio del 25 giugno 1981:Dopo aver pregato il Credo e sette Pater, Ave e Gloria, la Madonna intona il canto «Vieni, vieni, Signore» e poi scompare.

Racconti di un pellegrino polacco

09/02/2009    2072     Testimonianze su Medjugorje    Polonia  Testimonianze 
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Witold (Vittorio) Bein, nato a Tomaszow Maz il 29 marzo 1945, fuggito dalla Polonia per trovare la Mecca in Occidente, dopo aver provato ogni soddisfazione in America, approda alla realtà dello spirito e diventa missionario battista. Poi giunge ad Assisi...

“Ma dove sta il vero paradiso...?” Mi sono chiesto alcuni anni fa in California. Ero riuscito, all’età di 32 anni a trovare il paese che era il mio sogno, la mia più alta aspirazione fin dalla giovinezza. Nato e diplomatomi come ingegnere chimico in Polonia, ero sempre stato scontento del tenore di vita della mia patria.

“Se potessi soltanto scappare da qui, e abitare in uno di quei ricchissimi paesi come gli Stati Uniti o la Svezia!”, fantasticavo giorno e notte.

Affamato della bramata “libera” cultura capitalistica che da noi arrivava o censurata o molto ritardata o perfino proibita, cercavo da me stesso a vivere in modo “occidentale”. Per esempio, con un amico studente di elettronica, facemmo una discoteca, una delle prime nella città. Era difficile e caro trovare i dischi, ma noi rubavamo la pop-music registrando stazioni FM dalla vicina Berlino Ovest.

L’amico ha fatto amplificatori e altoparlanti e così la nostra fai-da-te discoteca era una sorgente di buon guadagno per un pà di tempo.

Provavo poi a divertirmi suonando rock and roll sulla chitarra elettrica, e canzoni studentesche con mandolino (che mi piaceva perché tascabile, utile per turismo sulle montagne, e perché originale, fuori della monotona routine della chitarra).

Un’altra ossessione era la moda di vestirmi a pappagallo secondo i capricci dell’Ovest e in modo stravagante. Ne ho fatti di tutti i colori, ma adesso non voglio perdere tempo a ricordare tutte queste vanità. Finalmente mi si aprì una porta e, arrivato come turista in Danimarca, chiesi asilo politico, insieme con mio fratello Pietro, di un anno più giovane. Già i primi giorni in quel ricco paese scandinavo erano stati per noi una grande festa. Camminavamo per le strade di Copenaghen rimanendo abbagliati nel vedere lo splendore dei negozi, il benessere della gente, la tranquilla scorrevolezza del traffico. “Forse potresti finire i tuoi studi di ingegnere civile qui, mentre io lavoro, e poi vedremo che cosa fare con le nostre vite”, suggerii al mio fratello.

E così fu; ma dopo cinque anni, ancora non soddisfatti e affamati di più soldi, più libertà, più divertimenti, più soddisfazioni mondane, emigrammo in Canada.

Pietro con la moglie e il bambino, trovò presto una posizione di ingegnere a Vancouver. Io invece, pensai di cambiare totalmente vita per trovare felicità e pace. Lasciai così la vita convulsa nelle grandi città, e mi rifugiai nelle Rocky Mountains della bellissima British Columbia.

“Questo farò per tutta la mia vita, finché io morirò”, mi riproposi, godendomi il cielo blu, il silenzio della natura e la semplice vita di istruttore di sci (Alpino e sci di fondo) e di guida di ski mountaineering. Trovare lavoro era facilissimo, perché avevo conseguito diversi diplomi nel campa dello sci professionistico. Cercando sempre di godermi la vita, d’estate andavo nelle montagne nevose di Australia e Nuova Zelanda (le stagioni sotto l’Equatore sono invertite). La cosa divenne ancora più facile, da quando aggiunsi anche una nuova attività, quella di scrivere articoli e fare riprese fotografiche per riviste e pubblicazioni specializzate in sport invernali, edite negli USA, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Scrissi anche un libro tecnico “Mountain Skiing”, ben accolto e venduto in diversi paesi, anche in Giappone. Uno potrebbe pensare, “a questo qui non mancava proprio niente”. Si, infatti, ho trovato molto di più di quello che sognavo anni addietro in Polonia.

Nel mio irrequieto girare per il mondo in lungo e in largo alla ricerca di pace e di vero appagamento, ho visto i monti più belli, e ho praticato lo scii più affascinante che si può trovare. Ho goduto a camminare nelle immense foreste della British Columbia in Canadà, a fare sci di fondo nel mite clima dei monti della Sierra Nevada in California e le esplorazioni su sci dei ghiacciai nelle Southern Alps della Nuova Zelanda. Per tanti anni ho alzato i miei occhi verso le cose “visibili” di questo mondo: la “Croce del Sud” nel firmamento dell’emisfero australe; l’aurora boreale nel Nord America...

Ma la vera felicità in qualche modo mi sfuggiva.

“Ma allora, dove si trova questo paradiso?” Cominciai a pormi questa domanda mentre stavo in California. “Può darsi che devo cercare le cose spirituali, se le cose materiali sembrano portare soltanto al vuoto e alla disperazione”. Così com’ero, ateo e disprezzatore della vita religiosa, decisi di assaporare il gusto delle realtà invisibili. E così feci diverse esperienze con lo joga, meditazione trascendentale, droga. Lessi molti libri di spiritualità, frequentai diverse chiese. (Infatti, anche in Danimarca mi sono interessato nella “Church of Scientology”, ma sono scappato dopo poche ore; era un disastro e confusione).

Da ultimo mi sono fermato in una Chiesa Battista in Colorado. Là ho iniziato a pregare con alcuni amici, sciatori come me, e a leggere la Bibbia. La vita di queste persone mi ha colpito più di qualsiasi predica: ho visto l’amore nella loro donazione disinteressata, l’umiltà, la gioia e la pace, il vivere in questo mondo solo come breve passaggio per arrivare alla felicità eterna con Dio (dicevano loro). Siccome ho preso gusto a stare con loro, volevo anch’io conoscere questo loro Dio.

Certo, all’inizio c’erano migliaia di dubbi. Con la mia mente tecnica e i miei ragionamenti filosofici, non accettavo facilmente le cose spirituali (ma adesso penso, che il più grande ostacolo era la mia superbia, presunzione e stoltezza). Tuttavia, pian piano, la Parola di Dio mi convinceva sempre piu e - più importante - ho cominciato a vedere con i miei occhi le risposte divine alle preghiere mie e degli altri.

Ho letto anche alcuni libri di scienziati, medici e di tutti i tipi di gente, con stupende prove per la verità della Bibbia e l’esistenza dell’infinito mondo invisibile.

Dopo un anno, passato ancora come sciatore professionista, mi venne il desiderio di fare il missionario. L’occasione mi si presentò ben presto, e fu così che andai in Austria per aiutare i profughi polacchi, affiancandomi alla Missione internazionale “Youth With a Mission” (Giovani in Missione).

Mi rendevo conto comunque che questo non era la vera risposta al mio desiderio di servire Dio. Mi mancava il profondo senso di amore, di pace, di gioia, e altre cose di cui parla la Parola di Dio. Mettendomi nelle mani del Signore Gesù e, confidando nella Sua promessa di farsi trovare da chi lo cerca con tutto il cuore, ho pregato, ho pianto, “Signore dove sei, dov’è il tuo amore, che cosa devo fare...?!” E il Signore nella sua grande misericordia, mi rispose presto nel modo che meno mi sarei aspettato.

C’era allora per me una possibilità di studiare in una scuola biblica evangelica in Spagna, ma proprio nello stesso periodo, una mia amica viennese, sciatrice come me, convertitasi di recente, mi invitò a visitare la sua comunità cristiana in Assisi.

Rimasi molto interessato a ciò che mi descrisse di questa comunità: come tutti vivono e pregano insieme, come cercano di mettere in pratica la Parola di Dio, e come seguono gli esempi delle prime comunità degli Atti degli Apostoli (fino ad allora non avevo mai visto realizzata una simile esperienza di vita).

Witold Bein

Fonte: Eco di Medjugorje nr.74 - Dalla Comunità Mariana Oasi della Pace - 02040 S.Polo Sabino (RI)