Che cosa può fare l'amore!- Dalla ribellione a Dio all'accettazione della sedia a rotelle

Era l'8 aprile - non avevo ancora vent'anni - quando in un
incidente automobilistico riportai la frattura della colonna
vertebrale. Mi trovai cosi paraplegico su di una sedia a rotelle. Era
la settimana Santa e stavo andando a Parigi per trascorrervi, quale
studente novello di architettura, le vacanze pasquali.
Il mio
ateismo di comodo si trasformò in una violenta ribellione
contro Dio e la sua Chiesa. Tra cliniche e ospedali mi inasprivo
sempre più denigrando Colui che, secondo me, aveva punito
ingiustamente la mia povera vita. L'inferno ruggiva dentro di me. La
bestemmia è stata per anni e anni il mio pane quotidiano e,
anche se in carrozzina, cercavo di sfruttare al massimo tutto ciò
che il consumismo e il divertimento potevano offrirmi.
Così
per tanti anni (nel frattempo mi ero sposato), fino a quando venni a
sapere che la Madre di Dio stava apparendo in un piccolo paese della
Jugoslavia. All'inizio, un pò di curiosità e basta.
Evidentemente col passare del tempo mi ero un tantino calmato e il
mio cuore di pietra stava per scaldarsi.
Non so neanche come
successe. Sempre in una settimana Santa io e mia moglie Tamara
prendemmo un aereo e, invece del solito viaggio di piacere, mi trovai
fra tanti sassi, sterpaglie e povera gente, ma con qualcosa di
diverso dentro di me: con una grande pace nel cuore!
Ebbi la
fortuna di assistere a un'apparizione della Madonna nella canonica
dei frati, e il sorriso dolce e profondo dei veggenti mi comunicarono
un modo nuovo di vedere la vita e, di conseguenza, l'incidente di
anni prima. Da allora sono tornato sei volte a Medjugorje, sempre
investito da una pioggia di grazie da parte della Mamma celeste, che
mi ha anche fatto trovare la mia piccola Medjugorje a un'ora di
macchina da casa.
Ora faccio parte con tanta gioia del gruppo di
preghiera “Cuore Immacolato di Maria” a Reggio sopra
Vernazza (SP). E sotto la guida della Vergine, di P.G., Rosanna e di
tanti altri cari fratelli ho maturato il desiderio di offrirmi a Dio
come vittima, quale inizio di un cammino che, con l'aiuto del
Signore, tende decisamente verso la Patria beata. Adesso non maledico
più quell'8 aprile, ma ringrazio il buon Dio d'avermi fatto il
dono di vivere su una sedia a rotelle aiutandomi a capire che quanto
accade nella vita è permesso da Lui per la salvezza nostra e
dei fratelli!
Ecco la formula di consacrazione letta l'8 dicembre
'89, festa dell'immacolata:
Signore Gesù, - mi consacro
a Te. -
Ti dono la mia vita e tutto ciò che mi appartiene.
-
Mi abbandono alla tua Volontà: -
fa' di me ciò
che vuoi. -
Il mio cuore arde per Te: -
voglio abbracciare la
croce per essere una cosa sola con Te, -
Gioia e Bontà
infinita.
Mi offro vittima per il mondo che s'allontana da Te, -
che T'ignora, Ti bestemmia, -
Ti crocifigge e Ti profana ad
ogni respiro; -
per Tamara e per i miei famigliari; -
per il
sofferente, l'emarginato e l'handicappato; -
per chi ha l'AIDS e
per il drogato, -
per chi nel cuore non ha più nulla -
se
non la disperazione.
Mi offro a Te, perché Tu sei mio
Padre, -
e Ti supplico di aiutarmi a perseverare fino all'ultimo
istante della vita -
per la salvezza mia e di tutte le anime -
che il Tuo Cuore Misericordioso -
mi ha affidate.
Tuo per
l'eternità.
Fonte: Eco di Medjugorje 70