Una signora italo-americana molto decisa racconta come ha vinto la battaglia del digiuno

Washington, USA - 1 Nov. 1989- “...Sono 5 anni che io puntualmente aderisco al digiuno pane e acqua che la Vergine ci chiedeva. Ho trovato molta opposizione in famiglia, specie in mio marito, ma io l’ho sempre fatto, perché non volevo venir meno a ciò che Maria voleva. Mio marito poi si è adattato e, per quanto riguarda l’andare a cena fuori in casa d’altri abbiamo evitato il Mercoledì e il Venerdì. Le rare volte poi che abbiamo avuto ospiti a cena in uno di quei giorni, io avevo il mio bravo pane e acqua e tutto finiva lì. Da qualche tempo mio marito ha cambiato lavoro ed ora deve partecipare a tante cene di lavoro, a cui pure io sono invitata. Per ora egli acconsente che io non vi partecipi, ma non gli garba troppo. Io gli ho detto che andrò volentieri, ma mi porterò dietro il mio pane. Mio marito si vergogna e non vuole e dice che la Vergine è comprensiva.
Io gli rispondo che certo la Vergine capisce e scusa, ma quando uno si impegna in una cosa, la fa e basta. Vergognarsi debbono gli altri di non fare quello che la Vergine e il buon Dio vogliono per il nostro bene spirituale. Non c’è da vergognarsi a fare il proprio dovere per salvare l’anima propria e quella degli altri.
Io ho paura che, se comincio a fare eccezione qualche volta, poi sdrucciolo giù e non continuo più. So quanto mi fa bene questo digiuno, che non mi piace e mi costa sacrificio, ma tuttavia sta modificando in meglio tutti gli aspetti negativi della mia personalità e l’anima mia ora tende a Dio come non mai. Anche ogni volta che gli ospiti mi hanno- visto mangiare solo pane e bere solo acqua, inevitabilmente si è parlato di Medjugorje- e s’immagini lei con che gioia e profusione di libri e di foto ne ho parlato! -. Anche questo e rendere un servizietto al buon Dio.
Felice, io andrò a tutti i loro pranzi, magari pregherò che capitino tutti di mercoledì e venerdì, per poter fare un po più di sacrificio e avere l’opportunità di mostrare a fatti quanto la nostra bella Mamma con tante lacrime e sospiri ci chiede. Aspetto una sua risposta, non fidandomi dei sacerdoti di qui, anche quelli “di Medjugorje”, che hanno la tendenza al minimo, alla moderazione ecc.. In Gesù e Maria. G.E.”
Ringraziamo Dio per ciò che ha operato il lei.
Desiderare però che gli inviti capitino tutti di mercoledì e venerdì mi sembra un po troppo: che non c’entri una qual presunzione o soddisfazione farisaica. Certo non deve far consistere tutta la sua fedeltà alla Madonna nella “lettera” del digiuno, perché “è lo Spirito che dà vita: la carne non giova a nulla”(Giov.6,63). L’intransigenza può essere ricerca di affermazione di se e di soddisfazione personale in contrasto con la carità. Questa, in certe circostanze, vuole che si acconsenta a ciò che viene offerto e che non è contro la legge di Dio. C’è sempre qualche altro digiuno più costoso, compreso quello della lingua e della testa.
Occorre anzitutto fare il pieno della preghiera, che ci porta alla carità vera, che “non si vanta ne si gonfia” (1 Cor 13), che è discreta e che si veste di mansuetudine e di pazienza (Col 3) e per la quale soprattutto il marito e gli ospiti vedranno lo Spirito della Madonna più che nella intransigenza del digiuno. Così anche la “propaganda” di Medjugorje avverrà ugualmente e con maggiori frutti, perché nello stile di Maria.” Suo d.A.
Io gli rispondo che certo la Vergine capisce e scusa, ma quando uno si impegna in una cosa, la fa e basta. Vergognarsi debbono gli altri di non fare quello che la Vergine e il buon Dio vogliono per il nostro bene spirituale. Non c’è da vergognarsi a fare il proprio dovere per salvare l’anima propria e quella degli altri.
Io ho paura che, se comincio a fare eccezione qualche volta, poi sdrucciolo giù e non continuo più. So quanto mi fa bene questo digiuno, che non mi piace e mi costa sacrificio, ma tuttavia sta modificando in meglio tutti gli aspetti negativi della mia personalità e l’anima mia ora tende a Dio come non mai. Anche ogni volta che gli ospiti mi hanno- visto mangiare solo pane e bere solo acqua, inevitabilmente si è parlato di Medjugorje- e s’immagini lei con che gioia e profusione di libri e di foto ne ho parlato! -. Anche questo e rendere un servizietto al buon Dio.
Felice, io andrò a tutti i loro pranzi, magari pregherò che capitino tutti di mercoledì e venerdì, per poter fare un po più di sacrificio e avere l’opportunità di mostrare a fatti quanto la nostra bella Mamma con tante lacrime e sospiri ci chiede. Aspetto una sua risposta, non fidandomi dei sacerdoti di qui, anche quelli “di Medjugorje”, che hanno la tendenza al minimo, alla moderazione ecc.. In Gesù e Maria. G.E.”
Ringraziamo Dio per ciò che ha operato il lei.
Desiderare però che gli inviti capitino tutti di mercoledì e venerdì mi sembra un po troppo: che non c’entri una qual presunzione o soddisfazione farisaica. Certo non deve far consistere tutta la sua fedeltà alla Madonna nella “lettera” del digiuno, perché “è lo Spirito che dà vita: la carne non giova a nulla”(Giov.6,63). L’intransigenza può essere ricerca di affermazione di se e di soddisfazione personale in contrasto con la carità. Questa, in certe circostanze, vuole che si acconsenta a ciò che viene offerto e che non è contro la legge di Dio. C’è sempre qualche altro digiuno più costoso, compreso quello della lingua e della testa.
Occorre anzitutto fare il pieno della preghiera, che ci porta alla carità vera, che “non si vanta ne si gonfia” (1 Cor 13), che è discreta e che si veste di mansuetudine e di pazienza (Col 3) e per la quale soprattutto il marito e gli ospiti vedranno lo Spirito della Madonna più che nella intransigenza del digiuno. Così anche la “propaganda” di Medjugorje avverrà ugualmente e con maggiori frutti, perché nello stile di Maria.” Suo d.A.