Detestava suo padre. In Germania, negli anni ’70.

A 17 anni, Monica perde sua madre che ama tantissimo. Ha due fratelli più piccoli, una sorella ed un padre architetto, protestante e non praticante, vicino a Bonn. Ma Monica detesta suo padre. Lo trova freddo, duro e come impermiabile a qualsiasi relazione con i figli. Siccome non riesce a stabilire una relazione affettiva con lui, decide di lasciare la casa a 17 anni con la scusa degli studi. A 20 in camera sua anni fa una profonda esperienza di Dio e si innamora di Gesù. Attraverso dei fratelli protestanti, capisce che amare suo padre e perdonargli fanno parte dei comandamenti di Dio ("Onora tuo padre e tua madre"). Decide allora di fare un tentativo e propone a suo padre di passare delle vacanze sola con lui in Svizzera. In quelle bellissime montagne scopre la profondità del cuore di suo padre ed inizia ad amarlo e comprende anche la sua sofferenza dovuta ad una infanzia molto infelice. Si impegna a lavorare sui punti positivi senza fermarsi a quelli negativi e conflittuali. Vede anche i propri difetti (in comune a quelli del padre!) e gli chiede perdono. Pregando, scopre poco a poco in suo padre un bambino capace di meravigliarsi.
Un avvenimento provvidenziale sopravviene allora. Suo padre ha degli amici che come lui sono scappati dalla Germania dell’Est, prima che venisse chiuso il muro di Berlino. Assieme a loro, in un contesto diverso, suo padre è completamente un’altra persona, vulnerabile, comunicativo, proprio se stesso. Monica scopre allora tutto quello che lui ha sofferto e come è stato costretto ad indurirsi per sopravvivere all’esilio. Scopre così come troppo facilmente i figli rifiutano i loro genitori e così facendo li fanno diventare degli estranei induriti. Il cuore di Monica si apre a quel padre sconosciuto e finalmente inizia un dialogo tra loro.
Quando Monica ha 26 anni lavora da infermiera in un centro per anziani. Spesso si trova sola durante il servizio di notte. Ogni 15 giorni va a trovare il padre, perché è preoccupata per la sua solitudine. A 77 anni, il padre gode di una buona salute e nulla fa presagire il minimo problema. Deve essere ricoverato per 24 ore per asportare un nodulo benigno. Quella notte Monica è di guardia ed ecco che la prende una grande urgenza di andare a trovare suo padre. Sa che deve farlo e all’alba sale in macchina e guida per due ore senza fermarsi e tutta velocità anche se c’è molta nebbia. Vive un forte combattimento e pensa: "Sono forse matta? Posso andare da mio padre anche più tardi, perché devo andarci proprio adesso?!". Ma la spinta è troppo forte. Sente che questo incontro con il padre sarà importante ed intanto prega. Arrivata a Bon, invece di dirigersi verso l’ospedale, si sente spinta ad andare prima all’abitazione del padre, senza sapere il perché. La casa è vuota. Monica si dirige verso un cassettone, apre un cassetto e trova una busta che non conosce. La prende e parte veloce verso l’ospedale dove trova il padre in ottime condizioni. Assieme aprono la busta: era il diario del padre. E’ il racconto di una scalata che aveva fatto con degli amici in gioventù, durante la guerra del ‘40-’45. In quel giorno, in cima alla montagna, suo padre e gli amici erano rimasti meravigliati davanti alla bellezza della creazione, come se avessero visto la gloria di Dio. Il racconto era toccantissimo. Monica e suo padre cominciarono a piangere. Per Monica era come se uno spaccato di paradiso si fosse improvvisamente aperto. La visita durò 3 ore. La relazione padre-figlia prese una grande profondità, era proprio uno scambio di cuori.
Monica gli chiede allora se vuole dare la sua vita al Signore. Il padre accetta ed ecco che pregano assieme per la primissima volta! Siccome il padre non sa pregare chiede alla figli di pregare e lui ripeterà le preghiere dopo di lei. Monica prega spontaneamente e semplicemente, come lo Spirito Santo le ispira. Nasce così una grande preghiera di comunione. Monica ne approfitta per dire al padre quanto gli voglia bene e lo ringrazia. E’ un po’ come una dichiarazione di amore, sobria ma sincera. Lei gli chiede scusa per tutto quello che lo ha ferito con il suo atteggiamento nei suoi confronti. Poi il vicino di camera ritorna ed il padre l’accompagna alla porta e da lontano gli fa un gesto di addio e Monica nota la luce che lo avvolge. Riparte piena di gioia e torna al lavoro. Tre giorni dopo suo fratello la chiama e le dice che loro padre era morto nella pace. Monica ora è cattolica. Il suo percorso di perdono è incoraggiante! In effetti, alcune volte ci si sente incapaci di perdonare una persona che ci ha fatto del male, ma Dio ha sempre, per ciascuno di noi, un cammino di misericordia e di pace. Lo troviamo solo stando in ginocchio, con una preghiera insistente. Questa riconciliazione tra il padre e Monica è molto bella, ma ancora più bello è come Monica abbia ascoltato lo Spirito Santo e come si sia lasciata guidare da Lui, senza tener conto del sentimento di antipatia verso il padre. Noi dipendiamo troppo dal nostro modo di ‘sentire’ e ne parliamo troppo. Giudichiamo troppo, rimuginiamo troppo e continuiamo a ricordare le cose tristi, ma felice chi ascolta il mormorio di Dio nel suo cuore e permette che cresca in lui il bellissimo fiore del perdono, che fiorisce anche in mezzo ai detriti più sordidi. I nostri detriti passeranno, ma il fiore ed i suoi frutti rimarranno, perché vengono da Dio.
di Suore Emmanuel
Fonte: https://sremmanuel.org/newsletter/july-2011-3/