MaM
Messaggio del 14 gennaio 1989: Sapete, cari figli, che quando fa freddo e buio, se le persone vedono un fuoco, gli vanno vicino e si riscaldano. Così è per il cristiano, colui che segue Gesù: se davvero egli diviene fuoco, diviene servo degli altri e li aiuta a conoscere la vera luce. Per questo, cari figli, mi aspetto da voi che siate questa fiamma nella notte che mostrerà agli altri la vera luce.

Testimonianza di fra Damir Pavic

27/04/2022    262     Testimonianze su Medjugorje    Testimonianze 
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Adesso, cari giovani arriva fra Damir Pavic. Viene dalla Bosnia. E’ in servizio come parroco a Brestosko.
Ci porterà dallEgitto alla Terra Promessa, dalla schiavitù alla libertà.

Prima ci sarà un filmato e poi parlerà fra Damir.

Sia lodato Gesù Cristo, cari giovani. Buongiorno a tutti, Spero che abbiate dormito bene, che siate riposati.
Ciò su cui mediteremo adesso è una cosa molto importante per voi.
Desidero che abbiate il cuore e l’anima aperti così che possiate comprendere quello che vi dico.
Voi siete giovani e l’uomo giovane sa chiudere gli occhi, sognare e trasferirsi in luoghi dove non è mai stato e riesce ad immaginare cose che magari nella vita non vivrà mai.

Quando guardate un uccello vi chiedete cos’è la libertà per lui. Per lui vuol dire essere nell’aria e volare. Quando un uccello è chiuso in gabbia è una povera creatura che non può volare.
Quando vi immaginate un pesce nell’acqua sapete che è nella totale libertà, perchè può nuotare. Se lo togliete dall’acqua e lo mettete sulla terra muore.

Adesso, cari giovani, chiudete i vostri occhi e immaginate l’uomo. Pensate ad uno di voi, ad un vostro amico o a qualche altra persona. Pensate ad un’immagine della schiavitù.
Usate il vostro cervello per vedere cos’è la prima cosa che vi viene in mente.
Adesso una cosa che è ancora più difficile: immaginate un uomo libero. Come si comporta con voi e con gli altri? Cosa fa? Qual’è l’immagine della libertà dell’uomo?
Per adesso tenete queste immagini per voi. Noi andiamo avanti.

Viviamo nel ventunesimo secolo. Tutti gridano: “Libertà, libertà libertà!”
Si fanno tante canzoni e tutti cantano: “Libertà, freedom, Freiheit”. Tutti cantano e parlano di questa libertà.
Com’è questa libertà?
E’ una libertà dalla Chiesa, dai Comandamenti, dai genitori, dalle autorità, dalle leggi, dallo stato. Sono libero di togliere la vita a chi voglio e magari darla a chi voglio. Libertà è uccidere il bambino non nato o il vecchio per togliergli le sofferenze. Questa è libertà?
Quando pensiamo a questa libertà ci accorgiamo che dietro alla parola “libertà” è nascosta la parola “schiavitù”, perchè l’uomo moderno dovrebbe gridare: “Io sono schiavo; io non sono libero!”

All’inizio vi dirò una frase che farà da filo conduttore di tutta la riflessione: “Libero è l’uomo che vive con Dio”.
Allora andiamo all’inizio. Quando parliamo di schiavitù parliamo di peccato. Queste due parole non si possono separare.
Nella prima parte della catechesi voglio meditare con voi cos’è la schiavitù e chi mi tiene schiavo. Dietro al peccato e alla schiavitù ci sta sempre uno solo e dobbiamo sempre nominarloin modo chiaro, anche se l’uomo d’oggi non vuole sentirlo: ci sta sempre il diavolo.

Cari giovani, non voglio spaventarvi. Tanti oggi si astengono di parlare del diavolo. Se Gesù ha parlato in modo chiaro del diavolo allora dobbiamo farlo anche noi oggi. Il diavolo è molto furbo. Ci porta nella schiavitù e nel peccato e si nasconde. Lui ci convince che non esiste.
Andiamo alle prime pagine della Sacra Scrittura, dove inizia la schiavitù dell’uomo. La schiavitù inizia quando l’uomo volta le spalle a Dio e ascolta le parole del diavolo.
Cosa dice loro il diavolo? “Voi sarete liberi se trasgredirete il comando del Signore e prenderete il frutto dell’albero di cui vi ha detto di non mangiare”.
Prendiamo Sodoma e Gomorra, le due città che sono l’esempio di quando l’uomo pensa di poter fare tutto quello che gli pare. Questa libertà ci allontana da Dio e dall’umanità e cominciamo a comportarci peggio degli animali, perchè essi seguono le leggi naturali. Il diavolo vuole che l’uomo si allontani da Dio per diventare peggio degli animali.

Cari giovani, uno scrittore cattolico francese ha scritto un libro sulle eresie. Ne cita 5. L’ultima la chiama “modernismo” e dice: “Possiamo addirittura chiamarla ‘anticristo’”. Questa eresia è così pericolosa, perchè è la società che non si basa su Dio. La società che volta le spalle a Dio e poi finisce nella peggior schiavitù. La società che pensa di essere libera anche dalle leggi divine finisce nella peggiore delle schiavitù. Noi siamo testimoni proprio di questo.

Un filosofo uruguaiano che è amico del papa attuale - tral’altro da poco è uscito un libro che si chiama “Il papa e il filosofo” - Alberto Metolferè, dice che le eresie del modernismo possiamo chiamarle “ateismo liberale”, coè la società che ha escluso Dio dalla propria vita e fa ciò che le pare.
Lui dice che stiamo vivendo in questa società e che essa porta alle peggiori dipendenze per distruggere completamente l’uomo. Noi non possiamo nemmeno immaginarle.

Un saggio colombiano dice una cosa simile. Lui dice: “Dio non punirà il mondo moderno come lo ha punito al tempo del diluvio universale, perchè il mondo moderno è una punizione per se stesso. E’ caduto in una tale schiavitù che è una cosa terribile”.

Cari giovani, cosa vuole il diavolo dall’uomo? Vuole distaccarlo completamente da Dio. Lo abbiamo visto anche in quel breve filmato.
Quando parliamo di dipendenze pensiamo solamente alla droga, all’alcol, alle sigarette, alla pornografia, ma non ci chiediamo qual’è la causa della dipendenza. Cosa fa sì che l’uomo cada nella dipendenza?
Qualche giovane che ha testimoniato ha parlato di alcune dipendenze che per noi sono diventate assolutamente normali. Noi ci convinciamo che queste non siano dipendenze. Noi siamo diventati schiavi del modo di vivere moderno. Ci sono tante cose di cui pensiamo di non poter fare a meno. Questo è un grande inganno del diavolo.
Qualcuno non può stare senza cellulare, qualcun altro senza Facebook, qualcuno senza vestiti firmati, altri senza guardare la televisione. Queste sono schiavitù moderne. L’uomo pensa che senza questo non possa vivere. Ma senza questo può vivere! Per questo è molto importante chiedersi qual’è la causa della mia dipendenza. Quando l’uomo diventa dipendente e schiavo è già troppo tardi. Bisogna riconoscere i sintomi di ciò che mi porta alla schiavitù. Come dicono i medici: meglio prevenire che curare.

Cari giovani, il diavolo è abile a manipolare le persone. Sa come comportarsi con l’uomo. Lui ci vende la tenebra come luce, l’infelicità come felicità. Al posto della pace ci da l’inquietudine. Al posto della benedizione ci porta la maledizione. Al posto della fede ci porta l’incredulità. Al posto della libertà ci porta sempre la schiavitù.
Dobbiamo saper riconoscere questo nella nostra vita.

Ora vi racconterò, sulla base della mia esperienza, come il diavolo ci tiene schiavi e come ci convince che noi non siamo sotto la schiavitù.

Ci convince che siamo liberi: “Sei libero di fare tutto. La Chiesa ti ostacola. Dio ti ostacola. Io voglio darti la libertà. Approfitta di ogni giornata. Godi”.
Questo sembra simpatico, bello, buono… “Lui mi vuole bene!. Dio vuole ostacolarmi e non mi offre la vera pace. Il diavolo mi offre la vera libertà…”
Quando il diavolo mi prende mi convince che questa è vera libertà e non schiavitù.

Cosa dice Gesù ai farisei che pensavano di essere liberi, di servire il Signore e non di essere sotto la schiavitù? “Voi siete ciechi! Voi non vedete che siete schiavi. Se un cieco guida un altro cieco cadranno tutti e due in un fosso”.
L’uomo se è nella schiavitù diventa cieco. Deve riaprire gli occhi.

La seconda cosa che fa il diavolo nella nostra vita.
Ricordiamoci degli israeliti in Egitto. Erano 4 anni sotto quella schiavitù. Dopo diversi anni di schiavitù cosa ci dice il diavolo? “La via della libertà è pericolosa e insicura. Devi passare attraverso il deserto, tante prove e sfide. E’ più bello così. Io voglio risparmiarti sofferenze. Si tratta di una cosa difficile e sanguinosa. E’ bello qui in Egitto. Hai pentole piene di carne. Qui hai tutto”.
Questa è l’immagine dell’uomo moderno. Il diavolo gli dice: “Hai tutto. Hai un buon lavoro, soldi, la macchina. Non ti manca nulla. A cosa ti serve la libertà? Quando sei con me hai tutto. Con me sei libero”.
Così tanti non osano incamminarsi verso la libertà, perchè la via è pericolosa e bisogna passare attraverso il deserto.

La terza tattica diabolica. Questa riesce sempre durante la storia dell’umanità.
Sapete cosa ci dice? “Hai tempo. Non farlo oggi. Anche se ti viene in mente di cambiare qualcosa fallo domani”. Sappiamo che il domani è una finzione, perchè dopo il domani c’è sempre un altro domani. Il domani non verrà mai. Il domani non esiste.
Sant’Agostino racconta nelle sue Confessioni che era caduto profondamente nel peccato e stava sotto la schiavitù. Dice che il peccato era bello e spostava sempre a più tardi la sua conversione. Diceva a Dio: “Ma permettimi ancora un pò di stare nel mio peccato, perchè sto bene. Qui è bello. Mi converto domani”.

Quando sentite, cari giovani, una voce che vi dice “puoi cambiare domani” questa non viene mai da Dio. Il diavolo sempre ti dice: “Hai tempo”.

Quarta cosa. Tutti voi avete sicuramente visto qualche film in cui avviene un naufragio. Titanic, per esempio. Le persone si gettano nell’acqua per tentare di salvarsi. Ma cosa ti serve per salvarti nell’acqua? La scialuppa di salvataggio. Cosa fa il diavolo? Quando siamo nel mare della schiavitù? Ci ruba le scialuppe di salvataggio, così che non abbiamo nulla a cui aggrapparci.
Chi sono i tuoi giubotti o scialuppe di salvataggio? Sono la Chiesa, i tuoi genitori, i tuoi amici. Lui li allontana tutti dalla tua vita, così diventi schiavo e egoista e dici: “Nessuno mi serve. Non mi serve la mano di nessuno”.
Potete immaginare l’uomo che è schiavo della ricchezza. Egli pensa: “Più ricchezze avrò e più felice sarò”. Più accumula e più diventa schiavo e infelice e allontana tutte le persone da sè.
Così fà il diavolo: ci ruba il giubotto di salvataggio che ci serve per uscire dalla schiavitù.

Questo lo aveva capito bene san Francesco. Egli si è liberato di tutto nella vita: ricchezza, vana gloria… “Non mi serve nulla. Voglio essere completamente libero”.

Un’altra tattica diabolica per tenerci nella schiavitù. Sapete cosa fà il diavolo? Prima di cadere nel peccato lui ci nasconde le conseguenze di quello che la schiavitù porta nella nostra vita.
Questo è anche ciò che fanno quelli che inducono le donne alla prostituzione, le chiudono in una casa e rubano loro i documenti e le povere donne non possono tornare a casa dalla propria famiglia.
Il diavolo ci nasconde le conseguenze del peccato e vediamo solo quello che è bello. Invece quando siamo nella schiavitù cosa accade? Lui ci ridà il sentimento di vergogna. Noi pensiamo: “E’ una vergogna confessare davanti agli altri che sono dipendente dalla droga, dal gioco d’azzardo, dall’alcol. Come potrò dirlo ai miei genitori?”
Il diavolo lo fà anche con le donne che hanno compiuto il peccato dell’aborto. Prima dice loro: “Fallo. Sii libera. Hai la tua vita. Col tuo corpo fai quello che vuoi”. Il diavolo non dice loro le conseguenze che ne deriveranno. Lo fa dopo, in modo che le donne soffrano per tutta la vita. Saranno rovinate dentro. Nessuno glielo aveva detto prima.

Poco tempo fa ero al nord della Bosnia. Ho raccolto 5 prugne. Da fuori erano tutte belle, ma dentro 4 di esse avevano i vermi che mangiano il frutto dal di dentro.
Questa è l’immagine della nostra vita. Quando il diavolo ci porta nella schiavitù ci mangia dal di dentro, mentre da fuori sembra tutto bello, ordinato, luminoso. Una facciata bellissima, mentre da dentro i vermi ci mangiano. L’uomo diventa un cadavere vivente.

Dopo vedremo come Gesù ci salva dalla schiavitù.
Tutti nella nostra vita abbiamo avuto almeno una schiavitù: voi ed io.
Ma c’è una cosa che il diavolo ci dice e vi prego di non crederci mai. Cosa ci dice? “Nemmeno il tuo Dio può aiutarti, perchè tu sei un caso perso”.
Allora la schiavitù porta alla disperazione, all’angoscia o, ancora peggio, al suicidio.

Paragoniamo due apostoli di Gesù: san Pietro e Giuda. Sappiamo che tutti e due hanno rinnegato Gesù. Tutti e due sono caduti nella trappola del diavolo. San Pietro nella trappola della superbia: “Maestro, anche se tutti ti rinnegheranno io non lo farò mai. Non ti lascerò”. Invece Lo ha rinnegato.
In quale trappola è caduto Giuda, del quale si dice che fosse più intelligente di tutti gli altri apostoli? E’ caduto nella trappola dei soldi.

Vediamo cosa dice un sacerdote di questi due. Lui dice che tutti e due alla fine si sono impiccati.
Voi sapete, cari giovani, che l’uno e l’altro si sono impiccati? Forse questo vi sembra strano. Il sacerdote spiega questo: san Pietro si è impiccato al collo di Gesù, mentre Giuda si è impiccato al legno dell’albero.

Dopo che abbiamo parlato di come il diavolo ci porta nella schiavitù parleremo di come Gesù, attraverso l’intercessione della Sua Mamma Celeste, ci porta alla libertà.


(pausa musicale)


Alleluja!
Devo testimoniare una cosa. Mentre venivo sull’altare dentro di me ero preoccupato. Appena sono giunto qui mi sono seduto. Quando ho sentito questi giovani cantare mi è caduto qualcosa dal cuore e dagli occhi. Mi sono venute le lacrime e ho detto: “Grazie per questi giovani che suonano e cantano così bene”.
Così è bello, ma potete immaginarvi come sarà il Paradiso…

Cari giovani, parliamo della libertà.
Adesso vi leggo un testo del libro dell’Esodo.
“Mosè disse al popolo: Ricordatevi di questo giorno in cui siete stati salvati dalla schiavitù dell’Egitto. Jahwè vi ha salvati col Suo potente braccio”.

Cari giovani, penso che non ci sia nessuno qui che non sia mai stato schiavo almeno delle piccole cose. Questo è comune a tutti noi. Se non fossimo stati schiavi non avremmo mai dovuto confessarci. Ogni peccato è una schiavitù.
Quando noi confessiamo i peccati diciamo quasi sempre le stesse cose. Così le persone dicono: “Non voglio più nemmeno confessarmi. Non riesco a liberarmi di questa cosa”.

Dio ci manda certi segnali per indicarci che siamo nel peccato e sotto una schiavitù.
Un uomo và dal medico quando il corpo ci ha mandato certi segnali di una malattia. Noi portiamo a riparare la macchina quando si accende la luce gialla che ci indica che qualcosa non và o quando si accende quella rossa che ci indica un pericolo.

Vi ho letto il testo dell’Esodo. Tutti abbiamo imparato a catechismo che prima che gli israeliti uscissero dall’Egitto dieci mali hanno colpito l’Egitto come ammonimento per il faraone, ma anche per gli israeliti stessi. Non erano sufficienti uno, due o tre, ma dieci avvertimenti. Sappiamo che ugualmente il cuore del faraone si è indurito e si è messo ad inseguire quel popolo.
Chiediamoci, cari giovani, quali avvertimenti ci manda Dio per indicarci che è il momento di uscire dalla schiavitù?

Prima cosa. Vi ho detto che quando veniamo a Medjugorje siamo appesantiti e abbiamo una certa inquietudine nel cuore. Questa inquietudine è un avvertimento: c’è qualcosa che non và bene nella mia vita, c’è qualcosa che non quadra.
Cari giovani, certamente avete provato questa inquietudine: non riesci a dormire, piangi, ti fa arrabbiare tutto. Devi cambiare qualcosa. Questa è l’inquietudine salvifica, quella che ci costringe a fare il primo passo. Qualcosa mi dice che non sono contento della mia vita.

La mia vocazione l’ho avuta qui a Medjugorje. Quando venivo qui ero inquieto. Non sapevo cosa dovevo fare di me e della mia vita. Avevo angoscia e inquietudine. Qui ho trovato il senso della mia vita e la mia vocazione sacerdotale. La mia inquietudine si è trasformata in pace.

Adesso, cari giovani, guardate quali segni di avvertimento avete nella vostra vita. Può essere l’inquietudine dovuta alla morte di una persona, alla malattia… Dio ci ammonisce: devi cambiare qualcosa nella tua vita.
Ho conosciuto giovani che erano schiavi delle uscite notturne, dell’alcol, della droga. Perdono il controllo della macchina, fanno un incidente e ne escono illesi. Dopo alcuni giorni ricadono nella droga e questa volta l’incidente è mortale. Dio ti aveva mandato un avvertimento. Eri in ospedale. Rifletti un pò sulla tua vita. Non si può andare avanti così. Dio anche attraverso il male ci porta al bene.

Cari giovani, leggete i segni.
Medjugorje certamente è un grande segno di avvertimento. Qui c’è Maria. Lampada rossa!
Ci si chiede perchè appaia così a lungo. Se fosse stata qui un anno si sarebbe accesa la luce gialla, invece adesso si è accesa la luce rossa.
Bisogna convertirsi e tanti non ascoltano. Vivono nella schiavitù del peccato.
Maria è segno di avvertimento: “Uomo, devi convertirti. Devi tornare a Dio”.

Mosè parlava agli israeliti, ma questi non volevano ascoltarlo. I loro spiriti erano confusi dalla schiavitù.
Quando, cari giovani, l’uomo vive a lungo nella schiavitù lo spirito è confuso. Gli israeliti erano schiavi da 400 anni.
Quando guardate un uomo caduto nella schiavitù vedete che vive come uno zombi. Il suo spirito è confuso e gli avvertimenti del Vangelo, dei genitori non gli arrivano, perchè il diavolo ha messo una diga tra lui e gli altri, così che non possa sentire il messaggio salvifico.

Perciò è importante Medjugorje.
Perciò è importante la preghiera. Dio scioglie tutte le catene.
Anche se erano passati 400 anni Dio ha portato via il Suo popolo, affinchè non fosse più sotto la schiavitù.
A tanti che vengono qui a Medjugorje dopo tanti anni passati lontani da Dio è come se si aprissero gli occhi, grazie all’intercessione di Maria.
Ricordiamoci gli Atti degli Apostoli. Quando san Paolo si è convertito ha detto che è come se gli fosse caduto qualcosa dagli occhi.

Il primo passo di questo cammino sono gli avvertimenti che manda il Signore che lo spirito è annebbiato, oscurato a causa della schiavitù.
Adesso vediamo come Dio ci porta alla libertà, come Li è meraviglioso nelle Sue opere.
Per prima cosa io devo diventare consapevole che sono nel peccato. Questo è l’inizio di tutto.
Quando arrivi alla confessione devi riconoscere i tuoi peccati. Quando arriva il medico devi confessare che il corpo ha qualcosa che non và bene. “Ho bisogno di aiuto. Io sono malato!”
Questo è l’inizio di tutto.
L’inizio della conversione è diventare consapevoli del proprio peccato, della propria debolezza debolezza o che si è seduti su due sedie: appartengo un pò a Dio e un pò al diavolo.

Seconda cosa.
Quando sono diventato consapevole della mia schiavitù cosa devo fare? Devo incontrarmi con lo Sguardo di Gesù.

Vi cito alcune persone del Nuovo Testamento.
Gesù passa davanti a Matteo, il pubblicano, che era dipendente dai soldi. Gesù lo ha solo guardato.
Zaccheo il pubblicano. Gesù lo ha solo guardato e lui ha detto subito: “Se ho ingannato qualcuno do tutto ai poveri”.
La peccatrice Maria di Magdala, caduta nella schiavitù della prostituzione. Gesù l’ha solo guardata.
A Gesù non serve tanto. Non è un Uomo di tante storie. Lui è il nostro Dio che non parla tanto. Lui ti guarda ed è sufficiente.

Ricordiamoci di quegli anziani che accusano la peccatrice: “L’abbiamo colta nel peccato”. Gesù cosa fà? La guarda e le dice: “Và e non peccare più”.

E’ così importante, cari giovani, incontrarsi con lo Sguardo di Gesù.! I malati, i posseduti…
Il ladrone sulla croce si incontra con lo Sguardo di Gesù.
Ricordatevi il film della Passione di Mel Gibson, quando Pietro si incontra con lo Sguardo di Gesù. Cosa fà Pietro? Sigetta subito a terra, perchè lo Sguardo di Gesù lo ha trafitto come una spada.
Non possiamo sopportare lo Sguardo di Gesù senza cambiarci.
Cosa fà il diavolo? Fà il possibile per non farci arrivare a questo incontro.

Perchè è importante Medjugorje a questo proposito?
A Medjugorje mi piacciono le Adorazioni Eucaristiche.
Nella mia parrocchia ho l’Adorazione perpetua, perchè mettere Gesù sull’altare significa permettere alle persone e ai giovani di confrontarsi con se stessi.
Così lo Sguardo di Gesù mi incontra.

Cari giovani, non abbiate paura dello Sguardo di Gesù, perchè è uno Sguardo che porta alle lacrime e cancella quello che è successo nella nostra vita. A Dio non è importante il passato.
Nessuno di noi potrà peccare come hanno fatto alcuni di cui parlano i Vangeli. Gesù a loro non rimprovera.Lui dice solo: “Io ti ho perdonato. Da adesso non peccare più”.

Terzo passo.
Cari giovani, voi sapete come inizia l’amore. Prima si incontrano gli sguardi. Si dice anche “amore a prima vista”.
Alcune persone raccontano che appena hanno visto la futura moglie, appena gli sguardi si sono incontrati, hanno capito che quella donna sarebbe stata la propria moglie.
Prima di tutto i giovani si guardano. Poi cosa fanno quando si avvicinano l’uno all’altra? Si prendono per mano.
Cari giovani, quando Gesù ci ha trafitti col Suo Sguardo vuole anche prenderci per mano.
Questa è la Confessione. Voi venite dal sacerdote e lui stende la sua mano. Vi offre la Mano di Gesù. Mano di riconciliazione. Dovete aggrapparvi a questa mano, perchè non è del sacerdote, ma è la Mano di Gesù.
Quando incontri lo Sguardo d’Amore devi cadere in ginocchio e dire al tuo Gesù: “Perdonami”.

Cari giovani, non dimenticatelo, sopratutto voi che venite dai paesi occidentali, dove il diavolo ha distrutto il Sacramento della Riconciliazione. E’ brutto sentire che nessuno si confessa. E’ un inganno diabolico. Si porta i bambini alla Prima Comunione e non si confessano.
Il diavolo è molto furbo. Vuole nasconderci lo Sguardo e la Mano di Gesù.
Perciò, quando tornate nelle vostre parrocchie, voi avete diritto di chiedere ai vostri sacerdoti di confessarvi. La Madonna dice qui: “Confessatevi spesso. Ogni mese”.
Con la Confessione non si può esagerare. Alcuni santi si confessavano ogni giorno. Ci chiediamo: cosa confessavano? Ne avevano cose da confessare e anche noi ne abbiamo.   

Un’altra cosa.
Cari giovani, come abbiamo visto il diavolo dice: “C’è tempo”. Invece cosa dice Gesù? Egli dice: “Non c’è tempo. Io ti voglio adesso”.
Cari giovani, di nuovo torno all’esempio dell’innamoramento. Quando guardate una persona, quando vi innamorate lo fate subito. Subito amate quella persona. Non dite: “Ti amerò l’anno prossimo. Ti bacerò l’anno prossimo”.
Qui non si può spostare al prossimo anno. Perciò Gesù dice: “Chi mette la mano all’aratro e si volge indietro non è degno di essere Mio discepolo”.
Non c’è tempo da aspettare.
Gesù mi vuole adesso. In questo momento. Non devo vacillare.
La lettera ai romani dice: “Adesso è tempo di svegliarci”.
Gesù nel Getsemani chiede ai Suoi discepoli di vegliare “adesso” con Lui.
Non possiamo spostare l’amore ad altri periodi. Gesù ha bisogno di me in questo momento. Adesso.

Un’altra cosa importante. Non comprendetemi male.
Noi dobbiamo aprofittare di questo peccato.
Prendete l’agricoltore. Per far crescere qualcosa ha bisogno di concime e il concime puzza. La terra ha bisogno del concime.
Anche i nostri peccati puzzano.
L’inno al cero pasquale dice: “felice colpa, felice peccato, che ha meritato una tale redenzione”. Dio ci attira a Sè anche attraverso il peccato.
La beata Maryam di Betlemme, una santa palestinese disse: “Nel cielo gli alberi più belli sono coloro che hanno peccato di più sulla terra, perchè hanno sfruttato i propri peccati come concime per far crescere le proprie radici”.

Non dobbiamo preoccuparci di cosa fare coi nostri peccati. Gettiamoli sotto i piedi, affinchè siano concime per produrre frutti buoni.
Dio qualche volta permette di peccare per non ricaderci più. Un bambino piccolo quando si scotta una volta capisce per tutta la vita che deve stare attento e che non deve avvicinarsi troppo al fuoco.

Un’altra cosa, cari giovani.
Dopo che avete fatto tutto questo cosa fa il diavolo? Lui fa sempre il suo lavoro. Vi dice: “Gesù non ti ha perdonato. Come può perdonarti se hai peccato così tanto?”
Non permettete che questo pensiero cada sulla terra fertile della vostra vita. Questo pensiero non viene da Dio.
Gesù perdona!
Non possiamo dubitare della Misericordia di Dio. Questo è un peccato contro lo Spirito Santo. Dubitiamo che Dio è grande.

Noi uomini, quando qualcuno fà un piccolo sbaglio, diciamo: “Questo non lo perdonerò mai!” Così facciamo noi, ma non è come fà Dio.
Gesù pensa in maniera completamente diversa.

Non dubitiamo della Misericordia divina.
Spesso incontro persone che mi dicono: “Io sono un grande peccatore. Nemmeno il Papa può assolvermi”. Come sono superbi nel loro peccato. E non si confessano mai, perchè non possono arrivare al Papa. E’ una bella giustificazione per non confessarsi mai.

Un’altra cosa breve. Vi prego di ricordare gli israeliti che escono dalla schiavitù per arrivare alla Terra Promessa. Essi passano attraverso il deserto.
Dalla schiavitù non si passa direttamente alla Terra Promessa. Questo è un problema. Tanti vogliono arrivare al culmine della spiritualità dall’oggi al domani. Bisogna passare attraverso un deserto di penitenza, di Misericordia e di conversione.
Di questo ne sono immagine il Krizevac e la Collina delle Apparizioni.
La Madonna ci insegna che nella via del deserto devi pregare la Via Crucis, devi digiunare, rinunciare alle cose per purificarti dalle conseguenze del peccato.
Sempre bisogna passare attraverso il deserto.
Di questo parla anche il francescano san Bonaventura quando dice che la via per uscire dalla schiavitù porta sempre attraverso il deserto. Se non è così non è una via divina, ma una via diabolica.

Cari giovani, non abbiate paura della penitenza, del Rosario, delle rinunce, perchè questo è il deserto della vostra vita.
Non dimenticate, cari giovani, nella via del deserto noi abbiamo una Madre. Abbiamo Maria.

Ecco: tolgo questo Rosario in modo che tutti possiate vederlo. Non lo tolgo mai. Solo quando faccio la doccia.
La via verso la libertà è dolce per noi, perchè abbiamo Maria per Madre.
Come dice il Montfort nella libertà ci decidiamo e vogliamo essere schiavi di Maria per servire Gesù e Maria.
Attraverso il Rosario. Prendete il Rosario tra le mani, cari giovani.
Se voi non tenete questa arma quando tornerete a casa vostra il diavolo vi ingannerà di nuovo.
Mosè guidava il popolo attraverso il deserto e aveva un bastone attraverso il quale sgorgava l’acqua dalla pietra e si divideva il mare. Tutti i miracoli li faceva con la potenza divina attraverso quel bastone.
Il Rosario è il bastone di Mosè da tenere tra le vostre mani.
Come dice la Madonna: con il Rosario fermiamo anche le guerre.
Questa è la nostra arma. Noi non abbiamo altra arma.

Ancora una cosa legata al Rosario. Assieme a me nella casa vi è un frate. Ha appena compiuto 80 anni e l’anno scorso 50 di sacerdozio. Mi ha raccontato che quando si è incamminato per andare verso il convento per diventare sacerdote sua madre, santa donna già anziana, gli ha detto: “Non dimenticarti che da questo momento hai due madri. Hai la madre che ti ha portato su questa terra e ti ha dato la vita e alla quale devi rispetto. Ma hai un’altra Madre. Una Madre più grande: la Beata Vergine Maria. Se avrai Lei per Madre non temere per la strada del sacerdozio”. Non ha mai dimenticato cosa gli ha detto sua madre. Adesso vive felicemente la sua vecchiaia. Dopo tanti anni di sacerdozio ha ancora il cuore di un giovane. Come mai? Perchè tutta la vita si è tenuto legato al Rosario.

Cari giovani, vi auguro di essere liberi e di vivere la libertà. La libertà non è nient’altro che decidersi con tutto il cuore per Dio.
A tutti voi auguro un a benedetta permanenza a Medjugorje.
Siate coloro che appartengono a Dio, a Gesù e a Maria.