Attraverso la guarigione ho capito quanto la vita sia preziosa

Colm Cahill, un giovane diciottenne di Jersey (Inghilterra), undici anni fa ha subito un grave incidente stradale. In seguito è stato più in ospedale che a casa. Le sue condizioni erano peggiorate. Grazie alle preghiere rivolte alla Regina della pace, oggi Colm sta bene.
A sette anni ho subito un grave incidente stradale. Ero con mio padre. Un camion dietro di noi andava molto forte e ci ha tamponato e ci ha spinto fuori strada. A causa delle ferite riportate, ho cominciato ad avere delle crisi simili a quelle epilettiche. Le mie condizioni di salute erano sempre più gravi, avevo allucinazioni ed attacchi paranoici. Ogni giorno prendevo un cocktail di medicine, ma senza risultati. A undici anni avevo alcuni attacchi al giorno e stavo sempre più in ospedale. Era difficile mantenere gli amici, tutta la mia vita si era volta al peggio. Quello è stato il periodo di più grande solitudine della mia vita. Anche se mi aiutavano in molti, mi sentivo completamente isolato.
A tredici anni ero in uno stato critico, la mia vita era in pericolo. Spesso mi risvegliavo nel reparto di terapia intensiva dell’ambulatorio senza sapere come vi ero arrivato. Dopo gli attacchi ero pericoloso sia per me stesso che percoloro che mi stavano attorno. I miei genitori e i medici affrontavano tutto questo continuamente. Un giorno, mentre ero in quello stato, chiamarono in ospedale un sacerdote perché mi desse l’Unzione degli infermi. Ricordo che un uomo alto entrò nella stanza, col sorriso sulle labbra. Dava l’impressione che gli importasse di me. Era il sacerdote Peter Glas, che mi benedisse e se ne andò in fretta.
Alcune settimane dopo, le mie condizioni si stabilizzarono e tornai a casa. Il sacerdote ci invitò a vedere un film. Non ricordo di cosa trattasse, perché ebbi attacchi per tutto il tempo. In seguito il sacerdote mi disse di essere rimasto scioccato dagli attacchi e di aver capito che bisognava fare qualcosa. Venne da noi a casa. Mi disse che sarebbe andato in un posto che si chiamava Medjugorje, e che voleva pregare là per me. Voleva chiedere non solo la pace, ma anche la guarigione dell’anima e del corpo, perché io avessi un inizio totalmente nuovo. Mi guardò con serietà e mi disse che dovevo pregare. Non avevo mai sentito parlare di Medjugorje prima di allora. Ero in una situazione senza sbocchi, non avevo nulla da perdere e gli dissi che avrei pregato. Non lo sentii per una settimana, ma poi lui inviò a mia madre un messaggio in cui diceva che si trovava a Medjugorje. Diceva che avrebbe pregato e invitava anche noi a pregare a casa alla stessa ora.
Era il 21 maggio. Durante il pranzo ricevemmo un messaggio che diceva che quella sera, a Medjugorje, ci sarebbe stata un’apparizione alle ore 22:00, le ore 21:00 in Inghilterra. Egli mi disse di andare a quell’ora in un posto tranquillo e pregare. Quella per me è stata una giornata pesante, avevo un forte mal di testa. Alle 21:00 sono andato in giardino, dicendo ai miei genitori che volevo stare solo. Di solito non mi lasciavano mai solo, ma quella sera sì. Ho preso alcune candele e ho messo un crocifisso su una panca, per avere qualcosa davanti a cui pregare. Alle 21:00 ero in preghiera ed ha cominciato a succedere qualcosa. Il vento si è fermato, il traffico si è calmato e regnava un totale silenzio. Avevo paura, ma ho continuato a pregare. Ho aperto gli occhi e ho visto che le candele si stavano spegnendo una dopo l’altra. Avvertivo qualcosa che non avevo mai percepito prima, una pace e una forza indicibili, che non avevo mai avuto. In quel momento ho creduto fortemente che qualcosa era accaduto. Ero felicissimo e sono entrato in casa.
Dieci minuti dopo la preghiera mi sono reso conto che il mal di testa, che avevo ininterrottamente da sette anni, non c’era più. Era sparito. Il sacerdote poi mi fece sapere come era stata l’apparizione e mi disse che la Madonna aveva pregato per i malati e per le intenzioni dei pellegrini. Non ero mai stato così felice. Il giorno dopo non ebbi attacchi, né il giorno seguente, né la settimana dopo, né il mese seguente... I medici si resero conto che era avvenuto qualcosa di miracoloso. Don Peter tornò da Medjugorje, ma non eravamo ancora consci di quale grande cosa la Madonna avesse compiuto. Un dottore, che non è credente, accertò che era avvenuto qualcosa che lui non riusciva né a capire né a spiegare. Avevo preso un cocktail di medicine per anni e non potevo smettere di prenderlo all’improvviso, per cui lo diminuimmo gradualmente. L’anno dopo sono venuto a Medjugorje a ringraziare la Madonna e, da allora, sono completamente sano.
La mia guarigione è un segno dell’amore della Madre, che l’uomo non può capire. Non andavo in chiesa, non ero credente, ero arrabbiato con Dio. La ragione umana non può comprendere questo. So come vivevo un tempo e come sto vivendo adesso. Dopo la guarigione, è stato necessario imparare a vivere. Quello che vivo ora è indicibilmente di più e ne sono grato alla Madonna. Nella mia famiglia la fede si è elevata ad un livello che prima era impensabile. La mia famiglia si è convertita. Non posso dire che siamo santi, ma siamo divenuti consci della presenza di Dio. Non dobbiamo dimenticare ciò che Dio ci dà.
Le offerte che vengono fatte ai giovani nel mondo di oggi li confondono. Dicono che quella sia la vita di un uomo, io invece direi che quella è una degradazione della vita umana. Quando vieni a Medjugorje, vedi chi è Dio e capisci chi sei tu come persona. Giovani, edificate i valori che rappresentano la santità della vita. Attraverso la mia guarigione ho capito che la vita è preziosa.
La Regina della pace mi ha dato la vita. Senza di lei, senza questo luogo, senza la fede che regna qui e senza le persone che pregano qui, io non sarei vivo. Per gratitudine verso la Madonna, verrò a Medjugorje ogni volta che potrò e finché potrò.
Fonte: La voce della Pace - 2015