MaM
Messaggio del 9 febbraio 1985:Figli cari! Vi siete accorti da soli della presenza di Satana. Era presente in ogni messa, in ogni preghiera, cercando di confondere i presenti. E così ha voluto fare anche con voi volendo trascinarvi via dalla mia parola. Figli miei, ora la sua azione si è un po’ attenuata. Perciò cercate di pregare con ardore ancora più grande, con maggiore umiltà e con amore più fervente. Io vi amo!

Testimonianza di una coppia missionaria

29/09/2021    247     Testimonianze su Medjugorje    Testimonianze 
?

Medjugorje, 3 agosto 2015

Ciao a tutti!
Siete tantissimi, bellissimi e anche coraggiosissimi sotto questo sole.
Non potete immaginare quanto avremmo voluto portare con noi i nostri ragazzi, i nostri adolescenti e i nostri bambini con disabilità. Sognerebbero di essere qua con voi. Ma se non fosse per portarvi un pò delle loro vite non sarei qui davanti a voi. Guardate: mi tremano le mani.

Oggi dovremmo raccontarvi due storie di vita differenti, perchè benchè marito e moglie abbiamo due esperienze differenti. Però con un unico filo conduttore. Dio e la Madonna ci hanno sempre accompagnati durante la nostra vita. Infatti siamo nati vicini di casa. Poi siamo cresciuti insieme. Siamo stati i migliori amici, ci siamo fidanzati e poi sposati. E adesso Dio ha operato un grande miracolo, perchè siamo responsabili dell’apertura di una missione in Uganda per conto dei frati minori francescani.
Gli applausi sono per Dio e non per me.

Bene. Io vorrei condividere con voi due punti della mia esperienza di vita. E sono questi: come sia importante nella nostra vita avere il coraggio di dire di sì a delle domande grandi, a delle domande ricche di significato per le nostre vite. E la seconda cosa è il più grande dono che Dio ha fatto ai ragazzi dell’occidente ed è la possibilità di poter prendere le nostre vite nelle nostre mani.
Tanti anni fa a causa di una brutta esperienza nella mia vita, un pò per scelta oppure semplicemente è capitato, ho deciso di abbandonare la fede e di allontanarmi da Dio. Ma se anche io avevo perso fiducia in Dio mi sono accorto che Dio non aveva perso fiducia in me. In quel periodo, senza attenzione, ho continuato a fare una preghiera alla Madonna. Quella preghiera ha evitato che cadessi ancora più in basso e mi allontanassi ancora di più da Dio.

Vi racconto anche quest’episodio che ci è capitato in Africa un anno fa. Una ragazzina di nome Olivia è venuta da me e mi ha detto: “Giorgio, il futuro mi fa paura!” E poi ha aggiunto: “Ma se soltanto potessi conoscerlo mi farebbe meno paura”. Io le ho detto: “In un certo senso noi cristiani che siamo sicuri che Gesù cammina con noi è come se conoscessimo il nostro futuro. Soltanto non sempre ce ne accorgiamo mentre viviamo il presente, ma ce ne accorgiamo quando guardiamo indietro il nostro passato. Ci accorgiamo di come Dio era con noi in ogni momento”.
Anch’io adesso riesco a comprendere il perchè di tante fatiche e tante sofferenze in quegli anni senza fede e senza Dio.

Un altro piccolo aneddoto d’Africa è questo: una sera tornando verso casa, verso la missione, abbiamo incontrato due bimbi. Una bimba era piccolina, avrà avuto 5 anni. Era vestita di fiori, era bellissima. Teneva per mano il fratellino maggiore. Chiaramente l’abbiamo salutata. Ci tengono che ci si saluti. Sono contentissimi quando un bianco li saluta. La piccolina si è sbracciata. Ha cominciato a salutarci e a sorriderci, mentre il fratellino non ci degnava di uno sguardo. Allora in quel momento, avvicinandoci per guardare perchè quel bambino non ci salutasse, abbiamo capito che era la sorellina minore che accompagnava a casa il fratellino cieco. Non abbiamo potuto fare a meno di riflettere un pò su questo episodio che ci è capitato. Io mi sono accorto che Dio ha agito proprio così nella mia vita: mi ha preso per mano e si è fatto miei occhi. Mi ha accompagnato. Io ero un pò come quel bimbo. Non sapevo dove stavo andando, perchè ero cieco. Però Dio, nella Sua piccolezza, e oggi Papa Francesco direbbe “nella Sua tenerezza”, mi ha accompagnato per mano.

Allora il primo invito che faccio a tutti noi giovani è quello di non avere paura di ascoltare quello che abbiamo nel cuore, di non avere paura a prendere grandi decisioni. Non avere paura ad avere grandi sogni.
Un missionario comboniano martire ha scritto che una vita senza un sogno non può essere una vita felice. E poi ha aggiunto: “Che male c’è di sognare di far felice tutta l’umanità?”
Allora io vi invito: andate nella natura, in un bosco, sdraiatevi su un prato e guardate le stelle. Chiedetevi che senso ha la nostra vita. Chiedetevi cosa può rendere la nostra vita ancora più felice oppure veramente felice.

Bene. Torno alla mia storia. Io ero caduto, ma poi un giorno senza fede ho trovato una locandina che proponeva un viaggio a Medjugorje. Non so perchè è rimasta nel mio borsello, ma tre giorni prima dell’inizio del pellegrinaggio ho provato a telefonare. Rimaneva un posto sul pullman e sono venuto a Medjugorje per la prima volta. Mi è bastata un’ora, una confessione, una celebrazione eucaristica e un’adorazione la sera che ho fatto una promessa. Mi ricordo ancora dove stavo camminando… Ho promesso a Dio questa cosa: “Ti ho perso una volta, ma ti prometto che non Ti voglio perdere e non Ti perderò mai più”.

Allora vi racconto l’ultimo episodio d’Africa. Un giorno una ragazzina, Mauricia, è venuta da me con la faccia molto, molto triste. Ci ho messo un’ora per capire che cosa le fosse accaduto. Quando ho capito le ho detto: “Ho capito, hai perso la calcolatrice che ti avevo regalato”. Dopo che era stata zitta per un’ora mi ha detto: “No. No. Non l’ho persa!” Mi ha risposto: “La calcolatrice è andata persa”. Poverina… Lì per lì le ho anche un pò riso in faccia. E poi, invece, ho capito questo grande dono che Dio ha fatto ai giovani dell’occidente. I ragazzi, i giovani, gli adolescenti in Africa non hanno la possibilità di prendere la loro vita nelle loro mani. Ma è la vita che sceglie per loro. Invece noi giovani dell’occidente abbiamo la grande libertà di poter scegliere che cosa vogliamo fare delle nostre vite. E’ a questo che Dio ci responsabilizza.

Così senza Medjugorje probabilmente io e Marta non saremmo sposati e nè io nè Marta saremmo missionari. Perchè io amavo due persone: una era Gesù e una era Marta. Però, come vi ho detto, avevo paura di dire dei “sì” importanti nella mia vita. Avevo paura di prendere la mia vita nelle mani con responsabilità.
Così una sera, il 2 agosto, ho portato Marta sulla collina del Podbrdo e le ho chiesto di sposarmi. E poi insieme abbiamo camminato e abbiamo deciso di partire e di donare almeno i primi anni del nostro matrimonio in missione.

E ora vorrei concludere facendo a tutti voi e a tutte le persone che incontrerete quando tornerete a casa un’invito personale. Nella mia vita, come vi ho detto, una porta aperta ha fatto sì che si aprissero tante altre porte di amore e di carità. Così oggi, raccontandovi questa missione formato famiglia, vorrei offrire una porta aperta a tutti quei giovani, ragazzi e coppie che volessero fare un’esperienza di missione. Un’esperienza di incontro con i poveri. Un’esperienza d’Africa.
  Questi sono i nostri contatti. Uno è il mio indirizzo e mail e l’altro il contatto Facebook. Io cercherò di rispondere personalmente a chiunque di voi avesse il desiderio di incontrarci, di venire a trovarci o di venire a conoscere la provincia francescana che è molto grande in Africa.

marta:
Ciao. Parlerò poco, perchè so che non abbiamo tanto tempo e sopratutto perchè le gambe tremano. Come vi ha detto Giorgio noi ci conosciamo da tanto tempo. Da quando eravamo giovani. Giorgio parla della sua crisi di fede, ma non parla di quando a 14 anni parlava di cose che nessuno comprendeva, come la missione, di Dio, del servizio. Io c’ero e mi ricordo che mandava in confusione molti di noi. Io addirittura ogni tanto pensavo che fosse un pò matto. Invece il Signore ha dimostrato che aveva già messo un seme nel suo cuore, nel nostro cuore mettendoci vicini. Il Signore conosceva probabilmente già tutte le mie debolezze, le mie difficoltà, e mi ha fatto il più grande dono che ho che è mio marito.

Lui mi ha portato a Medjugorje per la prima volta dopo il suo primo viaggio solitario. Era tornato molto, molto entusiasta. Invece io, di fronte al suo invito di tornare, ero molto scettica, molto dubbiosa.
Ricordo che la sera che siamo arrivati c’era la Messa e durante l’Eucaristia tutta la piazza cantava con intensità Emmanuel. Io senza capire veramente il perchè ho ricevuto l’Eucaristia e ho iniziato a piangere. Mi sono sentita voluta qui, accolta, per iniziare un cammino insieme alla Madonna. Oggi ancora piango e mi commuovo quando cantiamo questa canzone.

Medjugorje, insieme ai tanti incontri che abbiamo fatto sulla nostra strada, ci ha aiutato ad educare il nostro cuore alla scelta che poi abbiamo fatto.
Come ha detto Giorgio non ci sarebbe questa missione se non fossimo insieme. Quando mi ha chiesto sul Podbrdo di sposarlo mi ha detto: “Mi accuccio, perchè se mi inginocchio forse la Madonna si offende”. Questo mi ricorda sempre che il nostro stare insieme è guidato da Qualcun Altro.
Quando è stato il momento di decidere, se dire di sì ad un caro amico frate che ci aveva invitato in Africa per questo progetto, ricordo di aver passato dei momenti di grande paura. Ogni volta che mi approcciavo alla preghiera chiedendo cosa fare vinceva sempre il terrore di dire di sì. Avevo paura di dare dispiacere alla mia famiglia, di lasciare gli amici, le certezze della mia vita, un lavoro che amavo tanto. Lavoravo già con dei bambini disabili che sono stati per me i più grandi maestri. E poi, non so come, per grazia del Signore abbiamo detto sì.

Tante volte abbiamo sentito su questo palco parlare della Provvidenza. Ma io era come se cercassi questa parola sul vocabolario: cosa vuol dire Provvidenza? Quando abbiamo detto sì abbiamo davvero ricevuto il centuplo.
Quando abbiamo detto di sì abbiamo sentito sulla nostra pelle cosa voleva dire Provvidenza.
Quindi vi auguro di non avere tutta la paura che ho avuto io, ma di dire di sì a quello che il Signore vi chiede.

Giorgio:
Possiamo pregare assieme tre Gloria al Padre?
Uno per me, Marta e la nostra missione, perchè abbiamo bisogno delle vostre preghiere. Uno per il nostro provinciale in Uganda che si è aperto a questa esperienza e ora vive un impegno molto grande e per tutto l’ordine dei frati francescani. Uno per tutti voi e per tutte le vostre intenzioni che avete portato qui nei vostri cuori a Medjugorje.

Dio vi strabenedica.

Fonte: Andrea Bianco - Mailing list Informazioni da Medjugorje