Sotto il Tuo Manto

Martedi, 5 agosto 2025 - Dedicazione Basilica Santa Maria Maggiore (Letture di oggi)

Si dice degli elefanti che quando devono affrontare un combattimento, hanno una cura particolare dei feriti: infatti li chiudono al centro del gruppo insieme con i più deboli. Così anche tu accogli nel centro della carità  il prossimo debole e ferito. (Sant'Antonio di Padova)

Il Santo Rosario

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Liturgia delle Ore

Martedì della 18° settimana del tempo ordinario

Un vangelo a caso ...

Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello. Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è immondo. Ora se per il tuo cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Guardati perciò dal rovinare con il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto! Non divenga motivo di biasimo il bene di cui godete! Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole. Non distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo! Tutto è mondo, d'accordo; ma è male per un uomo mangiare dando scandalo. Perciò è bene non mangiare carne, nè bere vino, nè altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi. La fede che possiedi, conservala per te stesso davanti a Dio. Beato chi non si condanna per ciò che egli approva. Ma chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perchè non agisce per fede; tutto quello, infatti, che non viene dalla fede è peccato. (Rm 14,12-23)

Il Vangelo della domenica commentato

Commento al Vangelo della VI Domenica di Pasqua: Vangelo Gv 14, 23-29: Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Ascolta il commento di Don Fabio Rosini
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Preghiere e meditazioni del giorno

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Una preghiera a caso ....

Preghiera di un pio agricoltore

Dio onnipotente, che avete in mano le sorti degli uomini, e nell'ordine della vostra Provvidenza a ciascuno fissate la propria condizione, voi mi avete posto in uno stato molto penoso. Io in questo mondo non ho bene alcuno, se non il lavoro delle mie mani. La terra che io coltivo è sovente per me una terra ingrata, la quale non produce che triboli e spine. Le disgrazie del tempo, i disordini delle stagioni, gli uragani, le grandini, le siccità, le innondazioni devastano assai frequentemente le campagne, e ci tolgono la speranza delle raccolte; e spesso dopo aver bagnato la terra co' miei sudori, sono costretto ancora a bagnarla delle mie lagrime.

Conosco, o mio Dio, che sono i nostri peccati, che ci attirano i vostri flagelli, e pure tale è il nostro acciecamento, che non cerchiamo di disarmare la mano che ci percuote. Invece di calmare il vostro sdegno colla nostra sommessione, colla nostra pazienza, col nostro pentimento, noi ci abbandoniamo ai lamenti, alle mormorazioni, e talvolta anche alle imprecazioni e alle bestemmie contro la vostra Providenza. Me disgraziato! io fui di questo numero. Nel tempo stesso che voi mi punivate delle mie offese, io vi offendeva nuovamente!

Dio di misericordia, abbiate pietà dei vostri figli. Per colpevoli che eglino siano, sono pur sempre opera delle vostre mani, e prezzo del vostro sangue. Mi sono abusato della vostra bontà, è vero, o mio Dio; ma ora me ne pento, per l'avvenire vi sarò più fedele, più obbediente, più rassegnato.

Io risolvo, o mio Dio, coll'aiuto della grazia vostra di correggere la mia condotta. Io adorerò in tutto la vostra Previdenza, bacierò la mano che mi flagella, e quando voi vi degnerete di spandere sopra le mie fatiche le celesti benedizioni, che ora imploro, io non mi dimenticherò di esservene riconoscente, e sciogliervi inni di ringraziamento, e sempre mi adoprerò per regolarmi in modo da meritarmi la vostra amicizia nel tempo e nell'eternità.