Liturgia delle Ore - Letture
Martedi della 20° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Matteo 23
1Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:2"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.3Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.4Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattéri e allungano le frange;6amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe7e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente.8Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.9E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.10E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.11Il più grande tra voi sia vostro servo;12chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci14.
15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.17Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?18E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.19Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta?20Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra;21e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.24Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza.26Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.28Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti,30e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;31e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.32Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?34Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città;35perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare.36In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!38Ecco: 'la vostra casa vi sarà lasciata deserta!'39Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: 'Benedetto colui che viene nel nome del Signore!'".
Primo libro delle Cronache 8
1Beniamino generò Bela suo primogenito, Asbel secondo, Achiràm terzo,2Noca quarto e Rafa quinto.3Bela ebbe i figli Addar, Ghera padre di Ecud,4Abisua, Naaman, Acoach,5Ghera, Sepufàn e Curam.
6Questi furono i figli di Ecud, che erano capi di casati fra gli abitanti di Gheba e che furono deportati in Manàcat.7Naaman, Achia e Ghera, che li deportò e generò Uzza e Achiud.
8Sacaràim ebbe figli nei campi di Moab, dopo aver ripudiato le mogli Cusim e Baara.9Da Codes, sua moglie, generò Iobab, Zibia, Mesa, Melcam,10Jeus, Sachia e Mirma. Questi furono i suoi figli, capi di casati.
11Da Cusim generò Abitùb ed Elpaal.12Figli di Elpaal: Eber, Miseam e Semed, che costruì Ono e Lidda con le dipendenze.
13Beria e Sema, che furono capi di casati fra gli abitanti di Aialon, misero in fuga gli abitanti di Gat.14Loro fratelli: Sasak e Ieremòt.
15Zebadia, Arad, Ader,16Michele, Ispa e Ioca erano figli di Beria.17Zebadia, Mesullàm, Chizki, Cheber,18Ismerai, Izlia e Iobab erano figli di Elpaal.19Iakim, Zikri, Zabdi,20Elienài, Silletài, Elièl,21Adaià, Beraià e Simrat erano figli di Simei.22Ispan, Eber, Eliel,23Abdon, Zikri, Canàn,24Anania, Elam, Antotia,25Ifdia e Penuèl erano figli di Sasak.26Samserài, Secaria, Atalia,27Iaaresia, Elia e Zikri erano figli di Ierocàm.28Questi erano capi di casati, secondo le loro genealogie; essi abitavano in Gerusalemme.
29In Gàbaon abitava il padre di Gàbaon; sua moglie si chiamava Maaca;30il primogenito era Abdon, poi Zur, Kis, Baal, Ner, Nadàb,31Ghedor, Achio, Zeker e Miklòt.32Miklòt generò Simeà. Anche costoro abitavano in Gerusalemme accanto ai fratelli.
33Ner generò Kis; Kis generò Saul; Saul generò Giònata, Malkisùa, Abinadàb e Is-Bàal.34Figlio di Giònata fu Merib-Bàal; Merib-Bàal generò Mica.35Figli di Mica: Piton, Melech, Tarea e Acaz.36Acaz generò Ioadda; Ioadda generò Alèmet, Azmàvet e Zimrì; Zimrì generò Moza.37Moza generò Binea, di cui fu figlio Refaia, di cui fu figlio Eleasà, di cui fu figlio Azel.38Azel ebbe sei figli, che si chiamavano Azrikàm, Bocru, Ismaele, Searia, Abdia e Canan; tutti questi erano figli di Azel.39Figli di Esek suo fratello: Ulam suo primogenito, Ieus secondo, Elifèlet terzo.40I figli di Ulam erano uomini valorosi e tiratori di arco. Ebbero numerosi figli e nipoti: centocinquanta. Tutti questi erano discendenti di Beniamino.
Salmi 141
1'Salmo. Di Davide.'
Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
ascolta la mia voce quando t'invoco.
2Come incenso salga a te la mia preghiera,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
3Poni, Signore, una custodia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra.
4Non lasciare che il mio cuore si pieghi al male
e compia azioni inique con i peccatori:
che io non gusti i loro cibi deliziosi.
5Mi percuota il giusto e il fedele mi rimproveri,
ma l'olio dell'empio non profumi il mio capo;
tra le loro malvagità continui la mia preghiera.
6Dalla rupe furono gettati i loro capi,
che da me avevano udito dolci parole.
7Come si fende e si apre la terra,
le loro ossa furono disperse alla bocca degli inferi.
8A te, Signore mio Dio, sono rivolti i miei occhi;
in te mi rifugio, proteggi la mia vita.
9Preservami dal laccio che mi tendono,
dagli agguati dei malfattori.
10Gli empi cadono insieme nelle loro reti,
ma io passerò oltre incolume.
Salmi 12
1'Al maestro del coro. Sull'ottava. Salmo. Di Davide.'
2Salvami, Signore! Non c'è più un uomo fedele;
è scomparsa la fedeltà tra i figli dell'uomo.
3Si dicono menzogne l'uno all'altro,
labbra bugiarde parlano con cuore doppio.
4Recida il Signore le labbra bugiarde,
la lingua che dice parole arroganti,
5quanti dicono: "Per la nostra lingua siamo forti,
ci difendiamo con le nostre labbra:
chi sarà nostro padrone?".
6"Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri,
io sorgerò - dice il Signore -
metterò in salvo chi è disprezzato".
7I detti del Signore sono puri,
argento raffinato nel crogiuolo,
purificato nel fuoco sette volte.
8Tu, o Signore, ci custodirai,
ci guarderai da questa gente per sempre.
9Mentre gli empi si aggirano intorno,
emergono i peggiori tra gli uomini.
Isaia 29
1Guai ad Arièl, ad Arièl,
città dove pose il campo Davide!
Aggiungete anno ad anno,
si avvicendino i cicli festivi.
2Io metterò alle strette Arièl,
ci saranno gemiti e lamenti.
Tu sarai per me come un vero Arièl,
3io mi accamperò come Davide contro di te
e ti circonderò di trincee,
innalzerò contro di te un vallo.
4Allora prostrata parlerai da terra
e dalla polvere saliranno fioche le tue parole;
sembrerà di un fantasma la tua voce dalla terra,
e dalla polvere la tua parola risuonerà come bisbiglio.
5Sarà come polvere fine la massa dei tuoi oppressori
e come pula dispersa la massa dei tuoi tiranni.
Ma d'improvviso, subito,
6dal Signore degli eserciti sarai visitata
con tuoni, rimbombi e rumore assordante,
con uragano e tempesta e fiamma di fuoco divoratore.
7E sarà come un sogno,
come una visione notturna,
la massa di tutte le nazioni
che marciano su Arièl,
di quanti la attaccano
e delle macchine poste contro di essa.
8Avverrà come quando un affamato sogna di mangiare,
ma si sveglia con lo stomaco vuoto;
come quando un assetato sogna di bere,
ma si sveglia stanco e con la gola riarsa:
così succederà alla folla di tutte le nazioni
che marciano contro il monte Sion.
9Stupite pure così da restare sbalorditi,
chiudete gli occhi in modo da rimanere ciechi;
ubriacatevi ma non di vino,
barcollate ma non per effetto di bevande inebrianti.
10Poiché il Signore ha versato su di voi
uno spirito di torpore,
ha chiuso i vostri occhi,
ha velato i vostri capi.
11Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si da' a uno che sappia leggere dicendogli: "Leggilo", ma quegli risponde: "Non posso, perché è sigillato".12Oppure si da' il libro a chi non sa leggere dicendogli: "Leggilo", ma quegli risponde: "Non so leggere".
13Dice il Signore: "Poiché questo popolo
si avvicina a me solo a parole
e mi onora con le labbra,
mentre il suo cuore è lontano da me
e il culto che mi rendono
è un imparaticcio di usi umani,
14perciò, eccomi, continuerò
a operare meraviglie e prodigi con questo popolo;
perirà la sapienza dei suoi sapienti
e si eclisserà l'intelligenza dei suoi intelligenti".
15Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore
per dissimulare i loro piani,
a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo:
"Chi ci vede? Chi ci conosce?".
16Quanto siete perversi! Forse che il vasaio
è stimato pari alla creta?
Un oggetto può dire del suo autore:
"Non mi ha fatto lui"?
E un vaso può dire del vasaio: "Non capisce"?
17Certo, ancora un po'
e il Libano si cambierà in un frutteto
e il frutteto sarà considerato una selva.
18Udranno in quel giorno i sordi le parole di un libro;
liberati dall'oscurità e dalle tenebre,
gli occhi dei ciechi vedranno.
19Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore,
i più poveri gioiranno nel Santo di Israele.
20Perché il tiranno non sarà più, sparirà il beffardo,
saranno eliminati quanti tramano iniquità,
21quanti con la parola rendono colpevoli gli altri,
quanti alla porta tendono tranelli al giudice
e rovinano il giusto per un nulla.
22Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore
che riscattò Abramo:
"D'ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire,
il suo viso non impallidirà più,
23poiché vedendo il lavoro delle mie mani tra di loro,
santificheranno il mio nome,
santificheranno il Santo di Giacobbe
e temeranno il Dio di Israele.
24Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza
e i brontoloni impareranno la lezione".
Prima lettera ai Corinzi 7
1Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l'uomo non toccare donna;2tuttavia, per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.
3Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito.4La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie.5Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione.6Questo però vi dico per concessione, non per comando.7Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro.
8Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io;9ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere.
10Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito -11e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglie.
12Agli altri dico io, non il Signore: se un nostro fratello ha la moglie non credente e questa consente a rimanere con lui, non la ripudi;13e una donna che abbia il marito non credente, se questi consente a rimanere con lei, non lo ripudi:14perché il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre invece sono santi.15Ma se il non credente vuol separarsi, si separi; in queste circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a servitù; Dio vi ha chiamati alla pace!16E che sai tu, donna, se salverai il marito? O che ne sai tu, uomo, se salverai la moglie?
17Fuori di questi casi, ciascuno continui a vivere secondo la condizione che gli ha assegnato il Signore, così come Dio lo ha chiamato; così dispongo in tutte le chiese.18Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non lo nasconda! È stato chiamato quando non era ancora circonciso? Non si faccia circoncidere!19La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio.20Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.21Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione!22Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore, è un liberto affrancato del Signore! Similmente chi è stato chiamato da libero, è schiavo di Cristo.23Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini!24Ciascuno, fratelli, rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando è stato chiamato.
25Quanto alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia.26Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa della presente necessità, di rimanere così.27Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei sciolto da donna? Non andare a cercarla.28Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io vorrei risparmiarvele.
29Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero;30coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero;31quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo!32Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore;33chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie,34e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito.35Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni.
36Se però qualcuno ritiene di non regolarsi convenientemente nei riguardi della sua vergine, qualora essa sia oltre il fiore dell'età, e conviene che accada così, faccia ciò che vuole: non pecca. Si sposino pure!37Chi invece è fermamente deciso in cuor suo, non avendo nessuna necessità, ma è arbitro della propria volontà, ed ha deliberato in cuor suo di conservare la sua vergine, fa bene.38In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio.
39La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore.40Ma se rimane così, a mio parere è meglio; credo infatti di avere anch'io lo Spirito di Dio.
Capitolo LIII: La grazia di Dio non si confonde con ciò che ha sapore di cose terrene
Leggilo nella Biblioteca1. Preziosa, o figlio, è la mia grazia; essa non tollera di essere mescolata a cose esteriori e a consolazioni terrene. Perciò devi buttar via tutto ciò che ostacola la grazia, se vuoi che questa sia infusa in te. Procurati un luogo appartato, compiaciti di stare solo con te stesso, non andare cercando di chiacchierare con nessuno; effondi, invece, la tua devota preghiera a Dio, per conservare compunzione d'animo e purezza di coscienza. Il mondo intero, consideralo un nulla; alle cose esteriori anteponi l'occuparti di Dio. Ché non potresti attendere a me, e nello stesso tempo trovare godimento nelle cose passeggere. Occorre allontanarsi dalle persone che si conoscono e alle quali si vuole bene; occorre tenere l'animo sgombro da ogni conforto temporale. Ecco ciò che il santo apostolo Pietro chiede, in nome di Dio: che i seguaci di Cristo si conservino in questo mondo "come forestieri e pellegrini" (1Pt 2,11). Quanta sicurezza in colui che muore, senza essere legato alla terra dall'attaccamento per alcuna cosa. Uno spirito debole, invece, non riesce a mantenere il cuore tanto distaccato: l'uomo materiale non conosce la libertà dell'uomo interiore. Che se uno vuole veramente essere uomo spirituale, egli deve rinunciare a tutti, ai lontani e ai vicini; e guardarsi da se stesso più ancora che dagli altri. Se avrai vinto pienamente te stesso, facilmente soggiogherai tutto il resto. Trionfare di se medesimi è vittoria perfetta; giacché colui che domina se stesso - facendo sì che i sensi obbediscano alla ragione, e la ragione obbedisca in tutto e per tutto a Dio - questi è, in verità il vincitore di sé e signore del mondo.
2. Se brami elevarti a questa somma altezza, è necessario che tu cominci con coraggio, mettendo la scure alla radice, per poter estirpare totalmente la tua segreta inclinazione, contraria al volere di Dio e volta a te stesso e a tutto ciò che è tuo utile materiale. Da questo vizio, dall'amore di sé, contrarissimo alla volontà divina, deriva, si può dire, tutto quanto deve essere stroncato radicalmente. Domato e superato questo vizio, si farà stabilmente una grande pace e una grande serenità. Ma sono pochi quelli che si adoprano per morire del tutto a se stessi, e per uscire pienamente da se stessi. I più restano avviluppati, né sanno innalzarsi spiritualmente sopra di sé. Coloro che desiderano camminare con me senza impacci debbono mortificare tutti i loro affetti perversi e contrari all'ordine voluto da Dio, senza restare attaccati di cupido amore personale ad alcuna creatura.
LETTERA 95: In risposta alla precedente Agostino tratta della vita presente in relazione alla futura
Lettere - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaScritta alla fine del 408 o all'inizio del 409.
In risposta alla precedente Agostino tratta della vita presente in relazione alla futura (n. 1-6), delle qualità corporali dei beati e della funzione delle loro membra dopo la risurrezione (n. 7-8).
AGOSTINO SALUTA NEL SIGNORE I CARISSIMI E SINCERISSIMI SUOI SIGNORI PAOLINO E TERASIA, SANTI, AMATI E VENERATI SUOI FRATELLI E CONDISCEPOLI NELLA SCUOLA DEL SIGNORE GESÙ CRISTO
Il mutuo affetto sorgente di consolazione.
1. Quando i nostri fratelli che sono per noi come intimi amici e che al pari di noi siete soliti salutare con lo stesso affetto con cui essi salutano voi, quando - vi dicevo - essi vi fanno frequenti visite, ciò non produce tanto un aumento della nostra felicità quanto un sollievo alle nostre pene. Ora, per quanto noi ci sforziamo, nei limiti delle nostre possibilità, di evitare ciò che può motivare e rendere necessari tali viaggi, essi tuttavia - non so come - non potranno mancare, a mio parere, in punizione dei nostri peccati. Quando però essi tornano da noi e ci vedono, allora si avvera quello che dice la sacra Scrittura: Le tue consolazioni hanno rallegrato la mia anima in proporzione dei dolori che hanno amareggiato il mio cuore 1. Riconoscerai quindi la piena verità di quanto dico a proposito della gioia che vi procura la compagnia del fratello Possidio, quando saprete da lui il motivo penoso per cui si è dovuto recare costà. Del resto, se qualcuno di noi si recasse oltremare anche solo per godere della vostra presenza, quale motivo potrebbe essere più giusto e più degno di esso? Noi però ne saremmo impediti dai nostri impegni, che ci costringono a servire le debolezze degli infermi e a non privarli della nostra presenza fisica, salvo che vi fossimo obbligati da cause tanto più imperiose quanto più pericolose fossero le condizioni della loro malattia. Non so se ciò per me è una prova o piuttosto un castigo, ma so che Dio non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci punisce in proporzione delle nostre iniquità 2; agli affanni Egli sa unire considerevoli dosi di consolazioni, come somministrandoci una portentosa medicina; affinché non amiamo il mondo, ma contemporaneamente non veniamo meno nel mondo.
Difficoltà di armonizzare la propria vita con quella celeste.
2. Nella mia lettera precedente, ti domandavo come ti raffiguri la vita dei santi nell'eternità. Tu però mi hai giustamente risposto che bisogna pure preoccuparci delle condizioni della vita presente. Va bene: ma perché hai voluto consultare proprio me su ciò che io ignoro quanto te, o che tu conosci quanto me e forse meglio di me? Infatti hai detto pure, assai giustamente, che " bisogna morire in anticipo della morte di cui parla il Vangelo, prevenendo cioè la dissoluzione del nostro corpo con la morte volontaria, staccandoci dalla vita di questo mondo col cuore ed il pensiero, non già col darci la morte fisica". Questa è una forma di attività semplice, non turbata da nessun'ansia di dubbio, poiché siamo ben certi che nella nostra esistenza terrena bisogna trascorrere la nostra vita mortale sì da renderci, per così dire, conformi alla vita immortale. Ma il problema che angustia le persone come me, nella loro condotta pratica e nella loro ricerca teorica, consiste tutto nel sapere in qual modo debbano vivere in mezzo a coloro e per il bene di coloro che non sanno ancora vivere, morendo non già con la morte fisica, ma staccandosi col desiderio della volontà dalle lusinghe dei sensi. Infatti nella maggior parte dei casi abbiamo l'impressione che, se non ci adattiamo un po' alle cose da cui desideriamo staccarli, non potremo arrecare loro alcun giovamento spirituale. Così facendo si insinua pure in noi tanto fascino per tali cose, che spesso godiamo parlare di sciocchezze e ascoltare chi ne parla; e non solo ne sorridiamo, ma ci lasciamo vincere da un riso sfrenato. In tal modo appesantendo, per così dire, l'anima nostra con la polvere e il fango degli affetti terreni, con più fatica e lentezza la solleviamo a Dio, per vivere una vita evangelica mediante la morte di cui parla il Vangelo. E se talora ci riusciamo, ci sentiamo tosto sussurrare: " Bravo, bravo! "; e questa voce non ci viene dagli altri, perché nessuno può avvertire negli altri tale approvazione dello spirito, ma in certo qual modo dal profondo del nostro intimo donde, non so come, si alza quel grido " Bravo, bravo! ". Appunto per questa specie di tentazione l'incomparabile Apostolo confessa di venire schiaffeggiato dall'Angelo 3. Ecco perché la vita dell'uomo su questa terra è tutta una tentazione, dal momento che l'uomo è tentato nell'atto stesso in cui cerca di conformare, per quanto è capace, la sua vita e renderla simile a quella celeste.
Difficoltà nel dare castighi e correzioni.
3. Che dire poi del problema se si deve punire o non punire, dal momento che in entrambi i casi abbiamo di mira solo di giovare alla salvezza dei fedeli? Altro problema è sapere la misura da conservare nel punire, poiché occorre tener presente non solo la natura e il numero delle colpe, ma pure la forza d'animo con cui uno sopporta o rifiuta il castigo, affinché ne ritragga vantaggio o almeno non ne ricavi uno svantaggio. Quanto è misterioso ed oscuro tutto ciò e di quanti temono un castigo imminente, aspettato generalmente con paura, non so se siano più quelli che si emendano o quelli che prendono una piega peggiore! Che dire poi dei casi assai frequenti, in cui si produce la rovina del colpevole se viene punito, mentre se non lo si punisce si procura la rovina d'un altro? Quanto a me confesso che a tale proposito mi succede di sbagliare ogni giorno e di non sapere quando e come osservare il precetto scritturistico: Quelli che mancano, riprendili alla presenza di tutti, affinché tutti ne abbiano timore 4; e quest'altro: Riprendi [il tuo fratello] fra te e lui solo 5; e quest'altro: Non giudicate prima del tempo 6; e ciò che sta scritto: Affinché non siate giudicati 7; poiché qui al secondo membro il Signore non aggiunge: " prima del tempo "; così pure l'altra espressione della Scrittura: E chi sei tu, che ti fai giudice del servo altrui? Se sta in piedi o se cade, è affare del suo padrone; ma starà ritto in piedi perché Iddio ha il potere di sostenerlo 8. L'Apostolo afferma di parlare qui di coloro che sono dentro la Chiesa; d'altra parte, comanda che siano giudicati, quando dice: Perché infatti dovrebbe toccare a me giudicare quelli di fuori? Non sono forse quelli di dentro che voi giudicate? Togliete codesto malvagio di mezzo a voi stessi 9! Anche quando pare doveroso giudicare, quale ansia, quale angoscia determinare fino a qual punto farlo, per paura che non succeda quello che l'Apostolo raccomanda chiaramente d'evitare ancora nella seconda Lettera ai Corinti: Per paura - dice - che quel tale non venga sommerso da tristezza anche maggiore 10. E perché nessuno pensasse che ciò si potesse prendere alla leggera, nello stesso passo aggiunge: Affinché non veniamo soggiogati da Satana, di cui ben conosciamo i raggiri 11. Quanti motivi di trepidazione in tutti questi casi, mio caro Paolino, sant'uomo di Dio! Quanti timori, quale oscurità! Non crediamo forse che a proposito di tali situazioni sia stato detto: Sono stato preso da timore, mi sono trovato avvolto nelle tenebre, ed ho esclamato: Chi mi darà le ali d'una colomba, per volare dove poter avere un po' di pace? Ecco, son fuggito lontano e sono andato a stare nel deserto. Ma perfino nel deserto il profeta ebbe a provare quel che dice appresso: Aspettavo che mi liberasse dall'abbattimento di spirito e dalla tempesta 12. Proprio vero dunque che la vita umana su questa terra è piena di tentazioni 13!
Imbarazzo nel giudicare gli altri.
4. Ma non basta: le stesse Scritture non sono da noi piuttosto sfiorate con la mano, anziché maneggiate e comprese, dal momento che sono assai più numerose le massime di cui indaghiamo il senso anziché quelle di cui troviamo un senso preciso e immutabile? Questa cautela però, sebbene sia piena di ansie, è molto migliore di un'affermazione temeraria. E non avviene forse, in tanti casi, che se uno non giudica secondo la carne (che l'Apostolo considera essere causa di morte), riesce di grande scandalo a chi giudica ancora secondo la carne 14? In tal caso è assai pericoloso dire ciò che pensi, è assai penoso non dirlo ed è assai dannoso dire il contrario di quel che pensi! E inoltre talora, credendo che ciò faccia parte della franchezza e della carità fraterna, non nascondiamo il nostro giudizio su discorsi o scritti di coloro che sono in seno alla Chiesa cattolica, i quali invece s'immaginano che noi lo facciamo non per benevolenza, ma per malanimo! Quante mancanze si commettono allora contro di noi! E allo stesso modo quante mancanze commettiamo noi pure contro gli altri, quando abbiamo il sospetto che critichino le nostre opinioni più per offenderci che per correggerci! E' un fatto: per tale motivo nascono per lo più le inimicizie tra persone assai care ed intime, allorché, anche più di quanto è scritto, l'uno si gonfia contro l'altro 15; e mentre si mordono e si beccano a vicenda, c'è pericolo che periscano insieme 16. Chi dunque mi darà le ali della colomba, per volare e trovare riposo? 17 Infatti, sia perché i pericoli in cui ci troviamo ci paiono più gravi di quelli non ancora sperimentati, sia perché lo siano davvero, qualunque scoraggiamento e tempesta si possa incontrare in un deserto mi appare meno molesta delle sofferenze e delle apprensioni che si provano nel tumulto della gente?
Nella vita beata assenza di alcun male.
5. Sono quindi pienamente d'accordo con te che ci si debba preoccupare dello stato o, per meglio dire, del corso della vita presente. Aggiungo pure che dobbiamo esaminare ed occuparci di ciò prima di sapere quel che sarà la condizione alla quale ci porta questa corsa della vita terrena. Ecco perché chiedevo la tua opinione; m'illudevo che una volta trovata ed osservata la retta regola della vita presente, potessimo crederci ormai al sicuro, mentre al contrario mi sento di correre gravissimi pericoli in tanti casi, specialmente in quelli da me ricordati con la brevità che mi è stata possibile. Ma poiché l'ignoranza e la difficoltà della nostra condotta pratica sembra derivare solo dal fatto che, fra tante persone così diverse per condotta e per carattere, noi trattiamo gli interessi non tanto di un popolo la cui patria è Roma o la terra, ma la Gerusalemme celeste; per questo mi piaceva di parlare con te di quel che saremo, anziché di quel che siamo ora. Di fatto sebbene non sappiamo quali beni troveremo lassù, tuttavia siamo sicuri di una cosa molto importante: che cioè nella vita futura non incontreremo i pericoli che incontriamo quaggiù.
Agostino desidera sapere come si debba vivere con gli uomini.
6. Quanto dunque a trascorrere questa vita temporale in modo da arrivare a quella eterna, so che si devono reprimere i desideri carnali e concedere ai piaceri corporali solo quanto basta al sostentamento e all'attività di questa vita; so che si devono tollerare con pazienza e fortezza tutte le molestie temporali per la verità rivelata da Dio e per l'eterna salvezza nostra e del prossimo. So pure che dobbiamo preoccuparci con tutto lo zelo della carità perché il prossimo si comporti rettamente in questa vita in modo che possa raggiungere la vita eterna. So pure che dobbiamo anteporre gli interessi spirituali a quelli materiali, le cose immutabili alle mutevoli, e che si può riuscire a seconda che si è più o meno aiutati dalla grazia di Dio, per i meriti di nostro Signore Gesù Cristo. Perché poi uno sia aiutato in un modo o in un altro o in nessun modo, non lo so: so però che Dio agisce con un criterio di somma giustizia, noto a Lui solo. Se però hai qualche idea chiara e precisa riguardo agli altri uomini, ti prego di farmela sapere; se invece ti causano perplessità come a me, discutine con un dolce e paziente maestro di spirito, che si trovi o dove abitate voi o a Roma, dove vi recate ogni anno; fammi poi sapere per iscritto quanto il Signore vi avrà manifestato, sia mediante le istruzioni di quello, sia nelle discussioni tra voi.
I corpi spiritualizzati dopo la risurrezione.
7. Siccome a tua volta mi chiedevi il mio parere circa la risurrezione dei corpi e le funzioni delle membra nello stato futuro d'incorruttibilità e d'immortalità, ascolta cosa in breve ne penso; e, se non ti soddisferà, ne potremo discutere più a lungo, con l'aiuto di Dio. Si deve credere con tutta la forza quanto nella sacra Scrittura è affermato in modo veridico, e chiaro: che cioè i nostri corpi visibili e terreni, che ora chiamiamo animali, nella risurrezione dei fedeli e dei giusti, diventeranno spirituali. Ignoro d'altronde come si possa comprendere o far comprendere ad altri di quale specie sia un corpo spirituale, di cui non abbiamo conoscenza sperimentale. E' certo però che in quello stato i corpi non avranno corruzione di sorta e perciò non sentiranno, come ora, il bisogno di questo cibo corruttibile: potranno tuttavia prenderlo e consumarlo realmente, non costretti da necessità, ma assecondando una possibilità. Altrimenti neppure il Signore avrebbe preso cibo dopo la sua risurrezione dandoci in tal modo l'immagine della risurrezione corporea; per cui l'Apostolo dice: Se i morti non risorgono, non è risorto neppure Cristo 18. Il Signore infatti, apparendo con tutte le sue membra, e servendosi delle loro funzioni, mostrò pure il posto delle ferite 19. Io ho sempre creduto che non si tratti di ferite, ma di cicatrici, conservate dal Signore non già per necessità, ma per sua volontà. E la facilità di attuare questa sua volontà, la dimostrò soprattutto e quando apparve sotto altre sembianze e quando apparve com'era realmente, a porte chiuse, nella casa dove si erano adunati i discepoli 20.
Gli Angeli ed i beati in cielo.
8. Di qui sorge la questione se gli Angeli hanno un corpo adatto per i loro uffici e per accorrere in aiuto degli uomini, oppure sono puri spiriti. Se infatti diciamo che hanno un corpo, ci si presenta l'espressione della sacra Scrittura: Che fa suoi Angeli gli spiriti 21. Se invece diciamo che non lo hanno, crea un imbarazzo anche maggiore il fatto che nella Scrittura si dice che essi, benché privi di corpo, sono apparsi ai sensi corporei degli uomini, sono stati da essi ospitati, sono stati lavati loro i piedi, ed è stato servito loro da mangiare e da bere 22. Ma sembra più facile pensare che gli Angeli sono stati chiamati spiriti, come gli uomini sono stati chiamati anime, in quanto è scritto che insieme a Giacobbe discesero in Egitto molte anime 23 [e non potevano certo non avere un corpo]; ciò potrebbe sembrare più facile che credere che tutte le azioni, più su ricordate, siano state compiute da creature senza corpo. Nell'Apocalisse inoltre si trova designata una precisa statura dell'Angelo 24, con una specie di misura che può essere propria solo dei corpi, e per conseguenza le apparizioni fatte agli uomini non sono frutto di allucinazioni, ma del potere e della facoltà propria dei corpi spiritualizzati. Avranno gli Angeli un corpo o si può dimostrare che essi, pur non avendolo, hanno potuto compiere diversamente tutte quelle azioni fisiche? Comunque stiano le cose, è certo che nella città dei Santi, dove anche i redenti, per opera di Cristo, dal peccato insito nella natura umana saranno uniti in eterno alle migliaia di Angeli, voci fisiche indicheranno tutti i pensieri dell'animo, perché nel consorzio di Dio nessun pensiero potrà nascondersi al prossimo, ma regnerà l'armoniosa concordia nei cantici di lode a Dio, espressa non solo con lo spirito, ma anche con il corpo spiritualizzato: così almeno mi pare.
La tranquillità cristiana.
9. Aspetto intanto con la più viva brama di sapere da te se hai già qualche opinione più conforme alla verità, o che hai potuto apprendere da persone più istruite di me. Esamina comunque attentamente la mia lettera, alla quale hai risposto in fretta e furia, adducendo il motivo che il diacono latore di essa aveva urgenza di partire. Dico ciò non per muoverti una lagnanza, ma solo per ricordarti di dare adesso le risposte per caso tralasciate. Esamina inoltre e considera quanto ho cercato di sapere da te, ossia qual è la tua opinione sulla vita cristiana, lontana dalle occupazioni, per poter apprendere e insegnare ad altri la sapienza cristiana; fammi pure sapere di qual tempo libero disponi, avendo io immaginato che tu ne godessi tanto, mentre ora mi giungono notizie di tue incessanti occupazioni. E inoltre ricordatevi di noi, santi di Dio, nostra immensa gioia e nostra consolazione, e vivete felici.
1 - Sal 93, 19.
2 - Sal 102, 10.
3 - 2 Cor 12, 7.
4 - 1 Tm 5, 20.
5 - Mt 18, 15.
6 - 1 Cor 4, 5.
7 - Mt 7, 1.
8 - Rm 14, 4.
9 - 1 Cor 5, 12 s.
10 - 2 Cor 2, 7.
11 - 2 Cor 2, 11.
12 - Sal 54, 6-9.
13 - Gb 7, 1.
14 - Rm 8, 5 s.
15 - 1 Cor 4, 6.
16 - Gal 5, 15.
17 - Sal 54, 7.
18 - 1 Cor 15, 16.
19 - Gv 20, 24-27; cf. Lc 24, 15-43; Mc 16, 12-14.
20 - Lc 24, 13-43; Gv 20, 15; Mc 16, 12.
21 - Sal 103, 4.
22 - Gn 18, 2-9; 19, 1-3.
23 - Gn 46, 27.
24 - Ap 10.
Capitolo XXVI: L’eccelsa libertà dello spirito, frutto dell’umile preghiera più che dello studio
Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. O Signore, questo è il compito di chi vuole essere perfetto: non staccarsi mai spiritualmente dal tendere alle cose celesti e passare tra le molte preoccupazioni quasi senza affanno. E ciò non già per storditezza, ma per quel tal privilegio, proprio di uno spirito libero, di non essere attaccato ad alcuna cosa creata, con un affetto che sia contrario al volere di Dio. Ti scongiuro, o mio Dio pieno di misericordia, tienimi lontano dalle preoccupazioni di questa vita, così che esse non mi siano di troppo impaccio; tienimi lontano dalle molte esigenze materiali, così che io non sia prigioniero del piacere; tienimi lontano da tutto quanto è di ostacolo all'anima, così che io non finisca schiacciato da queste difficoltà. E non voglio dire che tu mi tenga lontano soltanto dalle cose che la vanità di questo mondo brama con pieno ardore; ma da tutte quelle miserie che, a causa della comune maledizione dell'umanità, gravano dolorosamente sull'anima del tuo servo, impedendole di accedere, a sua voglia, alla libertà dello spirito.
2. O mio Dio, dolcezza ineffabile, muta in amarezza per me ogni piacere terrestre: esso mi distoglie dall'amare le cose eterne e mi avvince tristemente a sé, facendomi balenare qualcosa che, al momento, appare buono e gradito. O mio Dio, non sia più forte di me la carne, non sia più forte di me il sangue; non mi inganni il mondo, con la sua gloria passeggera; non mi vinca il diavolo, con la sua astuzia. Dammi fortezza a resistere, pazienza a sopportare, costanza a perseverare. In luogo di tutte le consolazioni del mondo, dammi la dolcissima unzione del tuo spirito; in luogo dell'attaccamento alle cose della terra, infondi in me l'amore della tua gloria. Ecco, per uno spirito fervoroso sono ben pesanti e cibo e bevanda e vestito e tutte le altre cose utili a sostenere il corpo. Di queste cose utili fa' che io usi moderatamente, senza attaccarmi ad esse con desiderio eccessivo. Abbandonare tutto non si può, perché alla natura si deve pur dare sostentamento; ma la santa legge di Dio vieta di cercare le cose superflue e quelle che danno maggiormente piacere. Diversamente la carne si porrebbe sfacciatamente contro lo spirito. Tra questi due estremi, mi regga la tua mano, o Signore, te ne prego; e mi guidi, per evitare ogni eccesso.
1 gennaio 1944
Madre Pierina Micheli
Gesù, voglio essere la Tua lode di Gloria! Accetto tutto... voglio quello che Tu vuoi!... Maria, mio caro Padre S. Silvestro mi affido a Voi. Il nemico mi tormentò e mi tolse quasi la ragione quando ieri sera principiai l'Ufficio, ma poi venne S. Silvestro e lo recitai assieme. Ore di Paradiso! Grazie!