MaM
Messaggio del 2 giugno 2018:Cari figli, vi invito ad accogliere con semplicità di cuore le mie parole, che vi dico come Madre affinché vi incamminiate sulla via della luce piena, della purezza, dell’amore unico di mio Figlio, uomo e Dio. Una gioia, una luce indescrivibile con parole umane penetrerà nella vostra anima, e verrete afferrati dalla pace e dall’amore di mio Figlio. Desidero questo per tutti i miei figli. Perciò voi, apostoli del mio amore, voi che sapete amare e perdonare, voi che non giudicate, voi che io esorto, siate un esempio per tutti quelli che non percorrono la via della luce e dell’amore o che hanno deviato da essa. Con la vostra vita mostrate loro la verità, mostrate loro l’amore, poiché l’amore supera tutte le difficoltà, e tutti i miei figli sono assetati d’amore. La vostra comunione nell’amore è un dono per mio Figlio e per me. Ma, figli miei, ricordate che amare vuol dire sia voler bene al prossimo che desiderare la conversione della sua anima. Mentre vi guardo riuniti attorno a me, il mio Cuore è triste perché vedo così poco amore fraterno, amore misericordioso. Figli miei, l’Eucaristia, mio Figlio vivo in mezzo a voi, e le sue parole vi aiuteranno a comprendere. La sua Parola, infatti, è vita, la sua Parola fa sì che l’anima respiri, la sua Parola vi fa conoscere l’amore. Cari figli, vi prego nuovamente, come Madre che vuol bene ai suoi figli: amate i vostri pastori, pregate per loro. Vi ringrazio!

Venuti dall'aldilà: «Sono regina in cielo»

23/02/2005    2437     Venuti dall'aldilà    Aldilà  Paradiso  Santa Teresa Gesu Bambino 
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Narra Onorio Pugi, canonico di san Lorenzo in Firenze:
«Nel settembre 1921 una giovane madre di tre bambini fu colpita da una grave malattia interna, accompagnata da dolori acuti che la ridussero a completa immobilità; il minimo movimento provocava un raddoppiamento di sofferenze. Gli specialisti consultati proposero un'operazione che sarebbe stata assai dolorosa e che non avrebbe avuto altro risultato che conservarla in vita lasciandola nella completa inazione.

Fu allora che visitando la malata le portai un opuscolo relativo a suor Teresa di Gesù Bambino, e una sua reliquia, consigliandola di fare una novena a quella potente santa. La malata cominciò subito le preghiere e, ogni volta che le recitava, le sembrava, a quanto mi confessò, di sentire la presenza invisibile di un essere che la circondava con tenera protezione, e perfino si sentiva qualche volta pervasa di un profumo di rose.

I dolori diventavano sempre più acuti; uno dei professori già consultati fu di nuovo chiamato, ma non fece che ripetere la diagnosi antecedente: urgeva un'operazione.

Questa sentenza penosa non fece che raddoppiare e rendere più ardente la confidenza della signora X... verso suor Teresa di Gesù Bambino e la scongiurò di venire in suo soccorso. Ora in quella notte stessa, verso la mattina, ella sentì a un tratto la presenza soprannaturale della sua celeste protettrice e vide apparire una luce sfolgorante. La piccola santa aveva con sé delle rose e le disse: "Sono regina in cielo".

Nel medesimo tempo il dolce profumo dei fiori celesti che la santa portava in mano riempì tutta la stanza. Immediatamente le sofferenze sparirono, la malata nelle ore mattutine lasciò il letto, dandosi durante tutto il giorno alle faccende domestiche e facendo la sera, con i suoi, una lunga passeggiata; e tutto ciò si ripeté nei giorni che seguirono [...]. Da quell'epoca ella non conserva alcunissima traccia delle passate sofferenze».

Così scriveva il canonico il 16 giugno 1922.

Fonte: Pioggia di rose - Guarigioni, Milano 1923, pp. 87-88.