Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

I due sostegni più forti a reggervi e camminare per la strada del cielo sono i sacramenti del la comunione e della penitenza. Perciò riguardate come gran nemico dell'anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da questa pratica di nostra santa religione. (San Giovanni Bosco)

Liturgia delle Ore - Letture

Mercoledi della 28° settimana del tempo ordinario (Santa Teresa d'Avila)

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 18

1Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi:2"C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno.3In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno,5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi".6E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto.7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?8Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri:10"Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato".

15Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.16Allora Gesù li fece venire avanti e disse: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.17In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà".

18Un notabile lo interrogò: "Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?".19Gesù gli rispose: "Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio.20Tu conosci i comandamenti: 'Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre'".21Costui disse: "Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia giovinezza".22Udito ciò, Gesù gli disse: "Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi".23Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco.

24Quando Gesù lo vide, disse: "Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio.25È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!".26Quelli che ascoltavano dissero: "Allora chi potrà essere salvato?".27Rispose: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".

28Pietro allora disse: "Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito".29Ed egli rispose: "In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio,30che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà".

31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: "Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà.32Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà".34Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

35Mentre si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada.36Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.37Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!".38Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!".39Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!".40Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò:41"Che vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che io riabbia la vista".42E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato".43Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.


Giosuè 9

1Non appena ebbero udito questi fatti, tutti i re che si trovavano oltre il Giordano, nella zona montuosa, nel bassopiano collinoso e lungo tutto il litorale del Mar Mediterraneo verso il Libano, gli Hittiti, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei, i Gebusei,2si allearono per far guerra di comune accordo contro Giosuè e Israele.
3Invece gli abitanti di Gàbaon, quando ebbero sentito ciò che Giosuè aveva fatto a Gèrico e ad Ai,4ricorsero da parte loro ad un'astuzia: andarono a rifornirsi di vettovaglie, presero sacchi sdrusciti per i loro asini, otri di vino consunti, rotti e rappezzati,5si misero ai piedi sandali strappati e ricuciti, addosso vestiti logori. Tutto il pane della loro provvigione era secco e sbriciolato.6Andarono poi da Giosuè all'accampamento di Gàlgala e dissero a lui e agli Israeliti: "Veniamo da un paese lontano; stringete con noi un'alleanza".7La gente di Israele rispose loro: "Forse abitate in mezzo a noi e come possiamo stringere alleanza con voi?".8Risposero a Giosuè: "Noi siamo tuoi servi!" e Giosuè chiese loro: "Chi siete e da dove venite?".9Gli risposero: "I tuoi servi vengono da un paese molto lontano, a causa del nome del Signore Dio tuo, poiché abbiamo udito della sua fama, di quanto ha fatto in Egitto,10di quanto ha fatto ai due re degli Amorrei, che erano oltre il Giordano, a Sicon, re di Chesbon, e ad Og, re di Basan, che era ad Astarot.11Ci dissero allora i nostri vecchi e tutti gli abitanti del nostro paese: Rifornitevi di provviste per la strada, andate loro incontro e dite loro: Noi siamo servi vostri, stringete dunque un'alleanza con noi.12Questo è il nostro pane: caldo noi lo prendemmo come provvista nelle nostre case quando uscimmo per venire da voi e ora eccolo secco e ridotto in briciole;13questi otri di vino, che noi riempimmo nuovi, eccoli rotti e questi nostri vestiti e i nostri sandali sono consunti per il cammino molto lungo".14La gente allora prese le loro provviste senza consultare l'oracolo del Signore.15Giosuè fece pace con loro e stipulò l'alleanza di lasciarli vivere; i capi della comunità s'impegnarono verso di loro con giuramento.
16Tre giorni dopo avere stipulato con essi il patto, gli Israeliti vennero a sapere che quelli erano loro vicini e abitavano in mezzo a loro.17Allora gli Israeliti partirono e il terzo giorno entrarono nelle loro città: le loro città erano Gàbaon, Chefira, Beerot e Kiriat-Iarim.18Ma gli Israeliti non li uccisero, perché i capi della comunità avevano loro giurato per il Signore, Dio di Israele, e tutta la comunità si lamentò dei capi.
19Dissero allora tutti i capi dell'intera comunità: "Noi abbiamo loro giurato per il Signore, Dio di Israele, e ora non possiamo colpirli.20Faremo loro questo: li lasceremo vivere e così non ci sarà su di noi lo sdegno, a causa del giuramento che abbiamo loro prestato".21Ma aggiunsero i capi: "Vivano pure, siano però tagliatori di legna e portatori d'acqua per tutta la comunità". Come i capi ebbero loro parlato,22Giosuè chiamò i Gabaoniti e disse loro: "Perché ci avete ingannati, dicendo: Noi abitiamo molto lontano da voi, mentre abitate in mezzo a noi?23Orbene voi siete maledetti e nessuno di voi cesserà di essere schiavo e di tagliar legna e di portare acqua per la casa del mio Dio".24Risposero a Giosuè e dissero: "Era stato riferito ai tuoi servi quanto il Signore Dio tuo aveva ordinato a Mosè suo servo, di dare cioè a voi tutto il paese e di sterminare dinanzi a voi tutti gli abitanti del paese; allora abbiamo avuto molto timore per le nostre vite a causa vostra e perciò facemmo tal cosa.25Ora eccoci nelle tue mani, trattaci pure secondo quanto è buono e giusto ai tuoi occhi".26Li trattò allora in questo modo: li salvò dalla mano degli Israeliti, che non li uccisero;27e in quel giorno, Giosuè li costituì tagliatori di legna e portatori di acqua per la comunità e per l'altare del Signore, nel luogo che Egli avrebbe scelto, fino ad oggi.


Giobbe 8

1Allora prese a dire Bildad il Suchita:

2Fino a quando dirai queste cose
e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca?
3Può forse Dio deviare il diritto
o l'Onnipotente sovvertire la giustizia?
4Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui,
li ha messi in balìa della loro iniquità.
5Se tu cercherai Dio
e implorerai l'Onnipotente,
6se puro e integro tu sei,
fin d'ora veglierà su di te
e ristabilirà la dimora della tua giustizia;
7piccola cosa sarà la tua condizione di prima,
di fronte alla grandezza che avrà la futura.
8Chiedilo infatti alle generazioni passate,
poni mente all'esperienza dei loro padri,
9perché noi siamo di ieri e nulla sappiamo,
come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra.
10Essi forse non ti istruiranno e ti parleranno
traendo le parole dal cuore?
11Cresce forse il papiro fuori della palude
e si sviluppa forse il giunco senz'acqua?
12È ancora verde, non buono per tagliarlo,
e inaridisce prima d'ogn'altra erba.
13Tale il destino di chi dimentica Dio,
così svanisce la speranza dell'empio;
14la sua fiducia è come un filo
e una tela di ragno è la sua sicurezza:
15si appoggi alla sua casa, essa non resiste,
vi si aggrappi, ma essa non regge.
16Rigoglioso sia pure in faccia al sole
e sopra il giardino si spandano i suoi rami,
17sul terreno sassoso s'intreccino le sue radici,
tra le pietre attinga la vita.
18Se lo si toglie dal suo luogo,
questo lo rinnega: "Non t'ho mai visto!".
19Ecco la gioia del suo destino
e dalla terra altri rispuntano.
20Dunque, Dio non rigetta l'uomo integro,
e non sostiene la mano dei malfattori.
21Colmerà di nuovo la tua bocca di sorriso
e le tue labbra di gioia.
22I tuoi nemici saran coperti di vergogna
e la tenda degli empi più non sarà.


Salmi 11

1'Al maestro del coro. Di Davide.'

Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi:
"Fuggi come un passero verso il monte"?
2Ecco, gli empi tendono l'arco,
aggiustano la freccia sulla corda
per colpire nel buio i retti di cuore.
3Quando sono scosse le fondamenta,
il giusto che cosa può fare?
4Ma il Signore nel tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi sono aperti sul mondo,
le sue pupille scrutano ogni uomo.
5Il Signore scruta giusti ed empi,
egli odia chi ama la violenza.
6Farà piovere sugli empi
brace, fuoco e zolfo,
vento bruciante toccherà loro in sorte;

7Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti vedranno il suo volto.


Osea 10

1Rigogliosa vite era Israele,che dava frutto abbondante;
ma più abbondante era il suo frutto,
più moltiplicava gli altari;
più ricca era la terra,
più belle faceva le sue stele.
2Il loro cuore è falso;
orbene, sconteranno la pena!
Egli stesso demolirà i loro altari,distruggerà le loro stele.
3Allora diranno: "Non abbiamo più re,
perché non temiamo il Signore.
Ma anche il re che potrebbe fare per noi?".
4Dicono parole vane, giurano il falso,
concludono alleanze:
la giustizia fiorisce come cicuta
nei solchi dei campi.
5Gli abitanti di Samaria trepidano
per il vitello di Bet-Avèn,
ne fa lutto il suo popolo
e i suoi sacerdoti ne fanno lamento,
perché la sua gloria sta per andarsene.
6Sarà portato anch'esso in Assiria
come offerta al gran re.
Èfraim ne avrà vergogna,
Israele arrossirà del suo consiglio.
7Perirà il re di Samaria
come un fuscello sull'acqua.
8Le alture dell'iniquità, peccato d'Israele,
saranno distrutte,
spine e rovi cresceranno sui loro altari;
diranno ai monti: "Copriteci"
e ai colli: "Cadete su di noi".
9Fin dai giorni di Gàbaa
tu hai peccato, Israele.
Là si fermarono, e la battaglia
non li raggiungerà forse in Gàbaa
contro i figli dell'iniquità?
10Io verrò a colpirli:
si raduneranno i popoli contro di loro
perché sono attaccati alla loro duplice colpa.

11Èfraim è una giovenca addestrata
cui piace trebbiare il grano.
Ma io farò pesare il giogo
sul suo bel collo;
attaccherò Èfraim all'aratro
e Giacobbe all'erpice.12Seminate per voi secondo giustizia
e mieterete secondo bontà;
dissodatevi un campo nuovo,
perché è tempo di cercare il Signore,
finché egli venga
e diffonda su di voi la giustizia.
13Avete arato empietà e mietuto ingiustizia,
avete mangiato il frutto della menzogna.
Poiché hai riposto fiducia nei tuoi carri
e nella moltitudine dei tuoi guerrieri,
14un rumore di guerra si alzerà contro le tue città
e tutte le tue fortezze saranno distrutte.
Come Salmàn devastò Bet-Arbèl
nel giorno della battaglia
in cui la madre fu sfracellata sui figli,
15così sarà fatto a te, gente d'Israele,
per l'enormità della tua malizia.
All'alba sarà la fine del re d'Israele.


Lettera ai Filippesi 2

1Se c'è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c'è conforto derivante dalla carità, se c'è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione,2rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti.3Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso,4senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri.
5Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,

6il quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
7ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
8umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
9Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
10perché nel nome di Gesù
'ogni ginocchio si pieghi'
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11e 'ogni lingua proclami'
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

12Quindi, miei cari, obbedendo come sempre, non solo come quando ero presente, ma molto più ora che sono lontano, attendete alla vostra salvezza con timore e tremore.13È Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni.14Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche,15perché siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo,16tenendo alta la parola di vita. Allora nel giorno di Cristo, io potrò vantarmi di non aver corso invano né invano faticato.17E anche se il mio sangue deve essere versato in libagione sul sacrificio e sull'offerta della vostra fede, sono contento, e ne godo con tutti voi.18Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me.

19Ho speranza nel Signore Gesù di potervi presto inviare Timòteo, per essere anch'io confortato nel ricevere vostre notizie.20Infatti, non ho nessuno d'animo uguale al suo e che sappia occuparsi così di cuore delle cose vostre,21perché tutti cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo.22Ma voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il vangelo con me, come un figlio serve il padre.23Spero quindi di mandarvelo presto, non appena avrò visto chiaro nella mia situazione.24Ma ho la convinzione nel Signore che presto verrò anch'io di persona.
25Per il momento ho creduto necessario mandarvi Epafrodìto, questo nostro fratello che è anche mio compagno di lavoro e di lotta, vostro inviato per sovvenire alle mie necessità;26lo mando perché aveva grande desiderio di rivedere voi tutti e si preoccupava perché eravate a conoscenza della sua malattia.27È stato grave, infatti, e vicino alla morte. Ma Dio gli ha usato misericordia, e non a lui solo ma anche a me, perché non avessi dolore su dolore.28L'ho mandato quindi con tanta premura perché vi rallegriate al vederlo di nuovo e io non sia più preoccupato.29Accoglietelo dunque nel Signore con piena gioia e abbiate grande stima verso persone come lui;30perché ha rasentato la morte per la causa di Cristo, rischiando la vita, per sostituirvi nel servizio presso di me.


Capitolo III: Dare umile ascolto alla parola di Dio, da molti non meditata a dovere

Leggilo nella Biblioteca

1. Ascolta, figlio, le mie parole; parole dolcissime, più alte di tutta la dottrina dei filosofi e dei sapienti di questo mondo. "Le mie parole sono spirito e vita" (Gv 6,63), e non vanno valutate secondo l'umano sentire. Non si debbono convertire in vano compiacimento; ma si debbono ascoltare nel silenzio, accogliendole con tutta umiltà e con grande amore. E dissi: "Beato colui che sarà stato formato da te, o Signore, e da te istruito intorno alla legge, così che gli siano alleviati i giorni del dolore" ed egli non sia desolato su questa terra (Sal 93,12s). Io, dice il Signore, fin dall'inizio ammaestrai i profeti, e ancora non manco di parlare a tutti. Ma molti sono sordi e duri alla mia voce. Numerosi sono coloro che ascoltano più volentieri il mondo che Dio, e seguono più facilmente i desideri della carne che la volontà di Dio. Il mondo promette cose da poco e che durano ben poco; eppure ci si fa schiavi del mondo, con grande smania. Io prometto cose grandissime ed eterne; eppure il cuore degli uomini resta torbido. Chi mai mi obbedisce e mi serve con tanto zelo, come si serve al mondo a ai suoi padroni? "Arrossisci, o Signore, così dice il mare" (Is 23,4). E se vuoi sapere il perché, ascolta. Per uno scarso vantaggio si percorre un lungo cammino; ma. Per la vita eterna, molti a stento alzano da terra un piede. Si corre dietro ad un modesto guadagno; talora, per un soldo, si litiga vergognosamente; per una cosa da nulla e dietro una piccola speranza non si esita a faticare giorno e notte; ma - cosa spudorata - per un bene che non viene meno, per un premio inestimabile, per l'onore più grande e la gloria che non ha fine, si stenta a faticare anche un poco.

2. Arrossisci, dunque, servo pigro e lamentoso; ché certuni sono più pronti ad andare alla perdizione di quanto non sia pronto tu ad andare alla vita: trovano essi più gioia in cose false di quanta ne trovi tu nella verità. Eppure essi sono ben spesso traditi dalla loro speranza, mentre la mia promessa non delude nessuno, né lascia a mani vuote colui che confida in me. Quel che ho promesso, darò; quel che ho detto adempirò, purché uno sia rimasto costante, sino alla fine, nel mio amore. Io sono colui che compenserà tutti i buoni e metterà severamente alla prova tutte le persone devote. Scrivi le mie parole nel tuo cuore e meditale attentamente; ti saranno molto utili nell'ora della tentazione. Quello che non avrai capito alla prima lettura, lo comprenderai nel giorno in cui io verrò a te. Due sono i modi con i quali io visito i miei eletti; la tentazione e la consolazione. Due sono le lezioni che io do loro ogni giorno; una, rimproverando i loro vizi, l'altra, esortandoli a rafforzare le loro virtù. Colui che, avendo ricevuto "le mie parole, le disprezza, avrà chi lo giudica". Nell'ultimo giorno (Gv 12,48).

Preghiera per chiedere la grazia della devozione.

3. Signore mio Dio, tu sei tutto il mio bene. E io, chi sono per osare di rivolgermi a te? Sono il tuo miserabile piccolo servo, un abietto vermiciattolo, molto più misero e disprezzabile di quanto io stesso non capisca e non osi confessare. Tuttavia, Signore, ricordati di me, che sono un nulla, nulla ho e nulla valgo. Tu solo sei buono, giusto e santo; tutto puoi e ogni cosa viene da te; tutto tu colmi, soltanto il peccatore tu lasci a mani vuote. Ricordati della tua misericordia (Sal 24,6) e riempi il mio cuore con la tua grazia; tu, che non permetti che resti vana la tua opera. Come potrò sopportare me stesso, in questa misera vita, se tu non mi conforterai con la tua pietà e con la grazia? Non distogliere da me la tua faccia, non tardare con la tua visita, non farmi mancare la tua grazia, affinché l'anima mia non divenga per te come una terra arida (Sal 142,6). Signore, insegnami a fare la tua volontà (Sal 142,10); insegnami a stare degnamente e umilmente accanto a te. Tutto tu sai di me, poiché mi conosci nell'intimo; anzi mi conoscevi prima che il mondo esistesse, prima che io fossi nato.


DISCORSO 33 SU QUANTO È SCRITTO NEL SALMO 143: "O DIO, TI CANTERò UN CANTICO NUOVO"

Discorsi - Sant'Agostino

Leggilo nella Biblioteca

L'uomo vecchio e l'uomo nuovo.

1. Sta scritto: O Dio, ti canterò un cantico nuovo; salmeggerò a te sul salterio a dieci corde 1. Il salterio a dieci corde è - lo si comprende - i dieci comandamenti della legge. Quanto al cantare e al salmeggiare è, di solito, occupazione di persone innamorate. Se infatti l'uomo vecchio è nel timore, il nuovo è nell'amore 2. In tal modo distinguiamo anche due Testamenti, il vecchio e il nuovo: Testamenti che l'Apostolo dice figurati allegoricamente già nei figli di Abramo, nati uno dalla serva e l'altro dalla donna libera 3. Dice: Essi sono i due Testamenti 4. Ora la schiavitù ha pertinenza col timore, la libertà con l'amore. Dice l'Apostolo: Non avete ricevuto di nuovo uno spirito di servitù nel timore, ma avete ricevuto lo Spirito dell'adozione filiale, nel quale gridiamo: Abba, Padre 5. Dice pure Giovanni: Il timore non è nella carità ma la carità, quando è perfetta, caccia via il timore 6. La carità dunque canta il cantico nuovo. Il timore servile, viceversa, qual è posseduto dall'uomo vecchio 7, può sì avere il salterio a dieci corde, in quanto anche ai giudei carnali fu data la legge compendiata nei dieci comandamenti, ma con essa non può cantare il cantico nuovo. È infatti sotto la legge e non è in grado di adempiere la legge. Tiene in mano lo strumento, ma non lo usa, e viene appesantita, non abbellita, dal salterio. Colui che, invece, è sotto la grazia e non sotto la legge adempie la legge, e questa non gli è un peso ma un pregio: non è il tormento di colui che teme, ma l'ornamento di colui che ama. Acceso infatti dallo Spirito di amore, canta ormai il cantico nuovo col salterio a dieci corde.

Nell'amore si compendia la legge.

2. Così infatti dice l'Apostolo: Chi ama l'altro, ha adempiuto la legge. Infatti, non commettere adulterio, non ammazzare, non rubare, non desiderare, e se vi è qualche altro comandamento, è compreso in questo precetto: Ama il tuo prossimo come te stesso. L'amore del prossimo non fa il male; l'amore dunque è il compimento della legge 8. Anche il Signore aveva detto: Non sono venuto ad abolire la legge ma a completarla 9. Per questo diede ai discepoli un comandamento tale che permettesse l'adempimento della legge. Disse: Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate l'un l'altro 10. Non c'è quindi da stupirsi se il comandamento nuovo canta il cantico nuovo perché - come già stato detto - il salterio a dieci corde sono i dieci comandamenti della legge, e la pienezza della legge è l'amore. L'Apostolo volle ricordare soltanto poche di queste corde, perché da esse si comprendessero anche le altre. Per questo disse: Non commettere adulterio, non uccidere 11, ecc. Difatti come sono due i comandamenti dell'amore, nei quali si compendia tutta le legge e i profeti 12 - lo diceva il Signore mostrando a sufficienza che l'amore è la pienezza della legge -, così gli stessi dieci comandamenti furono dati in due tavole 13. Si dice infatti che tre fossero scritti in una tavola e sette nell'altra, poiché, come i primi tre riguardano l'amore di Dio, così gli altri sette si riferiscono all'amore del prossimo.

Il contenuto dei primi tre precetti della legge.

3. Il primo di quei tre precetti è: Ascolta Israele: Il Signore Dio tuo è l'unico Signore 14. Non ti fabbricherai idoli o immagini di cosa alcuna, né di quelle che sono in cielo né di quelle che sono in terra 15, e tutto il resto che inculca la adorazione dell'unico Dio, rigettando la fornicazione dell'idolatria 16. Il secondo precetto è: Non nominerai invano il nome del Signore tuo Dio 17. Il terzo riguarda l'osservanza del sabato 18. Credo che sia per riguardo alla Trinità se tre comandamenti concernono l'amore di Dio. Difatti l'unità della divinità ha inizio dal Padre: per cui il primo precetto parla soprattutto dell'unico Dio. Col secondo precetto ci si inculca a non credere che il Figlio di Dio sia una creatura, ritenendolo non uguale al Padre. Ogni creatura infatti - dice l'Apostolo - è sottoposta alla vanità 19; e lì ci si comanda di non prendere invano il nome del Signore nostro Dio 20. Inoltre il dono di Dio, che è lo Spirito Santo, ci promette il riposo eterno, che è raffigurato dal sabato 21: per cui noi osserviamo spiritualmente il sabato se ci asteniamo dalle opere servili. Fare queste opere di sabato è proibito anche ai giudei, prendendo la cosa secondo un significato carnale. Che invece [la Scrittura] intenda prendere le opere servili in senso spirituale, lo si ricava da quanto dice il Signore: Chiunque commette il peccato è servo del peccato 22. Ora, è peccato non solo ogni azione disonesta o iniqua che si fa dinanzi all'uomo ma anche ciò che, pur avendo l'apparenza di opera buona, si fa tuttavia per riceverne una ricompensa temporale e non in vista del riposo eterno. Qualunque cosa uno faccia, se lo fa con l'intenzione di conseguirne dei vantaggi materiali, lo fa servilmente e quindi non osserva il sabato. Occorre amare Dio disinteressatamente, né l'anima può collocare il suo riposo in altri che non siano l'oggetto del suo amore. A lei non sarà dato il riposo eterno se non avrà amato Dio che solo è eterno. Questa è la perfetta santificazione e lo spirituale sabato dei sabati. Pertanto, siccome siamo santificati dallo Spirito Santo, chi non si sente stimolato a penetrare la profondità del mistero per cui, fra i tre comandamenti concernenti Dio, il terzo riguarda il sabato? In realtà, fra tutte le cose che la Scrittura nel libro della Genesi ricorda essere state fatte da Dio 23, non vi dice che abbia santificato altro all'infuori del settimo giorno, cioè del sabato.

I comandamenti concernenti il prossimo.

4. Quanto ai sette comandamenti che concernono l'amore del prossimo, il primo è: Onora tuo padre e tua madre 24, il secondo: Non uccidere 25, il terzo: Non commettere adulterio 26, il quarto: Non rubare 27, il quinto: Non dire falsa testimonianza 28, il sesto: Non desiderare la moglie del tuo prossimo 29, il settimo: Non desiderare la roba del tuo prossimo 30. Questa divisione è manifestamente accettata dall'Apostolo là dove dice: Onora tuo padre e tua madre, poiché questo è il primo comandamento 31. Ciò pone un problema, e visto nell'intero decalogo, quel comandamento non risulta primo, in quanto dei dieci comandamenti il primo è quello in cui si prescrive di onorare l'unico Dio. Pertanto il comandamento di onorare i genitori è scritto nella seconda tavola ed è il primo, in quanto da esso cominciano i comandamenti che riguardano l'amore del prossimo.

I donatisti non cantano il cantico nuovo.

5. Cantiamo dunque il cantico nuovo, salmeggiando col salterio a dieci corde. Questo è il cantico nuovo: la grazia del Nuovo Testamento, che ci segrega dall'uomo vecchio, quello che, per essere fatto di terra, è terreno 32. Egli fu formato col fango 33; e poi, persa la beatitudine, giustamente fu precipitato in miseria, in quanto era stato trasgressore del comando [divino]. Ma cosa dice nel libro profetico colui che ringrazia la grazia di Dio che ci ha riconciliati con Dio mediante la remissione dei peccati e rinnovati dall'antico vecchiume? Dice: Mi ha tratto fuori dal lago della miseria e dal fango della palude e ha posto i miei piedi sopra la pietra, e ha indirizzato i miei passi e ha collocato sulla mia bocca un cantico nuovo, un inno per il nostro Dio 34. Questo è il cantico nuovo, che salmeggia sul salterio a dieci corde. Nessuno infatti loda Dio, cioè canta l'inno, senza che il canto della sua bocca s'accordi con le opere, amando Dio e il prossimo. Né i donatisti, che ribattezzano, si credano d'appartenere al nuovo cantico. Non cantano il cantico nuovo coloro che con superba empietà si sono separati dalla Chiesa, che Dio volle estesa su tutta la terra. Lo dice in un altro passo il profeta: Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore, o tutta la terra 35. Pertanto, chi non vuol cantare in unione con tutta la terra non si stacca dall'uomo vecchio 36, non canta il cantico nuovo, né salmeggia col salterio a dieci corde. È un nemico della carità, che sola è la pienezza della legge 37, contenuta - come siam soliti dire - nei dieci comandamenti, riguardanti l'amore di Dio e del prossimo.

 

1 - Sal 143, 9.

2 - Cf. Col 3, 9.

3 - Cf. Gal 4, 22-23.

4 - Gal 4, 24.

5 - Rm 8, 15.

6 - 1 Gv 4, 18.

7 - Cf. Col 3, 9.

8 - Rm 13, 8-10.

9 - Mt 5, 17.

10 - Gv 13, 34.

11 - Rm 13, 9.

12 - Mt 22, 37-40.

13 - Cf. Es 31, 18.

14 - Dt 6, 4.

15 - Dt 5, 8.

16 - Cf. Dt 5, 9-11.

17 - Dt 5, 11.

18 - Cf. Dt 5, 12.

19 - Rm 8, 20.

20 - Cf. Dt 5, 11.

21 - Cf At 2, 38; 8, 20.

22 - Gv 8, 34.

23 - Cf. Gn 2, 3.

24 - Dt 5, 16.

25 - Dt 5, 17.

26 - Dt 5, 18.

27 - Dt 5, 19.

28 - Dt 5, 20.

29 - Dt 5, 21.

30 - Cf. Dt 5, 21.

31 - Ef 6, 2.

32 - Cf. Col 3, 9.

33 - Cf. Gn 2, 7.

34 - Sal 39, 3-4.

35 - Sal 95, 1.

36 - Cf. Col 3, 9.

37 - Cf. Rm 13, 10.


Le preghiere di Santa Faustina Kowalska

Santa Faustina Kowalska - Santa Faustina Kowalska

Leggilo nella Biblioteca

Gesù, verità eterna e nostra vita, come una mendicante imploro la tua Misericordia per i peccatori. Cuore dolcissimo del mio Signore, pieno di compassione e di misericordia, io ti supplico per essi. O Cuore, sorgente di Misericordia, da cui scaturiscono sull’intera umanità raggi di grazie incomparabili, chiedo da  te luce per coloro che sono nel peccato. Gesù, ricorda l’amara tua Passione e non permettere che vadano perdute anime riscattate a così caro prezzo col tuo sangue. O Gesù, quando medito il grande valore del tuo sangue, io mi rallegro d’una simile grandezza perché, sebbene il peccato sia un abisso d’ingratitudine e di cattiveria, tuttavia il prezzo che ne fu pagato è infinitamente più grande del peccato. Un’immensa gioia s’accende nel mio cuore, ammirando questa tua inconcepibile bontà. O Gesù mio, desidero condurre ai tuoi piedi tutti i peccatori, affinché glorifichino la tua Misericordia che è infinita. Amen.
 
 “Amore eterno, fiamma pura, ardi incessantemente nel mio cuore e divinizza tutto il mio essere in forza della Tua eterna predilezione, per la quale mi hai dato l’esistenza, chiamandomi a partecipare alla Tua eterna felicità...” (Diario, 1523).
 
“O Dio misericordioso, che non ci disprezzi, ma ci colmi continuamente delle Tue grazie, ci rendi degni del Tuo regno e, nella Tua bontà, riempi con gli uomini i posti che furono abbandonati dagli angeli ingrati. O Dio di grande Misericordia, che hai distolto il Tuo sguardo santo dagli angeli ribelli e l’hai rivolto all’uomo pentito, sia onore e gloria alla Tua insondabile Misericordia..” (Diario, 1339).
 
“O Gesù, disteso sulla croce, Ti supplico, concedimi la grazia di adempiere fedelmente la santissima volontà del Padre Tuo, sempre, ovunque ed in tutto. E quando la volontà di Dio mi sembrerà pesante e difficile da compiere, Te ne supplico, Gesù, scenda allora su di me, dalle Tue Piaghe, la forza ed il vigore e le mie labbra ripetano: Signore, sia fatta la Tua volontà... Gesù pietosissimo, concedimi la grazia di dimenticare me stessa, in modo che viva totalmente per le anime, collaborando con Te all’opera della salvezza, secondo la santissima volontà del Padre Tuo...” (Diario, 1265).
 
“...O Signore, desidero trasformarmi tutta nella Tua Misericordia ed essere il riflesso vivo di Te. Che il più grande attributo di Dio, cioè la Sua incommensurabile Misericordia, giunga al mio prossimo attraverso il mio cuore e la mia anima.
Aiutami, o Signore, a far sì che i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia di aiuto.

Aiutami, o Signore, a far sì che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori
ed ai gemiti del mio prossimo.

Aiutami o Signore, a far sì che la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto
e di perdono.

Aiutami, o Signore, a far sì che le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me
i lavori più pesanti e più penosi.

Aiutami, o Signore, a far sì che i miei piedi siano misericordiosi, in modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza (...)
Aiutami, o Signore, a far sì che il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi
a tutte le sofferenze del prossimo (...)

Alberghi in me la Tua Misericordia, o mio Signore...” (Diario, 163).

 “O Re di Misericordia, guida la mia anima” (Diario, 3).
 
“...Ogni battito del mio cuore sia un inno di ringraziamento per Te, o Dio. Ogni goccia del mio sangue circoli per Te, o Signore. La mia anima sia tutta un cantico di ringraziamento alla Tua Misericordia. Ti amo, o Dio, per Te stesso”  (Diario, 1794).
 
“O Gesù, desidero vivere nel momento presente, vivere come se questo giorno fosse l’ultimo della mia vita: utilizzare scrupolosamente ogni attimo per la maggior gloria di Dio, sfruttare per me ogni circostanza, in modo che la mia anima ne ricavi un profitto. Guardare ad ogni cosa da questo punto di vista, e cioé che nulla avviene senza il volere di Dio. O Dio d’insondabile Misericordia, abbraccia il mondo intero e riversati su di noi per mezzo del Cuore pietoso di Gesù” (Diario, 1183).

 

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra.

O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte.

L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Diario, 1570).

 “Desidero che tu conosca più a fondo l’amore di cui arde il Mio Cuore verso le anime e lo comprenderai quando mediterai la Mia Passione. Invoca la Mia Misericordia per i peccatori; desidero la loro salvezza. Quando reciterai questa preghiera con cuore pentito e con fede per qualche peccatore, gli concederò la grazia della conversione.

La breve preghiera è la seguente: O Sangue e Acqua, che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di Misericordia per noi, confido in Te” (Diario, 187).

 
CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA

Si usi la corona del Rosario.

In principio:

Padre Nostro. Ave Maria. Credo.

Sui grani maggiori del Rosario:

Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati, e di quelli di tutto il mondo”.

Sui grani dell’Ave Maria per dieci volte:

Per la sua dolorosa passione abbi misericordia di noie del mondo intero”.

Alla fine ripetere per tre volte: “Santo Dio, Santo forte, Santo immortale: abbi pietà di noi e del mondo intero". 


16 maggio 1944

Maria Valtorta

Martedì

   Nella tarda sera, quando già le ombre dello sfinimento scendono su me, mi obbliga il mio Gesù a scrivere così.
   Dice Gesù:

   «Hai detto, meditandolo, il Rosario. E mi hai visto nei primi quattro quadri dei misteri dolorosi. Non ti ho presentato la Crocifissione perché sei troppo sfinita. Mi hai rivisto una volta ancora nell’orto, nella flagellazione, coronazione e nel quadro dell’Ecce Homo presentato alla folla urlante e poi caricato della croce.

   Non a te per te, ma per tutti, rispondo ora a un “perché” che tanto spesso richiedete. Perché Io, Dio, non ho incenerito con un miracolo di potenza divina i miei accusatori e carnefici? Perché! Perché Io sono Redentore e non giustiziere.

   Avrei potuto, dall’orto in poi, sino alla morte, atterrare, quando avessi voluto, il traditore, i catturatori, gli accusatori, i torturatori, i bestemmiatori, i crocifissori. Tutti. Lo chiedevano quando ero sulla croce: “Egli che ha salvato tanti scenda dalla croce e si salvi”. Avrei potuto infatti farlo, e il già molto Sangue versato sarebbe stato sufficiente alla Redenzione dei passati e dei futuri, mentre i presenti avrebbero morso la polvere, atterrati dal miracolo, uccisi dal mio potere e precipitati nell’abisso per l’eternità.

   Ma di quelle molte migliaia di tumultuanti, i quali per una di quelle improvvise demenze della folla si erano mutati in tanti assassini di un Innocente, e per quel fenomeno di delinquenza collettiva che sempre si produce sotto la spinta di speciali fermentazioni di sentimenti, aizzati dai veri colpevoli e dai veri assassini che per scopi loro eccitano le folle stando nell’ombra, quanti sarebbero morti in peccato deicida se Io li avessi folgorati col mio potere! L’Eterno non voleva che si dannassero altro che i veri malvagi. E i sovvertiti si salvassero quando la Redenzione, compiuta sino all’estremo sacrificio, avesse depurato le loro coscienze, liberandole dai veleni che le facevano delirare.

   Vi sono momenti, poveri uomini, che voi siete dei pazzi. E il mio miracolo si esplica nel guarire la vostra pazzia morale.

   Se Io, per esempio, povera Maria, ti avessi levato la vita quando, or è un mese, tu me lo chiedevi a gran voce, che ti avrei fatto? Un bene? No. Un male. Ora te la potrei levare la vita. E sarebbe cosa non contraria al disegno di misericordia che ho sempre seguito con te. Ora sei sanata dal delirio scatenato da eventi crudeli e umani, per non dire satanici, perché, come sempre ho detto, questa non è guerra di uomini ma di Satana contro gli spiriti. Né ne sono vittime unicamente chi perisce in battaglia o sotto le macerie di una casa. Sono vittime della lotta di Satana agli spiriti anche, e soprattutto, coloro che perdono fede e speranza e carità, e non la vita di un’ora mortale perdono, ma la Vita eterna, morendo alla Grazia di Dio.

   Ora sei sanata. Hai vinto Satana. Ma perché te ne ho dato il tempo. Il tempo di rialzarti dopo l’assalto improvviso e atroce, improvviso e irridente del Nemico al tuo spirito. Ti ha assalita come quel tale leone di cui parla Pietro e ti ha malmenata. È fuggito perché tu, con quel resto di forza – un briciolo – e con quel resto di voce – un soffio – hai alzato la croce e ripetuto il mio Nome. Quasi inebetita hai ripetuto per consuetudine quel­lo che era da anni il gesto del tuo amore. Ma prima che tu potessi riprenderti e ricostruire te stessa, fatta a brandelli da chi ti odia, è dovuto passare del tempo. Le risurrezioni richiedono sempre del tempo. E tu eri quasi una morta, tanto ti aveva colpita.

   Ma quel punto in te, di cui parla mia Madre: la parte più santa del tuo spirito, non è mai stata colpita. Non poteva esserlo, Maria. È mia, quella parte. È mia. Solo la tua volontà me la potrebbe levare. Ma tu non lo farai mai. Io lo so. E quella parte ha, come calamita che attira a sé le molecole sparse, riattirato e riunito ciò che Satana, furente d’odio per Me e per te, aveva straziato.

   Guai a te se ti avessi colpita allora! Quanta separazione ancora fra Me e te! Tu non la vuoi. Io non la voglio. Io voglio che la morte sia il momento della Vita per te. Senza languori di attesa.

   Vieni. Procedi. Io sono qui. Bacia le mie piaghe dalle quali scende a te la Vita. Le ho aperte per darti questa Vita. Come le ho aperte per tanti e tanti.

   Ecco i miei trionfi dell’ora di Passione. Questi sono i salvati dalla mia Pietà prima che dal mio Sangue. La Pietà li ha lasciati vivere per permettere al Sangue di operare e guarirli.

   Ecco perché, o uomini, Io mi sono lasciato seviziare fino alla morte senza fulminare nessuno. Perché vi ho amato come solo Io potevo amare.

   Riposa, ora. Va’ in pace.»