Sotto il Tuo Manto

Martedi, 10 giugno 2025 - Santa Faustina di Cizico (Letture di oggi)

Così la materna vicinanza non sarebbe servita a nulla a Maria se più felicemente non avesse portato Cristo con il cuore che con la carne. (Sant'Agostino)

Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture

Venerdi della 6° settimana del tempo di Avvento e Natale


V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

Inno
Prostràti i santi Magi
adorano il Bambino,
offron doni d'Oriente:
oro, incenso e mirra.

O simboli profetici
di segreta grandezza,
che svelano alle genti
una triplice gloria!

Oro e incenso proclamano
il Re e Dio immortale;
la mirra annunzia l'Uomo
deposto dalla croce.

Betlemme, tu sei grande
fra le città di Giuda:
in te è apparso al mondo
il Cristo Salvatore.

Nelle sue mani il Padre
pose il giudizio e il regno:
lo attestano concordi
le voci dei profeti.

Non conosce confini
nello spazio e nel tempo
il suo regno d'amore,
di giustizia e di pace.

A te sia lode, o Cristo,
nato da Maria Vergine,
al Padre e allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona
Non punirmi, Signore,
nel tuo sdegno, abbi pietà di me.

SALMO 37, 2-5 (I) Implorazione del peccatore in estremo pericolo
Egli non commise peccato … portò i nostri peccati sul suo corpo sul legno della croce … dalle sue piaghe siamo stati guariti (1 Pt 2, 22. 24. 25).

Signore, non castigarmi nel tuo sdegno, *
non punirmi nella tua ira.
Le tue frecce mi hanno trafitto, *
su di me è scesa la tua mano.

Per il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano, *
nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati.
Le mie iniquità hanno superato il mio capo, *
come carico pesante mi hanno oppresso.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona
Non punirmi, Signore,
nel tuo sdegno, abbi pietà di me.

II Antifona
Ogni mio desiderio
è di fronte a te,
o Signore.

SALMO 37, 6-13 (II) Implorazione del peccatore in estremo pericolo
Egli non commise peccato … portò i nostri peccati sul suo corpo sul legno della croce … dalle sue piaghe siamo stati guariti (1 Pt 2, 22. 24. 25).

Putride e fetide sono le mie piaghe *
a causa della mia stoltezza.
Sono curvo e accasciato, *
triste mi aggiro tutto il giorno.

I miei fianchi sono torturati,*
in me non c'è nulla di sano.
Afflitto e sfinito all'estremo, *
ruggisco per il fremito del mio cuore.

Signore, davanti a te ogni mio desiderio *
e il mio gemito a te non è nascosto.

Palpita il mio cuore, †
la forza mi abbandona, *
si spegne la luce dei miei occhi.

Amici e compagni
si scostano dalle mie piaghe, *
i miei vicini stanno a distanza.

Tende lacci chi attenta alla mia vita, †
trama insidie chi cerca la mia rovina *
e tutto il giorno medita inganni.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

II Antifona
Ogni mio desiderio
è di fronte a te,
o Signore.

III Antifona
A te confesso la mia colpa;
non abbandonarmi, Dio, mia salvezza.

SALMO 37, 14-23 Implorazione del peccatore in estremo pericolo
Egli non commise peccato … portò i nostri peccati sul suo corpo sul legno della croce … dalle sue piaghe siamo stati guariti (1 Pt 2, 22. 24. 25).

Io, come un sordo, non ascolto †
e come un muto non apro la bocca; *
sono come un uomo
che non sente e non risponde.

In te spero, Signore; *
tu mi risponderai, Signore Dio mio.

Ho detto: «Di me non godano,
contro di me non si vantino *
quando il mio piede vacilla».

Poiché io sto per cadere *
e ho sempre dinanzi la mia pena.
Ecco, confesso la mia colpa, *
sono in ansia per il mio peccato.

I miei nemici sono vivi e forti, *
troppi mi odiano senza motivo,
mi pagano il bene col male, *
mi accusano perché cerco il bene.

Non abbandonarmi, Signore, *
Dio mio, da me non stare lontano;
accorri in mio aiuto, *
Signore, mia salvezza.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

III Antifona
A te confesso la mia colpa;
non abbandonarmi, Dio, mia salvezza.

Versetto
V. Il Figlio di Dio è venuto, e ha aperto i nostri occhi:
R. ci ha fatto conoscere il vero Dio.

Prima Lettura

Dal libro del profeta Isaia 63, 19b - 64, 11
Si implora la venuta del Signore

Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Come il fuoco incendia le stoppie
e fa bollire l'acqua,
così il fuoco distrugga i tuoi avversari,
perché si conosca il tuo nome fra i tuoi nemici.
Davanti a te tremavano i popoli,
quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
di cui non si udì parlare da tempi lontani.
Orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto
per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quanti praticano la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura
e come panno immondo
sono tutti i nostri atti di giustizia,
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si riscuoteva per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci hai messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci d forma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.
Signore, non adirarti senza fine,
non ricordarti per sempre dell'iniquità.
Ecco, guarda: tutti siamo tuo popolo.
Le tue città sante sono un deserto,
un deserto è diventata Sion,
Gerusalemme una desolazione.
Il nostro tempio, santo e magnifico,
dove i nostri padri ti hanno lodato,
è divenuto preda del fuoco;
tutte le nostre cose preziose sono distrutte.
Dopo tutto questo,
resterai ancora insensibile, o Signore,
tacerai e ci umilierai sino in fondo?

Responsorio Cfr. Is 56, 1: Mic 4, 9; Is 43, 3
R. Vicina è la tua salvezza, città di Dio: perché ti struggi nel dolore? Non hai chi ti consola, che ti lasci abbattere dalla tristezza? * Io ti salverò, dice il Signore, non temere: verrò a liberarti.
V. Io sono il Signore Dio tuo, il Santo d'Israele, il tuo redentore.
R. Io ti salverò, dice il Signore, non temere: verrò a liberarti.

Seconda Lettura

Dal «Commento su san Giovanni» di san Cirillo d'Alessandria, vescovo (Lib. 5, cap. 2; PG 73, 751-754)
L'effusione dello Spirito Santo su tutti gli uomini

Quando colui che aveva dato vita all'universo decise con un'opera veramente mirabile, di ricapitolare in Cristo tutte le cose e volle ricondurre la natura dell'uomo alla sua condizione primitiva di dignità, rivelò che gli avrebbe concesso in seguito, tra gli altri doni, anche lo Spirito Santo; non era infatti possibile che l'uomo tornasse altrimenti ad un possesso duraturo dei beni ricevuti.
Stabilisce dunque Dio il tempo della discesa in noi dello Spirito ed è il tempo della venuta del Cristo, che egli ci annunzia dicendo: «In quei giorni», cioè nel tempo del Salvatore nostro, «Io effonderò il mio Spirito su ogni creatura» (cfr. Gl 3, 1).
Quando dunque l'ora della splendida misericordia di Dio portò sulla terra tra noi il Figlio Unigenito nella natura umana, cioè un uomo nato da una donna secondo la predizione delle Sacre Scritture, colui che è Dio e Padre concesse di nuovo lo Spirito e lo ricevette per primo il Cristo, come primizia della natura umana totalmente rinnovata. Lo attesta Giovanni quando dichiara: «Ho visto lo Spirito scendere dal cielo e posarsi sopra di Lui» (Gv 1, 32).
Cristo ricevette lo Spirito in quanto uomo ed in quanto era conveniente per un uomo il riceverlo. Il Figlio di Dio, che fu generato dal Padre rimanendo a lui consostanziale, e che esiste prima della sua nascita umana, anzi assolutamente prima del tempo, non si ritiene offeso che il Padre, dopo la sua nascita nella natura umana, gli dica: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato» (Sal 2, 7).
Il Padre afferma che colui che è Dio prima del tempo e da lui generato, viene generato oggi, volendo significare che nel Cristo accoglieva noi come suoi figli adottivi. Il Cristo infatti, poiché si è fatto uomo, ha assunto in sé tutta la natura umana. Il Padre ha il suo proprio Spirito e lo dà di nuovo al Figlio, perché anche noi lo riceviamo da lui come ricchezza e fonte di bene.
Per questo motivo egli ha voluto condividere la discendenza di Abramo, come si dice nella Scrittura, e in tutto si è fatto simile a noi suoi fratelli. L'Unigenito Figlio non accoglie dunque per se stesso lo Spirito; infatti lo Spirito è lo Spirito del Figlio, ed è in lui, e viene dato per lui, come abbiamo già detto: ma poiché, fattosi uomo, il Figlio ebbe in sé tutta la natura umana, ha ricevuto lo Spirito per rinnovare l'uomo completamente e riportarlo alla sua prima grandezza.
Usando dunque la saggezza della ragione e appoggiandoci alle parole della Sacra Scrittura, comprendiamo che Cristo ebbe lo Spirito non per se stesso, ma per noi; ogni bene, infatti, viene a noi per mezzo di Lui.

Responsorio Ez 37, 27-28; cfr. Ger 31, 31; Eb 8, 8
R. Io sarò il loro Dio, essi saranno il mio popolo. Quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre, le genti lo sapranno: * io sono il Signore, che santifica Israele.
V. Stabilirò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda un'alleanza nuova:
R. Io sono il Signore, che santifica Israele.


ORAZIONE
O Dio, che in Cristo tuo Figlio, hai rivelato a tutti i popoli la sapienza eterna, fa' risplendere su di noi la gloria del nostro Redentore perché giungiamo alla luce che non ha fine. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.