Liturgia delle Ore - Letture
Sabato della 2° settimana del tempo di Avvento
Vangelo secondo Giovanni 6
1Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,2e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.3Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.5Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?".6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.7Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo".8Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:9"C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?".10Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.12E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto".13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!".15Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.
16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare17e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro.18Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.19Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.20Ma egli disse loro: "Sono io, non temete".21Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti.23Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie.24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.25Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?".
26Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.27Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo".28Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?".29Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato".
30Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi?31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: 'Diede loro da mangiare un pane dal cielo'".32Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero;33il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo".34Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane".35Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.36Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete.37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò,38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno.40Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno".
41Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo".42E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?".
43Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi.44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.45Sta scritto nei profeti: 'E tutti saranno ammaestrati da Dio'. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.46Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.47In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.48Io sono il pane della vita.49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".
52Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?".53Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.58Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno".
59Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?".61Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza?62E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.64Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.65E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio".
66Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
67Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?".68Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;69noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".70Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.
Levitico 9
1L'ottavo giorno, Mosè chiamò Aronne, i suoi figli e gli anziani d'Israele2e disse ad Aronne: "Prendi un vitello per il sacrificio espiatorio e un ariete per l'olocausto, tutti e due senza difetto, e offrili al Signore.3Agli Israeliti dirai: Prendete un capro per il sacrificio espiatorio, un vitello e un agnello, tutti e due di un anno, senza difetto, per l'olocausto,4un toro e un ariete per il sacrificio di comunione, per immolarli davanti al Signore, un'oblazione intrisa nell'olio, perché oggi il Signore si manifesterà a voi".
5Essi dunque condussero davanti alla tenda del convegno quanto Mosè aveva ordinato; tutta la comunità si avvicinò e stette davanti al Signore.6Mosè disse: "Ecco ciò che il Signore vi ha ordinato; fatelo e la gloria del Signore vi apparirà".7Mosè disse ad Aronne: "Avvicinati all'altare: offri il tuo sacrificio espiatorio e il tuo olocausto e compi il rito espiatorio per te e per il tuo casato; presenta anche l'offerta del popolo e fa' l'espiazione per esso, come il Signore ha ordinato".
8Aronne dunque si avvicinò all'altare e immolò il vitello del sacrificio espiatorio, che era per sé.9I suoi figli gli porsero il sangue ed egli vi intinse il dito, ne bagnò i corni dell'altare e sparse il resto del sangue alla base dell'altare;10ma il grasso, i reni e il lobo del fegato della vittima espiatoria li bruciò sopra l'altare come il Signore aveva ordinato a Mosè.11La carne e la pelle le bruciò nel fuoco fuori dell'accampamento.12Poi immolò l'olocausto; i figli di Aronne gli porsero il sangue ed egli lo sparse attorno all'altare.13Gli porsero anche la vittima dell'olocausto fatta a pezzi e la testa e li bruciò sull'altare.14Lavò le interiora e le gambe e le bruciò sull'olocausto sopra l'altare.
15Poi presentò l'offerta del popolo. Prese il capro destinato al sacrificio espiatorio per il popolo, lo immolò e ne fece un sacrificio espiatorio, come il precedente.
16Poi offrì l'olocausto secondo il rito.
17Presentò quindi l'oblazione, ne prese una manciata piena e la bruciò sull'altare, oltre l'olocausto della mattina.18Immolò il toro e l'ariete in sacrificio di comunione per il popolo. I figli di Aronne gli porgevano il sangue ed egli lo spargeva attorno all'altare.19Gli porgevano le parti grasse del toro e dell'ariete, la coda, il grasso aderente alle viscere, i reni e il lobo del fegato:20mettevano i grassi sui petti ed egli li bruciava sull'altare.21I petti e la coscia destra, Aronne li agitava davanti al Signore come offerta da agitare secondo il rito, nel modo che Mosè aveva ordinato.22Poi Aronne, alzate le mani verso il popolo, lo benedisse e, dopo aver fatto il sacrificio espiatorio, l'olocausto e i sacrifici di comunione, scese dall'altare.23Mosè e Aronne entrarono nella tenda del convegno; poi uscirono e benedissero il popolo e la gloria del Signore si manifestò a tutto il popolo.24Un fuoco uscì dalla presenza del Signore e consumò sull'altare l'olocausto e i grassi; tutto il popolo vide, mandò grida d'esultanza e si prostrò con la faccia a terra.
Qoelet 10
1Una mosca morta guasta l'unguento del profumiere:
un po' di follia
può contare più della sapienza e dell'onore.
2La mente del sapiente si dirige a destra
e quella dello stolto a sinistra.
3Per qualunque via lo stolto cammini è privo di senno e di ognuno dice: "È un pazzo".
4Se l'ira d'un potente si accende contro di te, non lasciare il tuo posto, perché la calma placa le offese anche gravi.
5C'è un male che io ho osservato sotto il sole: l'errore commesso da parte di un sovrano:6la follia vien collocata in posti elevati e gli abili siedono in basso.7Ho visto schiavi a cavallo e prìncipi camminare a piedi come schiavi.
8Chi scava una fossa ci casca dentro
e chi disfà un muro è morso da una serpe.
9Chi spacca le pietre si fa male
e chi taglia legna corre pericolo.
10Se il ferro è ottuso e non se ne affila il taglio, bisogna raddoppiare gli sforzi; la riuscita sta nell'uso della saggezza.11Se il serpente morde prima d'essere incantato, non c'è niente da fare per l'incantatore.
12Le parole della bocca del saggio procurano benevolenza,
ma le labbra dello stolto lo mandano in rovina:
13il principio del suo parlare è sciocchezza,
la fine del suo discorso pazzia funesta.
14L'insensato moltiplica le parole: "Non sa l'uomo quel che avverrà: chi gli manifesterà ciò che sarà dopo di lui?".
15La fatica dello stolto lo stanca;
poiché non sa neppure andare in città.
16Guai a te, o paese, che per re hai un ragazzo
e i cui prìncipi banchettano fin dal mattino!
17Felice te, o paese, che per re hai un uomo libero
e i cui prìncipi mangiano al tempo dovuto
per rinfrancarsi e non per gozzovigliare.
18Per negligenza il soffitto crolla
e per l'inerzia delle mani piove in casa.
19Per stare lieti si fanno banchetti
e il vino allieta la vita;
il denaro risponde a ogni esigenza.
20Non dir male del re neppure con il pensiero
e nella tua stanza da letto non dir male del potente,
perché un uccello del cielo trasporta la voce
e un alato riferisce la parola.
Salmi 112
1Alleluia.
Alef. Beato l'uomo che teme il Signore
Bet. e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
2Ghimel. Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
Dalet. la discendenza dei giusti sarà benedetta.
3He. Onore e ricchezza nella sua casa,
Vau. la sua giustizia rimane per sempre.
4Zain. Spunta nelle tenebre come luce per i giusti,
Het. buono, misericordioso e giusto.
5Tet. Felice l'uomo pietoso che dà in prestito,
Iod. amministra i suoi beni con giustizia.
6Caf. Egli non vacillerà in eterno:
Lamed. Il giusto sarà sempre ricordato.
7Mem. Non temerà annunzio di sventura,
Nun. saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
8Samech. Sicuro è il suo cuore, non teme,
Ain. finché trionferà dei suoi nemici.
9Pe. Egli dona largamente ai poveri,
Sade. la sua giustizia rimane per sempre,
Kof. la sua potenza s'innalza nella gloria.
10Res. L'empio vede e si adira,
Sin. digrigna i denti e si consuma.
Tau. Ma il desiderio degli empi fallisce.
Geremia 31
1In quel tempo - oracolo del Signore -
io sarò Dio per tutte le tribù di Israele
ed esse saranno il mio popolo".
2Così dice il Signore:
"Ha trovato grazia nel deserto
un popolo di scampati alla spada;
Israele si avvia a una quieta dimora".
3Da lontano gli è apparso il Signore:
"Ti ho amato di amore eterno,
per questo ti conservo ancora pietà.
4Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata,
vergine di Israele.
Di nuovo ti ornerai dei tuoi tamburi
e uscirai fra la danza dei festanti.
5Di nuovo pianterai vigne
sulle colline di Samaria;
i piantatori, dopo aver piantato, raccoglieranno.
6Verrà il giorno in cui grideranno le vedette
sulle montagne di Èfraim:
Su, saliamo a Sion,
andiamo dal Signore nostro Dio".
7Poiché dice il Signore:
"Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
Il Signore ha salvato il suo popolo,
un resto di Israele".
8Ecco, li riconduco dal paese del settentrione
e li raduno all'estremità della terra;
fra di essi sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente;
ritorneranno qui in gran folla.
9Essi erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li condurrò a fiumi d'acqua
per una strada diritta in cui non inciamperanno;
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito.
10Ascoltate, popoli, la parola del Signore,
annunziatela alle isole più lontane e dite:
"Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo costudisce come un pastore il suo gregge",
11perché il Signore ha redento Giacobbe,
lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui.
12Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion,
affluiranno verso i beni del Signore,
verso il grano, il mosto e l'olio,
verso i nati dei greggi e degli armenti.
Essi saranno come un giardino irrigato,
non languiranno più.
13Allora si allieterà la vergine alla danza;
i giovani e i vecchi gioiranno.
Io cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni.
14Sazierò di delizie l'anima dei sacerdoti
e il mio popolo abbonderà dei miei beni.
Parola del Signore.
15Così dice il Signore: "Una voce si ode da Rama,
lamento e pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli,
rifiuta d'essere consolata perché non sono più".
16Dice il Signore:
"Trattieni la voce dal pianto,
i tuoi occhi dal versare lacrime,
perché c'è un compenso per le tue pene;
essi torneranno dal paese nemico.
17C'è una speranza per la tua discendenza:
i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini.
18Ho udito Èfraim rammaricarsi:
Tu mi hai castigato e io ho subito il castigo
come un giovenco non domato.
Fammi ritornare e io ritornerò,
perché tu sei il Signore mio Dio.
19Dopo il mio smarrimento, mi sono pentito;
dopo essermi ravveduto,
mi sono battuto l'anca.
Mi sono vergognato e ne provo confusione,
perché porto l'infamia della mia giovinezza.
20Non è forse Èfraim un figlio caro per me,
un mio fanciullo prediletto?
Infatti dopo averlo minacciato,
me ne ricordo sempre più vivamente.
Per questo le mie viscere si commuovono per lui,
provo per lui profonda tenerezza".
Oracolo del Signore.
21Pianta dei cippi,
metti pali indicatori,
sta' bene attenta alla strada,
alla via che hai percorso.
Ritorna, vergine di Israele,
ritorna alle tue città.
22Fino a quando andrai vagando, figlia ribelle?
Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra:
la donna cingerà l'uomo!
23Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: "Si dirà ancora questa parola nel paese di Giuda e nelle sue città, quando avrò cambiato la loro sorte: Il Signore ti benedica, o dimora di giustizia, monte santo.24Vi abiteranno insieme Giuda e tutte le sue città, agricoltori e allevatori di greggi.25Poiché ristorerò copiosamente l'anima stanca e sazierò ogni anima che languisce".
26A questo punto mi sono destato e ho guardato; il mio sonno mi parve soave.
27"Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali renderò feconda la casa di Israele e la casa di Giuda per semenza di uomini e di bestiame.28Allora, come ho vegliato su di essi per sradicare e per demolire, per abbattere e per distruggere e per affliggere con mali, così veglierò su di essi per edificare e per piantare". Parola del Signore.
29"In quei giorni non si dirà più:
I padri han mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati!
30Ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; a ogni persona che mangi l'uva acerba si allegheranno i denti".
31"Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova.32Non come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore.33Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo.34Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato".
35Così dice il Signore
che ha fissato il sole come luce del giorno,
la luna e le stelle come luce della notte,
che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde
e il cui nome è Signore degli eserciti:
36"Quando verranno meno queste leggi
dinanzi a me - dice il Signore -
allora anche la progenie di Israele cesserà
di essere un popolo davanti a me per sempre".
37Così dice il Signore:
"Se si possono misurare i cieli in alto
ed esplorare in basso le fondamenta della terra,
anch'io rigetterò tutta la progenie di Israele
per ciò che ha commesso". Oracolo del Signore.
38"Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali la città sarà riedificata per il Signore dalla torre di Cananeèl fino alla porta dell'Angolo.39La corda per misurare si stenderà in linea retta fino alla collina di Gàreb, volgendo poi verso Goà.40Tutta la valle dei cadaveri e delle ceneri e tutti i campi fino al torrente Cedron, fino all'angolo della porta dei Cavalli a oriente, saranno consacrati al Signore; non sarà più sconvolta né distrutta mai più".
Seconda lettera di Pietro 3
1Questa, o carissimi, è già la seconda lettera che vi scrivo, e in tutte e due cerco di ridestare con ammonimenti la vostra sana intelligenza,2perché teniate a mente le parole già dette dai santi profeti, e il precetto del Signore e salvatore, trasmessovi dagli apostoli.
3Questo anzitutto dovete sapere, che verranno negli ultimi giorni schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo le proprie passioni4e diranno: "Dov'è la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto rimane come al principio della creazione".5Ma costoro dimenticano volontariamente che i cieli esistevano già da lungo tempo e che la terra, uscita dall'acqua e in mezzo all'acqua, ricevette la sua forma grazie alla parola di Dio;6e che per queste stesse cause il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì.7Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della rovina degli empi.
8Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo.9Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.10Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta.
11Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e nella pietà,12attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno!13E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo 'nuovi cieli e una terra nuova', nei quali avrà stabile dimora la giustizia.
14Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate d'essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace.15La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data;16così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina.
17Voi dunque, carissimi, essendo stati preavvisati, state in guardia per non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall'errore degli empi;18ma crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell'eternità. Amen!
Capitolo VII: Evitare l'eccessiva familiarità
Leggilo nella Biblioteca"Non aprire il tuo cuore al primo che capita" (Sir 8,22); i tuoi problemi, trattali invece con chi ha saggezza e timore di Dio. Cerca di stare raramente con persone sprovvedute e sconosciute; non metterti con i ricchi per adularli; non farti vedere volentieri con i grandi. Stai, invece, accanto alle persone umili e semplici, devote e di buoni costumi; e con esse tratta di cose che giovino alla tua santificazione. Non avere familiarità con alcuna donna, ma raccomanda a Dio tutte le donne degne. Cerca di essere tutto unito soltanto a Dio e ai suoi angeli, evitando ogni curiosità riguardo agli uomini. Mentre si deve avere amore per tutti, la familiarità non è affatto necessaria. Capita talvolta che una persona che non conosciamo brilli per fama eccellente; e che poi, quando essa ci sta dinanzi, ci dia noia solo al vederla. D'altra parte, talvolta speriamo di piacere a qualcuno, stando con lui, e invece cominciamo allora a non piacergli, perché egli vede in noi alcunché di riprovevole.
Contro Fausto Manicheo - Libro ventottesimo
Contro Fausto manicheo - Sant'Agostino di Ippona
Leggilo nella BibliotecaLa genealogia di Matteo - dice Fausto - dimostra che Cristo non nacque.
1. FAUSTO " Però non avrebbe potuto morire tranne nel caso che fosse nato ". E io rispondo: neppure avrebbe potuto nascere, tranne nel caso che non fosse Dio. O se poté essere Dio e nascere, perché non poteva anche non nascere e morire? Vedi dunque che su questo tema non è molto utile cercare la consequenzialità, o appoggiarsi alle argomentazioni quando si tratta di cose che riguardano Gesù; si deve piuttosto cercare ciò che egli stesso proclamò di sé, e gli apostoli di lui. Bisogna studiare con attenzione la sua genealogia e vedere se è coerente con se stessa, e non cercare la verità sulla sua nascita partendo dalla congettura della sua passione, visto che avrebbe potuto patire senza essere nato e, essendo nato, non patire, soprattutto perché voi stessi riconoscete che a Dio nulla è impossibile: cosa che sarebbe anch'essa falsa, se si constatasse che, non essendo nato, non poté morire.
Su Cristo, risponde Agostino, solo i Vangeli custoditi dalla tradizione della Chiesa sono autorevoli.
2. AGOSTINO. Ancora una volta, come fai spesso, enunci una cosa che non senti dire da quelli che ti confutano. Nessuno ti dice: " Non poteva morire se non era nato ", visto che Adamo morì, sebbene non fosse nato, ma ti si dice: " Nacque, perché così afferma il santo Vangelo e non un eretico qualsiasi; morì, perché così si legge nel santo Vangelo e non nel libro di qualche eretico ". Ma tu, che proibisci di argomentare quando si tratta di cose che riguardano Gesù, e ritieni che si debba cercare ciò che egli stesso proclamò di sé, e gli apostoli di lui, quando comincerò a leggere il Vangelo di Matteo suo apostolo, in cui si tesse tutto il racconto della sua nascita, dirai subito che quella narrazione non è di Matteo, mentre la Chiesa intera afferma che è di Matteo, essa che con successione sicura discende dalle sedi apostoliche sino ai vescovi attuali. E tu, cosa mi leggerai contro? Magari un libro di Mani, dove si nega che Gesù nacque da una vergine. Come dunque io credo che quel libro è di Mani, poiché a partire dall'epoca in cui Mani viveva nella carne esso è stato custodito e trasmesso sino ai vostri tempi per opera dei suoi discepoli, mediante la successione sicura dei vostri capi, credete dunque anche voi che è di Matteo questo libro, che la Chiesa ha trasmesso senza alcuna interruzione dall'epoca in cui Matteo visse nella carne sino a oggi, mediante una sicura successione di passaggi. Dimmi a quale libro dovremmo piuttosto credere: a quello dell'apostolo, che aveva aderito a Cristo quando egli ancora era sulla terra, o a quello di un non so quale Persiano, che nacque tanto tempo dopo? Ma forse tirerai fuori un altro libro che porta il nome di qualche apostolo che si sa che fu scelto da Cristo, e in esso leggerai che Cristo non nacque da Maria. Poiché necessariamente uno di questi due libri è menzognero, a quale pensi che dobbiamo accordare la nostra fiducia? A quello che la Chiesa, fondata da Cristo, portata avanti per opera degli apostoli mediante una serie sicura di successioni sino ai nostri giorni e diffusa in tutto il mondo, riconosce e approva come trasmesso e custodito sin dall'inizio, oppure a quello che la stessa Chiesa disapprova come sconosciuto, e che per di più è presentato da uomini così veritieri che vantano il fatto che Cristo mentì?
Le contraddizioni tra gli Evangelisti sulla genealogia di Cristo sono solo apparenti.
3. A questo punto dirai: " Si esamini la genealogia contenuta in due libri del Vangelo, per vedere se è coerente ". Su questo abbiamo già detto quel che c'era da dire in un altro punto dell'opera. L'unica cosa che vi preoccupa è come Giuseppe potesse avere due padri. Se pure riflettendo non vi fosse venuto in mente che uno è quello che lo generò e l'altro quello che lo adottò, nemmeno in tal caso avreste dovuto emettere con tanta facilità una sentenza così precipitosa contro un'autorità tanto grande. Se almeno adesso, ammoniti, pensate che ciò sia potuto accadere, credete con tutta semplicità al Vangelo e cessate di argomentare in una maniera così scorretta e perversa!
I racconti dei discepoli unica fonte attendibile per conoscere ciò che Cristo proclamò di se stesso.
4. Quanto poi al fatto che Fausto ritiene che si debba investigare su cosa Gesù proclamò di se stesso, a chi non sembrerà giusto? Ma questo può forse essere appreso diversamente che dal racconto dei suoi discepoli? E se non si crede loro quando annunziano che nacque da una vergine, come si darà loro credito quando annunziano ciò che proclamò di se stesso? Se fossero venuti alla luce scritti che si dicesse essere di Cristo stesso e di nessun altro autore, come poteva avvenire che, se erano veramente suoi, non venissero letti, non venissero accettati, non trovassero posto al culmine sommo dell'autorità nella sua Chiesa, che a partire da lui stesso, attraverso gli apostoli e i vescovi loro successori, si propaga e si dilata fino al tempo presente, essa nella quale si sono già compiute molte cose predette anteriormente, e le rimanenti senza dubbio accadranno e arriveranno sino alla fine? Se quegli scritti venissero addotti, bisognerebbe considerare chi li presenta: se fosse Cristo stesso, senza dubbio avrebbero potuto essere offerti sin dall'inizio a quelli che allora aderivano a lui, e tramite costoro pervenire ad altri. Se così fosse avvenuto, essi risplenderebbero di autorità incontrovertibile, mediante quelle successioni di capi e di popoli che ho ricordato. Chi è dunque tanto folle da credere oggi che esista una lettera di Cristo, portata alla luce da Mani, e da non credere che siano di Cristo i fatti e i detti che Matteo scrisse? O che, se anche dubita che a scriverli fu Matteo stesso, non creda piuttosto che Matteo trovò nella Chiesa ciò che dai tempi suoi sino ad oggi viene proclamato con una serie sicura di successioni, e creda invece a non so quale tizio venuto attraverso la Persia dopo duecento o più anni, che esorta ad aver fiducia in lui in merito a ciò che Cristo disse o fece, quando la Chiesa non avrebbe creduto affatto allo stesso apostolo Paolo, chiamato dal cielo dopo l'ascensione del Signore 1, se egli non avesse trovato apostoli ancora in vita, con i quali, comunicando e confrontando il Vangelo, apparisse che apparteneva alla loro medesima società? Ma quando la Chiesa ebbe accertato che egli annunziava ciò che anche quelli annunziavano, che viveva in comunione e in unità con loro e che anche per opera sua avvenivano segni pari a quelli che essi operavano, in virtù di tale predilezione del Signore lo rivestì di autorità a tal punto che le sue parole vengono oggi udite nella Chiesa come se in lui si udisse parlare Cristo, come egli stesso affermò veracissimamente 2. E Mani pensa che la Chiesa di Cristo debba credere a lui, che parla contro Scritture confermate da un'autorità tanto grande e ordinata! Scritture che gli rammentano con chiarezza che, chiunque annunzi qualcosa di diverso da ciò che ha ricevuto, deve essere scomunicato 3.
I Manichei ritengono attendibili le Scritture solo in quanto concordano con la loro favola.
5. " Ma adduco " - dice - " la ragione per cui dimostro che non si deve credere a quelle Scritture ". Davvero non stai ricorrendo ad argomentazioni? Comunque, anche nella tua stessa argomentazione vieni sconfitto. Alla fin fine, infatti, tutta la tua argomentazione tende a questo: che l'anima creda che la sua infelicità in questo mondo derivi dal fatto che, nella sua miseria, andò in aiuto del suo dio affinché non venisse privato del regno; che creda che la natura e la sostanza di Dio sia mutevole, corruttibile, violabile e insozzabile al punto che una parte di lui non riesce a purificarsi ed egli - che la mescolò a tanta contaminazione pur sapendola innocente in quanto procedeva dalle sue viscere, e priva di peccato nei suoi confronti - la punisce con il supplizio eterno del globo. Questa è la finale di tutte le vostre argomentazioni e favole: magari ne fosse la fine, però nel vostro cuore e nella vostra bocca, così che una volta per tutte smettiate di credere e pronunciare bestemmie così esecrabili! " Ma sulla base di quegli stessi scritti " - dice - " io provo che non sempre si deve credere ad essi, poiché si contraddicono ". Perché non dici piuttosto che non bisogna mai credere ad essi, perché sono testimoni incostanti e contraddittori? " Ma io " - dice - " scelgo ciò che vedo conforme alla verità ". A quale verità? Alla tua favola, s'intende, che all'inizio pone la guerra di dio, a metà la contaminazione di dio e alla fine la condanna di dio. " Mai " - continua - " si presta fede a scritti tra loro contraddittori e contrari ". Ma è ciò che sembrano a te, perché non li comprendi: infatti, ciò che hai addotto perché ti sembrava tale, è stato dimostrato sino a che punto tu non lo comprenda, e sarà dimostrato anche di tutto ciò che ancora addurrai. Non c'è dunque alcun motivo per non credere a Scritture provviste di tanta autorità; e questo è chiaramente il motivo più grande per scomunicare quelli che ci annunziano altro.
Note:
1 - Cf. At 9.
2 - Cf. 2 Cor 13, 3.
3 - Cf. Gal. 1, 8-9.
Capitolo VII: Evitare l'eccessiva familiarità
Libro I: Libro della imitazione di Cristo e del dispregio del mondo e di tutte le sue vanità - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca"Non aprire il tuo cuore al primo che capita" (Sir 8,22); i tuoi problemi, trattali invece con chi ha saggezza e timore di Dio. Cerca di stare raramente con persone sprovvedute e sconosciute; non metterti con i ricchi per adularli; non farti vedere volentieri con i grandi. Stai, invece, accanto alle persone umili e semplici, devote e di buoni costumi; e con esse tratta di cose che giovino alla tua santificazione. Non avere familiarità con alcuna donna, ma raccomanda a Dio tutte le donne degne. Cerca di essere tutto unito soltanto a Dio e ai suoi angeli, evitando ogni curiosità riguardo agli uomini. Mentre si deve avere amore per tutti, la familiarità non è affatto necessaria. Capita talvolta che una persona che non conosciamo brilli per fama eccellente; e che poi, quando essa ci sta dinanzi, ci dia noia solo al vederla. D'altra parte, talvolta speriamo di piacere a qualcuno, stando con lui, e invece cominciamo allora a non piacergli, perché egli vede in noi alcunché di riprovevole.
L'apparizione alla grotta delle Tre Fontane
Vergine della Rivelazione (Tre Fontane)
A un tratto la Bella Signora incomincia a parlare, dando inizio a una lunga rivelazione. Si presenta immediatamente: «Sono colei che sono nella Trinità divina... Sono la Vergine della Rivelazione... Tu mi perseguiti, ora basta! Entra nell'ovile santo, corte celeste in terra. Il giuramento di Dio è e rimane immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore che tu facesti, amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa, prima di iniziare la via dell'errore, ti hanno salvato!». Bruno ricorda che la voce della Bella Signora era «così melodiosa, sembrava una musica che entrava dentro gli orecchi; la sua bellezza nemmeno si può spiegare, la luce, smagliante, qualcosa di straordinario, come se il sole fosse entrato dentro la grotta». La conversazione è lunga; dura un'ora e venti minuti circa. Gli argomenti toccati dalla Madonna sono molteplici. Alcuni riguardano direttamente e personalmente il veggente. Altri riguardano la Chiesa intera, con un particolare riferimento ai sacerdoti. Poi c'è un messaggio da consegnare personalmente al papa. A un certo punto la Madonna muove un braccio, il sinistro, e punta l'indice verso il basso..., indicando qualcosa ai suoi piedi... Bruno segue con l'occhio il gesto e vede per terra un drappo nero, una veste talare da prete e accanto una croce spezzata. «Ecco», spiega la Vergine, «questo è il segno che la Chiesa soffrirà, sarà perseguitata, spezzata; questo e il segno che i miei figli si spoglieranno... Tu, sii forte nella fede!...». La celeste visione non nasconde al veggente che lo attendono giorni di persecuzione e di prove dolorose, ma che lei lo avrebbe difeso con la sua materna protezione. Poi Bruno viene invitato a pregare molto e a far pregare, recitare il rosario quotidiano. E specifica in particolare tre intenzioni: la conversione dei peccatori, degli increduli e per l'unità dei cristiani. E gli rivela il valore delle Ave Maria ripetute nel rosario: «Le Ave Maria che voi dite con fede e con amore sono tante frecce d'oro che raggiungono il Cuore di Gesù». Gli fa una bellissima promessa: «Io convertirò i più ostinati con prodigi che opererò con questa terra di peccato». E per quanto riguarda uno dei suoi celesti privilegi che il veggente combatteva e che ancora non era stato definito solennemente dal Magistero della Chiesa (lo sarà tre anni dopo: il messaggio personale al papa riguardava forse questa proclamazione?...), la Vergine, con semplicità e chiarezza, gli toglie ogni dubbio: «Il mio corpo non poteva marcire e non marci. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso». Con queste parole Maria si presentava anche come Assunta in Cielo in anima e corpo. Ma occorreva dare al veggente la certezza che quella esperienza che stava vivendo e che tanto avrebbe inciso nella sua vita non era una allucinazione o un incantesimo, e tanto meno un inganno di Satana. Per questo gli dice: «Desidero darti una sicura prova della divina realtà che stai vivendo perché tu possa escludere ogni altra motivazione del tuo incontro, compresa quella del nemico infernale, come molti ti vorranno far credere. E questo è il segno: dovrai andare per le chiese e per le vie. Per le chiese al primo sacerdote che incontrerai e per le strade a ogni sacerdote che incontrerai, tu dirai: “Padre, devo parlarle!”. Se costui ti risponderà: "Ave Maria, figliolo, cosa vuoi, pregalo di fermarsi, perché è quello da me scelto. A lui manifesterai ciò che il cuore ti dirà e ubbidiscilo; ti indicherà infatti un altro sacerdote con queste parole: «Quello fa per il caso tuo"». Continuando, la Madonna lo esorta a essere «prudente, ché la scienza rinnegherà Dio», quindi gli detta un messaggio segreto da consegnare personalmente alla «Santità del Padre, supremo pastore della cristianità», accompagnato però da un altro sacerdote che gli dirà: «Bruno, io mi sento legato a te». «Poi la Madonna», riferisce il veggente, «mi parla di ciò che sta avvenendo nel mondo, di quello che succederà nell'avvenire, come va la Chiesa, come va la fede e che gli uomini non crederanno più... Tante cose che si stanno avverando adesso... Ma molte cose si dovranno avverare...». E la celeste Signora lo conforta: «Alcuni a cui tu narrerai questa visione non ti crederanno, ma non lasciarti deprimere». Al termine dell'incontro, la Madonna fa un inchino e dice a Bruno: «Sono colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Ecco, prima di andare via io ti dico queste parole: la Rivelazione è la Parola di Dio, questa Rivelazione parla di me. Ecco perché ho dato questo titolo: Vergine della Rivelazione». Poi fa alcuni passi, si gira ed entra dentro la parete della grotta. Termina allora quella grande luce e si vede la Vergine che si allontana lentamente.