Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

La forza più potente è quella del cambiamento e del rinnovamento. Però molti hanno timore di prendere questa via. Solo le persone umili, piccoli, sono pronte a svuotarsi di sé ed essere un vaso vuoto: loro raggiungeranno alti livelli di spiritualità . Nella nostra società  si tende ad etichettare gli umili come deboli o ingenui. Invece, chi davanti a Dio riconosce la propria nullità  troverà  la via della santità  prima degli altri. Il dono più grande che puoi fare a te stesso è quello di convertirti, cioè uscire dal tuo io per dare spazio a Dio: più dai spazio a Dio, più sarai libero. (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Lunedi della 34° settimana del tempo ordinario (Santi Andrea Dung Lac e compagni)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 12

1In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano.2Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato".3Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni?4Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti?5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa?6Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio.7Se aveste compreso che cosa significa: 'Misericordia io voglio e non sacrificio', non avreste condannato individui senza colpa.8Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato".

9Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga.10Ed ecco, c'era un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi chiesero a Gesù: "È permesso curare di sabato?". Dicevano ciò per accusarlo.11Ed egli disse loro: "Chi tra voi, avendo una pecora, se questa gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e la tira fuori?12Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora! Perciò è permesso fare del bene anche di sabato".13E rivolto all'uomo, gli disse: "Stendi la mano". Egli la stese, e quella ritornò sana come l'altra.14I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.

15Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti,16ordinando loro di non divulgarlo,17perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia:

18'Ecco il mio servo che io ho scelto;
il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annunzierà la giustizia alle genti.'
19'Non contenderà, né griderà,
né si udrà sulle piazze la sua voce.'
20'La canna infranta non spezzerà,
non spegnerà il lucignolo fumigante,
finché abbia fatto trionfare la giustizia;'
21'nel suo nome spereranno le genti.'

22In quel tempo gli fu portato un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva.23E tutta la folla era sbalordita e diceva: "Non è forse costui il figlio di Davide?".24Ma i farisei, udendo questo, presero a dire: "Costui scaccia i demòni in nome di Beelzebùl, principe dei demòni".
25Ma egli, conosciuto il loro pensiero, disse loro: "Ogni regno discorde cade in rovina e nessuna città o famiglia discorde può reggersi.26Ora, se satana scaccia satana, egli è discorde con se stesso; come potrà dunque reggersi il suo regno?27E se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri figli in nome di chi li scacciano? Per questo loro stessi saranno i vostri giudici.28Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio.29Come potrebbe uno penetrare nella casa dell'uomo forte e rapirgli le sue cose, se prima non lo lega? Allora soltanto gli potrà saccheggiare la casa.30Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.31Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.32A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro.

33Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l'albero.34Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore.35L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive.36Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio;37poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato".

38Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: "Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno". Ed egli rispose:39"Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta.40Come infatti 'Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce', così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.41Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona!42La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone!

43Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova.44Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna.45Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa".

46Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli.47Qualcuno gli disse: "Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti".48Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?".49Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli;50perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre".


Numeri 14

1Allora tutta la comunità alzò la voce e diede in alte grida; il popolo pianse tutta quella notte.2Tutti gli Israeliti mormoravano contro Mosè e contro Aronne e tutta la comunità disse loro: "Oh! fossimo morti nel paese d'Egitto o fossimo morti in questo deserto!3E perché il Signore ci conduce in quel paese per cadere di spada? Le nostre mogli e i nostri bambini saranno preda. Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto?".4Si dissero l'un l'altro: "Diamoci un capo e torniamo in Egitto".
5Allora Mosè e Aronne si prostrarono a terra dinanzi a tutta la comunità riunita degli Israeliti.6Giosuè figlio di Nun e Caleb figlio di Iefunne, che erano fra coloro che avevano esplorato il paese, si stracciarono le vesti7e parlarono così a tutta la comunità degli Israeliti: "Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese molto buono.8Se il Signore ci è favorevole, ci introdurrà in quel paese e ce lo darà: è un paese dove scorre latte e miele.9Soltanto, non vi ribellate al Signore e non abbiate paura del popolo del paese; è pane per noi e la loro difesa li ha abbandonati mentre il Signore è con noi; non ne abbiate paura".
10Allora tutta la comunità parlò di lapidarli; ma la Gloria del Signore apparve sulla tenda del convegno a tutti gli Israeliti.11Il Signore disse a Mosè: "Fino a quando mi disprezzerà questo popolo? E fino a quando non avranno fede in me, dopo tutti i miracoli che ho fatti in mezzo a loro?12Io lo colpirò con la peste e lo distruggerò, ma farò di te una nazione più grande e più potente di esso".
13Mosè disse al Signore: "Ma gli Egiziani hanno saputo che tu hai fatto uscire questo popolo con la tua potenza14e lo hanno detto agli abitanti di questo paese. Essi hanno udito che tu, Signore, sei in mezzo a questo popolo, e ti mostri loro faccia a faccia, che la tua nube si ferma sopra di loro e che cammini davanti a loro di giorno in una colonna di nube e di notte in una colonna di fuoco.15Ora se fai perire questo popolo come un solo uomo, le nazioni che hanno udito la tua fama, diranno:16Siccome il Signore non è stato in grado di far entrare questo popolo nel paese che aveva giurato di dargli, li ha ammazzati nel deserto.17Ora si mostri grande la potenza del mio Signore, perché tu hai detto:18Il Signore è lento all'ira e grande in bontà, perdona la colpa e la ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione.19Perdona l'iniquità di questo popolo, secondo la grandezza della tua bontà, così come hai perdonato a questo popolo dall'Egitto fin qui".
20Il Signore disse: "Io perdono come tu hai chiesto;21ma, per la mia vita, com'è vero che tutta la terra sarà piena della gloria del Signore,22tutti quegli uomini che hanno visto la mia gloria e i prodigi compiuti da me in Egitto e nel deserto e tuttavia mi hanno messo alla prova già dieci volte e non hanno obbedito alla mia voce,23certo non vedranno il paese che ho giurato di dare ai loro padri. Nessuno di quelli che mi hanno disprezzato lo vedrà;24ma il mio servo Caleb che è stato animato da un altro spirito e mi ha seguito fedelmente io lo introdurrò nel paese dove è andato; la sua stirpe lo possiederà.25Gli Amaleciti e i Cananei abitano nella valle; domani tornate indietro, incamminatevi verso il deserto, per la via del Mare Rosso".
26Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne:27"Fino a quando sopporterò io questa comunità malvagia che mormora contro di me? Io ho udito le lamentele degli Israeliti contro di me.28Riferisci loro: Per la mia vita, dice il Signore, io vi farò quello che ho sentito dire da voi.29I vostri cadaveri cadranno in questo deserto. Nessuno di voi, di quanti siete stati registrati dall'età di venti anni in su e avete mormorato contro di me,30potrà entrare nel paese nel quale ho giurato di farvi abitare, se non Caleb, figlio di Iefunne, e Giosuè figlio di Nun.31I vostri bambini, dei quali avete detto che sarebbero diventati una preda di guerra, quelli ve li farò entrare; essi conosceranno il paese che voi avete disprezzato.32Ma i vostri cadaveri cadranno in questo deserto.33I vostri figli saranno nòmadi nel deserto per quarant'anni e porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri siano tutti quanti nel deserto.34Secondo il numero dei giorni che avete impiegato per esplorare il paese, quaranta giorni, sconterete le vostre iniquità per quarant'anni, un anno per ogni giorno e conoscerete la mia ostilità.35Io, il Signore, ho parlato. Così agirò con tutta questa comunità malvagia che si è riunita contro di me: in questo deserto saranno annientati e qui moriranno".
36Gli uomini che Mosè aveva mandati a esplorare il paese e che, tornati, avevano fatto mormorare tutta la comunità contro di lui diffondendo il discredito sul paese,37quegli uomini che avevano propagato cattive voci su quel paese, morirono colpiti da un flagello, davanti al Signore.38Ma di quelli che erano andati a esplorare il paese rimasero vivi Giosuè, figlio di Nun, e Caleb, figlio di Iefunne.
39Mosè riferì quelle parole a tutti gli Israeliti; il popolo ne fu molto turbato.40La mattina si alzarono presto per salire verso la cima del monte, dicendo: "Eccoci qua; noi saliremo al luogo del quale il Signore ha detto che noi abbiamo peccato".41Ma Mosè disse: "Perché trasgredite l'ordine del Signore? La cosa non vi riuscirà.42Poiché il Signore non è in mezzo a voi, non salite perché non siate sconfitti dai vostri nemici!43Perché di fronte a voi stanno gli Amaleciti e i Cananei e voi cadrete di spada; perché avete abbandonato il Signore, il Signore non sarà con voi".44Si ostinarono a salire verso la cima del monte, ma l'arca dell'alleanza del Signore e Mosè non si mossero dall'accampamento.45Allora gli Amaleciti e i Cananei che abitavano su quel monte scesero, li batterono e ne fecero strage fino a Corma.


Giobbe 28

1Certo, per l'argento vi sono miniere
e per l'oro luoghi dove esso si raffina.
2Il ferro si cava dal suolo
e la pietra fusa libera il rame.
3L'uomo pone un termine alle tenebre
e fruga fino all'estremo limite
le rocce nel buio più fondo.
4Forano pozzi lungi dall'abitato
coloro che perdono l'uso dei piedi:
pendono sospesi lontano dalla gente e vacillano.
5Una terra, da cui si trae pane,
di sotto è sconvolta come dal fuoco.
6Le sue pietre contengono zaffiri
e oro la sua polvere.
7L'uccello rapace ne ignora il sentiero,
non lo scorge neppure l'occhio dell'aquila,
8non battuto da bestie feroci,
né mai attraversato dal leopardo.
9Contro la selce l'uomo porta la mano,
sconvolge le montagne:
10nelle rocce scava gallerie
e su quanto è prezioso posa l'occhio:
11scandaglia il fondo dei fiumi
e quel che vi è nascosto porta alla luce.
12Ma la sapienza da dove si trae?
E il luogo dell'intelligenza dov'è?
13L'uomo non ne conosce la via,
essa non si trova sulla terra dei viventi.
14L'abisso dice: "Non è in me!"
e il mare dice: "Neppure presso di me!".
15Non si scambia con l'oro più scelto,
né per comprarla si pesa l'argento.
16Non si acquista con l'oro di Ofir,
con il prezioso berillo o con lo zaffiro.
17Non la pareggia l'oro e il cristallo,
né si permuta con vasi di oro puro.
18Coralli e perle non meritano menzione,
vale più scoprire la sapienza che le gemme.
19Non la eguaglia il topazio d'Etiopia;
con l'oro puro non si può scambiare a peso.
20Ma da dove viene la sapienza?
E il luogo dell'intelligenza dov'è?
21È nascosta agli occhi di ogni vivente
ed è ignota agli uccelli del cielo.
22L'abisso e la morte dicono:
"Con gli orecchi ne udimmo la fama".
23Dio solo ne conosce la via,
lui solo sa dove si trovi,
24perché volge lo sguardo
fino alle estremità della terra,
vede quanto è sotto la volta del cielo.
25Quando diede al vento un peso
e ordinò alle acque entro una misura,
26quando impose una legge alla pioggia
e una via al lampo dei tuoni;
27allora la vide e la misurò,
la comprese e la scrutò appieno
28e disse all'uomo:
"Ecco, temere Dio, questo è sapienza
e schivare il male, questo è intelligenza".


Salmi 89

1'Maskil. Di Etan l'Ezraita.'
2Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
3perché hai detto: "La mia grazia rimane per sempre";
la tua fedeltà è fondata nei cieli.
4"Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide mio servo:
5stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli".

6I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell'assemblea dei santi.
7Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?
8Dio è tremendo nell'assemblea dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano.

9Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti?
Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.
10Tu domini l'orgoglio del mare,
tu plachi il tumulto dei suoi flutti.
11Tu hai calpestato Raab come un vinto,
con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.

12Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
13il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati,
il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.
14È potente il tuo braccio,
forte la tua mano, alta la tua destra.
15Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
grazia e fedeltà precedono il tuo volto.

16Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
17esulta tutto il giorno nel tuo nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria.
18Perché tu sei il vanto della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
19Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d'Israele.

20Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo:
"Ho portato aiuto a un prode,
ho innalzato un eletto tra il mio popolo.
21Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
22la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.

23Su di lui non trionferà il nemico,
né l'opprimerà l'iniquo.
24Annienterò davanti a lui i suoi nemici
e colpirò quelli che lo odiano.
25La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
26Stenderò sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra.

27Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.
28Io lo costituirò mio primogenito,
il più alto tra i re della terra.
29Gli conserverò sempre la mia grazia,
la mia alleanza gli sarà fedele.
30Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.

31Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
32se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi,
33punirò con la verga il loro peccato
e con flagelli la loro colpa.

34Ma non gli toglierò la mia grazia
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
35Non violerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
36Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre:
certo non mentirò a Davide.
37In eterno durerà la sua discendenza,
il suo trono davanti a me quanto il sole,
38sempre saldo come la luna,
testimone fedele nel cielo".

39Ma tu lo hai respinto e ripudiato,
ti sei adirato contro il tuo consacrato;
40hai rotto l'alleanza con il tuo servo,
hai profanato nel fango la sua corona.
41Hai abbattuto tutte le sue mura
e diroccato le sue fortezze;
42tutti i passanti lo hanno depredato,
è divenuto lo scherno dei suoi vicini.

43Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali,
hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
44Hai smussato il filo della sua spada
e non l'hai sostenuto nella battaglia.
45Hai posto fine al suo splendore,
hai rovesciato a terra il suo trono.
46Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza
e lo hai coperto di vergogna.

47Fino a quando, Signore,
continuerai a tenerti nascosto,
arderà come fuoco la tua ira?
48Ricorda quant'è breve la mia vita.
Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
49Quale vivente non vedrà la morte,
sfuggirà al potere degli inferi?

50Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo,
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
51Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi:
porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
52con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano,
insultano i passi del tuo consacrato.
53Benedetto il Signore in eterno.
Amen, amen.


Ezechiele 28

1Mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, parla al principe di Tiro: Dice il Signore Dio:

Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto:
Io sono un dio,
siedo su un seggio divino in mezzo ai mari,
mentre tu sei un uomo e non un dio,
hai uguagliato la tua mente a quella di Dio,
3ecco, tu sei più saggio di Daniele,
nessun segreto ti è nascosto.
4Con la tua saggezza e il tuo accorgimento
hai creato la tua potenza
e ammassato oro e argento nei tuoi scrigni;
5con la tua grande accortezza e i tuoi traffici
hai accresciuto le tue ricchezze
e per le tue ricchezze si è inorgoglito il tuo cuore.
6Perciò così dice il Signore Dio:
Poiché hai uguagliato la tua mente a quella di Dio,
7ecco, io manderò contro di te
i più feroci popoli stranieri;
snuderanno le spade contro la tua bella saggezza,
profaneranno il tuo splendore.
8Ti precipiteranno nella fossa e morirai
della morte degli uccisi in mezzo ai mari.
9Ripeterai ancora: "Io sono un dio",
di fronte ai tuo uccisori?
Ma sei un uomo e non un dio
in balìa di chi ti uccide.
10Della morte dei non circoncisi morirai
per mano di stranieri, perché io l'ho detto".
Oracolo del Signore Dio.

11Mi fu rivolta questa parola del Signore:12"Figlio dell'uomo, intona un lamento sul principe di Tiro e digli: Così dice il Signore Dio:

Tu eri un modello di perfezione,
pieno di sapienza,
perfetto in bellezza;
13in Eden, giardino di Dio,
tu eri coperto d'ogni pietra preziosa:
rubini, topazi, diamanti, crisòliti, ònici
e diaspri, zaffìri, carbonchi e smeraldi;
e d'oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue legature,
preparato nel giorno in cui fosti creato.
14Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa;
io ti posi sul monte santo di Dio
e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
15Perfetto tu eri nella tua condotta,
da quando sei stato creato,
finché fu trovata in te l'iniquità.
16Crescendo i tuoi commerci
ti sei riempito di violenza e di peccati;
io ti ho scacciato dal monte di Dio
e ti ho fatto perire, cherubino protettore,
in mezzo alle pietre di fuoco.
17Il tuo cuore si era inorgoglito per la tua bellezza,
la tua saggezza si era corrotta
a causa del tuo splendore:
ti ho gettato a terra
e ti ho posto davanti ai re che ti vedano.
18Con la gravità dei tuoi delitti,
con la disonestà del tuo commercio
hai profanato i tuoi santuari;
perciò in mezzo a te ho fatto sprigionare un fuoco
per divorarti.
Ti ho ridotto in cenere sulla terra
sotto gli occhi di quanti ti guardano.
19Quanti fra i popoli ti hanno conosciuto
sono rimasti attoniti per te,
sei divenuto oggetto di terrore, finito per sempre".

20Mi fu rivolta questa parola del Signore:21"Figlio dell'uomo, volgiti verso Sidòne e profetizza contro di essa:22Annunziale: Dice il Signore Dio:

Eccomi contro di te, Sidòne,
e mostrerò la mia gloria in mezzo a te.
Si saprà che io sono il Signore
quando farò giustizia di te
e manifesterò la mia santità.
23Manderò contro di essa la peste
e il sangue scorrerà per le sue vie:
cadranno in essa i trafitti di spada
e questa da ogni parte graverà;
e sapranno che io sono il Signore.

24Non ci sarà più per gli Israeliti un aculeo pungente, una spina dolorosa tra tutti i suoi vicini che la disprezzano: sapranno che io sono il Signore".
25Così dice il Signore Dio; "Quando avrò radunato gli Israeliti di mezzo ai popoli fra i quali sono dispersi, io manifesterò in essi la mia santità davanti alle genti: abiteranno il paese che diedi al mio servo Giacobbe,26vi abiteranno tranquilli, costruiranno case e pianteranno vigne; vi abiteranno tranquilli, quando avrò eseguito i miei giudizi su tutti coloro che intorno li disprezzano: e sapranno che io sono il Signore loro Dio".


Lettera agli Efesini 3

1Per questo, io Paolo, il prigioniero di Cristo per voi Gentili...2penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio:3come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente.4Dalla lettura di ciò che ho scritto potete ben capire la mia comprensione del mistero di Cristo.5Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito:6che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo,7del quale sono divenuto ministro per il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù dell'efficacia della sua potenza.8A me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo,9e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell'universo,10perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio,11secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore,12il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui.13Vi prego quindi di non perdervi d'animo per le mie tribolazioni per voi; sono gloria vostra.

14Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre,15dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome,16perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore.17Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità,18siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità,19e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

20A colui che in tutto ha potere di fare
molto più di quanto possiamo domandare o pensare,
secondo la potenza che già opera in noi,
21a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù
per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen.


Capitolo VIII: L'intima amicizia con Gesù

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1. Quando è presente Gesù, tutto è per il bene, e nulla pare difficile. Invece, quando Gesù non è presente, tutto è difficile. Quando Gesù non è presente, tutto è difficile. Quando Gesù non parla nell'intimo, ogni consolazione vale assai poco. Invece, se Gesù dice anche soltanto una parola, sentiamo una grande consolazione. Forse che Maria Maddalena non balzò subitamente dal luogo in cui stava in pianto, quando Marta le disse: "C'è qui il maestro, ti chiama?" (Gv 11,28). Momento felice, quello in cui Gesù ci invita dal pianto al gaudio spirituale. Come sei arido e aspro, lontano da Gesù; come sei sciocco e vuoto se vai dietro a qualcosa d'altro, che non sia Gesù. Non è, questo, per te, un danno più grande che perdere il mondo intero? Che cosa ti può mai dare il mondo se non possiedi Gesù? Essere senza Gesù è un duro inferno; essere con Gesù è un dolce paradiso. Non ci sarà nemico che possa farti del male, se avrai Gesù presso di te. Chi trova Gesù trova un grande tesoro prezioso; anzi, trova un bene più grande di ogni altro bene. Chi perde Gesù perde più che non si possa dire; perde più che se perdesse tutto quanto il mondo. Colui che vive senza Gesù è privo di tutto; colui che vive saldamente con lui è ricco di tutto. 

2. Grande avvedutezza è saper stare vicino a Gesù; grande sapienza sapersi tenere stretti a lui. Abbi umiltà e pace, e Gesù sarà con te; abbi devozione e tranquillità di spirito, e Gesù starà con te. Che se comincerai a deviare verso le cose esteriori, potrai subitamente allontanare da te Gesù, perdendo la sua grazia; e se avrai cacciato lui, e l'avrai perduto, a chi correrai per rifugio, a chi ti volgerai come ad amico? Senza un amico non puoi vivere pienamente; e se non hai come amico, al di sopra di ogni altro, Gesù, sarai estremamente triste e desolato.  

3. E' da stolto, dunque, quello che fai, ponendo la tua fiducia e la tua gioia in altri che in Gesù. E' preferibile avere il mondo intero contro di te che avere Gesù disgustato di te. Sicché, tra tutte le persone care, caro, per sé, sia il solo Gesù; tutti gli altri si devono amare a causa di Lui; Lui, invece, per se stesso. Gesù Cristo, il solo che troviamo buono e fedele più di ogni altro amico, lui solo dobbiamo amare, di amore particolare. Per lui e in lui ti saranno cari sia gli amici che i nemici; e lo pregherai per gli uni e per gli altri, affinché tutti lo conoscano e lo amino. Non desiderare di essere apprezzato od amato per te stesso, poiché questo spetta soltanto a Dio, che non ha alcuno che gli somigli. Non volere che uno si lasci prendere, nel suo cuore, tutto da te, né lasciarti tutto prendere tu dall'amore di chicchessia. Gesù soltanto deve essere in te, come in ognuno che ami il bene. Sii puro interiormente e libero, senza legami con le creature. Se vuoi essere pienamente aperto a gustare "com'è soave il Signore" (Sal 33,9), devi essere del tutto spoglio e offrire a Dio un cuore semplice e puro.  

4. Ma, in verità, a tanto non giungerai, se prima non sarà venuta a te la sua grazia trascinandoti, cosicché, scacciata e gettata via ogni cosa, tu possa unirti con Lui, da solo a solo. Quando la grazia di Dio scende sull'uomo, allora egli diventa capace di ogni impresa; quando invece la grazia viene meno, l'uomo diventa misero e debole, quasi abbandonato al castigo. Ma anche così non ci si deve lasciare abbattere; né si deve disperare. Occorre piuttosto stare fermamente alla volontà di Dio e, qualunque cosa accada, sopportarla sempre a lode di Gesù Cristo; giacché dopo l'inverno viene l'estate, dopo la tempesta una grande quiete.


DISCORSO 306/D NEL NATALE DI SAN QUADRATO

Discorsi - Sant'Agostino

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Credendo e parlando i martiri trovarono la morte.

1. Il beato Apostolo ha presentato la testimonianza delle Scritture perché avesse valore per noi la gloria dei martiri: Poiché sta scritto - egli dice -: ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo, perciò parliamo 1. Infatti, se avessero soltanto creduto e non avessero parlato, non avrebbero subito il martirio. In tal modo, credendo, conseguirono la vita e, parlando, trovarono la morte; una morte, però, nella quale venisse deposto qual seme il corpo corruttibile e si avesse, qual frutto, l'immortalità. Questo significato, secondo il quale noi crediamo, perciò parliamo, lo stesso Apostolo ha così chiarito in un altro passo: Con il cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per ottenere la salvezza 2.

Vana è la salvezza dell'uomo.

2. A questo punto qualcuno potrebbe domandare: "Com'è che la professione di fede si fa per la salvezza, dal momento che i martiri venivano messi a morte proprio allora che confessavano? È certo allora che la professione di fede non si fa per ottenere la salvezza! ". Nell'oppressione vieni in nostro aiuto perché vana è la salvezza dell'uomo 3: hai dimenticato questo? Hanno fatto la professione di fede indubbiamente per avere la salvezza, la salvezza propria dei fedeli, propria dei cristiani, non quella che è comune a uomini e bestie. D'altra parte, anche questa salvezza, comune a uomini e bestie, da chi viene se non dal Creatore di tutto? Infatti, da colui dal quale siamo stati creati per l'esistenza, proprio da lui abbiamo ricevuto di poter essere salvi. Ma i fedeli sanno bene che Dio è Creatore non solo dell'uomo, ma anche delle bestie. Pertanto, è detto: Uomini e bestie tu salvi, o Signore, secondo la ricchezza della tua misericordia 4. E appunto perché sei il Creatore degli uomini, la ricchezza della tua misericordia giunge a provvedere anche alla salute delle bestie. Che hanno allora in più gli uomini se non quel che segue? Ma i figli degli uomini all'ombra delle tue ali saranno pieni di speranza 5. In che fisseranno la loro speranza se non in quella salvezza che non è di questa vita, ma eterna? La salute che si spera è altra di quella che si possiede, ecco perché i martiri furono fortissimi nella fede, perché disprezzarono ciò che avevano, per ricevere quello che speravano. Quanto all'una e all'altra salute, era a loro nota la prima, era oggetto della loro fede la seconda; di una avevano esperienza, l'altra era fuori della loro vista. Quale fede, carissimi, quale fede! Non far conto di ciò che vedi e quel che credi si renderà accessibile.

Che dicono di me, figlio dell'uomo.

3. Ne segue che si chiarifica un qualcosa che ci fa notare una distinzione tra gli uomini e il Figlio dell'uomo, ma sono uomini tutti i figli degli uomini. Com'è che non tutti gli uomini sono figli degli uomini? Infatti, Adamo ed Eva uomini e non figli degli uomini. Secondo quale di questi due preferì essere Cristo Signore? Bisognava appunto che colui che aveva plasmato l'uomo si facesse uomo per l'uomo, e diventasse quella sua creatura perché non andasse perduta l'opera delle sue mani. Poteva certamente plasmarsi una propria carne da ciò che avesse voluto, vero uomo in una vera carne. Non ebbe bisogno infatti di un padre e di una madre per creare il primo uomo, non si procurò umano seme per l'esistenza del primo uomo. E venne anche il momento che si facesse uomo egli stesso che aveva creato l'uomo. Non volle essere semplicemente uomo, a lui possibile se avesse voluto, ma preferì essere Figlio dell'uomo. E con quale energica fermezza, con quale frequenza lo fa presente! Egli è il Figlio dell'uomo! Quando vengono proclamati i santi Vangeli, fatevi attenzione e convenite come sia incomparabilmente più frequente in lui dichiararsi Figlio dell'uomo che Figlio di Dio! In realtà non era necessario insistere sulla maestà propria di Dio, mentre era certo da inculcare ripetutamente l'umiltà dell'Altissimo. Perciò, tra le altre circostanze che dettero occasione al Signore Gesù di affermare con frequenza di essere il Figlio dell'uomo, vogliamo far risaltare particolarmente quella in cui disse ai suoi discepoli: Gli uomini che dicono di me, figlio dell'uomo? 6 Che dicono di te se non che sei figlio dell'uomo? Solo che sono molti i figli degli uomini, uguali quanto all'origine, diversi per doti e condizioni di vita. Pertanto, dice: Gli uomini che dicono di me? Fu risposto che alcuni lo ritenevano Elia, altri Geremia, altri Giovanni Battista o uno dei Profeti, come figlio dell'uomo, uno dei grandi uomini. E uomini per il fatto che la salute è a loro comune con le bestie. Ma voi -egli chiede - chi dite che io sia? 7 quasi che quelli non fossero uomini. Egli intende dire: Gli uomini dicono questo e questo di me in relazione all'uomo ma voi figli degli uomini che trattate il Figlio dell'uomo, chi dite che io sia? Rispose allora Pietro, uno per tutti, l'unità in tutti, e affermò: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente 8. Cristo fa valere la sua umiltà, Pietro riconosce la divinità di Cristo, così era conveniente, così doveva essere. Ascolta, Pietro, che si è fatto Cristo per te, e tu riconosci chi si è fatto Figlio dell'uomo per te. Gli uomini che dicono che io sia? Chi è costui che per te si è fatto Figlio dell'uomo? Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, io - egli dice - ti faccio conoscere la mia umiltà, tu riconosci la mia divinità. Dico io che sono diventato per te, tu afferma in forza di che io ti ho creato.

Non sappiamo "quando" e quanto sia vicino il "quando".

4. La salute di questa vita, comune a uomini e bestie, quella disprezzavano i martiri, quella che avevano con Adamo uomo, non con il Figlio dell'uomo. Ma i figli degli uomini, che sono in relazione con il Figlio dell'uomo, per giungere al disprezzo della salute, comune a uomini e bestie, saranno pieni di speranza all'ombra delle tue ali 9. Ma allora, carissimi, non è un qualche bene questa salute dal momento che i martiri finiscono per disprezzarla? Se non fosse un bene, chi si potrebbe vantare di non far conto di ciò che un bene non è? Disprezzi pure il bene per ottenere il meglio. Stiamo parlando di questa salute che non fa ritenere colpevole chi ne ha cura. Per quanto riguarda il sostentamento della vita presente, notiamo che gli uomini non fanno altro che ritemprarla se questa salute declina o ricuperarla se perduta. Ma fino a quando - voglia tu o non voglia, essa avrà pure una fine - fino a quando potrai conservare questa salute, tu che non puoi annullare l'ultimo giorno? Per ciascuno è stata fissata una certa meta dell'ultimo giorno. A tale riguardo tutti corrono, contro voglia, ma vi vengono sospinti. A tale meta, oggi, siamo più vicini di ieri, domani più di oggi, finché una volta verrà ciò di cui sempre si ignora "la volta". Di conseguenza, diamoci da fare nella vita perché non sappiamo quando si muore. Non sappiamo quando, e neppure sappiamo quanto sia vicina quella che abbiamo chiamato la volta. Pertanto, i beatissimi martiri, pervenuti all'istante cruciale, per cui si trattava di conservare questa vita, accettando l'incertezza del "quando", oppure di avere in possesso quella da conservare per l'eternità, - perché vi stupite, fratelli miei? - poiché ebbero fede, valutarono e scelsero. Vinsero perché scelsero il meglio, perché l'amore determinò la loro scelta; e dove attinsero l'amore se non dal fatto di essere stati amati? Beati voi! Che gloriosi! Che forti! Che grandi! Che felici! Che fedeltà a Dio! Voi, da ogni parte quadrati! È un bene, ma limitato nel tempo, quello che avete disprezzato. È un bene eterno e incorruttibile quello che avete scelto. A ragione siete rimasti saldi nella professione di fede; pur circuiti in ogni senso dal persecutore, voi non siete caduti.

In virtù del sangue dell'Agnello i martiri resero candide le loro vesti.

5. In questo consiste la vera beatitudine. Egli mirabilmente vi ha resi candidi in virtù del sangue. L'affermò la parola divina nell'Apocalisse. Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide 10. Dove le resero candide? Nel sangue, non di uno qualsiasi, ma dell'Agnello 11. Ogni sangue tinge di rosso, il sangue dell'Agnello conferisce candore. In che modo conferisce candore? Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo 12. Non ha niente di straordinario il fatto che abbiano lavato nel sangue le loro vesti. È possibile infatti che si lavi qualcosa nel sangue; disse un tale al riguardo: Lavano i colli e le braccia nel sangue fluente in gran copia 13. Lavano o danno candore? Per questo volle precisare la Parola divina e, dopo aver detto: Hanno lavato le loro vesti, aggiunse ciò che ti stupisce: rendendole candide nel sangue dell'Agnello. Infatti com'era possibile che non ricevesse candore tutto ciò che venisse lavato in quel sangue di cui è stato detto: Questo è il mio sangue che sarà sparso per molti in remissione dei peccati 14?

 


1 - 2 Cor 4, 13.

2 - Rm 10, 10.

3 - Sal 59, 13.

4 - Sal 35, 7-8.

5 - Sal 35, 8.

6 - Mt 16, 13.

7 - Mt 16, 15.

8 - Mt 16, 16.

9 - Sal 35, 8.

10 - Ap 7, 14.

11 - Ap 7, 14.

12 - Gv 1, 29.

13 - VIRGILIO, Aen. 12, 721-722.

14 - Mt 26, 28.


Testamento di Santa Chiara di Assisi

Opera Omnia - Santa Chiara d'Assisi

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[2823]    1 Nel nome del Signore (Cfr. Col 3,17). Amen.
2 Tra gli altri benefici, che abbiamo ricevuto ed ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie (2Cor 1,3), per i quali siamo molto tenute a rendere a Lui glorioso vive azioni di grazie, 3 grande è quello della nostra vocazione. E quanto più essa è grande e perfetta, tanto maggiormente siamo a lui obbligate. 4 Perciò l’Apostolo ammonisce: “Conosci bene la tua vocazione (1Cor 1,26)”.

[2824]    5 Il Figlio di Dio si è fatto nostra via (Cfr. Gv 14,16); e questa con la parola e con l’esempio (Cfr. 1Tm 4,12) ci indicò e insegnò il beato padre nostro Francesco, vero amante e imitatore di lui.

[2825]    6 Dobbiamo, perciò, sorelle carissime, meditare gli immensi benefici di cui Dio ci ha colmate, 7 specialmente quelli che Egli si è degnato di operare tra noi per mezzo del suo diletto servo, il beato padre nostro Francesco, 8 e non solo dopo la nostra conversione, ma fin da quando eravamo ancora tra le vanità del secolo.

[2826]    9 Mentre infatti, lo stesso Santo, che non aveva ancora né frati né compagni, quasi subito dopo la sua conversione, 10 era intento a riparare la chiesa di San Damiano, dove, ricevendo quella visita del Signore nella quale fu inebriato di celeste consolazione, 11 sentì la spinta decisiva ad abbandonare del tutto il mondo, in un trasporto di grande letizia e illuminato dallo Spirito Santo, profetò a nostro riguardo ciò che in seguito il Signore ha realizzato.

[2827]    12 Salito sopra il muro di detta chiesa, così infatti allora gridava, a voce spiegata e in lingua francese, rivolto ad alcuni poverelli che stavano li appresso: 13 “Venite ed aiutatemi in quest’opera del monastero di San Damiano, 14 perché tra poco verranno ad abitarlo delle donne, e per la fama e santità della loro vita si renderà gloria al Padre nostro celeste (Cfr. Mt 5,16) in tutta la sua santa Chiesa”.

[2828]    15 Possiamo, dunque, ammirare in questo fatto la grande, bontà di Dio verso di noi: 16 Egli si è degnato, nella sovrabbondante sua misericordia e carità, di ispirare tali parole al suo Santo a proposito della nostra vocazione ed elezione (Cfr. 2Pt 1,10). 17 Non solo di noi, però, il beatissimo nostro padre predisse queste cose, ma anche di tutte le altre che avrebbero seguito questa santa vocazione, alla quale il Signore ci ha chiamate.
18 Con quanta sollecita disponibilità e con quanta applicazione di spirito e di corpo dobbiamo perciò eseguire i comandamenti di Dio e del padre nostro Francesco, perché, con l’aiuto divino, possiamo riconsegnare a lui, moltiplicati, i talenti (Cfr. Mt 25,15-23) ricevuti!

[2829]    19 Infatti, proprio il Signore ha collocato noi come modello, ad esempio e specchio non solo per gli altri uomini, ma anche per le nostre sorelle, quelle che il Signore stesso ha chiamato a seguire la nostra vocazione, 20 affinché esse pure risplendano come specchio ed esempio per tutti coloro che vivono nel mondo.

[2830]    21 Avendoci, dunque, Egli scelte per un compito tanto elevato, quale è questo, che in noi si possano specchiare tutte coloro che chiama ad essere esempio e specchio degli altri, 22 siamo estremamente tenute a benedire e a lodare il Signore, ed a crescere ogni giorno più nel bene. 23 Perciò, se vivremo secondo la predetta forma di vita, lasceremo alle altre un nobile esempio (Cfr. 2Mac 6,28.31) e, attraverso una fatica di brevissima durata, ci guadagneremo il pallio (Cfr. Fil 3,14) della beatitudine eterna.

[2831]    24 Dopo che l’altissimo Padre celeste si fu degnato, per sua misericordia e grazia, di illuminare il mio cuore perché incominciassi a fare penitenza, dietro l’esempio e l’ammaestramento del beatissimo padre nostro Francesco, 25 poco tempo dopo la sua conversione, io, assieme alle poche sorelle che il Signore mi aveva donate poco tempo dopo la mia conversione, liberamente gli promisi obbedienza, 26 conforme alla ispirazione che il Signore ci aveva comunicata attraverso la lodevole vita e l’insegnamento di lui.

[2832]    27 Il beato Francesco poi, costatando che, nonostante la debolezza e fragilità del nostro corpo, non avevamo indietreggiato davanti a nessuna penuria, povertà, fatica e tribolazione, né ignominia o disprezzo del mondo, 28 che, anzi, sull’esempio dei santi e dei suoi frati, tutto ciò stimavamo sommo diletto - cosa questa che lui stesso ed i suoi frati avevano potuto verificare più volte -, molto se ne rallegrò nel Signore.

[2833]    29 Perciò, mosso da un sentimento di paterno affetto verso di noi, obbligò se stesso e la sua Religione ad avere sempre diligente cura e speciale sollecitudine di noi, allo stesso modo che per i suoi frati.

[2834]    30 E così, per volontà del Signore e del beatissimo padre nostro Francesco, venimmo ad abitare accanto alla chiesa di San Damiano. 31 Qui, in breve tempo il Signore, per sua misericordia e grazia, ci moltiplicò assai, perché si adempisse quanto egli stesso aveva preannunciato per bocca del suo Santo. 32 Prima, infatti, avevamo dimorato, ma solo per poco tempo, in altro luogo.

[2835]    33 In seguito egli scrisse per noi una forma di vita, e principalmente che perseverassimo nella santa povertà. 34 Né si accontentò, durante la sua vita terrena, di stimolarci con molte esortazioni e col suo esempio all’amore e alla osservanza della santissima povertà, ma anche ci lasciò molti ammaestramenti scritti, affinché, dopo la sua morte, non ci allontanassimo in nessun modo da essa, 35 poiché anche il Figlio di Dio, mentre viveva sulla terra, mai volle allontanarsi da questa santa povertà.

[2836]    34 Né si accontentò, durante la sua vita terrena, di stimolarci con molte esortazioni (Cfr. At 20,2) e col suo esempio all’amore e alla osservanza della santissima povertà, ma anche ci lasciò molti ammaestramenti scritti, affinché, dopo la sua morte, non ci allontanassimo in nessun modo da essa; 35 poiché anche il Figlio di Dio, mentre viveva sulla terra, mai volle allontanarsi da questa santa povertà.

[2837]    36 Ed il beatissimo padre nostro Francesco, seguendo le sue orme (Cfr. 1Pt 2,21), scelse per sé e per i suoi frati questa santa povertà del Figlio di Dio, né mai, finché visse, se ne allontanò in nessuna maniera, né con la parola né con la vita.

[2838]    37 Ed io, Chiara, che sono, benché indegna, la serva di Cristo e delle Sorelle Povere del monastero di San Damiano e pianticella del padre santo, poiché meditavo, assieme alle mie sorelle, la nostra altissima professione e la volontà di un tale padre, 38 ed anche la fragilità delle altre che sarebbero venute dopo di noi, temendone già per noi stesse dopo la morte del santo padre nostro Francesco - che ci era colonna e nostra unica consolazione dopo Dio e sostegno (Cfr. 1Tm 3,15) -, 39 perciò più e più volte liberamente ci siamo obbligate alla signora nostra, la santissima povertà, perché, dopo la mia morte, le sorelle che sono con noi e quelle che verranno in seguito abbiano la forza di non allontanarsi mai da essa in nessuna maniera.

[2839]    40 E come io sono stata sempre diligente e sollecita nell’osservare io medesima, e nel fare osservare la santa povertà, che abbiamo promessa al Signore e al santo padre nostro Francesco, 41 così le sorelle che succederanno a me in questo ufficio, siano obbligate ad osservarla e a farla osservare dalle altre fino alla fine.

[2840]    42 Ma ancora, per maggior sicurezza, mi preoccupai di ricorrere al signor papa Innocenzo, durante il pontificato del quale ebbe inizio il nostro Ordine, ed ai successori di lui, perché confermassero e corroborassero con i loro papali privilegi, la nostra professione della santissima povertà, che promettemmo al nostro beato padre, 43 affinché mai, in nessun tempo ci allontanassimo da essa.

[2841]    44 Per la quale cosa, piegando le ginocchia e inchinandomi profondamente, anima e corpo, affido in custodia alla santa madre Chiesa romana, al sommo Pontefice, e specialmente al signor cardinale che sarà deputato per la Religione dei frati minori e nostra, tutte le mie sorelle, le presenti e quelle che verranno, 45 perché, per amore di quel Signore, che povero alla sua nascita fu posto in una greppia (Lc 2,12), povero visse sulla terra e nudo rimase sulla croce, 46 abbia cura di far osservare a questo suo piccolo gregge (Cfr. Lc 12,32) - questo che l’altissimo Padre, per mezzo della parola e dell’esempio del beato padre nostro Francesco, generò nella sua santa Chiesa, proprio per imitare la povertà e l’umiltà del suo diletto Figlio e della sua gloriosa Madre vergine -, 47 la santa povertà, che a Dio e al beato padre nostro Francesco abbiamo promessa, e si degni ancora di infervorare e conservare le sorelle in detta povertà.

[2842]    48 Inoltre, come il Signore donò a noi il beatissimo padre nostro Francesco come fondatore, piantatore e sostegno nostro nel servizio di Cristo e in quelle cose che promettemmo a Dio ed al medesimo nostro padre, 49 ed egli, finché visse, ebbe sempre premurosa cura di coltivare e far crescere noi, sua pianticella, con la parola e con le opere sue; 50 così io affido le mie sorelle, presenti e future al successore del beato padre nostro Francesco e ai frati tutti del suo Ordine, 51 perché ci siano d’aiuto a progredire sempre di più nel bene nel servizio di Dio e soprattutto nell’osservare meglio la santissima povertà.

[2843]    52 Se poi dovesse succedere in qualche tempo, che le dette sorelle lasciassero questo monastero di San Damiano e si trasferissero altrove, siano nondimeno tenute, ovunque abitassero dopo la mia morte, ad osservare la stessa forma della povertà, che abbiamo promessa a Dio e al beatissimo padre nostro Francesco.

[2844]    53 Tuttavia, tanto colei che sarà in ufficio [di abbadessa], quanto le altre sorelle, abbiano sempre sollecitudine e precauzione di non acquistare né accettare terreno attorno al sopraddetto monastero, se non in quella quantità che esigesse l’estrema necessità di un orto per coltivarvi degli erbaggi. 54 Se poi in qualche tempo dovesse occorrere, per un conveniente isolamento del monastero, di avere un po’ di terreno fuori del recinto dell’orto, non permettano d’acquistarne più di quanto richiede l’estrema necessità; 55 detto terreno poi non sia lavorato né seminato, ma rimanga sempre inarato e incolto.

[2845]    56 Ammonisco ed esorto nel Signore Gesù Cristo tutte le sorelle, presenti e future, che si studino sempre di imitare la via della santa semplicità, dell’umiltà e della povertà, ed anche l’onestà di quella santa vita, 57 che ci fu insegnata dal beato padre nostro Francesco fin dal principio della nostra conversione a Cristo.

[2846]    58 Per mezzo di queste virtù, e non per i nostri meriti, ma per la sola misericordia e grazia del Donatore lo stesso Padre delle misericordie (Cfr. 2Cor 1,3), effondano sempre il profumo (Cfr. 2Cor 2,15) della loro buona fama su quelle che sono lontane, come su quelle che sono vicine.

[2847]    59 E amandovi a vicenda nell’amore di Cristo, quell’amore che avete nel cuore, dimostratelo al di fuori con le opere (Cfr. Gc 2,18), 60 affinché le sorelle, provocate da questo esempio, crescano sempre nell’amore di Dio e nella mutua carità.

[2848]    61 Ancora prego colei che sarà al governo delle sorelle, che si studi di presiedere alle altre più con le virtù e la santità della vita, che per la dignità, 62 affinché, animate dal suo esempio, le sorelle le prestino obbedienza, non tanto per l’ufficio che occupa, ma per amore. 63 Sia essa, inoltre, provvida e discreta verso le sue sorelle, come una buona madre verso le sue figlie; 64 e specialmente si studi di provvedere a ciascuna nelle sue necessità con quelle elemosine che il Signore manderà. 65 Sia ancora tanto affabile e alla portata di tutte, che le sorelle possano manifestarle con fiducia le loro necessità 66 e ricorrere a lei ad ogni ora con confidenza, come crederanno meglio, per sé o a favore delle sorelle.

[2849]    67 Le sorelle poi, che sono suddite, ricordino che è per amore del Signore che hanno rinunciato alla propria volontà. 68 Quindi voglio che obbediscano alla loro madre, come di loro spontanea volontà promisero a Dio; 69 affinché la loro madre, osservando la carità, I’umiltà e l’unione che regna tra loro, trovi più leggero il peso che sostiene per ufficio 70 e, per merito della loro santa vita, ciò che è molesto e amaro si tramuti per lei in dolcezza.

[2850]    71 Ma poiché stretta è la via e il sentiero, ed angusta la porta per la quale ci si incammina e si entra nella vita, pochi son quelli che la percorrono e vi (Cfr. Mt 7,14) entrano; 72 e se pure vi sono di quelli che per un poco di tempo vi camminano, pochissimi perseverano in essa. 73 Beati però quelli cui è concesso di camminare per questa via e di perseverarvi fino alla fine (Cfr. Sal 118,1 e Mt 10,22)!

[2851]    74 E perciò noi, che siamo entrate nella via del Signore, guardiamoci di non abbandonarla mai, per nostra colpa o negligenza o ignoranza. 75 Recheremmo ingiuria a così grande Signore, alla sua Madre vergine, al beato padre nostro Francesco, a tutta la Chiesa trionfante ed anche alla Chiesa di quaggiù. 76 Sta scritto, infatti: Maledetti quelli che si allontanano dai tuoi comandamenti (Sal 118,21).

[2852]    77 Per questa ragione, io piego le mie ginocchia davanti al Padre del Signore nostro Gesù Cristo (Ef 3,14), affinché, per i meriti della gloriosa santa Vergine Maria sua Madre, del beatissimo  padre nostro Francesco e di tutti i santi, 78 lo stesso Signore, che ci ha donato di bene incominciare (Cfr. 2Cor 8,6.11), ci doni ancora di crescere (Cfr. 1Cor 3,6.7) nel bene e di perseverarvi fino alla fine. Amen.

[2853]    79 Questo scritto, perché sia meglio osservato, io lascio a voi, sorelle mie amatissime e carissime, presenti e future, in segno della benedizione del Signore, del beatissimo padre nostro Francesco e della benedizione della vostra madre e serva.


BENEDIZIONE

[2854]    1 Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Cfr. Mt 28,19). Amen.
2 II Signore vi benedica e vi custodisca.
3 Mostri a voi la sua faccia e vi usi misericordia.
4 Rivolga a voi il suo volto e vi doni la sua pace (Cfr. Nm 6,24-26); a voi, sorelle e figlie mie, 5 e a tutte coloro che verranno dopo di voi e rimarranno in questa nostra comunità e alle altre tutte, che in tutto l’Ordine persevereranno sino alla fine in questa santa povertà.

[2855]    6 Io, Chiara, serva di Cristo, pianticella del santo padre nostro Francesco, sorella e madre vostra e delle altre Sorelle Povere, benché indegna, 7 prego il Signore nostro Gesù Cristo per la sua misericordia e per l’intercessione della sua santissima madre Maria, del beato arcangelo Michele e di tutti i santi Angeli di Dio, [del beato padre nostro Francesco] e di tutti i santi e le sante di Dio, 8 perché lo stesso Padre celeste vi doni e vi confermi questa santissima benedizione in cielo e in terra (Cfr. Gen 27,28): 9 in terra, moltiplicandovi, con la sua grazia e le sue virtù, fra i suoi servi e le sue serve nella Chiesa militante; 10 in cielo, esaltandovi e glorificandovi nella Chiesa trionfante fra i suoi santi e sante.

[2856]    11 Vi benedico in vita mia e dopo la mia morte, come posso e più di quanto posso, con tutte le benedizioni, 12 con le quali lo stesso Padre delle misericordie benedisse e benedirà in cielo (Cfr. 2Cor 1,3 e Ef 1,3) e in terra i suoi figli e le sue figlie spirituali, 13 e con le quali ciascun padre e madre spirituale benedisse e benedirà i suoi figli e le sue figlie spirituali. Amen.

[2857]    14 Siate sempre amanti di Dio e delle anime vostre e di tutte le vostre sorelle, 15 e siate sempre sollecite di osservare quanto avete promesso al Signore.

[2858]    16 Il Signore sia sempre con voi, ed Egli faccia che voi siate sempre con Lui. Amen.


4-19 Ottobre 14, 1900 Il flagello pericoloso dei borghesi. Solo l’innocenza strappa la misericordia e mitiga il giusto sdegno.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Questa mattina mi sentivo tanto stordita, che non capivo me stessa, né potevo andare secondo il solito in cerca del mio sommo bene. Onde di tanto in tanto si muoveva dentro del mio interno e si faceva vedere, e tutta abbracciandomi e compatendomi mi diceva:

(2) “Povera figlia, hai ragione che non sai stare senza di Me, come potresti tu vivere senza del tuo amato?”

(3) Ed io, scossa dalle sue parole ho detto: “Ah! diletto mio, che duro martirio è la vita per gli intervalli che sono costretta a starmi senza di voi. Lo dite voi stesso, che ne ho ragione, e poi mi lasciate?”

(4) E Lui, furtivamente si è nascosto come se non volesse che sentisse ciò che mi diceva, ed io sono lasciata di nuovo nel mio stordimento, senza poter dire più niente; quando mi ha visto stordita di nuovo, è uscito, e diceva:

(5)Tu sei tutto il mio contento, nel tuo cuore trovo il vero riposo, e riposandomi vi provo le più care delizie”.

(6) Ed io di nuovo scotendomi ho detto: “Anche per me voi siete tutto il mio contento, tanto che tutte le altre cose non sono per me che amarezze”.

(7) E Lui ritirandosi di nuovo, sono rimasta a mezza voce, restando più stordita di prima, e così ha seguitato questa mattina, pareva che avesse voglia di scherzare un poco. Dopo ciò mi sono sentita fuori di me stessa, ed ho visto che venivano persone sconosciute vestite da borghesi, e la gente nel vederle, tutte si raccapricciavano e mettevano un grido di spavento e di dolore, specie i bambini e dicevano: “Se questi ci danno sopra, per noi è finita”. E soggiungevano: “Nascondete le giovani, povera gioventù se giunge in mani di queste”. Onde io, rivolta al Signore ho detto: “Pietà, misericordia, allontanate questo flagello tanto pericoloso per la misera umanità, vi muovano a compassione le lacrime dell’innocenza”.

(8) E Lui: “Ah! figlia mia, solo per l’innocenza ho riguardo degli altri, solo essa mi strappa la misericordia e mitiga il mio giusto sdegno”.