Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Nel Vangelo d'oggi c'è una frase un po' misteriosa: "A colui che ha sarà  dato, ma a colui che non ha sarà  tolto anche quello che ha." Se sei grato per ciò che hai ricevuto, riceverai ancora di più: la gratitudine allarga il cuore. Invece se sei sempre insoddisfatto, riceverai di meno. Non devi dare colpa a Dio ne' al destino, ma la colpa è tua se ti chiudi nel tuo malcontento e nelle tue amarezze. È una grande tentazione chiudersi nell'insoddisfazione. Così si entra in un circolo vizioso: più sei scontento, meno ricevi. È un vero buco nero che risucchia la luce della speranza. Più hai fiducia in Dio e più sei grato, più andrai avanti, riceverai di più, e vedrai che alla fine il tuo cuore sarà  colmo di gioia e di pace. (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Mercoledi della 32° settimana del tempo ordinario

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Marco 2

1Ed entrò di nuovo a Cafàrnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa2e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
3Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone.4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico.5Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati".
6Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro:7"Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?".
8Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: "Perché pensate così nei vostri cuori?9Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?10Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati,11ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua".12Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!".

13Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava.14Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi".
Egli, alzatosi, lo seguì.

15Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano.16Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: "Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?".17Avendo udito questo, Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori".

18Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?".19Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.20Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno.21Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore.22E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi".

23In giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe.24I farisei gli dissero: "Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?".25Ma egli rispose loro: "Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni?26Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?".27E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!28Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato".


Deuteronomio 7

1Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni: gli Hittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Perizziti, gli Evei, i Cananei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te,2quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia.3Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli,4perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me, per farli servire a dèi stranieri, e l'ira del Signore si accenderebbe contro di voi e ben presto vi distruggerebbe.5Ma voi vi comporterete con loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco i loro idoli.6Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio; il Signore tuo Dio ti ha scelto per essere il suo popolo privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra.
7Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli - siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -,8ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri, il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re di Egitto.9Riconoscete dunque che il Signore vostro Dio è Dio, il Dio fedele, che mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni, con coloro che l'amano e osservano i suoi comandamenti;10ma ripaga nella loro persona coloro che lo odiano, facendoli perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma nella sua stessa persona lo ripaga.
11Osserverai dunque i comandi, le leggi e le norme che oggi ti dò, mettendole in pratica.12Per aver voi dato ascolto a queste norme e per averle osservate e messe in pratica, il Signore tuo Dio conserverà per te l'alleanza e la benevolenza che ha giurato ai tuoi padri.13Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà; benedirà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo: il tuo frumento, il tuo mosto e il tuo olio, i parti delle tue vacche e i nati del tuo gregge, nel paese che ha giurato ai tuoi padri di darti.14Tu sarai benedetto più di tutti i popoli e non ci sarà in mezzo a te né maschio né femmina sterile e neppure fra il tuo bestiame.15Il Signore allontanerà da te ogni infermità e non manderà su di te alcuna di quelle funeste malattie d'Egitto, che bene conoscesti, ma le manderà a quanti ti odiano.
16Sterminerai dunque tutti i popoli che il Signore Dio tuo sta per consegnare a te; il tuo occhio non li compianga; non servire i loro dèi, perché ciò è una trappola per te.
17Forse penserai: Queste nazioni sono più numerose di me; come potrò scacciarle?18Non temerle! Ricordati di quello che il Signore tuo Dio fece al faraone e a tutti gli Egiziani;19ricordati delle grandi prove che hai viste con gli occhi, dei segni, dei prodigi, della mano potente e del braccio teso, con cui il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire; così farà il Signore tuo Dio a tutti i popoli, dei quali hai timore.20Anche i calabroni manderà contro di loro il Signore tuo Dio finché non siano periti quelli che saranno rimasti illesi o nascosti al tuo passaggio.21Non tremare davanti ad essi, perché il Signore tuo Dio è in mezzo a te Dio grande e terribile.22Il Signore tuo Dio scaccerà a poco a poco queste nazioni dinanzi a te; tu non le potrai distruggere in fretta, altrimenti le bestie selvatiche si moltiplicherebbero a tuo danno;23ma il Signore tuo Dio le metterà in tuo potere e le getterà in grande spavento, finché siano distrutte.24Ti metterà nelle mani i loro re e tu farai perire i loro nomi sotto il cielo; nessuno potrà resisterti, finché tu le abbia distrutte.
25Darai alle fiamme le sculture dei loro dèi; non bramerai e non prenderai per te il loro argento e oro che è su di quelle, altrimenti ne resteresti come preso in trappola, perché sono un abominio per il Signore tuo Dio;26non introdurrai quest'abominio in casa tua, perché sarai come esso votato allo sterminio; lo detesterai e lo avrai in abominio, perché è votato allo sterminio.


Giobbe 41

1Ecco, la tua speranza è fallita,
al solo vederlo uno stramazza.
2Nessuno è tanto audace da osare eccitarlo
e chi mai potrà star saldo di fronte a lui?
3Chi mai lo ha assalito e si è salvato?
Nessuno sotto tutto il cielo.
4Non tacerò la forza delle sue membra:
in fatto di forza non ha pari.
5Chi gli ha mai aperto sul davanti il manto di pelle
e nella sua doppia corazza chi può penetrare?
6Le porte della sua bocca chi mai ha aperto?
Intorno ai suoi denti è il terrore!
7Il suo dorso è a lamine di scudi,
saldate con stretto suggello;
8l'una con l'altra si toccano,
sì che aria fra di esse non passa:
9ognuna aderisce alla vicina,
sono compatte e non possono separarsi.
10Il suo starnuto irradia luce
e i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora.
11Dalla sua bocca partono vampate,
sprizzano scintille di fuoco.
12Dalle sue narici esce fumo
come da caldaia, che bolle sul fuoco.
13Il suo fiato incendia carboni
e dalla bocca gli escono fiamme.
14Nel suo collo risiede la forza
e innanzi a lui corre la paura.
15Le giogaie della sua carne son ben compatte,
sono ben salde su di lui, non si muovono.
16Il suo cuore è duro come pietra,
duro come la pietra inferiore della macina.
17Quando si alza, si spaventano i forti
e per il terrore restano smarriti.
18La spada che lo raggiunge non vi si infigge,
né lancia, né freccia né giavellotto;
19stima il ferro come paglia,
il bronzo come legno tarlato.
20Non lo mette in fuga la freccia,
in pula si cambian per lui le pietre della fionda.
21Come stoppia stima una mazza
e si fa beffe del vibrare dell'asta.
22Al disotto ha cocci acuti
e striscia come erpice sul molle terreno.
23Fa ribollire come pentola il gorgo,
fa del mare come un vaso da unguenti.
24Dietro a sé produce una bianca scia
e l'abisso appare canuto.
25Nessuno sulla terra è pari a lui,
fatto per non aver paura.
26Lo teme ogni essere più altero;
egli è il re su tutte le fiere più superbe.


Salmi 104

1Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
2avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda,
3costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
4fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.

5Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
6L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
7Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
8Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
9Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.

10Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
11ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.
12Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.

13Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
14Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
15il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.

16Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
17Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
18Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.

19Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
20Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
21ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
22Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
23Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.

24Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
25Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
26Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.

27Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
28Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
29Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
30Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

31La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
32Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
33Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
34A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.

35Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.


Zaccaria 12

1Oracolo. Parola del Signore su Israele. Dice il Signore che ha steso i cieli e fondato la terra, che ha formato lo spirito nell'intimo dell'uomo:2"Ecco, io farò di Gerusalemme come una coppa che da' le vertigini a tutti i popoli vicini e anche Giuda sarà in angoscia nell'assedio contro Gerusalemme.3In quel giorno io farò di Gerusalemme come una pietra da carico per tutti i popoli: quanti vorranno sollevarla ne resteranno sgraffiati; contro di essa si raduneranno tutte le genti della terra.4In quel giorno - parola del Signore - colpirò di terrore tutti i cavalli e i loro cavalieri di pazzia; mentre sulla casa di Giuda terrò aperti i miei occhi, colpirò di cecità tutti i cavalli delle genti.5Allora i capi di Giuda penseranno: La forza dei cittadini di Gerusalemme sta nel Signore degli eserciti, loro Dio.6In quel giorno farò dei capi di Giuda come un braciere acceso in mezzo a una catasta di legna e come una torcia ardente fra i covoni; essi divoreranno a destra e a sinistra tutti i popoli vicini. Solo Gerusalemme resterà al suo posto.7Il Signore salverà in primo luogo le tende di Giuda; perché la gloria della casa di Davide e la gloria degli abitanti di Gerusalemme non cresca più di quella di Giuda.8In quel giorno il Signore farà da scudo agli abitanti di Gerusalemme e chi tra di loro vacilla diverrà come Davide e la casa di Davide come Dio, come l'angelo del Signore davanti a loro.9In quel giorno io m'impegnerò a distruggere tutte le genti che verranno contro Gerusalemme.10Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito.11In quel giorno grande sarà il lamento in Gerusalemme simile al lamento di Adad-Rimmòn nella pianura di Meghìddo.12Farà il lutto il paese, famiglia per famiglia:

la famiglia della casa di Davide a parte
e le loro donne a parte;
la famiglia della casa di Natàn a parte
e le loro donne a parte;
13la famiglia della casa di Levi a parte
e le loro donne a parte;
la famiglia della casa di Simeì a parte
e le loro donne a parte;
14così tutte le altre famiglie a parte
e le loro donne a parte".


Atti degli Apostoli 13

1C'erano nella comunità di Antiòchia profeti e dottori: Bàrnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo.2Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati".3Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.

4Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro.5Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante.6Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus,7al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Bàrnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio.8Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede.9Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse:10"O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore?11Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole". Di colpo piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano.12Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Signore.

13Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme.14Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero.15Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: "Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!".

16Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: "Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate.17Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, 'e con braccio potente li condusse via di là'.18Quindi, 'dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto',19'distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità' quelle terre,20per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele.21Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni.22E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: 'Ho trovato Davide', figlio di Iesse, 'uomo secondo il mio cuore'; egli adempirà tutti i miei voleri.
23Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù.24Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele.25Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali.
26Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza.27Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato;28e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso.29Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro.30Ma Dio lo ha risuscitato dai morti31ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo.
32E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta,33poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:

'Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.'

34E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato:

'Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle
sicure.'

35Per questo anche in un altro luogo dice:

'Non permetterai che il tuo santo subisca la
corruzione.'

36Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione.37Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione.38Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati39e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè.40Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei Profeti:

41'Mirate, beffardi,
stupite e nascondetevi,
poiché un'opera io compio ai vostri giorni,
un'opera che non credereste, se vi fosse
raccontata'!".

42E, mentre uscivano, li pregavano di esporre ancora queste cose nel prossimo sabato.43Sciolta poi l'assemblea, molti Giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li esortavano a perseverare nella grazia di Dio.

44Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio.45Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando.46Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani.47Così infatti ci ha ordinato il Signore:

'Io ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della
terra'".

48Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna.49La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione.50Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li scacciarono dal loro territorio.51Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio,52mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.


Capitolo IX: Offrire noi stessi a Dio, con tutto quello che è in noi, pregando per tutti

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Parola del discepolo

1. Tue sono le cose, o Signore, quelle del cielo e quelle della terra: a te voglio, liberamente, offrire me stesso e restare tuo per sempre. O Signore, con cuore sincero, oggi io mi dono a te in perpetuo servizio, in obbedienza e in sacrificio di lode perenne. Accettami, insieme con questa offerta santa del tuo corpo prezioso, che io - alla presenza e con l'assistenza invisibile degli angeli - ora ti faccio, per la mia salvezza e per la salvezza di tutto il popolo, O Signore, sull'altare della tua espiazione offro a te tutti i miei peccati e le colpe da me commesse al cospetto tuo e dei tuoi santi angeli, dal giorno in cui fui capace di peccare fino ad oggi; affinché tutto tu accenda e consumi nel fuoco del tuo amore, cancellando ogni macchia dei miei peccati; affinché tu purifichi la mia coscienza da ogni colpa; affinché tu mi ridia la tua grazia, che ho perduta col peccato, tutto perdonando e misericordiosamente accogliendomi nel bacio della pace. Che posso io fare per i miei peccati, se non confessarli umilmente nel pianto e pregare senza posa per avere la tua intercessione? Ti scongiuro, dammi benevolo ascolto, mentre mi pongo dinanzi a te, o mio Dio. Grande disgusto io provo per tutti i miei peccati; non voglio più commetterne, anzi di essi mi dolgo e mi dorrò per tutta la vita, pronto a fare penitenza e, per quanto io possa, a pagare per essi. Rimetti, o Signore, rimetti i miei peccati, per il tuo santo nome: salva l'anima mia, che tu hai redenta con il tuo sangue prezioso. Ecco, io mi affido alla tua misericordia; mi metto nelle tue mani. Opera tu con me secondo la tua bontà, non secondo la mia perfidia e la mia iniquità.

2. Anche tutto quello che ho di buono, per quanto sia molto poco e imperfetto, lo offro a te, affinché tu lo perfezioni e lo santifichi; affinché ti sia gradito e tu voglia accettarlo, accrescendone il valore; affinché tu voglia portarmi - inoperoso e inutile piccolo uomo, qual sono - a un termine beato e glorioso. Offro parimenti a te tutti i buoni desideri delle persone devote e le necessità dei parenti e degli amici, dei fratelli e delle sorelle, di tutti i miei cari e di coloro che, per amor tuo, fecero del bene a me o ad altri; infine di tutte le persone - quelle ancora in vita e quelle che già hanno lasciato questo mondo - che da me desiderarono e chiesero preghiere e sante Messe, per loro e per tutti i loro cari. Che tutti sentano venire sopra di sé l'aiuto della tua grazia, l'abbondanza della consolazione, la protezione dai pericoli, la liberazione dalle pene! Che tutti, liberati da ogni male, ti rendano in letizia grazie solenni. Ancora, e in modo speciale, ti offro preghiere e sacrifici di espiazione per quelli che mi hanno fatto qualche torto, mi hanno cagionato dolore, mi hanno calunniato o recato danno, mi hanno messo in difficoltà; e anche per tutti quelli ai quali io ho dato talora motivo di tristezza e di turbamento, di dolore o di scandalo, con parole o con fatti, consciamente oppure no, affinché tu perdoni parimenti a tutti noi i nostri peccati e le offese vicendevoli. O Signore, strappa dai nostri cuori ogni sospetto, ogni sdegno, ogni collera, ogni contesa e tutto ciò che possa ferire la carità e affievolire l'amore fraterno. Abbi compassione, o Signore, di noi che imploriamo la tua misericordia; concedi la tua grazia a noi che ne abbiamo bisogno; fa che noi siamo fatti degni di godere della tua grazia e che possiamo avanzare verso la vita eterna.


DISCORSO 331 NEL NATALE DEI MARTIRI

Discorsi - Sant'Agostino

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Amare la vita e perderla s'intende in due modi.

1. 1. Con lo squillo di tromba trasmesso dal Vangelo, quando il Signore parlò: Chi ama la sua vita la perderà e chi l'avrà perduta per causa mia, la troverà 1, i martiri si sentivano infiammare al combattimento; e vinsero, non contando nelle proprie forze, ma nel Signore. Chi ama la sua vita la perderà. In due modi si può intendere la frase: Chi ama la sua vita la perderà. Se l'ami, la perdi. E in altro modo: Non amarla per non perderla. Il primo detto ha questo significato: Se ami, perdila. Dunque, se tu l'ami, se ami, perdila. Quaggiù la devi seminare per mieterla in cielo. Se non si priva del frumento per la semina, all'agricoltore non importa di riaverlo nella messe. L'altro detto suona così: Per non perderla, non devi amarla. Pare che quanti temono di morire abbiano assai a cuore la loro vita. Se in tal modo i martiri avessero amato la loro vita, l'avrebbero senz'altro perduta. Che vantaggio sarebbe stato, infatti, conservare la vita del tempo e perdere quella futura? Che avrebbe giovato conservare la propria vita sulla terra e perderla in cielo? E che valore ha conservarla? E fino a quando possederla? Quel che possiedi ti lascia: se a lasciare sei tu, lo ritrovi in te. Ecco, i martiri hanno conservato la loro vita. E come sarebbero martiri se l'avessero conservata sempre? Ammesso pure che l'avessero conservata, sarebbero forse vissuti fino ad oggi? Se, per aver negato Cristo, avessero conservato l'esistenza in questo mondo, una volta conclusa questa, non avrebbero indubbiamente perduta la vita?

2. 1. Ma, a causa della loro fedeltà a Cristo, passarono da questo mondo al Padre. Cercarono Cristo confessandolo, lo raggiunsero morendo. Evidentemente perdettero la vita con immenso guadagno; perdettero del fieno, si acquistarono una corona; con il possesso della vita eterna si procurarono, ripeto, una corona.

La causa non la pena fa il martire. Morendo per Cristo, previdente per sé non per Cristo.

2. 2. Infine si verifica, anzi si verificò in loro, ciò che il Signore ebbe poi a dire: E chi avrà perduto la propria vita a causa mia, la troverà 2. Chi avrà perduto, dice, a causa mia. Ecco la motivazione piena. Chi avrà perduto, non in qualsiasi modo, non per una ragione qualunque, ma per causa mia. Infatti i martiri gli avevano attestato in profezia: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno 3. Appunto per questo, non la pena ma la causa fa il martire.

3. 2. Quando il Signore si trovò nella passione, a differenziare le tre croci fu la causa. Il Crocifisso era in mezzo a due ladri. Egli al centro, da un lato e dall'altro erano crocifissi due malfattori. E, come se quel legno fosse stato un tribunale, egli condannò quello che ingiuriava e salvò l'altro che confessava. Quando si farà presente a giudicare, come affermerà la sua autorità, se ebbe un tale potere quando fu giudicato? Quanto alle croci, era dunque già discriminante il suo giudizio. Se infatti si interpella la condanna, Cristo era simile ai ladri, ma se qualcuno vuole interpellare la croce per quale causa Cristo venne crocifisso, ci risponde: A causa vostra. Pertanto, a loro volta i martiri dicano a lui: Anche noi siamo morti a causa tua. Egli per noi, altrettanto noi per lui. Egli per noi, ma al fine di apportarci un beneficio; noi per lui, ma, al contrario, senza partecipargli però beneficio alcuno. Di conseguenza, in entrambi i casi, è stata presa una determinazione favorevole a noi: è rivolto a noi il bene che ci deriva direttamente da lui e ritorna a noi quel che di bene si fa per lui. Egli è infatti colui del quale parla l'anima che si allieta nel Signore: Ho detto al mio Signore: il mio Dio sei tu che non hai bisogno dei miei beni 4. Che s'intende infatti per dei miei beni, se non "dei tuoi doni"? E come manca di qualche bene chi elargisce ogni bene?

Comuni ai giusti ed ingiusti i doni di Dio. Il bene esclusivo dei giusti.

4. 3. Ci ha dato una natura perché avessimo esistenza; ci ha dato un'anima perché avessimo vita; ci ha dato una mente perché fossimo capaci di intendere; ci ha dato alimenti a sostentamento della vita mortale; dal cielo ci ha fatto giungere la luce; dalla terra le sorgenti d'acqua. Ma tutte queste cose sono doni comuni a giusti ed ingiusti. Se ha dato anche agli ingiusti tutte queste cose, niente di esclusivo riserva ai giusti? Certo che lo riserva. E cos'è che riserva per i buoni? Quel che occhio non vide, né orecchio udì, né mai salì fino a cuore di uomo 5. Ciò che infatti salì nel cuore dell'uomo era più in basso del cuore dell'uomo: sale fino al cuore dell'uomo proprio perché il cuore si trova al di sopra di ciò che vi sale. A quanto riserva ai buoni, là sale il cuore. Questo, Dio ti riserva: non ciò che sale fino al tuo cuore, ma ciò che si trova dove il tuo cuore sale. Non sia, il tuo, l'udire del sordo: In alto il cuore. Dunque, quel che occhio non vide, né orecchio udì, né mai salì fino a cuore di uomo; occhio non vide, perché non è colore; orecchio non udì, perché non è suono; né mai salì fino al cuore, perché non consiste in una raffigurazione terrena. In tal modo intendete: Quel che occhio non vide, né orecchio udì, né mai salì fino a cuore di uomo, Dio ha preparato per coloro che lo amano 6.

Dio stesso sarà ricompensa dei giusti.

5. 4. Forse voi insistete a voler sapere da me di che cosa si tratti. Chiedetelo a colui che ha già posto in voi la sua dimora. Da parte mia, esprimo ugualmente il mio pensiero al riguardo. È questo che volete sapere: che cosa Dio riservi di esclusivo ai giusti, dal momento che tanti beni sono elargiti a giusti e ingiusti, indifferentemente. E poiché ho detto: Quel che occhio non vide, né orecchio udì, né mai salì in cuore di uomo, non mancano quelli che dicano: Sai tu in che consiste? Ecco in che consiste quello che Dio riserva per i soli buoni, che però lui ha reso buoni, ecco che cosa è. Quel che sarà il nostro premio è stato definito in breve dal Profeta: Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo 7. Io sarò il loro Dio; ha promesso se stesso quale nostro premio. Cerca, se troverai altro di meglio. Se io dicessi: Ha promesso oro, ne saresti pieno di gioia; ha promesso se stesso e sei rattristato? Se il ricco non possiede Dio, che mai possiede? Non chiedete a Dio altro che Dio. Siate umilmente oblativi nell'amore, desiderate da lui solo se stesso. Non temete povertà; ci dona se stesso ed è tutto per noi. Ci dia se stesso e siamo soddisfatti. Dal Vangelo, ascoltate l'apostolo Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta 8.

Gli avari sono i martiri dell'oro.

6. 5. Perché vi meravigliate, fratelli, se i martiri, quali amanti di Dio, pur di possedere Dio, tollerarono tanti mali? Considerate quanti ne soffrono quelli che amano l'oro. Viaggiando per mare, si pongono in balia dei gravi disagi dell'inverno: sono a tal punto infuocati dall'avarizia che non hanno timore di affrontare i geli; vengono sballottati dai venti, sollevati e sommersi dalle onde; indicibili i pericoli che li agitano fino al rischio della morte. Anch'essi provino a dire all'oro: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno 9. I martiri possono dire a Cristo: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno. L'espressione evidentemente è la stessa: la causa, però, è ben altra. Ecco, sia gli uni che gli altri, questi a Cristo, quelli all'oro dissero: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno. Cristo può rispondere ai suoi martiri: Se morirete per me, guadagnerete e voi e me. Al contrario, l'oro può rispondere agli avari: Se, a causa mia, farete naufragio, dovete perdere e voi e me. Celebriamo, perciò, nell'amore e nell'imitazione, la ricorrenza dei martiri; non per un'affezione superficiale, ma per amore e decisi ad imitarli; e vediamo di stemperare questi nostri fervori con la freschezza della gioia. Infatti regneremo insieme a loro per l'eternità, se l'affetto che abbiamo per loro non sarà vano, ma impegnativo.

 


1 - Mt 10, 39; Gv 12, 25.

2 - Mt 10, 39; Gv 12, 25.

3 - Sal 43, 22.

4 - Sal 15, 2.

5 - 1 Cor 2, 9.

6 - 1 Cor 2, 9.

7 - Lv 26, 12; 2 Cor 6, 16.

8 - Gv 14, 8.

9 - Sal 43, 22.


Capitolo XVI: Qualità del frutto del seno verginale di Maria.

Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia

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Benedetto il frutto del seno tuo. Si è dimostrato sopra come Maria per la purissima innocenza della vita meritamente sia salutata con l’Ave, come per 1' abbondantissima affluenza della grazia meritamente sia chiamata piena di grazia, come per la familiarissima presenza di Dio a lei fosse soggiunto che il Signore sarebbe stato con lei, e come per la degnissima riverenza della sua persona giustamente fosse annunziata come la benedetta fra le donne; resta ora da dimostrare come per I' utilissima eccellenza della sua prole meritamente si proclami benedetto il frutto del suo seno. Benedetto dunque il frutto del tuo seno, o benedetta madre del Figlio di Dio! Questo è quel frutto, di cui il Profeta dice (Psalm. 84, 13) Il Signore sarà benigno, e la terra nostra darà il suo frutto. E spiegando questa espressione, Beda dice (Homil, in solem. Deip. Salut. ante medium): "II Signore fu benigno, perché coll’ingresso del suo Unigenito nel seno verginale, la grazia consacrò Maria tempio dello Spirito Santo.
E la terra nostra darà il suo frutto, perché la stessa Vergine, che ebbe dalla terra il corpo, generò il Figlio coeguale sì a Dio Padre per la divinità, ma a lei medesima consustanziale per la verità della carne ". Dobbiamo poi considerare che questo frutto è un frutto generosissimo, un frutto deliziosissimo, un frutto virtuosissimo, un frutto abbondantissimo. Un frutto, dico, sublimissimo per generosità, desiderabilissimo per deliziosità, utilissimo per virtù, universalissimo per abbondanza.
In 1° luogo consideriamo, o carissimi, come il frutto del seno verginale sia generosissimo, È generoso perché proviene da un seno regale ; ancor più generoso perché proviene da un seno verginale, generosissimo perché proviene da un seno paterno, dal seno, dico, dell’Eterno Padre. Dico che questo frutto, o carissimi, è generoso perché proviene da un seno regale, dal seno cioè del re David, come a lui aveva promesso il Signore dicendo nel Salmo (Sal 131, 11): "Porrò nel tuo trono un re, frutto del tuo seno. E 1'Apostolo attesta l'avveramento di questa profezia dicendo nel 1° capo ai Romani: Il quale fu fatto dal seme di David secondo la carne. E certamente questo frutto è generoso e nobile non solo per il re David, ma anche per tutti quei re suoi progenitori per la cui propagazione, secondo la genealogia descritta da Matteo, venne nel mondo, giusta il detto del 18° capo della Sapienza: Dai seggi regali egli venne.
Similmente, o carissimi, questo frutto, sebbene, sia generoso per il seno regale, pure è più generoso per il seno verginale di cui dicesi : Benedetto il frutto del tuo seno, del seno cioè che mantenne, secondo ciò che è raffigurato per la verga di Aaron (Serm. 1 in Circ. Dom. n. 2), il fiore della verginità insieme col frutto della fecondità. Perciò ben dice S. Bernardo : " Nasce Cristo da una donna, alla quale tuttavia è concesso il frutto della fecondità in modo da non farle perdere il fiore della verginità ". — Questa nobiltà del frutto verginale come è più meravigliosa della prima, così ne è anche più eccellente, di quello che non sia il cielo più della terra. O veramente meravigliosa ed inaudita nobiltà, o veramente nobile nascita da una vergine ! " La nobiltà, dice Agostino (Serm. 200. n. 2), del nascente fu nella verginità della partoriente, e la nobiltà della partoriente fu nella divinità del nascente ". — Similmente, o carissimi, questo frutto, sebbene sia generoso per il seno regale, e più generoso per il seno verginale, pure è generosissimo per il seno paterno ; onde di questo frutto può ripetersi il detto del capo 14° di Osea : Da me ha origine il tuo frutto. Dica dunque Iddio Padre a Maria, dica all’anima fedele, dica alla Chiesa : Da me ha origine il tuo frutto, o Maria, eletta a produrre tal frutto ; il frutto tuo, o anima., chiamata ad amarlo ; il frutto tuo, o Chiesa, adunata a raccoglierlo. Tuo, soggiungo, tuo di certo, corporalmente per la Datura assunta, tuo spiritualmente per la grazia, tuo sacramentalmente per l’Eucarestia, tuo eternamente per la gloria. Per me tuttavia egli è tuo, perché dal mio seno fu generato, com'è scritto nel salmo (Psalm. 109. 3) : Dal seno, prima del giorno ti ho generato. O eccessivamente mirabile e veneranda nobiltà ! che frutto del seno materno è il Figlio stesso del seno eterno e la Sapienza del cuore paterno, come anche S. Bernardo, scrivendo di questo frutto, dice (Homil. 3 super Missus. n. 8): “Tu, o Maria, sarai madre di colui, di cui il Padre è Dio ; il Figlio dell'amore paterno sarà la corona della tua castità ; la Sapienza del cuore paterno sarà il frutto del seno verginale ". Questa nobiltà dunque di tal generosissimo frutto precede la prima e la seconda per la sua dignità infinitamente ed eccede per la sua sublimità ogni intelletto umano ed angelico. Perciò ben dicesi di questo frutto nel 4° capo di Isaia : II germe del Signore sarà in magnificenza e gloria, e il frutto della terra sublime ; in magnificenza per la generosità regale, in gloria per la generosità verginale, sublime per la generosità eterna ossia paterna.
In 2° luogo, o carissimi, consideriamo come il frutto del seno verginale sia deliziosissimo. E’ delizioso per odore, più delizioso per decoro, deliziosissimo per sapore. E noi ne gustiamo il decoro con la fede, l’odore con la speranza, il sapore con la carità. — Dico, o carissimi, che il frutto di Maria è delizioso per il soave odore ; onde di questo può ben dire la sua Madre nel 24° capo dell’Ecclesiastico : Io come vite ho dato un frutto di soave odore. Il frutto della vite è la prole della Vergine : cosa pure veramente meravigliosa e meravigliosamente vera, come attesta S. Agostino che di questo frutto cosi dice (Serm. 119. Append. n. 2) : " Il Creatore di tutti nasce procreato da una creatura, dal suo rigagnolo sgorga il grande fonte, la radice di tutti nasce dal suo virgulto, e la vera vite diviene frutto del proprio tralcio ". Il frutto della vite diviene vino e l’odore del vino è dilettevole ; così l'odore degli esempi di Cristo, l’odore delle consolazioni di Cristo, l'odore delle promesse di Cristo è oltre modo dilettevole ad un'anima sitibonda di Cristo ; e perciò come l'odore del vino attira chi ha sete, così l’odore di Cristo attira chi corre dietro di lui e chi dice col 1° della Cantica : Traimi dietro di te, correremo dietro 1' odore dei tuoi unguenti. Il fatto dunque che noi miseri, oihmè ! non corriamo, ma appena strisciamo denota che poco ohimè gustiamo l’odore di questo frutto. Oh ! se avessimo l'odorato di Isacco, che pregustò così da lontano l’odore di questo frutto, come attesta S. Bernardo che dice (Homil. 3 auper missus. n. 6) : " Di questo odoroso frutto sentiva la fragranza colui che diceva : Ecco l'odore del figlio mio, come l’odore di un campo pieno, cui benedì il Signore ! ".
Similmente, o carissimi, questo frutto non solo è delizioso per odore, ma è anche più delizioso per l’aspetto e il decoro ; di questo nota quel che è detto nel 23° del Levitico ; E gusterete nel primo giorno il frutto di una pianta bellissima. " II primo giorno ” è la fede che illumina l’anima ; e proprio con la fede dobbiamo gustare il frutto della pianta bellissima ; la pianta bellissima è Maria, bella nelle fronde della bocca, pia bella nei fiori del cuore, e bellissima nel bellissimo frutto del seno, del quale S. Bernardo così inferisce (Homil. super Missus. n. 6) : " Se, dice, quel frutto di morte non solo fu soave a mangiarsi ma anche, testimonio la Scrittura (Gen. 36), dilettevole all’aspetto, quanto più dobbiamo cercare il vivificante decoro di questa frutto vitale che pure gli angeli desiderano vedere (1 Petri 1. 12) ? ” II bel frutto è proprio Cristo che è di grazioso aspetto più di tutti i figli degli uomini. Se poi vogliamo meglio conoscere la bellezza di questo frutto, ricorriamo alla stessa pianta bellissima, cerchiamo la medesima sua bellissima madre e diciamo col 5° capo della Cantica : Qual è il tuo diletto fra i diletti, o bellissima fra le donne ? Ed ecco, ella subito rispondendo soggiunge : Il mio diletto candido e roseo, scelto fra mille ; egli il candore della luce eterna (Sap. 7. 26) ; candido di certo per la divinità, roseo per l'umanità ; candido anche per i costumi, roseo per la passione. Ecco, che bel frutto! Per questo ben dice Agostino (Serm. 128. Append. n. 5): " Bello io cielo, bello in terra, bello nel Padre come Verbo, bello nella madre come uomo e come Verbo ". Inoltre questa bellissima pianta. Maria, non solo ha un bellissimo frutto del seno, ma anche bellissimi frutti della mente; dei quali scrivendo ai Galati al capo 5° l'Apostolo dice : Il frutto dello spirito è carità, gioia, pace, pazienza, benignità, bontà, longanimità, mansuetudine, fede, modestia, continenza, castità.
Similmente, o carissimi, questo frutto non solo è delizioso per F odore e più delizioso per il decoro, ma è anche deliziosissimo per il sapore. Ciò che bene esperimento quella santa anima che nel 2° della Cantica dice : " Mi assisi sotto l'ombra di colui che io desideravo, e il suo frutto dolce al mio palato. Che meraviglia che questo frutto sia tanto dolce se è tanto alto ? Dice infatti S. Bernardo: "Il frutto quanto è più alto tanto è più dolce ". Dunque tu solo dolcissimo perché tu solo altissimo. Ma come può essere altissimo quel frutto, la cui pianta è cortissima ? La pianta di questo frutto Maria è altissima insieme e cortissima ; altissima per dignità, cortissima per umiltà ; altissima agli occhi di Dio, cortissima ai suoi propri occhi; la quale sebbene sia breve in tal modo, pure il suo frutto è molto dolce. Onde nel capo 11° dell’Ecclesiastico dicesi : L'Ape è la più piccola fra i volatili, e il suo frutto ha il principio della dolcezza. Così dunque il frutto del seno di Maria è deliziosissimo all’odore, alla vista e al gusto; e perciò giustamente benedetto come pure S. Bernardo attesta dicendo (Homìl. 3 super Missus. n. 6) ; " Benedetto il frutto del tuo seno : benedetto per 1' odore, benedetto per il sapore, benedetto per la specie ".
In 3° luogo, o carissimi, consideriamo come il frutto del seno verginale sia virtuosissimo. In realtà è virtuoso per la salvazione degli infelici, per la moltiplicazione di quelli che devono salvarsi, e per la conservazione dei moltiplicati. — È dunque, o carissimi, virtuoso questo benedetto frutto cioè atto a salvare ossia alla salute; per questo viene detto anche frutto della salute ; onde nel capo 1° dell'Ecclesiastico : Corona della sapienza è il timore del Signore, apportatore della pace e del frutto della salute. Che meraviglia che dica della pace e del frutto? Frutto della nostra salute e pace nostra è colui che fa dei due una sola cosa (Eph. 2, 14) Gesù Cristo. E di certo il timore del Signore ci ricolmò di questo frutto e di questa pace, testimoniandolo Isaia che dice (lsai. 11, 3): E lo ricolmò lo spirito del timore del Signore. Bene poi. dicesi frutto di salute, senza del quale non v'è per noi alcuna salute, giusta il detto del 4° degli Atti: Non v'è in alcun altro salute. Ed Anselmo (Orat. 52 post medium): " Non v'è, dice, salute, se non in quello che tu, o Vergine, partoristi ". Tu dunque, o Maria, sei veramente l’albero della salute, che apportasti al mondo il frutto della salute ! come S. Bernardo esclamando dice (Serm. 2 de advent. Dom. 4): " O veramente pianta celeste! più preziosa di tutte, più santa di ognuna. O veramente legno di vita che solo fu degno portare il frutto della salute! " Ma ohimè! Molti cambiano per loro questo frutto di salute in frutto di morte e di un frutto tanto mellifluo si fanno un assenzio eterno, come dicesi nel 6° di Amos : Avete cambiato in amarezza il giudizio e il frutto della giustizia in assenzio. — Similmente, o carissimi, questo frutto è molto virtuoso non solo per virtù salvativa, ma anche per virtù moltiplicativa ; onde bene possiamo ripetere ciò che è scritto (Psalm. 4. 8) : Dal frutto del frumento, del vino e dell'olio di lui furono moltiplicati, e riferire il frumento al Corpo di Cristo, l’olio all’anima di lui e il vino alla sua divinità. E il frutto del frumento possiamo riferirlo al Sacramento del Corpo di Cristo, il frutto del vino al Sacramento del suo Sangue, e il frutto dell'olio al balsamo dello Spirito di lui. Da questo frutto dunque si sono moltiplicati i figli nella Chiesa e la Chiesa si è moltiplicata nei figli. Poiché tutti i figli del seno della Chiesa sono eredità, mercede, frutto del seno di Maria, come dicesi nel Salmo (Palm. 126. 3) : Ecco, l’eredità del Signore, figli, mercede, frutti del seno. Anche di questo S. Girolamo dice (Breviar. in Psalm. Psalm. 126): "Il Signore stesso nato dalla Vergine si fece frutto del seno, la cui umanità assunta ebbe questa mercede che cioè le genti divenute suoi figli siano suo retaggio ". - Similmente, o carissimi, questo frutto benedetto non solo è virtuoso per virtù salvativa, non solo è più virtuoso per virtù moltiplicativa, ma è anche virtuosissimo per virtù consecrativa ; onde di tal frutto possiamo ripetere il detto dell'11° capo dei Proverbi: Frutto del giusto il legno della vita. Come infatti il legno della vita, che era nel mezzo del Paradiso terrestre aveva la virtù di conservare la vita della natura, così di certo il frutto del seno di Maria che è il legno e il frutto della vita, conserva nel mezzo del Paradiso della Chiesa la vita della grazia, e nel mezzo del Paradiso della celeste patria la vita della gloria. Conserva la vita della grazia dalla corruzione della colpa, la vita della gloria dalla corruzione di ogni miseria, talché ritroviamo nel frutto di Maria ciò che avevamo perduto nel frutto di Adamo e di Eva, come giustamente notò Beda dicendo (Homit. Solenn. Deip. salut) : " Benedetto il frutto di quel seno per il quale ritrovammo il seme dell'incorruzione e della celeste eredità che perdemmo in Adamo ". Così dunque il frutto benedetto di Maria è virtuosissimo, dandoci spiritualmente la salvezza, moltiplicando universalmente quelli da Salvare, e conservando gli stessi eternamente.
In 4° luogo, o carissimi, consideriamo come il fratto del seno verginale sia abbondantissimo. In verità è tanto abbondantissimo che può refocillare pienamente l'anima, può esser sufficiente per tutti e mai può mancare ; per la prima cosa è abbondante, per la seconda più abbondante, per la terza abbondantissimo. — Dico, o carissimi, che questo frutto è tanto abbondante che può fino alla sazietà ricreare 1' anima razionale che il mondo intero e ogni creatura non può saziare ; onde sta scritto (Psalm. 103. 13) : Dal frutto delle tue opere sarà saziata la terra. Il frutto del seno di Maria è frutto delle opere tue, o Signore, sì, tue, e non degli uomini, né dei mortali, ma tue. Tua opera, o Signore, è la preparazione di tanta Vergine, tua opera è la missione di Gabriele, tua opera è l’adombramento dello Spirito Santo, tua opera è l’unione del Verbo e dell'uomo. Di tali tue opere, o Signore è questo il frutto, perché da tali opere, come da veri fiori è maturato questo frutto ; onde anche in Nazaret, che si interpreta fiore (Hieron. De nom. Hebreor. [Matth.]) giustamente apparvero questi fiori. Dice infatti S. Bernardo (Homil. 1 super Misaus. n. 3) : " In Nazaret si annunzia che nascerà Cristo, perché nel fiore si spera il frutto maturo ". La terra che viene saziata da questo frutto, è l’anima umana che a somiglianza della terra è sempre generativa sia di utili sia di inutili erbe, cioè di pensieri e di desideri. Questa terra, dico, viene saziata dal frutto di Maria, com'è scritto : Sarò saziato quando apparirà la mia gloria (Psalm. 16. 15). Che meraviglia che in gloria vengano saziati coloro che godono di questo frutto, quando anche nella miseria da questo stesso frutto vengono saziati i credenti? Onde Cassiadoro esclamando dice (Potius Fulgent. de Fide ad Petr. c. 17) : " O frutto meraviglioso questo che ha saziato con una fede dolcissima il genere umano! Talché non gustarne è peccato ". Vedi dunque quanto è abbondante questo frutto che può saziare 1'anima che non può l'intero mondo saziare. — Similmente, o carissimi, questo frutto benedetto non solo è talmente abbondante da pienamente ricreare l'anima insaziabile, ma è anche tanto abbondante che può pienamente bastare ali4 universalità delle anime da saziare. Poiché questo è il frutto di quella pianta gloriosa di cui dicesi nel 4° di Daniele : Il suo frutto eccessivo, cibo per tutti in quello ; sì per tutti coloro che vivono nel Signore, e dormono e risorgono, come bellamente è notato nel 25° del Levitico, ove dicesi : " Darò a voi la mia benedizione nel sesto anno e farà il frutto di tre anni. L’anno sesto è figura della sesta età, il settimo della settima, l’ottavo dell'ottava. Questo sesto anno è l’anno della pienezza, giusto il detto del 4° capo ai Galati : Ma quando venne la pienezza del tempo, mandò Iddio il suo Figlio ecc. Proprio quest'anno produsse il frutto, il Figlio di Dio, frutto tanto abbondante che per questo abbiamo nell'anno sesto il frutto delle anime viventi, nell'anno settimo il frutto delle dormienti, nell'anno ottavo delle resurgenti ; tutti il frutto della propria anima. Questo frutto dunque è sufficiente all'università delle anime perché è il Signore sufficiente all’università delle creature. Questo inoltre è il frutto del seno di Maria, secondo l’affermazione di Agostino che dice (Serm. 128. Append) : " Questa vergine fu prevenuta da una grazia singolare e ripiena, affinché potesse avere per frutto del suo seno, quello stesso che l'università del creato ha per suo Signore ".
Similmente, o carissimi, questo frutto nostro benedetto non solo è tanto abbondante che può ricreare fino alla sazietà l'anima insaziabile, non solo è più abbondante perché è sufficiente a tutte le anime, ma è pure tanto abbondantissimo che mai può mancare di saziare le anime e gli angeli, giusta il detto del 47° d'Ezechiele: Non mancherà il frutto di lui. O Abbondanza infinita, o abbondanza ignara di difetto ! Certamente non può in eterno venire meno l’abbondanza di questo frutto, essendo abbondantissimamente benedetto per l’eternità. Dice infatti S. Bernardo (Homil. 3 super Missus. n. 7) ; " Benedetto il frutto del tuo seno, benedetto in eterno ". Così dunque questo benedetto frutto è abbondante perché ricrea a sazietà, più abbondante perché è sufficiente a saziare tutti, abbondantissimo perché non viene meno in eterno a chi ne gusta.
Tu vedi dunque, o lettore, tu vedi, o tu che ascolti, quanto il frutto benedetto del seno di Maria sia generosissimo, quanto deliziosissimo, quanto virtuosissimo, quanto abbondantissimo. Tu vedi, dico, come sia generoso per il seno regale, più generoso per il seno verginale, generosissimo per il seno paterno. Tu vedi anche come sia delizioso all’odore, alla vista, al sapore. Vedi inoltre come sia pieno di efficacia a curare, più efficace a moltiplicare, efficacissimo a conservare. Vedi anche come sia abbondante per la sazietà più abbondante per l’universalità, abbondantissimo per l'eternità. Queste dodici condizioni di tal frutto possono venire raffigurate per quei dodici frutti dei quali nel 22° capo dell'Apocalisse si dice che l'Angelo manifestò a Giovanni il legno della vita che portava dodici frutti. E poiché questo frutto, frutto di vita, legno di vita, viene prodotto per la vita di tutti gli uomini, giustamente ogni uomo è indotto a lodarne l’autore, come sta scritto (Psalm. 66. 6 et segg) : Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino tutti i popoli ; la terra donò loro il suo frutto. Orsù dunque, o Madre benedetta di questo benedetto frutto ! fa che godiamo di questo frutto in eterno. Per il medesimo frutto, Signor nostro. — Cosi sia. —


14-22 Aprile 13, 1922 L’anima che vive nel Voler Divino vive nel seno della Santissima Trinità.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Stavo continuando le mie solite preghiere, ed il mio sempre amabile Gesù, sorprendendomi da dietro le spalle, mi ha chiamato per nome, dicendomi:

(2) “Luisa, figlia del mio Volere, vuoi tu vivere sempre nel mio Volere?”

(3) Ed io: “Sì, oh! Gesù”.

(4) E Lui: “Ma è proprio vero che vuoi vivere nella mia Volontà?”

(5) Ed io: “Proprio vero amor mio, né saprei, né mi adatterei di vivere di un’altra volontà”.

(6) E di nuovo Gesù: “Ma fermamente lo dici?”

(7) Or, vedendomi confusa e quasi temendo ho soggiunto: “Vita mia, Gesù, Tu mi fai temere con queste domande, spiegatevi meglio. Fermamente lo dico, ma sempre aiutata da Te e nella forza della tua volontà, che coinvolgendomi tutta, non potrei farne a meno di vivere nel tuo volere”.

(8) E Lui, dando un sospiro di sollievo ha ripetuto: “Come ne sono contento della tua triplice affermazione, non temere, non sono altro che rassicurazioni, riaffermazioni e confermazioni, come suggellare in te il triplice suggello del Volere delle Tre Divine Persone. Tu devi sapere che chi vive nella mia Volontà deve elevarsi in alto, ma tanto in alto, da vivere nel seno della Trinità Sacrosanta, la tua vita e la nostra dev’essere una sola, quindi è necessario, è decoroso che sappi dove stai, con chi stai, e di uniformarti in tutto in ciò che facciamo Noi, e che non forzata, ma volentieri, con amore e con piena conoscenza viva nel nostro seno. Ora, sai tu qual è la nostra Vita Divina? Noi ci divertiamo molto nel far uscire da Noi nuove immagini di Noi stessi, stiamo in atto continuo di formare immagini nostre, tanto che Cielo e terra sono riempiti delle nostre immagini, le ombre di queste scorrono ovunque: Immagine nostra è il sole, e la sua luce è l’ombra della nostra che adombra tutta la terra. Immagine nostra è il cielo, che si estende ovunque e che porta l’ombra della nostra immensità. Immagine nostra è l’uomo, che porta in sé la nostra potenza, sapienza ed amore, sicché Noi non facciamo altro che produrre continue nostre immagini che ci somigliano. Ora, chi deve vivere nel nostro Volere, vivendo nel nostro seno deve insieme con Noi formare tant’altre copie di Noi stessi, dev’essere insieme con Noi nel nostro lavoro, deve far uscire da sé copie ed ombre nostre, riempiendone tutta la terra ed il Cielo. Ora, nel creare il primo uomo, lo formammo con le nostre mani, ed alitandolo gli demmo la vita; avendo fatto il primo, tutti gli altri hanno origine e sono copie del primo, la nostra potenza scorrendo in tutte le generazioni ne ripete le copie. Ora, costituendote figlia primogenita del nostro Volere, è necessario che viva con Noi per formare la prima copia dell’anima che vive nel nostro Volere, in modo che, come viva in Noi, così riceva l’attitudine nostra ed impari con la nostra potenza, ad operare a modo nostro, e quando avremmo fatto di te la prima copia dell’anima che vive nel nostro Volere, ne verranno le altre copie.

(9) La via del nostro Volere è lunghissima, abbraccia l’eternità e mentre pare che ne abbia navigata la via, resta molto da fare e da ricevere da Noi per imparare i nostri modi e formare la prima copia dell’anima che vive nel nostro Volere. E’ l’opera più grande che dobbiamo fare, perciò molto dobbiamo darti e molto conviene disporti per farti ricevere. Ecco le mie ripetute domande, è per disporti, per allargarti ed elevarti per compiere i miei disegni. Mi sta tanto a cuore, che lascerei tutto da parte per raggiungere il mio scopo, perciò sii attenta e fedele”.