Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

Qualche giorno fa ho celebrato Messa nella nostra RSA. Tanti anziani, alcuni coi volti sofferenti e deturpati, ma coi occhi scintillanti: "Sembrano un mucchio di specchi rotti. A che cosa potrebbero mai servire?" - mi chiedevo. Però in primo piano non ci sono quei volti sfigurati, ma la loro dignità  e la loro anima. Un mucchio di specchi rotti, anche se non possono più riflettere l'immagine intera, riescono ad avere ancora un senso: investono di una piccola luce gli angoli bui delle nostre esistenze. Dopo la Messa, uno di loro, Loreto, mi ha regalato un acrostico poetico e uno scritto lungo ma indecifrabile. Lo so, caro Loreto, con il tuo male sei poco affidabile, ma non sei un ferrovecchio da buttare bensì una persona da amare e da rispettare. Anche se rotto in mille pezzi, tu ci sei e ti rispecchi nei miei pensieri e nelle mie preghiere. (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Martedi della 27° settimana del tempo ordinario (Beata Vergine Maria del Rosario)

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 8

1Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi.2Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.3Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo,4gli dicono: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?".6Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.7E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".8E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.9Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.10Alzatosi allora Gesù le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?".11Ed essa rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù le disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più".

12Di nuovo Gesù parlò loro: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita".

13Gli dissero allora i farisei: "Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera".14Gesù rispose: "Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado.15Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.16E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato.17Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera:18orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza".19Gli dissero allora: "Dov'è tuo padre?". Rispose Gesù: "Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio".20Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.
21Di nuovo Gesù disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire".22Dicevano allora i Giudei: "Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?".23E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.24Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati".25Gli dissero allora: "Tu chi sei?". Gesù disse loro: "Proprio ciò che vi dico.26Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui".27Non capirono che egli parlava loro del Padre.28Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.29Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite".30A queste sue parole, molti credettero in lui.

31Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli;32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".33Gli risposero: "Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?".34Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.35Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre;36se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.37So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi.38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!".39Gli risposero: "Il nostro padre è Abramo". Rispose Gesù: "Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!40Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.41Voi fate le opere del padre vostro". Gli risposero: "Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!".42Disse loro Gesù: "Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.43Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole,44voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità.46Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio".
48Gli risposero i Giudei: "Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?".49Rispose Gesù: "Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate.50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica.51In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte".52Gli dissero i Giudei: "Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte".53Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?".54Rispose Gesù: "Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!",55e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.56Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò".57Gli dissero allora i Giudei: "Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?".58Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono".59Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.


Neemia 7

1Quando le mura furono riedificate e io ebbi messo a posto le porte e i portinai, i cantori e i leviti furono stabiliti nei loro uffici,2diedi il governo di Gerusalemme a Canàni mio fratello e ad Anania comandante della cittadella, perché era un uomo fedele e temeva Dio più di tanti altri.3Ordinai loro: "Le porte di Gerusalemme non si aprano finché il sole non comincia a scaldare e si chiudano e si sbarrino le porte mentre i cittadini sono ancora in piedi; si stabiliscano delle guardie prese fra gli abitanti di Gerusalemme, ognuno al suo turno e ognuno davanti alla propria casa".
4La città era spaziosa e grande; ma dentro vi era poca gente e non si costruivano case.5Il mio Dio mi ispirò di radunare i notabili, i magistrati e il popolo, per farne il censimento.

Trovai il registro genealogico di quelli che erano tornati dall'esilio la prima volta e vi trovai scritto quanto segue:
6Questi sono gli abitanti della provincia che sono tornati dall'esilio: quelli che Nabucodònosor re di Babilonia aveva deportati e che erano tornati in Gerusalemme e in Giudea, ognuno nella sua città.7Essi erano tornati con Zorobabele, Giosuè, Neemia, Azaria, Raamia, Nahamani, Mardocheo, Bilsan, Mispèret, Bigvai, Necum e Baana.
Computo degli uomini del popolo d'Israele:
8Figli di Pareos: duemilacentosettantadue.
9Figli di Sefatia: trecentosettantadue.
10Figli di Arach: seicentocinquantadue.
11Figli di Paat-Moab, cioè i figli di Giosuè e di Ioab: duemilaottocentodiciotto.
12Figli di Elam: milleduecentocinquantaquattro.
13Figli di Zattu: ottocentoquarantacinque.
14Figli di Zaccai: settecentosessanta.
15Figli di Binnui: seicentoquarantotto.
16Figli di Bebai: seicentoventotto.
17Figli di Azgad: duemilatrecentoventidue.
18Figli di Adonikam: seicentosessantasette.
19Figli di Bigvai: duemilasessantasette.
20Figli di Adin: seicentocinquantacinque.
21Figli di Ater, cioè di Ezechia: novantotto.
22Figli di Casum: trecentoventotto.
23Figli di Bezai: trecentoventiquattro.
24Figli di Carif: centododici.
25Figli di Gàbaon: novantacinque.
26Uomini di Betlemme e di Netofa: centottantotto.
27Uomini di Anatòt: centoventotto.
28Uomini di Bet-Azmàvet: quarantadue.
29Uomini di Kiriat-Iearìm, di Chefira e di Beeròt: settecentoquarantatré.
30Uomini di Rama e di Gheba: seicentoventuno.
31Uomini di Micmas: centoventidue.
32Uomini di Betel e di Ai: centoventitré.
33Uomini di un altro Nebo: cinquantadue.
34Figli di un altro Elam: milleduecentocinquantaquattro.
35Figli di Carim: trecentoventi.
36Figli di Gèrico: trecentoquarantacinque.
37Figli di Lod, di Cadid e di Ono: settecentoventuno.
38Figli di Senaà: tremilanovecentotrenta.
39I sacerdoti: figli di Iedaia della casa di Giosuè: novecentosessantatré.
40Figli di Immer: millecinquantadue.
41Figli di Pascur: milleduecentoquarantasette.
42Figli di Carim: millediciassette.
43I leviti: figli di Giosuè, cioè di Kadmiel, di Binnui e di Odevà: settantaquattro.
44I cantori: figli di Asaf: centoquarantotto.
45I portieri: figli di Ater, figli di Talmon, figli di Akkub, figli di Catità, figli di Sobai: centotrentotto.
46Gli oblati: figli di Zica, figli di Casufa,
figli di Tabbaot,47figli di Keros,
figli di Sia, figli di Padon,
48figli di Lebana, figli di Agabà,
figli di Salmai,49figli di Canan,
figli di Ghiddel, figli di Gacar,
50figli di Reaia, figli di Rezin,
figli di Nekoda,51figli di Gazzam,
figli di Uzza, figli di Pasèach,
52figli di Besai, figli dei Meunim, figli dei Nefisesim,
53figli di Bakbuk, figli di Cakufa.
figli di Carcur,54figli di Baslit,
figli di Mechida, figli di Carsa,
55figli di Barkos, figli di Sisara,
figli di Temach,56figli di Neziach,
figli di Catifa.
57Discendenti dei servi di Salomone: figli di Sotai, figli di Sofèret, figli di Perida,58figli di Iaala, figli di Darkon, figli di Ghiddel,59figli di Sefatia, figli di Cattil, figli di Pochéret-Azzebàim, figli di Amòn.
60Totale degli oblati e dei discendenti dei servi di Salomone: trecentonovantadue.
61Ecco quelli che tornarono da Tel-Melach, da Tel-Carsa, da Cherub-Addòn e da Immer e che non avevano potuto stabilire il loro casato per dimostrare che erano della stirpe di Israele:62figli di Delaia, figli di Tobia, figli di Nekoda: seicentoquarantadue.
63Tra i sacerdoti: figli di Cobaia, figli di Akkos, figli di Barzillài, il quale aveva sposato una delle figlie di Barzillài il Galaadita e fu chiamato con il loro nome.64Questi cercarono il loro registro genealogico, ma non lo trovarono e furono quindi esclusi dal sacerdozio;65il governatore ordinò loro di non mangiare cose santissime finché non si presentasse un sacerdote con 'Urim' e 'Tummim'.
66La comunità nel suo totale era di quarantaduemilatrecentosessanta persone,67oltre ai loro schiavi e alle loro schiave in numero di settemilatrecentotrentasette. Avevano anche duecentoquarantacinque cantori e cantanti.68Avevano settecentotrentasei cavalli, duecentoquarantacinque muli,69quattrocentotrentacinque cammelli, seimilasettecentoventi asini.70Alcuni dei capifamiglia offrirono doni per la fabbrica. Il governatore diede al tesoro mille dracme d'oro, cinquanta coppe, cinquecentotrenta vesti sacerdotali.71Alcuni capifamiglia diedero al tesoro della fabbrica ventimila dracme d'oro e duemiladuecento mine d'argento.72Il resto del popolo diede ventimila dracme d'oro, duemila mine d'argento e sessantanove vesti sacerdotali.73aI sacerdoti, i leviti, i portieri, i cantori, alcuni del popolo, gli oblati e tutti gli Israeliti si stabilirono nelle loro città.
73bCome giunse il settimo mese, gli Israeliti erano nelle loro città.


Cantico 1

1Cantico dei cantici, che è di Salomone.

2Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
3Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
profumo olezzante è il tuo nome,
per questo le giovinette ti amano.
4Attirami dietro a te, corriamo!
M'introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
A ragione ti amano!

5Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar,
come i padiglioni di Salma.
6Non state a guardare che sono bruna,
poiché mi ha abbronzato il sole.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l'ho custodita.
7Dimmi, o amore dell'anima mia,
dove vai a pascolare il gregge,
dove lo fai riposare al meriggio,
perché io non sia come vagabonda
dietro i greggi dei tuoi compagni.

8Se non lo sai, o bellissima tra le donne,
segui le orme del gregge
e mena a pascolare le tue caprette
presso le dimore dei pastori.

9Alla cavalla del cocchio del faraone
io ti assomiglio, amica mia.
10Belle sono le tue guance fra i pendenti,
il tuo collo fra i vezzi di perle.
11Faremo per te pendenti d'oro,
con grani d'argento.

12Mentre il re è nel suo recinto,
il mio nardo spande il suo profumo.
13Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra,
riposa sul mio petto.
14Il mio diletto è per me un grappolo di cipro
nelle vigne di Engàddi.
15Come sei bella, amica mia, come sei bella!
I tuoi occhi sono colombe.
16Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!
Anche il nostro letto è verdeggiante.
17Le travi della nostra casa sono i cedri,
nostro soffitto sono i cipressi.


Salmi 68

1'Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Canto.'

2Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
3Come si disperde il fumo, tu li disperdi;
come fonde la cera di fronte al fuoco,
periscano gli empi davanti a Dio.
4I giusti invece si rallegrino,
esultino davanti a Dio
e cantino di gioia.

5Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
spianate la strada a chi cavalca le nubi:
"Signore" è il suo nome,
gioite davanti a lui.
6Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
7Ai derelitti Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri;
solo i ribelli abbandona in arida terra.
8Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo,
quando camminavi per il deserto,
9la terra tremò, stillarono i cieli
davanti al Dio del Sinai,
davanti a Dio, il Dio di Israele.
10Pioggia abbondante riversavi, o Dio,
rinvigorivi la tua eredità esausta.
11E il tuo popolo abitò il paese
che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero.

12Il Signore annunzia una notizia,
le messaggere di vittoria sono grande schiera:
13"Fuggono i re, fuggono gli eserciti,
anche le donne si dividono il bottino.
14Mentre voi dormite tra gli ovili,
splendono d'argento le ali della colomba,
le sue piume di riflessi d'oro".
15Quando disperdeva i re l'Onnipotente,
nevicava sullo Zalmon.
16Monte di Dio, il monte di Basan,
monte dalle alte cime, il monte di Basan.

17Perché invidiate, o monti dalle alte cime,
il monte che Dio ha scelto a sua dimora?
Il Signore lo abiterà per sempre.
18I carri di Dio sono migliaia e migliaia:
il Signore viene dal Sinai nel santuario.
19Sei salito in alto conducendo prigionieri,
hai ricevuto uomini in tributo:
anche i ribelli abiteranno
presso il Signore Dio.

20Benedetto il Signore sempre;
ha cura di noi il Dio della salvezza.
21Il nostro Dio è un Dio che salva;
il Signore Dio libera dalla morte.
22Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici,
la testa altéra di chi percorre la via del delitto.

23Ha detto il Signore: "Da Basan li farò tornare,
li farò tornare dagli abissi del mare,
24perché il tuo piede si bagni nel sangue,
e la lingua dei tuoi cani riceva la sua parte tra i nemici".

25Appare il tuo corteo, Dio,
il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario.
26Precedono i cantori, seguono ultimi i citaredi,
in mezzo le fanciulle che battono cèmbali.
27"Benedite Dio nelle vostre assemblee,
benedite il Signore, voi della stirpe di Israele".
28Ecco, Beniamino, il più giovane,
guida i capi di Giuda nelle loro schiere,
i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali.

29Dispiega, Dio, la tua potenza,
conferma, Dio, quanto hai fatto per noi.
30Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
a te i re porteranno doni.
31Minaccia la belva dei canneti,
il branco dei tori con i vitelli dei popoli:
si prostrino portando verghe d'argento;
disperdi i popoli che amano la guerra.
32Verranno i grandi dall'Egitto,
l'Etiopia tenderà le mani a Dio.

33Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore;
34egli nei cieli cavalca, nei cieli eterni,
ecco, tuona con voce potente.

35Riconoscete a Dio la sua potenza,
la sua maestà su Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
36Terribile sei, Dio, dal tuo santuario;
il Dio d'Israele dà forza e vigore al suo popolo,
sia benedetto Dio.


Isaia 21

1Oracolo sul deserto del mare.

Come i turbini che si scatenano nel Negheb,
così egli viene dal deserto, da una terra orribile.
2Una visione angosciosa mi fu mostrata:
il saccheggiatore che saccheggia,
il distruttore che distrugge.
Salite, o Elamiti,
assediate, o Medi!
Io faccio cessare ogni gemito.
3Per questo i miei reni tremano,
mi hanno colto i dolori come di una partoriente;
sono troppo sconvolto per udire,
troppo sbigottito per vedere.
4Smarrito è il mio cuore,
la costernazione mi invade;
il crepuscolo tanto desiderato
diventa il mio terrore.
5Si prepara la tavola,
si stende la tovaglia,
si mangia, si beve.
"Alzatevi, o capi,
ungete gli scudi!".
6Poiché così mi ha detto il Signore:
"Va', metti una sentinella
che annunzi quanto vede.
7Se vede cavalleria,
coppie di cavalieri,
gente che cavalca asini,
gente che cavalca cammelli,
osservi attentamente,
con grande attenzione".
8La vedetta ha gridato:
"Al posto di osservazione, Signore,
io sto sempre, tutto il giorno,
e nel mio osservatorio
sto in piedi, tutta la notte.
9Ecco, arriva una schiera di cavalieri,
coppie di cavalieri".
Essi esclamano e dicono: "È caduta,
è caduta Babilonia!
Tutte le statue dei suoi dèi
sono a terra, in frantumi".
10O popolo mio, calpestato,
che ho trebbiato come su un'aia,
ciò che ho udito
dal Signore degli eserciti,
Dio di Israele,
a voi ho annunziato.

11Oracolo sull'Idumea.

Mi gridano da Seir:
"Sentinella, quanto resta della notte?
Sentinella, quanto resta della notte?".12La sentinella risponde:
"Viene il mattino, poi anche la notte;
se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite!".

13Oracolo sull'Arabia.

Nel bosco, nell'Arabia, passate la notte,
carovane di Dedan;
14andando incontro agli assetati,
portate acqua.
Abitanti del paese di Tema,
presentatevi ai fuggiaschi con pane per loro.
15Perché essi fuggono di fronte alle spade,
di fronte alla spada affilata,
di fronte all'arco teso,
di fronte al furore della battaglia.

16Poiché mi ha detto il Signore: "Ancora un anno, contato alla maniera degli anni di un salariato, e scomparirà tutta la potenza gloriosa di Kedàr.17E il numero degli archi dei prodi di Kedàr resterà molto esiguo, perché il Signore Dio di Israele ha parlato".


Lettera ai Romani 11

1Io domando dunque: 'Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo'? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino.2'Dio non ha ripudiato il suo popolo', che egli ha scelto fin da principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia ricorre a Dio contro Israele?

3'Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita'.

4Cosa gli risponde però la voce divina?
'Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal'.
5Così anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per grazia.6E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia.
7Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati induriti,8come sta scritto:

'Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi'.

9E Davide dice:

'Diventi la lor mensa un laccio', un tranello
'e un inciampo e serva loro di giusto castigo!'
10'Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fa' loro curvare la schiena per sempre'!

11Ora io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani, per suscitare la loro gelosia.12Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale!
13Pertanto, ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei Gentili, io faccio onore al mio ministero,14nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni.15Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?

16Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami.17Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo,18non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.
19Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato io!20Bene; essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non montare dunque in superbia, ma temi!21Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te!
22Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso.23Quanto a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati; Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo!24Se tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che eri secondo la tua natura e contro natura sei stato innestato su un olivo buono, quanto più essi, che sono della medesima natura, potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!

25Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti.26Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto:

'Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.'
27'Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati'.

28Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri,29perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!30Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza,31così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia.32Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!

33O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

34'Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?'
35'O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio'?

36Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.


Capitolo XXXV: In questa vita, nessuna certezza di andar esenti da tentazioni

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1. O figlio, giammai, in questa vita, sarai libero dall'inquietudine: finché avrai vita, avrai bisogno d'essere spiritualmente armato. Ti trovi tra nemici e vieni assalito da destra e da sinistra. Perciò, se non farai uso, da una parte e dall'altra, dello scudo della fermezza, non tarderai ad essere ferito. Di più, se non terrai il tuo animo fisso in me, con l'unico proposito di tutto soffrire per amor mio, non potrai reggere l'ardore della lotta e arrivare al premio dei beati. Tu devi virilmente passare oltre ogni cosa, e avere braccio valido contro ogni ostacolo: "la manna viene concessa al vittorioso" (Ap 2,17), mentre una miseria grande è lasciata a chi manca di ardore.  

2. Se vai cercando la tua pace in questa vita, come potrai giungere alla pace eterna? Non a una piena di tranquillità, ma a una grande sofferenza ti devi preparare. Giacché la pace vera non la devi cercare in terra, ma nei cieli; non negli uomini, o nelle altre creature, ma soltanto in Dio. Tutto devi lietamente sopportare, per amore di Dio: fatiche e dolori; tentazioni e tormenti; angustie, miserie e malanni; ingiurie, biasimi e rimproveri; umiliazioni e sbigottimenti; ammonizioni e critiche sprezzanti. Cose, queste, che aiutano nella via della virtù e costituiscono una prova per chi si è posto al servizio di Cristo; cose, infine, che preparano la corona del cielo. Ché una eterna ricompensa io darò un travaglio di breve durata; e una gloria senza fine, per una umiliazione destinata a passare.  

3. Forse tu credi di poter sempre avere le consolazioni spirituali a tuo piacimento? Non ne ebbero sempre neppure i miei santi; i quali soffrirono, invece, tante difficoltà e tentazioni di ogni genere e grandi desolazioni. Sennonché, con la virtù della sopportazione, essi si tennero sempre ritti, confidando più in Dio che in se stessi; consci che "le sofferenze del momento presente non sono nulla a confronto della conquista della gloria futura" (Rm 8,18). O vuoi tu avere subito quello che molti ottennero a stento, dopo tante lacrime e tante fatiche? "Aspetta il Signore, comportati da uomo" (Sal 26,14), e fatti forza; non disperare, non disertare. Disponiti, invece, fermamente, anima e corpo, per la gloria di Dio. Strabocchevole sarà la mia ricompensa. Io sarò con te in ogni tribolazione.


LETTERA 173: Agostino a Donato, prete donatista; lo riprende d'aver tentato d'uccidersi per non lasciarsi condurre alla Chiesa.

Lettere - Sant'Agostino

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Scritta tra il 411 e il 414.

Agostino a Donato, prete donatista; lo riprende d'aver tentato d'uccidersi per non lasciarsi condurre alla Chiesa (n. 1). Prova con la S. Scrittura che si può esser costretti al meglio (nn. 24). Spiega 1 Cor, 13, 3 (n. 5). D. torni alla Chiesa Cattolica, alla quale rende testimonianza una frase dei Donatisti registrata nei verbali della conferenza di Cartagine (nn. 6-9). L'evoluzione della potestà della Chiesa nel corso della sua storia (n. 10).

AGOSTINO, VESCOVO DELLA CHIESA CATTOLICA, A DONATO, PRETE DONATISTA

Sollecitudine per strappare Donato allo scisma.

1. Se tu potessi vedere l'affanno del mio cuore e la mia sollecitudine per la tua salvezza, forse avresti pietà dell'anima tua e cercheresti di piacere a Dio 1 nell'udire la parola, non nostra ma di lui stesso, e non imprimeresti nella tua memoria le Sacre Scritture per poi chiudere la tua intelligenza di fronte ad esse. Ti lamenti d'esser trascinato alla salvezza mentre voi avete trascinato tanti nostri fedeli alla rovina. Orbene, che cosa abbiamo voluto noi se non farti arrestare, condurti da noi e farti restare sotto vigilanza per impedirti di andare in rovina? Se poi ti sei ferito, è stato per colpa tua, poiché non hai voluto servirti della cavalcatura ch'era stata messa a tua disposizione e hai riportato gravi contusioni gettandoti a terra da te stesso. Un altro tuo collega invece, condotto insieme con te, è giunto illeso poiché non s'è voluto procurare delle ferite da se stesso.

Si può essere giustamente costretti al meglio.

2. Tu, d'altra parte, pensi che non si sarebbe dovuto agire così nei tuoi riguardi poiché, a tuo avviso, nessuno dev'essere costretto al bene. Considera tuttavia che cosa dice l'Apostolo: Chi desidera l'episcopato, desidera un nobile Ufficio 2, eppure son tanti coloro che vengono costretti ad accettarlo contro loro voglia: son presi a forza, rinchiusi e guardati a vista, subiscono tante pressioni contro la loro volontà finché non prendono la risoluzione di sobbarcarsi a sì nobile ufficio. Quanto più è doveroso che noi vi si tragga fuori dal funesto errore nel quale voi siete nemici di voi stessi e vi si conduca a conoscere e a scegliere la verità, non solo al fine che conserviate in modo utile alla salvezza la dignità ecclesiastica da voi posseduta, ma anche perché non andiate incontro alla peggiore di tutte le rovine? Tu affermi che Dio ci ha dotati del libero arbitrio e perciò non si dev'esser costretti nemmeno al bene. Perché dunque vengon costrette al bene le persone di cui ho parlato dianzi? Rifletti dunque a ciò che non vuoi considerare, ossia che ci viene accordata dalla misericordia di Dio la buona volontà affinché sia guidata sulla diritta via la cattiva volontà umana. Chi ignora, infatti, che nessuno si danna se non per colpa della cattiva volontà e nessuno si salva se non avrà la buona volontà? Ciononostante non dobbiamo abbandonare impunemente e crudelmente alla loro cattiva volontà coloro che amiamo ma, se ne abbiamo la possibilità, dobbiamo tenerli lontani dal male e costringerli al bene.

Esempi della S. Scrittura comprovanti l'affermazione.

3. Mi spiego meglio: se la cattiva volontà dev'essere sempre lasciata alla propria libertà, perché mai gl'Israeliti ribelli alla legge di Dio e brontolanti venivano allontanati dal male per mezzo di tanti flagelli e venivano forzati a marciare verso la terra promessa? Se si deve lasciare la propria libertà alla cattiva volontà, perché mai a Paolo non fu permesso di agire secondo la sua pessima volontà con cui perseguitava la Chiesa, ma fu fatto cadere a terra e fu accecato per essere cambiato, fu cambiato per essere inviato come apostolo, inviato affinché soffrisse per la verità le fatiche che aveva sofferte nell'errore 3 ? Se alla cattiva volontà deve lasciarsi ognora la propria libertà, perché mai le SS. Scritture raccomandano al padre non solo di correggere con rimproveri il figlio sfrontato ma pure di batterlo nei fianchi 4 per domarlo e ricondurlo alla buona condotta suo malgrado? Ecco perché lo stesso Savio afferma: Tu lo batti con la verga ma ne salvi l'anima dalla morte 5. Se alla cattiva volontà si deve lasciar sempre la sua libertà, perché mai i pastori negligenti vengono rimproverati e ad essi vien detto: Non avete ricondotto la pecorella sbandata e non avete rintracciata la smarrita 6? Anche voi, che siete pecorelle di Cristo, portate il distintivo del Signore impresso per mezzo del Sacramento che avete ricevuto, ma siete sbandati e andate in perdizione. Non dovrebbe perciò dispiacervi se noi cerchiamo di ricondurre gli sbandati e di rintracciare gli smarriti. Facciamo meglio noi a eseguire la volontà del Signore che ci esorta di costringervi a tornare al suo ovile anziché acconsentire alla volontà delle pecore sbandate per lasciarvi andare in rovina. Non dire più, quindi, quel che sento dire che vai ripetendo ogni giorno: "Voglio sviarmi, voglio perdermi". Facciamo assai meglio noi non permettendo affatto una simile cosa per quanto sta in nostro potere.

Il suicidio fisico e la morte spirituale.

4. Non molto tempo fa ti sei buttato certo di tua propria volontà in un pozzo per trovarvi la morte. Ma quanto sarebbero stati crudeli i servi di Dio, se ti avessero abbandonato alla tua cattiva volontà, invece di salvarti dalla morte! Chi non li avrebbe giustamente biasimati? Chi non li avrebbe giudicati giustamente degli empi? Eppure t'eri gettato nell'acqua da te stesso per trovarvi la morte ed essi ti han tirato fuori dall'acqua contro la tua volontà! Tu lo hai fatto bensì seguendo la tua volontà ma per la tua, rovina; essi hanno agito contro la tua volontà ma per la tua salvezza. Se dunque si deve aver cura della nostra salute fisica in modo che da chi ci vuol bene ci venga conservata anche nostro malgrado, quanto più dev'essere conservata la salute spirituale che non si può trascurare senza incorrere nel pericolo della morte eterna? D'altronde, con quella morte che volevi arrecarti da te stesso, tu saresti morto non solo per il tempo ma ancora per l'eternità poiché, quand'anche tu fossi stato costretto non già alla salvezza, alla comunione con la Chiesa, all'unità del corpo mistico di Cristo, alla santa e indivisibile carità, ma a qualche cattiva azione, nemmeno per questo motivo avresti dovuto arrecarti la morte.

Si spiega: Se dessi il mio corpo ecc. (1 Cor 13, 3).

5. Considera ed esamina più attentamente che puoi le SS. Scritture e vedi se ha mai fatto una cosa simile alcuno dei santi e dei fedeli tra le sofferenze che dovettero patire da parte di coloro che cercavano di spingerli alla morte eterna e non alla vita eterna, alla quale si cerca di condurre te anche tuo malgrado. A quanto mi hanno riferito, tu avresti detto che l'apostolo Paolo insegnerebbe che si deve agire come hai agito tu stesso nel passo ove dice: Anche se darò il mio corpo alle fiamme 7, poiché egli parlava naturalmente di tutti i carismi che senza la carità non giovano a nulla, come sono la conoscenza delle lingue degli uomini e degli angeli, tutti i misteri e tutta la scienza, ogni profezia, (avere) una fede totale in modo da trasportare le montagne, il distribuire i propri beni ai poveri. Per questo a te sembra ch'egli enumerasse tra le virtù anche il darsi la morte da se stessi, ma devi considerare attentamente e riconoscere in qual senso la Scrittura parli del farsi bruciare di propria volontà. Essa non vuole di certo che uno si getti da sé stesso nel fuoco per evitare la persecuzione d'un nemico ma che, messo di fronte all'alternativa o di compiere o di subire qualche male, deve preferire di non compiere il male anziché non subirlo e così dare il proprio corpo in balìa del carnefice, come fecero i tre giovani che si voleva costringere ad adorare la statua d'oro e li si minacciava di gettarli nella fornace ardente qualora avessero rifiutato di adorarla. Rifiutarono bensì d'adorare l'idolo, ma non si gettarono nel fuoco da se stessi e ciononostante la S. Scrittura afferma che quei giovani diedero il proprio corpo alle fiamme per non servire né adorare altro Dio che il proprio 8. Ecco in qual senso l'Apostolo dice: Se darò il mio corpo alle fiamme 9.

Donato torni nella Chiesa, ov'è l'unità e la carità.

6. Considera inoltre l'affermazione che viene dopo: Se non avrò la carità, non mi gioverà a nulla. Ecco la carità alla quale tu sei chiamato, dalla quale non ti si permette di andare in perdizione, e tu invece credi che ti giovi a qualcosa precipitarti da te stesso nella morte, mentre non ti gioverebbe a nulla anche se un altro ti uccidesse, qualora tu fossi nemico della carità! Tu inoltre, essendo fuori della Chiesa, separato dall'unità del Corpo mistico e dall'intimo vincolo della carità, saresti punito col castigo eterno anche se ti facessi bruciare vivo per la religione cristiana. Ecco il senso dell'affermazione dell'Apostolo: Anche se darò il mio corpo alle fiamme ma non avrò la carità, non mi giova a nulla. Richiama dunque la tua mente a una giusta considerazione e a una seria riflessione: considera diligentemente se sei invitato all'errore e all'eresia e cerca invece di soffrire qualsiasi molestia per la verità. Se al contrario tu sei piuttosto nell'errore e nell'eresia, considera che là dove sei invitato c'è la verità e l'ortodossia, poiché c'è l'unità cristiana e la carità dello Spirito Santo; perché dunque persisti a voler essere nemico di te stesso?

Una frase compromettente dei Donatisti.

7. E' stata una grazia della divina misericordia che noi e i vostri vescovi ci riunissimo in gran numero a Cartagine e discutessimo insieme dello scisma in modo assai ordinato. Ne sono stati redatti i Verbali sottoscritti da tutti noi: leggili o lascia che ti vengano letti e dopo scegli il partito che vuoi. A quanto m'è stato riferito, tu hai affermato che saresti disposto a discutere un po' con noi riguardo ai detti Verbali, purché noi lasciamo da parte le seguenti parole dei vostri vescovi: " Una questione non pregiudica un'altra questione e una persona non pregiudica un'altra " 10. Tu vorresti che lasciassimo da parte proprio le parole con le quali per bocca loro, senza che lo sapessero, ha parlato la verità! In questo caso - dirai - essi si sono sbagliati e son caduti troppo incautamente in una falsa opinione. Noi invece affermiamo ch'essi han detto la verità e te lo proviamo con tutta facilità mediante la tua stessa argomentazione. Se infatti i vostri vescovi furono eletti da tutta la fazione di Donato perché difendessero la causa di tutti e tutti gli altri ritenessero gradito e accetto tutto quanto il loro operato, e tuttavia non vuoi che ti arrechino pregiudizio per quel che tu pensi abbiano affermato in modo temerario e non giusto, vuol dire che han detta la verità, che cioè " una causa non è di pregiudizio a un'altra né una persona a un'altra ". Devi inoltre ammettere che, se non vuoi che la persona di tanti vescovi, rappresentati dai loro sette colleghi, rechi pregiudizio alla persona di Donato, prete di Mutugenna, quanto meno la persona di Ceciliano, anche se in lui fosse stata trovata qualche colpa, deve recar pregiudizio all'unità della Chiesa universale di Cristo, la quale non è racchiusa nella sola borgata di Mutugenna, ma è diffusa su tutta la terra!

La Cattolica innocente nella causa di Ceciliano.

8. Ebbene, sì, faremo come vuoi tu: tratteremo con te come se i vostri vescovi non avessero detto: " Una causa non può esser di pregiudizio a un'altra né una persona può esserlo a un'altra ". Tu però, da parte tua, trova che cosa essi avrebbero dovuto dire quando gli si obiettò la questione e la persona di Primiano, il quale aveva condannato con gli altri quelli dai quali era stato condannato egli stesso; dopo averli condannati e rigettati con esecrazione, li accolse nuovamente nelle loro dignità e preferì riconoscere e accettare il battesimo conferito dai morti poiché a proposito di questi era stato detto, con una famosa frase: " Le spiagge sono piene di morti ". Così facendo egli confutò l'obiezione rivolta a noi da voi adducendo un passo della S. Scrittura, da voi interpretata erroneamente: A che giova essere purificato col battesimo amministrato da un morto? 11 Se dunque non proclamassero che " Né una questione né una persona può esser di pregiudizio a un'altra ", sarebbero coinvolti come colpevoli nella questione di Primiano. Orbene, essi, allorché fecero quell'affermazione, considerarono, come sostenevamo noi, la Chiesa Cattolica per nulla macchiata dalla questione di Ceciliano.

La verità cattolica suffragata dai Verbali.

9. Tu però leggi ed esamina attentamente tutto il resto (dei Verbali). Vedi se furon capaci di provare alcuna colpa di cui accusavano Ceciliano, della cui persona volevano servirsi per recar pregiudizio alla Chiesa. Vedi se non agirono piuttosto in suo favore e come, col tirar fuori e leggere all'assemblea molti documenti ch'erano contro di essi, confermarono che Ceciliano aveva completamente ragione. Leggi tutte queste cose oppure fattele leggere. Considera ed esamina tutto con diligenza e poi scegli la via da seguire: se cioè rallegrarti con noi nella pace di Cristo, nell'unità della Chiesa Cattolica, nella carità fraterna, oppure per la scellerata divisione, per la fazione di Donato, per la sacrilega scissione, soffrire più a lungo l'importunità del nostro amore verso di te.

Come si sviluppò il potere della Chiesa.

10. Tu consideri attentamente e come sento dire - ripeti spesso quello che sta scritto nel Vangelo, che cioè s'allontanarono dal Signore settanta discepoli e furono lasciati alla libera scelta della loro malvagia ed empia separazione, e che il Signore ai dodici, ch'erano rimasti con lui, rispose: Volete forse andarvene anche voi? 12 Tu però non rifletti che la Chiesa all'inizio del suo sviluppo aveva solo i primi germogli e non s'era ancora compiuta la profezia che dice: E lo adoreranno tutti i re della terra, tutti i popoli gli tributeranno il Culto 13. Quanto più questa profezia s'avvera, tanto maggior potere adopera la Chiesa non solo per invitare, ma anche per costringere al bene. Questo voleva indicare il Signore; sebbene egli possedesse una gran potestà, preferì tuttavia mettere prima in risalto il pregio dell'umiltà. Lo dimostrò molto chiaramente nella parabola del convito, ove si dice che il padrone aveva mandato a chiamare gl'invitati, ma quelli non erano voluti andare e allora disse al servo: Esci subito per le piazze e le vie della città e conduci qua dentro i mendicanti, gl'invalidi, i ciechi, gli zoppi. E il servo disse al padrone: E' stato fatto come hai comandato ma c'è ancora posto. E il padrone disse al servo: Va' fuori lungo le vie maestre e lungo le siepi e sforzali ad entrare perché la mia casa si riempia 14. Vedi ora come, a proposito di quelli ch'erano venuti prima, è stato detto: Conducili qua dentro, e non: Sforzali a entrare, poiché questi rappresentavano i primordi della Chiesa, la quale cresceva perché avesse pure le forze di costringere. Pertanto, poiché una volta consolidata nelle forze e nello spazio bisognava sforzare gli uomini al convito della salvezza eterna, dopo che il servo ebbe riferito al padrone: E' stato fatto quanto hai ordinato e c'è ancora posto; il padrone disse al servo: Esci lungo le vie e lungo le siepi e sforzali a entrare. Se voi dunque foste lontani da questo convito dell'unità della santa Chiesa senz'essere sovversivi, noi v'incontreremmo come persone che vanno per la strada, ma poiché, a causa delle crudeltà e delle violenze da voi perpetrate contro i nostri fedeli, voi siete per così dire pieni di spine e di acredine, vi troviamo per così dire lungo le siepi e vi sforziamo di entrare nel convito. Chi è costretto, è spinto a forza dove non vorrebbe entrare, ma una volta entrato si mette volentieri a mangiare. Raffrena dunque il tuo spirito iniquo e violento, affinché nella vera Chiesa di Cristo. tu possa trovare il convito che procura la salvezza.

 


1 - Sir 30, 24.

2 - 1 Tm 3, 1.

3 - At 9, 1 ss.; 22, 4 ss.; 23, 11.

4 - Sir 30, 12.

5 - Prv 23, 14.

6 - Ez 34, 4.

7 - 1 Cor 13, 3.

8 - Dn 3, 15.

9 - 1 Cor 13, 3.

10 - Cf. AUG., Brev. conlat. c. Donat. 3, 16, 28; Ad Donat, p. Concil. 2 ss.

11 - Sir 34, 30.

12 - Gv 6, 68.

13 - Sal 71, 11.

14 - Lc 14, 21-23.


«Ma io la casa l’ho già»

I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco

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Durante una sua permanenza a Marsiglia, Don Bosco al canonico Guiol, che gli faceva vedere la necessità di avere in campagna una casa per mandarvi i giovani di San Leone durante i mesi più caldi, disse:
— Ma io la casa l’ho già a mia disposizione. E uno spazioso edificio situato in posizione amena, cinto da larga pineta, e vi si accede per magnifici viali di platani; un abbondante corso d’acqua attraversa da un capo all’altro tutto il podere.
Il canonico, che sapeva benissimo come Don Bosco non possedesse un bel niente a Marsiglia, poco mancò che non temesse in lui un improvviso squilibrio mentale. Quindi, un po’ sconcertato, lo interrogò per sapere dove fosse quella villeggiatura.
— Dove sia non lo so — rispose Don Bosco —; ma so che c’è e che si trova nelle vicinanze di Marsiglia.
— Questa è curiosa — replicò il parroco —. Ma come fa a sapere che la casa c’è e che è destinata per lei?
— Lo so perché l’ho sognato.
— E come ha sognato?
— Ho visto casa, alberi, podere, acqua, tutto come ho descritto, e per di più i giovani che si divertivano e correvano sotto i viali.
L’abate Guiol che, quando Don Bosco parlava di sogni, non Io credeva affatto un visionario, non prese alla leggera le sue parole, ma le tenne bene a mente e stette a osservare. Qualche tempo dopo, alcuni benefattori offrirono una casa per lo scopo desiderato, ma Don Bosco rifiutò ringraziando e dicendo che non era quella. Intanto gli anni passavano. In ogni incontro Don Bosco e il canonico parlavano tra loro della famosa villa da cambiare in noviziato, e il canonico cominciava a ridere piacevolmente.
Ma Don Bosco ne parlava anche con altri. Infatti nel settembre del 1882 ne fece cenno con il chierico Cartier, che si era fermato a Nizza, dove Don Bosco presiedeva gli Esercizi Spirituali dei Salesiani.
— Noi — gli disse il Santo — avremo nei dintorni di Marsiglia una gran casa in cui metteremo il noviziato e lo studentato filosofico. Tu sarai destinato colà, ma non nel primo anno, essendovi bisogno dite per la scuola a San Leone; tuttavia vi andrai a dare lezione, finché non vi stabilisca la tua residenza.
Nel 1883 la signora Pastré, ricca vedova parigina a cui Don Bosco aveva ottenuto la guarigione della figlia, gli offerse l’uso di una sua villa presso Santa Margherita, poco lontano da Marsiglia; sennonché Don Bosco, per motivo di personali riguardi, senza nemmeno verificare le condizioni della casa, declinò l’offerta. Trascorsi alcuni mesi, il direttore di Marsiglia Don Bologna gli scrisse che la signora insisteva nella sua proposta, pregando di accettare. Don Bosco rispose che se vi erano i pini, i platani e il corso d’acqua, sì; se no, no.
Il direttore, andato a vedere, gli notificò che di pini ve n’erano a centinaia, che vi erano i viali di platani e che l’acqua correva per il podere. Allora fu accettata la casa di Santa Margherita in usufrutto per quindici anni e vi si pose il noviziato nell’autunno del 1883, sotto la denominazione significativa di «La Provvidenza».
Il canonico Guiol si recò a visitare la casa con Don Bosco nel 1884 e osservò con stupore che tutto corrispondeva esattamente a quanto il Santo gli aveva detto di aver visto nel sogno.


SE NON AVETE FEDE, NON MI POTETE VEDERE PC-23 10 agosto 1996

Catalina Rivas

Il Signore

(Durante un ritiro dei Seminari di Preghiera)

Nessuno può vedere il Mio volto, se non è in un cammino di fede. Può sembrare contraddittorio: se non avete la fede, voi non Mi vedete, e se non Mi vedete, la vostra fede non aumenterà. Perché ti parlo, perché tu Mi incontri quando vuoi? Perché tu hai creduto, perché, qualsiasi cosa accada, la tua fede persevera. Tu sai che Io sono qui, aspettando te, per tenderti la Mia mano destra, per percepire la tua piccola mano e, stringendola, trasmetterti tutto il Mio amore. E la certezza che Io sono qui, vivo, palpitante, in attesa dei Miei figli, per i quali il Mio cuore trabocca di compassione e di Misericordia...

Cercami nel tuo silenzio e trovami. Sono Io che vi ho portati qui, per insegnarvi a cercarmi e a trovarmi. Assimilate tutto ciò che potete, non distraetevi; questo momento è molto importante nel cammino della vostra formazione. Io Sono colui che muovo i fili, una volta ancora, proprio adesso che la grande attività del mondo sta quasi per terminare.

Piccola Mia, ti aspetto qui, vicino alla tua camera, in questo piccolo spazio pervaso dalla Mia presenza. Quanti figli potrebbero vedermi! Tutti, sempre che veramente lo volessero e lo chiedessero con fede... (ore 9, 45 - Il conferenziere aveva detto che Gesù aveva rimproverato i Suoi genitori, dicendo loro che Egli doveva occuparsi delle cose del Padre Suo...)

Il Signore
Non è vero, non è stato da parte Mia un rimprovero. Ho voluto dire loro con molto rispetto, umiltà e amore, che non dovevano preoccuparsi, né tormentarsi, quando non Mi trovavano poiché, essendo Io Figlio di Dio, dovevo avere i Miei momenti per ritrovarmi con Colui che è al di sopra di tutto e di ogni cosa... (Il conferenziere aveva parlato di quando Gesù aveva detto che sua madre e suoi fratelli sono coloro che fanno la volontà di Dio.)

Il Signore
Io ho detto che tutti coloro che compivano la Volontà del Padre erano Mia Madre e Miei fratelli, poiché Mia Madre ha formato il Mio corpo. Tutti voi potete essere Mia Madre e Miei fratelli, tutti voi siete il ventre fecondo di Mia Madre.

Relazione
Mentre iniziava la cena, vedo nella finestra della sala da pranzo qualcosa che si muove e sparisce. Rimango stupita. È San Michele, l’Arcangelo; non me lo dice, ma io lo so. Mi guardo intorno, ma mi sembra che nessuno se ne accorga. Allora lo guardo con attenzione; appare e scompare, sembra che vada da una finestra all’altra. È molto alto; assomiglia a padre Marco, ma è più biondo e con i capelli lunghi e ondulati che gli scendono fino alle spalle. Mi guarda e sorride, tiene nella mano sinistra una lancia o una sciabola, molto luccicante. È tutto vestito di bianco, porta una veste corta e sandali o stivali allacciati fino alle ginocchia. Tutto il suo petto risplende come se emettesse dei raggi. Il suo abito è bianco e fosforescente, come il velo della Vergine. Ha un cinturone verde con qualcosa di dorato (non ho potuto distinguere se era una fibbia o qualcos’altro). È bello, maestoso. Voglio parlare, ma non ci riesco. Solleva la mano destra (che fino a quel momento era sul suo cuore), e mi fa un segno come per dire: silenzio! Mi è sembrato un gesto di buonumore. Le sue ali sono immense e non so come mai gli altri non abbiano sentito le sue ali quando battevano. Ho descritto tutto questo a Hugo e a Neyza dopo la sua sparizione. Mi hanno guardata per metà increduli e per metà burloni. Mi sono detta: è meglio che non parli e che non dica più niente.
Sono entrata nell’Oratorio, dopo la cena, e ho chiesto al Signore come mai ero stata solo io a vederlo. Silenzio, non mi risponde...