Liturgia delle Ore - Letture
Mercoledi della 26° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Matteo 25
1Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;3le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio;4le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.6A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.8E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.9Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.10Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!12Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.
14Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.16Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.20Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.21Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.22Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.23Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.24Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;25per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.26Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.29Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.30E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.32E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,33e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.34Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.35Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.37Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?38Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?39E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?40Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.41Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.42Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;43ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.44Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?45Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.46E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".
Primo libro dei Re 18
1Dopo molto tempo, il Signore disse a Elia, nell'anno terzo: "Su, mostrati ad Acab; io concederò la pioggia alla terra".2Elia andò a farsi vedere da Acab.
In Samaria c'era una grande carestia.3Acab convocò Abdia maggiordomo. Abdia temeva molto Dio;4quando Gezabele uccideva i profeti del Signore, Abdia prese cento profeti e ne nascose cinquanta alla volta in una caverna e procurò loro pane e acqua.5Acab disse ad Abdia: "Va' nel paese verso tutte le sorgenti e tutti i torrenti della regione; forse troveremo erba per tenere in vita cavalli e muli e non dovremo uccidere una parte del bestiame".6Si divisero la regione da percorrere; Acab andò per una strada e Abdia per un'altra.
7Mentre Abdia era in cammino, ecco farglisi incontro Elia. Quegli lo riconobbe e si prostrò con la faccia a terra dicendo: "Non sei tu il mio signore Elia?".8Gli rispose: "Lo sono; su, di' al tuo padrone: C'è qui Elia".9Quegli disse: "Che male ho fatto perché tu consegni il tuo servo ad Acab perché egli mi uccida?10Per la vita del Signore tuo Dio, non esiste un popolo o un regno in cui il mio padrone non abbia mandato a cercarti. Se gli rispondevano: Non c'è! egli faceva giurare il popolo o il regno di non averti trovato.11Ora tu dici: Su, di' al tuo signore: C'è qui Elia!12Appena sarò partito da te, lo spirito del Signore ti porterà in un luogo a me ignoto. Se io vado a riferirlo ad Acab egli, non trovandoti, mi ucciderà; ora il tuo servo teme il Signore fin dalla sua giovinezza.13Non ti hanno forse riferito, mio signore, ciò che ho fatto quando Gezabele sterminava tutti i profeti del Signore, come io nascosi cento profeti, cinquanta alla volta, in una caverna e procurai loro pane e acqua?14E ora tu comandi: Su, di' al tuo signore: C'è qui Elia? Egli mi ucciderà".15Elia rispose: "Per la vita del Signore degli eserciti, alla cui presenza io sto, oggi stesso io mi mostrerò a lui".
16Abdia andò incontro ad Acab e gli riferì la cosa. Acab si diresse verso Elia.17Appena lo vide, Acab disse a Elia: "Sei tu la rovina di Israele!".18Quegli rispose: "Io non rovino Israele, ma piuttosto tu insieme con la tua famiglia, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito Baal.19Su, con un ordine raduna tutto Israele presso di me sul monte Carmelo insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele".
20Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo.21Elia si accostò a tutto il popolo e disse: "Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!". Il popolo non gli rispose nulla.22Elia aggiunse al popolo: "Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta.23Dateci due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l'altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco.24Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è Dio!". Tutto il popolo rispose: "La proposta è buona!".
25Elia disse ai profeti di Baal: "Sceglietevi il giovenco e cominciate voi perché siete più numerosi. Invocate il nome del vostro Dio, ma senza appiccare il fuoco".26Quelli presero il giovenco, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: "Baal, rispondici!". Ma non si sentiva un alito, né una risposta. Quelli continuavano a saltare intorno all'altare che avevano eretto.27Essendo già mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: "Gridate con voce più alta, perché egli è un dio! Forse è soprappensiero oppure indaffarato o in viaggio; caso mai fosse addormentato, si sveglierà".28Gridarono a voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue.29Passato il mezzogiorno, quelli ancora agivano da invasati ed era venuto il momento in cui si sogliono offrire i sacrifici, ma non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione.
30Elia disse a tutto il popolo: "Avvicinatevi!". Tutti si avvicinarono. Si sistemò di nuovo l'altare del Signore che era stato demolito.31Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei discendenti di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto: "Israele sarà il tuo nome".32Con le pietre eresse un altare al Signore; scavò intorno un canaletto, capace di contenere due misure di seme.33Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna.34Quindi disse: "Riempite quattro brocche d'acqua e versatele sull'olocausto e sulla legna!". Ed essi lo fecero. Egli disse: "Fatelo di nuovo!". Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: "Per la terza volta!". Lo fecero per la terza volta.35L'acqua scorreva intorno all'altare; anche il canaletto si riempì d'acqua.36Al momento dell'offerta si avvicinò il profeta Elia e disse: "Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per tuo comando.37Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!".38Cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto.39A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: "Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!".40Elia disse loro: "Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!". Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò.
41Elia disse ad Acab: "Su, mangia e bevi, perché sento un rumore di pioggia torrenziale".42Acab andò a mangiare e a bere. Elia si recò alla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la faccia tra le proprie ginocchia.43Quindi disse al suo ragazzo: "Vieni qui, guarda verso il mare". Quegli andò, guardò e disse. "Non c'è nulla!". Elia disse: "Tornaci ancora per sette volte".44La settima volta riferì: "Ecco, una nuvoletta, come una mano d'uomo, sale dal mare". Elia gli disse: "Va' a dire ad Acab: Attacca i cavalli al carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia!".45Subito il cielo si oscurò per le nubi e per il vento; la pioggia cadde a dirotto. Acab montò sul carro e se ne andò a Izrèel.46La mano del Signore fu sopra Elia che, cintosi i fianchi, corse davanti ad Acab finché giunse a Izrèel.
Siracide 25
1Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella,
di fronte al Signore e agli uomini:
concordia di fratelli, amicizia tra vicini,
moglie e marito che vivono in piena armonia.
2Tre tipi di persone io detesto,
la loro vita è per me un grande orrore:
un povero superbo, un ricco bugiardo,
un vecchio adultero privo di senno.
3Nella giovinezza non hai raccolto;
come potresti procurarti qualcosa nella vecchiaia?
4Come s'addice il giudicare ai capelli bianchi,
e agli anziani intendersi di consigli!
5Come s'addice la sapienza ai vecchi,
il discernimento e il consiglio alle persone eminenti!
6Corona dei vecchi è un'esperienza molteplice,
loro vanto il timore del Signore.
7Nove situazioni io ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con le parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
8felice chi vive con una moglie assennata,
colui che non pecca con la sua lingua,
chi non deve servire a uno indegno di lui;
9fortunato chi ha trovato la prudenza,
chi si rivolge a orecchi attenti;
10quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore.
11Il timore del Signore è più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà esser paragonato?
12Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore;
qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;
13qualunque sventura, ma non la sventura
causata dagli avversari;
qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.
14Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente,
non c'è ira peggiore dell'ira di un nemico.
15Preferirei abitare con un leone e con un drago
piuttosto che abitare con una donna malvagia.
16La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto,
ne rende il volto tetro come quello di un orso.
17Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini
e ascoltandoli geme amaramente.
18Ogni malizia è nulla, di fronte alla malizia di una
donna,
possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
19Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.
20Non soccombere al fascino di una donna,
per una donna non ardere di passione.
21Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
è una donna che mantiene il proprio marito.
22Animo abbattuto e volto triste
e ferita al cuore è una donna malvagia;
23mani inerti e ginocchia infiacchite,
tale colei che non rende felice il proprio marito.
24Dalla donna ha avuto inizio il peccato,
per causa sua tutti moriamo.
25Non dare all'acqua un'uscita
né libertà di parlare a una donna malvagia.
26Se non cammina al cenno della tua mano,
toglila dalla tua presenza.
Salmi 49
1'Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.'
2Ascoltate, popoli tutti,
porgete orecchio abitanti del mondo,
3voi nobili e gente del popolo,
ricchi e poveri insieme.
4La mia bocca esprime sapienza,
il mio cuore medita saggezza;
5porgerò l'orecchio a un proverbio,
spiegherò il mio enigma sulla cetra.
6Perché temere nei giorni tristi,
quando mi circonda la malizia dei perversi?
7Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
8Nessuno può riscattare se stesso,
o dare a Dio il suo prezzo.
9Per quanto si paghi il riscatto di una vita,
non potrà mai bastare
10per vivere senza fine,
e non vedere la tomba.
11Vedrà morire i sapienti;
lo stolto e l'insensato periranno insieme
e lasceranno ad altri le loro ricchezze.
12Il sepolcro sarà loro casa per sempre,
loro dimora per tutte le generazioni,
eppure hanno dato il loro nome alla terra.
13Ma l'uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.
14Questa è la sorte di chi confida in se stesso,
l'avvenire di chi si compiace nelle sue parole.
15Come pecore sono avviati agli inferi,
sarà loro pastore la morte;
scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà ogni loro parvenza:
gli inferi saranno la loro dimora.
16Ma Dio potrà riscattarmi,
mi strapperà dalla mano della morte.
17Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
18Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria.
19Nella sua vita si diceva fortunato:
"Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene".
20Andrà con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce.
21L'uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.
Ezechiele 23
1Mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, vi erano due donne, figlie della stessa madre,3le quali si erano prostituite in Egitto fin dalla loro giovinezza, dove venne profanato il loro petto e oppresso il loro seno verginale.4Esse si chiamano Oolà la maggiore e Oolibà la più piccola, sua sorella. L'una e l'altra divennero mie e partorirono figli e figlie. Oolà è Samaria e Oolibà è Gerusalemme.5Oolà mentre era mia si dimostrò infedele: arse d'amore per i suoi spasimanti, gli Assiri suoi vicini,6vestiti di porpora, prìncipi e governatori, tutti giovani attraenti, cavalieri montati su cavalli.7Concesse loro i suoi favori, al fiore degli Assiri, e si contaminò con gli idoli di coloro dei quali si era innamorata.8Non rinunciò alle sue relazioni amorose con gli Egiziani, i quali avevano abusato di lei nella sua giovinezza, avevano profanato il suo seno verginale, sfogando su di lei la loro libidine.9Per questo l'ho data in mano ai suoi amanti, in mano agli Assiri, dei quali si era innamorata.10Essi scoprirono la sua nudità, presero i suoi figli e le sue figlie e la uccisero di spada. Divenne così come un monito fra le donne, per la condanna esemplare che essi avevano eseguita su di lei.
11Sua sorella Oolibà la vide e si corruppe più di lei nei suoi amoreggiamenti; con le sue infedeltà superò la sorella.12Spasimò per gli Assiri suoi vicini, prìncipi e capi, vestiti di porpora, cavalieri montati su cavalli, tutti giovani attraenti.13Io vidi che si era contaminata e che tutt'e due seguivano la stessa via.14Ma essa moltiplicò le prostituzioni. Vide uomini effigiati su una parete, figure di Caldei, disegnati con il minio,15con cinture ai fianchi, ampi turbanti in capo, dall'aspetto di grandi capi, rappresentanti i figli di Babilonia, originari di Caldea:16essa se ne innamorò non appena li vide e inviò loro messaggeri in Caldea.17I figli di Babilonia andarono da lei al letto degli amori e la contaminarono con le loro fornicazioni ed essa si contaminò con loro finché ne fu nauseata.18Poiché aveva messo in pubblico le sue tresche e scoperto la sua nudità, anch'io mi allontanai da lei come mi ero allontanato dalla sorella.19Ma essa continuò a moltiplicare prostituzioni, ricordando il tempo della sua gioventù, quando si prostituiva in Egitto.20Arse di libidine per quegli amanti lussuriosi come asini, libidinosi come stalloni,21e così rinnovò l'infamia della sua giovinezza, quando in Egitto veniva profanato il suo petto, oppresso il suo seno verginale.22Per questo, Oolibà, così dice il Signore Dio: Ecco, io suscito contro di te gli amanti di cui mi sono disgustato e li condurrò contro di te da ogni parte,23i figli di Babilonia e di tutti i Caldei, quelli di Pekòd, di Soa e di Koa e con loro tutti gli Assiri, tutti i giovani attraenti, prìncipi e capi, tutti capitani e cavalieri famosi;24verranno contro di te dal settentrione con cocchi e carri e con una moltitudine di popolo e si schiereranno contro di te da ogni parte con scudi grandi e piccoli ed elmi. A loro ho rimesso il giudizio e ti giudicheranno secondo le loro leggi.25Scatenerò la mia gelosia contro di te e ti tratteranno con furore: ti taglieranno il naso e gli orecchi e i superstiti cadranno di spada; deporteranno i tuoi figli e le tue figlie e ciò che rimarrà di te sarà preda del fuoco.26Ti spoglieranno delle tue vesti e s'impadroniranno dei tuoi gioielli.27Metterò fine alle tue scelleratezze e alle tue prostituzioni commesse in Egitto: non alzerai più gli occhi verso di loro, non ricorderai più l'Egitto.
28Perché così dice il Signore Dio: Ecco, io ti consegno in mano a coloro che tu odii, in mano a coloro di cui sei nauseata.29Ti tratteranno con odio e si impadroniranno di tutti i tuoi beni, lasciandoti nuda e scoperta; sarà svelata la turpitudine delle tue scelleratezze, la tua libidine e la tua disonestà.30Così sarai trattata perché tu mi hai tradito con le genti, perché ti sei contaminata con i loro idoli.31Hai seguito la via di tua sorella, la sua coppa porrò nelle tue mani".
32Dice il Signore Dio:
"Berrai la coppa di tua sorella,
profonda e larga,
sarai oggetto di derisione e di scherno;
la coppa sarà di grande capacità.
33Tu sarai colma d'ubriachezza e d'affanno,
coppa di desolazione e di sterminio
era la coppa di tua sorella Samaria.
34Anche tu la berrai, la vuoterai, ne succhierai i cocci,
ti lacererai il seno,
poiché io ho parlato". Parola del Signore.
35Perciò dice il Signore Dio: "Poiché tu mi hai dimenticato e mi hai voltato le spalle, sconterai dunque la tua disonestà e le tue dissolutezze!".
36Il Signore mi disse: "Figlio dell'uomo, non giudicherai tu Oolà e Oolibà? Non mostrerai ad esse i loro abomini?37Sono state adultere e le loro mani sono lorde di sangue, hanno commesso adulterio con i loro idoli; perfino i figli che mi avevano partorito, li hanno fatti passare per il fuoco in loro pasto.38Ancor questo mi hanno fatto: in quello stesso giorno hanno contaminato il mio santuario e profanato i miei sabati;39dopo avere immolato i loro figli ai loro idoli, sono venute in quel medesimo giorno al mio santuario per profanarlo: ecco quello che hanno fatto dentro la mia casa!
40Si rivolsero anche a uomini di paesi lontani, invitandoli per mezzo di messaggeri, ed essi giunsero. Per loro ti sei lavata, ti sei dipinta gli occhi, ti sei adornata dei tuoi vestiti preziosi,41ti sei stesa su un magnifico divano davanti ad una tavola imbandita, su cui hai posto il mio olio, i miei profumi.42Si udiva lo strepito di una moltitudine festante di uomini venuti dal deserto, i quali avevano messo braccialetti ai polsi e una corona di gloria sul loro capo.43Io pensavo di costei, abituata agli adultéri: Ora costoro si faranno complici delle sue prostituzioni.44Infatti entrarono da lei, come si entra da una prostituta: così entrarono da Oolà e da Oolibà, donne di malaffare.45Ma uomini retti le giudicheranno come si giudicano le adultere e le assassine. Le loro mani sono lorde di sangue".
46Dice infatti il Signore Dio: "Si farà venire contro di loro una folla ed esse saranno abbandonate alle malversazioni e al saccheggio.47La folla le lapiderà e le farà a pezzi con le spade; ne ucciderà i figli e le figlie e darà alle fiamme le case.48Eliminerò così un'infamia dalla terra e tutte le donne impareranno a non commettere infamie simili.49Faranno ricadere la vostra infamia su di voi e sconterete i vostri peccati di idolatria: saprete così che io sono il Signore Dio".
Lettera di Giacomo 2
1Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria.2Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro.3Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: "Tu siediti qui comodamente", e al povero dite: "Tu mettiti in piedi lì", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio sgabello",4non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?
5Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?6Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali?7Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi?8Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: 'amerai il prossimo tuo come te stesso', fate bene;9ma se fate distinzione di persone, commettete un peccato e siete accusati dalla legge come trasgressori.10Poiché chiunque osservi tutta la legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto;11infatti colui che ha detto: 'Non commettere adulterio', ha detto anche: 'Non uccidere'.
Ora se tu non commetti adulterio, ma uccidi, ti rendi trasgressore della legge.12Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché13il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio.
14Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?15Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano16e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?17Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa.18Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.19Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano!20Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza valore?21Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare?22Vedi che la fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere quella fede divenne perfetta23e si compì la Scrittura che dice: 'E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia', e fu chiamato amico di Dio.24Vedete che l'uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede.25Così anche Raab, la meretrice, non venne forse giustificata in base alle opere per aver dato ospitalità agli esploratori e averli rimandati per altra via?26Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.
Capitolo VII: Proteggere la grazia sotto la salvaguardia dell’umiltà
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, è per te cosa assai utile e sicura tenere nascosta la grazia della devozione; non insuperbirne, non continuare a parlarne e neppure a ripensarci molto. Disprezza, invece, temendo questa grazia come data a uno che non ne era degno. Non devi attaccarti troppo forte a un tale slancio devoto, che subitamente può trasformarsi in un sentimento contrario. Nel tempo della grazia ripensa a quanto, di solito, sei misero e povero senza la grazia. Un progresso nella vita spirituale non lo avrai raggiunto quando avrai avuto la grazia della consolazione, ma quando, con umiltà, abnegazione e pazienza, avrai saputo sopportare che essa ti sia tolta. Cosicché, neppure allora, tu sia pigro nell'amore alla preghiera o lasci cadere del tutto le abituali opere di pietà; anzi, tu faccia volenterosamente tutto quanto è in te, come meglio potrai e saprai, senza lasciarti andare del tutto a causa dell'aridità e dell'ansietà spirituale che senti.
2. Molti, non appena accade qualcosa di male, si fanno tosto impazienti e perdono la buona volontà. Ma le vie dell'uomo non dipendono sempre da lui. E' Dio che può dare e consolare, quando vuole e quanto vuole e a chi egli vuole; nella misura che gli piacerà e non di più. Molti, poi, fattisi arditi per il fatto che sentivano la grazia della devozione, procurarono la loro rovina: essi vollero fare di più di quanto era nelle loro possibilità, non considerando la propria pochezza e seguendo l'impulso del cuore piuttosto che il giudizio della ragione. Presunsero di poter fare più di quello che era nella volontà di Dio; perciò d'un tratto persero la grazia. Essi, che avevano posto il loro nido nel cielo, restarono a mani vuote, abbandonati alla loro miseria; cosicché, umiliati e spogliati, imparassero, a non volare con le loro ali, ma a star sotto le mie ali, nella speranza. Coloro che sono ancora novellini e inesperti nella via del Signore facilmente si ingannano e cadono, se non si attaccano al consiglio di persone elette. E se vogliono seguire quello che loro sembra giusto, anziché affidarsi ad altri più esperti, finiranno male, a meno che non vogliano ritrarsi dal proprio interno. Coloro che si credono sapienti di per sé, di rado si lasciano umilmente guidare da altri. Sennonché uno scarso sapere e una modesta capacità di comprendere, accompagnati dall'umiltà, valgono di più di un gran tesoro di scienza, accompagnato dal vuoto compiacimento di sé. E' meglio per te avere poco, piuttosto che molto; del molto potresti insuperbire.
Non agisce con sufficiente saggezza colui che, avendo la grazia, si dà interamente alla gioia, senza pensare alla sua miseria di prima e alla purezza che si deve aver nel timore di Dio; timore cioè di perdere quella grazia che gli era stata data. Così non dimostra di avere sufficiente virtù colui che, al momento dell'avversità o in altra circostanza che lo opprima, si dispera eccessivamente e concepisce, nei confronti, pensieri e sentimenti di fiducia meno piena di quanto mi si dovrebbe. Al momento della lotta, si troverà spesso estremamente abbattuto e pieno di paura proprio colui che, in tempo di quiete, avrà voluto essere troppo sicuro. Se tu, invece, riuscissi a restare umile e piccolo in te stesso, e a ben governare e dirigere il tuo spirito non cadresti così facilmente nel pericolo e nel peccato. Un buon consiglio è questo, che, quando hai nell'animo uno speciale ardore spirituale, tu consideri bene quello che potrà accadere se verrà meno tale luce interiore. Quando poi ciò accadesse, pensa che poi di nuovo possa tornare quella luce che per un certo tempo ti ha tolta, per tua sicurezza e per la mia gloria. Infatti, subire una simile prova è spesso a te più utile che godere stabilmente di una situazione tranquilla, secondo il tuo piacere. In verità i meriti non si valutano secondo questo criterio, che uno abbia frequenti visioni, o riceva particolari gioie interiori, o sia posto in un grado più alto. Ma piuttosto secondo questo criterio, che uno sia radicato nella vera umiltà e ripieno dell'amore divino; che ricerchi sempre soltanto e interamente di rendere gloria a Dio; che consideri se stesso un nulla; che si disprezzi veramente e preferisca perfino essere disprezzato ed umiliato dagli altri, anziché essere onorato.
DISCORSO 68 SUL CAPITOLO DEL VANGELO DI MT OVE IL SIGNORE DICE: "TI CONFESSO, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI PRUDENTI" ECC.
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaPer farsi ascoltare Ag. aveva bisogno d'un grande silenzio.
1. Come ricordate, abbiamo sentito questo passo del santo Vangelo anche ieri, domenica; ma abbiamo voluto fosse letto anche oggi per il fatto che ieri la folla, ch'era pigiata e anche alquanto turbolenta a causa della calca, non offriva facilità alla nostra voce che non riesce a farsi udire se non mediante un grande silenzio. Oggi quindi, con l'aiuto del Signore, penso si possa discutere e, nella misura delle mie limitate capacità, spiegare ciò che ieri abbiamo tralasciato; non perché ieri l'abbiamo rifiutato alla folla, ma perché a causa della debolezza della voce non siamo stati in grado di somministrarlo. Adesso dunque con la vostra attenzione aiutatemi presso Dio nostro Signore, perché conceda a noi ciò che dobbiamo dire e a voi di ascoltarlo con profitto spirituale.
Esegesi letterale del passo: confessione di lode e confessione dei peccati.
2. Il Figlio di Dio, l'unigenito del Padre, eterno Dio, uomo per noi, diventato ciò che aveva creato - poiché divenne uomo lui che aveva creato l'uomo - dice rivolto al Padre: Ti confesso, Padre, Signore del cielo e della terra 1. Padre mio, Signore del cielo e della terra, Padre di colui per mezzo del quale è stata creata ogni cosa. Poiché quando si dice: "cielo e terra", con queste due parole viene definito brevemente l'intero mondo creato; per questo il primo libro della Sacra Scrittura, In principio - dice - Dio fece il cielo e la terra 2; e: Il mio aiuto viene dal Signore che ha fatto il cielo e la terra 3. Ma col termine "cielo", s'intende tutto ciò ch'è nel cielo, e col termine "terra" tutto ciò che è sulla terra: così con queste due parti del creato non si tralascia nessuna creatura, poiché si trova nell'una o nell'altra. Il Figlio dunque dice al Padre: Ti confesso, e ci ricorda che a Dio si deve fare la "confessione" non riguardo ai soli peccati. Il più delle volte quando nelle Scritture si sente: confessate al Signore, molti di coloro che sentono, si battono il petto: essi credono che confessio non significhi se non quella che fanno di solito quelli che si pentono confessando i propri peccati e aspettando da parte di Dio ciò che si meritano, non ciò che meritano di soffrire, ma ciò ch'egli si degna di fare per sua misericordia. E se la "confessione" non fosse in rapporto alla lode, non avrebbe detto: Ti confesso (= ti lodo) Padre, Colui che non aveva alcun peccato da confessare. In un libro della Scrittura è detto anche: Confessate al Signore, e nella confessione direte così: Tutte le opere del Signore sono assai belle 4. Anche qui c'è la confessione di lode, non delle colpe. Orbene, quando lodi Dio, ti confessi a Dio; quando accusi i tuoi peccati davanti a Dio, ti confessi a Dio; ma tutto ciò si riferisce alla lode del Creatore, sia che tu dia gloria a lui, sia che tu accusi te stesso.
Chi sono i sapienti e gli intelligenti di questo mondo.
3. Orbene nessuno dubita che si riferisce a Dio il fatto che uno lo glorifichi; forse uno chiederà in qual modo è relativo alla lode di lui il fatto che uno si accusa. Ecco ciò che si può dire brevemente e può intendersi; quando uno si accusa dei peccati, dà gloria a Colui che lo ha creato senza peccato, poiché se lo avesse creato col peccato, non si accuserebbe di peccare, ma accuserebbe il Creatore. Nel dare dunque gloria a Dio v'è la lode, e l'accusarsi è anche lode che si dà a Dio: ambedue le azioni fanno parte della "confessione". Abbiamo sentito il Figlio dire: Ti confesso, Padre, Signore del cielo e della terra 5. Che cosa gli confessa? di che cosa lo loda? Perché - è detto - hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai fatte conoscere ai piccoli 6. Chi sono i sapienti e gli intelligenti? Chi i piccoli? Quali cose ha nascosto ai sapienti e agli intelligenti e ha fatto conoscere ai piccoli? Per sapienti ed intelligenti denota coloro di cui Paolo dice: Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dove l'intellettuale di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? 7. Anche adesso chiederai forse ancora chi sono costoro. Forse sono coloro che discutendo di Dio dissero delle falsità; gonfi delle loro dottrine non poterono affatto trovare e conoscere Dio. Qualcuno forse potrebbe dire che questi tali erano quelli intesi dall'apostolo Paolo che dice: Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dove l'intellettuale di questo mondo? Potrebbero essere anche costoro; si potrebbe intendere che siano anche coloro che non poterono conoscere Dio e, invece di Dio, la cui sostanza è incomprensibile e invisibile, credettero che Dio fosse l'aria, l'etere, il sole, o qualche altra creatura più sublime di tutte le altre; considerando infatti la grandezza, la bellezza, la fortezza delle creature si arrestarono a queste senza trovare il Creatore, ammirando solo le cose create. Non è fuor di proposito ammettere che siano stati intesi anche questi.
Sono da deridere meno quanti reputarono Dio le opere di Dio che quanti reputarono Dio le opere degli uomini.
4. Tuttavia, carissimi, ci stupisce maggiormente il fatto che troviamo in un passo della Sacra Scrittura biasimati anche coloro che conobbero Dio ed è biasimata la loro stoltezza ed è irrisa la falsa sapienza. Infatti quelli che attraverso le creature non conobbero il Creatore sono denunciati come colpevoli dal libro della Sapienza ove si dice: Presero per dèi, governatori del mondo, la volta stellata del cielo, il sole, la luna 8. Di questi inoltre è detto che, sebbene siano preferibili a coloro che adorarono gli idoli, e reputarono dèi le opere degli uomini e non quelle di Dio, tuttavia sono biasimati anch'essi tanto che si dice: neppure questi si devono perdonare 9. Sicuramente infatti a paragone di coloro che ritengono per dèi le opere degli uomini, sono certo migliori quelli che credono dèi le opere di Dio. Un idolo infatti è opera d'un artigiano, il sole invece è stato creato da Dio; a paragone di chi crede essere Dio l'opera d'un artigiano, è migliore chi crede Dio un'opera di Dio. Considerate tuttavia come sono dichiarati colpevoli anch'essi e come sono biasimati. D'altra parte nemmeno costoro sono degni di perdono - si dice -; se infatti furono capaci di possedere tanta scienza da rendersi conto dell'universo, come mai non trovarono più facilmente il Signore di esso? 10. Sono biasimati di aver speso il loro tempo, le loro occupazioni e le loro discussioni nello scrutare e in certo qual modo misurare il creato: indagarono il moto degli astri, la distanza tra le varie stelle, il percorso dei corpi celesti; in tal modo occupandosi di studi siffatti arrivarono a una tale conoscenza scientifica da predire le eclissi del sole e della luna, e quando le predicevano queste avvenivano nel giorno e nell'ora predetta, nella misura e nel punto dello spazio da loro preannunciati. Grande abilità! Grande capacità! Ma quando si accinsero a cercar di conoscere il Creatore, che stava non lontano da loro, non riuscirono a trovarlo; se lo avessero trovato, lo avrebbero avuto in se stessi. Rassomigliano a chi, entrato in questo edificio, si mettesse a contar le colonne, a misurare quanti cubiti è lungo, a calcolare l'altezza del tetto, la larghezza del pavimento, lo spessore delle pareti, e di tutte queste misurazioni ti riferisse il numero che tu ignorassi: tu però sapresti tuttavia da chi è stato costruito l'edificio, mentre egli non lo saprebbe e, troppo disorientato riguardo alla realtà, non penserebbe che questo edificio possa essere stato innalzato da un uomo, ma riterrebbe che queste colonne, questo tetto, queste pareti siano venute su da sé, per forza e natura propria, senza l'opera d'un artefice. Oppure attribuirebbe a qualche parte di quest'edificio tanta potenza da fargli pensare che tutte le altre parti siano state costruite da quella parte; supponiamo che tu gli dicessi: "Quest'edificio è stato edificato da un uomo", ed egli ti chiedesse: "Quale uomo? quando mai un uomo ha potuto costruire questo edificio? Tu vedi questo alto tetto? Ebbene è stato proprio esso a costruire tutte queste strutture che tu vedi sotto di esso!". Costui ti apparirebbe, non dico insensato, ma pazzo. E che cosa gli gioverebbe di calcolarti la misura di tutte le colonne e le parti di tutto l'edificio, e ti dicesse ciò che tu non sapessi? Se tu fossi una persona fornita d'una scienza migliore, sapresti chi è l'artefice di quest'edificio, poiché è più importante sapere che lo ha costruito un uomo, ch'è stato costruito secondo una disposizione razionale, da una mente fornita di ragione, che questa costruzione è stata realizzata secondo un piano che l'ha preceduta, anziché sapere di quanti cubiti sia una colonna o quante siano le colonne o quanto largo il pavimento o il tetto.
Vedi ciò che ha fatto il Creatore, ama chi l'ha fatto.
5. Credo che la Carità vostra sappia distinguere queste specie di conoscenza. Poiché la conoscenza di qualcosa d'importante non sta nel fatto di sapere che l'edificio è stato costruito da un uomo, se lo si attribuisce proprio al corpo di un uomo. Saprai una cosa importante se saprai ch'è stata costruita con un disegno, da una mente razionale nella quale l'edificio stesso esisteva prima che fosse visto dagli occhi. Prima infatti è stato fatto il disegno e poi è seguita l'esecuzione. È preceduto ciò che non avresti potuto vedere, affinché esistesse ciò che potessi vedere. Ora dunque vedi l'edificio, lodi il disegno: consideri ciò che vedi, lodi ciò che non vedi, e questo è perché ciò che non vedi è più importante di ciò che vedi. Con tutta ragione dunque e a titolo del tutto giusto sono biasimati coloro che poterono indagare i moti regolari degli astri, gli intervalli dei tempi, conoscere e predire le eclissi dei corpi celesti: a giusto titolo sono biasimati, poiché non trovarono Colui dal quale queste cose sono state create e sottoposte a un ordine, poiché trascurarono di cercarlo. Tu invece non ti preoccupare molto se ignori il corso degli astri e i rapporti matematici dei corpi celesti e terrestri; guarda la bellezza del mondo e loda il disegno del Creatore; guarda ciò che ha fatto, ama Colui che l'ha fatto. Soprattutto tieni bene a mente questo avvertimento: ama colui che l'ha fatto, poiché ha fatto a sua immagine anche te stesso in modo che tu lo possa amare. Che c'è dunque di strano se a siffatti sapienti occupati nello studio delle creature, i quali per negligenza non vollero ricercarlo e non furono in grado di trovarlo, sono state nascoste le cose di cui Cristo ha detto: Hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti 11? Più sorprendente è ciò che sentirete, che cioè sono stati biasimati anche i sapienti e gli intelligenti che han potuto conoscerlo. L'ira di Dio - è detto - si manifesta dal cielo contro ogni atto di empietà e malvagità di quegli individui che, con la loro malvagità, soffocano la verità 12. Domandi forse quale verità soffocano con la loro malvagità? Poiché ciò che si può conoscere di Dio è visibile in essi 13. In che modo è manifesto? Continua e dice: Dio infatti l'ha manifestato ad essi. Chiedi ancora di sapere in che modo lo manifestò loro, pur non avendo dato loro la Legge? In che modo, allora? In effetti sin dalla creazione del mondo le sue proprietà invisibili possono vedersi con l'intelligenza attraverso le cose da lui create 14. In questo modo dunque lo ha manifestato, perché dopo la creazione del mondo le sue proprietà invisibili possono vedersi con l'intelletto attraverso ciò ch'egli ha creato.
Il grande libro della bellezza del creato.
6. Altri, per trovare Dio, leggono un libro. È un gran libro la stessa bellezza del creato: guarda, considera, leggi il mondo superiore e quello inferiore. Dio non ha tracciato con l'inchiostro lettere per mezzo delle quali tu lo potessi conoscere. Davanti ai tuoi occhi ha posto ciò ch'egli ha creato. Perché cerchi una voce più forte? Grida verso di te il cielo e la terra: "Io sono opera di Dio". Tu leggi ciò che ha scritto Mosè. Ma che cosa lesse lo stesso Mosè, uomo destinato a vivere solo per qualche tempo, perché poi lo scrivesse? Considera con spirito di fede il cielo e la terra. Ci sono stati dunque alcuni, non simili al servo di Dio Mosè, non simili a molti Profeti che contemplavano le cose create e le comprendevano con l'aiuto dello Spirito di Dio; lo Spirito da essi attinto con la fede, aspirato con la bocca del timor di Dio e che poi manifestano e comunicano con la bocca dell'uomo interiore, ma molto differenti da quegli altri; questi ultimi attraverso la creazione poterono giungere a capire il Creatore e, del creato fatto da Dio, dire: "Ecco ciò che ha creato, governa e conserva; lui, che le ha fatte, riempie con la sua presenza queste cose da lui create". Poterono dire così: infatti li ricorda l'apostolo Paolo negli Atti degli Apostoli ove, parlando di Dio, disse: In lui infatti noi viviamo, ci muoviamo ed esistiamo; e, poiché parlava ad Atene, ove erano vissuti questi personaggi assai dotti, soggiunse: come hanno detto anche alcuni dei vostri 15 [poeti]. Non è di poca importanza ciò che hanno detto, che cioè noi viviamo in Dio, in lui ci muoviamo ed esistiamo. Come mai dunque dissimili? Perché biasimati? Di che cosa giustamente accusati? Ascolta le parole dell'Apostolo che avevo cominciato a citare: L'ira di Dio - dice - si manifesta dal cielo contro ogni atto di empietà, naturalmente di coloro che non ricevettero la Legge; contro ogni atto d'empietà e di malvagità di quegl'individui, i quali con la loro malvagità soffocano la verità. Quale verità? Poiché ciò che si può conoscere di Dio è manifesto in essi. Chi lo ha reso manifesto? Dio stesso lo ha manifestato loro. In qual modo lo ha manifestato? Da quando fu creato il mondo le proprietà invisibili di Dio, anche la sua eterna potenza e la sua natura divina possono vedersi con l'intelligenza attraverso le cose da lui create. Perché lo ha manifestato? Affinché gli uomini non abbiano alcun motivo di scusa. Se lo ha manifestato perché non abbiano alcun motivo di scusa, come mai sono dunque colpevoli? Perché, pur conoscendo Dio, non lo hanno glorificato come Dio. Che significa la tua affermazione: Non lo hanno glorificato come Dio? Vuol dire che non gli hanno nemmeno reso grazie 16. Glorificare Dio è dunque ringraziare Dio. È proprio questo: che c'è infatti di peggio se, creato a immagine di Dio, sarai ingrato a Dio che hai conosciuto? Dar gloria a Dio significa insomma rendergli grazie. I fedeli sanno bene dove e quando si dice: Rendiamo grazie a Dio nostro Signore 17. Ma chi rende grazie al Signore se non chi ha il cuore in alto presso il Signore?.
L'umiltà prepara ad accogliere la rivelazione.
7. A proposito di queste parole ci sono tra voi alcuni che le sentono ed altri che non le sentono; ma non si adirino con noi, dal momento che si distinguono da se stessi. Quei tali sono dunque colpevoli poiché sono inescusabili in quanto, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio e non gli hanno reso grazie. Ma perché? Si sono smarriti nei loro stupidi ragionamenti 18. Come mai si smarrirono, se non perché erano superbi? Anche il fumo innalzandosi verso l'alto svanisce, mentre il fuoco risplende di più e si rafforza appigliandosi più in basso. Si sono smarriti nei loro stupidi ragionamenti e la loro coscienza stolta si è oscurata. Anche il fumo, pur essendo più alto del fuoco, è oscuro. Così pure considera ciò che segue e vedi qual è il punto capitale della questione: Dicendo d'essere sapienti son diventati stolti 19. Poiché si sono arrogati le doti loro concesse da Dio, egli ha sottratto loro ciò che aveva loro donato. Egli dunque si è nascosto ai superbi, lui che s'era fatto conoscere a coloro che cercavano diligentemente di conoscere il Creatore attraverso il creato. Giustamente quindi il Signore dice: Hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti; s'è nascosto cioè sia a coloro i quali sono arrivati a compiere accurate indagini sul creato con molteplici discussioni e una ingegnosissima ricerca, ma non conobbero affatto il Creatore, sia a coloro che conobbero il Creatore ma non lo glorificarono come Dio e non gli resero grazie e non poterono vederlo perfettamente e in modo salvifico, poiché erano superbi. Hai dunque nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai fatte conoscere ai piccoli. Chi sono questi piccoli? Gli umili. Su chi - è detto - riposerà il mio spirito? Sull'umile e quieto e che teme le mie parole 20. Queste parole le temette Pietro, non Platone. Possederà il pescatore ciò che perse il famosissimo pensatore. Hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli; le hai nascoste ai superbi e le hai rivelate agli umili. Che cosa siamo dunque, per grandi che siamo? Se saremo umili, se avremo meritato d'essere annoverati tra i piccoli, meriteremo la felicità di contemplare Dio in tutta la sua bellezza. Sì, Padre, disse esultante, mosso dallo Spirito Santo (espresse con ciò la sua approvazione, il suo compiacimento, lodò che così era, lodò che così era avvenuto), sì, Padre, poiché così tu hai voluto 21.
La grazia cristiana è stata nascosta ai sapienti di quaggiù.
8. Abbiamo sentito che Cristo disse: Hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli: chi sono i sapienti e gli intelligenti, ai quali le hai nascoste e chi sono i piccoli ai quali le hai fatte conoscere? Quali sono queste cose? Quando infatti diceva: Hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai fatte conoscere ai piccoli, non voleva riferirsi al cielo e alla terra e, per così dire, li mostrava con la mano mentre diceva questa frase. Chi, in realtà, non vede queste cose? Le vedono i buoni come le vedono i cattivi, poiché Dio fa sorgere il suo sole tanto sui buoni quanto sui cattivi 22. Quali sono dunque le cose di cui dice: Le hai nascoste ai sapienti e agli intelligenti e le hai fatte conoscere ai piccoli? Quali sono, se non quelle che soggiunge di seguito e dice: Sì, Padre, perché così hai voluto? Qui egli elogia il Padre, si compiace di lui. Quali dunque sono queste cose? Il Padre ha messo tutto nelle mie mani 23. Questo dono fatto a Cristo, per cui da suo Padre è stato messo tutto nelle mani di lui, è rimasto nascosto ai sapienti di questo mondo. E la verità dell'affermazione della Scrittura: Tutto è stato messo nelle mie mani dal Padre mio, non la videro né la riconobbero non solo quelli i quali, occupati nello studio delle creature della terra e del cielo con soperchio e troppo intenso desiderio di conoscere, trascurarono di ricercare e non furono capaci di trovare il Creatore, ma nemmeno coloro che dalle creature e dalle realtà che si presentavano alla vista, cioè dalle realtà visibili, poterono giungere col pensiero a Colui dal quale sono state create. L'aveva invece compresa Mosè, l'avevano compresa i Profeti e i Patriarchi, mentre quei grandi sapienti, acuti pensatori e ricercatori, scialacquatori di eloquenza che pronunciavano discorsi con voce per così dire tonante, la ignorarono del tutto. Ecco il mistero ch'è rimasto nascosto da sempre in Dio ma che ora è stato svelato ai suoi santi 24, cioè ai suoi piccoli, dunque agli umili, sui quali riposa il suo Spirito, ai quieti che temono le sue parole: Tutte le cose - è detto - sono state messe nelle mie mani dal Padre mio.
Quanto più uno è buono, tanto più desidera vedere Dio.
9. Ma poiché tra tutte queste cose vogliamo e desideriamo ardentemente vedere Dio in persona e lo desideriamo tanto più ardentemente quanto più siamo buoni, pii, fedeli, più fortificati e saldi per il progresso dello spirito, Cristo con parole lusinghiere si rivolge proprio ai suoi piccoli, ai quali ha concesso di conoscere la sua grazia per cui nelle sue mani tutto è stato messo dal Padre, esortandoli a non affliggersi perché adesso non vedono, a sopportare la dilazione come un mezzo salutare per essere preparati a quella visione. Tutto - dice - è stato messo nelle mie mani dal Padre mio. Ma i piccoli avrebbero potuto dirgli: "Noi vogliamo vedere il Padre in persona, allo stesso modo che Filippo disse: Mostraci il Padre e questo ci basta 25". Egli avrebbe risposto press'a poco così: "So che cosa desiderate, ma siete tanto piccoli per un bene così grande: Nessuno conosce il Figlio tranne il Padre. Credevate d'avermi ormai conosciuto, mentre invece: Nessuno conosce il Figlio tranne il Padre. Come se già aveste conosciuto me, cercavate di vedere e di conoscere il Padre: E nessuno conosce il Padre, eccetto il Figlio". Ma tuttavia voi non rimarrete esclusi da questa visione, poiché soggiunge: e coloro ai quali il Figlio vorrà farlo conoscere 26. A chi vorrà il Figlio farlo conoscere, se non a coloro dei quali è detto: le hai fatte conoscere ai piccoli? Cerchiamo dunque d'essere piccoli; richiediamolo e impariamolo dal nostro grande maestro. Pur essendo una nullità, non sarai piccolo dal momento che per te è diventato piccolo Colui ch'è tanto grande? Il Padre dunque fa conoscere il Figlio a coloro che vuole e il Figlio fa conoscere il Padre a coloro ch'egli vuole. Poiché non è vero che il Figlio fa conoscere il Padre e il Padre non fa conoscere il Figlio. Abbiamo già sentito, abbiamo già letto: E nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e coloro ai quali il Figlio vorrà farlo conoscere. Sappiamo che il Figlio fa conoscere il Padre: come sappiamo che il Padre fa conoscere il Figlio? Ascolta lo stesso Figlio. Avendo Pietro affermato: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, ebbe questa risposta: Beato te, Simone, figlio di Giona, perché questa verità non te l'ha fatta conoscere né la carne né il sangue, ma il Padre mio celeste 27. Anche il Padre dunque fa conoscere il Figlio e il Figlio il Padre. In qual modo infatti conoscerai il Figlio, se non conoscerai che ha il Padre? E in qual modo conoscerai il Padre se non conoscerai che ha il Figlio? Poiché non può chiamarsi Padre se non ha il Figlio e non può dirsi Figlio se non ha il Padre. Se dunque è Padre solo perché ha il Figlio, il Padre fa conoscere il Figlio. Per il fatto stesso che in lui si riconosce la paternità, si ricerca il Figlio; se è Padre, si cerca chi è stato generato da lui; è lo stesso Cristo Dio. Se Cristo è il Figlio, si cerca da chi è stato generato: è lo stesso Dio Padre. Quando dunque fissi lo sguardo dello spirito e della fede sul Figlio, in quanto è Figlio, riconosci che, essendo Figlio, è stato generato; e così il Figlio fa conoscere il Padre. Ma a chi, se non ai piccoli?.
I nostri peccati c'impediscono di vedere Dio.
10. Perché adesso non vediamo Dio? Perché i nostri peccati ci separano da Dio. Se dunque non vediamo Dio perché i nostri peccati ci separano da Dio e a causa dei nostri peccati Dio ha distolto il suo volto da noi 28, sudando sotto il peso dei nostri peccati cerchiamo per conseguenza di ascoltarlo quando ci chiama: Venite a me, voi tutti che siete stanchi. Perché sudate inutilmente sotto i peccati? Venite a me, voi tutti che siete stanchi. Orbene, quand'è che sei stanco, se non quando desideri ciò che non è in potere di chi desidera? Hai desiderato l'oro, hai amato l'oro: con l'amarlo possiedi forse l'oro? Ma che cosa è questo? Che cos'è ciò che ami? Amandolo sei riarso dalla sete, ne vai in cerca e, trovandolo, ne sei tormentato. In realtà, prima di trovare ciò che desideri possedere, prima di ottenerlo, di averlo e di possederlo, sei infiammato dalla cupidigia; questo carnefice ti tormenta il cuore, la stessa cupidigia ti rode il cuore. Orbene, fino a quando? Fin quando non arriverai a possederlo. Ecco: ci sei arrivato. Eri infiammato di cupidigia quando volevi avere ciò che potessi possedere; ora invece hai ciò che temi di perdere. Alla cupidigia dunque non è seguita la sicurezza, ma è seguito il timore, come un carnefice a un altro carnefice. Prima d'aver qualcosa ti tormentava la sola cupidigia, dopo averlo avuto ti tormenta anche il timore. Ho detto male: "è seguito", poiché "si è aggiunto" un altro carnefice. Prima c'era la cupidigia di possedere qualcosa, adesso rimane quella di accrescerlo. Non è vero che, poiché ti è toccato in sorte quel che desideravi, è stato posto un limite alla cupidigia. Non vedi che, avendo di più, desideri di più? Quando non avevi nulla, andavi in cerca di poco, ma poiché sei divenuto ricco, le tue cupidigie non sono saziate dai beni avuti in eredità. Brami di avere ciò che non hai, temi di perdere ciò che hai: questi due carnefici ti uccidono. Almeno tra le torture, confessa al tuo Dio [la tua miseria]: ascolta lui che ti chiama; pensa a ciò che ti offre, perché si allontanino i carnefici; ascolta lui che dice: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi. Siete affaticati da avversi e strazianti colpi del mondo, e siete oppressi da carichi penosi: Io vi farò riposare 29. Errando liberi attraverso luoghi scoscesi correvate incontro alla vostra rovina: Prendete su di voi il mio giogo. Eravate irritati per la cupidigia e la difficoltà di possedere, e vi comportavate da superbi a causa dei vani successi dei vostri affari; contro l'asprezza e contro l'orgoglio imparate da me che sono mite e umile di cuore 30. Non paragonatevi gli uni con gli altri e non abbiate lo spirito di superbia tra voi.
Per essere felici bisogna imparare l'umiltà di Cristo.
11. Qualcuno dirà: "E che c'è, se desidero avere dei beni? Oh se io li avessi! Dammi, Dio, beni da possedere. Ecco, il mio vicino possiede ciò che io non possiedo, viene salutato ma non saluta, lo saluto di nuovo ma non saluta. Concedimi delle sostanze, o Dio". Se quel tale ti dispiace, perché vuoi essere come lui? Egli dice: "Io gli rendo il saluto, egli invece non me lo rende", ma desidera essere ciò che condanna. "Ma io - dice l'altro - quando sarò ricco, non solo renderò il saluto ma sarò anche il primo a salutare". Tu ti abbassi, spinto dalla cupidigia d'avere delle sostanze, ma ti conosce meglio chi ti ha creato: provvede meglio a te Colui che, anche se glielo chiedi, non ti concede ciò che non ti giova. Senza dubbio anche se tu avrai sostanze, poiché credi che le possederai giustamente, ne farai buon uso, le amministrerai col timor di Dio: anche se tu avrai delle ricchezze, tu avrai paura delle fatiche e della povertà. Desideri essere felice? Va' da Colui che proclama: Io vi farò riposare. Soltanto è necessario che tu impari ciò che dice: Imparate da me che sono mite ed umile di cuore. Tu guardi il tuo vicino ricco, proprietario, orgoglioso: osservandolo ed emulandolo tu sarai superbo; sarai umile solo se darai ascolto a Colui che per te è diventato umile. Impara da Cristo ciò che non impari dall'uomo: in lui risiede la regola dell'umiltà. Chi si avvicina a lui prima viene formato mediante l'umiltà perché sia onorato nell'esaltazione. Qual era il suo aspetto? Egli, pur essendo Dio per natura, non stimò una usurpazione il suo essere uguale a Dio, ma annichilò se stesso prendendo la natura di servo divenendo simile agli uomini e per la sua condizione fu riconosciuto quale uomo; umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte su una croce 31. La Scrittura fa affermazioni tanto solenni ma non avrebbe determinato la misura dell'umiltà, se non avesse aggiunto: e alla morte su una croce. Questo genere di morte comportava tra i giudei un grande oltraggio. Cristo si sottopose al supplizio che conteneva un gran disonore, per dare il premio a coloro che non si sarebbero vergognati della stessa umiliazione. Fin dove è arrivato per amputare il tuo orgoglio? Fino al disonore della croce!.
Quanto è leggero il carico di Cristo!
12. Ma forse è piccolo solo apparentemente? Egli ch'era Dio per natura. Ma rifletti: quando mai tu hai auto la natura divina? Eppure ti vergogni di abbassarti, tu, per il quale si è abbassata la natura di Dio? Imparate - dice - da me. Forse voi non avete appreso da chi dovevate imparare il fondamento così importante della vostra alta dignità: Da me - dice - imparate che sono mite ed umile di cuore, e troverete riposo per le vostre anime 32. Voi con i vostri desideri cercate senza dubbio il riposo; in effetti, mentre voi cercate, siete senza pace per essere una buona volta in pace appena trovate ciò che cercate. Ma voi pensando così siete in errore; trovando ciò che cercate contro il vostro bene, sarete ancora più agitati. Imparate da me che sono mite ed umile di cuore, e troverete riposo per le vostre anime, poiché il mio giogo è leggero 33. Avevi paura d'essere legato? Il mio giogo è delicato, è dolce; se temevi d'esser legato, desidera d'essere allietato. Non vedete che anche nei corpi di coloro i quali vanno in cerca di beni umani e che desiderano piaceri temporali, ci sono dei legami di cui gli uomini si compiacciono? Quanto è difficile che costoro permettano d'esserne sciolti! Chi ha una collana, si compiace della collana distorta dalla cupidigia. Ma tu pensi forse che il giogo di Cristo ti strangolerà? Non aver paura, prendilo: è delicato; esso frena la sciagurata libertà, non produce alcuna angustia. E il mio carico è leggero 34. Non credere ch'io non t'imporrò alcun peso; se tu sarai un mio giumento - così ti dice il tuo Signore - anch'io ti porrò sulle spalle il mio carico, ma non aver paura: esso e leggero, non ti opprimerà ma ti solleverà, non sarà per te un onere ma un onore. Non è però così leggero, sebbene non sia molto pesante; è come i piccoli pesi che quando sono portati, fanno dire a chi li porta: "È un carico leggero"; tuttavia anche un carico leggero ha un certo peso, anche se non grave. Il carico di Cristo invece è tanto leggero che solleva; non sarai schiacciato con esso o da esso, ma senza di esso non ti solleverai. Devi considerare che questo carico è per te come per gli uccelli è il peso delle ali; se gli uccelli avranno il peso delle ali, si alzeranno a volo, ma se saranno loro tolte le ali, rimarranno a terra. In realtà che c'è di pesante per chi ama? Non vediamo forse - per tralasciare innumerevoli casi da cui è travagliato e oppresso il genere umano - quanto si affatichi chi ha la passione della caccia? Quante fatiche deve sopportare, quale calura l'estate, quale freddo l'inverno, quali fitte boscaglie, quali difficoltà nei sentieri, quali difficoltà attraverso i monti? L'amore tuttavia rende non solo tollerabili tutte queste fatiche, ma perfino dolci: tanto dolci che, se a quello si vietasse d'andare a caccia, allora si angustierebbe, soffrirebbe un orribile dolore dell'animo; non sopporterebbe il riposo. Si sopportano tante fatiche per raggiungere un cinghiale, ma difficilmente si soffre per giungere a Dio!.
Il carico di Cristo è la carità.
13. Ciò dunque disse Cristo. Ogni volta che sentite: Il mio carico è leggero, non dovete pensare alle sofferenze patite dai martiri e dire tra voi stessi: "In qual modo è leggero il carico di Cristo?". Hanno confessato la loro fede in Cristo degli uomini e hanno sopportato tanti patimenti; han confessato la loro fede in Cristo ragazzi e ragazze, il sesso forte e il sesso debole, i maggiorenni e i minorenni, tutti meritarono di confessare la loro fede ed essere premiati. Immagino che non soffrirono. Perché non soffrirono? Perché sopportarono tutte le torture mediante la carità. È essa il carico di Cristo ch'egli si degna di imporci: esso si chiama carità, si dice carità, si chiama amore. Animato da essa ti sarà facile tutto ciò che prima era assai faticoso; sorretto da essa ti sarà leggero tutto ciò che giudicavi pesante. Prendi questo carico; non ti opprimerà, ti solleverà, sarà per te come le ali; prima di averle grida verso Colui che ti chiama: Chi mi darà ali come quelle della colomba? 35 - non come quelle d'un corvo, ma d'una colomba - e io volerò. E come se tu chiedessi: "Perché?". E io riposerò 36. Grazie dunque a quel carico troverete riposo per le anime vostre. Accogliete questo carico, queste ali, e se avete cominciato ad averle, fatele crescere. Queste ali raggiungano tanta capacità per cui possiate volare. Un'ala è: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente 37. Ma non rimanere attaccato a un'ala sola, poiché se credi di averne una, non hai neppure quella. Amerai il prossimo come te stesso 38. Poiché se non ami tuo fratello che vedi, come potrai amare Dio che non vedi 39? Aggiungi anche un'altra ala; in tal modo potrai volare, così estirperai la cupidigia delle cose terrene e potrai porre stabilmente la carità nei beni celesti. In quanto ti appoggerai a queste due ali, frattanto avrai il tuo cuore in alto, affinché il cuore, tenuto in alto, a suo tempo trascini in alto anche il tuo corpo. Non devi nemmeno credere che avere tutte le penne ti sia difficile: di questo amore veramente si possono cercare nelle Sacre Scritture molteplici precetti che potranno essere meditati da chi legge e da chi ascolta, ma tutta la Legge e i Profeti si compendiano in questi due precetti 40.
1 - Mt 11, 25.
2 - Gn 1, 1.
3 - Sal 120, 2.
4 - Sir 39, 20-21.
5 - Mt 11, 25.
6 - Mt 11, 25.
7 - 1 Cor 1, 20.
8 - Sap 13, 2.
9 - Sap 13, 8.
10 - Sap 13, 9.
11 - Mt 11, 25.
12 - Rm 1, 18.
13 - Rm 1, 19.
14 - Rm 1, 20.
15 - At 17, 28.
16 - Rm 1, 20-21.
17 - Can. M., praef.
18 - Rm 1, 20-21.
19 - Rm 1, 21-22.
20 - Is 66, 2.
21 - Mt 11, 26.
22 - Mt 5, 45.
23 - Mt 11, 27.
24 - Col 1, 26.
25 - Gv 14, 8.
26 - Mt 11, 27.
27 - Mt 16, 17.
28 - Cf. Is 59, 2.
29 - Mt 11, 28.
30 - Mt 11, 29.
31 - Fil 2, 6-8.
32 - Mt 11, 29.
33 - Mt 11, 30.
34 - Mt 11, 30.
35 - Sal 54, 7.
36 - Sal 54, 7.
37 - Mt 22, 37.
38 - Mt 22, 39.
39 - Cf. 1 Gv 4, 20.
40 - Mt 22, 40.
Il misterioso quaderno dei sogni (il suo diario)
Sant'Anna Schaffer - Sant'Anna Schaffer
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"IL
DOLORE E’ STATO CREATO PER SUPPLIRE LE DEBOLEZZE DELL'AMORE. SI DIVIENE
MIGLIORI SOFFRENDO. IL DOLORE E IL PIÙ GRANDE ARTEFICE DELLA PERFEZIONE
DELLE ANIME. " (FRANCESCO BERSINI )
PRESENTAZIONE
L'abilità di un medico sta nel trovare i rimedi ai mali dei suoi pazienti.
I tempi sono come gli uomini: si ammalano di questo o di quel male e spesso di molti mali contemporaneamente.
E il buon Dio (laureato in medicina nell'università del Paradiso e specializzato in "medicina interna", in "medicina profonda" e in "medicina sociale") è il solo che conosce e sa applicare i rimedi ai mali di ogni tempo.
Quali sono i mali di questo nostro secolo che ormai sta morendo? Sono tanti, troppi, forse tutti i mali possibili!
Un giorno Gesù, parlando del suo ritorno alla fine dei tempi disse: "Quando tornerò, troverò ancora la fede sulla terra?" (cfr.: Lc 18, 8).
Una domanda inquietante che ci lascia preoccupati; ...preoccupati, amareggiati, ma non sorpresi. Infatti ci sono già sotto gli occhi di tutti molti e gravi segni del declino della fede. Se in epoche passate erano i cristiani a convertire il mondo, oggi è il mondo a convertire i cristiani. Ormai, tra quelli che portano il nome di Cristo la fede sta diventando merce sempre più rara.
Dicevo che, forse, il nostro tempo è ammalato di tutti i mali possibili. Quando si spegne la fede, si fa buio sul mondo e nelle tenebre create dal folle orgoglio dell'uomo che non vuol più saperne di Dio, tutti i mali diventano possibili.
È proprio allora che c'è bisogno delle cure più radicali.
Quando il tempo è malato di incredulità, Dio tenta di curarlo inviando uomini e donne stracolmi di fede, fino a giocarsi tutto per Lui. Anna Schifffer è una di questi!
Quando il tempo è malato di troppa attenzione alle cose di quaggiù, Dio tenta di curarlo inviando uomini e donne estremamente attenti alle cose di lassù. Anna Schliffer è una di questi!
Quando il tempo è malato di egoismo, Dio tenta di curarlo inviando uomini e donne che si nutrono solo di amore (quello più vero, quello più grande) e lo irradiano intorno a loro. Anna ScUffer è una di questi!
Quando il tempo è malato di un'ingordigia mai sazia di godere, Dio tenta di curarlo inviando uomini e donne che, come Cristo, non sono mai sazi di soffrire. Anna Schaffer è una di questi!
Quando il tempo è malato fino alle radici e marcisce nella melma del peccato, Dio tenta di guarirlo inviando uomini e donne che, come angeli, sono stracolmi di grazia. Anna Schdffer è una di questi!
Quando il tempo, per non voler mai soffrire, si condanna a soffrire anche nei piaceri, Dio tenta di curarlo inviando uomini e donne che gioiscono anche nel dolore. Anna Schdffer è una di questi!
Quando il tempo è così malato che premia Satana con un diluvio di peccati, Dio tenta di guarirlo inviando uomini e donne che sono colpiti da Satana per la loro fedeltà. Anna Schdffer è una di questi!
Quando il tempo è malato di non-senso e l'uomo non sa neanche perché vive, Dio tenta di guarirlo inviando uomini e donne che sanno anche perché si muore. Anna Schaffer è una di questi!
Quando il tempo è malato di estrema superficialità, Dio tenta di guarirlo inviando uomini e donne che sanno vivere solo nelle profondità dello spirito. Anna Schdffer è una di questi!
Sì, Anna Schdffer è tutto questo e molto di più. È un dono di Dio al mondo, un dono di Dio al nostro tempo senza Dio!
A una "generazione incredula e perversa" (cfr.: At 2,40) per la quale Dio conta meno di niente, Anna Schhfer ricorda che per noi, per tutti noi, Dio non può essere qualcosa di meno del TUTTO!
Anna Schdffer e le altre anime vittime che, come lei, per amore hanno consegnato la loro vita in mano al dolore, sono la medicina più efficace che Dio usa contro i mali del mondo e in particolare del nostro tempo.
Il mondo considera queste creature le persone più inutili e assurde e non sa quanto deve a questi "Cristi" crocifissi per amore, a questi riflessi di paradiso inviati sulla terra.
Queste pagine ci aprono il sipario di un'anima totalmente plasmata da Dio. Gettare uno sguardo in questi abissi di grazia, di amore e di dolore, può servire ad arare i nostri cuori induriti dalla mediocrità, dalla freddezza o dal tradimento.
Anna Schdffer... un dono che il Signore ha fatto anche a te, perché tu diventi migliore di quello che sei. Pensaci! Don Enzo Boninsegna Verona, 7 aprile 1996 Pasqua di Risurrezione
INTRODUZIONE
Il 3 agosto 1975 un amico sacerdote (Ludwig Fischl), anziano e malato, mi scrisse: "Mi sta molto a cuore la pubblicazione de “Il Quaderno dei sogni” di Anna Schaffer; io ho ricopiato e riordinato i suoi scritti (35 facciate). Carissimo confratello, vedrai che questo scritto farà molto scalpore e servirà a far conoscere questa creatura meravigliosa. Qui ci troviamo di fronte al soprannaturale, sia da parte del Cielo, come da parte dell'inferno. Questo scritto è un dono di Dio al nostro tempo disorientato.
Qualche tempo dopo mi giunse dallo stesso sacerdote un'altra lettera: "La mia speranza di poter fare ancora qualcosa per “Il Quaderno dei sogni” di Anna Schaffer la devo definitivamente seppellire. Soltanto con molta fatica riesco a scrivere qualcosa a macchina, ma non posso più leggere molto. Le mie forze fisiche e soprattutto i miei occhi non mi permettono più di portare a termine questo lavoro che mi sta tanto a cuore. Tuttavia, voglio fare qualcosa per Anna. Ti prego pertanto di assumerti tu l'incarico e, se le tue forze ancora te lo permettono, di dare alla luce questo libretto. Io non posso far altro, ormai per me... “si fa sera”.
Letti i quaderni di Anna con profonda commozione, li deposi ai piedi della Madonna e chiesi a Lei di provvedere.
Poi telefonai al Vescovo di Ratisbona, Mons. Graber, per avere la sua benedizione. Mons. Graber conosceva bene Anna: è stato in pellegrinaggio alla sua tomba quattro volte. Una volta, davanti a 5.000 persone tenne un commovente discorso. Parlando delle eroiche sofferenze di Anna, ne citò alcune parole: “Io ho accettato tutto con amore e fedeltà... tutto per Te, Sacro Cuore di Gesù. Mio Dio, io ti ringrazio per ogni ora di sofferenza”: "Per amore di verità, non si può ignorare - proseguì Mons. Graber - che le acutissime sofferenze corporali e spirituali, che la tormentarono per 25 anni, furono rese più sopportabili dalle intime gioie dell'anima che le furono concesse dal Salvatore, dalla Madre di Dio, dagli Angeli e dai Santi. Dolori esteriori e intime gioie hanno tenuto in equilibrio la bilancia di Anna. E non potrebbe essere diversamente! Nessuna persona potrebbe sopportare per così lungo tempo solo dolore e ancora dolore! Con questa celebrazione Eucaristica, diremo grazie a Dio per averci donato, in questi tempi difficili, l'esempio di questa giovane eroica. E chiederemo al Signore di elevare agli onori degli altari quest'anima pura e di concederci, per la sua intercessione, di non dimenticare che anche noi possiamo arrivare alla gloria solo attraverso la passione di Cristo e la sua Croce."
Anche il Vescovo Ausiliare Mons. Guggenberger, presidente della Commissione che conduce il processo informativo per la beatificazione di Anna Schaffer, benedice questa pubblicazione.
Solo per obbedienza al suo Padre spirituale Anna buttò giù il resoconto di questi "sogni" e non di sua iniziativa: l'umiltà glielo avrebbe impedito. Lo stesso Parroco Rieger venne a conoscenza di queste annotazioni solo dopo la morte di Anna. La barriera che separa la terra dal Cielo, fal di qua dall'aldilà fu tante volte rimossa per lei dal Signore, perché potesse spingere lo sguardo nel mondo della gloria, a suo e nostro vantaggio.
Questo avveniva spesso nel sogno... un mezzo come altri di cui Dio può servirsi per far conoscere i suoi disegni o per dare qualche anticipo della gioia che ha preparato per chi lo ama.
La Bibbia testimonia che il Signore ha parlato in sogno a Giuseppe, figlio di Giacobbe, e con quei messaggi dati in sogno lo ha portato alla libertà e ha costruito la sua grandezza.
Ancora più noti sono i sogni con cui il Signore Dio ha parlato a Giuseppe, lo Sposo di Maria, per svelargli l'Incarnazione di suo Figlio e per suggerirgli le strategie necessarie per salvare da Erode il piccolo Gesù.
E più vicino a noi... San Giovanni Bosco. Questo Santo sacerdote educatore ha avuto, fin da bambino, dei messaggi dall'aldilà attraverso i sogni e furono proprio questi sogni a indicargli la strada da prendere e a manifestargli cose future.
Per umiltà, Anna chiama "sogni" le sue visioni mistiche. Ma saranno stati soltanto "sogni"? In molti casi certamente, ma almeno in qualche caso si è trattato di visioni avute da sveglia, in piena lucidità di coscienza, come il primo fatto narrato: la visita che Gesù le ha fatto e molti attacchi subiti da parte del demonio.
In questo libretto abbiamo aggiunto altre annotazioni che non sono contenute ne “Il Quaderno dei sogni”; ma che sono riportate dalla sorella Kathi o da altre persone amiche.
Anna, grande mistica dei nostri tempi, è vissuta in Germania sul finire del secolo scorso (è nata nel 1882) e nella prima parte del nostro secolo (è morta nel 1925). Una vita, la sua, lievitata dalla grazia, una vita breve ma intensa che il Signore ha plasmato secondo il suo Cuore per parlare al nostro tempo materialista e corrotto.
Spesso ai visitatori di Anna è stato possibile vedere il suo volto luminoso dopo aver ricevuto la Santa Comunione. Quello splendore sovrumano era solo un pallido riflesso dello splendore di Colui che ha detto: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8, 12).
I "sogni" di Anna sono perle preziose della letteratura ascetico-mistica, doni che il Cielo ha offerto a lei per il bene di tutti..
La grandezza di Anna non sta comunque in queste rivelazioni che ha avuto dal Cielo, ma nella sua fede immensa e in ciò che lei ha dato al Signore come risposta di amore. Il Vangelo infatti proclama "beati" non quelli che vedono, ma quelli che credono (cfr.: Gv 20, 29).
Possa la lettura de “Il Quaderno dei sogni” risvegliare il "santo" che si nasconde in ognuno di noi; possa ravvivare la nostra fede, risvegliare il nostro amore, consolidare la nostra speranza e rendere bruciante in ognuno la nostalgia di Dio, il desiderio di essere totalmente suoi, già in questa vita, perché Egli possa essere totalmente nostro per tutta l'eternità.
Alfons Weigl
1 - ANNA, UNA PREDILETTA DI GESÙ LE APPARE IL BUON PASTORE
Nel giugno del 1898 ebbi un sogno eccezionale. Lo descrivo come un sogno perché, per il momento, non saprei che altro nome dargli.
Non ero ancora coricata e la luna splendeva nella mia stanza. Verso le dieci recitai le preghiere della sera. Appena finito, improvvisamente, si fece buio nella camera ed io mi spaventai. Poi, sempre improvvisamente, divenne tutto luminoso e davanti a me vidi una "Figura" vestita con una tunica azzurra ed una toga rossa sopra, come certe immagini di Gesù Buon Pastore. La "Figura" teneva in mano un rosario e mi parlò di questa preghiera; mi disse anche che avrei dovuto patire molto, sia prima di arrivare ai vent'anni, sia poi, per molto tempo. Subito dopo, quel Personaggio sparì ed io ero talmente agitata per la paura da non riuscire a ricordare quasi nulla di quanto avevo sentito. Poi la luna ritornò a illuminare con la sua pallida luce la mia stanzetta, ma per quasi tutta la notte non potei dormire: avevo sempre davanti quel volto.
Quando successero queste cose, io avevo sedici anni. Due anni dopo, a diciotto anni, ebbi un infortunio, proprio come aveva predetto quel Personaggio della visione. Si è dunque verificato quanto mi era stato predetto: prima di arrivare ai vent'anni avevo già sofferto molto (Vedi: Nota 1).
Nota 1- Questo fatto è tutt'altro che un sogno. La stessa Anna parla di una "visita", quindi di una visione che non porrà più dimenticare per tutta la vita. Il giorno dopo, come racconta la sorella Kathi, Anna lasciò il suo posto di lavoro a Landstat e nonostante l'insistenza della madre, mar volle più tornarci.
Più tardi ella comprese chiaramente che il Buon Pastore, l'aveva così chiamata sulla via della Croce. Questa sofferenza riparatrice iniziò proprio quando, a diciotto anni, Anna cadde nell'acqua bollente.
Ancora oggi quel volto (scrive Anna dopo molto tempo) è chiaramente impresso nella mia memoria, come se quel "sogno" fosse successo ieri.
IL SACRO CUORE DI GESÙ, MIA DIFESA E MIA FORZA
In un periodo di grande sofferenza per me, caddi anche ammalata. Un giorno feci questo sogno che mi diede paura e conforto insieme.
Con indosso una bellissima veste bianca, camminavo con grande leggerezza, perché ero morta, e quindi senza il peso del corpo. Non sentivo più alcun dolore. Ero felice di essere stata liberata dal mondo e una gioia indescrivibile mi rallegrava il cuore mentre dall'alto guardavo giù, verso questa misera terra. Ad un certo punto vidi davanti a me una montagna molto alta sulla quale avrei dovuto salire. Quando vi arrivai vicino, ecco un drago spaventosamente grande comparirmi davanti per impedirmi di proseguire il cammino. Spalancò le fauci come se volesse inghiottirmi ed io fui presa da così grande angoscia che quasi svenni. Presto però venne in mio soccorso una forza invisibile che mi trasportò oltre il drago e così potei scalare la montagna senza alcuna fatica.
Arrivata alla sommità, vidi una scala molto alta, tutta dorata; ad ogni scalino che salivo, aumentava la mia felicità e ringraziavo il Signore; benedivo il fatto di aver tanto sofferto sulla terra. Arrivata a metà della scala, una forca sconosciuta voleva impedirmi di salire tirandomi violentemente indietro, tanto che credetti di precipitare giù nell'abisso, a sinistra della scala. Nuovamente angosciata, invocai tre volte il santo Nome di Gesù; alla terza invocazione il Signore mi apparve con le braccia aperte e dal suo santissimo Cuore uscì una luce così splendente che, per la gioia e la beatitudine che mi invase, avrei potuto morirne.
In quell'istante mi svegliai e mi trovai di nuovo nel mio letto di sofferenza. Ringraziai allora mille volte il santissimo Cuore di Gesù per la protezione e l'aiuto che mi dava in tanto dolore. Non pensai più ad altro se non che ormai ero vicina alla morte. Questo pensiero mi dava un'intima gioia, per il ricordo della beatitudine provata nel sogno.
Poter vedere il santissimo Cuore di Gesù così splendente fu sicuramente un grande conforto che mi diede la forza di poter ancora soffrire volentieri secondo i misteriosi e santi disegni di Dio.
"Santissimo Cuore di Gesù, io confido in te!"
IL SACRO CUORE DI GESÙ E I PECCATORI
Il 16 agosto 1918 feci questo sogno.
Mi trovavo in una chiesa e stavo pregando in ginocchio davanti al tabemacolo quando, ad un tratto, vidi sull'altare un Cuore circondato di spine che si librava in aria. Dal Cuore cadevano in un calice, posto sull'altare, innumerevoli gocce di Sangue, ed una voce disse: "Ecco come viene profanato il prezioso Sangue del Salvatore! Offri le tue sofferenze e prega per la conversione dei peccatori!". Non so chi abbia detto queste parole, perché io sentii solo la voce che le pronunciava.
Risposi: "Mio Gesù, ti chiedo perdono per tutte le anime dei peccatori! Sacratissimo Cuore di Gesù, donami tante anime, specialmente quelle che, essendo in procinto di cadere nell'abisso, hanno maggiormente bisogno della tua grazia".
IL BAMBINO GESÙ IN UN GIARDINO DI GIGLI
Un giorno sognai di camminare in un bellissimo giardino pieno di rose e di altri fiori. In mezzo a questo giardino vidi un Bambino bellissimo di circa nove anni. Mi avvicinai e vidi che era il Bambino Gesù. Tutto attorno a Lui c'erano dei gigli bianchi. Egli mi condusse su un altro tappeto di fiori e qui vidi cinque gigli rossi. Il caro Bambino Gesù mi disse che io avrei ricevuto un giglio bianco e uno rosso (Vedi: Nota 2).
Nota 2 – Il giglio bianco rappresentala purezza, quello rosso il martirio, inteso come morte violenta o come offerta volontaria della sofferenza.
Gli dissi: "Finora non avevo mai visto dei gigli rossi", e il Bambino mi rispose: "I cinque gigli rossi rappresentano le mie cinque piaghe e sono nutriti dal mio preziosissimo Sangue". Egli prese allora uno di quei gigli, lo piegò e dal calice di quel fiore usci del Sangue; anche dagli altri gigli uscivano gocce di Sangue in abbondanza.
Stare in quel giardino mi riempiva il cuore di una gioia indescrivibile.
"O caro Gesù Bambino, io sono tua nella vita, nel dolore e nella morte!"
LE SANTE FERITE DI GESÙ
Il 5 marzo 1919, mercoledì delle Ceneri, feci questo sogno.
Un Giovane vestito tutto di bianco mi si avvicinò, mi mostrò le mani e mi chiese di fasciargliele perché erano ferite. Mi spaventai molto vedendo che erano trapassate da una parte all'altra. Nello stesso istante da quelle ferite uscì una luce splendente e meravigliosa e così pure dal volto e dal corpo di quel Giovane: sembrava trasparente come un cristallo; e in questo fulgore sparì. "O mio caro Gesù, più bello del sole, più chiaro della luna, più splendente delle stelle, abbi pietà di me, povera peccatrice."
IL SALVATORE LA FA PASSARE OLTRE LE SPINE
Il 16 giugno 1919, nell'ottava del Corpus Domini, feci questo sogno. Sognai che avevo un vestito bianco e una corona sul capo; stavo entrando in una grande chiesa per ricevere la santa Comunione. La corsia centrale di quella chiesa era coperta di spine ed era così lunga che non ne vedevo la fine. Essendo a piedi nudi riuscivo ad avanzare solo molto faticosamente. Arrivata circa a metà, cominciò a risuonare una musica talmente dolce e meravigliosa che non posso descriverla. Nello stesso istante apparve davanti a me il Salvatore e mi sorrise. Mi prese per mano e in un attimo mi trovai oltre le spine. Mi condusse davanti al tabemacolo e qui scomparve in un indescrivibile splendore. Anche la musica cessò. Arrivò poi un sacerdote e potei ricevere la santa Comunione. Molte altre volte feci questo sogno.
"Sacratissimo Cuore di Gesù, ti ringrazio!"
GESÙ IN PRIGIONE
Il 25 novembre 1919 in sogno vidi Gesù in prigione legato con pesanti catene (Vedi: Nota 3) ed io rimasi a lungo in ginocchio a pregare.
Nota 3 -Anna, vedendo Gesù in prigione e legato da catene, è spinta da una amorosa adorazione e si sente spronata ad affrontare nuove sofferenze.
LA CORONA DA SPOSA
Il giorno di Pasqua, nel 1921, sognai il mio dolce Salvatore: mi diede una corona di mirto e mi invitò ad andare con Lui. Mi condusse in una sala meravigliosa, mai vista prima, piena di fiori bellissimi; una musica incantevole si diffondeva nell'aria e infondeva nel cuore una beatitudine indescrivibile.
GESÙ SUL MONTE CALVARIO
Il sabato santo del 15 aprile 1922 sognai di trovarmi sul monte Calvario. Mi trovavo proprio sul posto dove era stata issata la Croce che però nel sogno non vidi. Vi erano anche molti angeli adoranti in ginocchio. La terra era tutta bagnata, io ne presi una manciata e vidi scendere del Sangue. Restai in preghiera e in adorazione fino a quando non mi svegliai.
"O Volto tanto degno di essere adorato nelle tremende cadute sotto la Croce, coperto di Sangue e di sputi, abbi pietà di me, povera peccatrice."
SUL MIO CUSCINO
Il 21 gennaio 1923 sognai che sul mio cuscino ci fossero impresse nove immagini del caro Salvatore. Tutto il cuscino ne era pieno. Rappresentavano alcuni episodi della vita di Gesù: dalla sua fanciullezza trascorsa accanto alla sua SS. Madre, fino al tremendo momento della salita al Calvario. Nel basso, in mezzo, c'erano tre immagini di Gesù con la pesante Croce e la corona di spine. Da queste immagini il Salvatore mi guardava pieno di compassione e mi disse: "La mia Croce sia il tuo letto e il tuo luogo di riposo e la mia corona di spine sia il cuscino per il tuo capo, per ulteriori dolori" (Vedi: Nota 4).
Nota 4 - Con questa visione Anna viene Introdotta nel cuore della mistica, nella compartecipazione alla passione di Gesù.
2 - ANNA E L'EUCARISTIA
Già da viva, ma ancor più dopo la morte, Anna è stata una predicatrice entusiasta dell'Eucaristia, specialmente attraverso la diffusione dei suoi scritti che ci parlano del suo amore e della sua quotidiana adorazione al Santissimo Sacramento, della sua mistica partecipazione alla Santa Messa, delle sue Comunioni e della sua intima e continua unione con Gesù Eucaristico. "Dio ha scelto ciò che è debole e infermo per confondere i sapienti e i forti." (cfr.: 1 Cor 1,28).
Spesso Anna ha ricevuto la Comunione in sogno, specialmente quando il sacerdote non poteva portarle Gesù Eucaristia. Gesù non ha voluto lasciare nella “fame” di Lui quest'anitra tanto innamorata e così abbandonata al suo amore. Anna teneva sempre spalancata la porta del suo cuore perché Gesù potesse entrare in lei in ogni momento.
Ringraziamo il Signore di aver plasmato un cuore come quello di Anna, così assetato di Dio. Tutte queste visioni ed esperienze eucaristiche, che ci testimoniano l'adorazione e l'amore di Anna per la Santissima Eucaristia, sono un grande dono dell'Altissimo al nostro tempo, superficiale o indifferente e incredulo verso il Santissimo Sacramento.
ANNA PREDICA L'EUCARISTIA
Una volta sognai di trovarmi molto lontana, in paesi pagani, in un posto di missione e lì entrai in una bellissima chiesa nella quale era esposto solennemente il Santissimo Sacramento.
In chiesa non c'era nessuno; mi misi quindi molto vicina all'altare, davanti al Santissimo e adorai il caro Gesù. Pregai a lungo, ma non venne nessuno. Ad un tratto mi alzai e cominciai a predicare; in pochi istanti la chiesa si riempì di gente e tra queste persone ce n'erano alcune che conoscevo. Al sentirmi predicare in quel modo, arrossirono in volto. Per un'ora intera parlai, davanti al Santissimo Sacramento, dell'amore di Gesù per noi, poveri pellegrini sulla terra. Potei predicare con grande facilità di parola, come se qualcuno mi mettesse sulle labbra le parole da dire. Poi arrivò un Padre missionario e disse: "Signore, grazie per questa fiducia in Dio! ". Sempre nel sogno, mi spaventai nel sentire ciò che disse il Padre, perché mi venne in mente che io, non essendo sacerdote, non potevo predicare; fui quindi felice di svegliarmi e di trovanni nuovamente nel mio letto di inferma.
LA SANTA OSTIA SI INNALZA
Il venerdì santo del 1917 sognai di trovarmi in una chiesa col vivissimo desiderio di ricevere la Santa Comunione.
Mentre il sacerdote teneva in mano la Santissima Ostia, questa partì dalle sue mani e si librò alta e libera, in aria. Emanava una luce abbagliante, in un alone simile ad una nuvola e dopo alcuni istanti ritornò sulla patena dei sacerdote e la potei ricevere nel mio povero cuore.
"O Gesù beato, io ti cerco e ti credo realmente presente nella Santissima Eucaristia."
RICEVE LA SANTA COMUNIONE IN SOGNO
Il 17 maggio 1917, festa dell'Ascensione di Gesù al cielo, sognai di trovarmi davanti al Santissimo Sacramento in attesa di ricevere la Santa Comunione. Il primo giugno dello stesso anno sognai di essere in chiesa. Stavo assistendo alla Santa Messa ed ero vicinissima all'altare. Al momento della Consacrazione, all'improvviso, vidi la Madonna addolorata e San Giovanni, alla destra e alla sinistra del sacerdote. L'apostolo prediletto da Gesù mi rivolse uno sguardo che non potrei mai descrivere.
Spesso posso ricevere la Santa Comunione in sogno, specialmente nei giorni in cui non posso comunicarmi perché il Parroco è assente.
ANGELI IN ADORAZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO
Il 31 agosto 1918 sognai di essere in una grande chiesa nella quale era esposto solennemente il Santissimo Sacramento. Era circondato da moltissimi ceri. Furono cantati i quattro Vangeli con grande solennità; al quarto Vangelo vidi improvvisamente una innumerevole quantità di Angeli che aleggiavano attorno al Santissimo: due di loro, di una bellezza indescrivibile, stavano in ginocchio, uno a destra e l'altro a sinistra del Santissimo, con così tanta devozione e rispetto che io ne fui edificata e toccata nel mio intimo, tanto che credevo di svenire. Per lo splendore del Santissimo e dei due Angeli, sembrava uscire da loro una luce simile ad una nube di fuoco e ad ogni momento mi pareva di morire di gioia.
Questa visione durò per più di un'ora.
Molte altre volte ebbi visioni del Santissimo Sacramento e sempre Lo vedevo circondato da un numero indefinito di fiori di ogni colore.
"Sia lodato in eterno il Santissimo Sacramento!"
GIGLI PER IL SANTISSIMO SACRAMENTO
Nella festa dell'Epifania del 1919 sognai che veniva celebrata la Santa Messa nella mia stanza di ammalata.
Il 19 febbraio 1919 sognai di portare davanti al Santissimo due bei mazzi di gigli ed ero molto contenta di poter onorare il Salvatore Gesù con quei bellissimi fiori. Un mazzo era formato da cinque gigli sbocciati e l'altro da cinque gigli in bocciolo. Mentre stavo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, sbocciarono anche i cinque boccioli e si diffuse attorno all'altare un intenso profumo.
LA VERGINE E TRE ANGELI DAVANTI ALL'EUCARISTIA
Il 2 luglio 1919 mi vidi in sogno in una chiesa nella quale c'era una grande moltitudine di persone, la maggior parte delle quali si era confessata. Venne il sacerdote per la Santa Comunione; le persone si radunarono davanti alla balaustra e sembravano tutte molto raccolte e devote.
Quando il sacerdote aprì la porticina del tabernacolo, improvvisamente vidi a destra dell'altare la Santa Vergine seduta su un trono con tre Angeli accanto. Ciascun Angelo, dopo aver deposto in grembo alla Madonna un calice, teneva in mano una patena.
Intanto il sacerdote recitò le preghiere che precedono la Comunione e quindi andò alla balaustra per dare l'Eucaristia. I tre Angeli andavano da una persona all'altra e tenevano la patena molto vicina alla bocca dei comunicandi e di tanto in tanto, scambiandosi, ritornavano dalla Madonna e mi sembrava versassero dalle loro patene qualche cosa nei calici già deposti.
Quando gli Angeli facevano questo, a volte la Madonna sorrideva, a volte aveva un aspetto molto triste e altre volte ancora piangeva. Pianse molto, ed io, stando in ginocchio davanti all'altare, potei vedere tutto. Ad un certo punto Maria pianse così amaramente che io mi alzai e andai, piena di commozione, da Lei e le chiesi il motivo di tante lacrime. Allora, indicandomi i calici, mi disse: "Tutte queste mie lacrime indicano la profonda compassione che provo per mio Figlio, vedendo la sua santissima Carne e il suo preziosissimo Sangue che vengono presi da molti in maniera indegna ". E mi mostrò uno dei tre calici: era quasi pieno di Sangue. Poi mi mostrò il secondo, che conteneva invece dell'acqua, e mi disse: "Quest'acqua indica l'indifferenza, la superficialità, la distrazione con la quale tanti ricevono la Santa Comunione" (Vedi: Nota 5). Poi mi mostrò il terzo calice che conteneva oro splendente e mi disse: "L'oro di questo calice indica le anime pure; i loro cuori splendono come oro, quando il Signore del Cielo e della terra riposa in essi". Dal terzo calice usciva un indicibile splendore, e mi svegliai.
Nota 5 - Questa visione impressionò moltissimo Anna Ai nostri giorni, più che mai, questo sogno dovrebbe far molto riflettere. Quanti, oggi, si comunicano con tanta, troppa superficialità e senza pensare minimamente a confessarsi, non sentendosi peccatori davanti a Dio. Vanno alla Santa Comunione come si andrebbe a prendere un oggetto qualsiasi, magari la prendono in mano, o con le mania penzoloni o in tasca addirittura, e poi, tornati alloro posto, si siedono e magari chiacchierano e non fanno alcun ringraziamento, né adorazione verso il Santissimo che hanno appena ricevuto.
Anche per questo la Vergine Madre piange lacrime di dolore!
L'AGNELLO DI DIO E IL CUORE DI GESÙ
Il 12 giugno 1920, festa del Sacro Cuore, sognai che il Parroco mi portava la santa Comunione. Mentre recitava le preghiere del rito: "Domine, non sum dignus... " ("O Signore, non sono degno..."), dalla Santa Ostia uscì una luce sfolgorante e tutt'intorno vidi una bellissima corona di rose fresche dai più svariati colori. In mano al sacerdote non vidi più la Santa Ostia, ma un Agnello bianco con la Croce e su questa aleggiava un Cuore circondato di spine. Appena il sacerdote ebbe finito di recitare le preghiere, la Santa Ostia riprese le sue normali sembianze e così potei comunicarmi.
"Sacratissimo Cuore di Gesù, circondato di splendore e di gloria e nascosto nel Santissimo Sacramento, abbi pietà della mia povera anima!"
IL SANTO VIATICO PER LA SALITA SU UN MONTE ALTO
Il 26 giugno 1920, alle quattro del mattino, sognai di dover salire su un'altissima montagna che arrivava fino al cielo. Mentre mi accingevo a salire pensai: "Questo è il monte che porta all'eternità" e quindi cominciai a camminare in fretta, ma con grande fatica. Quando fui molto in alto, mi vennero in mente le parole: "Il regno dei cieli è di chi sa farsi violenza" (cfr.: Mt 11, 12) e capii molto bene cosa volesse dire questa frase. Continuavo a pregare il santissimo Cuore di Gesù e quanto più salivo, tanto più mi riusciva facile e d'un tratto mi trovai in cima al monte. Non è proprio possibile descrivere la bellezza di quel luogo! Ero giunta là forse da appena un minuto, quando vidi il signor Parroco col Santissimo che saliva la montagna a passi leggeri, raggiungendo la cima in pochissimo tempo. E molto più in basso, lungo le pendici del monte, altre persone (tra cui alcune che conoscevo) salivano, ma si arrampicavano a fatica e molto adagio. Il Parroco mi diede la Santa Comunione e il Salvatore Gesù mi offrì una bellissima rosa bianca, una rossa e una palma (Ve di: Nota 6). Avevo appena preso in mano le rose e la palma, quando la signorina Elis mi svegliò dicendomi che potevo ricevere la Santa Comunione.
Nota 6 - La rosa bianca indica la purezza, la rosa rossa indica l'amore ardente e la palma indica il martirio. E nel caso di Anna a ragione si può parlare di martirio: non è martire solo chi muore di morte violenta per mano altrui pur di restare fedele a Dio, ma di fatto è martire anche chi, liberamente, si offre come vittima al Signore per la redenzione dei fratelli.
GESÙ STESSO LE PORGE LA SANTA COMUNIONE
L'11 luglio 1921 sognai che stavo per accostarmi alla Santa Comunione. Dopo una lunga preparazione, vidi che sul tavolino nella mia stanzetta, dove il signor Parroco deponeva di solito la patena col Santissimo, divenne tutto meravigliosamente luminoso. Da 13 vidi il Salvatore Gesù sulla strada: era tutto vestito di bianco, ma senza il mantello rosso, come a volte si vede in qualche statua che lo raffigura col Sacro Cuore; aveva solo un abito bianco splendente, indescrivibile e pieno di luce. Veniva verso di me con una patena in mano e mi diede la Santa Comunione. Quando mi svegliai, il mio cuore batteva così tanto dalla gioia che passai in adorazione tutte le ore della notte.
CINQUE GIORNI DI NEBBIA NELL'ANIMA
Il 17 dicembre 1921 sognai di trovarmi in una grande chiesa tutta in penombra, proprio com'era la mia anima da cinque giorni (Vedi: Nota 7). Dopo essere rimasta parecchio tempo in quella chiesa, decisi di andarmene. Allora raccomandai ancora una volta la mia povera anima oscurata al dolce Salvatore nel tabernacolo: non avevo nient'altro da offrire. Avevo già raggiunto la porta quando, di colpo, divenne tutto chiaro e luminoso attorno all'altare maggiore e vidi sui gradini dell'altare il Bambino Gesù seduto. Egli sorrise e tutto divenne di nuovo luminoso anche nella mia anima.
Quando mi svegliai ero tutta piena di gioia "Mio Gesù, non essermi giudice, ma Salvatore!"
Nota 7- Anna ha dovuto soffrire non solo molti dolori fisici, ma anche dolori morali e spirituali, anche lei ha sperimentato, come tanti altri Santi, la solitudine, il vuoto, l'abbandono... È la tremenda notte dello spirito vissuta anche da Santa Teresa dAvila, da San Giovanni della Croce, da Santa Maria Maddalena de' Pazzi e da tanti altri ancora.
3 - LA MADRE DI DIO È VICINA AD ANNA CHIAMATA ALLA SOFFERENZA
Una volta vidi in sogno la Madonna Addolorata che piangeva tanto. Le chiesi il perché, e Lei mi rispose: "Piango perché Gesù è offeso da tanti peccati degli uomini e il mondo è così lontano da Dio che io non posso non soffrirne con il mio Gesù".
Allora chiesi alla Madonna se potevo anch'io fare qualche cosa e Lei mi rispose: "Tu devi soffrire molto di più di quanto hai sofferto finora".
Questo sogno avvenne nel 1905 e negli anni seguenti i dolori crebbero notevolmente (Vedi: Nota 8).
Nota 8 - Le lacrime di Maria sono un mistero di difficile comprensione e un avvertimento. Poiché Anna vide spesso la Madonna piangere, sorge la domanda può piangere la Madonna?
Il 17 ottobre 1954, il Papa Pio XII nel suo radiomessaggio per il Congresso Mariano di Siracusa, disse: "Noi abbiamo udito con grande commozione delle dichiarazioni unanimi dei Vescovi circa il fatto che in una povera casa di un operaio, da una statua della Madonna siano uscite delle lacrime. Senza dubbio Maria, in cielo, è beata: essa non soffre né dolore né tristezza. Tuttavia la Madonna non è priva di sentimento e di sensibilità: no, essa dimostra sempre amore e misericordia verso il genere umano. Ella fu data all'umanità come Madre quando stava ai piedi della Croce. Capiranno gli uomini il misterioso linguaggio di queste lacrime?".
LA MADRE DI DIO VIENE A TROVARE LA SUA BAMBINA
Anche da piccola sognai più volte la Madre di Dio.
Nel maggio 1909, mentre ero sotto narcosi e mi venivano raschiate le ossa, vidi in sogno la Madonna Addolorata e Gesù Bambino.
La mia dolcissima Madre stava sopra il mio letto e poiché anche nel sogno soffrivo una sete tremenda, il Bambino Gesù, sorridendo, mi porse un bicchiere d'acqua da bere.
La Madonna non disse niente: solo mi guardava con tanta compassione come la migliore delle madri può guardare una figlia che si trova in estremo bisogno.
PREGARE E SOFFRIRE PER RIPARARE MOLTO
Sognai di trovarmi, insieme ad altre persone, nella cappella presso la Madonna Addolorata; nuovamente la vidi piangere. Piangeva talmente tanto che nella cappella si formò della nebbia. Dopo lungo tempo la Madonna prese dal suo petto una spada e me la diede perché la consegnassi ad una signora, lì presente, che indossava un'uniforme grigia e una cintura in pelle fornita di un fodero, nel quale ella avrebbe dovuto infilare la spada. Nel sogno conobbi anche chi era quella signora.
Feci tutto quanto mi aveva detto la Madonna, quindi mi avvicinai a Lei, ed Ella mi disse: "Bisogna patire, pregare e riparare molto!". Dicendo queste parole mi guardò con tanta compassione e dai suoi occhi cominciarono a scendere molte lacrime.
Feci questo sogno nell'estate del 1911.
"O mia cara, dolce Madre di Gesù, fa' che io pensi continuamente a Te!"
UNA RAGAZZA MI INTRODUCE IN CHIESA
Una volta sognai che stavo facendo un pellegrinaggio; percorrevo una strada sconosciuta alquanto lunga.
Ad un tratto vidi un alto monte ed una chiesa e salii fin lassù.
Quando arrivai alla Chiesa, la trovai chiusa e perciò non riuscii ad entrare. Pregai a lungo quando, a un tratto, un forte malessere si impadronì di me perché mi resi conto di essere su un'alta montagna e in un luogo a me totalmente sconosciuto. Immersa in questi pensieri, all'improvviso vidi davanti a me una ragazza di sedici o diciassette anni, con i capelli biondi. Teneva in mano una chiave d'argento e mi sorrideva, mi apri la porta della chiesa; entrammo assieme e mi condusse all'altare di Nostra Signora Poi mi sorrise nuovamente e sparì.
Pregai a lungo fino a quando, alzando gli occhi, vidi che avevo davanti a me non una statua, ma la Madonna viva che mi guardava con tanto amore. Allora le chiesi dove mi trovavo, perché non riuscivo a capire nulla e non sapevo come avrei potuto trovare la via del ritomo. Lei mi sorrise e mi disse: "Adesso ti trovi a Marching, in questa chiesa consacrata a mio onore e gloria". Ed ecco che vidi di nuovo accanto a me la ragazza bionda con la chiave in mano; mi fece uscire e richiuse la porta con la chiave.
Questa chiesa si trova effettivamente a un'ora e mezza di distanza da noi ed su un'alta montagna: tutto proprio come nel sogno. Non sono mai stata di persona in quel luogo, ma poiché lo sognai per sette volte e sempre di sabato, un giorno chiesi ad una signora che mi era venuta a trovare chi fosse il Patrono principale di quella chiesa. Mi disse che la Patrona principale era la Madonna, celebrata come "Maria Assunta in Cielo". Seppi anche che una volta quel luogo era stato meta di grandi pellegrinaggi. Ebbi questi sogni nell'anno 1912.
"O Santa Madre di Dio, Ti ringrazio per quei sette pellegrinaggi che ho potuto compiere in sogno."
L'IMMACOLATA CONCEZIONE IN UN GRANDE SPLENDORE
Sognai di trovarmi in una grande chiesa molto bella. Il Parroco stava celebrando la Santa Messa alla quale io pure potei assistere. Finita la celebrazione, il Parroco invitò i presenti a fermarsi ancora un po' in chiesa, poiché un Padre missionario sarebbe venuto a impartire la benedizione. La chiesa era così piena di gente che non c'era più un posto libero. Dopo un paio di minuti arrivò il Padre missionario e diede la benedizione, quindi, assieme al Parroco, si avviò all'uscita che si trovava nella parte destra della chiesa.
All'improvviso, proprio da quella parte, apparve l'Immacolata Vergine: usciva da Lei uno splendore così grande (Vedi: Nota 9) che impallidii e quasi svenni. Anche il Parroco e il Padre La videro e rimasero fermi in ammirazione e venerazione davanti a Lei.
Nota 9 - L'Immacolata, che non conobbe alcuna ombra di colpa, brilla in una luce splendida, come conviene all'unica perfetta Immagine di Dio.
La Beata Vergine teneva le mani giunte e sorrideva amorevolmente. Delle altre persone presenti in chiesa, nessuna si accorse di nulla, tranne una suora che si dedicava alla cura degli infermi, che vide solo un grande bagliore. Uscita dalla chiesa, mi chiese di spiegarle che cos'era successo. "Mi sembra - disse - che tu abbia visto qualcosa". Riuscii a risponderle solo: "Ho visto la Santa Madre del Cielo!". Ripetei la frase tre volte e a voce così alta che tutta la gente si voltò a guardartisi. In quello stesso istante mi svegliai.
"Sia benedetta la Santa Immacolata Concezione della Vergine Maria."
LA SANTA CASA DI LORETO
Il primo maggio potei vedere in sogno la santa casa di Loreto e le vesti di Nostra Signora.
IL GRANDE ROSARIO DALLE MANI DI GESÙ BAMBINO
Il 3 maggio 1918, venerdì, festa del Sacro Gore, feci questo sogno.
Mi trovavo in una chiesa molto grande nella quale, sulla sinistra, c'era un altare dedicato alla Regina del Santo Rosario con il Bambino Gesù in braccio. Stavo in ginocchio davanti all'altare e guardavo verso la statua, quando vidi che la Madonna, sorridendomi amorevolmente, mi porgeva un grande rosario. Il Bambino Gesù lo prese dalle sue mani e lo diede a me (Vedi: Nota 10). Fui felicissima di trovarmi tra le mani un così prezioso rosario con tutto il salterio e subito lo recitati davanti al tabernacolo.
Nota 10 - La Madonna continua a presentare il Santo Rosario in tutte la sue apparizioni; in questo caso Gesù ne accentua il valore prendendolo dalle mani di sua Madre per porgerlo personalmente ad Anna.
LA MEDAGLIA DELLA MADONNA
Il 9 maggio 1918, festa dell'Ascensione di Gesù, feci questo sogno.
Vidi a oriente, dalla parte dove sorge il sole, una grande luce rossa ovale, di uno splendore meraviglioso, che saliva con l'avanzare del sole. A un tratto vidi in quella luce la Madonna con il Bambino Gesù in braccio e tutt'intorno a loro una meravigliosa corona di bellissime rose e ogni rosa aveva un colore particolare e una luminosità diversa; ai piedi della Madonna c'era una Croce con una medaglia.
Dalla Madonna, dalla Croce e dalle rose uscivano torrenti di raggi di una luce indescrivibile, talmente forte che quasi non riuscivo a sopportarne l'intensità. Nel sogno provai in tutto il corpo i dolori più acuti e gridai talmente forte da svegliare mia madre.
IL MONTE DEI MERITI E IL MONTE DEI PECCATI
Il 16 maggio 1918 sognai di ricevere la Santa Comunione. Capii che dopo il ringraziamento avrei dovuto percorrere una strada che però non sapevo dove mi avrebbe portato. Dopo aver camminato a lungo, mi trovai in un'immensa landa in mezzo alla quale vidi un enorme albero la cui cima arrivava fino alle nubi. Andai verso questa pianta e quando vi giunsi vicino vidi che sotto questo albero c'era la Madonna Addolorata seduta con il Salvatore crocifisso tra le braccia; piangeva tanto e, indicandomi un piccolo monte alla sua destra, disse: "Questo è il monte del dolore per la guerra, della riparazione e di tutto il bene con cui le persone buone implorano la salvezza delle anime e la pace, portando le loro croci per amore di Gesù".
Poi la Madonna mi indicò un monte enorme alla sua sinistra, e mi disse: "Questa è la montagna dei peccati e dei sacrilegi, che invece di diminuire continua a crescere".
Nell'istante stesso nel quale guardai questo spaventoso monte, mi svegliai. "Santa Madre Addolorata, prega per noi, poveri peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen."
LA REGINA DEL SANTO ROSARIO
Il 9 ottobre 1918 sognai di vedere la Madonna del Santo Rosario elevata da terra a metà della chiesa. Teneva in braccio il Bambino Gesù ed era circondata da molti fasci di bellissimi fiori e da Lei usciva una luce indescrivibile. Più volte sparì, riapparendo però dopo qualche istante nel medesimo posto.
"O Regina del Santo Rosario, prega per me!"
Il sabato 27 marco 1920 sognai invece che la Regina del Santo Rosario fosse discesa dall'altare e uscita dalla chiesa, guardando nel frattempo per tre volte tutt'intorno a Sé e verso l'altare maggiore.
La domenica di Pentecoste del 1921, di notte, sognai la dolcissima Madre Celeste: era così bella che non è possibile descriverla. Teneva in braccio Gesù Bambino e tutti e due portavano sul capo una bellissima corona di rose bianche e foglie verdi; ai piedi della Madonna pendeva una grande Croce. Maria disparve tre volte e per altrettante volte riapparve al medesimo posto.
Vedevo questa immagine molto in alto, fra le nubi, direttamente fuori dalla finestra della mia stanza, dalla quale, pur stando a letto, posso vedere la chiesa. Qualche mese fa ebbi ancora un sogno simile e vidi la Madonna Regina del Cielo al medesimo posto.
TUTTE LE SOFFERENZE SI CAMBIERANNO IN GIOIA
Il mercoledì delle ceneri del 1920 sognai di essere gravemente ammalata e di soffrire moltissimo per riparare le colpe dei poveri peccatori. Mentre ero come immersa tra le spine, venne da me una bellissima Signora vestita di bianco che portava tra le braccia un grande cesto di rose fresche e di boccioli. Svuotò tutto il cesto sopra di me, sul mio letto e disse: "Tutti i dolori fioriranno in rose". E mentre diceva queste parole tutte le rose e i boccioli si drizzarono e crebbero e fiorirono meravigliosamente diffondendo nella stanza un delicato e soave profumo.
PREGA, OFFRI E SOFFRI MOLTO PER QUESTE ANIME
Il lunedì di Pentecoste, il 24 maggio 1920, sognai la dolce Madre di Dio. Mi fece vedere una lunga fila di persone e mi disse: 'Prega, offri e soffri molto per queste anime, per la loro conversione! Tutte queste anime devono entrare nel Sacratissimo Cuore di Gesù durante il mese di giugno, a Lui dedicato".
Fra quelle anime c'erano anziani e giovani, ricchi e poveri. La dolce Madre di Dio mi diede una bella rosa bianca e disparve.
"Sacratissimo Cuore di Gesù abbi pietà di me e di tutte le povere anime!"
ANNA, È TEMPO CHE TU RICEVA L'ABITO
Il 1° marzo 1922, mercoledì delle ceneri, sognai la Beata Vergine vicino al mio letto; mi disse: "Anna, è tempo che tu venga rivestita". Poi prese un abito e me lo mise indosso, proprio come si fa con una religiosa. Mi mise anche un velo. Lo lasciò sul mio capo solo pochi istanti, poi lo tolse e al suo posto vi mise una corona di spine e quindi nuovamente il velo, dicendomi: "Ora dovrai soffrire ancora più di prima ". Poi pose la sua mano sui miei piedi piagati e disse: "Queste ferite si chiuderanno presto, in cambio però tu dovrai soffrire molto per gli altri... fino al tuo ritorno a casa" (Vedi: Nota 11). In sogno Le dissi: "O Mamma, se potessi stare davanti al Santissimo Sacramento solo una notte!" ed Ella mi portò allora in una piccola cappella dove era conservato Gesù Eucaristia.
Nota 11 -Anna aveva un grande desiderio di diventare suora missionaria. II suo desiderio si realizzò, sia pure in maniera diversa, ed è questo ciò che volle dirle la Madonna con questo sogno. Anna portò Gesù alle anime non con la parola, ma servendosi del suo dolore.
4 - MESSAGGI DAI SANTI
Anna contava molti amici tra i Santi; dai suoi scritti sappiamo che anche Santa Teresina e Padre Pio da Pietrelcina le erano apparsi in sogno.
Un giorno un'amica le chiese come appariva un Santo in una visione. Ella rispose: "I Santi si vedono com'erano durante la loro vita, ma tuttavia come se fossero trasparenti. Sono avvolti da raggi di luce di uno splendore soprannaturale che non si può descrivere con le nostre povere parole umane".
SAN LUIGI, PIO X E SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZI
Avevo già visto in sogno San Luigi Gonzaga in due occasioni. Una volta vidi il giardino di questo Santo: era pieno di fiori molto belli, come mai ne avevo visti, ricchi di colori e di profumo. Che spettacolo indescrivibile!
Nel giardino c'era anche il Santo Papa Pio X: stava seduto su un trono dorato e parlava con San Luigi. Un'altra volta vidi San Luigi e Santa Maria Maddalena de' Pazzi.
SAN FRANCESCO DI ASSISI
Una volta sognai il serafico San Francesco di Assisi. Egli mi fece vedere le sue stimmate dalle quali usciva un tale splendore che io quasi svenni. Mi disse: "Bambina, tu dovrai soffrire ancora molto!".
CRESCENZIA DI KAUFBEUREN
Una notte fra il sabato e la domenica, sognai la Beata Crescenzia di Kaufbeuren. Vedevo la Beata molto in alto nel firmamento e lei mi disse: "Questa mattina offri la Santa Comunione in mio onore e gloria".
Mi svegliai subito ed ero molto triste perché sapevo che quel giorno non avrei potuto ricevere la Santa Comunione e per questo non riuscii più ad addormentarmi. Verso le sei, però, mi giunse la bella notizia che di lì a poco avrei potuto ricevere Gesù nella Santa Eucaristia. Sicuramente, in quel momento, non poteva esserci creatura più felice di me! Come mi era stato detto, offrii la Santa Comunione in onore della Beata Crescenzia (Vedi: Nota 12). "O beata Crescenzia, patrona del mio ordine, prega per me, povera peccatrice."
Nota 12- La Beata Crescenzia, nata in Germania nel 1684, per la sua povertà si vide negato per lungo tempo l'ingresso, da lei sospirato, in un convento francescano. Quando finalmente venne accolta, fu trattata come una mendicante e subì penose umiliazioni da parte delle consorelle. La sua dolcezza e la sua pazienza fecero ricredere le altre religiose che, non solo mutarono il loro atteggiamento, ma la elessero loro superiora. Mori il 5 aprile 1744. La fama della sua santità si sparse per il paese e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi popolari, che tributarono all'umile francescana l'affetto e l'onore che le furono negati a lungo fin che era in vita.
SAN GIUSEPPE
Una volta feci un sogno simile a quello appena descritto, ma con San Giuseppe; egli stava davanti al mio letto con un viso sorridente e mi disse: "Svegliati e preparati alla Santa Comunione". Mi svegliai subito: erano le quattro del mattino. Sapevo che quel giorno non avrei potuto ricevere la Santa Comunione. Già nel sonno avevo tanto sofferto per via di questa impossibilità. Mi preparai spiritualmente davanti al tabernacolo per accogliere Gesù Eucaristia. Due ore dopo, alle sei, ricevetti la notizia che dopo mezz'ora avrei potuto ricevere la Santa Comunione. Chi più felice di me? Forse San Giuseppe aveva implorato per me quella grazia e quella gioia?"Ti ringrazio, San Giuseppe, perché mi assisti nella mia sofferenza! Ti prego di prendermi sotto la tua protezione e di condurmi a Gesù!"
ANNA MARIA TAIGI E SAN GABRIELE DELL'ADDOLORATA
Il 23 febbraio 1917 potei vedere in sogno una serva del Signore, e precisamente la Beata Anna Maria Taigi (Vedi: Nota 13), della quale solo una volta avevo letto qualche cosa.
Nota 13 - Anna Maria Taigi visse a Roma. Sposa e madre, si offrì vittima al Signore. Ebbe molte visioni che le permettevano di conoscere in anticipo diversi avvenimenti di portata mondiale e la sorte di tante persone. Morì a Roma il giorno 9 giugno 1837 e fu beatificata il 30 maggio 1920.
La sognai due volte: nella prima la vidi ricevere la Santa Comunione. Potessi descrivere il suo volto raggiante quando Gesù entrò nel suo cuore! Con quale gioia e con quanta intimità fece il ringraziamento! La seconda volta la vidi nel suo letto di inferma. Un'immagine da non descrivere!
Non so chi fosse la persona che mi accompagnò dalla Beata Anna Maria, ma comunque assomigliava moltissimo al Beato Gabriele Dell'Addolorata. Dopo questi sogni cominciai ad avere una profonda venerazione per la Beata Anna Maria Taigi.
"O beata Serva del Signore Anna Maria Taigi, prega per me, povera peccatrice, adesso e specialmente nell'ora della mia morte."
SANTA GEMMA GALGANI E SAN STANISLAO KOSTKA
Il 21 marzo 1917 sognai la Serva di Dio Gemma Galgani (Vedi: Nota 14). Mi portò con sé a Lucca, dove si trova la sua tomba e qui mi fece vedere un'urna nella quale un giorno sarebbe stato deposto il suo corpo per la pubblica venerazione. Da quell'urna usciva un torrente meraviglioso di luce e qui venivano schiere di pellegrini per chiedere la sua intercessione.
Un'altra volta, era un giovedì, in sogno rividi nuovamente Gemma. Prima di mezzanotte caddi in dormiveglia e sognai di parlare a lungo con lei. Improvvisamente udii una voce che mi chiamava e diceva: "Seguimi nel dolore, nella persecuzione e nell'abbandono". All'udire queste parole, presa dall'ansia mi svegliai: era già l'una e mezza. Mi rammaricai di aver dormito proprio in quell'ora, perché, di solito, a mezzanotte facevo un'ora di preghiera. Quella volta, dunque, la feci in ritardo.
Il 16 novembre 1919 sognai il piccolo Bambino nella mangiatoia, la sua Santissima Madre Maria, San Giuseppe e San Stanislao Kostlca.
NOTA 14 - Santa Gemma, una delle più grandi mistiche del secolo scorso, morì nel 1903, a 25 anni, divorata dal male, ma chiedendo, fino all'ultimo, ancora dolore. Fu guida spirituale di parecchie anime favorite dalla grazia; una di queste fu Mariella Klimaschka della Slesia superiore, morta nel 1956. (adesso è Santa)
MARIA ANNA JOSEFA LINDMAYER
Il 18 novembre 1919 vidi in sogno la venerabile Serva di Dio Maria Anna Lindmayer di Monaco di Baviera mentre, piangendo, implorava misericordia per le povere anime del purgatorio. Maria Anna mi disse: "Mi sei tanto cara".
SAN GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA
Il primo marzo 1920 sognai che San Giovanni, il discepolo prediletto di Gesù, mi faceva vedere il tavolo dell'ultima Cena mostrandomi in particolare il suo posto a quella mensa; poi mi disse: "Il mio posto sarà anche il tuo!".
SAN FRANCESCO LE MOSTRA LA GERUSALEMME CELESTE
Il 4 ottobre 1920 in sogno vidi ancora San Francesco di Assisi: teneva in mano un grande rosario, dai grani color rosso sangue, delle sette gioie di Maria. Alla croce finale era fissata una capsula di vetro e San Francesco me la mostrò dicendomi: "Qui, in questa capsula, si vede la Gerusalemme Celeste". Lo pregai allora di permettermi di guardarci dentro, ma egli mi rispose: "Non sei ancora pronta per guardare qui dentro"; ma io tomai a pregarlo con così tanta insistenza, che alla fine me lo permise.
Già al primo sguardo mi sembrò che tutto il corpo e l'anima si immergessero in un bellissimo mondo mai visto, che è impossibile descrivere a parole... e mi svegliai.
5 - ANNA E LE ANIME DEL PURGATORIO
In questi sogni riguardanti il purgatorio (Vedi: Nota 15), Anna vede le povere anime soffrire spaventosamente perché comprendono fino in fondo quanto male si sono fatte non amando in pienezza il Signore. La separazione dall'Infinito Bene per propria colpa è il massimo dei dolori di queste povere anime. Esse soffrono un lacerante fuoco di nostalgia verso l'eterno Amore.
In purgatorio ci sono anche delle anime "dimenticate", perché si pensa che siano già in Cielo e nessuno fa più, per loro, delle preghiere di suffragio. Purtroppo molti credono che il purgatorio sia un semplice passaggio quasi indolore, ma la nostalgia di quel Dio intravisto nell'attimo del giudizio non può non far bruciare. Dio è santissimo e solo se l'anima è santissima può stare davanti a Lui. E poiché Dio è anche giustissimo, ogni debito dev'essere pagato "...fino all'ultimo centesimo" (cfr.: Mt 18,34), come dice Gesù in una parabola. Nota 15 - Si ricordi che l'esistenza del purgatorio è verità di fede, non credendo alla quale ci si autoesclude dalla comunità cristiana.
È così importante pregare per queste povere anime, che la Chiesa le ricorda tutte al Signore in ogni Santa Messa che viene celebrata. È bene perciò che anche nella nostra preghiera personale ci ricordiamo di loro. Un giorno saranno altri a ricordarsi di noi nelle loro preghiere.
Per approfondire l'argomento si raccomanda la lettura di "Preghiere per le povere anime" (pag. 36) di D. Silvio Dellandrea. - Per ordinazioni rivolgersi a: D. Enzo Boninsegna - Via Polesine, 5 - 37134 Verona - Tel. 04518201679. L'AMORE DI GESÙ PER LE
POVERE ANIME
Dalle quattro alle sei del venerdì 19 aprile 1918 sognai di trovarmi in chiesa. Inginocchiata davanti all'altare maggiore, in adorazione di Gesù Eucaristia, pregai a lungo. Improvvisamente divenne tutto luminoso e vidi quel Cuore che ha tanto amato gli uomini avvolto in uno splendore indicibile: da esso uscivano dei raggi di fuoco. Continuai a pregare per raccomandare a Gesù molte anime. Ogni volta che pregavo per un'anima (sia conosciuta che sconosciuta), usciva dal Sacro Cuore un raggio che raggiungeva proprio quell'anima, che anch'io in quel momento potevo vedere. Nel sogno pregavo dicendo: "Gesù mio, misericordia!". D'un tratto mi trovai circondata da tante anime; sembravano tutte abbandonate e mi dicevano: 'Anche per me!' ed erano molte, talmente tante che non riuscivo a vederle tutte e provai una grande angoscia e continuavo a ripetere: "Gesù mio, misericordia!". Ogni volta usciva dal tabernacolo un torrente di luce che sembrava illuminare tutta la terra; poi mi svegliai.
"Santissimo Cuore di Gesù, Re e centro di tutti i cuori, abbi pietà di noi."
UN'ANIMA LUMINOSA
Il 22 luglio 1918 feci questo sogno riguardante le povere anime.Mi sembrò di andare a trovare una donna molto ammalata; questa mi disse che dalla sua stanza dovevo attraversare altre sei e poi fermarmi a lungo nella settima. Feci come mi disse: attraversai sei stanze e quando giunsi alla settima, mi trovai davanti ad una porta di vetro attraverso la quale vidi che al di là c'erano molte persone.
Mi prese una forte angoscia e pensai: "Certamente queste sono delle povere anime". Tuttavia, senza esitare aprii la porta e gridai: "Mio Gesù, misericordia per tutte voi!" e tutte mi ringraziarono con molta riconoscenza.
Fra tutte quelle persone, una ragazza molto giovane cominciò a parlare con me. Sul suo capo e sulle sue guance c'era una luminosità viva e chiara, cosa che non notai sulle altre che, al contrario, avevano un aspetto molto sofferente. Questa ragazza piena di luce mi disse che da viva era appartenuta alla nobiltà e che stava ancora espiando i suoi peccati, particolarmente quelli della lingua e della vanità (era orgogliosa della sua bellezza). Poi prese la mia mano destra e la tenne davanti alla sua bocca per farmi sentire quale calore doveva sopportare per quei peccati: dai suoi denti usciva un tale calore che, nel sogno, credetti mi si fossero bruciate anche le ossa della mano. Ebbi paura e per questo continuai a recitare delle giaculatorie. Le chiesi quindi se con preghiere del tipo "Gesù mio, misericordia" potevo portar loro un po' di sollievo. Mi rispose che nel medesimo istante nel quale da parte di un cuore pentito venivano recitate delle giaculatorie per loro, esse provavano un grande conforto e sollievo.
Allora pregai a lungo in quel modo e tutte quelle anime si misero a piangere, tranne quella luminosa.
Poi questa mi prese per mano, mi condusse alla finestra e disse: “Vedi, qui fuori c'è il mondo e il mondo, cieco, non pensa quanto duramente dovrà essere tutto espiato”. Guardando fuori vidi tanta gente che passava.
L'anima tutta luminosa si mise a sedere vicino a un tavolino; le altre, invece, non si mossero dal loro posto. Vedendola triste le chiesi di dirmi se c'era ancora qualcosa che non andava bene per lei, così avrei pregato con più diligenza. Le dissi anche: "Se preferisci scrivere, allora scrivi ciò che ti manca" e le porsi un foglio con una matita. Lei cominciò a scrivere; sulla prima riga c'era scritto: "Ho bisogno di una Messa"; purtroppo non riuscii a leggere il resto e neppure il suo nome. Tutto però era scritto molto bene, con una calligrafia molto bella.
UNA FOLLA DI ALTRE ANIME
Quando le altre videro questo, cominciarono a chiedere di poter fare la stessa cosa, per cui dissi loro: "Scrivete anche voi tutto ciò che vi manca" e diedi loro foglio e matita. Purtroppo, non potei leggere nulla di quanto avevano scritto, perché i fogli erano tutti grigi. Mentre queste povere anime scrivevano un sacco di cose, io continuavo a recitare giaculatorie per loro e dissi: "Per ognuna di voi che siete qui offro una Santa Comunione" e nel medesimo istante cominciarono a ringraziare e a piangere. Poi dissero che la Santa Comunione, la Santa Messa e il prezioso Sangue di Gesù erano per loro di infinito conforto e sollievo. Allora, nel sogno, pensai che ero rimasta in quel luogo abbastanza a lungo e che era ora di andarmene.UN RAGAZZO DI DICIOTTO ANNI
Mentre mi guardavo intorno, vidi seduto in un angolo, un ragazzo di circa diciotto anni. Teneva in mano un rosario e piangeva amaramente. Andai da lui e gli dissi: "Non mi dimenticherò di te e farò anche per te tutto ciò che farò per le altre". Ne fu molto contento e mi ringraziò.
Poi l'anima tutta luminosa mi prese per mano e mi disse: "Ora sono le dodici" ed io ripetei: "Il Signore Gesù abbia misericordia per tutte voi; non vi dimenticherò!" e quindi me ne andai. Però non erano le dodici, ma le cinque del mattino.
"Mio Gesù, misericordia per tutte le povere anime del purgatorio."
IL FANCIULLO DI DODICI ANNI
Il 21 ottobre 1918 sognai un ragazzo di dodici anni morto poco tempo prima; pur così giovane, si trovava anche lui in purgatorio.
Mi disse che stava soffrendo moltissimo la sete e mi chiese di pregare per lui, perché aveva un caldo tremendo.
LA FANCIULLA DI OBERDOLLING
Il 12 gennaio 1919 sognai che una ragazza, tra i quattordici e i sedici anni, veniva nella mia stanza. Quando mi prese la mano per salutarmi, la sentii completamente gelida e quindi le chiesi: "Sei così fredda perché sei uno spirito?" ed ella mi rispose: "Sì, ed è per questo che sono venuta da te, per dirti: 'Prega per me'; nessuno lo fa da molto tempo, perché tutti mi credono ormai nella visione beatifica di Dio, mentre invece sto ancora soffrendo in purgatorio". Allora le chiesi di dove fosse ed ella mi rispose che era di Oberdolling. Le consigliai quindi di ritornare dai suoi parenti: "Può darsi che anche loro riprendano a pregare per te".
Quella povera ragazza andò, come le avevo detto dai suoi congiunti, ma passata un'ora bussò nuovamente alla mia porta e mi disse piangendo: "I miei parenti non hanno pregato per me" e continuò: "Quando morii ebbi come potente avvocata la Santissima Vergine, ma anche la patrona di cui ho portato il nome e un'altra santa vennero in mio aiuto". Mi disse anche il nome di queste sue protettrici, ma una volta svegliata, non riuscii più a ricordarli. Le risposi: "Stai tranquilla: pregherò molto per te", ed ella aggiunse: "La mia patrona mi aveva già predetto tutto questo: grazie a lei, infatti, so anticipatamente i conforti che riceverò".
MI TROVAI IN PURGATORIO E VIDI DEI CONOSCENTI
Il primo marzo 1919 sognai per tre volte il purgatorio e ogni volta tra quelle anime riconobbi dei conoscenti.
Sabato 29 novembre 1919 sognai di essere in purgatorio e vidi le anime soffrire in maniera indicibile. Non è proprio possibile descrivere tutta la sofferenza di queste povere anime! Vidi fra loro anche dei conoscenti, morti già da parecchi anni, che soffrivano moltissimo.
LA MIA SOFFERENZA È COME FRESCA RUGIADA
Il 25 luglio 1920 sognai di una donna che avevo conosciuto e che era morta già da molti anni; era ancora in purgatorio e mostrava di soffrire in maniera indicibile. Vedendola così le dissi: "Per quanto io abbia sofferto moltissimo fino ad ora, il mio patire non è niente in confronto al tuo: è come fresca rugiada!" Quella donna mi raccomandò tanto: "Prega per me".
6 - ANNA, BERSAGLIO DI SATANA
Tra i dolori che afflissero la vita di Anna, non vanno dimenticati i durissimi e prolungati attacchi del demonio.
Come disse il Santo Curato d'Ars: "gli amici di Dio sono sempre in duro combattimento col demonio e specialmente coloro che, con amore e fedeltà, si interpongono per la salvezza delle anime".
Quando Satana, col permesso di Dio, tormenta duramente un'anima, viene vinto proprio dal sacrificio di questa creatura: è proprio l'offerta di questo sacrificio che impedisce al diavolo di far del male ad altre anime. Queste sofferenze riparatrici sono però molto pesanti per chi ne è colpito, perché la rabbia del demonio si scatena in maniera tremenda su chi gli toglie un'anima.
Grande è il mistero della malvagità di Satana e del suo odio. I tormenti che Anna dovette patire da parte del demonio furono prove permesse da Dio. Il suo direttore spirituale, a conoscenza di tutto, così testimonia: "Anche se immersa nelle tenebre, tormentata, percossa da Satana, la povera Anna non si rifiutò mai di accettare la volontà di Dio. Diceva sempre il suo 'sì' e manifestava in questo modo il suo totale abbandono e la sua insondabile fiducia nell'aiuto della grazia di Dio. Quando la sua anima era immersa in un'angoscia mortale, si rivolgeva con una fiducia illimitata al Sacro Cuore di Gesù dicendogli: 'Sacratissimo Cuore di Gesù, io confido in Te!'. Questa giaculatoria le era tanto cara e le dava grande forza".
LA GIOVANE DI HIENDORF E IL MALIGNO
Molte volte e a lungo ricevetti dei duri colpi dal maligno.
La notte fra il 13 e il 14 ottobre 1918 fu molto dolorosa e sopportai molte sofferenze. Erano le due e mezza di notte quando udii una carrozza che proveniva al galoppo da Hiendorf, passando quindi davanti alla chiesa.
Compresi subito che questa carrozza era venuta a prendere il sacerdote perché portasse il santo Viatico ad una giovane di quel paese che era molto ammalata. Dopo pochi minuti la carrozza ripartì velocemente verso Hiendorf. Accompagnai spiritualmente il Salvatore lungo quel viaggio, pregandolo con fervore perché concedesse a quella povera ragazza di riceverlo nell'Eucaristia così da compiere, unita a Lui, il grande viaggio verso l'eternità.
Pregai per quella ragazza fino alle quattro e mezzo, poi caddi in un sonno molto leggero, ma solo per pochi minuti. Quel breve tempo fu però sufficiente perché potessi avere un sogno bruttissimo. Mi sembrava che il maligno fosse lì vicino a me e mi percuotesse così duramente e così a lungo da togliermi quasi il respiro. Il diavolo mi disse che mi picchiava perché avevo pregato tanto per quella ragazza di Hiendorf. "Questa faccenda - disse - non ti deve interessare!". Sempre nel sogno, cominciai a gridare con tutte le mie povere forze. Nel frattempo udii delle persone sotto la finestra della mia camera e riconobbi la voce del Parroco che diceva: “Anna, Lei deve andare subito a Hiendorf; la figlia del sindaco è morta!”, ma io non potevo muovermi perché continuavo a ricevere colpi. Sentii mia madre che diceva: "Svegliati e non gridare così forte; ti sentono fino in strada e già qualcuno dei vicini è venuto a bussare!". Io volevo risponderle: "Sì, mamma, ma è morta la figlia del sindaco di Hiendorf!". Avrei voluto rispondere, ma non riuscii a pronunciare neppure una sillaba.
Intanto continuavo a invocare con tutto il cuore il santissimo Nome di Gesù e dopo alcuni istanti mi svegliai del tutto. Erano quasi le cinque del mattino. Dopo questo brutto sogno mi sentii così debole da non riuscire a parlare. Rimasi così gravemente indebolita e disfatta per tutto il giorno, che era come se tutte le mie membra fossero state spezzate in due.
Ho avuto molte altre volte sogni così tremendi e quasi sempre ne uscivo talmente distrutta da non riuscir neanche a parlare.
TU NON DEVI SCRIVERE A NESSUNO!
La notte dal 5 al 6 novembre 1919 sognai che il maligno mi percuoteva di nuovo e diceva: "Tu non devi scrivere a nessuno, non devi interessarti degli altri" (Vedi: Nota 16) e continuava a percuotermi e a minacciarmi.
NOTA 16 - Satana cerca di impedire che venga fatto in qualsiasi modo dei bene, anche quel po' di bene che può produrre una lettera e la povera Anna lo dovette sperimentare a sue spese, sopportando le tremende percosse con le quali il demonio colpiva il suo corpo, soprattutto le sue piaghe ed i suoi piedi scorticati. Ciò nonostante Anna non smise mai di scrivere lettere, portando conforto a chi era nell'avvilimento e speranza a chi era nella disperazione.
PER CHI SOFFRI?
Una volta sognai che qualcuno batteva alla mia porta. Dissi: "Avanti!". Entrò una persona spaventosamente brutta che mi domandò subito: "Per chi soffri?". Risposi: "Per Gesù, solo per Gesù!". Appena dissi "Per Gesù", quell'individuo prese la mia mano destra e mi percosse con essa quanto poté, sbattendola anche contro la sponda del letto. Poi mi colpì duramente sulla testa e lasciò la stanza con orrende bestemmie.
Ogni volta che scrivo una lettera a una persona per aiutarla con qualche buona parola, oppure quando mando un libro a qualcuno, subito in sogno ricevo una quantità di percosse dal maligno.
Il 20 gennaio 1920 sognai di nuovo che il maligno mi volesse percuotere violentemente, ma non riusciva a prendermi. In cuor mio, chiamavo il santissimo Nome di Gesù e per questo il nemico era arrabbiatissimo con me. Per più di un'ora non mi lasciò in pace. Sempre in sogno, quando il diavolo si avvicinava, io cominciavo a gridare con tutte le forze. Udivo mia madre che cercava di svegliarmi, ma il maligno, nonostante io invocassi il santissimo Nome di Gesù, non se ne andava. Comunque, non poteva né venirmi molto vicino, né percuotermi.
"Sacratissimo Cuore di Gesù sii il mio rifugio, sia quando sono sveglia, sia quando dormo!"
Il 20 e il 24 dicembre 1920 sognai nuovamente il maligno. Nel sogno del primo marzo 1921 il diavolo mi percuoteva molto forte e diceva: "Adesso potrai gridare davvero!", ma pur dicendo questo mi tappava la bocca.
Il 21 dicembre 1921 sognai di essere a letto, con la mano destra abbandonata lungo la sponda, quand'ecco venire il demonio che cominciò a graffiare e a scuoiare la mia mano. Ogni volta che cercavo di sollevarla, egli la tirava giù di nuovo. Mi svegliai e vidi che effettivamente avevo la mano a penzoloni lungo la sponda del letto.
DURI COLPI DAL DEMONIO
Alla fine di maggio del 1921 sognai il diavolo.
Verso la metà della notte, dopo una giornata veramente dolorosa, caddi in un breve torpore e vidi in sogno il maligno vicino al mio letto che percuoteva quanto più poteva le mie ferite.
LA TESTIMONIANZA DI UNA PERSONA AMICA
Una persona che ha regolarmente assistito la povera Anna, così racconta nei suoi scritti: "Il bene che Anna fece, con la parola e con l'esempio, non poteva piacere a Satana. Anna mi ha detto spesso (e sua madre lo ha confermato) che il demonio andava da lei di notte e la percuoteva, talvolta anche in sogno. La maggior parte delle volte Anna non poteva gridare forte, ma solo sospirare. Sua madre spesso si svegliava e capiva subito che il maligno era di nuovo là e da là non si allontanava fino a che Anna non veniva cosparsa di acqua santa.
Talvolta teneva tappata la bocca di Anna e le diceva: 'Prova a gridare se sei capace'. Altre volte la picchiava sui suoi poveri piedi piagati.
Anna mi raccontò spesso che, a causa delle percosse del maligno, quasi sempre riportava delle graffiature e delle tumefazioni in tutto il corpo. Spesso, appena il diavolo arrivava alla sua vista, Anna cadeva in svenimento per la paura.
Se Anna pregava per la conversione di qualche anima, l'ira del demonio non aveva limiti; infuriato le gridava: “Non posso prendere te, questo lo so, ma tu non devi interessarti delle altre anime; non ti permetto di strapparle dalle mie mani. Tu non devi pregare per nessuno”.
L'ULTIMO FEROCE ATTACCO DI SATANA
Questo fatto è riportato dalla sorella di Anna, Kathi: "Il 9 agosto 1925, alcuni mesi prima della morte di Anna, il Parroco le volle portare la Santa Comunione alle quattro del mattino, perché poi alle cinque doveva partire. La nostra mamma si alzò quindi alle tre e mezza e subito andò nella stanza di Anna; la vide immobile nel letto: sembrava dormire. Stava ritornando sui suoi passi per andare a vestirsi, quando sentì un colpo pauroso. Si voltò di scatto spaventata: Anna giaceva nell'angolo della stanza con il viso sul pavimento, raggomitolata come un verme. I denti superiori erano rotti, la lingua gonfia e bucata da parte a parte. Sanguinava dalla bocca e dal naso, sopra l'occhio sinistro c'era una profonda ferita, simile a quella che si vede sul volto di Cristo nella Sindone.
Anna non sarebbe mai stata capace di rialzarsi, né avrebbe potuto muoversi per i suoi piedi piagati. Era stata sbalzata lontana dal letto, oltre il comodino; un ultimo attacco furioso dell'inferno a questa creatura piena di dolori che aveva strappato tante anime al demonio.
La caduta le procurò anche conseguenze mentali: da quel momento, infatti, spesso le sue parole divennero confuse. In certi periodi, comunque, ritornava alla piena conoscenza".
7 - ANNA PREVIDE COSE FUTURE I BRANI SCRITTI
Una volta sognai un Padre cappuccino che stava seduto al mio tavolo e correggeva degli scritti. Mentre stavo ad osservarlo, mi capitò sotto gli occhi un foglio su cui erano scritte tre righe con l'inchiostro e il resto con la matita Poi, il Padre cappuccino mi diede in mano quei brani scritti dicendomi qualche cosa che però non capii.
Due giorni dopo questo sogno, che avvenne il primo novembre 1915, ricevetti da un reverendo Padre una lettera nella quale mi si chiedeva se ero disposta a scrivere la vita di una giovane, compagna di sofferenza, che era morta da poco, riordinando anche le sue annotazioni (Vedi: Nota 17). Risposi affermativamente a questo invito e pochi giorni dopo ricevetti tutto il materiale occorrente. Sfogliando queste pagine, ad un tratto riconobbi chiaramente il foglio che avevo visto così chiaramente nel sogno: tre righe scritte con l'inchiostro e il resto a matita.
Possa quella cara compagna pregare anche per me, presso il trono della divina misericordia!
NOTA 17 - È volere di Dio che vengano scritte e conosciute le vite di anime sante tanto sofferenti, perché coloro che poi le leggeranno possano essere spronati, da questi grandi esempi, ad abbandonarsi alla volontà del Signore ed anche perché venga richiesta la loro intercessione.
PORTATA IN CHIESA SU UNA POLTRONA
L’11 maggio 1917 sognai di trovarmi fuori dalla nostra cappella, dove il Parroco stava facendo una predica che aveva come soggetto la nostra cara Madre celeste.
Finita la meditazione, mi sembrò di essere entrata in chiesa, dove era solennemente esposto il Santissimo Sacramento. Ero su una poltrona, posta in obliquo proprio vicino all'altare maggiore, davanti al Signore. L'accesso all'altare era coperto da un tappeto rosso.
Ero piena di gioia perché potevo stare così vicina al Santissimo. Poi mi svegliai e mi trovai nuovamente nel mio letto di sofferenza.
Il 20 maggio, nella festa principale della patrona della Baviera, veniva fatta una processione dalla chiesa alla cappella e di là nuovamente in chiesa dove, alla fine, veniva impartita la benedizione con il Santissimo Sacramento. In questa occasione ebbi la grande gioia di parteciparvi (Vedi: Nota 18) proprio come avevo visto nel sogno, poiché delle persone buone mi portarono fuori dalla cappella dove, appunto, il Parroco tenne una predica. Anche il resto avvenne esattamente come nel sogno.
Sia lodato e benedetto il Santissimo Sacramento dell'Altare ora e sempre!
NOTA 18 - Quanti pochi adoratori si trovano oggi nelle nostre chiese, benché non manchino né le occasioni, né il tempo.... Una sola cosa manca: lo zelo e l'amore per il Signore! Anche per questa mancanza gravissima devono fare riparazione le anime generose che si sacrificano per gli altri.
LA STATUA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Nella notte dal 31 agosto al primo settembre 1917, feci un sogno bellissimo e indescrivibile sul Cuore Immacolato di Maria (Vedi: Nota 19). Una voce mi disse per ben due volte: "Oggi riceverai una bella statua che raffigura Maria col suo Cuore Immacolato". Una volta sveglia, non pensai più al sogno.
Era di sabato e nel pomeriggio il piccolo studente ospitato dalla signora Rainer di Elsendorf mi portò proprio una bella statuetta del Cuore Immacolato di Maria.
"Dolce Cuore di Maria, sii la mia salvezza!"
NOTA 19 - Il Cuore di Maria è il simbolo del suo amore materno, ma è un Cuore Immacolato e quindi il suo è amore purissimo, espressione viva di quelle parole: "Ecco la serva del Signore..." (Lc 1, 38). Questo Cuore Immacolato deve trovare il suo posto nelle nostre case, nelle nostre famiglie e dentro di noi; solo allora il Cuore Immacolato di Maria "trionferà" su Satana e sui suoi collaboratori.
UN'ANIMA TORNA A DIO E UNA BIMBA VOLA IN CIELO
La sera di tutti i Santi del 1919, sognai di vedere un'anima, fino a quel momento molto lontana dalla fede, fare la Confessione generale da Padre Wolfang.
Poi vidi anche che la sorellina di quest'anima sarebbe presto tornata a casa, nella terra dell'eterna felicità.
LA CARTOLINA DEL PADRE
Il 9 novembre 1919 sognai di ricevere una cartolina firmata da due Padri. Non riuscii a leggerne il testo, ma solo l’indirizzo. Uno dei due Padri era stato qui nella festa del rosario. Vidi che raccontava all'altro qualcosa di me, ma non capii che cosa.
Otto giorni dopo ricevetti la cartolina proprio come avevo sognato.
QUESTA SARA’ LA TUA TOMBA
Il 29 febbraio 1920 sognai di essere in un cimitero, forse in quello di Mindelstetten.
Dopo essere passata attraverso alcune file di tombe, vidi vicino alla croce della Missione una signora che mi invitò a seguirla. Mi condusse presso una tomba aperta, piena di bellissimi fiori ancora freschi. Ovunque nella cappella, anche sulle pareti, era pieno di fiori. Quella signora mi disse: "Questa sarà la tua tomba" e così dicendo mi condusse in chiesa e lì, alla sinistra del banco della Comunione, accanto alla sacrestia, c'era una fossa scavata da poco: era colma di rose rosso sangue. La signora tornò a dirmi: "Questa sarà la tua tomba". A questo punto mi prese per mano e mi condusse fuori dalla chiesa, passando dalla parte destra. Ci trovammo in una specie di grande nicchia, simile ad una grotta, cinta come da una corona di gigli e di rose molto belle.
Per la terza volta, quella signora mi disse: "Questa sarà la tua tomba. "Allora le dissi: "Signora, sono contenta di sapere che avrò una tomba, ma che me ne farò di tre?". Ma la signora sparì, e non ebbi quindi risposta (Vedi: Nota 20).
NOTA 20 - Questo sogno delle tre tombe si è poi avverato alla lettera.
Era naturale che Anna venisse deposta nella tomba del suoi (prima tomba), ma il Parroco, che solo molto tempo dopo venne a conoscenza di questo quaderno e quindi di questo sogno, volle farla seppellire in un posto presso il quale i fedeli potessero facilmente passare (seconda tomba in cui il corpo di Anna rimase fino al 26 luglio 1972).
Da allora la serva di Dio è deposta nella nuova chiesa (terza tomba), dalla parte destra, come descritto. Tutto l'anno vicino a quella tomba ardono molti ceri e non passa giorno senza che vengano delle persone a riflettere, a ringraziare o a chiedere aiuto.
Sono molti quelli che testimoniano la forza della sua Intercessione.
IL "MEMORARE" IN ONORE DEL SACRO CUORE DI GESÙ
Il 6 maggio 1920 sognai di essere davanti al Santissimo Sacramento; recitavo il "Memorare" al Sacro Cuore di Gesù ed ero piena di gioia.
Una volta sveglia, però, pensai: "Eppure, non esiste un 'Memorare' al Sacro Cuore di Gesù, o almeno, io non ne ho mai sentito parlare".
Due giorni dopo ricevetti da una suora, mia conoscente, una novena al Sacratissimo Cuore di Gesù con il "Memorare". La preghiera era proprio così come l'avevo recitata nel sogno!
8 - ALTRI SOGNI
CROCIFISSA CON CRISTO
Dopo la morte di Anna fu trovato un foglietto a quattro facciate, scritte di suo pugno, sul quale era descritto come aveva ricevuto le stimmate.
Questo il contenuto.
"La notte del 4 ottobre 1910, festa di San Francesco, come ogni giovedì, feci l'Ora Santa, spiritualmente raccolta davanti al Santissimo Sacramento. Dopo aver pregato per un po' di tempo, mi vidi circondata da una luce meravigliosa che penetrava tutto il mio spirito e il mio corpo. In questo mare di luce vidi il dolcissimo Salvatore che mi disse: "Io ti ho chiamata ad essere riparatrice del mio Santissimo Sacramento. Alla santa Comunione tu proverai quei dolori della mia passione con i quali ho salvato te, povero niente. Soffri, offri e ripara in silenzioso nascondimento". Poi il dolce Salvatore disparve. Tremavo tutta e piangevo sui miei peccati pregando il Signore di essere misericordioso e benigno con me, povera peccatrice.
Era frattanto venuta l'una di notte, ma non potei chiudere occhio, così cominciai a prepararmi per la Santa Comunione.
Al mattino, quando il reverendo Parroco venne per portarmi Gesù Eucaristia, mentre diceva le preghiere iniziali vidi uscire dalla Santissima Ostia cinque raggi di fuoco che, come un lampo, mi entrarono nel cuore. Avvertii subito un acutissimo dolore. Quando ricevetti la Santa Comunione, sentii dentro di me un tal fuoco che credetti di bruciare.
O mio Dio, sii misericordioso con me!
Con questi miei dolori, partecipai da allora, senza alcuna interruzione, ai dolori del Salvatore (Vedi: Nota 21)."
NOTA 21- Anna visse per ben 15 anni la passione di Gesù, di questa cosa furono a conoscenza solo pochissime persone.
SUI CAMPI DI BATTAGLIA
Durante la guerra, molte volte fui presente in sogno sui campi di battaglia e potei assistere ai combattimenti.
Una volta mi trovai su un campo rumeno nel bel mezzo di una grande battaglia: tutto era avvolto in una nebbia di fumo e di vapori. Era buio: solo il fuoco degli spari, che facevano cadere le pallottole come grandine, illuminava il campo. Mi trovavo vicinissima ai nostri soldati che cadevano a terra, uno dopo l'altro; tra loro vi erano anche molti miei conoscenti. Anche se il nemico era molto vicino e quindi poteva vedermi, continuavo ad andare su e giù lungo la linea di fuoco; ogni volta che gli spari illuminavano il volto dei nostri soldati, li vedevo coperti di sudore; le loro guance erano come quelle dei moribondi e gemevano paurosamente. Alcuni soldati mi vedevano e mi gridavano: "Sta' davanti a me! Sta' davanti a me!" e io continuavo ad andare dall'uno all'altro. Ogni volta che uno gridava: "Sta' davanti a me!", venivo investita da innumerevoli pallottole che, colpendo me, risparmiavano i soldati (Vedi: Nota 22).
Quanto dev'essere stata tremenda quella realtà per i soldati, se un semplice sogno era stato per me così sconvolgente e pesante!
Nota 22 - Con questi fatti Dio ha voluto dimostrare alla generosa e paziente Anna, ma anche a noi, come le ardenti preghiere e le silenziose offerte del propri dolori possano donare grande aiuto anche ai combattenti sui fronti di guerra e a tutti coloro che soffrono per le più diverse ragioni.
UNA CROCE IMMENSAMENTE GRANDE
Il 10 ottobre 1918 feci questo sogno: vidi che una persona mi dava una croce immensamente grande. La pose davanti a me, ma era talmente grande e pesante che non riuscivo assolutamente ad alzarla e neppure a spostarla leggermente dal, suo posto. Questa croce era adornata da perle preziose e da pietre nobili e splendeva come un cristallo.
Rimasi incantata a guardarla, provandone intimamente una grande gioia, quando, a un tratto, vidi aprirsi da solo il coperchio di questa croce e ne vidi l'interno. Dentro era scritta in ogni sua parte con una bellissima calligrafia, ma non riuscii purtroppo a leggere nulla. Il braccio orizzontale era straordinariamente decorato e in mezzo stava scritto il mio nome: "Anna Schaffer".
MARTIRE PER LA CHIESA
Il primo febbraio 1919 sognai il Vescovo di Salisburgo: mi diede la sua santa benedizione, poi tenne una predica nella quale si augurava che la Santa Madre Chiesa uscisse vittoriosa anche da questa lotta (Vedi: Nota 23). Allora io risposi: "Preferisco diventare martire, piuttosto che la Santa Chiesa venga ferita anche in maniera lieve ".
Nota 23 - Tutti! cristiani dovrebbero amare in questo modo la Santa Chiesa. Quanti oggi la criticano invece di invocare su di essa lo Spirito Santo! Ogni vero cristiano dovrebbe pregare tutti i giorni per la Chiesa sofferente e insidiata e in particolare per tutti i suoi ministri.
UN BOUQUET DI FIORI PER UN MARTIRE
II 30 marzo 1920, martedì, vidi in sogno due Angeli, ciascuno dei quali aveva un meraviglioso mazzo di fiori con rose fresche e garofani. Ogni bouquet era avvolto in un velo nero. Chiesi loro per chi erano quei fiori ed essi mi risposero che erano per un'anima (un uomo) morto da poche ore, come un martire. Uno degli Angeli mi disse: "Quando muore qualcuno come martire, lo onoriamo con i fiori. E i fiori in questo caso sono particolarmente belli per le molte sofferenze patite da questo martire".
Dicendo questo mi fece vedere anche uno di questi mazzi di fiori.
VIENI, ADESSO PUOI VENIRE CON NOI
Il 2 agosto 1920 sognai che due ragazze, vestite di bianco, entravano nella mia stanza dicendo: "Vieni, devi venire con noi!". Mi aiutarono a vestirmi in fretta e mi condussero via. Mi portarono attraverso un giardino nel quale c'erano tanti fasci di spine più alti della mia statura. Mi pungevano mani, piedi e tutto il corpo, tanto che mi usciva sangue dappertutto. Vedendo questo le mie accompagnatrici sorridevano, dicendo: "Tutto per il Signore, che ti vuole tanto bene!".
Arrivata alla fine del giardino, tutto si fece luminoso e io vidi il caro Salvatore circondato da un innumerevole stuolo di vergini. Portavano in mano delle palme e camminavano come fossero in processione. Le mie accompagnatrici mi condussero vicino a Gesù che mi diede la sua santa benedizione.
Porterò volentieri tutte le mie croci e le mie pene: grazie a queste, alla mia morte potrò andare in Paradiso!
Il primo novembre 1920 passai una notte molto pesante e in preda ad una forte sete. Verso le quattro del mattino mi addormentai e sognai che il mio Angelo custode mi portava un bicchiere d'acqua.
COME ANNA CATERINA EMMERICH
Il 26 aprile 1921 feci un sogno che inizialmente mi procurò molta angoscia, ma che poi mi diede molta serenità.
Vidi un signore con una barba folta che entrava nella mia stanza assieme a due signore. Appena li ebbi salutati, l'anziano signore pregò le due donne di lasciarci soli, perché doveva dirmi alcune cose importanti in privato.
Quando uscirono, mi disse: "Ora la devo visitare fino infondo e il mio segretario dovrà riportare tutto per iscritto". Vidi in effetti vicino a me uno scrivano. Un grande timore mi invase quando cominciò a visitarmi. Iniziò dai piedi e dettava ogni cosa al segretario. Non riuscivo a capire la maggior parte delle cose che diceva, capii solo le ultime parole: “...proprio come la giovane Emmerich di Diilmen!” (Vedi: Nota 24).
Dopo aver detto queste parole, si mise a pregare e quindi riprese a visitarmi. Io non dovevo dirgli niente mentre svolgeva il suo lavoro. Prese quindi anche le mie mani e, come prima, capii solo l'ultima frase, sempre identica: "...proprio come la giovane Emmerich di Dúlmen!".
Quanto fui felice di uscire da un sogno così pesante!
NOTA 24 - Anna Schàfter, nella sua riservatezza e umiltà, non avrebbe mai osato paragonarsi ad Anna Caterina Emmerich, la grande mistica tedesca che ricevette le stimmate nel 1812 ed ebbe importanti visioni. Anche questo dimostra che ella scrisse alla lettera i suoi sogni.
AL SERVIZIO DI GESÙ PER LA SALVEZZA DI UN FRATELLO
Il 30 maggio 1921 sognai un uomo gravemente ammalato in una stanza. Qualcuno mi disse: "Prega molto per quest'uomo, perché riceva degnamente i Sacramenti degli infermi!
Dopo due giorni venni a sapere che un uomo che io conoscevo bene si era ammalato gravemente; morì di lì a due giorni, dopo aver chiesto e ricevuto i Sacramenti degli inferni.
LA GRANDE MISERIA
Il 30 luglio 1921 vidi in sogno due suore di un convento. Una disse: "C'è una grande carestia che comporterà molti sacrifici!". L'altra suora mi prese con sé e mi fece vedere quale grande miseria c'era fra la gente. Una tristezza funerea aleggiava ovunque e molti morivano. Ovunque non si sentivano che pianti e lamenti. La gente, però, aveva ripreso a pregare, chiedendo a Dio che mettesse fine a quel castigo e promettendo al Signore di convertirsi e di migliorarsi. Una suora diceva a quelli che incontravamo: “Solo se vedrà penitenza e riparazione il Signore ritirerà la sua mano!”
UNA RICHIESTA PER ME
Nella domenica dedicata alla consacrazione della chiesa, sognai un grande campo di grano. Ai margini c'era un signore dall'aspetto cupo che disse: "Attraverso questo campo di frumento passa la strada della vita" e mi mostrò una lunga strada che era cosparsa di molte spine (Vedi: Nota 25). Poi mi raccomandò di stare molto attenta alle spighe che si trovavano sui lati della strada, affinché il vento non le rompesse, "perché al tempo della mietitura - mi disse - ogni spiga dev'essere ritta e questo lavoro è richiesto a te".
Nota 25 - Anna vede la sua strada come una via piena di spine. Il frutto che maturerà da quelle spine, cioè da quei dolori, è un ricco campo di frumento con molte spighe preziose, simbolo delle grazie, nessuna delle quali deve andare perduta.
UNA VISIONE DEL VENERDÌ SANTO
Anna ha dettato alla signorina Rosa Imlauer quanto segue.
“Il 25 aprile 1923 vidi il dolce Salvatore che mi mostrava una corona di spine su ciascuna delle quali vi era una goccia di sangue.
Mi trovai di colpo nell'orto degli ulivi. Vedevo il Salvatore che pregava e sudava sangue. I discepoli erano lontani e si erano addormentati.
Vidi anche il momento nel quale il dolce Salvatore fu fatto prigioniero e come, poco prima, i soldati e i servi del sinedrio caddero al suolo, e poi, quando gli legarono le mani e lo trascinarono via.
Vidi anche come questi lo condussero davanti a Pilato e davanti al gran Consiglio.
Lo vidi patire tutto solo in carcere: era così buio e freddo ed Egli era da tutti abbandonato.
Lo vidi poi davanti a Pilato e ancora carico della pesante Croce. Inizialmente il corteo attraversò una larga strada, poi piegò in un vicolo molto stretto, quindi passò attraverso una porta. Qui, Gesù cadde dolorosamente al suolo. Poi il corteo salì verso il Calvario.
Vidi come il dolce Salvatore venne inchiodato alla Croce ed assistetti anche alla sua morte. Erano lì la Santa Madre di Dio, San Giovanni e Maria Maddalena che, da dietro, strinse i piedi di Gesù.
Durante tutta questa visione io partecipai ai dolori del Signore (Vedi: Nota 26). In confronto a ciò che il nostro Salvatore patì per noi, anche il castigo della nostra morte è ben poca cosa.
Ebbi questa contemplazione dalle quattro del pomeriggio fino alla mezzanotte del 25 aprile:
NOTA 26 - Come tutte le grandi anime riparatrici, anche Anna fu fatta partecipe della passione dolorosa di Gesù. Qui il mistico sognare è diventato una reale visione e un'esperienza dolorosa. Le sue espressioni circa questa penosa esperienza sono molto semplici, ma il suo dolore fu sicuramente molto grande: ella, infatti, fu immersa con il Signore nella sua indicibile agonia.
È un'altissima grazia poter soffrire per, con e come Gesù, che, unico vero innocente, ha assunto su di sé tutte le sofferenze possibili per ricondurre noi uomini all'amore del Padre.
TRE GIORNI IN CIELO
Wally Knoferl, una povera sarta di Pforring, l'11 luglio 1951, dichiarò all'Arcivescovo Mons. Michele Buchberger quanto segue:
"Nel 1925 ebbi spesso l'opportunità di far visita alla cara Anna Schdffer. Una volta mi raccontò un sogno meraviglioso, che ancora oggi ricordo con commozione.
In quell'occasione Anna mi attirò molto vicino a sé per potermi parlare a bassa voce. Mi disse: 'Wally, pensa, sono stata tre giorni in Paradiso!'. Le risposi: 'Bene, Anna, com'è andata?'. E Anna mi raccontò: 'Mentre stavo pregando, fui rapita dal mondo. La mia vita pendeva soltanto da un sottilissimo filo. Le nubi si aprirono e apparve un giardino meraviglioso pieno di fiori, nel quale potei camminare a lungo. Ad un certo punto mi vennero incontro tante vergini e ciascuna di esse fece un inchino davanti a me. Quando ripresi a camminare vidi arrivare dei giovani, molto alti, e in mezzo a loro mi venne incontro una Signora la cui bellezza non è minimamente descrivibile. Mi prese per mano e mi disse: Anna, vieni, ora verranno per te i giorni più difficili. Coraggio! Il mio divin Figlio ti ricompenserà di tutto!'.
'Ciò che ebbi la fortuna di vedere, non te lo posso descrivere. La dolce Madre di Dio mi condusse più avanti, su una piazza e disse: Guarda, qui sarà la tua abitazione per tutta l'eternità! Io guardai e vidi anche il Santo Padre, in Roma, che mi impartiva la sua benedizione.'
'Fu tremendo, poi, quando dovetti ritornare nel mondo!'
A questo punto Anna cominciò a piangere con tanta amarezza e soggiunse: 'Ed ora, Wally, non vorrei altro che morire...'. Allora le chiesi di raccontarmi solo un po' com'era il Paradiso, ed ella mi rispose: 'Non posso descriverti tutte le meraviglie che il Buon Dio dona a coloro che lo amano'. Ed io le chiesi ancora: 'Ma in Paradiso troveremo le cose che ci sono qui in terra?'. Capendo cosa intendevo dire, mi rispose: 'Sì, lì ci sono anche prati e boschi, torrenti e montagne, abitazioni e palazzi, ma tutto è trasparente e spiritualizzato, mentre qui in terra tutto è inquinato dalla maledizione del peccato!'.
UN GRAZIE DI TUTTO CUORE
A te, cara Anna, un grazie di tutto cuore per la tua coraggiosa accettazione della sofferenza, per tutto l'amore di riparazione che hai donato a Gesù e alla Madonna Addolorata; grazie anche per il tuo apostolato che ha salvato tante anime e per il tuo "Quaderno dei sogni", specchio radioso della tua vita benedetta, che tu hai scritto immersa nel dolore.
Nonostante la nostra paura di soffrire, vogliamo imparare a pregare come tu hai pregato:
"Gesù, voglio patire senza lamentarmi. Ti ringrazio e ringrazio il tuo Sacratissimo Cuore di avermi offerto la possibilità di diventare per mezzo del dolore, simile al tuo Cuore Divino. Ogni istante della mia vita voglio che passi nel volere di Dio e nella sua lode!".
NOVENA AD USO PRIVATO
O buon Padre del Cielo, noi ti ringraziamo con tutto il cuore di averci donato in Anna Schàffer una sorella che è stata esempio di fedeltà fino alla Croce e una grande avvocata.
Fa' che, come lei, sappiamo dire un sì coraggioso alla tua santissima volontà. Per la sua intercessione, donaci la grazia del tuo aiuto.
Fa' che la tua serva sia presto innalzata alla gloria degli altari, così la nostra anima sarà sempre più fiduciosa e piena di riconoscenza e loderà la tua bontà, per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore. Amen.
È raccomandabile offrire la Santa Messa e fare la Santa Comunione nei giorni della novena e, in circostanze particolari, far anche celebrare una Santa Messa pregando Anna di intercedere presso il Signore.
20 aprile 1945
Maria Valtorta
Vedo insistentemente un rudere di corpo umano carbonizzato. È una vista pietosa e paurosa. È tanto corroso dalle fiamme che sembra un'informe statua di ferro estratta da un fondo di mare. Ancora si comprende la testa nelle sue linee principali del naso, zigomi e mento, ma manca ad essa la rotondità delle guance, la parte carnosa del naso, le orecchie, le labbra. Tutto è rinsecchito o distrutto. E così le estremità, simili nelle braccia e nelle gambe a rami semicombusti, alle quali il calore ha cambiato aspetto come fossero di cera rivestente tendini che si sono rattratti per l'ardore e che hanno rattrappito e contorto piedi e mani. Naturalmente mancano capelli e sopracciglia. Né potrei dire se fu uomo o donna, giovane o adulto, biondo o bruno quel povero essere giacente riverso sui resti di un fuoco ormai spento. Il luogo pare essere alla periferia di una città, là dove incomincia la campagna, in una zona desolata, sassosa, lugubre.
Contemplo e contemplo questo povero corpo abbandonato in questo luogo e mi viene fatto di chiedere: "Ma chi sei?".
Non ho risposta per molte ore. Ma adesso io, pur ritrovandomi in quello stesso luogo, lo vedo animato di persone vestite all'antica che lavorano alla costruzione di un poderoso rogo di fascine mescolate a tronchetti robusti, solido, atto a bruciare molto bene. E poi ancora vedo venire dalla parte della città, che non so quale sia, ma certo è prossima al mare che scintilla là in fondo sotto il sole meridiano, un corteo di armati e di popolo.
Una giovane, poco più che adolescente, è in mezzo ad esso. Viene condotta al rogo. Era per lei. Vi sale tranquilla, sicura, con quell'espressione di suprema e sognante pace che ho visto sempre sul volto dei martiri.
Fino ai piedi della catasta la segue, e là la saluta, una donna velata e anziana, come la mostrano le forme piuttosto pingui e quel poco che di lei appare quando per baciare la giovinetta si alza il velo. Non le dice una parola. Ma solo baci e pianto. La vogliono respingere, e duramente le impongono di allontanarsi mentre già le prime fiamme lambiscono la catasta, appiccate alle eriche asciutte delle fascine. Ma con una dignità non priva di alterezza ella risponde — a quelli che le dicono: "Perché ti interessi di questa ribelle? Ne sei parente? Vattene. Non si può stare a dare conforto ai nemici di Cesare" —: "Sono Anastasia, dama romana, sorella a costei. È mio diritto restare presso di lei come presso le sorelle di ieri. Lasciatemi, o me ne appellerò all'imperatore".
La lasciano stare ed ella guarda la giovinetta verso cui salgono lingue di fiamma e ondate di fumo che a intervalli la nascondono. La guarda così serena e sorridente al suo sogno spirituale, insensibile ai morsi delle fiamme che per prime le si apprendono ai capelli che ardono in una fumosa lingua di fuoco, poi alle vesti… finché, a sostituzione della bianca veste, arsa dalle fiamme, lo strumento stesso del martirio le fa una splendida veste di fuoco vivo, e dietro ad esso la cela agli sguardi della folla.
"Addio, Irene. Ricordati di me quando sarai in pace" grida Anastasia. E da dietro al velo del fuoco risponde la giovane voce tranquilla: "Addio. Già parlo di te con…". Non si sente più che il ruggire delle vampe…
I soldati e gli esecutori della sentenza si allontanano quando comprendono che la morte è sopravvenuta, lasciando che il rogo termini la sua distruzione da solo.
Anastasia non si muove. Fissa fra l'ardore del fuoco e quello del sole, che è forte in questa arida zona, attende… Finché sopraggiungono le ombre crepuscolari nelle quali splende debolmente qualche superstite guizzo fra le legna del rogo. Sembrano scrivere parole misteriose, narrando alla sera le glorie della giovane martire.
Allora Anastasia si muove. Non va verso il rogo. Ma va verso una casupola in rovina che è poco lontano, già spersa per la spoglia campagna. Vi entra, va sicura, al chiarore di un primo raggio di luna, in un incolto orticello, si china su un pozzo e chiama. La sua voce ha risonanza di bronzo nel cavo del pozzo. Più voci le rispondono. E delle ombre emergono l'una dopo l'altra dal pozzo che deve essere asciutto.
"Venite. Non c'è più nessuno. Venite. Prima che le facciano spregio. È morta da angelo come visse. Non ho toccato le ceneri perché… tutto le ho dato come il Padre dell'anima mia mi ordinò. Ma… oh! è troppo orribile trovare ridotto a carbone un giovane giglio!".
"Ritirati, domina. Noi faremo per te".
"No. Mi devo abituare a questo supplizio. Egli me lo ha detto. Ma allora non sarò sola. Ella e le sorelle saranno con gli angeli al mio fianco. Ora siatevi voi, fratelli di Tessalonica".
Vanno verso il rogo definitivamente spento: mucchio di ceneri sparse su cui è posato il corpo carbonizzato già prima visto. Anastasia piange piano mentre, con l'aiuto dei cristiani, involge in un drappo prezioso il corpo che la fiamma ha mummificato. Poi lo posano su una barella e il piccolo, pietoso corteo, costeggiando il limite della città, raggiunge una vasta casa di bella presenza dentro cui penetrano, deponendo in un cimitero scavato nel giardino la salma, mentre uno, certo sacerdote, la benedice fra lenti canti dei cristiani presenti.
[Seguono, in data 21, 22 e 23 aprile 1945, i capitoli 142, 143 e 144 dell'opera L'EVANGELO]