Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

È iniziata la novena di Natale. È tempo di grazia, è tempo di attesa ancora più intensa, è tempo di accoglienza e di donazione. L'amore di Dio si dona a te. Se Dio ti dona il Suo amore vuol dire che tutte le tue preghiere sono esaudite. L'amore esige l'amore. Dio si dona a te affinché tu possa amarlo sopra ogni altra cosa. Il Signore viene. Apri il tuo cuore all'Amore affinché la tua attesa diventi preghiera e dono di sé. Nessuno è più felice di colui che sa di essere amato. (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 24° settimana del tempo ordinario (Santi Andrea Kim Taegon e compagni)

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Marco 3

1Entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita,2e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo.3Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Mettiti nel mezzo!".4Poi domandò loro: "È lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?".5Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: "Stendi la mano!". La stese e la sua mano fu risanata.6E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

7Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea.8Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui.9Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero.10Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo.
11Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!".12Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.

13Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui.14Ne costituì Dodici che stessero con lui15e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.
16Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro;17poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono;18e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo19e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

20Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo.21Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: "È fuori di sé".

22Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: "Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni".23Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: "Come può satana scacciare satana?24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi;25se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.26Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire.27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa.28In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno;29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna".30Poiché dicevano: "È posseduto da uno spirito immondo".

31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.32Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: "Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano".33Ma egli rispose loro: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?".34Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli!35Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre".


Tobia 13

1Allora Tobi scrisse questa preghiera di esultanza e disse:

"2Benedetto Dio che vive in eterno
il suo regno dura per tutti i secoli;
Egli castiga e usa misericordia,
fa scendere negli abissi della terra,
fa risalire dalla grande Perdizione
e nulla sfugge alla sua mano.
3Lodatelo, figli d'Israele, davanti alle genti;
Egli vi ha disperso in mezzo ad esse
4per proclamare la sua grandezza.
Esaltatelo davanti ad ogni vivente;
è lui il Signore, il nostro Dio,
lui il nostro Padre, il Dio per tutti i secoli.
5Vi castiga per le vostre ingiustizie,
ma userà misericordia a tutti voi.
Vi raduna da tutte le genti,
fra le quali siete stati dispersi.
6Convertitevi a lui con tutto il cuore e con tutta l'anima,
per fare la giustizia davanti a Lui,
allora Egli si convertirà a voi
e non vi nasconderà il suo volto.
7Ora contemplate ciò che ha operato con voi
e ringraziatelo con tutta la voce;
benedite il Signore della giustizia
ed esaltate il re dei secoli.
8Io gli do lode nel paese del mio esilio
e manifesto la sua forza e grandezza
a un popolo di peccatori.
Convertitevi, o peccatori,
e operate la giustizia davanti a lui;
chi sa che non torni ad amarvi
e vi usi misericordia?
9Io esalto il mio Dio e celebro il re del cielo
ed esulto per la sua grandezza.
10Tutti ne parlino
e diano lode a lui in Gerusalemme.
Gerusalemme, città santa,
ti ha castigata per le opere dei tuoi figli,
e avrà ancora pietà per i figli dei giusti.
11Da' lode degnamente al Signore
e benedici il re dei secoli;
egli ricostruirà in te il suo tempio con gioia,
12per allietare in te tutti i deportati,
per far contenti in te tutti gli sventurati,
per tutte le generazioni dei secoli.
13Come luce splendida brillerai sino ai confini della terra;
nazioni numerose verranno a te da lontano;
gli abitanti di tutti i confini della terra
verranno verso la dimora del tuo santo nome,
portando in mano i doni per il re del cielo.
Generazioni e generazioni esprimeranno in te l'esultanza
e il nome della città eletta durerà nei secoli.
14Maledetti coloro che ti malediranno,
maledetti saranno quanti ti distruggono,

demoliscono le tue mura,
rovinano le tue torri
e incendiano le tue abitazioni!
Ma benedetti sempre quelli che ti ricostruiranno.
15Sorgi ed esulta per i figli dei giusti,
tutti presso di te si raduneranno
e benediranno il Signore dei secoli.
Beati coloro che ti amano
beati coloro che gioiscono per la tua pace.
16Beati coloro che avranno pianto per le tue sventure:
gioiranno per te e vedranno tutta la tua gioia per sempre.
Anima mia, benedici il Signore, il gran re,
17Gerusalemme sarà ricostruita
come città della sua residenza per sempre.
Beato sarò io, se rimarrà un resto della mia discendenza
per vedere la tua gloria e dar lode al re del cielo.
Le porte di Gerusalemme
saranno ricostruite di zaffiro e di smeraldo
e tutte le sue mura di pietre preziose.
Le torri di Gerusalemme si costruiranno con l'oro
e i loro baluardi con oro finissimo.
Le strade di Gerusalemme saranno lastricate
con turchese e pietra di Ofir.
18Le porte di Gerusalemme risuoneranno di canti di esultanza,
e in tutte le sue case canteranno: "Alleluia!
Benedetto il Dio d'Israele
e benedetti coloro che benedicono il suo santo nome
per sempre e nei secoli!".


Salmi 10

1'Al maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.'

2Loderò il Signore con tutto il cuore
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
3Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.

4Mentre i miei nemici retrocedono,
davanti a te inciampano e periscono,
5perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;
siedi in trono giudice giusto.

6Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l'empio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
7Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,
è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.

8Ma il Signore sta assiso in eterno;
erige per il giudizio il suo trono:
9giudicherà il mondo con giustizia,
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.

10Il Signore sarà un riparo per l'oppresso,
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
11Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.

12Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate tra i popoli le sue opere.
13Vindice del sangue, egli ricorda,
non dimentica il grido degli afflitti.

14Abbi pietà di me, Signore,
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
15perché possa annunziare le tue lodi,
esultare per la tua salvezza
alle porte della città di Sion.

16Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,
nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.
17Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia;
l'empio è caduto nella rete, opera delle sue mani.

18Tornino gli empi negli inferi,
tutti i popoli che dimenticano Dio.
19Perché il povero non sarà dimenticato,
la speranza degli afflitti non resterà delusa.

20Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo:
davanti a te siano giudicate le genti.
21Riempile di spavento, Signore,
sappiano le genti che sono mortali.

22Perché, Signore, stai lontano,
nel tempo dell'angoscia ti nascondi?
23Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio
e cade nelle insidie tramate.
24L'empio si vanta delle sue brame,
l'avaro maledice, disprezza Dio.
25L'empio insolente disprezza il Signore:
"Dio non se ne cura: Dio non esiste";
questo è il suo pensiero.

26Le sue imprese riescono sempre.
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi:
disprezza tutti i suoi avversari.

27Egli pensa: "Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure".
28Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca,
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
29Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l'innocente.
30I suoi occhi spiano l'infelice,
sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero,
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
31Infierisce di colpo sull'oppresso,
cadono gl'infelici sotto la sua violenza.
32Egli pensa: "Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla".

33Sorgi, Signore, alza la tua mano,
non dimenticare i miseri.
34Perché l'empio disprezza Dio
e pensa: "Non ne chiederà conto"?

35Eppure tu vedi l'affanno e il dolore,
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell'orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell'empio e del malvagio;
36Punisci il suo peccato e più non lo trovi.

37Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.
38Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio
39per far giustizia all'orfano e all'oppresso;
e non incuta più terrore l'uomo fatto di terra.


Salmi 76

1'Al maestro del coro. Su strumenti a corda con cetre. Salmo.'
'Di Asaf. Canto.'
2Dio è conosciuto in Giuda,
in Israele è grande il suo nome.
3È in Gerusalemme la sua dimora,
la sua abitazione, in Sion.
4Qui spezzò le saette dell'arco,
lo scudo, la spada, la guerra.

5Splendido tu sei, o Potente,
sui monti della preda;
6furono spogliati i valorosi,
furono colti dal sonno,
nessun prode ritrovava la sua mano.
7Dio di Giacobbe, alla tua minaccia,
si arrestarono carri e cavalli.

8Tu sei terribile; chi ti resiste
quando si scatena la tua ira?
9Dal cielo fai udire la sentenza:
sbigottita la terra tace
10quando Dio si alza per giudicare,
per salvare tutti gli umili della terra.

11L'uomo colpito dal tuo furore ti dà gloria,
gli scampati dall'ira ti fanno festa.
12Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli,
quanti lo circondano portino doni al Terribile,
13a lui che toglie il respiro ai potenti;
è terribile per i re della terra.


Isaia 19

1Oracolo sull'Egitto.

Ecco, il Signore cavalca una nube leggera
ed entra in Egitto.
Crollano gli idoli d'Egitto davanti a lui
e agli Egiziani vien meno il cuore nel petto.
2Aizzerò gli Egiziani contro gli Egiziani:
combatterà fratello contro fratello,
uomo contro uomo,
città contro città, regno contro regno.
3Gli Egiziani perderanno il senno
e io distruggerò il loro consiglio;
per questo ricorreranno agli idoli e ai maghi,
ai negromanti e agli indovini.
4Ma io metterò gli Egiziani
in mano a un duro padrone, un re crudele li dominerà.
Oracolo del Signore, Dio degli eserciti.
5Si prosciugheranno le acque del mare,
il fiume si inaridirà e seccherà.
6I suoi canali diventeranno putridi,
diminuiranno e seccheranno i torrenti dell'Egitto,
canne e giunchi ingialliranno.
7I giunchi sulle rive e alla foce del Nilo
e tutti i seminati del Nilo
seccheranno, saranno dispersi dal vento, non saranno più.
8I pescatori si lamenteranno, gemeranno
quanti gettano l'amo nel Nilo,
quanti stendono le reti sull'acqua saranno desolati.
9Saranno delusi i lavoratori del lino,
le cardatrici e i tessitori impallidiranno;
10i tessitori saranno avviliti,
tutti i salariati saranno costernati.
11Quanto sono stolti i principi di Tanis!
I più saggi consiglieri del faraone sono uno stupido consiglio.
Come osate dire al faraone:
"Sono figlio di saggi, figlio di re antichi"?
12Dove sono, dunque, i tuoi saggi?
Ti rivelino e manifestino
quanto ha deciso il Signore degli eserciti
a proposito dell'Egitto.
13Stolti sono i principi di Tanis;
si ingannano i principi di Menfi.
Hanno fatto traviare l'Egitto
i capi delle sue tribù.
14Il Signore ha mandato in mezzo a loro
uno spirito di smarrimento;
essi fanno smarrire l'Egitto in ogni impresa,
come barcolla un ubriaco nel vomito.
15Non riuscirà all'Egitto qualunque opera faccia:
il capo o la coda, la palma o il giunco.

16In quel giorno gli Egiziani diventeranno come femmine, tremeranno e temeranno all'agitarsi della mano che il Signore degli eserciti agiterà contro di loro.17Il paese di Giuda sarà il terrore degli Egiziani; quando se ne parlerà, ne avranno spavento, a causa del proposito che il Signore degli eserciti ha formulato sopra di esso.
18In quel giorno ci saranno cinque città nell'Egitto che parleranno la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti; una di esse si chiamerà Città del sole.19In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d'Egitto e una stele in onore del Signore presso la sua frontiera:20sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nel paese d'Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà.21Il Signore si rivelerà agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte, faranno voti al Signore e li adempiranno.22Il Signore percuoterà ancora gli Egiziani ma, una volta colpiti, li risanerà. Essi faranno ritorno al Signore ed egli si placherà e li risanerà.
23In quel giorno ci sarà una strada dall'Egitto verso l'Assiria; l'Assiro andrà in Egitto e l'Egiziano in Assiria; gli Egiziani serviranno il Signore insieme con gli Assiri.24In quel giorno Israele sarà il terzo con l'Egitto e l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra.25Li benedirà il Signore degli eserciti: "Benedetto sia l'Egiziano mio popolo, l'Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità".


Lettera ai Romani 15

1Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi.2Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo.3Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: 'gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me'.4Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza.5E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù,6perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
7Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio.8Dico infatti che Cristo si è fatto servitore dei circoncisi in favore della veracità di Dio, per compiere le promesse dei padri;9le nazioni pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:

'Per questo ti celebrerò tra le nazioni pagane,
e canterò inni al tuo nome'.

10E ancora:

'Rallegratevi, o nazioni, insieme al suo popolo.'

11E di nuovo:

'Lodate, nazioni tutte, il Signore;
i popoli tutti lo esaltino'.

12E a sua volta Isaia dice:

'Spunterà il rampollo di Iesse,
colui che sorgerà a giudicare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno'.

13Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo.

14Fratelli miei, sono anch'io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l'un l'altro.15Tuttavia vi ho scritto con un po' di audacia, in qualche parte, come per ricordarvi quello che già sapete, a causa della grazia che mi è stata concessa da parte di Dio16di essere un ministro di Gesù Cristo tra i pagani, esercitando l'ufficio sacro del vangelo di Dio perché i pagani divengano una oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo.17Questo è in realtà il mio vanto in Gesù Cristo di fronte a Dio;18non oserei infatti parlare di ciò che Cristo non avesse operato per mezzo mio per condurre i pagani all'obbedienza, con parole e opere,19con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito. Così da Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo.20Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunziare il vangelo se non dove ancora non era giunto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui,21ma come sta scritto:

'Lo vedranno coloro ai quali non era stato annunziato
e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno'.

22Per questo appunto fui impedito più volte di venire da voi.23Ora però, non trovando più un campo d'azione in queste regioni e avendo già da parecchi anni un vivo desiderio di venire da voi,24quando andrò in Spagna spero, passando, di vedervi, e di esser da voi aiutato per recarmi in quella regione, dopo avere goduto un poco della vostra presenza.
25Per il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio a quella comunità;26la Macedonia e l'Acaia infatti hanno voluto fare una colletta a favore dei poveri che sono nella comunità di Gerusalemme.27L'hanno voluto perché sono ad essi debitori: infatti, avendo i pagani partecipato ai loro beni spirituali, sono in debito di rendere un servizio sacro nelle loro necessità materiali.28Fatto questo e presentato ufficialmente ad essi questo frutto, andrò in Spagna passando da voi.29E so che, giungendo presso di voi, verrò con la pienezza della benedizione di Cristo.30Vi esorto perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l'amore dello Spirito, a lottare con me nelle preghiere che rivolgete per me a Dio,31perché io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a Gerusalemme torni gradito a quella comunità,32sicché io possa venire da voi nella gioia, se così vuole Dio, e riposarmi in mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen.


Capitolo XII: I vantaggi delle avversità

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1. E' bene per noi che incontriamo talvolta difficoltà e contrarietà; queste, infatti, richiamano l'uomo a se stesso, nel profondo, fino a che comprenda che quaggiù egli è in esilio e che la sua speranza non va riposta in alcuna cosa di questo mondo. E' bene che talvolta soffriamo contraddizione e che la gente ci giudichi male e ingiustamente, anche se le nostre azioni e le nostre intenzioni sono buone. Tutto ciò suol favorire l'umiltà, e ci preserva dalla vanagloria. Invero, proprio quando la gente attorno a noi ci offende e ci scredita, noi aneliamo con maggior forza al testimone interiore, Iddio.  

2. Dovremmo piantare noi stessi così saldamente in Dio, da non avere necessità alcuna di andar cercando tanti conforti umani. Quando un uomo di buona volontà soffre tribolazioni e tentazioni, o è afflitto da pensieri malvagi, allora egli sente di aver maggior bisogno di Dio, e di non poter fare nulla di bene senza di lui. E si rattrista e piange e prega, per il male che soffre; gli viene a noia che la vita continui; e spera che sopraggiunga la morte (2 Cor 1,8), così da poter scomparire e dimorare in Cristo (Fil 1,23). Allora egli capisce che nel mondo non può esserci completa serenità e piena pace.


Contro Fausto Manicheo - Libro diciottesimo

Contro Fausto manicheo - Sant'Agostino di Ippona

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Agostino non osserva, di fatto, i precetti della Legge e dei Profeti: come può dirsi cristiano?

1. FAUSTO. Non son venuto per abolire la legge, ma per dare compimento 1. Ma credere a questa frase di Cristo, a meno che non abbia un altro significato, sappi che va contro di te non meno che contro di me. Ciascuno di noi, infatti, è cristiano sulla base di questa opinione: che Cristo sia venuto a distruggere la Legge e i Profeti. E se tu, talvolta, non vuoi ammetterlo a parole, tuttavia lo indichi con le azioni. Ne risulta, infatti, la tua noncuranza dei precetti della Legge e dei Profeti. Da qui l'ammissione di entrambi che Gesù abbia dato origine al Nuovo Testamento, con il quale ammettiamo nient'altro che la distruzione del Vecchio Testamento. Stando così le cose, come possiamo credere che Cristo abbia detto ciò, senza prima aver accusato noi stessi di una stolta opinione in passato e senza correre al pentimento e all'integrale obbedienza alla Legge e ai Profeti ed alla cura di osservare i loro precetti, di qualsiasi natura essi siano? Quando avremo fatto questo allora finalmente potremmo credere veramente che Gesù abbia detto che non venne ad abolire la legge, ma a dare compimento. Ora, invece, è falso, poiché neppure tu credi a ciò di cui accusi me soltanto.

Per continuare ad essere cristiani occorre, dunque, iniziare certe pratiche della legge? Ma Cristo stesso non le osservò!

2. Ammettiamo pure di aver sbagliato in passato. Che fare ora, dunque? Ci piace camminare sotto la legge, se Cristo non l'ha abolita ma portata a compimento? Ci piace essere circoncisi, cioè contrassegnare la vergogna con la vergogna e credere che Dio si compiaccia di tali sacramenti? Ci piace prendere il riposo del sabato e mettere le mani nelle catene di Saturno? Ci piace abbattere con i coltelli ora tori, ora arieti, ora anche capri, (per non dire anche uomini) per l'ingordo demone dei Giudei (poiché non è Dio)? E per il fatto che odiamo vivamente gli idoli ci piace praticarlo con più crudeltà, in obbedienza alla Legge ed ai Profeti? Ci piace, infine, ritenere monde alcune carni animali, considerare altre tra i cibi immondi e contaminati, tra cui la Legge ed i Profeti dichiararono più contaminata quella di maiale? Negherai senz'altro che qualcuna di queste cose vada fatta, se vogliamo continuare ad essere ciò che siamo. Poiché ricordi certamente che Cristo dice che chi è stato circonciso diventa due volte figlio della Geenna 2. Ti accorgi anche che neppure lui osservò il sabato, né ha mai comandato di osservarlo. Riguardo ai cibi parimenti lo senti affermare che l'uomo non è contaminato da nessuna di quelle cose che entrano nella bocca, ma che lo rende impuro piuttosto ciò che esce dalla bocca 3. Circa i sacrifici, ugualmente, il suo discorso frequente è che Dio vuole la misericordia, non il sacrificio 4. Se le cose stanno così, allora, dove si vede che egli non è venuto ad abolire la Legge ed i Profeti, ma a dare compimento? Se lo disse, o lo disse intendendo un altro significato o (lungi dal pensarlo!) mentì o non lo disse affatto. Ma nessuno, in quanto cristiano, potrebbe dire che mentì: e perciò o lo disse con altro significato o non lo disse affatto.

Fausto difende la sua fede, che lo ha reso accorto nel discernere il seme buono dalla zizzania nella Scritture.

3. E tuttavia la fede manichea mi ha reso protetto di fronte al vincolo di questo versetto: essa, fin dal principio, mi ha indotto a non credere a tutte quelle cose che si leggono dappertutto come scritte a nome del Salvatore, ma a verificare se sono vere, valide, non corrotte. C'è infatti molta zizzania che un seminatore che vaga di notte ha sparso in quasi tutte le Scritture contagiando il seme buono 5. Perciò non mi allarmano queste parole, nonostante presentino il titolo di un nome venerando, perché ancora posso intenzionalmente verificare se queste non siano di un seminatore diurno e buono o di uno notturno e malvagio. Tu, invece, che credi ogni cosa senza esaminarla, che condanni fra gli uomini la ragione, beneficio della natura, che si fa scrupolo di distinguere il vero e il falso, e ha non meno paura di separare il bene dal suo contrario di quanta ne abbiano i bambini dei fantasmi, che cosa farai quando la necessità ti costringerà nell'angustia di questo versetto? Cosa farai, poi, quando un Giudeo o qualcun altro che conosce questo discorso ti interpellerà sul motivo per cui non osservi i precetti della Legge e dei Profeti, dal momento che Cristo dice di non essere venuto ad abolirli ma a dare ad essi compimento? Sicuramente sarai costretto o a cedere ad una vana superstizione o a riconoscere la falsità di questo versetto o a negare di essere discepolo di Cristo.

Il contenuto simbolico della Legge e dei Profeti, una volta rivelato, non deve più essere osservato alla lettera.

4. AGOSTINO. Poiché ripeti discorsi già tante volte respinti e confutati, anche a noi non dispiacerà ripetere la confutazione. Le cose che i Cristiani non fanno secondo la Legge ed i Profeti sono simbolo di queste che fanno. Quelle erano figura di quelle future ed era inevitabile che venissero superate proprio dalle cose rivelate e mostrate per mezzo di Cristo, cosicché, anche per il fatto stesso che esse sono state superate, la Legge ed i Profeti hanno compimento. Infatti lì è scritto questo: che Dio avrebbe concluso un nuovo Testamento, non come quello che ho concluso con i loro padri 6, dice. Infatti quel popolo, in ragione del suo cuore di pietra, aveva ricevuto molti precetti a lui più conformi che buoni, con i quali, tuttavia, erano prefigurate e profetizzate le cose future: ma allora venivano messi in pratica da persone che non li comprendevano. Una volta avvenute e manifestatesi le cose che da quelli erano simboleggiate, non c'è più l'obbligo di farle ma si leggono per capirne il significato. Così, ancora, lì si dice, riguardo a una cosa futura: Toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne 7, cioè non un cuore insensibile, ma sensibile. Di qui le parole dell'Apostolo: non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori 8. Cos'altro disse se non cuore di carne? Poiché dunque anche questo era stato predetto, piuttosto non avrebbero avuto compimento la Legge ed i Profeti se queste cose non fossero state allontanate dalla nostra considerazione; perché non sarebbe accaduto ciò che avevano predetto; quando però questo avviene, si comprende che la Legge e i Profeti hanno compimento lì dove vi sembra che non ne abbiano.

Sul riposo del sabato: polemica con i Manichei sui nomi dei giorni e dei mesi.

5. E non ci spaventa il tuo insulto sul riposo del sabato, che chiami " catene di Saturno ". È senza senso e inopportuno, e non ti sarebbe venuto in mente di esprimerlo se non perché voi venerate il sole nel giorno chiamato " del Sole ". Invece, come noi chiamiamo quel giorno " del Signore ", e in esso rendiamo culto non a questo sole ma alla resurrezione del Signore, così i padri osservarono il riposo del sabato non perché venerassero Saturno, ma perché era necessario osservarlo in questo modo, essendo ombra delle cose future, come attesta l'Apostolo 9. A quei giorni, il cui numero sette ritorna ciclicamente, i Gentili imposero i nomi dei loro dèi. Di loro dice l'Apostolo: hanno venerato e adorato la creatura al posto del Creatore 10. In questo aspetto li imitate anche voi, tranne nel fatto che voi adorate i due astri più luminosi, ma non le altre stelle, come invece fanno loro. Ma anche ai mesi imposero i nomi dei loro dèi. In onore di Romolo, che credettero figlio di Marte, dedicarono il primo mese a Marte e lo chiamarono Marzo. E poi Aprile, che non deriva da qualche nome di divinità ma dal fatto stesso dell'" apertura ", poiché in questo mese moltissimi germogli si schiudono e diventano fiore. Il terzo mese è chiamato Maggio, in onore della dea Maia, madre di Mercurio. Il quarto è chiamato Giugno da Giunone. Gli altri mesi fino a Dicembre sono nominati a partire dai numeri. Ma il quinto ed il sesto furono chiamati con i nomi degli uomini ai quali avevano decretato onori divini, Giulio e Augusto; infatti il settimo, Settembre, e gli altri, come dissi, fino a Dicembre sono chiamati con il nome del loro numero. A sua volta Gennaio riceve il nome da Giano, Febbraio dai sacri Februa dei Luperci. Volete dunque che si dica che anche voi nel mese di Marzo venerate Marte? In quel mese, infatti, festeggiate con gran pompa il vostro Bema. Se però pensate che vi è lecito nel mese di Marzo considerare un'altra divinità, non Marte, perché a partire dal settimo giorno, che è chiamato sabato perché significa " riposo ", cercate di introdurre Saturno nelle divine Scritture, per il fatto che i Gentili lo chiamarono giorno di Saturno? Così dunque vedete con quanta empietà delirate!

Il senso figurato degli animali sacrificati secondo la legge.

6. Riguardo ai sacrifici degli animali, chi di noi non sa che furono imposti conformemente alla perversità del popolo piuttosto che offerti ad un Dio che li desiderasse? Ma tuttavia anche in essi ci sono allusioni a noi: perché non possono esserci la nostra purificazione e la propiziazione di Dio per noi senza sangue. La verità di quelle figure è Cristo, dal cui sangue siamo stati redenti e purificati. Infatti nelle figure delle divine Scritture il toro rappresenta Cristo per il potere della croce, poiché con le sue corna disperse gli empi; l'ariete per il grado supremo di innocenza; e il capro per la sua somiglianza con la carne del peccato, affinché dal peccato condannasse il peccato 11. E se richiamerai alla memoria più precisamente qualche altro genere di sacrificio, ti mostrerò che anche in esso fu profetizzato Cristo. Di conseguenza sia la circoncisione, sia il sabato, sia la distinzione fra i cibi, sia i sacrifici immolati furono figure e profezie per noi; Cristo non venne ad abolirle ma a dare compimento, quando compì ciò che esse preannunciavano. Bada a chi contraddici: l'Apostolo, dal quale traggo queste parole: Ora ciò avvenne come esempio per noi 12.

Conclusioni: differenze sostanziali tra Cristiani e Manichei.

7. Infatti come Manicheo ti ha insegnato l'empia perversità di accogliere del Vangelo ciò che non è di impedimento alla tua eresia, e di non accogliere, invece, ciò che lo è, così l'Apostolo ci ha insegnato la pia cautela di chiamare anàtema chiunque ci abbia annunziato altro da quello che abbiamo ricevuto 13. Di conseguenza i Cristiani cattolici vi annoverano tra la zizzania, perché il Signore ha spiegato che cosa sia la zizzania: non alcune falsità introdotte nelle vere Scritture, come tu hai interpretato, ma gli uomini figli del maligno, cioè imitatori della falsità del diavolo 14. E non è vero che tali cristiani credono a tutto indistintamente: non credono assolutamente, peraltro, a Manicheo ed agli altri eretici. E non condannano l'uso della ragione da parte degli uomini, ma ciò che chiamate ragionamento essi dimostrano che è errore. E non ritengono empio distinguere il vero dal falso: perciò distinguono la falsità della vostra setta e la verità della fede cattolica. E non temono di separare il bene dal male, ma riconoscono che il male non è naturale, perché è contro natura. Non è una certa stirpe delle tenebre, che nasce da un suo stesso principio, ribelle e in opposizione al regno di Dio, la quale ha veramente destato nel vostro dio una paura più grande dei fantasmi per i bambini. Dite che egli si è coperto con un velo per non vedere le sue membra prese e devastate dall'assalto del nemico. Perciò i Cristiani cattolici non soffrono di angustia per questo versetto, quasi che non osservino i precetti della Legge e dei Profeti: poiché in virtù della grazia di Cristo hanno una carità perfetta verso Dio e il prossimo; e da questi due precetti dipendono tutta la Legge ed i Profeti 15. E qualunque profezia vi sia allusivamente contenuta o sotto forma di azioni, o di celebrazioni di sacramenti, o modi di esprimersi, ne riconoscono il compimento in Cristo e nella Chiesa. Così non cediamo alla vana superstizione, né diciamo che quel versetto evangelico è falso, né neghiamo di essere discepoli di Cristo: poiché con quel rispetto della verità, che conformemente alle mie forze ho tante volte esposto, Cristo venne non ad abolire, ma a dare compimento, non ad un'altra legge né ad altri profeti che a quelli cui l'autorità cattolica si mantiene fedele.

Note:

1 - Mt 5, 17.

2 - Mt 23, 15.

3 - Cf. Mt 15, 11.

4 - Cf. Mt 9, 13; 12, 7.

5 - Cf. Mt 13, 25.

6 - Cf. Ger 31, 32.

7 - Ez 11, 19.

8 - 2 Cor 3, 3.

9 - Cf. Col 2, 17.

10 - Rm 1, 25.

11 - Cf. Rm 8, 3.

12 - 1 Cor 10, 6.

13 - Cf. Gal 1, 8-9.

14 - Cf. Mt 13, 39.

15 - Cf. Mt 22, 40.


Un’aquila maestosa

I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco

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Oggi come ieri non mancano i pedagogisti e gli educatori che non vogliono che si parli della morte ai giovani perché, dicono, è un pensiero che turba la loro serenità e la loro gioia spensierata. Don Bosco era di parere decisamente contrario, non per partito preso, ma perché si basava sulla sua lunga esperienza.

E certo ed evidente per chiunque legga i 19 volumi delle Memorie Biografiche che per Don Bosco il pensiero della brevità della vita e della possibilità d’incontrarsi con Dio in ogni istante, stimolava un senso di vigilanza evangelica e creava un’atmosfera di purezza e di santità straordinaria. Certe predizioni di morti fatte in forma drammatica e circostanziata, seguite poi dalla non meno drammatica realtà, producevano nei giovani l’effetto di un corso di Esercizi Spirituali, tanto più che sovente avvenivano nel clima raccolto dell’Esercizio mensile della Buona Morte.

Fu appunto nell’Esercizio del lO febbraio 1865 che Don Bosco predisse che un giovane non sarebbe arrivato a fare un altro Esercizio. Questo annunzio era effetto di un sogno.

Una notte gli parve di trovarsi nel cortile in mezzo ai giovani che si ricreavano. A un tratto apparve un’aquila maestosa di bellissime forme, la quale andava roteando e abbassandosi a poco a poco sopra i giovani. Don Bosco la guardava meravigliato. La Guida solita ad apparirgli nei sogni gli disse:

— Vedi quell’aquila? Vuole ghermire uno dei tuoi giovani.
— E chi sarà? — chiese Don Bosco.
— Osserva bene: sarà quello sul capo del quale andrà a fermarsi l’aquila.

Don Bosco osservò attentamente e vide che l’aquila andò a posarsi sul tredicenne Antonio Ferraris di Castellazzo Bormida. Don Bosco lo riconobbe perfettamente e si svegliò. Impressionato dal la visione, fece questa preghiera: — Signore, se questo non è un sogno ma una realtà, quando dovrà verificarsi?
Si addormentò di nuovo ed ecco apparirgli la Guida che gli disse:
— Il giovane Ferraris non farà più di due volte l’Esercizio della Buona Morte —. E disparve.
Allora Don Bosco si persuase che quello non era un sogno, ma una realtà. Ecco perché aveva dato quell’annunzio ai giovani. Ferraris allora stava bene, cominciava però a sentire qualche di sturbo, che andò accentuandosi. Don Bosco delicatamente lo pre parava; il 16 marzo spirava santamente.
La sera stessa del 16 marzo Don Bosco così parlava ai giovani:
« Io vi vedo tutti ansiosi di sapere da me quali siano stati gli ultimi istanti del nostro Ferraris, e sono qui per appagare il vostro giusto desiderio. Egli morì tranquillissimo. La morte non gli faceva paura. Io gli domandai:

— Non hai niente che ti turbi la coscienza? Avresti qualche cosa da dirmi?
Egli ci pensò alquanto, poi mi rispose:
— Non ho niente.

Che bella risposta! Un giovane che si avvicina alla morte, che sa di dover morire, risponde: “Non ho niente!” con tutta tranquillità e serenità.
Ciascuno di noi, miei cari figliuoli, vorrebbe trovarsi al posto di Ferraris. Io sono persuaso che andò diritto in Paradiso. E volentieri cambierei il mio posto col suo».


12 ottobre 1942

Madre Pierina Micheli

Desolazione, timori... Mio Dio tutto per Te...