Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 8 settembre 2025 - Natività Beata Vergine Maria (Letture di oggi)

Il digiuno ha un grande valore: non è fine a se stesso, ma un mezzo per incontrare Dio. Digiunare non significa morire di fame né annullarsi bensì sentirsi amati e bisognosi di Dio. Digiunando l'uomo si libererà  da sé stesso e dal desiderio di possesso, accetterà  con gratitudine ciò che ha e comprenderà  ciò di cui ha bisogno. Con il digiuno l'armonia ritorna nel corpo e nel cuore viene ripristinata la scala dei valori e il primato di Dio. Il digiuno prepara l'anima alla preghiera e apre alla carità . Con il digiuno si è più disponibili verso gli altri. Il Signore vuole che digiuniamo con gioia e amore e non con tristezza e costrizione: nell'amore la privazione dà  senso di completezza. (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 23° settimana del tempo ordinario

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 15

1Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.2I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro".3Allora egli disse loro questa parabola:

4"Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?5Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento,6va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.7Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

8O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.10Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte".

11Disse ancora: "Un uomo aveva due figli.12Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.13Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.14Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.15Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.17Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!18Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;19non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.20Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.21Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.22Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.23Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;26chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.27Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.28Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.29Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.30Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.31Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".


Secondo libro dei Maccabei 10

1Il Maccabeo intanto e i suoi uomini, guidati dal Signore, rioccuparono il tempio e la città,2distrussero le are innalzate dagli stranieri sulle piazze e i recinti sacri.3Purificarono il tempio e vi costruirono un altro altare; poi facendo scintille con le pietre, ne trassero il fuoco e offrirono sacrifici, dopo un'interruzione di due anni; prepararono l'altare degli incensi, le lampade e l'offerta dei pani.4Fatto questo, prostrati a terra, supplicarono il Signore, che non li facesse più incorrere in quei mali ma, se mai peccassero ancora, venissero da lui corretti con clemenza, ma non abbandonati in mano a un popolo di barbari e bestemmiatori.5La purificazione del tempio avvenne nello stesso giorno in cui gli stranieri l'avevano profanato, il venticinque dello stesso mese, cioè di Casleu.6Con gioia passarono otto giorni come nella festa delle Capanne, ricordando come poco tempo prima avevano passato la feste delle Capanne dispersi sui monti e nelle caverne come animali selvatici.7Perciò, tenendo in mano bastoni ornati, rami verdi e palme, innalzavano inni a colui che aveva fatto ben riuscire la purificazione del suo proprio tempio.8Stabilirono quindi con pubblico decreto e deliberazione per tutto il popolo dei Giudei, che ogni anno si celebrassero questi giorni.
9Tali furono le vicende riguardanti la morte di Antioco chiamato Epìfane.10Ora invece esporremo le cose accadute sotto Antioco Eupàtore, figlio di quell'empio, sunteggiando le principali sventure connesse alle guerre.11Costui, dunque, succeduto nel regno, nominò capo degli affari politici un certo Lisia, primo stratega della Celesiria e della Fenicia.12Tolomeo, chiamato Macrone, preferendo osservare la giustizia nei riguardi dei Giudei, a causa dei torti che erano stati fatti loro, cercava di svolgere i rapporti con loro pacificamente.13Per questo motivo fu accusato dagli amici presso l'Eupàtore ed egli, sentendosi spesso chiamare traditore per aver abbandonato Cipro a lui affidata dal Filomètore ed essere passato dalla parte di Antioco Epìfane, né potendo esercitare con onore la carica, preso il veleno, pose fine alla propria vita.
14Gorgia, divenuto stratega della regione, assoldava stranieri e teneva viva la guerra contro i Giudei.15Insieme con lui anche gli Idumei, che occupavano fortezze strategiche, lottavano contro i Giudei e, dando asilo a tutti i fuorusciti da Gerusalemme, cominciarono a fomentare la guerra.16Pertanto gli uomini del Maccabeo, dopo aver innalzato preghiere e supplicato Dio che si facesse loro alleato, mossero contro le fortezze degli Idumei17e, attaccandole con energia, si impadronirono delle posizioni, respinsero quelli che combattevano sulle mura e uccisero quanti erano venuti a tiro; ne uccisero così non meno di ventimila.18Non meno di novemila tuttavia fuggirono in due torri fortificate a regola d'arte e fornite di tutto l'occorrente per sostenere l'assedio.19Allora il Maccabeo, lasciando Simone e Giuseppe e inoltre Zaccheo e i suoi uomini, sufficienti per quell'assedio, si recò in zone più critiche.20Ma gli uomini di Simone, vinti dalla prospettiva del guadagno, si lasciarono persuadere per denaro da alcuni che erano nelle torri e, ricevute settantamila dramme, ne lasciarono fuggire alcuni.21Quando fu riferito al Maccabeo l'accaduto, radunati i capi del popolo, li accusò di aver venduto per denaro i loro fratelli, dando libertà ai loro nemici.22Fece giustiziare coloro che si erano resi colpevoli di tradimento e senza indugio espugnò le due torri.23Essendo ben riuscito in tutto con le armi in mano, mise a morte nelle due fortezze più di ventimila uomini.
24Timòteo, che prima aveva perduto di fronte ai Giudei, assoldando ora forze straniere in gran numero e radunando la cavalleria dell'Asia, che non era meno numerosa, avanzò con l'intenzione di soggiogare la Giudea con le armi.25Gli uomini del Maccabeo al suo avvicinarsi, si cosparsero il capo di polvere per la preghiera a Dio e, cintisi i fianchi di sacco,26si prostrarono sul rialzo davanti all'altare e lo supplicarono che si mostrasse loro propizio e fosse nemico dei loro nemici e avversario dei loro avversari, secondo l'espressione della legge.27Terminata la preghiera, presero le armi e uscirono dalla città per un bel tratto. Quando furono vicini ai nemici, si fermarono.28Appena spuntata la luce del mattino, iniziò l'attacco dalle due parti, gli uni avendo a garanzia del successo e della vittoria gloriosa la fiducia nel Signore, gli altri ponendo come guida nel conflitto il loro ardire.29Accesasi una lotta durissima, apparvero dal cielo ai nemici cinque uomini splendidi su cavalli dalle briglie d'oro, che guidavano i Giudei.30Essi presero in mezzo il Maccabeo e, riparandolo con le loro armature, lo rendevano invulnerabile; contro gli avversari invece scagliavano dardi e folgori ed essi, confusi e accecati, si dispersero in preda al disordine.31Ne furono uccisi ventimilacinquecento e seicento cavalieri.32Lo stesso Timòteo dovette rifugiarsi nella fortezza chiamata Ghezer, ben munita, dove era comandante Chérea.33Ma i soldati del Maccabeo assediarono con entusiasmo la fortezza per quattro giorni.34Gli assediati, fidando delle fortificazioni del luogo, bestemmiavano in modo orribile e lanciavano empie frasi.35Alle prime luci del quinto giorno, venti giovani del Maccabeo, accesi di sdegno per le bestemmie, prese d'assalto le mura coraggiosamente e con selvaggio furore, travolsero chiunque trovarono.36Anche altri, attaccando con una manovra di aggiramento, incendiarono le torri e, accesi dei fuochi, bruciarono vivi i bestemmiatori; altri ancora sfondarono le porte e fatto entrare il resto dell'esercito affrettarono la presa della città.37Uccisero Timòteo che si era nascosto in una buca e il fratello di lui Chérea e Apollòfane.38Terminata l'impresa, con canti e inni di riconoscenza benedicevano il Signore che aveva magnificamente favorito Israele e concesso loro la vittoria.


Proverbi 21

1Il cuore del re è un canale d'acqua in mano al Signore:
lo dirige dovunque egli vuole.
2Agli occhi dell'uomo tutte le sue vie sono rette,
ma chi pesa i cuori è il Signore.
3Praticare la giustizia e l'equità
per il Signore vale più di un sacrificio.
4Occhi alteri e cuore superbo,
lucerna degli empi, è il peccato.
5I piani dell'uomo diligente si risolvono in profitto,
ma chi è precipitoso va verso l'indigenza.
6Accumular tesori a forza di menzogne
è vanità effimera di chi cerca la morte.
7La violenza degli empi li travolge,
perché rifiutano di praticare la giustizia.
8La via dell'uomo criminale è tortuosa,
ma l'innocente è retto nel suo agire.
9È meglio abitare su un angolo del tetto
che avere una moglie litigiosa e casa in comune.
10L'anima del malvagio desidera far il male
e ai suoi occhi il prossimo non trova pietà.
11Quando il beffardo vien punito, l'inesperto diventa saggio
e quando il saggio viene istruito, accresce il sapere.
12Il Giusto osserva la casa dell'empio
e precipita gli empi nella sventura.
13Chi chiude l'orecchio al grido del povero
invocherà a sua volta e non otterrà risposta.
14Un regalo fatto in segreto calma la collera,
un dono di sotto mano placa il furore violento.
15È una gioia per il giusto che sia fatta giustizia,
mentre è un terrore per i malfattori.
16L'uomo che si scosta dalla via della saggezza,
riposerà nell'assemblea delle ombre dei morti.
17Diventerà indigente chi ama i piaceri
e chi ama vino e profumi non arricchirà.
18Il malvagio serve da riscatto per il giusto
e il perfido per gli uomini retti.
19Meglio abitare in un deserto
che con una moglie litigiosa e irritabile.
20Tesori preziosi e profumi sono nella dimora del saggio,
ma lo stolto dilapida tutto.
21Chi segue la giustizia e la misericordia
troverà vita e gloria.
22Il saggio assale una città di guerrieri
e abbatte la fortezza in cui essa confidava.
23Chi custodisce la bocca e la lingua
preserva se stesso dai dispiaceri.
24Il superbo arrogante si chiama beffardo,
egli agisce nell'eccesso dell'insolenza.
25I desideri del pigro lo portano alla morte,
perché le sue mani rifiutano di lavorare.
26Tutta la vita l'empio indulge alla cupidigia,
mentre il giusto dona senza risparmiare.
27Il sacrificio degli empi è un abominio,
tanto più se offerto con cattiva intenzione.
28Il falso testimone perirà,
ma l'uomo che ascolta potrà parlare sempre.
29L'empio assume un'aria sfrontata,
l'uomo retto controlla la propria condotta.
30Non c'è sapienza, non c'è prudenza,
non c'è consiglio di fronte al Signore.
31Il cavallo è pronto per il giorno della battaglia,
ma al Signore appartiene la vittoria.


Salmi 10

1'Al maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.'

2Loderò il Signore con tutto il cuore
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
3Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.

4Mentre i miei nemici retrocedono,
davanti a te inciampano e periscono,
5perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;
siedi in trono giudice giusto.

6Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l'empio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
7Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,
è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.

8Ma il Signore sta assiso in eterno;
erige per il giudizio il suo trono:
9giudicherà il mondo con giustizia,
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.

10Il Signore sarà un riparo per l'oppresso,
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
11Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.

12Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate tra i popoli le sue opere.
13Vindice del sangue, egli ricorda,
non dimentica il grido degli afflitti.

14Abbi pietà di me, Signore,
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
15perché possa annunziare le tue lodi,
esultare per la tua salvezza
alle porte della città di Sion.

16Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,
nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.
17Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia;
l'empio è caduto nella rete, opera delle sue mani.

18Tornino gli empi negli inferi,
tutti i popoli che dimenticano Dio.
19Perché il povero non sarà dimenticato,
la speranza degli afflitti non resterà delusa.

20Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo:
davanti a te siano giudicate le genti.
21Riempile di spavento, Signore,
sappiano le genti che sono mortali.

22Perché, Signore, stai lontano,
nel tempo dell'angoscia ti nascondi?
23Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio
e cade nelle insidie tramate.
24L'empio si vanta delle sue brame,
l'avaro maledice, disprezza Dio.
25L'empio insolente disprezza il Signore:
"Dio non se ne cura: Dio non esiste";
questo è il suo pensiero.

26Le sue imprese riescono sempre.
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi:
disprezza tutti i suoi avversari.

27Egli pensa: "Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure".
28Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca,
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
29Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l'innocente.
30I suoi occhi spiano l'infelice,
sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero,
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
31Infierisce di colpo sull'oppresso,
cadono gl'infelici sotto la sua violenza.
32Egli pensa: "Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla".

33Sorgi, Signore, alza la tua mano,
non dimenticare i miseri.
34Perché l'empio disprezza Dio
e pensa: "Non ne chiederà conto"?

35Eppure tu vedi l'affanno e il dolore,
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell'orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell'empio e del malvagio;
36Punisci il suo peccato e più non lo trovi.

37Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.
38Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio
39per far giustizia all'orfano e all'oppresso;
e non incuta più terrore l'uomo fatto di terra.


Isaia 10

1Guai a coloro che fanno decreti iniqui
e scrivono in fretta sentenze oppressive,
2per negare la giustizia ai miseri
e per frodare del diritto i poveri del mio popolo,
per fare delle vedove la loro preda
e per spogliare gli orfani.
3Ma che farete nel giorno del castigo,
quando da lontano sopraggiungerà la rovina?
A chi ricorrerete per protezione?
Dove lascerete la vostra ricchezza?
4Non vi resterà che piegarvi tra i prigionieri
o cadere tra i morti.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.

5Oh! Assiria, verga del mio furore,
bastone del mio sdegno.
6Contro una nazione empia io la mando
e la comando contro un popolo con cui sono in colleraperché lo saccheggi, lo depredi
e lo calpesti come fango di strada.
7Essa però non pensa così
e così non giudica il suo cuore,
ma vuole distruggere
e annientare non poche nazioni.
8Anzi dice: "Forse i miei capi non sono altrettanti re?
9Forse come Càrchemis non è anche Calne?
Come Arpad non è forse Amat?
Come Damasco non è forse Samaria?
10Come la mia mano ha raggiunto quei regni degli idoli,
le cui statue erano più numerose
di quelle di Gerusalemme e di Samaria,
11non posso io forse, come ho fatto
a Samaria e ai suoi idoli,
fare anche a Gerusalemme e ai suoi simulacri?".

12Quando il Signore avrà terminato tutta l'opera sua sul monte Sion e a Gerusalemme, punirà l'operato orgoglioso della mente del re di Assiria e ciò di cui si gloria l'alterigia dei suoi occhi.
13Poiché ha detto:

"Con la forza della mia mano ho agito
e con la mia sapienza, perché sono intelligente;
ho rimosso i confini dei popoli
e ho saccheggiato i loro tesori,
ho abbattuto come un gigante
coloro che sedevano sul trono.
14La mia mano, come in un nido, ha scovato
la ricchezza dei popoli.
Come si raccolgono le uova abbandonate,
così ho raccolto tutta la terra;
non vi fu battito d'ala,
nessuno apriva il becco o pigolava".
15Può forse vantarsi la scure con chi taglia per suo mezzo
o la sega insuperbirsi contro chi la maneggia?
Come se un bastone volesse brandire chi lo impugna
e una verga sollevare ciò che non è di legno!
16Perciò il Signore, Dio degli eserciti,
manderà una peste contro le sue più valide milizie;
sotto ciò che è sua gloria arderà un bruciore
come bruciore di fuoco;
17La luce di Israele diventerà un fuoco,
il suo santuario una fiamma;
essa divorerà e consumerà rovi
e pruni in un giorno,
18besso consumerà anima e corpo
e sarà come un malato che sta spegnendosi.
18ala magnificenza della sua selva e del suo giardino;
19il resto degli alberi nella selva
si conterà facilmente,
persino un ragazzo potrebbe farne il conto.

20In quel giorno
il resto di Israele e i superstiti della casa di Giacobbe
non si appoggeranno più su chi li ha percossi,
ma si appoggeranno sul Signore,
sul Santo di Israele, con lealtà.
21Tornerà il resto,
il resto di Giacobbe, al Dio forte.
22Poiché anche se il tuo popolo, o Israele,
fosse come la sabbia del mare,
solo un suo resto ritornerà;
è decretato uno sterminio
che farà traboccare la giustizia,
23poiché un decreto di rovina
eseguirà il Signore, Dio degli eserciti,
su tutta la regione.

24Pertanto così dice il Signore, Dio degli eserciti: "Popolo mio, che abiti in Sion, non temere l'Assiria che ti percuote con la verga e alza il bastone contro di te come già l'Egitto.25Perché ancora un poco, ben poco, e il mio sdegno avrà fine; la mia ira li annienterà".26Contro di essa il Signore degli eserciti agiterà il flagello, come quando colpì Madian sulla rupe dell'Oreb; alzerà la sua verga sul mare come fece con l'Egitto.

27In quel giorno
sarà tolto il suo fardello dalla tua spalla
e il suo giogo cesserà di pesare sul tuo collo.

Il distruttore viene da Rimmòn,
28raggiunge Aiàt, attraversa Migròn,
in Micmàs depone il bagaglio.
29Attraversano il passo;
in Gheba si accampano;
Rama trema,
fugge Gàbaa di Saul.
30Grida con tutta la tua voce, Bat-Gallìm,
sta' attenta, Làisa,
rispondile, Anatòt!
31Madmenà è in fuga,
e alla fuga si danno gli abitanti di Ghebim.
32Oggi stesso farà sosta a Nob,
agiterà la mano verso il monte della figlia di Sion,
verso il colle di Gerusalemme.
33Ecco il Signore, Dio degli eserciti,
che strappa i rami con fracasso;
le punte più alte sono troncate,
le cime sono abbattute.
34È reciso con il ferro il folto della selvae il Libano cade con la sua magnificenza.


Apocalisse 16

1Udii poi una gran voce dal tempio che diceva ai sette angeli: "Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio".
2Partì il primo e versò la sua coppa sopra la terra; e scoppiò una piaga dolorosa e maligna sugli uomini che recavano il marchio della bestia e si prostravano davanti alla sua statua.
3Il secondo versò la sua coppa nel mare che diventò sangue come quello di un morto e perì ogni essere vivente che si trovava nel mare.
4Il terzo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti delle acque, e diventarono sangue.5Allora udii l'angelo delle acque che diceva:

"Sei giusto, tu che sei e che eri,
tu, il Santo,
poiché così hai giudicato.
6Essi hanno versato il sangue di santi e di profeti,
tu hai dato loro sangue da bere:
ne sono ben degni!".

7Udii una voce che veniva dall'altare e diceva:

"Sì, Signore, Dio onnipotente;
veri e giusti sono i tuoi giudizi!".

8Il quarto versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco.9E gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di ravvedersi per rendergli omaggio.
10Il quinto versò la sua coppa sul trono della bestia e il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore e11bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei dolori e delle piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni.

12Il sesto versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufràte e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell'oriente.13Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane:14sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente.
15Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne.
16E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn.
17Il settimo versò la sua coppa nell'aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono, una voce potente che diceva: "È fatto!".18Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra.19La grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città delle nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere la coppa di vino della sua ira ardente.20Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono.21E grandine enorme del peso di mezzo quintale scrosciò dal cielo sopra gli uomini, e gli uomini bestemmiarono Dio a causa del flagello della grandine, poiché era davvero un grande flagello.


Capitolo VIII: L'intima amicizia con Gesù

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1. Quando è presente Gesù, tutto è per il bene, e nulla pare difficile. Invece, quando Gesù non è presente, tutto è difficile. Quando Gesù non è presente, tutto è difficile. Quando Gesù non parla nell'intimo, ogni consolazione vale assai poco. Invece, se Gesù dice anche soltanto una parola, sentiamo una grande consolazione. Forse che Maria Maddalena non balzò subitamente dal luogo in cui stava in pianto, quando Marta le disse: "C'è qui il maestro, ti chiama?" (Gv 11,28). Momento felice, quello in cui Gesù ci invita dal pianto al gaudio spirituale. Come sei arido e aspro, lontano da Gesù; come sei sciocco e vuoto se vai dietro a qualcosa d'altro, che non sia Gesù. Non è, questo, per te, un danno più grande che perdere il mondo intero? Che cosa ti può mai dare il mondo se non possiedi Gesù? Essere senza Gesù è un duro inferno; essere con Gesù è un dolce paradiso. Non ci sarà nemico che possa farti del male, se avrai Gesù presso di te. Chi trova Gesù trova un grande tesoro prezioso; anzi, trova un bene più grande di ogni altro bene. Chi perde Gesù perde più che non si possa dire; perde più che se perdesse tutto quanto il mondo. Colui che vive senza Gesù è privo di tutto; colui che vive saldamente con lui è ricco di tutto. 

2. Grande avvedutezza è saper stare vicino a Gesù; grande sapienza sapersi tenere stretti a lui. Abbi umiltà e pace, e Gesù sarà con te; abbi devozione e tranquillità di spirito, e Gesù starà con te. Che se comincerai a deviare verso le cose esteriori, potrai subitamente allontanare da te Gesù, perdendo la sua grazia; e se avrai cacciato lui, e l'avrai perduto, a chi correrai per rifugio, a chi ti volgerai come ad amico? Senza un amico non puoi vivere pienamente; e se non hai come amico, al di sopra di ogni altro, Gesù, sarai estremamente triste e desolato.  

3. E' da stolto, dunque, quello che fai, ponendo la tua fiducia e la tua gioia in altri che in Gesù. E' preferibile avere il mondo intero contro di te che avere Gesù disgustato di te. Sicché, tra tutte le persone care, caro, per sé, sia il solo Gesù; tutti gli altri si devono amare a causa di Lui; Lui, invece, per se stesso. Gesù Cristo, il solo che troviamo buono e fedele più di ogni altro amico, lui solo dobbiamo amare, di amore particolare. Per lui e in lui ti saranno cari sia gli amici che i nemici; e lo pregherai per gli uni e per gli altri, affinché tutti lo conoscano e lo amino. Non desiderare di essere apprezzato od amato per te stesso, poiché questo spetta soltanto a Dio, che non ha alcuno che gli somigli. Non volere che uno si lasci prendere, nel suo cuore, tutto da te, né lasciarti tutto prendere tu dall'amore di chicchessia. Gesù soltanto deve essere in te, come in ognuno che ami il bene. Sii puro interiormente e libero, senza legami con le creature. Se vuoi essere pienamente aperto a gustare "com'è soave il Signore" (Sal 33,9), devi essere del tutto spoglio e offrire a Dio un cuore semplice e puro.  

4. Ma, in verità, a tanto non giungerai, se prima non sarà venuta a te la sua grazia trascinandoti, cosicché, scacciata e gettata via ogni cosa, tu possa unirti con Lui, da solo a solo. Quando la grazia di Dio scende sull'uomo, allora egli diventa capace di ogni impresa; quando invece la grazia viene meno, l'uomo diventa misero e debole, quasi abbandonato al castigo. Ma anche così non ci si deve lasciare abbattere; né si deve disperare. Occorre piuttosto stare fermamente alla volontà di Dio e, qualunque cosa accada, sopportarla sempre a lode di Gesù Cristo; giacché dopo l'inverno viene l'estate, dopo la tempesta una grande quiete.


LETTERA 184: Il Papa Innocenzo invia saluti ad Aurelio ed Agostino in unione di mutue preghiere.

Lettere - Sant'Agostino

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Scritta prima dell'anno 416.

Il Papa Innocenzo invia saluti ad Aurelio ed Agostino in unione di mutue preghiere.

INNOCENZO, AI VESCOVI AURELIO E AGOSTINO

1. Germano, mio figlio carissimo e collega di sacerdozio, non doveva tornare da voi senza recarvi la dimostrazione della nostra stima affettuosa, poiché ci pare cosa naturale e conveniente di mandare, per mezzo di cari amici, un saluto ad amici carissimi. Desideriamo quindi, fratelli carissimi, che vi rallegriate nel Signore e inoltre vi preghiamo d'innalzare a Dio in contraccambio uguali suppliche per noi poiché, come voi sapete, otteniamo più con le preghiere comuni e reciproche anziché con quelle particolari o private.


Capitolo 7: la strage degli innocenti

Vita della Santa Vergine Maria - Beata Anna Caterina Emmerick

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100 - Le visioni di Anna Caterina Emmerick intorno ai preparativi di Erode per la strage degli Innocenti

Sabato 10 febbraio 1821, Suor Emmerick si addormentò, dopo essere stata assai disturbata da preoccupazioni temporali relative all'abitazione. Si svegliò consolata perché aveva sognato un anziano e pio sacerdote di sua conoscenza che era venuto a confortarla.

Questo sacerdote pio e saggio mi disse: "Non curarti di nessuna abitazione, ma pensa soltanto a tener puro il tuo cuore per ricevere degnamente il Signore quando Egli viene ad abitare in te. Quando Giuseppe giunse a Betlemme non cercò abitazione per sé ma piuttosto per Gesù, allora ripulì accuratamente la Grotta del Presepio". Inoltre aggiunse: "Quando l'Angelo esortò Giuseppe a fuggire con Gesù e con Maria Santissima in Egitto, egli non si curò di cercare un'abitazione ma partì immediatamente obbedendo al comando Divino".

Lo scrittore, supponendo che l'estatica avesse anche quest'anno visioni relative alla fuga in Egitto, le domandò: "Giuseppe fuggì proprio in questo giorno in Egitto?". Lei rispose chiaramente: "No, il giorno in cui la Santa Famiglia fuggì corrisponde al nostro 29 febbraio".

In merito all'età precisa di Gesù al tempo della fuga, ella disse:

"Gesù poteva avere poco più di un anno; lo vidi giocare vicino ad un cespuglio di balsami durante una sosta".

Un'altra volta Suor Emmerick disse di aver saputo che Gesù a quell'epoca aveva l'età di nove mesi.

Domenica 25 febbraio.

Vedo la Santa Vergine lavorare all'uncinetto e tessere abitini. Tiene assicurato alla coscia destra un piccolo rotolo contenente della lana, ed in mano ha due bastoncini che mi sembrano d'osso e che portano alle estremità degli uncinetti. Il Santo Bambino giace nella culla e la Madonna lavora seduta oppure in piedi, ma sempre vicino a Lui. Giuseppe invece lavora come artigiano: intreccia delle stuoie con fili di scorza d'albero. Con queste forma delle intere tavole che servono per montare letti. In una capanna vicino alla casa egli ha immagazzinato un gran numero di simili stuoie e le ha disposte l'una sull'altra. San Giuseppe lavora con molto amore, sulle stuoie vi scolpisce anche disegni raffiguranti stelle, cuori ed altre simili immagini. Egli è lontano dall'immaginare la prossima persecuzione e la fuga in Egitto. Anna viene quasi ogni giorno a visitare la Santa Famiglia. Ebbi la visione di Erode che faceva arruolare nuove guardie: gli arruolati ricevevano equipaggiamento e armi in un grande cortile. Portavano al braccio una specie di scudo a mezzaluna e impugnavano lance e sciabole corte assai larghe, simili ai nostri coltelli da macello. Avevano in testa l'elmo e molti porta-vano legacci intorno alle gambe.

Lunedì 26 febbraio.

Vidi Erode assai agitato e tormentato nell'animo, come quando i Magi lo avevano interrogato se conosceva il nuovo "re dei Giudei". Egli si consigliava con "i dotti delle sacre carte", i quali studiavano i sacri Scritti contenuti in lunghe pergamene assicurate a dei bastoni lunghissimi. Siccome non si riusciva a stabilire con precisione dove fosse nato il "futuro re", Erode diede l'ordine crudele di sopprimere con cautela tutti i fanciulli minori di due anni. I nuovi soldati, che appunto erano stati addestrati ed equipaggiati, furono inviati in diversi luoghi tra Gerusalemme e dintorni. La truppa più numerosa fu mandata a Betlemme. Credo che i soldati avessero ricevuto il compito di occupare i luoghi dove passavano le madri con i propri figli dirette a Gerusalemme. Questo veniva fatto per non agire direttamente nei centri abitati, perché il tiranno temeva eventuali sommosse popolari.

Martedì 27 febbraio.

I soldati di Erode, oltre Gerusalemme e dintorni, strinsero la morsa intorno ad Hebron, Betlemme e in un altro paese che si trova presso il mar Morto. Gli abitanti di queste zone furono atterriti.

101 - Preghiera di Suor Emmerick nella ricorrenza della strage degli Innocenti: Dio salva un fanciullo per intercessione della Veggente

Ieri sera Suor Emmerick si addormentò molto agitata; improvvisamente si alzò sul letto e, raggiante in volto, così esclamò:

"11 povero fanciullo è salvo! Ho pregato molto finché la madre dopo averlo stretto a sé, ha rinunciato a gettarlo nella palude. Dio, come sono felice di ciò!".

A queste parole, lo scrittore le domandò cosa avesse voluto dire; allora la mistica di Dulmen così proseguì:

"Non molto lontano da qui, una ragazza sedotta voleva annegare il suo bambino appena nato. In seguito alle visioni sulla strage degli Innocenti ho pregato Iddio con molto fervore affinché non lasciasse morire alcun bambino senza battesimo. Quando fioriscono le rose nel giardino della Chiesa celeste bisogna coglierle sulla terra; Dio mi ha così esaudito, ed io sono stata d'aiuto a quella madre e a suo figlio".

Il giorno seguente Suor Emmerick descrisse la visione in modo più comprensibile:

"Il mio Angelo custode mi aveva condotto da una ragazza sedotta. Mi pare che fosse giunta nei pressi di una palude, a sinistra della strada che conduce a K.. Dopo aver messo alla luce il bambino lo pose nel grembiule e si avvicinò faticosamente alla palude, la cui superficie era piena di erba. Dietro a lei vidi una figura gigantesca ed oscura vestita di luce sinistra, credo che fosse uno spirito maligno. Appena avanzai, pregando ardentemente, la figura nera fuggì via. Frattanto la madre, dopo aver riabbracciato e benedetto il bambino, non ebbe più il coraggio di annegano. Era confusa e non sapeva cosa fare, pianse amaramente. Io, che ero giunta vicino a lei con lo spirito, la consolai e le suggerii di affidarsi al consiglio del suo confessore. Ella non mi vide ma il suo Angelo custode glielo riferì.

102 - Anna e la sua ancella portano sostegni alimentari alla Sacra Famiglia - Preghiera in comune

Martedì 27 ftbbraio.

Oggi ho veduto Anna e l'ancella dirette a Nazareth. L'ancella portava un involto pendente al fianco, un canestro sul capo e un altro in mano. Erano panieri rotondi, di cui uno era trasparente e conteneva alcuni uccelli. Anna provvedeva ai bisogni di sua figlia poiché Maria non aveva sempre l'occorrente nella sua abitazione.

Mercoledì 28 febbraio.

Verso sera, vidi Anna e sua figlia maggiore vicino alla Vergine. Maria Heli aveva portato anche suo nipote, il primogenito di Maria di Cleofa; il fanciullo aveva quattro o cinque anni ed era assai robusto. Gesù era l'oggetto della loro tenerezza, se lo strinsero tutte al petto e poi lo passarono nelle braccia del fanciullo. Maria Heli abitava in un piccolo villaggio situato a circa tre ore di cammino da Nazareth, verso il sud. La sua dimora, come quella di Anna, era ben curata. Un cortile murato mostrava al centro un pozzo, l'acqua zampillava in un bacino di pietra manovrando un certo dispositivo al suolo. Suo marito si chiamava Cleofa; sua figlia, Maria (Cleofa), era maritata con un certo Alfeo ed abitava all'altra estremità del villaggio. Quando di sera le donne pregavano, alla parete veniva appoggiato un tavolo coperto di stoffa rossa e bianca sul quale si trovava un rotolo. La Vergine lo svolgeva e lo appendeva alla parete sopra il tavolo: allora si mostrava una figura dai colori chiari, era assai strana, sembrava un cadavere fasciato come un bambino e avvolto in un lungo mantello bianco. ll mantello copriva anche la testa della figura, che teneva qualcosa nella mano. Vidi quest'immagine già a casa di Anna, in occasione della cerimonia di commiato per l'ingresso al tempio di Maria Santissima. Allora questa figura, che pareva tenesse in mano un calice, mi richiamò alla mente Melchisedeck; un'altra volta mi parve raffigurasse Mosè. Mentre le donne pregavano alla luce di una lampada, io mi sentii vicino a loro. La Santa Vergine e la sorella stavano davanti ad Anna, avevano le mani raccolte sul petto e poi le allargavano. Maria Santissima leggeva lentamente, quasi sussurrando, da un'antica pergamena che svolgeva a poco, a poco. Il modo e il tono con cui intonavano le preci mi rammentava il coro soave del chiostro.


Rubbio (Vicenza), 6 agosto 1997. Festa della Trasfigurazione del Signore. Re della eterna gloria.

Don Stefano Gobbi

«Salite con Me la santa montagna della grazia e della santità, per essere illuminati e trasfigurati dalla luce gloriosa di mio figlio Gesù. Lui è il Figlio Unigenito del Padre. Lui è il Verbo dal Padre eternamente generato, a Lui consustanziale, sua Immagine perfetta e riflesso del suo divino Splendore. Lui è il Re della eterna gloria. Come ai tre apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo si è trasfigurato sul monte Tabor, così a voi si manifesta nello splendore della sua gloria divina, se con Me salite il santo monte della umiltà e della piccolezza, dell'amore e della purezza, del silenzio e della preghiera. Il Padre manifesta i suoi segreti solo ai bambini ed ai piccoli, mentre li nasconde ai grandi ed ai sapienti. Il Figlio rivela il suo divino splendore a voi, piccoli figli da Me formati e condotti, con premura materna, sulla vetta della santità.

- Re della eterna gloria. Quando il Verbo si è fatto carne nel mio seno verginale, il suo splendore divino è stato completamente velato dalla umanità assunta. Così la sua divinità veniva nascosta dalla sua umanità. Guardate il bambino appena nato deposto in una mangiatoia, il piccolo bisognoso di tutto, l'adolescente nel ritmo del suo umano sviluppo, il giovane chino sul suo quotidiano lavoro, l'uomo dei dolori che porta il peso della debolezza, il rifiuto dei suoi, la condanna al patibolo, la flagellazione, la corona di spine, la crocifissione e la morte sulla Croce! Vedete come la sua divinità viene veramente annientata sotto il limite doloroso della sua umanità. Eppure Io, con atto incessante ed eroico di fede, adoravo nel mio figlio Gesù il mio Dio e, con l'anima sempre lo contemplavo nello splendore della sua divinità.

- Re della eterna gloria. È nel momento della risurrezione che la sua divinità si manifesta in tutto il suo splendore, così da assumere in sé anche la sua umanità. In Gesù risorto la sua umanità viene divinizzata, perché il suo è ormai un corpo glorioso, come è apparso ai tre apostoli sul monte Tabor. "E si trasfigurò davanti a loro: il suo volto si fece splendente come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce." (Mt. 17,2). In Paradiso Gesù siede ora alla destra del Padre, nel fulgore della sua divinità. Oggi dovete guardare di più alla eterna gloria di Gesù Cristo. Molti dubitano della sua natura divina; mettono in discussione la sua Parola; negano il fatto storico della sua risurrezione. Figli prediletti, annunciate a tutti con coraggio la divinità di mio figlio Gesù. Lasciatevi avvolgere dallo splendore della sua Verità. Ricordate la sua morte, proclamate la sua risurrezione, nell'attesa della sua venuta nella gloria.

- Re della eterna gloria. Quando Gesù ritornerà nella sua gloria divina ed apparirà a tutta la umanità, ciascuno sarà chiamato a fare la stessa esperienza che Pietro, Giacomo e Giovanni hanno fatto sul monte Tabor. Perché Gesù si manifesterà nel suo fulgore e la sua umanità sarà completamente trasfigurata dalla luce fulgidissima della sua divinità.

Allora tutto l'universo proclamerà Gesù Cristo come il Figlio di Dio, l'Immagine perfetta del Padre, il Verbo fatto uomo, il solo ed unico Salvatore, Colui per cui ogni cosa è stata fatta e che ha il potere di sottomettere a Sé tutte le cose. Gesù porterà il suo regno glorioso nel mondo e sarà un regno di santità e di grazia, un regno di giustizia, di amore e di pace. Figli prediletti, vivete nella gioiosa attesa del suo glorioso ritorno. Per questo vi invito a camminare con Me sulla strada della piccolezza e della umiltà. Così il Padre vi rivelerà il segreto di suo Figlio; lo Spirito Santo vi condurrà alla comprensione della Verità tutta intera; Gesù Cristo si manifesterà a voi nel fulgore della sua divina Persona, perché sia da tutti adorato, amato e glorificato come il Re della eterna gloria».