Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 8 settembre 2025 - Natività Beata Vergine Maria (Letture di oggi)

Tra tutte le tribolazioni umane non ve n'è una più grande della coscienza delle proprie colpe. (Sant'Agostino)

Liturgia delle Ore - Letture

Mercoledi della 22° settimana del tempo ordinario

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 22

1Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua,2e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché temevano il popolo.3Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici.4Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani.5Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro.6Egli fu d'accordo e cercava l'occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla.


7Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua.8Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: "Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare".9Gli chiesero: "Dove vuoi che la prepariamo?".10Ed egli rispose: "Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà11e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?12Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate".13Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua.

14Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui,15e disse: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione,16poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio".17E preso un calice, rese grazie e disse: "Prendetelo e distribuitelo tra voi,18poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio".

19Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me".20Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi".

21"Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola.22Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!".23Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò.

24Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande.25Egli disse: "I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori.26Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve.27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove;29e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me,30perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.

31Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano;32ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli".33E Pietro gli disse: "Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte".34Gli rispose: "Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi".

35Poi disse: "Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?". Risposero: "Nulla".36Ed egli soggiunse: "Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.37Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: 'E fu annoverato tra i malfattori'. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine".38Ed essi dissero: "Signore, ecco qui due spade". Ma egli rispose "Basta!".

39Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.40Giunto sul luogo, disse loro: "Pregate, per non entrare in tentazione".41Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava:42"Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà".43Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo.44In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza.46E disse loro: "Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione".

47Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo.48Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?".49Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: "Signore, dobbiamo colpire con la spada?".50E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro.51Ma Gesù intervenne dicendo: "Lasciate, basta così!". E toccandogli l'orecchio, lo guarì.52Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: "Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante?53Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre".

54Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano.55Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro.56Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: "Anche questi era con lui".57Ma egli negò dicendo: "Donna, non lo conosco!".58Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di loro!". Ma Pietro rispose: "No, non lo sono!".59Passata circa un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo".60Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò.61Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte".62E, uscito, pianse amaramente.

63Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano,64lo bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha colpito?".65E molti altri insulti dicevano contro di lui.

66Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero:67"Se tu sei il Cristo, diccelo". Gesù rispose: "Anche se ve lo dico, non mi crederete;68se vi interrogo, non mi risponderete.69Ma da questo momento starà 'il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio'".70Allora tutti esclamarono: "Tu dunque sei il Figlio di Dio?". Ed egli disse loro: "Lo dite voi stessi: io lo sono".71Risposero: "Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca".


Primo libro dei Maccabei 5

1I popoli vicini, quando sentirono che era stato ricostruito l'altare e rinnovato il santuario come prima, fremettero di rabbia2e decisero di eliminare quelli della stirpe di Giacobbe che si trovavano in mezzo a loro e cominciarono a uccidere e sopprimere gente in mezzo al popolo.3Allora Giuda mosse guerra ai figli di Esaù nell'Idumea e nella Acrabattene, perché assediavano Israele; inflisse loro un grave colpo e li umiliò e si impadronì delle loro spoglie.4Si ricordò poi della perfidia dei figli di Bean, che erano stati di laccio e inciampo per il popolo tendendo insidie nelle vie.5Pressati da lui si rinchiusero nelle torri ed egli si accampò contro di loro, li votò allo sterminio e diede fuoco alle torri di quella città con quanti vi stavano.6Poi passò contro gli Ammoniti e vi trovò un forte contingente e un popolo numeroso al comando di Timòteo.7Organizzò contro di loro molte azioni di guerra e furono sconfitti e annientati.8Conquistò anche Iazer e i suoi sobborghi e ritornò in Giudea.
9Si allearono allora i pagani di Gàlaad contro gli Israeliti che erano nel loro territorio per eliminarli, ma questi fuggirono a Dàtema, nella fortezza,10e scrissero questa lettera a Giuda e ai suoi fratelli: "Sono riuniti contro di noi i popoli vicini per eliminarci11e si preparano a venire a espugnare la fortezza ove siamo rifugiati; Timòteo è a capo del loro esercito.12Su, vieni a liberarci dalle mani di costoro, perché si è precipitata su di noi una moltitudine:13tutti i nostri fratelli che erano nel territorio di Tobia sono stati messi a morte, sono state condotte in schiavitù le loro mogli con i figli e gli averi e sono periti circa un migliaio di uomini".
14Stavano ancora leggendo la lettera ed ecco presentarsi altri messaggeri dalla Galilea con le vesti stracciate portando notizie simili.15Dicevano che si erano uniti contro di loro gli abitanti di Tolemàide, Tiro e Sidòne e tutta la parte pagana della Galilea per distruggerli.16Quando Giuda e il popolo ebbero udito queste cose, si raccolse una grande assemblea per decidere che cosa fare per i loro fratelli posti nella tribolazione e attaccati dai pagani.17Giuda disse a Simone suo fratello: "Scegliti degli uomini e corri a liberare i tuoi fratelli della Galilea; io e mio fratello Giònata andremo nella regione di Gàlaad".18Lasciò Giuseppe figlio di Zaccaria e Azaria capo del popolo, con il resto delle forze a presidiare la Giudea,19dando loro questa consegna: "Governate questo popolo, ma non attaccate battaglia contro i pagani fino al nostro ritorno".20Furono assegnati a Simone tremila uomini per la spedizione in Galilea, a Giuda ottomila uomini per la regione di Gàlaad.
21Simone si recò in Galilea e sferrò molti attacchi contro i pagani e questi rimasero sconfitti davanti a lui;22egli li inseguì fino alle porte di Tolemàide. Caddero dei pagani circa tremila uomini e Simone portò via le loro spoglie.23Prese poi gli Israeliti che erano in Galilea e in Arbatta con le donne e i figli e tutti i loro averi e li condusse in Giudea con grande gioia.24Da parte loro Giuda Maccabeo e il fratello Giònata passarono il Giordano e camminarono per tre giorni nel deserto.25S'imbatterono nei Nabatei, che vennero loro incontro pacificamente e narrarono tutte le vicende dei loro fratelli nella regione di Gàlaad,26e che molti di loro erano assediati in Bozra e Bozor, in Àlema, in Casfo, in Maked e Karn...in; e che tutte queste città erano fortificate e grandi.27Ve n'erano pure rinchiusi nelle altre città di Gàlaad e - dicevano - per il giorno dopo era stabilito di dar l'assalto alle fortezze, espugnarle e di eliminare tutti costoro in un sol giorno.28Allora Giuda con il suo esercito tornò indietro subito per la via del deserto verso Bozra; prese la città e passò ogni maschio a fil di spada, s'impadronì di tutte le loro spoglie e incendiò la città.29Nella notte partì di là e marciarono fino alla fortezza.30Verso il mattino alzarono gli occhi ed ecco gran folla che non si poteva contare issava scale e macchine per espugnare la fortezza e già attaccava gli assediati.31Giuda, vedendo che la battaglia era già incominciata e che le grida della città arrivavano al cielo per il suono delle trombe e le urla altissime,32disse ai suoi soldati: "Combattete oggi per i vostri fratelli".33Irruppero in tre schiere alle loro spalle, diedero fiato alle trombe e innalzarono grida e invocazioni.34Nell'esercito di Timòteo si sparse la notizia che c'era il Maccabeo e fuggirono davanti a lui; egli inflisse loro una grave sconfitta e ne rimasero uccisi in quel giorno circa ottomila.35Poi piegò su Alim, l'assalì e la prese; ne uccise tutti i maschi, la saccheggiò e le appiccò il fuoco.36Tolse il campo di là e conquistò Casfo, Maked e Bozor e le altre città di Gàlaad.37Dopo questi fatti Timòteo raccolse un altro esercito e si accampò di fronte a Rafon al di là del torrente.38Giuda mandò a esplorare il campo e gli riferirono: "Sono radunati con lui tutti gli stranieri che ci circondano: sono un esercito imponente.39Anche gli Arabi sono assoldati come suoi ausiliari; sono accampati al di là del torrente e sono pronti a venire a battaglia con te". Giuda andò incontro a loro.40Timòteo disse ai comandanti del suo esercito, mentre Giuda e il suo esercito si avvicinavano al torrente: "Se passerà per primo contro di noi, non potremo resistergli, perché sarà molto potente contro di noi.41Se invece si mostrerà titubante e porrà il campo al di là del fiume, andremo noi contro di lui e avremo la meglio".42Quando Giuda si avvicinò al corso d'acqua, dispose gli scribi del popolo lungo il torrente con questi ordini: "Non permettete che alcuno si fermi, ma vengano tutti a combattere".43Passò per primo contro i nemici e tutto il popolo dietro di lui. I pagani furono travolti davanti a lui, gettarono le armi e fuggirono nel tempio di Karnàin.44Conquistarono la città e appiccarono il fuoco al tempio con quanti c'erano dentro. Così Karnàin fu vinta e non poté resistere oltre di fronte a Giuda.45Giuda radunò tutti gli Israeliti che erano nella regione di Gàlaad dal più piccolo al più grande con le donne e i figli e gli averi, carovana sterminata, per andare nella Giudea.46Arrivarono a Efron, città posta sul percorso, grande e particolarmente forte, che non era possibile evitare da nessuna parte e bisognava passarvi in mezzo.47Gli abitanti della città avevano chiuso loro il passaggio barricando le porte con pietre.48Giuda mandò a far loro proposte pacifiche dicendo: "Attraverseremo il tuo paese solo per tornare al nostro, nessuno vi farà alcun male, solo passeremo a piedi". Ma non vollero aprirgli.49Giuda fece annunciare a tutta la truppa che ciascuno si accampasse dov'era.50I militari si fermarono e diedero l'assalto alla città tutto quel giorno e tutta la notte e la città dovette arrendersi.51Giuda passò tutti i maschi a fil di spada, la distrusse totalmente, ne prese le spoglie e attraversò la città sopra i cadaveri.52Poi attraversò il Giordano verso la grande pianura di fronte a Beisan.53Giuda sollecitava quelli che rimanevano indietro e confortava il popolo durante tutto il viaggio, finché giunsero nella Giudea.54Salirono il monte Sion in letizia e gioia e offrirono olocausti, perché senza aver perduto neppure uno di loro erano tornati felicemente.
55Nel tempo in cui Giuda e Giònata erano rimasti in Gàlaad e Simone loro fratello in Galilea di fronte a Tolemàide,56Giuseppe figlio di Zaccaria e Azaria, comandanti dell'esercito, vennero a sapere delle imprese gloriose e delle battaglie che avevano compiute57e dissero: "Facciamoci onore anche noi e usciamo a combattere contro i pagani che ci circondano".58Diedero ordine ai soldati che erano con loro e si diressero a Iamnia.59Ma Gorgia uscì dalla città con i suoi uomini incontro a loro per attaccarli.60Giuseppe e Azaria furono vinti e inseguiti fin nel territorio della Giudea e in quel giorno caddero circa duemila uomini del popolo di Israele.61Toccò questa grave sconfitta al popolo, perché non avevano ascoltato Giuda e i suoi fratelli, pensando di compiere gesta eroiche:62ma essi non erano della stirpe di quei valorosi, per le cui mani era stata compiuta la salvezza in Israele.
63Il prode Giuda e i suoi fratelli crebbero in grande fama presso tutto Israele e presso tutti i popoli ai quali giungeva notizia del loro nome;64si adunavano attorno a loro acclamandoli.
65Giuda con i suoi fratelli uscì ancora per combattere contro i figli di Esaù nella regione meridionale e colpì Ebron e le sue dipendenze, distrusse le sue fortezze e diede fuoco tutt'intorno alle sue torri.66Poi levò il campo per andare nel paese dei Filistei e attraversò Maresa.67In quel giorno caddero in battaglia sacerdoti, i quali, smaniosi di eroismi, erano usciti a combattere inconsideratamente.68Giuda piegò su Asdod, terra dei Filistei: distrusse i loro altari, bruciò le statue dei loro dèi, mise a sacco la loro città e fece ritorno in Giudea.


Salmi 114

1Alleluia.

Quando Israele uscì dall'Egitto,
la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,
2Giuda divenne il suo santuario,
Israele il suo dominio.

3Il mare vide e si ritrasse,
il Giordano si volse indietro,
4i monti saltellarono come arieti,
le colline come agnelli di un gregge.

5Che hai tu, mare, per fuggire,
e tu, Giordano, perché torni indietro?
6Perché voi monti saltellate come arieti
e voi colline come agnelli di un gregge?

7Trema, o terra, davanti al Signore,
davanti al Dio di Giacobbe,
8che muta la rupe in un lago,
la roccia in sorgenti d'acqua.


Salmi 79

1'Salmo. Di Asaf.'

O Dio, nella tua eredità sono entrate le nazioni,
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto in macerie Gerusalemme.
2Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli
agli animali selvaggi.
3Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme, e nessuno seppelliva.
4Siamo divenuti l'obbrobrio dei nostri vicini,
scherno e ludibrio di chi ci sta intorno.

5Fino a quando, Signore, sarai adirato: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?
6Riversa il tuo sdegno sui popoli che non ti riconoscono
e sui regni che non invocano il tuo nome,
7perché hanno divorato Giacobbe,
hanno devastato la sua dimora.

8Non imputare a noi le colpe dei nostri padri,
presto ci venga incontro la tua misericordia,
poiché siamo troppo infelici.
9Aiutaci, Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome,
salvaci e perdona i nostri peccati
per amore del tuo nome.

10Perché i popoli dovrebbero dire:
"Dov'è il loro Dio?".
Si conosca tra i popoli, sotto i nostri occhi,
la vendetta per il sangue dei tuoi servi.
11Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la potenza della tua mano
salva i votati alla morte.
12Fa' ricadere sui nostri vicini sette volte
l'affronto con cui ti hanno insultato, Signore.

13E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di età in età proclameremo la tua lode.


Geremia 23

1"Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo". Oracolo del Signore.2Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: "Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della malvagità delle vostre azioni. Oracolo del Signore.3Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno.4Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una". Oracolo del Signore.

5"Ecco, verranno giorni - dice il Signore -
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
6Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele starà sicuro nella sua dimora;
questo sarà il nome con cui lo chiameranno:
Signore-nostra-giustizia.

7Pertanto, ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali non si dirà più: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d'Egitto,8ma piuttosto: Per la vita del Signore che ha fatto uscire e che ha ricondotto la discendenza della casa di Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno nella propria terra".

9Contro i profeti.
Mi si spezza il cuore nel petto,
tremano tutte le mie membra,
sono come un ubriaco
e come chi è inebetito dal vino,
a causa del Signore e a causa delle sue sante parole.
10"Poiché il paese è pieno di adùlteri;
a causa della maledizione tutto il paese è in lutto,
si sono inariditi i pascoli della steppa.
Il loro fine è il male
e la loro forza è l'ingiustizia.
11Perfino il profeta, perfino il sacerdote sono empi,
perfino nella mia casa ho trovato la loro malvagità.
Oracolo del Signore.
12Perciò la loro strada sarà per essi
come sentiero sdrucciolevole,
saranno sospinti nelle tenebre e cadranno in esse,
poiché io manderò su di essi la sventura,
nell'anno del loro castigo.
Oracolo del Signore.
13Tra i profeti di Samaria
io ho visto cose stolte.
Essi profetavano in nome di Baal
e traviavano il mio popolo Israele.
14Ma tra i profeti di Gerusalemme
ho visto cose nefande:
commettono adultéri e praticano la menzogna,
danno mano ai malfattori,
sì che nessuno si converte dalla sua malvagità;
per me sono tutti come Sòdoma
e i suoi abitanti come Gomorra".
15Perciò dice il Signore degli eserciti contro i
profeti:
"Ecco farò loro ingoiare assenzio
e bere acque avvelenate,
perché dai profeti di Gerusalemme
l'empietà si è sparsa su tutto il paese".

16Così dice il Signore degli eserciti: "Non ascoltate le parole dei profeti che profetizzano per voi; essi vi fanno credere cose vane, vi annunziano fantasie del loro cuore, non quanto viene dalla bocca del Signore.

17Essi dicono a coloro
che disprezzano la parola del Signore:
Voi avrete la pace!
e a quanti seguono la caparbietà del loro cuore
dicono: Non vi coglierà la sventura.

18Ma chi ha assistito al consiglio del Signore, chi l'ha visto e ha udito la sua parola? Chi ha ascoltato la sua parola e vi ha obbedito?

19Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena,
una tempesta travolgente
si abbatte sul capo dei malvagi.
20Non cesserà l'ira del Signore,
finché non abbia compiuto e attuato
i progetti del suo cuore.
Alla fine dei giorni comprenderete tutto!
21Io non ho inviato questi profeti
ed essi corrono;
non ho parlato a loro
ed essi profetizzano.
22Se hanno assistito al mio consiglio,
facciano udire le mie parole al mio popolo
e li distolgano dalla loro condotta perversa
e dalla malvagità delle loro azioni.
23Sono io forse Dio solo da vicino - dice il Signore -
e non anche Dio da lontano?
24Può forse nascondersi un uomo nei nascondigli
senza che io lo veda?
Non riempio io il cielo e la terra? Parola del Signore.

25Ho sentito quanto affermano i profeti che predicono in mio nome menzogne: Ho avuto un sogno, ho avuto un sogno.26Fino a quando ci saranno nel mio popolo profeti che predicono la menzogna e profetizzano gli inganni del loro cuore?27Essi credono di far dimenticare il mio nome al mio popolo con i loro sogni, che si raccontano l'un l'altro, come i loro padri dimenticarono il mio nome per Baal!28Il profeta che ha avuto un sogno racconti il suo sogno; chi ha udito la mia parola annunzi fedelmente la mia parola.

Che cosa ha in comune la paglia con il grano?
Oracolo del Signore.
29La mia parola non è forse come il fuoco
- oracolo del Signore -
e come un martello che spacca la roccia?
30Perciò, eccomi contro i profeti
- oracolo del Signore -
i quali si rubano gli uni gli altri le mie parole.
31Eccomi contro i profeti - oracolo del Signore -
che muovono la lingua per dare oracoli.32Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri - dice il Signore - che li raccontano e traviano il mio popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho inviati né ho dato alcun ordine; essi non gioveranno affatto a questo popolo". Parola del Signore.
33Quando dunque questo popolo o un profeta o un sacerdote ti domanderà: "Qual è il peso del messaggio del Signore?", tu riferirai loro: "Voi siete il peso del Signore! Io vi rigetterò". Parola del Signore.34E il profeta o il sacerdote o il popolo che dica: "Peso del Signore!", io lo punirò nella persona e nella famiglia.35Direte l'uno all'altro: "Che cosa ha risposto il Signore?" e: "Che cosa ha detto il Signore?".36Non farete più menzione di peso del Signore, altrimenti per chiunque la sua stessa parola sarà considerata un peso per avere travisato le parole del Dio vivente, del Signore degli eserciti, nostro Dio.37Così dirai al profeta: "Che cosa ti ha risposto il Signore?" e: "Che cosa ha detto il Signore?".38Ma se direte "Peso del Signore", allora così parla il Signore: "Poiché ripetete: Peso del Signore, mentre vi avevo ordinato di non dire più: Peso del Signore,39ecco, proprio per questo, io mi caricherò di voi come di un peso e getterò lontano dal mio volto voi e la città che ho dato a voi e ai vostri padri.40Vi coprirò di obbrobrio perenne e di confusione perenne, che non sarà mai dimenticata".


Prima lettera a Timoteo 3

1È degno di fede quanto vi dico: se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro.2Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,3non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro.4Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità,5perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio?6Inoltre non sia un neofita, perché non gli accada di montare in superbia e di cadere nella stessa condanna del diavolo.7È necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di fuori, per non cadere in discredito e in qualche laccio del diavolo.

8Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto,9e conservino il mistero della fede in una coscienza pura.10Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio.11Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie, fedeli in tutto.12I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie.13Coloro infatti che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico e una grande sicurezza nella fede in Cristo Gesù.

14Ti scrivo tutto questo, nella speranza di venire presto da te;15ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.16Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà:

Egli si manifestò nella carne,
fu giustificato nello Spirito,
apparve agli angeli,
fu annunziato ai pagani,
fu creduto nel mondo,
fu assunto nella gloria.


Capitolo IV: Mantenersi intimamente uniti in Dio, in spirito di verità e di umiltà

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1. Figlio, cammina alla mia presenza in spirito di verità, e cercami sempre con semplicità di cuore. Chi cammina dinanzi a me in spirito di verità sarà protetto dagli assalti malvagi; la verità lo farà libero da quelli che cercano di sedurlo e dai perversi, con le loro parole infamanti. Se ti farà libero la verità, sarai libero veramente e non terrai in alcun conto le vane parole degli uomini. E' vero, o Signore: ti prego, così mi avvenga, come tu dici. Mi sia maestra la tua verità; mi custodisca e mi conduca alla meta di salvezza; mi liberi da effetti e da amori perversi, contrari alla divina volontà. Allora camminerò con te, con grande libertà di spirito.   

2. Io ti insegnerò, dice la Verità, ciò che è retto e mi è gradito. Ripensa con grande, amaro dolore, ai tuoi peccati, e non credere mai di valere qualcosa, per opere buone che tu abbia compiuto. In realtà sei un peccatore, irretito da molte passioni e schiavo di esse. Da te non giungi a nulla: subitamente cadi e sei vinto; subitamente vieni sconvolto e dissolto. Non hai nulla di che ti possa vantare; hai molto, invece, di che ti debba umiliare, giacché sei più debole assi di quanto tu possa capire. Di tutto quello che fai, niente ti sembri grande, prezioso e ammirevole; niente ti sembri meritevole di stima. Alto, lodevole e desiderabile davvero ti sembri soltanto ciò che è eterno. Più di ogni altra cosa, ti sia cara la verità eterna; e sempre ti dispiaccia la tua estrema pochezza. Nulla devi temere, disprezzare e fuggire quanto i tuoi vizi e i tuoi peccati; cose che ti debbono affliggere più di ogni danno materiale.

3. Ci sono persone che camminano al mio cospetto con animo non puro: persone che - dimentiche di se stesse e della propria salvezza, e mosse da una certa curiosità e superbia - vorrebbero conoscere i miei segreti, e comprendere gli alti disegni di Dio. Costoro cadono sovente in grandi tentazioni e in grandi peccati per quella loro superbia e curiosità, che io ho in odio. Mantieni una religiosa riverenza dinanzi al giudizio divino, dinanzi allo sdegno dell'Onnipotente. Non volere, dunque, sondare l'operato dell'Altissimo. Esamina invece le tue iniquità: in quante cose hai errato e quante cose buone hai tralasciato. Ci sono alcuni che fanno consistere la loro pietà soltanto nelle letture, nelle immagini sacre e nelle raffigurazioni esteriori e simboliche; altri mi hanno sulla bocca, ma poco c'è nel loro cuore. Ci sono invece altri che, illuminati nella mente e puri nei loro affetti, anelando continuamente alle cose eterne, provano fastidio a sentir parlare di cose terrene e soffrono ad assoggettarsi a ciò che la natura impone. Sono questi che ascoltano ciò che dice, dentro di loro, lo spirito di verità. Il quale li ammaestra a disprezzare le cose di questa terra e ad amare quelle del cielo; ad abbandonare il mondo e ad aspirare, giorno e notte, al cielo.


DISCORSO 63/A SULLA DONNA CHE SOFFRIVA PERDITE DI SANGUE

Discorsi - Sant'Agostino

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Nel campo di Dio dobbiamo essere frumento.

1. ...la Chiesa di Dio, la Chiesa santa, di cui egli è il capo. Se infatti egli è il capo, noi siamo il corpo; purché siamo tali da soffrire tribolazioni da parte delle folle, ma non procuriamo afflizione al Signore. Un gran numero di persone accorrono alla Chiesa diffusa in tutto il mondo, tutti i popoli credono; ma tra tutti i popoli una parte opprime, l'altra è oppressa; quella oppressa, tollera; quella che tollera, riceverà la ricompensa, giungendo al frutto della tolleranza, di cui parla il Signore nel Vangelo: produce frutto con la tolleranza 1. In effetti quella è la parte dei buoni cristiani diffusa dappertutto, poiché è frumento ed era necessario che il frumento fosse seminato in tutto il campo, cioè in tutto il mondo- poiché il Signore chiamò campo il mondo 2. Dice però che sono frumento i suoi fedeli che si accostano a Dio col cuore, non solo con le labbra; al contrario annovera tra quelli che sono paglia e zizzania tutti gli altri che si avvicinano a Dio ma non con il cuore. In tutto il campo o in tutta l'aia v'è l'uno e l'altra, cioè il grano e la paglia; ma la parte maggiore è la paglia, quella del grano è minore ma più consistente, è minore ma più pesante, minore ma più preziosa; per essa si affrontano fatiche, per tenerla al sicuro ci si preoccupa; ad essa è preparato il granaio, non il fuoco. Nessuno dunque si congratuli con se stesso perché entra tra queste pareti; richiami alla propria mente l'intenzione [con cui entra], interroghi il proprio cuore; sia giudice assai severo di se stesso, affinché sperimenti Dio come padre misericordioso; non si lusinghi, si giudichi con imparzialità; sieda nel tribunale del proprio spirito; adoperi come carnefici della propria coscienza i timori, confessi a Dio chi egli sia; se si vede come frumento, si lasci opprimere, triturare, abbia la pazienza, non sia ansioso per il fatto d'esser mescolato con la paglia: può essere paglia con lui nell'aia, ma non sarà paglia nel granaio.

Che cosa simboleggia l'emorroissa e la sua malattia.

2. Orbene, poiché, fratelli amatissimi, lo abbiamo detto, cerchiamo di appartenere alle membra di Colei della quale quella donna era figura. Ma la Carità vostra desidera sapere di chi era figura quella donna; ebbene, diciamo ch'essa era prefigurazione della Chiesa proveniente dai pagani; poiché veramente il Signore si recava a guarire la figlia di un capo-sinagoga. La figlia del capo-sinagoga è simbolo del popolo giudaico; in realtà il Signore era andato solo ai giudei, come dice egli stesso: Sono stato mandato solo alle pecore sperdute della casa d'Israele 3. Così, per esempio, egli si recava dalla figlia del capo-sinagoga. Essa allora arrivando da non so dove quasi inaspettatamente, senz'essere conosciuta perché non conosceva, toccò il Signore con la fede, dicendo: Se riuscirò a toccare solo l'orlo del suo vestito, sarò salva 4. Lo toccò e fu salva. Essa aveva una malattia abominevole: una perdita di sangue. Tutti infatti inorridiscono al sentir parlare di questa malattia, o nel soffrirla; se dunque si spaventano della perdita di sangue nel corpo, cerchino di non patirla nel cuore. È una malattia da evitarsi piuttosto nel cuore. Ma non so in qual modo si dileguò la perversità dell'anima abitatrice quando si rivolse al suo abitacolo. Il padrone della casa vuole sia guarita l'emorragia del corpo, cioè l'anima vuole sia guarito il corpo, così come uno che vi abita vuole risanare la stessa casa, cioè se stesso. A che serve una casa di marmo, fornita di soffitti, dove il padre di famiglia non è sano? Ma che ho detto? A che serve un corpo sano e incolume, quando l'anima è malata ed abita quel corpo? Pertanto la perdita di sangue riguardo all'anima è la dissolutezza; allo stesso modo che gli avari sono simili agli idropici - poiché bramano bere - così i dissoluti sono simili a una perdita di sangue. Gli avari infatti soffrono per la loro bramosia, i dissoluti per lo sperpero [dei loro beni]: da una parte è la brama, dall'altra la dissolutezza; l'una e l'altra però uccidono. È necessario avere il medico che venne per curare le malattie dell'anima; ma volle guarire le malattie del corpo per mostrarsi salvatore dell'anima, perché è il creatore dell'uno e dell'altra. Non è infatti vero che egli sia creatore dell'anima e non del corpo; ecco perché volle ammonire l'anima perché fosse guarita interiormente. Ecco perché curò il corpo: l'anima nel corpo era attenta in modo da desiderare che si effettuasse nel suo intimo ciò che vedeva all'esterno effettuato da Gesù. Che cosa aveva fatto Dio? Aveva guarito la perdita di sangue, il lebbroso, il paralitico. Queste sono tutte malattie dell'anima. Aveva guarito lo zoppo e il cieco: poiché zoppica chiunque non cammina dritto nella via della vita ed è cieco chi non crede in Dio; il dissoluto poi soffre perdite di sangue, ed è coperto dalle macchie della lebbra chiunque è volubile e bugiardo. È necessario quindi che guarisca l'interno colui che guarì l'esterno, perché si facesse desiderare per guarire l'interno.

Vestito del Signore sono gli Apostoli; orlo è Paolo.

3. Quella donna soffriva dunque di perdite di sangue e viene guarita dalle passioni carnali, poiché perdeva tutte le sue forze; allo stesso modo l'anima correndo sempre dietro ai desideri carnali sperpera tutte le sue forze. Quella donna inoltre aveva speso tutto il suo denaro con i medici: così sta scritto di lei 5. Allo stesso modo l'infelice moltitudine dei pagani che andava in cerca di felicità, che cercava d'avere un po' di forze o d'avere una medicina, quanto aveva speso con falsi medici, con astrologhi, con indovini, con i preti pagani in trance, con gl'indovini dei templi? Tutti infatti promettono la salute ma non sono in grado di darla, poiché nemmeno essi hanno ciò che dovrebbero dare. Aveva dunque speso tutto il denaro e non guariva. Disse: "Toccherò la frangia del suo vestito"; la toccò e fu risanata. Cerchiamo che cosa vuol dire l'orlo del vestito. La Carità vostra faccia attenzione. Per vestito del Signore s'intendono gli Apostoli uniti a lui. Cercate quale Apostolo fu inviato ai pagani: troverete che fu inviato l'apostolo Paolo; la sua più grande attività la spese nell'apostolato tra i pagani. L'apostolo Paolo inviato ai pagani è dunque l'orlo del vestito del Signore, poiché egli era l'ultimo degli Apostoli. L'orlo non è forse l'ultima e più piccola parte d'un vestito? L'Apostolo afferma di se stesso l'una e l'altra cosa: Ma io sono l'ultimo degli Apostoli 6, e: Io sono il più piccolo degli Apostoli 7. Lui l'ultimo, lui il più piccolo. Lo stesso è la frangia del vestito: anche la Chiesa delle genti, come la donna che toccò l'orlo, soffriva perdite di sangue; lo toccò e fu guarita. Anche noi dobbiamo toccare, cioè credere, per essere salvi.

[Fine del discorso che tratta della donna che soffriva di perdite di sangue].

 

1 - Lc 8, 15.

2 - Mt 13, 18.

3 - Mt 15, 24.

4 - Mt 9, 21.

5 - Lc 8, 43.

6 - 1 Cor 15, 18.

7 - 1 Cor 15, 18.


Le preghiere di Santa Gemma Galgani

Santa Gemma Galgani - Santa Gemma Galgani

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Preghiera di abbandono, composta da S. Gemma


Caro mio Dio,

io mi abbandono interamente

nelle vostre SS. Mani,

acciocché Voi facciate di me e delle cose mie

quello che più e meglio Vi aggrada.

In questo dolce abbandono

io mi riposo sul Vostro Cuore Divino

come la tenera bambina si riposa

sul seno della mamma sua.

Voi pensate a tutto

ed io penserò solo ad amarvi

e a compiere la Vostra SS. Volontà.

 

Composta da S. Gemma per ottenere grazie


Eccomi ai vostri santissimi piedi, caro Gesù,

per manifestarvi ogni momento la mia gratitudine

per tanti e continui favori che mi avete fatto

e che ancora volete farmi.

Quante volte vi ho invocato, o Gesù,

mi avete fatta sempre contenta:

ho ricorso spesso a voi e m'avete sempre consolata.

Come esprimermi con voi, caro Gesù?

Vi ringrazio. Ma un'altra grazia voglio,

o mio Dio, se a voi piace........

(esporre la grazia che si desidera).

Se voi non foste onnipotente,

non vi farei questa domanda.

O Gesù, abbiate pietà di me!

Sia fatto in tutto il vostro santissimo volere.

Pater, Ave e Gloria.

 

A S. Gemma per la conversione dei peccatori


O Santa Gemma,

ricordati che in vita protestasti tante volte di volere

salvi tutti i peccatori,

e per questo ti offristi vittima al Signore,

soffrendo per essi, con Gesù e Maria,

i dolori della Passione,

e versasti lacrime di sangue nel sentirLo offeso

con la diabolica bestemmia.

Ora che in cielo godi di favori tanto più grandi,

perora, te ne preghiamo,

la causa di tutti i poveri peccatori,

che privi della divina grazia,

vivono lontani da Dio,

affinché per te convertiti,

amino e servano fedelmente il Signore in questa vita

e passino un giorno a lodarLo e benedirLo

eternamente in cielo.

Amen.

 

Preghiera a S. Gemma, composta dalla SdD Gemma Eufemia Giannini, amica e confidente della Santa


O Gemma santa,

eccomi vicino a te, aiutami a pregare...

Tu sai di che cosa ho bisogno per me

e per le persone a me care.

Guarda alle mie urgenti necessità:

ai miei bisogni spirituali e materiali.

Pensaci tu!

Confido in te, e tutto affido alle tue amorevoli cure.

Presenta a Gesù quel tenero e costante amore

con cui l'amasti quaggiù fino al sacrificio della Croce,

fino a consumarti, innocente vittima,

in olocausto per la conversione dei peccatori

e Gesù non potrà negarti niente.

La mistica sete di condurre anime a Dio

non si è spenta nel tuo cuore,

e dal cielo tu continui la tua missione.

Ebbene, santa Gemma,

tu che hai sofferto nelle tue membra

tutti i dolori della Passione di Gesù,

impetrami la grazia

di meditare e di vivere la sua Passione

e i dolori di Maria Santissima.

Impetrami pure che possa camminare

per la via dell'umiltà, della semplicità,

dell'amore, del sacrificio,

adempiendo sempre e in tutto

la volontà di Dio in questa terra,

e possa vivere unita a Lui

insieme alla Vergine Santa

e con te per tutta l'eternità nel cielo.

Amen.


30 dicembre 1941

Madre Pierina Micheli

Quando viene il Padre, il nemico fugge lontano e provo qualche momento di pace!

Sono nella più forte desolazione. Non amo, e mai come ora sento il bisogno di amare Gesù e Maria! Ma mi sento respinta... quello che soffro è atroce... non mi ha forse detto S. Silvestro - ci sarà da patire, ci sarà da patire. Dillo al Padre che ci sarà da patire. Si si da patire, ma non offendere il Signore... Come faccio io?

La notte fui messa nel bagno dal nemico... ebbi un momento di dispe­razione... di paura... ma poi mi offrii a questa sofferenza e fui libera­ta... Non ne posso più... Gesù Ti voglio amare.