Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

A noi dunque, che crediamo, lo Sposo si presenti bello. Bello è Dio, Verbo presso Dio; bello nel seno della Vergine, dove non perdette la divinità  e assunse l'umanità ; bello il Verbo nato fanciullo, perché mentre era fanciullo, succhiava il latte ed era portato in braccio, i cieli hanno parlato, gli angeli hanno cantato lodi, la stella ha diretto il cammino dei magi, è stato adorato nel presepio, cibo per i mansueti. È bello in cielo, bello in terra, bello nel seno, bello nelle braccia dei genitori; bello nei miracoli e nei supplizi; bello nell'invitare alla vita e nel non curarsi della morte; bello nell'abbandonare la vita e nel riprenderla; bello nella croce, nel sepolcro, in cielo... Suprema e vera bellezza è la giustizia; se ovunque è giusto, ovunque è bello. Venga a noi per farsi contemplare con gli occhi dello spirito. (Sant'Agostino)

Liturgia delle Ore - Letture

Mercoledi della 22° settimana del tempo ordinario (San Gregorio Magno)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 6

1Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,2e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.3Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.5Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?".6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.7Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo".8Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:9"C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?".10Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.12E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto".13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!".15Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare17e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro.18Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.19Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.20Ma egli disse loro: "Sono io, non temete".21Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti.23Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie.24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.25Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?".
26Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.27Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo".28Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?".29Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato".
30Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi?31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: 'Diede loro da mangiare un pane dal cielo'".32Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero;33il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo".34Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane".35Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.36Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete.37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò,38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno.40Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno".
41Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo".42E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?".
43Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi.44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.45Sta scritto nei profeti: 'E tutti saranno ammaestrati da Dio'. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.46Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.47In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.48Io sono il pane della vita.49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".
52Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?".53Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.58Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno".
59Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?".61Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza?62E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.64Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.65E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio".
66Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

67Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?".68Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;69noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".70Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.


Secondo libro dei Maccabei 14

1Dopo un periodo di tre anni, venne all'orecchio degli uomini di Giuda che Demetrio, figlio di Selèuco, era sbarcato nel porto di Tripoli con un grande esercito e la flotta2e si era impadronito del paese, eliminando Antioco e il suo tutore Lisia.3Un certo Àlcimo, che era stato prima sommo sacerdote, ma che si era volontariamente contaminato nei giorni della secessione, accorgendosi che per nessun verso si apriva a lui una via di salvezza né ulteriore accesso al sacro altare,4andò dal re Demetrio verso l'anno centocinquantuno offrendogli una corona d'oro e una palma oltre ai tradizionali ramoscelli di ulivo del tempio e per quel giorno stette quieto.5Ma colse l'occasione favorevole alla sua follia, quando fu chiamato da Demetrio al consiglio e fu interrogato in quale disposizione e mentalità si tenessero i Giudei. A questa richiesta rispose:6"I Giudei che si dicono Asidèi, a capo dei quali sta Giuda il Maccabeo, alimentano guerre e ribellioni e non lasciano che il regno trovi la tranquillità.7Per questo anch'io, privato della dignità ereditaria, intendo dire del sommo sacerdozio, sono venuto qui,8spinto anzitutto da schietta premura per gli interessi del re e dalla preoccupazione della sconsideratezza delle suddette persone, in secondo luogo mirando ai miei concittadini, perché, a causa del disordine della situazione descritta, tutto il nostro popolo viene non poco impoverito.9Ora che sai queste cose in particolare, tu, re, provvedi al paese e alla nostra stirpe che va decadendo, con quella cortese benevolenza che hai con tutti.10Fin quando Giuda è là, la situazione non può mettersi tranquilla".11Dopo queste sue parole, gli altri amici, irritati per i successi di Giuda, si affrettarono a infiammare Demetrio.12Questi, designato subito Nicànore, già a capo degli elefanti, e nominatolo stratega della Giudea, lo inviò13con l'ordine di eliminare prima Giuda, di disperdere i suoi uomini e di costituire Àlcimo sommo sacerdote del tempio massimo.14Allora i pagani della Giudea, che erano fuggiti davanti a Giuda, si univano in massa a Nicànore sapendo che le sfortune e le calamità dei Giudei sarebbero state apportatrici di fortuna per loro.
15Quando seppero della venuta di Nicànore e dell'aggressione dei pagani, i Giudei cosparsi di polvere, elevarono suppliche a colui che ha stabilito il suo popolo per i secoli e che con segni palesi sempre protegge la sua porzione.16Poi il comandante, dati gli ordini, mosse rapidamente di là e si scontrò con loro presso il villaggio di Dessau.17Simone, fratello di Giuda, aveva già attaccato Nicànore, ma era rimasto battuto per l'improvvisa comparsa dei nemici.18Tuttavia Nicànore, sentendo parlare del valore che avevano gli uomini di Giuda e del loro entusiasmo nelle lotte per la patria, non si arrischiava a decidere la sorte con spargimento di sangue.19Per questo mandò Posidonio e Teòdoto e Mattatia a dare e ricevere la destra per la pace.20Fu fatto un lungo esame intorno a queste cose e, quando il comandante ne diede comunicazione alle truppe, il parere risultò concorde e accettarono gli accordi.21Fissarono il giorno nel quale sarebbero venuti a un incontro privato. Dall'una e dall'altra parte avanzò una lettiga e collocarono dei seggi.22Giuda tuttavia dispose degli uomini armati nei luoghi opportuni per paura che si verificasse d'improvviso qualche tradimento da parte dei nemici: così in buon accordo tennero il convegno.23Nicànore si trattenne in Gerusalemme e non fece alcun gesto fuori luogo; anzi licenziò le turbe raccogliticce che gli si erano unite.24Voleva Giuda sempre alla sua presenza, sentiva un'intima inclinazione per quel prode.25L'esortò a sposarsi e ad avere figli; e quegli si sposò, poté mettersi a posto e godere giorni sereni.
26Ma Àlcimo, vedendo la loro reciproca simpatia e procuratosi copia degli accordi intercorsi, andò da Demetrio e gli disse che Nicànore seguiva una linea contraria agli interessi dello stato: aveva infatti nominato suo successore Giuda, il sobillatore del regno.27Il re, acceso di sdegno e irritato per le calunnie di quel genio malefico, scrisse a Nicànore, dichiarandogli di essere scontento delle alleanze concluse e ordinandogli che gli mandasse subito ad Antiochia il Maccabeo in catene.28Nicànore, sorpreso da questi ordini, rimase sconcertato e aveva ripugnanza a rompere le alleanze senza che l'uomo avesse commesso alcuna colpa.29Ma, poiché non gli era possibile agire contro la volontà del re, cercava l'occasione per effettuare la cosa con qualche stratagemma.30Il Maccabeo, notando che Nicànore era più freddo nei rapporti con lui e che nei consueti incontri si comportava con durezza, arguendo che questa freddezza non presagiva niente di buono, raccolti non pochi dei suoi non si fece più vedere da Nicànore.31Quest'altro, accortosi di essere stato giocato abilmente da quell'uomo, salito al massimo e santo tempio, mentre i sacerdoti stavano compiendo i sacrifici prescritti, ordinò che gli fosse consegnato l'uomo.32I sacerdoti dichiararono con giuramento che non sapevano dove mai fosse il ricercato33ma egli, stendendo la destra contro il tempio, giurò: "Se non mi consegnerete Giuda in catene, farò di questa dimora di Dio una piazza pulita, abbatterò dalle fondamenta l'altare e innalzerò qui uno splendido tempio a Dioniso".34Dette queste grosse parole, se ne andò. I sacerdoti alzando le mani al cielo, invocarono il protettore sempre vigile del nostro popolo:35"Tu, Signore, che di nulla hai bisogno, ti sei compiaciuto di porre il tempio della tua abitazione in mezzo a noi.36E ora tu, Santo e Signore di ogni santità, custodisci questa tua casa, appena purificata, per sempre libera da contaminazioni".
37Fu denunziato a Nicànore un certo Razis degli anziani di Gerusalemme, uomo pieno di amore per la città, che godeva grandissima fama e chiamato per la sua benevolenza padre dei Giudei.38Egli infatti nei giorni precedenti la rivolta si era attirata l'accusa di giudaismo e realmente per il giudaismo aveva impegnato corpo e anima con piena generosità.39Volendo Nicànore far nota a tutti l'ostilità che aveva verso i Giudei, mandò più di cinquecento soldati per arrestarlo;40pensava infatti che, prendendo costui, avrebbe arrecato loro un grave colpo.41Ma, quando quella truppa stava per occupare la torre e tentava di forzare la porta del cortile e ordinavano di portare il fuoco e di appiccarlo alle porte, egli, accerchiato da ogni lato, si piantò la spada in corpo,42preferendo morire nobilmente piuttosto che divenire schiavo degli empi e subire insulti indegni della sua nobiltà.43Non avendo però portato a segno il colpo per la fretta della lotta, mentre la folla premeva fuori delle porte, salì coraggiosamente sulle mura e si lasciò cadere a precipizio sulla folla con gesto da prode.44Essi lo scansarono immediatamente lasciando uno spazio libero ed egli cadde in mezzo allo spazio vuoto.45Poiché respirava ancora, con l'animo infiammato, si alzò, mentre il sangue gli usciva a fiotti e le ferite lo straziavano e, attraversata di corsa la folla, salì su di un tratto di roccia,46ormai completamente esangue; si strappò gli intestini e prendendoli con le mani li gettò contro la folla; morì in tal modo invocando il Signore della vita e dello spirito perché di nuovo glieli restituisse.


Salmi 91

1Tu che abiti al riparo dell'Altissimo
e dimori all'ombra dell'Onnipotente,
2di' al Signore: "Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio, in cui confido".

3Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
4Ti coprirà con le sue penne
sotto le sue ali troverai rifugio.
5La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza;
non temerai i terrori della notte
né la freccia che vola di giorno,
6la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

7Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra;
ma nulla ti potrà colpire.
8Solo che tu guardi, con i tuoi occhi
vedrai il castigo degli empi.
9Poiché tuo rifugio è il Signore
e hai fatto dell'Altissimo la tua dimora,
10non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
11Egli darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutti i tuoi passi.
12Sulle loro mani ti porteranno
perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
13Camminerai su aspidi e vipere,
schiaccerai leoni e draghi.

14Lo salverò, perché a me si è affidato;
lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.
15Mi invocherà e gli darò risposta;
presso di lui sarò nella sventura,
lo salverò e lo renderò glorioso.
16Lo sazierò di lunghi giorni
e gli mostrerò la mia salvezza.


Salmi 13

1'Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.'

2Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
3Fino a quando nell'anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore ogni momento?
Fino a quando su di me trionferà il nemico?

4Guarda, rispondimi, Signore mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
5perché il mio nemico non dica: "L'ho vinto!"
e non esultino i miei avversari quando vacillo.

6Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.


Daniele 2

1Nel secondo anno del suo regno, Nabucodònosor fece un sogno e il suo animo ne fu tanto agitato da non poter più dormire.2Allora il re ordinò che fossero chiamati i maghi, gli astrologi, gli incantatori e i caldei a spiegargli i sogni. Questi vennero e si presentarono al re.3Egli disse loro: "Ho fatto un sogno e il mio animo si è tormentato per trovarne la spiegazione".4I caldei risposero al re: "Re, vivi per sempre. Racconta il sogno ai tuoi servi e noi te ne daremo la spiegazione".5Rispose il re ai caldei: "Questa è la mia decisione: se voi non mi rivelate il sogno e la sua spiegazione sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno ridotte in letamai.6Se invece mi rivelerete il sogno e me ne darete la spiegazione, riceverete da me doni, regali e grandi onori. Ditemi dunque il sogno e la sua spiegazione".7Essi replicarono: "Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo la spiegazione".8Rispose il re: "Comprendo bene che voi volete guadagnar tempo, perché avete inteso la mia decisione.9Se non mi dite qual era il mio sogno, una sola sarà la vostra sorte. Vi siete messi d'accordo per darmi risposte astute e false in attesa che le circostanze si mutino. Perciò ditemi il sogno e io saprò che voi siete in grado di darmene anche la spiegazione".10I caldei risposero davanti al re: "Non c'è nessuno al mondo che possa soddisfare la richiesta del re: difatti nessun re, per quanto potente e grande, ha mai domandato una cosa simile ad un mago, indovino o caldeo.11La richiesta del re è tanto difficile, che nessuno ne può dare al re la risposta, se non gli dèi la cui dimora è lontano dagli uomini".
12Allora il re, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di Babilonia fossero messi a morte.13Il decreto fu pubblicato e già i saggi venivano uccisi; anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi a morte.

14Ma Daniele rivolse parole piene di saggezza e di prudenza ad Ariòch, capo delle guardie del re, che stava per uccidere i saggi di Babilonia,15e disse ad Ariòch, ufficiale del re: "Perché il re ha emanato un decreto così severo?". Ariòch ne spiegò il motivo a Daniele.16Egli allora entrò dal re e pregò che gli si concedesse tempo: egli avrebbe dato la spiegazione dei sogni al re.17Poi Daniele andò a casa e narrò la cosa ai suoi compagni, Anania, Misaele e Azaria,18ed essi implorarono misericordia dal Dio del cielo riguardo a questo mistero, perché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte insieme con tutti gli altri saggi di Babilonia.
19Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo:

20"Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo,
perché a lui appartengono la sapienza e la potenza.

21Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li innalza,
concede la sapienza ai saggi,
agli intelligenti il sapere.

22Svela cose profonde e occulte
e sa quel che è celato nelle tenebre
e presso di lui è la luce.

23Gloria e lode a te, Dio dei miei padri,
che mi hai concesso la sapienza e la forza,
mi hai manifestato ciò che ti abbiamo domandato
e ci hai illustrato la richiesta del re".

24Allora Daniele si recò da Ariòch, al quale il re aveva affidato l'incarico di uccidere i saggi di Babilonia, e presentatosi gli disse: "Non uccidere i saggi di Babilonia, ma conducimi dal re e io gli farò conoscere la spiegazione del sogno".25Ariòch condusse in fretta Daniele alla presenza del re e gli disse: "Ho trovato un uomo fra i Giudei deportati, il quale farà conoscere al re la spiegazione del sogno".26Il re disse allora a Daniele, chiamato Baltazzàr: "Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che ho fatto e darmene la spiegazione?".27Daniele, davanti al re, rispose: "Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né da saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini;28ma c'è un Dio nel cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel che avverrà al finire dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto.29O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire.30Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore.31Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto.32Aveva la testa d'oro puro, il petto e le braccia d'argento, il ventre e le cosce di bronzo,33le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta.34Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li frantumò.35Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate; il vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione.
36Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re.37Tu o re, sei il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza, la forza e la gloria.38A te ha concesso il dominio sui figli dell'uomo, sugli animali selvatici, sugli uccelli del cielo; tu li domini tutti: tu sei la testa d'oro.39Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra.40Vi sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto.41Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla da vasaio e in parte di ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza del ferro unito all'argilla.42Se le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte di argilla, ciò significa che una parte del regno sarà forte e l'altra fragile.43Il fatto d'aver visto il ferro mescolato all'argilla significa che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno diventare una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l'argilla.44Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre.45Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il Dio grande ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è la spiegazione".

46Allora il re Nabucodònosor piegò la faccia a terra, si prostrò davanti a Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi.47Quindi rivolto a Daniele gli disse: "Certo, il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto svelare questo mistero".48Il re esaltò Daniele e gli fece molti preziosi regali, lo costituì governatore di tutta la provincia di Babilonia e capo di tutti i saggi di Babilonia;49su richiesta di Daniele, il re fece amministratori della provincia di Babilonia, Sadràch, Mesàch e Abdènego. Daniele rimase alla corte del re.


Atti degli Apostoli 13

1C'erano nella comunità di Antiòchia profeti e dottori: Bàrnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo.2Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati".3Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.

4Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro.5Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante.6Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus,7al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Bàrnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio.8Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede.9Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse:10"O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore?11Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole". Di colpo piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano.12Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Signore.

13Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme.14Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero.15Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: "Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!".

16Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: "Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate.17Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, 'e con braccio potente li condusse via di là'.18Quindi, 'dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto',19'distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità' quelle terre,20per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele.21Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni.22E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: 'Ho trovato Davide', figlio di Iesse, 'uomo secondo il mio cuore'; egli adempirà tutti i miei voleri.
23Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù.24Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele.25Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali.
26Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza.27Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato;28e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso.29Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro.30Ma Dio lo ha risuscitato dai morti31ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo.
32E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta,33poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:

'Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.'

34E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato:

'Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle
sicure.'

35Per questo anche in un altro luogo dice:

'Non permetterai che il tuo santo subisca la
corruzione.'

36Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione.37Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione.38Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati39e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè.40Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei Profeti:

41'Mirate, beffardi,
stupite e nascondetevi,
poiché un'opera io compio ai vostri giorni,
un'opera che non credereste, se vi fosse
raccontata'!".

42E, mentre uscivano, li pregavano di esporre ancora queste cose nel prossimo sabato.43Sciolta poi l'assemblea, molti Giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li esortavano a perseverare nella grazia di Dio.

44Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio.45Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando.46Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani.47Così infatti ci ha ordinato il Signore:

'Io ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della
terra'".

48Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna.49La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione.50Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li scacciarono dal loro territorio.51Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio,52mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.


Capitolo XLVI: Affidarsi a Dio quando spuntano parole che feriscono

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1. O figlio, sta saldo e fermo, e spera in me. Che altro sono, le parole, se non parole?: volano al vento, ma non intaccano la pietra. Se sei in colpa, pensa ad emendarti di buona voglia; se ti senti innocente, considera di doverle sopportare lietamente per amor di Dio. Non è gran cosa che tu sopporti talvolta almeno delle parole, tu che non sei capace ancora di sopportare forti staffilate. E perché mai cose tanto da nulla ti feriscono nell'animo, se non perché tu ragioni ancora secondo la carne e dai agli uomini più importanza di quanto sia giusto? Solo per questo, perché hai paura che ti disprezzino, non vuoi che ti rimproverino dei tuoi falli e cerchi di nasconderti dietro qualche scusa. Se guardi più a fondo in te stesso, riconoscerai che il mondo e il vano desiderio di piacere agli uomini sono ancora vivi dentro in te. Se rifuggi dall'esser poco considerato e dall'esser rimproverato per i tuoi difetti, segno è che non sei sinceramente umile né veramente morto al mondo, e che il mondo è per te crocefisso. Ascolta, invece la mia parola e non farai conto neppure di diecimila parole umane. Ecco, anche se molte cose si potessero inventare e dire, con malizia grande, contro di te, che male ti potrebbero fare esse, se tu le lasciassi del tutto passare, non considerandole più che una pagliuzza? Ti potrebbero forse strappare anche un solo capello? Chi non ha spirito di interiorità e non tiene Iddio dinanzi ai suoi occhi, questi si lascia scuotere facilmente da una parola offensiva. Chi invece, senza ricercare il proprio giudizio, si affida a me, questi sarà libero dal timore degli uomini. Sono io, infatti, il giudice, cui sono palesi tutti i segreti; io so come è andata la cosa; io conosco, sia colui che offende sia colui che patisce l'offesa. Quella parola è uscita da me; quel che è avvenuto, è avvenuto perché io l'ho permesso, "affinché fossero rivelati gli intimi pensieri di tutti" (Lc 2,35). Sono io che giudicherò il colpevole e l'innocente; ma voglio che prima siano saggiati, e l'uno e l'altro, al mio arcano giudizio.  

2. La testimonianza degli uomini sbaglia frequentemente. Il mio giudizio, invece, è veritiero; resterà e non muterà. Nascosto, per lo più, o aperto via via a pochi, esso non sbaglia né può sbagliare, anche se può sembrare ingiusto agli occhi di chi non ha la sapienza. A me dunque si ricorra per ogni giudizio e non ci si fidi del proprio criterio. Il giusto, infatti non resterà turbato, "qualunque cosa gli venga" da Dio (Pro 12,21). Qualunque cosa sia stata ingiustamente portata contro di lui, non se ne darà molto pensiero; così come non si esalterà vanamente, se, a buon diritto, sarà scagionato da altri. Il giusto considera, infatti, che "sono io colui che scruta i cuori e le reni" (Ap 2,23); io, che non giudico secondo superficiale apparenza umana. Invero, sovente ai miei occhi apparirà condannabile ciò che, secondo il giudizio umano, passa degno di lode. O Signore Dio, "giudice giusto, forte e misericordioso" (Sal 7,12), tu che conosci la fragilità e la cattiveria degli uomini, sii la mia forza e tutta la mia fiducia, ché non mi basta la mia buona coscienza. Tu sai quello che io non so; per questo avrei dovuto umiliarmi dinanzi ad ogni rimprovero e sopportarlo con mansuetudine. Per tutte le volte che mi comportai in tal modo, perdonami, nella tua benevolenza, e dammi di nuovo la grazia di una più grande sopportazione. In verità, a conseguire il perdono, la tua grande misericordia mi giova di più che non mi giovi una mia supposta santità a difesa della mia segreta coscienza. Ché, "pur quando non sentissi di dovermi nulla rimproverare", non potrei per questo ritenermi giusto (1 Cor 4,4); perché, se non fosse per la tua misericordia, "nessun vivente sarebbe giusto, al tuo cospetto" (Sal 142,2).


DISCORSO 81 SULLE PAROLE DEL VANGELO DI MT 18, 7-9 OVE SIAMO AMMONITI AD EVITARE GLI SCANDALI

Discorsi - Sant'Agostino

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Come difenderci contro gli scandali.

1. Le letture della parola di Dio che abbiamo ascoltato poco fa quando venivano lette, ci ammoniscono di premunirci contro gli scandali, che sono stati predetti, con la forza delle virtù e di armarci di coraggio cristiano ricorrendo alla misericordia del Signore. Che cosa è infatti l'uomo - dice la Scrittura - se non che ti ricordi di lui? 1. Guai al mondo a causa degli scandali 2, dice il Signore, lo dice la Verità: ci spaventa e ci ammonisce; vuol che noi non siamo incauti; d'altra parte non ci ha resi certamente privi d'ogni speranza. Contro questo "Guai", cioè contro questo male terribile, tremendo, da evitare, ci consola, ci esorta e ci fortifica la Scrittura nel passo ove è detto: Molta pace per quelli che amano la tua legge e non v'è scandalo per essi 3. Fa vedere il nemico da cui guardarsi, ma non cessa di far vedere il muro di difesa. Sentendo: Guai al mondo a causa degli scandali, pensavi dove saresti potuto andare fuori del mondo, per non subire gli scandali. Per guardarti dunque dagli scandali, dove andrai fuori del mondo se non ti rifugerai presso Colui che ha creato il mondo? In qual modo però potremo rifugiarci presso Colui che ha creato il mondo, se non ascolteremo la sua legge, che viene predicata dappertutto? Ma non basta che l'ascoltiamo, se non l'amiamo. Quando infatti la Scrittura ti rassicura contro gli scandali non dice: "Molta pace per quelli che ascoltano la tua legge". Poiché davanti a Dio sono giusti non già coloro che ascoltano la legge, ma saranno dichiarati giusti coloro che la mettono in pratica 4, e la fede opera per mezzo della carità 5. Molta pace - è detto - per coloro che amano la tua legge e non c'è scandalo per essi. Si accorda con questa affermazione anche ciò che abbiamo cantato, ascoltando e rispondendo in coro: Ma i mansueti possederanno in eredità la terra e godranno dell'abbondanza della pace 6. Poiché: Molta pace per coloro che amano la tua legge. In effetti sono mansueti coloro che amano la legge di Dio. Beato infatti è l'uomo che tu, Signore, ammaestri e al quale insegni la tua legge, per renderlo mite nei giorni cattivi, fino a quando si scavi la fossa al peccatore 7. Quanto paiono diverse certe espressioni della Scrittura mentre confluiscono e convergono a formare un unico senso, sicché anche tu, riguardo a tutto ciò che potrai udire scaturito da quella sorgente abbondantissima, puoi prestargli fede e andare d'accordo quale amico della verità, colmo di pace, fervente d'amore, al riparo dagli scandali.

I mansueti nell'afflizione sono al sicuro contro gli scandali.

2. Ci siamo dunque prefissi di vedere, o cercare o studiare in qual modo noi dobbiamo essere miti, e dalle espressioni della Scrittura che ho ricordato siamo ammoniti a trovare ciò che cerchiamo. La Carità vostra stia un po' attenta; si tratta d'un affare importante, quello d'essere miti, una condizione necessaria nelle avversità. Le avversità di questo mondo infatti non si chiamano scandali: quali sono dunque gli scandali? State bene a sentire. Un tale per esempio si trova in qualche necessità ed è oppresso dall'afflizione. L'essere angustiato da una tribolazione non è uno scandalo. Anche i martiri furono oppressi, ma non soffocati dalla tribolazione. Devi guardarti dallo scandalo, ma non tanto dall'afflizione. La tribolazione ti accascia, ma lo scandalo ti schiaccia. Che differenza c'è dunque tra la tribolazione e lo scandalo? Nella tribolazione procuravi di conservare la pazienza, mantenere la costanza, non abbandonare la fede, non acconsentire al peccato. Se osservi o osserverai queste condizioni, la tribolazione non sarà per te una rovina spirituale, ma avrà l'effetto che ha la pigiatura nel frantoio, non di schiacciare le olive ma di far colare l'olio. Se dunque in questa tribolazione loderai Dio, quanto sarà utile il torchio mediante il quale sgorga da te il liquido? Si trovavano nell'afflizione gli Apostoli legati con catene, ma in quella tribolazione cantavano inni a Dio. Che cosa veniva pigiato? Che cosa usciva purificato? Giobbe sedeva su un letamaio sottoposto a una gran sofferenza, ridotto alla povertà, senza mezzi, senza beni, senza figli, ma pieno di vermi; tale era la condizione relativa alla parte esterna dell'uomo. Ma poiché nell'interno era pieno di Dio, lodava Dio e quella sofferenza non era per lui uno scandalo. Quando arrivò dunque lo scandalo? Quando andò da lui la moglie e gli disse: Maledici Dio e muori 8. Dopo essergli stato tolto tutto dal diavolo, a quest'uomo travagliato era stata lasciata solo Eva, non per consolare ma per tentare il marito. Ecco dov'è lo scandalo. Ingrandì le sventure del marito accumulando anche le proprie con quelle di lui e cominciò a persuaderlo di bestemmiare. Egli invece era mite, poiché Dio lo aveva istruito con la sua legge e lo aveva reso mite nei giorni cattivi e perciò godeva molta pace nel suo cuore in quanto amava la legge di Dio e non era per lui di scandalo. Lo scandalo era la moglie, ma non lo era per lui. Vedi dunque l'uomo mite, istruito nella legge di Dio, ripeto: nella legge eterna di Dio. Poiché la legge scritta sulle Tavole e data ai giudei non c'era ancora ai tempi di Giobbe ma rimaneva ancora nel cuore dei servi fedeli di Dio la legge eterna in base alla quale fu scritta quella data al popolo ebraico. Poiché dunque era stato reso mite dalla legge di Dio per i giorni cattivi, ed aveva molta pace perché amava la legge di Dio, vedi quanto è mite, che cosa risponde alla moglie. Di qui impara ciò che mi sono prefisso di mostrare, chi cioè sono i mansueti: Hai parlato - disse - come una stolta! Se abbiamo ricevuto il bene dalle mani del Signore, non dobbiamo sopportare il male? 9.

Chi sono i miti.

3. Abbiamo udito attraverso un esempio chi sono i miti; cerchiamo adesso di darne una definizione, se ci è possibile. I miti sono coloro ai quali, riguardo a tutte le azioni buone e a tutto ciò che fanno di bene, non piace se non Dio, mentre per tutto quel che soffrono di male non dispiace Dio. Orsù, fratelli, badate a questa regola, a questa norma, facciamo ogni sforzo per arrivare ad attuarla, cerchiamo di progredire spiritualmente per adempierla perfettamente. Che ci giova infatti piantare e innaffiare, se Dio non farà crescere? Non è nulla né chi pianta né chi irriga, ma Dio che fa crescere 10. Ascolta, tu che vuoi essere mite, che vuoi essere reso mite per i giorni cattivi, tu che ami la legge di Dio, affinché non sia in te scandalo ma molta pace perché tu possieda la terra e goda dell'abbondanza della pace; ascolta tu che vuoi essere mite. Qualunque bene tu faccia, non devi piacere a te stesso, poiché Dio resiste ai superbi ma dà la grazia agli umili 11. Qualsiasi bene dunque tu faccia, ti piaccia solo Dio; per qualsiasi male tu soffra, non ti dispiaccia Dio. Che dire di più? Fa' questo e vivrai 12. Non ti lascerai abbattere dai giorni cattivi e sfuggirai alla minaccia della Scrittura: Guai al mondo a causa degli scandali 13. A quale mondo: Guai a causa degli scandali, se non a quello del quale è detto: Ma il mondo non lo ha conosciuto 14? Non a quello del quale è detto: Dio riconciliava con sé il mondo per mezzo di Cristo 15. C'è dunque un mondo cattivo e un mondo buono: il mondo cattivo sono tutti i cattivi nel mondo e il mondo buono tutti i buoni nel mondo. Qualcosa di simile ci presenta spesso un campo quando lo osserviamo. Questo campo è pieno: di quali frutti? Di grano. Così pure diciamo - e diciamo la verità -: "Questo campo è pieno di paglia". Ecco un albero: è carico di frutti. Un altro dice: "È pieno di foglie". Dice la verità sia chi dice: "È carico di frutti", sia l'altro che dice: "È pieno di foglie". Ma l'abbondanza delle foglie non esclude la presenza dei frutti, né l'abbondanza dei frutti esclude la gran quantità delle foglie. L'albero è pieno degli uni e delle altre, ma queste son portate via dal vento, quelli sono raccolti dall'agricoltore. Così dunque allorché senti: Guai al mondo a causa degli scandali, non aver paura, ma ama la legge di Dio, e non ti sarà di scandalo.

Lo scandalo proveniente dagli occhi, dalle mani, dai piedi.

4. Ora, viene tua moglie e ti spinge a fare un non so che di male. Tu l'ami come dev'essere amata la moglie: è un tuo membro. Ma se il tuo occhio, la tua mano e il tuo piede ti scandalizzano - come hai sentito dal Vangelo - tagliali e gettali via 16. Chiunque ti è caro, chiunque è assai stimato da te, tienilo per grande, tienilo come tuo membro amato fino a quando non comincerà a scandalizzarti, cioè a spingerti a commettere qualche male. State a sentire: questo è lo scandalo. Abbiamo posto in risalto l'esempio di Giobbe e di sua moglie ma in esso non è menzionato lo scandalo. Ascolta il Vangelo: Quando il Signore parlò agli Apostoli della sua imminente passione, Pietro prese a esortarlo di evitarla, ma il Signore: Va' indietro, Satana - gli rispose - tu mi sei di scandalo 17. In una parola il Signore, che ti ha dato l'esempio di come vivere, non solo ti ha insegnato che cos'è lo scandalo ma anche in qual modo si deve evitarlo. Poco prima aveva detto a Pietro: Beato sei tu, Simone, figlio di Giovanni 18, mostrando così ch'era un suo membro. Ma quando cominciò a essere di scandalo, Cristo tagliò quel membro..., lo fece tornare com'era prima e lo ristabilì come suo membro. Sarà dunque per te uno scandalo chi prende l'iniziativa di persuaderti a fare qualcosa di male. Noti bene però la Carità vostra: lo scandalo non si fa per lo più per malevolenza, ma per una malintesa benevolenza. Ti vede un tuo amico che ti vuol bene e che da te è a sua volta amato, o tuo padre, tuo fratello, tuo figlio, tua moglie: ti vede nel male e ti vuol rendere cattivo. Che vuol dire: "Ti vede nel male"? Ti vede in qualche sofferenza. Tu subisci forse una tale sofferenza per mantenerti nella rettitudine; forse sei angustiato perché non vuoi dire una falsa testimonianza. Dico ciò a mo' d'esempio. Ma di esempi ce ne sono a centinaia, poiché: Guai al mondo a causa degli scandali. Ecco, per esempio, un potente: per giustificare un suo furto o una sua rapina, ti chiede il favore di rendergli una falsa testimonianza. Tu rifiuti, respingi il falso per non negare la verità. Per non dilungarmi, quello s'adira, è potente, ti fa pressioni; ti si accosta un amico che non vuole che tu sia nell'angustia, che tu sia nel male. "Ti prego, fa' ciò che ti si dice, che t'importa?". Ti dirà quindi, forse, come disse anche Satana al Signore: Sta scritto a proposito di te: Dio ha dato ordine ai suoi angeli nei tuoi riguardi, perché tu non inciampi in alcuna pietra 19. Forse anche cotesto tuo amico, poiché vede che sei cristiano, vorrà convincerti con la Legge a compiere ciò che crede tu debba fare. "Fa' ciò ch'essa dice". Che cosa? "Ciò che quello vuole". "Ma è una bugia, è una falsità!". "Ma non hai letto: Ogni uomo è bugiardo 20?". Questo è già scandalo. È un amico. Che farai? È un occhio, è una mano. Tagliali e gettali lontano da te. Che vuol dire: Tagliali e gettali lontano da te? "Non dargli retta". Questo significa: Tagliali e gettali lontano da te, non dargli retta. In effetti le nostre membra formano un'unità; vivono, sono legate insieme nel nostro corpo in virtù del loro accordo. Dov'è il disaccordo, lì c'è morte o ferita. È dunque un tuo membro: devi amarlo. Ma se ti scandalizza, taglialo e gettalo via da te. Non dargli retta, allontanalo dalle tue orecchie, forse tornerà corretto.

La bugia, vietata dalla legge divina.

5. In qual modo farai ciò che ti dico? taglierai via e getterai lontano l'amico e forse in questo modo lo potrai correggere? Come lo farai? Rispondi. L'amico ti voleva convincere a dire una bugia servendosi delle parole della Legge. Egli forse ti ha detto: "Di'", ma forse non ha osato dirti: "Di' una bugia", ma "Di' quello che vuole lui". Tu dici: "Ma è una bugia", ed egli, per scusarsi, Ogni uomo è bugiardo 21. Ma tu al contrario: "Fratello: La bocca che mentisce, uccide l'anima 22". Bada bene, non è una cosa di poca importanza la massima che hai udita: La bocca che mentisce uccide l'anima. Che mi può fare questo nemico potente, che mi mette alle strette, perché tu hai pietà di me e commiseri la condizione in cui mi trovo e desideri ch'io non stia nel male mentre desideri ch'io sia cattivo? Che può farmi questo potente? Che cosa può opprimere? Solo la carne. "Il corpo solo - tu dici - egli può opprimere", ma io dico: "Lo può anche sopprimere". "Quanto più umanamente agirà quello con me se dirò il falso? Quello ucciderà la mia carne; io invece ucciderò l'anima mia. Il potente adirato ucciderà il corpo, ma la bocca che mentisce uccide l'anima. Uno può uccidere il corpo: anche se non venisse ucciso, è destinato a morire; l'anima al contrario se non l'uccide l'iniquità, sarà accolta in eterno dalla verità. Conserva dunque ciò che puoi conservare, vada in perdizione ciò che un giorno è destinato a morire". Tu hai dato una risposta, e tuttavia non hai dato la soluzione riguardo alla frase: Ogni uomo è bugiardo. Rispondigli anche rispetto a ciò perché non abbia l'impressione di aver detto qualcosa d'importante per spingerti alla menzogna adducendo la citazione della Legge, incalzandoti con la Legge contro la Legge. Nella Legge infatti sta scritto: Non dire falsa testimonianza 23, ma anche nella Legge sta scritto: Ogni uomo è inganno. Considera ciò che ho ricordato poco prima quando ho dato, con le parole con cui sono stato capace, la definizione d'una persona mite. È mite colui al quale per tutto il bene che fa non piace se non Dio e per tutto il male che subisce non dispiace Dio. A chi dunque ti dice: "Mentisci" poiché sta scritto: Ogni uomo è menzognero, rispondi: "Io non mentisco, perché sta scritto: La bocca che mentisce, uccide l'anima. Non mentisco, perché sta scritto: Tu manderai in rovina tutti coloro che proferiscono menzogne 24. Non mentisco perché sta scritto: Non dire falsa testimonianza. Opprima pure con tormenti la mia carne colui al quale dispiaccio a causa della verità; io do ascolto al mio Signore che dice: Non temete coloro che uccidono il corpo 25".

Gli uomini che si comportino da uomini, ma da figli di Dio.

6. In che senso dunque ciascun uomo è menzognero? Non sei forse un uomo? Rispondi senza indugio e secondo la verità: "Volesse da uomini, ma il cielo ch'io non fossi un uomo per non essere menzognero!". Orbene, riflettete: Il Signore dal cielo ha volto lo sguardo sopra i figli degli uomini per vedere se ce n'è uno saggio e che ricerchi Dio. Tutti sono caduti e insieme sono divenuti inutili. Non c'è chi faccia del bene, non ce n'è neanche uno 26. Per qual motivo? Perché vollero essere figli di uomini. Dio però, per togliere da quest'iniquità i figli di uomini, per riscattarli, curarli, guarirli, mutarli, diede loro il potere di diventare suoi figli 27. Che c'è dunque di strano? Se eravate figli di uomini, eravate semplici uomini; eravate tutti uomini e quindi menzogneri, poiché ogni uomo è menzognero. Ma è giunta a voi la grazia di Dio e vi ha dato il potere di diventare figli di Dio. Sentite la voce del Padre mio che dice: Io ho detto: Voi siete dèi e tutti voi figli dell'Altissimo 28. Poiché gli uomini, se non sono figli dell'Altissimo, sono figli di uomini, sono bugiardi, poiché ogni uomo è bugiardo. Se invece sono figli di Dio, se cioè sono stati redenti per grazia del Salvatore, se comprati con il suo prezioso sangue, se rigenerati mediante l'acqua e lo Spirito Santo, se predestinati all'eredità del cielo, sono certamente figli di Dio e quindi già dèi. Che ha a che fare con te la bugia? In realtà Adamo era un semplice uomo, mentre Cristo è Uomo-Dio, Dio creatore d'ogni creatura. Adamo era solo uomo, Cristo invece è allo stesso tempo uomo e mediatore di Dio, Figlio unico del Padre, Dio-Uomo. Ecco, mentre tu, uomo, sei lontano da Dio, e Dio nell'alto dei cieli è lontano dall'uomo, si è posto nel mezzo il Dio-Uomo. Riconosci in questi il Cristo e per mezzo dell'uomo ascendi verso Dio.

Le calunnie dei pagani contro i cristiani.

7. Ebbene, ormai rimessi sulla retta via e, se abbiamo compiuto qualcosa, divenuti miti, manteniamo senza vacillare la speranza che professiamo 29. Cerchiamo di amare la legge di Dio per evitare la minaccia: Guai al mondo a causa degli scandali 30. E ora parliamo un po' degli scandali di cui è pieno il mondo, come siano frequenti e come abbondino le tribolazioni. Il mondo è devastato, è pigiato come l'uva nel torchio. Suvvia, cristiani, stirpe celeste, pellegrini su questa terra, che cercate la vostra città nel cielo, che desiderate d'essere uniti agli angeli santi, dovete capire d'essere venuti sulla terra per poi andarvene. Voi passate per il mondo mentre tendete verso Colui che ha creato il mondo. Non vi devono turbare coloro che amano il mondo, che vogliono rimanere nel mondo ma, volere o no, son costretti a uscirne; non v'ingannino, non vi seducano. Queste tribolazioni non sono scandali. Siate buoni ed esse saranno solo delle prove. Viene la tribolazione: essa sarà ciò che tu vorrai; o è una prova o è una condanna. Sarà tale quale ti troverà. La tribolazione è come il fuoco: se ti trova simile all'oro, ti porterà via le impurità; se invece ti troverà simile a paglia, ti ridurrà in cenere. Dunque, le tribolazioni che abbondano non sono scandali. Ma quali sono gli scandali? Sono le espressioni, le parole che ci vengono rivolte dai pagani: "Ecco che cosa ci combinano i tempi cristiani!" ecco quali sono gli scandali. Ti vien rivolta quest'accusa affinché tu, se ami il mondo, bestemmi Cristo. Ma ti parla così un tuo amico, un tuo consigliere e quindi un tuo occhio. Ti parla così un tuo servitore, un tuo aiutante e quindi una tua mano. Ti parla così forse chi ti sostenta, chi ti rialza dalla bassa condizione terrena ed è quindi un tuo piede. Tagliali via e gettali lontano da te. A questi individui di tal fatta, rispondi come rispondeva colui che veniva sollecitato a dire una falsa testimonianza. Rispondi anche tu, a chi ti dice: "Vedi quante sofferenze ci affliggono nei tempi cristiani e il mondo è devastato"; rispondi anche tu: "Tutto ciò me lo ha predetto Cristo prima che accadesse".

Predizione delle tribolazioni nel mondo che invecchia.

8. Ma perché ti turbi? Il tuo cuore si turba per le tribolazioni del mondo, come la barca dove Cristo stava dormendo 31. Ecco il motivo per cui, o uomo assennato, il tuo cuore si turba: ecco qual è il motivo. La barca in cui dorme Cristo è il cuore in cui dorme la fede. Che cosa infatti ti viene detto di nuovo, o cristiano, che cosa di nuovo ti si dice? "Nell'epoca cristiana il mondo è devastato, va in rovina". Non ti ha detto il tuo Signore: "Il mondo sarà devastato"? Non ti ha detto il tuo Signore: "Il mondo andrà in rovina"? Perché credevi ciò quando lo si preannunciava e ti turbi quando si avvera? Ebbene, la tempesta infuria contro il tuo cuore; cerca di evitare il naufragio, sveglia Cristo. [Chiedo a Dio] - dice l'Apostolo - che nei vostri cuori dimori Cristo per mezzo della fede 32. Per mezzo della fede abita in te Cristo. Quando v'è la fede, v'è Cristo; se la fede è sveglia, anche Cristo è sveglio; se la fede vien meno, Cristo dorme. Svegliati, scuotiti, di': Signore, stiamo per affondare! 33. Ecco che cosa ci rinfacciano i pagani e - quello ch'è più grave - i cattivi cristiani. Svegliati, o Signore, stiamo andando! La tua fede si ridesti e Cristo comincerà a parlarti: "Perché ti turbi? Tutte queste cose te le ho predette. Te le ho predette perché, quando fossero giunti i mali, tu sperassi i beni per non perderti d'animo a causa dei mali. Ti meravigli che il mondo va in rovina? Meravigliati che il mondo è invecchiato. È come un uomo: nasce, cresce, invecchia. Molti sono gli acciacchi nella vecchiaia: tosse, catarro, cisposità, ansietà, stanchezza. L'uomo dunque è invecchiato, è pieno d'acciacchi; è invecchiato il mondo, ch'è pieno di tribolazioni". Ti ha forse Dio concesso una piccola grazia, di mandarti cioè Cristo nella vecchiaia del mondo per rinnovare te quando tutto va in sfacelo? Non sai che ciò era prefigurato nel discendente di Abramo? Il discendente di Abramo - dice infatti l'Apostolo - ch'è Cristo. La Scrittura non dice: e ai suoi discendenti, come se si trattasse di motti, ma come se si trattasse di uno solo, dicendo: e al tuo discendente che è Cristo 34. Ad Abramo ormai vecchio nacque perciò un figlio perché appunto Cristo doveva venire nella vecchiaia dello stesso mondo. Venne quando tutto stava invecchiando e ti fece nuovo. La natura fatta, la natura creata, la natura destinata ad andare in rovina, già volgeva al suo tramonto. Era inevitabile che fosse colpita da molte sofferenze; Cristo non solo venne a consolare te tra le sofferenze, ma anche a prometterti il riposo per l'eternità. Non desiderare di restare attaccato a un mondo decrepito e non rifiutare di ringiovanire unito a Cristo, che ti dice: "Il mondo va in rovina, invecchia, si sfascia, respira affannosamente per la vecchiaia". Non temere, la tua gioventù si rinnoverà come quella dell'aquila 35.

Le accuse dei pagani ai cristiani per il sacco di Roma.

9. "Ecco - si dice - al tempo dei cristiani Roma va in rovina". Forse però Roma non è spacciata; forse è stata sottoposta a dure prove, ma non è stata tolta di mezzo; forse è stata castigata, ma non distrutta. Forse Roma non perirà, se non periranno i Romani. Non periranno, se loderanno Dio; ma periranno se lo bestemmieranno. Che cos'è infatti Roma se non i romani? Poiché non si tratta di pietre o di travature, di case popolari altissime e di mura grandiose. Ciò era stato fatto in modo che un giorno sarebbe andata in rovina. L'uomo, quando costruisce, pone una pietra sull'altra; ma l'uomo, quando distrugge, getta giù una pietra dopo l'altra. L'uomo fa e l'uomo distrugge. Si offende forse Roma perché si dice che cade? Non è Roma che si offende, ma forse il suo fondatore. Offendiamo forse il suo fondatore perché diciamo che va in rovina Roma fondata da Romolo? È destinato a rovinare il mondo creato da Dio. Ma non andrà in rovina né ciò che ha fatto l'uomo né ciò che ha fatto Dio, se non quando lo vorrà Dio. Poiché se non va in rovina un'opera dell'uomo senza il volere di Dio, quando mai potrà andare in rovina un'opera di Dio per il volere dell'uomo? Tuttavia Dio ha fatto per te il mondo destinato ad andare in rovina e perciò ti ha creato destinato a morire. Lo stesso uomo, gloria della città, lo stesso uomo che l'abita, che la guida, che la regola, è venuto sulla terra in modo che deve andarsene, è nato in modo che deve morire, è entrato nel mondo in modo da passare. Il cielo e la terra passeranno 36; che c'è dunque di strano se c'è una fine anche per una città? Forse la città non finirà ora ma un giorno finirà senz'altro. Ma perché mai Roma va in rovina durante i sacrifici dei cristiani? Perché mai sua madre Troia fu distrutta dal fuoco durante i sacrifici dei pagani? Gli dèi in cui i romani riponevano la loro speranza, proprio gli dèi romani, in cui i pagani di Roma riponevano le loro speranze, andarono via da Troia incendiata per fondare Roma. Gli stessi dèi romani erano prima dèi troiani. Troia fu incendiata ed Enea portò con sé gli dèi fuggiaschi; anzi, no, nella fuga portò con sé degli dèi balordi. Ciò risulta dal fatto che poterono essere portati da un fuggiasco mentre essi non poterono fuggire. Arrivato in Italia con quegli dèi Enea fondò Roma con gli dèi bugiardi. Sarebbe troppo lungo narrare per filo e per segno tutti gli altri avvenimenti; ricorderò tuttavia in breve ciò che riferiscono le loro opere letterarie. Uno storico a tutti noto così dice: La città di Roma, come so dalla tradizione, la fondarono e l'ebbero in dominio al principio i Troiani, i quali sotto la guida di Enea andavano errando come fuggiaschi in cerca d'una dimora fissa 37. Ebbene, avevano con loro gli dèi, fondarono Roma nel Lazio, vi posero, perché vi fossero adorati, gli dèi ch'erano adorati a Troia. Il loro poeta presenta Giunone adirata con Enea e con i Troiani che fuggivano e dice:.

Con le navi attraversa il mare Tirreno un popolo a me nemico,.

portando in Italia Ilio e i vinti Penati 38,.

cioè portando con sé in Italia gli dèi vinti. Orbene, quando gli dèi vinti erano portati in Italia, era un segno della potenza divina oppure un cattivo presagio? Amate dunque la legge di Dio e non ci potrà essere scandalo per voi. Vi preghiamo, vi scongiuriamo, vi esortiamo: siate mansueti, soffrite insieme a quelli che soffrono, sostenete i deboli 39, e in quest'occasione dell'afflusso di molti forestieri, di poveri, di sofferenti, sia più generosa la vostra ospitalità, siano più numerose le vostre opere buone. I cristiani mettano in pratica i comandi di Cristo, e i pagani saranno essi soli a ricevere danno dalle loro bestemmie.

 

1 - Sal 8, 5.

2 - Mt 18, 7.

3 - Sal 118, 165.

4 - Cf. Rm 2, 13.

5 - Cf. Gal 5, 6.

6 - Sal 36, 11.

7 - Sal 93, 12-13.

8 - Gb 2, 9.

9 - Gb 2, 10.

10 - 1 Cor 3, 7.

11 - Prv 3, 34 (sec. LXX); Gc 4, 6.

12 - Lc 10, 28.

13 - Mt 18, 7.

14 - Gv 1, 10.

15 - 2 Cor 5, 19.

16 - Mt 18, 8-9.

17 - Mt 16, 23.

18 - Mt 16, 17.

19 - Mt 4, 6.

20 - Sal 115, 11.

21 - Sal 115, 11.

22 - Sap 1, 10.

23 - Dt 5, 20.

24 - Sal 5, 7.

25 - Mt 10, 28.

26 - Sal 13, 2-3.

27 - Gv 1, 12.

28 - Sal 81, 6.

29 - Cf. Eb 10, 23.

30 - Mt 18, 7.

31 - Cf. Mt 8, 24.

32 - Ef 3, 17.

33 - Mt 8, 25; cf. Lc 8, 24.

34 - Gal 3, 16.

35 - Sal 102, 5.

36 - Mt 24, 35.

37 - SALLUST., Con. Catil. 6, 1.

38 - VERG., Aen. 1, 67-68.

39 - Cf. 1 Ts 5, 14.


Capitolo XII: Colui che si appresta a comunicarsi con Cristo vi si deve preparare con scrupolosa diligenza

Libro IV: Libro del sacramento del corpo di Cristo - Tommaso da Kempis

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Voce del Diletto

1. Io sono colui che ama la purezza; io sono colui che dona ogni santità. Io cerco un cuore puro: là è il luogo del mio so. Allestisci e "apparecchia per me un'ampia sala ove cenare (Mc 14,15; Lc 22,12), e farò la Pasqua presso di te con i miei discepoli". Se vuoi che venga a te e rimanga presso di te, espelli "il vecchio fermento" (1Cor 5,7) e purifica la dimora del tuo cuore. Caccia fuori tutto il mondo e tutto il disordine delle passioni; sta "come il passero solitario sul tetto" (Sal 101,8) e ripensa, con amarezza di cuore, ai tuoi peccati. Invero, colui che ama prepara al suo caro, da cui è amato, il luogo migliore e più bello: di qui si conosce l'amorosa disposizione di chi riceve il suo diletto. Sappi tuttavia che, per questa preparazione - anche se essa durasse un intero anno e tu non avessi altro in mente - non potresti mai fare abbastanza con le tue sole forze. E' soltanto per mia benevolenza e per mia grazia, che ti viene concesso di accostarti alla mensa: come se un poveretto fosse chiamato al banchetto di un ricco e non avesse altro modo per ripagare quel beneficio che farsi piccolo e rendere grazie. Fa' dunque tutto quello che sta in te; fallo con tutta attenzione, non per abitudine, non per costrizione. Il corpo del tuo Diletto Signore Dio, che si degna di venire a te, accoglilo con timore, con venerazione, con amore. Sono io ad averti chiamato; sono io ad aver comandato che così fosse fatto; sarò io a supplire a quel che ti manca. Vieni ed accoglimi. Se ti concedo la grazia della devozione, che tu ne sia grato al tuo Dio; te la concedo, non già per il fatto che tu ne sia degno, ma perché ho avuto misericordia di te. Se non hai questa devozione, e ti senti piuttosto arido, insisti nella preghiera, piangi e bussa, senza smettere finché non avrai meritato di ricevere almeno una briciola o una goccia della grazia di salvezza. Sei tu che hai bisogno di me, non io di te. Sono io che vengo a santificare te e a farti migliore, non sei tu che vieni a dare santità a me. Tu vieni per ricevere da me la santità, nell'unione con me; per ricevere nuova grazia, nel rinnovato, ardente desiderio di purificazione. "Non disprezzare questa grazia" (1Tm 4,14); prepara invece il tuo cuore con ogni cura e fa' entrare in te il tuo diletto.

2. Ancora, occorre, non solo che tu ti disponga a pietà, avanti la Comunione, ma anche che tu ti conservi in essa, con ogni cura, dopo aver ricevuto il Sacramento. La vigilanza di poi non deve essere inferiore alla devota preparazione di prima; ché tale attenta vigilanza è a sua volta la migliore preparazione per ottenere una grazia più grande. Taluno diventa assai mal disposto, proprio per essersi subito abbandonato a consolazioni esteriori. Guardati dal molto parlare; tieniti appartato, a godere del tuo Dio. E' lui che tu possiedi; neppure il mondo intero te lo potrà togliere. Io sono colui al quale devi darti interamente, così che tu non viva più in te, ma in me, fuori da ogni affanno.


11 dicembre 1941

Madre Pierina Micheli

Le parole che mi disse il Padre ieri sera, mi diedero pace e nuova forza... Come si sente Gesù!

Ubbidire non ragionare mai, farmi scema, cieca, stupida per Lui solo... Alla sera il nemico rabbioso scatenò una furiosa tempesta, imprecando contro il Padre e dicendomi che ormai era libero e m'avrebbe vinto. Si presentò tanto spaventevole che mi prese una grande agitazione. Telefonai più volte al Padre, ma nulla. Finalmente mi udì: le sue parole, la sua benedizione fugarono il nemico.

Oggi desolazione, morte... che le anime si salvino e resto volentieri nel buio e nella tempesta.