Liturgia delle Ore - Letture
Mercoledi della 20° settimana del tempo ordinario (San Bernardo)
Vangelo secondo Giovanni 13
1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.2Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,3Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,4si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.5Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?".7Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo".8Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me".9Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!".10Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti".11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".
12Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto?13Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.15Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.16In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato.17Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: 'Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno'.19Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.20In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato".
21Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà".22I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.24Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Di', chi è colui a cui si riferisce?".25Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: "Signore, chi è?".26Rispose allora Gesù: "È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò". E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.27E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: "Quello che devi fare fallo al più presto".28Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo;29alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra quello che ci occorre per la festa", oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.30Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
31Quand'egli fu uscito, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".
36Simon Pietro gli dice: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi".37Pietro disse: "Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!".38Rispose Gesù: "Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte".
Esodo 29
1Osserverai questo rito per consacrarli al mio sacerdozio. Prendi un giovenco e due arieti senza difetto;2poi pani azzimi, focacce azzime impastate con olio e schiacciate azzime cosparse di olio: di fior di farina di frumento.3Le disporrai in un solo canestro e le offrirai nel canestro insieme con il giovenco e i due arieti.
4Farai avvicinare Aronne e i suoi figli all'ingresso della tenda del convegno e li farai lavare con acqua.5Prenderai le vesti e rivestirai Aronne della tunica, del manto dell''efod', dell''efod' e del pettorale; lo cingerai con la cintura dell''efod';6gli porrai sul capo il turbante e fisserai il diadema sacro sopra il turbante.7Poi prenderai l'olio dell'unzione, lo verserai sul suo capo e lo ungerai.8Quanto ai suoi figli, li farai avvicinare, li rivestirai di tuniche;9li cingerai con la cintura e legherai loro i berretti. Il sacerdozio apparterrà loro per decreto perenne. Così darai l'investitura ad Aronne e ai suoi figli.
10Farai poi avvicinare il giovenco davanti alla tenda del convegno. Aronne e i suoi figli poseranno le mani sulla sua testa.11Immolerai il giovenco davanti al Signore, all'ingresso della tenda del convegno.12Prenderai parte del suo sangue e con il dito lo spalmerai sui corni dell'altare. Il resto del sangue lo verserai alla base dell'altare.13Prenderai tutto il grasso che avvolge le viscere, il lobo del fegato, i reni con il grasso che vi è sopra, e li farai ardere in sacrificio sull'altare.14Ma la carne del giovenco, la sua pelle e i suoi escrementi, li brucerai fuori del campo, perché si tratta di un sacrificio per il peccato.
15Prenderai poi uno degli arieti; Aronne e i suoi figli poseranno le mani sulla sua testa.16Immolerai l'ariete, ne raccoglierai il sangue e lo spargerai intorno all'altare.17Poi farai a pezzi l'ariete, ne laverai le viscere e le zampe e le disporrai sui quarti e sulla testa.18Allora brucerai in soave odore sull'altare tutto l'ariete. È un olocausto in onore del Signore, un profumo gradito, una offerta consumata dal fuoco per il Signore.
19Poi prenderai il secondo ariete; Aronne e i suoi figli poseranno le mani sulla sua testa.20Lo immolerai, prenderai parte del suo sangue e ne porrai sul lobo dell'orecchio destro di Aronne, sul lobo dell'orecchio destro dei suoi figli, sul pollice della loro mano destra e sull'alluce del loro piede destro; poi spargerai il sangue intorno all'altare.21Prenderai di questo sangue dall'altare e insieme un po' d'olio dell'unzione e ne spruzzerai Aronne e le sue vesti, i figli di Aronne e le loro vesti: così sarà consacrato lui con le sue vesti e insieme con lui i suoi figli con le loro vesti.
22Poi prenderai il grasso dell'ariete: la coda, il grasso che copre le viscere, il lobo del fegato, i due reni con il grasso che vi è sopra, e la coscia destra, perché è l'ariete dell'investitura.23Prenderai anche un pane rotondo, una focaccia all'olio e una schiacciata dal canestro di azzimi deposto davanti al Signore.24Metterai il tutto sulle palme di Aronne e sulle palme dei suoi figli e farai compiere il gesto di presentazione proprio dell'offerta agitata davanti al Signore.25Poi riprenderai ogni cosa dalle loro mani e la brucerai in odore soave sull'altare, sopra l'olocausto, come profumo gradito davanti al Signore: è un'offerta consumata dal fuoco in onore del Signore.
26Prenderai il petto dell'ariete dell'investitura di Aronne e compirai il gesto di presentazione dell'offerta, agitandola davanti al Signore: sarà la tua porzione.27Consacrerai il petto, presentato con il gesto dell'offerta, e la coscia del contributo, prelevati dall'ariete dell'investitura: queste cose saranno di Aronne e dei suoi figli.28Dovranno appartenere ad Aronne e ai suoi figli come porzione loro riservata dagli Israeliti in forza di legge perenne. Perché è un contributo, un prelevamento cioè che gli Israeliti dovranno operare in tutti i loro sacrifici di comunione, un prelevamento dovuto al Signore.
29Le vesti sacre di Aronne passeranno, dopo di lui, ai suoi figli, che se ne rivestiranno per ricevere l'unzione e l'investitura.30Quello dei figli di Aronne, che gli succederà nel sacerdozio ed entrerà nella tenda del convegno per officiare nel santuario, porterà queste vesti per sette giorni.
31Poi prenderai l'ariete dell'investitura e ne cuocerai le carni in luogo santo.32Aronne e i suoi figli mangeranno la carne dell'ariete e il pane contenuto nel canestro all'ingresso della tenda del convegno.33Mangeranno così ciò che sarà servito per fare la espiazione, nel corso della loro investitura e consacrazione. Nessun estraneo ne deve mangiare, perché sono cose sante.34Nel caso che al mattino ancora restasse carne del sacrificio d'investitura e del pane, brucerai questo avanzo nel fuoco. Non lo si mangerà: è cosa santa.
35Farai dunque ad Aronne e ai suoi figli secondo quanto ti ho comandato. Per sette giorni ne farai l'investitura.
36In ciascun giorno offrirai un giovenco in sacrificio per il peccato, in espiazione; toglierai il peccato dall'altare facendo per esso il sacrificio espiatorio e in seguito lo ungerai per consacrarlo.37Per sette giorni farai il sacrificio espiatorio per l'altare e lo consacrerai. Diverrà allora una cosa santissima e quanto toccherà l'altare sarà santo.
38Ecco ciò che tu offrirai sull'altare: due agnelli di un anno ogni giorno, per sempre.39Offrirai uno di questi agnelli al mattino, il secondo al tramonto.40Con il primo agnello offrirai un decimo di 'efa' di fior di farina impastata con un quarto di 'hin' di olio vergine e una libazione di un quarto di 'hin' di vino.41Offrirai il secondo agnello al tramonto con un'oblazione e una libazione come quelle del mattino: profumo soave, offerta consumata dal fuoco in onore del Signore.42Questo è l'olocausto perenne per le vostre generazioni, all'ingresso della tenda del convegno, alla presenza del Signore, dove io vi darò convegno per parlare con te.
43Io darò convegno agli Israeliti in questo luogo, che sarà consacrato dalla mia Gloria.44Consacrerò la tenda del convegno e l'altare. Consacrerò anche Aronne e i suoi figli, perché siano miei sacerdoti.45Abiterò in mezzo agli Israeliti e sarò il loro Dio.46Sapranno che io sono il Signore, il loro Dio, che li ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per abitare in mezzo a loro, io il Signore, loro Dio.
Siracide 28
1Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore
ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.
2Perdona l'offesa al tuo prossimo
e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
3Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo,
come oserà chiedere la guarigione al Signore?
4Egli non ha misericordia per l'uomo suo simile,
e osa pregare per i suoi peccati?
5Egli, che è soltanto carne, conserva rancore;
chi perdonerà i suoi peccati?
6Ricòrdati della tua fine e smetti di odiare,
ricòrdati della corruzione e della morte
e resta fedele ai comandamenti.
7Ricòrdati dei comandamenti
e non aver rancore verso il prossimo,
dell'alleanza con l'Altissimo
e non far conto dell'offesa subìta.
8Astieniti dalle risse e sarai lontano dal peccato,
perché un uomo passionale attizza una rissa.
9Un uomo peccatore semina discordia tra gli amici
e tra persone pacifiche diffonde calunnie.
10Secondo la materia del fuoco, esso s'infiamma,
una rissa divampa secondo la sua violenza;
il furore di un uomo è proporzionato alla sua forza,
la sua ira cresce in base alla sua ricchezza.
11Una lite concitata accende il fuoco,
una rissa violenta fa versare sangue.
12Se soffi su una scintilla, si accende;
se vi sputi sopra, si spegne;
eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.
13Maledici il delatore e l'uomo di doppia lingua,
perché fa perire molti che vivono in pace.
14Una lingua malèdica ha sconvolto molti,
li ha scacciati di nazione in nazione;
ha demolito forti città e ha rovinato casati potenti.
15Una lingua malèdica ha fatto ripudiare donne
eccellenti,
privandole del frutto delle loro fatiche.
16Chi le presta attenzione non trova pace,
dalla sua dimora scompare la serenità.
17Un colpo di frusta produce lividure,
ma un colpo di lingua rompe le ossa.
18Molti sono caduti a fil di spada,
ma non quanti sono periti per colpa della lingua.
19Beato chi se ne guarda,
chi non è esposto al suo furore,
chi non ha trascinato il suo giogo
e non è stato legato con le sue catene.
20Il suo giogo è un giogo di ferro;
le sue catene catene di bronzo.
21Spaventosa è la morte che procura,
in confronto è preferibile la tomba.
22Essa non ha potere sugli uomini pii,
questi non bruceranno alla sua fiamma.
23Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno,
fra costoro divamperà senza spegnersi.
Si avventerà contro di loro come un leone
e come una pantera ne farà scempio.
24Ecco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa,
lega in un sacchetto l'argento e l'oro,
25ma controlla anche le tue parole pesandole
e chiudi con porte e catenaccio la bocca.
26Sta' attento a non sbagliare a causa della lingua,
perché tu non cada davanti a chi ti insidia.
Salmi 74
1'Maskil. Di Asaf.'
O Dio, perché ci respingi per sempre,
perché divampa la tua ira
contro il gregge del tuo pascolo?
2Ricordati del popolo
che ti sei acquistato nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tuo possesso,
il monte Sion, dove hai preso dimora.
3Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario.
4Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,
issarono i loro vessilli come insegna.
5Come chi vibra in alto la scure
nel folto di una selva,
6con l'ascia e con la scure
frantumavano le sue porte.
7Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
8pensavano: "Distruggiamoli tutti";
hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese.
9Non vediamo più le nostre insegne,
non ci sono più profeti
e tra di noi nessuno sa fino a quando...
10Fino a quando, o Dio, insulterà l'avversario,
il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?
11Perché ritiri la tua mano
e trattieni in seno la destra?
12Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,
ha operato la salvezza nella nostra terra.
13Tu con potenza hai diviso il mare,
hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque.
14Al Leviatàn hai spezzato la testa,
lo hai dato in pasto ai mostri marini.
15Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire,
hai inaridito fiumi perenni.
16Tuo è il giorno e tua è la notte,
la luna e il sole tu li hai creati.
17Tu hai fissato i confini della terra,
l'estate e l'inverno tu li hai ordinati.
18Ricorda: il nemico ha insultato Dio,
un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.
19Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
20Sii fedele alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.
21L'umile non torni confuso,
l'afflitto e il povero lodino il tuo nome.
22Sorgi, Dio, difendi la tua causa,
ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.
23Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici;
il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.
Lamentazioni 3
1Io sono l'uomo che ha provato la miseria
sotto la sferza della sua ira.
2Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare
nelle tenebre e non nella luce.
3Solo contro di me egli ha volto e rivolto
la sua mano tutto il giorno.
4Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle,
ha rotto le mie ossa.
5Ha costruito sopra di me, mi ha circondato
di veleno e di affanno.
6Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi
come i morti da lungo tempo.
7Mi ha costruito un muro tutt'intorno,
perché non potessi più uscire;
ha reso pesanti le mie catene.
8Anche se grido e invoco aiuto,
egli soffoca la mia preghiera.
9Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra,
ha ostruito i miei sentieri.
10Egli era per me un orso in agguato,
un leone in luoghi nascosti.
11Seminando di spine la mia via, mi ha lacerato,
mi ha reso desolato.
12Ha teso l'arco, mi ha posto
come bersaglio alle sue saette.
13Ha conficcato nei miei fianchi
le frecce della sua faretra.
14Son diventato lo scherno di tutti i popoli,
la loro canzone d'ogni giorno.
15Mi ha saziato con erbe amare,
mi ha dissetato con assenzio.
16Mi ha spezzato con la sabbia i denti,
mi ha steso nella polvere.
17Son rimasto lontano dalla pace,
ho dimenticato il benessere.
18E dico: "È sparita la mia gloria,
la speranza che mi veniva dal Signore".
19Il ricordo della mia miseria e del mio vagare
è come assenzio e veleno.
20Ben se ne ricorda e si accascia
dentro di me la mia anima.
21Questo intendo richiamare alla mia mente,
e per questo voglio riprendere speranza.
22Le misericordie del Signore non sono finite,
non è esaurita la sua compassione;
23esse son rinnovate ogni mattina,
grande è la sua fedeltà.
24"Mia parte è il Signore - io esclamo -
per questo in lui voglio sperare".
25Buono è il Signore con chi spera in lui,
con l'anima che lo cerca.
26È bene aspettare in silenzio
la salvezza del Signore.
27È bene per l'uomo portare
il giogo fin dalla giovinezza.
28Sieda costui solitario e resti in silenzio,
poiché egli glielo ha imposto;
29cacci nella polvere la bocca,
forse c'è ancora speranza;
30porga a chi lo percuote la sua guancia,
si sazi di umiliazioni.
31Poiché il Signore non rigetta mai...
32Ma, se affligge, avrà anche pietà
secondo la sua grande misericordia.
33Poiché contro il suo desiderio egli umilia
e affligge i figli dell'uomo.
34Quando schiacciano sotto i loro piedi
tutti i prigionieri del paese,
35quando falsano i diritti di un uomo
in presenza dell'Altissimo,
36quando fan torto a un altro in una causa,
forse non vede il Signore tutto ciò?
37Chi mai ha parlato e la sua parola si è avverata,
senza che il Signore lo avesse comandato?
38Dalla bocca dell'Altissimo non procedono forse
le sventure e il bene?
39Perché si rammarica un essere vivente,
un uomo, per i castighi dei suoi peccati?
40"Esaminiamo la nostra condotta e scrutiamola,
ritorniamo al Signore.
41Innalziamo i nostri cuori al di sopra delle mani,
verso Dio nei cieli.
42Abbiamo peccato e siamo stati ribelli;
tu non ci hai perdonato.
43Ti sei avvolto nell'ira e ci hai perseguitati,
hai ucciso senza pietà.
44Ti sei avvolto in una nube,
così che la supplica non giungesse fino a te.
45Ci hai ridotti a spazzatura e rifiuto
in mezzo ai popoli.
46Han spalancato la bocca contro di noi
tutti i nostri nemici.
47Terrore e trabocchetto sono la nostra sorte,
desolazione e rovina".
48Rivoli di lacrime scorrono dai miei occhi,
per la rovina della figlia del mio popolo.
49Il mio occhio piange senza sosta
perché non ha pace
50finché non guardi e non veda il Signore dal cielo.
51Il mio occhio mi tormenta
per tutte le figlie della mia città.
52Mi han dato la caccia come a un passero
coloro che mi son nemici senza ragione.
53Mi han chiuso vivo nella fossa
e han gettato pietre su di me.
54Son salite le acque fin sopra il mio capo;
io dissi: "È finita per me".
55Ho invocato il tuo nome, o Signore,
dalla fossa profonda.
56Tu hai udito la mia voce: "Non chiudere
l'orecchio al mio sfogo".
57Tu eri vicino quando ti invocavo,
hai detto: "Non temere!".
58Tu hai difeso, Signore, la mia causa,
hai riscattato la mia vita.
59Hai visto, o Signore, il torto che ho patito,
difendi il mio diritto!
60Hai visto tutte le loro vendette,
tutte le loro trame contro di me.
61Hai udito, Signore, i loro insulti,
tutte le loro trame contro di me,
62i discorsi dei miei oppositori e le loro ostilità
contro di me tutto il giorno.
63Osserva quando siedono e quando si alzano;
io sono la loro beffarda canzone.
64Rendi loro il contraccambio, o Signore,
secondo l'opera delle loro mani.
65Rendili duri di cuore,
la tua maledizione su di loro!
66Perseguitali nell'ira e distruggili
sotto il cielo, Signore.
Prima lettera ai Corinzi 4
1Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.2Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele.3A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso,4perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!5Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
6Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno contro un altro.7Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?
8Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi.9Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.10Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati.11Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo,12ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo;13calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
14Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi.15Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo.16Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!17Per questo appunto vi ho mandato Timòteo, mio figlio diletto e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria le vie che vi ho indicato in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa.
18Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi d'orgoglio.19Ma verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto allora non già delle parole di quelli, gonfi di orgoglio, ma di ciò che veramente sanno fare,20perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza.21Che volete? Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e con spirito di dolcezza?
Capitolo XXIX: Invocare e benedire Dio nella tribolazione
Leggilo nella Biblioteca"Sia sempre benedetto il tuo nome" (Tb 3,23), o Signore; tu che hai disposto che venisse su di me questa tormentosa tentazione. Sfuggire ad essa non posso; devo invece rifugiarmi in te, perché tu mi aiuti, mutandomela in bene.
Signore, ecco io sono nella tribolazione: non ha pace il mio cuore, anzi è assai tormentato da questa passione.
Che dirò, allora, o Padre diletto? Sono stretto tra queste angustie; "fammi uscire salvo da un tale momento. Ma a tale momento io giunsi" (Gv 12,27) perché, dopo essere stato fortemente abbattuto e poi liberato per merito tuo, tu ne fossi glorificato. "Ti piaccia, o Signore, di salvarmi tu" (Sal 39,14); infatti che cosa posso fare io nella mia miseria; dove andrò, senza di te? Anche in questo momento di pericolo dammi di saper sopportare; aiutami tu, o mio Dio: non avrò timore di nulla, per quanto grande sia il peso che graverà su di me. E frattanto che dirò? O Signore, "che sia fatta la tua volontà" (Mt 26,42). Bene le ho meritate, la tribolazione e l'oppressione; e ora debbo invero saperle sopportare, - e, volesse il cielo, sopportare con pazienza - finché la tempesta sia passata e torni la bonaccia.
La tua mano onnipotente può fare anche questo, togliere da me questa tentazione o mitigarne la violenza, affinché io non perisca del tutto: così hai già fatto più volte con me, "o mio Dio e mia misericordia" (Sal 58,17). Quanto è a me più difficile, tanto è più facile a te "questo cambiamento della destra dell'Altissimo" (Sal 76,11).
Omelia 17: Guarigione di un paralitico alla piscina probatica.
Commento al Vangelo di San Giovanni - Sant'Agostino d'Ippona
Leggilo nella Biblioteca[Il paralitico guarito simbolo di unità.]
1. Non ci si dovrebbe meravigliare che Dio abbia compiuto un miracolo; ci sarebbe da meravigliarsi se lo avesse compiuto un uomo. Dovrebbe riempirci di meraviglia e di gaudio più il fatto che il Signore e salvatore nostro Gesù Cristo sia diventato uomo, che non il fatto che egli abbia compiuto cose divine in mezzo agli uomini. E' più importante per la nostra salvezza ciò che egli si è fatto per gli uomini, che non ciò che ha fatto tra gli uomini; e conta più l'aver guarito i vizi delle anime che non l'aver guarito le malattie dei corpi mortali. Ma siccome l'anima stessa non conosceva colui che doveva guarirla, e aveva nella carne occhi per vedere i fatti fisici mentre non aveva ancora occhi sani nel cuore per conoscere Dio che era nascosto, il Signore fece delle cose che essa poteva vedere, per guarire quegli altri occhi che non erano capaci di vederlo. Egli entrò in un luogo dove giaceva una grande moltitudine d'infermi, ciechi, zoppi, paralitici; e siccome era il medico delle anime e dei corpi, ed era venuto per guarire tutte le anime dei credenti in lui, fra tutti ne scelse uno da guarire, a significare l'unità. Se consideriamo superficialmente e secondo il modo umano d'intendere e di conoscere le cose, non troveremo qui né un grande miracolo se pensiamo alla potenza di lui, né un atto di grande bontà se pensiamo alla sua benignità. Erano tanti, gli infermi, e uno solo fu guarito: eppure il Signore, con una sola parola, avrebbe potuto rimetterli tutti in piedi. Che cosa dobbiamo concludere, se non che quella potenza e quella bontà operavano più con lo scopo che le anime intendessero attraverso i suoi gesti il senso che essi possiedono in ordine alla salute eterna, che non allo scopo di procurare un qualche beneficio ai corpi in ordine alla salute temporale? Perché la salute dei corpi, quella vera, che attendiamo dal Signore, si otterrà alla fine dei secoli quando risorgeranno i morti: allora, ciò che vivrà non morrà più, ciò che sarà guarito non si ammalerà più; chi sarà stato saziato non avrà più né fame né sete, ciò che allora sarà rinnovato non invecchierà più. Se consideriamo, adesso, i fatti operati dal Signore e salvatore nostro Gesù Cristo, vediamo che gli occhi dei ciechi che egli aprì, furono richiusi dalla morte, e le membra dei paralitici da lui ricompaginate, furono nuovamente disgregate dalla morte; e così tutta la salute ridonata temporaneamente alle membra mortali, alla fine è venuta meno, mentre l'anima che ha creduto è passata alla vita eterna. Con la guarigione di questo infermo il Signore ha voluto offrire un grande segno all'anima che avrebbe creduto, i cui peccati egli era venuto a rimettere e le cui infermità era venuto a guarire con la sua umiliazione. Intendo parlare come posso del profondo mistero di questo fatto e di questo segno, secondo che il Signore mi vorrà concedere, contando sulla vostra attenzione e sulla vostra preghiera in soccorso alla mia debolezza. Alla mia insufficienza supplirà il Signore, con l'aiuto del quale io faccio quello che posso.
2. So di avervi parlato più d'una volta di questa piscina che aveva cinque portici, nei quali giaceva una grande moltitudine di infermi: quanto dirò non sarà una cosa nuova per molti di voi. Non è inutile però ritornare sulle cose già dette: così chi non le conosce ancora potrà apprenderle, e chi le conosce potrà approfondirle. Non sarà necessario soffermarci a lungo: basterà una breve esposizione. Penso che quella piscina e quell'acqua significhino il popolo giudaico. Che le acque simboleggiano i popoli ce lo dice chiaramente Giovanni nell'Apocalisse, quando, essendogli state mostrate molte acque e avendo egli chiesto che cosa significassero, gli fu risposto che le acque sono i popoli (cf. Apoc 17, 15). Quell'acqua, dunque, cioè quel popolo, era circondato dai cinque libri di Mosè come da cinque portici. Ma quei libri erano destinati a rivelare l'infermità, non a guarire gli infermi. La legge infatti costringeva gli uomini a riconoscersi peccatori, ma non li assolveva. Perciò, la lettera senza la grazia creava dei colpevoli, che, riconoscendosi tali, sarebbero stati liberati dalla grazia. E' quanto dice l'Apostolo: Se infatti fosse stata concessa una legge capace di dare la vita, la giustizia verrebbe davvero dalla legge. Perché, allora, è stata data la legge? Continua l'Apostolo: La Scrittura però ha tutto rinchiuso sotto il peccato, affinché ai credenti la promessa fosse concessa in virtù della fede in Gesù Cristo (Gal 3, 21-22). Niente di più chiaro. Non ci danno, forse, queste parole, la spiegazione dei cinque portici e della moltitudine degli infermi? I cinque portici rappresentano la legge. Perché i cinque portici non riuscivano a guarire gli infermi? Perché se fosse stata concessa una legge capace di dare la vita, la giustizia verrebbe davvero dalla legge. Perché non riuscivano a guarire quelli che contenevano? Perché la Scrittura ha rinchiuso tutto sotto il peccato, affinché ai credenti la promessa fosse concessa in virtù della fede in Gesù Cristo.
3. E come mai guarivano nell'acqua agitata, quanti non riuscivano a guarire nei portici? Infatti, si vedeva l'acqua improvvisamente agitata e non si vedeva chi era ad agitarla. E' da credere che ciò avvenisse per virtù angelica, non senza allusione ad un mistero. Non appena l'acqua veniva agitata, il primo malato che riusciva ad immergervisi, guariva; dopo di lui, chiunque altro si gettasse nell'acqua, lo faceva inutilmente. Che significa questo, se non che è venuto un solo Cristo per il popolo giudaico e, con le sue grandi opere, con i suoi insegnamenti salutari, ha turbato i peccatori; con la sua presenza ha agitato le acque provocando la sua passione? Ma agitò l'acqua rimanendo nascosto. Infatti, se l'avessero conosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria (1 Cor 2, 8). Scendere nell'acqua agitata significa, dunque, credere umilmente nella passione del Signore. Nella piscina veniva guarito uno solo a significare l'unità. Chiunque arrivasse dopo, non veniva guarito perché fuori dell'unità non si può guarire.
[Il significato sacro del numero quaranta.]
4. Vediamo ora che cosa ha voluto significare il Signore con quell'uno che solo fra tutti i malati guarì, allo scopo, come abbiamo già detto, di conservare il mistero dell'unità. Riscontrò negli anni della sua malattia un numero che simboleggiava l'infermità. Era ammalato da trentotto anni (Io 5, 5). Va spiegato un po' meglio come questo numero si riferisca più alla malattia che alla guarigione. Fate attenzione, vi prego: il Signore mi aiuterà a parlare in modo adeguato, sicché voi possiate sentire quanto basta. Il quaranta è un numero sacro ed è simbolo di perfezione. Credo che ciò sia noto a vostra Carità. Lo attestano insistentemente le divine Scritture. Il digiuno, come sapete, ricevette il suo carattere sacro da questo numero. Mosè digiunò quaranta giorni (cf. Ex 34, 28), altrettanto Elia (cf. 3 Reg 19, 8), e lo stesso Signore e salvatore Gesù Cristo con il suo digiuno arrivò a questo numero di giorni (cf. Mt 4, 2). Ora, Mosè rappresenta la Legge, Elia i Profeti, il Signore il Vangelo. Per questo apparvero tutti e tre su quel monte, dove il Signore si mostrò ai discepoli sfolgorante nel volto e nella veste (cf. Mt 17, 1-3). Egli apparve in mezzo a Mosè ed Elia, quasi a significare che il Vangelo riceveva testimonianza dalla Legge e dai Profeti (cf Rom 3, 21). Tanto nella Legge, dunque, quanto nei Profeti e nel Vangelo, il numero quaranta appare legato al digiuno. Ora, il digiuno vero e completo, il digiuno perfetto, consiste nell'astenersi dall'iniquità e dai piaceri illeciti del mondo: affinché rinnegando l'empietà e le cupidigie del secolo, si viva in questo mondo con temperanza, giustizia e pietà. Quale ricompensa, secondo l'Apostolo, è riservata a tale digiuno? Continua dicendo: aspettando quella beata speranza e la manifestazione della gloria del beato Iddio, e Salvatore nostro Gesù Cristo (Tit 2, 12-13). Noi celebriamo in questo mondo come una quarantena di astinenza quando viviamo bene, quando ci asteniamo dalla iniquità e dai piaceri illeciti; e siccome questa astinenza non sarà senza una ricompensa, aspettiamo quella beata speranza e la manifestazione della gloria del grande Iddio e Salvatore nostro Gesù Cristo. In virtù di questa speranza, quando la speranza sarà diventata realtà, riceveremo in ricompensa un denaro. E' la ricompensa che, secondo il Vangelo, vien data agli operai della vigna (cf Mt 20, 9-10). Ricordate? Spero infatti di non dovervi sempre ricordare tutto, come a gente rozza ed incolta. Si riceverà, dunque, come ricompensa un denaro corrispondente al numero dieci, che, addizionato a quaranta, fa cinquanta. Per questo celebriamo nella penitenza i quaranta giorni prima della Pasqua, e nella letizia, come chi ha ricevuto la ricompensa, i cinquanta giorni dopo la Pasqua. A questa salutare disciplina di opere buone, cui si riferisce il numero quaranta, si viene ad aggiungere il denaro del riposo e della felicità, e si ha così il numero cinquanta.
5. Lo stesso Signore Gesù ha voluto significare questo più chiaramente, quando, dopo la risurrezione, passò in terra quaranta giorni con i suoi discepoli (cf. Act 1, 3); e, asceso al cielo nel quarantesimo giorno, dopo altri dieci giorni, inviò il dono dello Spirito Santo (cf. Act 2, 1-4). Questi misteri sono stati prefigurati, e i segni hanno preceduto la realtà. Di tali segni ci nutriamo, in attesa di giungere alle realtà permanenti. Siamo operai che ancora stanno lavorando nella vigna; terminato il giorno, compiuta l'opera, ci verrà data la ricompensa. Ma quale operaio può resistere fino alla ricompensa se non si nutre durante il lavoro? Tu non dai al tuo operaio soltanto la mercede, ma gli procuri altresì l'alimento necessario per ristorarsi durante la fatica. Sì, nutri colui al quale darai la ricompensa. Con questi contenuti della Scrittura il Signore intende nutrire anche noi che ci affatichiamo a scoprirli. Se ci fosse negata la gioia che ci viene dall'intelligenza dei misteri, verremmo meno nella fatica e nessuno giungerebbe alla ricompensa.
[La carità compimento della legge.]
6. In che senso, ora, il numero quaranta è simbolo dell'opera compiuta? Forse perché la legge è stata articolata in dieci precetti, e doveva essere predicata in tutto il mondo, il quale mondo si compone di quattro parti: oriente, occidente, mezzogiorno e settentrione; per cui, moltiplicando il numero dieci per quattro, abbiamo quaranta. Oppure, perché il Vangelo, che è in quattro libri, è il compimento della legge, secondo quanto nel Vangelo stesso è detto: Non sono venuto per abolire la legge, ma per compierla (Mt 5, 17), Sia per una ragione, sia per l'altra, sia per un'altra ancora che a noi sfugge, anche se non sfugge a chi è più dotto, è certo che il numero quaranta indica una certa perfezione nelle buone opere, perfezione che consiste soprattutto nell'esercizio dell'astinenza dai desideri illeciti del mondo, cioè nel digiuno inteso nel senso più vero. Ascolta ancora l'Apostolo che dice: La carità è il compimento della legge (Rom 13, 10). E donde nasce la carità? Dalla grazia di Dio, dallo Spirito Santo. Non proviene da noi, non ne siamo noi gli autori. E' dono di Dio, e grande dono di Dio: La carità di Dio è stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato (Rom 5, 5). La carità, dunque, compie la legge, come giustamente è stato detto: La carità è il compimento della legge. Cerchiamola, questa carità, come il Signore ci raccomanda. Ricordate il mio proposito: spiegare il significato dei trentotto anni di quell'infermo; perché quel numero trentotto debba riferirsi piuttosto alla malattia che alla guarigione. La carità, dicevo, è il compimento della legge. Il numero quaranta indica il compimento della legge in tutte le azioni, e la carità ci vien presentata in due precetti. Fate attenzione, vi prego, e fissate nella vostra memoria quanto vi dico, per non esporvi al disprezzo della parola, facendo diventare l'anima vostra una strada dove il seme gettato non germoglia: Verranno gli uccelli e se lo mangeranno (Mc 4, 4). Accogliete e tutto custodite nel vostro cuore. Due sono i precetti della carità che il Signore raccomanda: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente; e amerai il prossimo tuo come te stesso. A questi due precetti si riduce tutta la Legge e i Profeti (Mt 22, 37-40). A ragione quella povera vedova che mise due spiccioli nel tesoro del tempio per offerta a Dio, diede tutto ciò che aveva per vivere (cf. Lc 21, 2-4); così, per guarire quell'infermo ferito dai briganti, l'albergatore ricevette due monete (cf. Lc 10, 35); così, Gesù passò due giorni presso i Samaritani per rafforzarli nella carità (cf. Io 4, 40). Essendo dunque il numero due simbolo di una cosa buona, per mezzo di esso viene soprattutto inculcata la carità distinta in due precetti. Ora, se il numero quaranta significa perfezione della legge, e se la legge non si compie se non mediante il duplice precetto della carità, ti fa meraviglia che quell'uomo fosse infermo da quarant'anni meno due?
7. Vediamo ora in che modo misterioso il Signore guarì questo infermo. E' venuto infatti il Signore, maestro della carità, pieno di carità, a ricapitolare - come di lui era stato predetto - la parola sulla terra (Is 10, 23; 28, 22; Rom 9, 28), e a mostrare che nei due precetti della carità tutta la Legge e tutti i Profeti sono riassunti. In questi due precetti sono racchiusi Mosè col suo digiuno di quaranta giorni, ed Elia con il suo; e questo numero anche il Signore scelse a propria testimonianza. Il paralitico è guarito dal Signore in persona; ma prima che cosa gli dice Gesù? Vuoi essere guarito? (Io 5, 6). Quello risponde che non ha un uomo che lo immerga nella piscina. Sì, per essere guarito aveva assolutamente bisogno di un uomo, ma di un uomo che fosse anche Dio. Unico infatti è Iddio, unico anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù (1 Tim 2, 5). E' venuto dunque l'uomo che era necessario; perché differire ancora la guarigione? Alzati - gli dice il Signore - prendi il tuo lettuccio e cammina (Io 5, 8). Tre cose gli ha detto: Alzati, prendi il tuo lettuccio, cammina. Ma la parola alzati, non espresse il comando di qualcosa da farsi, ma l'atto stesso della guarigione. All'infermo già guarito, il Signore ordina poi due cose: Prendi il tuo lettuccio e cammina. Ora io vi domando: non bastava ordinargli: cammina? oppure dire soltanto alzati? Una volta alzatosi guarito, sicuramente non sarebbe rimasto là. Non si sarebbe alzato per camminare? Mi colpisce anche il fatto che il Signore abbia comandato due cose a quell'uomo che egli aveva trovato infermo da quarant'anni meno due. Era come comandargli le altre due cose che gli mancavano per arrivare a quaranta.
[Per vedere Dio bisogna amare il prossimo.]
8. Come, adesso, possiamo vedere simboleggiati in questi due ordini del Signore - Prendi il tuo lettuccio e cammina - i due precetti? Ricordiamo insieme, o fratelli, quali sono questi due precetti. Essi infatti debbono essere ben presenti in voi: non dovete richiamarli alla mente solo quando ve li ricordiamo; anzi, mai devono cancellarsi dai vostri cuori. Sempre, in ogni istante, dovete ricordarvi che si deve amare Dio e il prossimo: Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, e il prossimo come noi stessi (Lc 10, 27). Questo è ciò che dovete pensare sempre, meditare sempre, ricordare sempre, praticare sempre, compiere sempre alla perfezione. L'amore di Dio è il primo che viene comandato, l'amore del prossimo è il primo che si deve praticare. Enunciando i due precetti dell'amore, il Signore non ti raccomanda prima l'amore del prossimo e poi l'amore di Dio, ma mette prima Dio e poi il prossimo. Ma siccome Dio ancora non lo vedi, meriterai di vederlo amando il prossimo. Amando il prossimo rendi puro il tuo occhio per poter vedere Dio come chiaramente dice Giovanni: Se non ami il fratello che vedi, come potrai amare Dio che non vedi? (1 Io 4, 20). Ti vien detto: ama Dio. Se tu mi dici: mostrami colui che devo amare, ti risponderò con Giovanni: Nessuno ha mai veduto Dio (Io 1, 18). Con ciò non devi assolutamente considerarti escluso dalla visione di Dio, perché l'evangelista afferma: Dio è carità, e chi rimane nella carità rimane in Dio (1 Io 4, 16). Ama dunque il prossimo, e mira dentro di te la fonte da cui scaturisce l'amore del prossimo: ci vedrai, in quanto ti è possibile, Dio. Comincia dunque con l'amare il prossimo. Spezza il tuo pane con chi ha fame, e porta in casa tua chi è senza tetto; se vedi un ignudo, vestilo, e non disprezzare chi è della tua carne. Facendo così, che cosa succederà? Allora sì che quale aurora eromperà la tua luce (Is 58, 7-8). La tua luce è il tuo Dio. Egli è per te luce mattutina, perché viene a te dopo la notte di questo mondo. Egli non sorge né tramonta, risplende sempre. Sarà luce mattutina per te che ritorni, lui che per te era tramontato quando t'eri perduto. Dunque, con quel prendi il tuo lettuccio e cammina, mi sembra che il Signore voglia dire: ama il tuo prossimo.
[Camminare insieme.]
9. Rimane oscuro e richiede spiegazione, a mio parere, il fatto che il Signore comanda l'amore del prossimo nell'atto in cui ordina di prendere il lettuccio, non sembrandoci conveniente che il prossimo venga paragonato ad una cosa piuttosto banale e inanimata, come è un lettuccio. Non si offenda il prossimo, se il Signore ce lo raccomanda per mezzo di una cosa priva di anima e di intelligenza. Lo stesso Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo fu chiamato pietra angolare, destinato a riunire in sé due muri, cioè due popoli (cf. Eph 2, 14-20). Fu chiamato anche rupe, da cui scaturì l'acqua: E quella rupe era Cristo (1 Cor 10, 4). Che meraviglia, dunque, se il prossimo è simboleggiato nel legno del lettuccio, dal momento che Cristo fu simboleggiato nella rupe? Non qualsiasi legno, tuttavia, è simbolo del prossimo, come non qualsiasi rupe era simbolo di Cristo, ma quella rupe da cui scaturiva l'acqua per gli assetati; né una qualunque pietra, ma la pietra angolare che unì in sé i due muri di opposta provenienza. Così non devi vedere il simbolo del prossimo in qualsiasi legno, ma nel lettuccio. Ora io ti domando: perché proprio nel lettuccio viene simboleggiato il prossimo, se non perché quel tale mentre era infermo veniva portato nel lettuccio, e, una volta guarito, era lui a portare il lettuccio? Cosa dice l'Apostolo? Portate i pesi gli uni degli altri, e così voi adempirete la legge di Cristo (Gal 6, 2). La legge di Cristo è la carità, e la carità non si compie se non portiamo i pesi gli uni degli altri. Sopportatevi a vicenda con amore, - aggiunge l'Apostolo - e studiatevi di conservare l'unita dello spirito mediante il vincolo della pace (Eph 4, 2-3). Quando tu eri infermo venivi portato dal tuo prossimo; adesso che sei guarito devi essere tu a portare il tuo prossimo: Portate i pesi gli uni degli altri, e così voi adempirete la legge di Cristo. E' così, o uomo, che tu completerai ciò che ti mancava. Prendi, dunque, il tuo lettuccio. E quando l'avrai preso, non fermarti, cammina! Amando il prossimo e interessandoti di lui, tu camminerai. Quale cammino farai, se non quello che conduce al Signore Iddio, a colui che dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente? Al Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo lo abbiamo sempre con noi. Porta dunque colui assieme al quale cammini, per giungere a Colui con il quale desideri rimanere per sempre. Prendi, dunque, il tuo lettuccio e cammina.
10. Così fece quello, e i Giudei si scandalizzarono. Essi vedevano un uomo portare il suo giaciglio di sabato e non osavano prendersela col Signore che lo aveva guarito di sabato, perché temevano che rispondesse: Chi di voi, se un giumento gli cade nel pozzo, non lo tira fuori in giorno di sabato, e non lo salva? (cf. Lc 14, 5). Perciò non rimproveravano lui d'aver guarito un uomo di sabato, ma facevano osservazione a quell'uomo perché portava il suo giaciglio. Ammesso che non si dovesse rinviare la guarigione, era lecito dare quell'ordine? Perciò dicevano: Non ti è lecito fare quello che fai, portar via il tuo lettuccio. E quello appellandosi all'autore della sua guarigione: Chi mi ha guarito, mi ha detto: Prendi il tuo letto e cammina. Potevo non accettare un ordine da chi avevo ricevuto la guarigione? E quelli: Chi è quell'uomo che ti ha detto: Prendi il tuo letto e cammina? (Io 5, 10-12).
11. Il guarito non sapeva chi fosse l'uomo che gli aveva dato quell'ordine. Gesù infatti - dopo aver compiuto il miracolo e dato l'ordine - era scomparso tra la folla (Io 5, 13). Notate questo particolare. Noi portiamo il prossimo e camminiamo verso Dio; e allo stesso modo che noi non vediamo ancora Colui verso il quale camminiamo, così quello non conosceva ancora Gesù. E' un mistero che ci viene suggerito: noi crediamo in Colui che ancora non vediamo, ed Egli per non esser visto, scompare tra la folla. E' difficile scorgere Cristo in mezzo alla folla. La nostra anima ha bisogno di solitudine. Nella solitudine, se l'anima è attenta, Dio si lascia vedere. La folla è chiassosa: per vedere Dio è necessario il silenzio. Prendi il tuo lettuccio, porta il tuo prossimo, dal quale sei stato portato; e cammina, per raggiungere Dio. Non cercare Gesù tra la folla, perché egli non è uno della folla: ha preceduto in tutti i modi la folla. Quel grande Pesce salì per primo dal mare, e siede in cielo ad intercedere per noi: egli solo, come grande sacerdote, è penetrato nel Santo dei Santi oltre il velo, mentre la folla rimane fuori. Cammina, tu che porti il prossimo; purché abbia imparato a portarlo, tu che eri abituato a farti portare. Insomma, tu ancora non conosci Gesù, ancora non vedi Gesù; ma ascolta ciò che segue. Siccome quello non abbandonò il suo lettuccio e seguitava a camminare, poco dopo Gesù lo incontrò nel tempio. Non lo aveva incontrato in mezzo alla folla, lo incontrò nel tempio. Il Signore Gesù vedeva lui sia tra la folla, sia nel tempio; l'infermo non riconobbe Gesù tra la folla, ma solo nel tempio. Quello, dunque, raggiunse il Signore: lo incontrò nel tempio, nel luogo sacro, nel luogo santo. E che cosa si sentì dire? Ecco, sei guarito; non peccare più, affinché non ti succeda di peggio (Io 5, 14).
12. Allora quell'uomo, dopo che ebbe visto Gesù e seppe che era lui l'autore della sua guarigione, senza indugio corse ad annunciare chi aveva visto: se ne andò a dire ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo (Io 5, 15). Quell'annuncio li riempì di furore: egli proclamava la sua salvezza, ma quelli non cercavano la propria.
[Il mistero del sabato.]
13. 1 Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva queste cose di sabato. Sentiamo che cosa risponde il Signore ai Giudei. Vi ho già detto cosa era solito rispondere, a proposito delle guarigioni operate di sabato: che loro non lasciavano perire, di sabato, i loro animali, alzandoli se caduti o nutrendoli. A proposito del giaciglio portato di sabato che cosa risponde? Agli occhi dei Giudei appariva senz'altro un'opera corporale, non la guarigione del corpo, ma l'attività del corpo, tanto più che questa non sembrava così necessaria come la guarigione. Ci riveli, dunque, il Signore, il mistero del sabato e il significato dell'osservanza di quel giorno di riposo temporaneamente prescritta ai Giudei, e ci insegni come questo mistero abbia trovato in lui il suo compimento. Il Padre mio - dice - continua ad agire ed anch'io agisco (Io 5, 16-17). Provocò in mezzo ad essi un grande tumulto: l'acqua è agitata dalla venuta del Signore, ma colui che la agita rimane nascosto. Tuttavia per l'agitazione dell'acqua, cioè per la passione del Signore, il mondo intero, come un solo grande malato, ottiene la guarigione.
14. Vediamo dunque la risposta della Verità: Il Padre mio continua ad agire e anch'io agisco. Allora non è vero quello che dice la Scrittura, che Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le sue opere (Gen 2, 2)? E il Signore contraddirebbe questa Scrittura, dovuta a Mosè, quando egli stesso dice ai Giudei: Se credeste a Mosè, credereste anche a me; di me infatti egli ha scritto (Io 5, 46)? Vediamo, dunque, se le parole di Mosè: nel settimo giorno Dio si riposò, non abbiano un altro significato. Dio infatti non aveva cessato di lavorare sospendendo l'opera della creazione, né aveva bisogno di riposo come l'uomo. Come poteva stancarsi colui che aveva fatto tutto mediante la parola? Tuttavia è vero che nel settimo giorno Iddio si riposò, ed è ugualmente vero ciò che dice Gesù: il Padre mio continua ad agire. Ma come potrà spiegare questo mistero un uomo ad altri uomini come lui, deboli come lui, come lui ignoranti e desiderosi di apprendere? E ammesso che un uomo abbia capito qualcosa, come potrà esprimerlo e spiegarlo a chi tanto difficilmente intende anche quando si riesce ad esprimere ciò che si capisce? Chi riuscirà, o miei fratelli, a spiegare a parole come possa Dio operare senza affaticarsi e riposarsi continuando ad operare? Aspettate, vi prego, di aver fatto ulteriori progressi nella via di Dio. Per vedere questo bisogna essere arrivati nel tempio di Dio, nel luogo santo. Caricatevi del prossimo e camminate. Arriverete a vedere Dio là dove non avrete più bisogno di parole umane.
15. Credo si possa dire, piuttosto, che il riposo di Dio nel settimo giorno era un grande segno misterioso dello stesso Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo, il quale dichiarò: Il Padre mio continua ad agire, e anch'io agisco. Anche il Signore Gesù è Dio. Egli è il Verbo di Dio, e voi avete sentito che in principio era il Verbo; e non un verbo qualsiasi, ma il Verbo era Dio, e tutte le cose furono fatte per mezzo di lui (Io 1, 1 3). Qui forse c'è il significato del riposo di Dio da tutte le sue opere nel settimo giorno. Leggete infatti il Vangelo e vedrete quante cose mirabili Gesù ha compiuto. Ha operato sulla croce la nostra salvezza, affinché si compissero in lui tutti gli oracoli dei profeti; fu coronato di spine, fu appeso alla croce; disse: Ho sete (Io 19, 28), e prese l'aceto di cui era imbevuta la spugna, affinché si adempisse la profezia: Nella mia sete mi hanno abbeverato con aceto (Ps 68, 22). Ma quando tutte le sue opere furono compiute, nel giorno sesto, reclinò il capo e rese lo spirito, e il sabato si riposò nel sepolcro da tutte le sue fatiche. Quindi è come se dicesse ai Giudei: Perché vi aspettate che io non operi di sabato? La legge del sabato vi è stata data in riferimento a me. Volgete l'attenzione alle opere di Dio: io ero presente quando esse venivano compiute e tutte sono state compiute per mio mezzo. Io so che il Padre mio continua ad agire. Il Padre ha creato la luce; egli disse: Sia fatta la luce (cf. Gen 1, 3); ma, se disse, vuol dire che operò per mezzo del Verbo. Ed io ero, io sono il suo Verbo; per mezzo mio attraverso quelle opere il mondo è stato creato, e per mezzo mio attraverso queste opere il mondo è governato. Il Padre mio operò allora, quando creò il mondo, e ancora adesso opera governando il mondo. Creando ha creato per mezzo mio, governando governa per mezzo mio. Questo ha detto il Signore, ma a chi? A dei sordi, a dei ciechi, a degli zoppi, a dei malati che non volevano saperne del medico, e nella loro pazzia volevano ucciderlo.
16. Proseguendo l'evangelista dice: Per questo, a maggior ragione, i Giudei volevano ucciderlo, perché non solo violava il sabato, ma chiamava Dio suo proprio Padre. E non chiamava Dio suo padre in senso generico, ma in senso preciso e unico: facendosi uguale a Dio (Io 5, 18). Infatti anche noi diciamo a Dio: Padre nostro che sei nei cieli (Mt 6, 9); dalla Scrittura sappiamo anche che i Giudei dicevano a Dio: Sei tu il nostro padre (Is 63, 16; 64, 8). Non reagivano perché chiamava Dio suo padre in questo senso, ma perché lo chiamava padre suo in un senso assolutamente diverso da come lo chiamano gli uomini. I Giudei hanno capito ciò che invece gli Ariani non capiscono. Gli Ariani dicono che il Figlio non è uguale al Padre, e di qui l'eresia che affligge la Chiesa. Ecco, gli stessi ciechi, gli stessi che giunsero a uccidere Cristo, compresero il senso delle parole di Cristo. Non compresero che era lui il Cristo, tanto meno che era il Figlio di Dio, e tuttavia hanno compreso che con quelle parole egli si presentava come Figlio di Dio, uguale a Dio. Non sapevano chi fosse, ma si rendevano conto che si presentava come Figlio di Dio, perché chiamava Dio suo padre, facendosi uguale a Dio. Ma forse che non era uguale a Dio? Non era lui a farsi uguale a Dio, ma era Dio che lo aveva generato uguale a sé. Se di sua iniziativa si fosse fatto uguale a Dio, tale usurpazione lo avrebbe fatto cadere in disgrazia di Dio. Colui, infatti, che pretese di farsi uguale a Dio, senza esserlo, cadde in disgrazia (cf. Is 14, 14-15), e da angelo diventò diavolo, e propinò all'uomo il veleno della superbia per cui questi fu cacciato dal paradiso. Infatti, cosa suggerì all'uomo, che invidiava perché era rimasto in piedi mentre lui era caduto? Gustate il frutto, e diventerete come dèi (Gen 3, 5); cioè, carpite con la frode ciò che non siete, come ho fatto io che, avendo tentato di usurpare la natura divina, sono stato cacciato. Non si esprimeva proprio così, ma questo era il contenuto della sua tentazione. Cristo invece non era diventato, ma era nato uguale al Padre: è stato generato dalla stessa sostanza del Padre, come ce lo ricorda l'Apostolo: Egli, pur essendo della stessa forma di Dio, non stimò un'usurpazione l'essere uguale a Dio. Che significa non stimò un'usurpazione? Significa che non usurpò la sua uguaglianza con Dio, poiché la possedeva già fin dalla nascita. E noi, come potremo pervenire a colui che è uguale a Dio? Egli annientò se stesso col prendere forma di servo (Phil 2, 6-7). Annientò se stesso, non perdendo ciò che era, ma assumendo ciò che non era. I Giudei disprezzando questa forma di servo, erano incapaci di comprendere che Cristo Signore era uguale al Padre, benché non potessero dubitare che questo di sé egli affermava: anzi per questo lo perseguitavano. Gesù, tuttavia, li sopportava e cercava di guarire quelli che si accanivano contro di lui.
Il diario spirituale
Beata Edvige Carboni - Edvige Carboni
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27 Maggio 1941 Gesù mi ha detto alla S. Comunione Figlia mia, come sono
triste vedendo che tanti miei sacerdoti peccano anche sopra l'altare! Il mondo è bagnato di sangue e velato di lacrime, eppure
loro non riparano il mio Cuore addolorato che con la più nera ingratitudine! Dì al tuo conf.re che colle sue fervorose preghiere ripari
le offese che quotidianamente ricevo da tanti miei amici. 25 maggio 1941 Mentre pregavo davanti al S. Sacramento, d'un tratto fui
rapita dai sensi: vidi Gesù in croce, grondante sangue da ogni piaga; il sangue
scendeva a rivi che bagnava il pavimento. Vidi degli angeli, con calici d'oro in mano, mettere vicino
alle piaghe (il calice); in un momento il calice (era) ripieno. Si appartava uno
e veniva l'altro con un nuovo calice; parte del sangue andava perduto. Gesù
piangeva. perché piangi?, io dissi. Figlia, piango perché tanto del mio sangue, che io sparsi
nella dolorosa passione, vedo che va perduto senza profitto. 27 Maggio 1941 Sognai Don Bosco nel cortile della casa della Chiesa del S.
Cuore. Mi avvicinai e mi disse: Figliole, tu e tua sorella vi state occupando
per la conversione di tale famiglia. Figlia, da quelli non otterrete niente di
buono, non sono di parola. Vedi questo vaso come è bello? In un momento il medesimo
vaso lo vidi sporco. Vedi, mi disse, quelli sono uguali a questo vaso, si
sporcano ogni momento. Tua sorella non ha pazienza; nelle piccole contrarietà non
va bene. Tu non sai quanto io soffri(i) quand'ero nel mondo! La mia vita è
stata intessuta di spine; e voi per un nonnulla vi agitate: non va bene. 31 Maggio 1941 Grazia è malata, non stare in pensiero; questi giorni, parto
per Sassari. Io la scelsi per vittima, perciò le do da soffrire con varie
tribolazioni. Pasqua 1941 Dopo la S. Comunione mi è apparso Don Bosco e mi disse:
Figliuola, vedi questo giardino come è bello? Io vidi tanti gigli bianchi. E lui mi ripetè: Figlia, questi
sono le anime dei giovani, che io coltivai, e che tuttora continuo a coltivare:
i miei figli. Ogni giovane aveva davanti un giglio; chi lavora per le anime
avrà la ricompensa che ebbi io della gloria. Martedì 17 Maggio Mi si presentò due corone, e l'angelo mi disse: Di queste
due corone, quale vuoi? Io guardai, e non sapevo quale scegliere; rimasi incerta
sulla scelta. E l'angelo mi ripeté: Chi sceglie in vita quella di rose,
nell'altra avrà quella di spine. 4 Maggio 1941 Il 4 Maggio 1941 ebbi una grande umiliazione da una signora.
Mentre pregavo mi si presento la Vergine Ausiliatrice col bambino in braccio.
Io, inginocchiata davanti, pregavo e piangevo. La Mamma Celeste mi sorrise e mi
diede per un momento il S. Bambino in braccio. Passai pochi momenti di Paradiso. Maggio 1941 Un altro giorno pregavo, quando mi vidi davanti il Sacro
Cuore che mi disse: - Figlia, tu piangi per una piccola umiliazione; ed io non
fui tradito innocente? Che male avevo fatto? Mi tradì uno che mangiava nella
mia tavola. 29 Maggio 1941 Mentre pregavo fui rapita in un istante. Mi si presentò la
Mamma Celeste col Bambino nelle ginocchia. Mi si avvicinò un angelo e mi disse: Vieni con me; mi fece
inginocchiare davanti alla Vergine: lui recitava una preghiera e volle che io la
ripetessi assieme a lui. Mamma mia Celeste! Aprile 1941 Mentre pregavo mi si presento davanti una scala ove ci erano
due angeli ai lati. Uno in mezzo con un tavolino, calamaio e penna ed un gran
registro. Tanta gente passava davanti, ma indifferente; pochi si
fermavano, prendevano la penna e scrivevano nel registro. In alto a cotesta scala c'era scritto: Buoni del Tesoro; poi
un'altra scritta diceva: Diecimila d'interesse per mille in cima alla scala vidi
che rimaneva in mezzo il S. Cuore che invitava a salire in alto, ma parecchi,
arrivati ad un punto, scendevano indietro. Nel mentre che anch'io facevo le scale, il S. Cuore mi disse:
Figlia, dì al tuo conf.re che propaghi i nove venerdì primi del mese, che io
dò l'interesse mille per dieci mila ". 23 maggio 1941 Gesù, lagnandosi, mi disse: di al tuo con.re che preghi per
tanti sacerdoti che mi offendono anche sopra l'altare. Maggio 1941 Gesù mi presentò due fogli e mi disse: Scrivi sopra questo
foglio "Ama il tuo prossimo, perdona il tuo prossimo, non parlar mai male
del tuo prossimo". Io scrissi le parole da Lui dettate. Poi mi disse: Ora scrivi sopra il secondo foglio, per tua
sorella. Io scrissi. In ultimo timbrò tutti e due i fogli con un timbro pieno di
sangue. 1 giugno 1941 Oggi Gesù, dopo la S. Comunione, mi disse: Al tale sacerdote
non scrivergli più cose della tua anima; devi avere un po' più di prudenza. E
tu con tua sorella dovete essere più rassegnate e più buone; se volete che io
vi ami, dovete non darmi il minimo dispiacere. Vidi una processione ove, in trionfo, portavano la Madonna
Ausiliatrice. La processione arrivò fino a Porta San Giovanni. La Vergine, proprio a Porta San Giovanni parlò e disse: -
Verrà fra (1) è un errore di scrittura; per il contesto va inteso come quello
in cima alla scala: "Diecimila per mille". pochi mesi una terribile guerra; io sto trattenendo il
braccio del mio Figliuolo, sdegnato per le mode immodeste e altri peccati
orribili, ma non riesco a placarlo. Però io sarò protettrice della mia zona affinché non
abbia, in questa tremenda guerra, nessun danno. E la processione ritornò in Via Appia fino alla Chiesa di
Maria Ausiliatrice. Dicembre 24, 1940 La notte di Natale mi trovai nella stalla ove nacque Gesù.
Dentro un(a) misera grotta c'era il S. Bambino coricato sopra una mangiatoia, S.
Giuseppe colla Madonna inginocchiati davanti al Bambino che tremava di freddo. S. Giuseppe, appena mi vide, mi fece cenno di inginocchiarmi
anch'io, vicino, e mi disse: - Vedi la nostra povertà? Tutte queste sofferenze sono per
la salvezza del genere umano. Novembre 1938 Pregavo il buon Gesù; d'un tratto mi si presentò un angelo
e mi ferì il cuore. Detta ferita la sento tutt' ora; è una ferita che mi fa
bruciare d'amore per Gesù. Maggio 1941 Una notte, mentre pregavo, mi si presentò un angelo con una
corona in mano, di spine; me la mise in testa che sentì un dolore, perché mi
trafisse tutta la testa che, per parecchi giorni, un occhio non lo potevo
aprire, perché divenne rosso e, dentro, mi sembrava d'esserci una spina. Marzo 1940 La Madonna mi portò al fronte ove vidi tanti soldati feriti.
Mi tremavo nel vedere tanti feriti grondanti sangue. La Vergine mi disse: "Figlia, prega, prega e fa pregare
il tuo santo conf.re affinché il mio figlio presto faccia cessare cotesto
orribile flagello. Poi mi fece vedere un mio fratello che ho lontano;
passeggiava, era magro e triste; e la Madonna mi disse: è così pensieroso
perché (non) ha avuto più vostre notizie. Ottobre '38 Una sera, mentre pregavo, un angelo mi prese il cuore;
sentì(i) un gran dolore, ed io dicevo: (Gesù) t'amo, sebbene mi vegga nemica
agli occhi tuoi: scacciami quanto vuoi, sempre ti seguirò. Aprile 1941 La Vergine, una sera mentre pregavo, mi disse: "Mio
Figlio non vuole concedere la grazia della pace perché il mondo è corrotto; le
donne immodeste che vanno ad insultare mio figlio anche dentro la Chiesa,
mascherate di rosso che fanno ribrezzo. Prega tu, figliuola, e fa pregare il tuo conf.re affinché
mio figlio si possa calmare. E pregate pure per tanti soldati che muoiono al fronte, non
tutti con una vera contrizione. Molti di questi rimangono a soffrire nel
purgatorio. Maggio 1941 La Vergine mi disse: Figlia, dal più umile al più alto il
mondo è corrotto. Giugno 5 1941 Gesù colla Vergine Ausiliatrice mi disse: Tali Suore sono
senza pane; oggi per, mio amore, devi dare l'offerta che dovevi a San Antonio,
ossia alle orfanelle, devi dare, per mio amore, la metà a dette suore. Ed io risposi: Obbedisco, però mi hanno fatto piangere! E Lui: Non fa niente; nel libro della vita ci devi scrivere
altre sofferenze! Primo venerdì del mese (di) giugno 1941 Gesù mi disse: Figlia mia, dammi il tuo cuore, dammelo. Ed
io: Prendilo, Gesù, e fanne ciò che vuoi. Sai figlia, che a tanti lo chiesi? Chi me lo vuol dare a
metà ed è corrotto; io le cose divise non le accetto... Giugno 7 1941 Figlia, non rispondere a nessuno senza il permesso del
confessore; abbi prudenza! Non far niente senza prima aver chiesto il permesso.
Tua zia è la mamma dei poveri, ed io ho deciso di levarla dal mondo perché
tanti poveri da lei beneficati, invece di beneficare (ringraziare) Me, non si
degnano, tanti, neppure in giorno di festa ascoltare la S. Messa, né fare la
Pasqua. Ed io voglio punire tali poveri; tu prega e ripara per loro. Maggio 1940 La Vergine Ausiliatrice mi (si) presentò e mi disse: - Figlia mia, il mio Figlio è sdegnato per il mondo
corrotto, e vuole inviare al genere umano un castigo. Io non posso, da sola,
riuscire a calmare il suo potente braccio: assolutamente lo vuole punire. Sono in cerca di firme per calmare il mio Figlio sdegnato. Mi diede un foglio ed io scrissi. Vorrei altre anime che firmassero... Tutta addolorata sparì. Giugno 1941 Dopo la S. Comunione Gesù mi rimproverò, dicendorni:
Figliuola, tu e tua sorella vi preoccupate troppo per l'avvenire; se io penso
per gli uccelli dell'aria, e come non posso pensare per voi che tanto vi amo? Maggio 1941 Gesù mi fece vedere la gloria di San Francesco d'Assisi; lo
vidi risplendente: il più bello del Paradiso. Giugno, 9 Dopo la S. Comunione, Gesù mi disse: Sono sdegnato contro
gli uomini; mode scandalose... Pochissime sono le anime che riparano per tanti
peccati dei loro fratelli. La sera del 9 giugno nella Chiesa del Corpus Domini, mentre
pregavo, fui rapita, vidi Gesù nell'ostia scintillante; poi, attorno c'era
scritto in tre scritte: Tuo l'amor mio. Tuo l'amor mio. Tuo l'amor mio. Giugno 11 Vidi Don Bosco nella Chiesa di Maria Ausiliatrice. Mi prese
per mano e mi fece inginocchiare davanti all'immagine della Madonna: Pregala, mi
disse, questa buona Mamma ti otterrà quanto tu desideri. Io, a voce alta, la pregai, dicendo così: Domandate a Dio,
Mamma Celeste, che ci faccia tutti santi! Che sarebbe di noi, se voi ci
abbandonaste? Io non merito che voi spandiate sopra di me quell'abbondanza
di grazie che tutti i giorni ottenete alle anime pure, ma almeno ottenetemi la
grazia che le nazioni si diano il bacio della pace. La Mamma mi sorrise. 12 giugno Il giorno 12 giugno, dopo la S. Comunione, vidi tre Croci: in
una, in mezzo, ci era Gesù; nelle altre due non c'era nessuno. Allora mi si avvicinò Don Bosco e mi disse: Figliuola, Gesù
mi ha messo qua per cercare delle anime vittime per riparare a tante offese che
continuamente si fanno contro Gesù, specie con le mode immodeste; e poi queste
vittime serviranno per ottenere la pace fra le Nazioni. Figlia, in tanto girare trovai te e Grazia; queste due croci
vuote serviranno, una per te, l'altra per Grazia. Giugno Dopo la S. Comunione vidi altre tre Croci: in una camminava
Gesù trascinando la Croce; le altre due, mi disse Gesù, una è per te, l'altra
per Grazia. Chi vuol seguirmi prenda la sua Croce e mi segua! Giugno 21 Ieri ebbi un piccolo dispiacere; io piansi un poco: nel
momento pregavo. Fui rapita; mi si presentò un angelo con una corona, e me la
mise in testa dicendomi: Questa corona te la regala Gesù, abbila cara. Nel mentre che mi metteva la corona, mi senti(i) la testa
tutta trafitta, gli occhi non li potevo aprire. Mi durò il dolore per ore ed
ore. La mattina del 21 giugno, Gesù, dopo la S. Comunione, mi
disse: Devi aver pazienza, io t'invierò qualche crocetta, accettala per mio
amore. Giovedì 3 luglio 1941 Mentre recitavo l'Angelus Domini, fui rapita: vidi il S.
Cuore e mi disse: Mi ho preso la tua zia. In tale notizia, piansi. E Gesù: Non piangere! Non sai che io sono il S. Cuore, pieno
di carità? Un'altra volta il S. Cuore, dopo la S. Comunione, mi disse:
Sappi, figlia, che io sono Carità Cristis (Caritas Christi); non temere, sono,
ripetè, Carità Cristi. Oggi 9 luglio La Mamma Celeste mi (si) presentò e mi disse: Come siete
triste! Tu e tua sorella non avete fede in me, vostra Mamma! E non sai che io
sono la tesoriera di tutte le grazie? Recita ed innalza alla Santissima Trinità questa orazione: - O Padre, o Figliuolo, o Spirito Santo, o Santissima
Trinità, o Gesù e Maria, o Santi del Paradiso, questa grazia domando per il
Sangue di Gesù Cristo. Un giorno, in cotesto mese di luglio mi si presentò Gesù
che aveva davanti una statua di marmo; rivoltosi a me, disse: Io sto ritoccando
cotesta statua poco per volta. Col mio scarpellino (sic) la ritocco per divenire
a perfezione. Questa statua siete voi, figliuole, ed io vi ritocco ora con
una tribolazione, ora con altre; ma voi non siete per niente capaci di soffrire
la minima occasione, specie la tua sorella. Giugno 30 1941 Dopo la S. Comunione mi si presentò S. Paolo Apostolo;
sorridente, mi disse: Figlia, tu ti allarmi per piccole cose: Se (tu) sapessi
quanto sofri(i) nel mio apostolato! Fame, sete, disprezzi, prigionia. Sì, figlia, dì a Gesù che disponga di te come a Lui piace
per la salvezza delle anime, e per l'avvento del Regno del Sacro Cuore. 12 luglio 1941 Mentre pregavo, fui rapita: mi si presentò in aria una gran
Croce con Gesù inchiodato sopra. Gesù piangeva perché una moltitudine di uomini appresso, lo
maltrattavano: chi gli tirava sassi, chi pezzi di ferro, chi l'insultava con
parolacce. Gesù, tutto insanguinato, piangendo, diceva: Salvatemi,
aiutatemi, portatemi al Vaticano, nascondetemi a San Pietro. E tutti quei (sic) uomini sempre appresso lo seguivano fino
al Vaticano. Io a tal vista, dissi: Gesù mio, anch'io ti ho tirato sassi
come cotesti cattivi. E Lui mi rispose: Aiutami; nascondetemi al Vaticano. Nel mentre, una schiera di angeli facevano la corte al S.
Crocifsso, e l'accompagnavano verso il Vaticano. Giugno 1941 Una sera, mentre facevo orazione, fui rapita in spirito; mi
si presentò Don Bosco e mi disse: Figliuola, se sapessi quanto soffrii io
quend'ero nel mondo! La mia vita fu un martirio. Tu ora, se soffri, ricordati che ti sei offerta vittima per
la liberazione dei poveri Russi dal bolscevismo, accanito nemico di Dio. Figlia, prega, prega che presto il Crocifisso entri nella
Russia. Una sera, mentre facevo orazione, mi si presentò la Mamma
Celeste, Maria Ausiliatrice, e mi disse: La tua zia è in Purgatorio perché
tralasciava molte volte la S. Messa nei giorni festivi. Sta tranquilla, penserò
io per il tuo avvenire. Una sera mi si presentò S. Teresa del Bambino Gesù, e sopra
il mio letto sparse moltissime foglie (di) rosa, (e) subito sparì. Una sera, mentre facevo orazione, mi si presentò la Vergine
Ausiliatrice col Bambino nel braccio; mi sorrise tutta affettuosa. Una mattina pregavo per un mio cugino sofferente di mal di
testa; dicevo a Gesù: Guariscilo, è un tuo ministro Salesiano. Se non ha
salute non può lavorare nella tua vigna; deve partire missionario, e come fa
col mal di testa? Guariscilo, Gesù! Tu sai che non vuol prendere medicine. E Gesù rispose: Figlia, sappi che le piante, ce ne sono
tante che (se) non sono innaffiate, si seccano; e così tuo cugino, se non
prende le medicine, si può seccare più e più nella salute. lo posso farlo guarire in un momento, ma per certe anime
sante, mie predilette, permetto che rimangano deboli, per poi farne dei miei
prediletti. 43 Una volta fui portata in Paradiso, e vidi due troni. Chiesi: Chi ci sta in questi troni? Non vedo nessuno. E
l'angelo mi disse: Uno di questi sarà per te, e l'altro per tua sorella, però
se perseverete nella santa purità, di amore di Dio e del prossimo. Luglio, 20 1941 Nella Chiesa del Corpus Domini facevo orazione a Gesù
Sacramentato. Fui rapita in spirito; mi si presentò la Mamma Addolorata e,
piangendo, mi disse: Figlia, prega; il mondo cade in rovina, il mondo è
divenuto un letamaio fetente. Puzza, puzza; dalle mode immodeste, dalla
sfacciataggine nel vestire: il mondo è divenuto un immondezzaio puzzolente. Un giorno, mentre facevo orazione, fui rapita. Mi si
presentò Gesù e mi disse: Figlia, vuoi soffrire? Io risposi: sì, Signore, per tuo amore voglio soffrire tanto
tanto. Nel mentre Gesù mi si presentò in forma di Crocefisso;
dalle ferite di Gesù uscivano raggi di luce, e detti raggi vennero a ferirmi le
mani, i piedi e la testa ed il costato. Mi senti(i) un dolore in tutte le parti ferite, che rimasi
ore caduta per terra. Mi svegliai e vidi che dalla parti ferite mi usciva un poco
di sangue, con dolore immenso in tutte le parti. Ero sull'età di 29 anni. Dal giorno mi affezionai a meditare
mattina e sera, la Passione di Gesù. Mio Gesù, io dal giorno non desiderai più consolazioni, ma
solo di soffrire per te: soffrire tanto da dimenticare me stessa e vivere solo
per te, o Signore. Gesù è tanto buono, specialmente verso i tribolati. La
povera mamma tante volte mi mandava a fare la spesa di sera tardi; avevo paura
(a) camminare da sola, specialmente in vie isolate. Ero piccola, ma obbedivo la mamma, ed ero pronta ad ogni
comando dei miei genitori. Paurosa, svelta camminavo; ad un tratto mi vidi vicino il mio
angelo custode che, tutto affettuoso, mi diceva: Non aver paura, sono io vicino,
che ti sto facendo buona compagnia. Discorrevamo, mi esortava ad essere sempre buona verso il
prossimo; io entravo nella casa per comprare ricotta e formaggio, e lui rimaneva
fuori. Poi di nuovo mi accompagnava fino alla porta della mia casa, e spariva,
lasciandomi tutta contenta della buona compagnia. La nonna l'ho avuta malata circa sei anni. Era vecchia, non
sempre si contentava di ciò che io le davo per mangiare. Era tempo di guerra mondiale; mancava(no) molte cose, specie
per una malata. Piaceva a lei tanto il pesce; un giorno non volle mangiare:
voleva pesce ad ogni costo. Dove trovarlo? Io piansi; ero giovinetta senza sperienza
(sic). Mi misi a frugare fra i tiretti... Meraviglia! Trovai un piatto di pesce
caldo!! Come è buono il Signore anche verso i malati! 8 Luglio 1941 Mentre pregavo nella Chiesa di Corpus Domini, fui rapita in
spirito. Mi si presentò la Vergine tutta mesta, mi disse: Il mio Figliuolo è
sdegnato per i peccati degli uomini; io non riesco a placarlo. Si pentì d'aver
creato l'uomo. Sto pregando affinché tutti gli uomini si diano presto il
bacio della pace, ma non posso placare il mio Figlio sdegnato! Prega tu, Figlia, prega e fa pregare anche il tuo conf.re e
quante anime tu conosci buone, affinché presto si calmi questo flagello. E, così triste, la Vergine si ritirò. Luglio 1941 Pregavo la Vergine e Sant'Anna affinché il mio nipotino
fosse intelligente e più di buona volontà negli studi; insistevo presso la
Vergine che tale grazia mi concedesse. La mia buona nonna, Sant'Anna, mi si avvicinò e mi disse:
Figlia mia, abbi fede nella tua nonna Anna, che io ti otterrò la sospirata
grazia. Ed io, tutta contenta, le baciai la mano, e mi svegliai. Luglio 1941 Ieri mattina, dopo la S. Comunione, mi senti(i) toccare la
spalla, ed una voce triste, all'orecchio mi disse: Io sono un'anima, morta (da)
poche ore sotto le macerie. Sono poche ore che soffro nel Purgatorio: mi sembra
un secolo! Dio è severo, Dio è giusto, Dio punisce. Prega per me, e fa
pregare Monsignor Massimi, come pure a Paola ed anche a Vitalia. Pregate, pregate; liberatemi da tante tremende pene! Luglio 1941 Mentre pregavo, dopo la S. Comunione, fui rapita. Mi si
presentò Sant'Anna colla Vergine. La Vergine mi si avvicinò e mi disse:
Figlia, la maggior parte degli uomini son divenuti sozzi; sozzi come le bestie
immonde. Si buttano nelle croache (sic) putride e puzzolenti. insultano mio
Figlio anche nelle Chiese; le donne spudoratamente mascherate, e nudo il corpo,
si presentano nel Sacro Tempio. Le loro preghiere non sono ascoltate, non salgono al trono di
Dio, perché fatte da persone nefande. La S. Messa l'ascoltano peccaminosamente,
i S. Sacramenti ricevuti malamente. Mio Figlio, nel vedere tanta nefandità, si pente d'aver
creato l'uomo, e non vuole ascoltare le loro orazioni; anzi per niente (si)
alzano al trono di Dio: un bronzo si è messo fra il cielo e la terra. Dì al tuo conf.re che preghi, e dica alle anime che
avvicina, che il mio Figlio è grandemente sdegnato contro il genere umano. E, così lagnandosi, la Vergine con la Mamma sua si
allontanarono. 1941... Mi trovai a Calangianus. Vidi parecchi angeli che facevano e
preparavano nelle vie degli archi trionfali. Mentre tutto era preparato, vennero altri due angeli
messaggeri, ed a voce alta dicevano: Levate questi archi; non lo meritano. Prontamente i medesimi angeli che avevano preparato gli
archi, levarono gli archi di alloro già preparati. Una gran festa si era preparata in quel paese, ma non so per
(quali) motivi di demerito, il Signore fece levare gli archi già preparati. Luglio 29 1941 Ieri sera, mentre recitavo il Rosario, fui rapita in ispirito:
Mi si presentò la Vergine con le mani giunte, in atto di preghiera verso il
Crocefisso Gesù. La Mamma Celeste diceva al suo caro fgliuolo: Perdona, Figlio
mio, perdona al genere umano, perdona! Fallo per quei nove mesi che ti portai
nel seno; calma questo flagello, fa che tutti gli uomini si diano il bacio della
pace! Fallo, Figlio mio, per il latte che ti diedi; fa riabbracciare colla pace
tutti gli uomini! Gesù rispondeva: Non lo meritano. La Vergine, mesta,
abbassò gli occhi. Come è buona la Mamma Celeste! Come ci vuol bene! Lei vuole
che Gesù ci perdoni e dimentichi i nostri peccati. 1 agosto 1941 Dopo la S. Comunione fui rapita: mi trovai davanti alla
Chiesa di S. Pietro. Vidi in alto il S. Cuore di Gesù con un maestoso manto;
davanti passavano truppe di soldati con fucile sulle spalle. E tutte le immense
truppe passavano davanti al Cuor di Gesù. E Lui li benediceva e diceva loro:
Andate, figli, e difendete la mia causa; poi verrò io a regnare. Le truppe
salutavano Gesù e proseguivano a camminare. Andate alla Russia Gesù voleva
dire, a difendere la religione. Agosto 1941 Stamattina, dopo la S. Comunione, Gesù mi disse: Oggi il
diavolo ti ruberà i soldi. Sì, lo sapevo; ieri sera P. Manzella "" me ne
aveva avvertito: Non ti può vedere, mi disse, perché vai a confessarti da
quell'anima santa, e perché lasci entrare in casa tua Vitalia. Come pure tua
sorella a lui ruba delle anime, parlando della bellezza del s. Paradiso, e come
è bello fare la S. Comunione. Il diavolo è nemico forte, terribile, di Dio. Agosto 2 - 1941 Il confessore sempre mi dice: Dì a Gesù che cessi questo
flagello, che tante anime muoiono bestemmiando. Io glielo dissi a Gesù, e mi rispose: Dì al tuo conf.re, e
figlio del mio Cuore, che il castigo della presente guerra, non è un castigo
della mia giustiza, ma un castigo cella mia bontà e misericordia; e per mezzo
di questo flagello, moltissime anime si salvano. E; dal sangue di tante vittime
lo, nella Russia, sopra cotesto sangue pianterò la mia Chiesa; e presto andrò
per metterci il mio trono. Anche lì voglio vivere e regnare. Agosto 9 1941 Ieri sera mi sognai nella Russia. Vidi Stalin seduto, con
davanti un (1) Era morto a Sassari il 23 ottobre 1937. tavolino dove scriveva a caratteri grandi queste parole: - lo
sono il forte e terribile nemico di Dio - con un brutto viso, che a me fece
paura di guardarlo bene. Stalin inviava truppe di soldati per ammazzare le truppe di
soldati cattolici; ed io strillavo: Avanti!, dicevo ai nostri buoni soldati,
avanti, coraggio! E così gridando, mi svegliai. Stalin è proprio brutto; seguace del diavolo. Bisogna pregare anche per lui, perché Gesù soffrì in Croce
e sparse il suo Preziosissimo Sangue anche per Stalin. Agosto 6 1941 Stamattina, dopo la S. Comunione, ebbi un rimprovero da Gesù.
Mi disse: Figliuola, ti voglio più buona; anche Paolina dev'essere pronta a
perdonare non solo le grandi offese, ma anche le più piccola. Altrimenti che
virtù è mai la vostra? Se viene quell'anima, ricevetela per mio amore, con carità e
gentilezza. Se così non fate, io non vi voglio, da qui in avanti, niente
bene: dovete ricompensare il male in bene! Tu non sai, figliuola, quanto io ami le anime umili! E sappi
che l'umiltà è il fondamento di tutte le altre virtù. lo amo tutte le anime,
ma specialmente con le anime umili io mi delizio; e tu non sai quanto a me piace
conversare con i figli degli uomini! Quanto è buono Gesù, quanto ci ama! Se a me peccatora ama
tanto, cosa sarà alle anime buone? Anch'io, Gesù, ti amo, e vorrei morire a forza di amarti! Stamattina 8 agosto 1941 Stamattina dopo la S. Comunione fui rapita in ispirito: Mi si
presentò il S. Cuore. lo, piangendo, dissi: Gesù mio, quella persona che ci aveva
promes- so per quell'affare, vedi come ci ha fatto? Abbiamo speso
tanti soldi! è tutta roba perduta. Figlia, mi rispose, quella persona poteva, se avesse voluto;
ma offrilo a Me per la pace delle Nazioni. E non ti eri offerta vittima? Ripeti insieme all'angelo tuo
custode. l'atto di offerta che ti fu insegnata da mia Mamma. Ed io, insieme all'angelo, rinnovai l'offerta di vittima. Gesù proseguì: Figlia, state tranquille con Paolina. Io vi
aiuterò, vi ricompenserò di tutto il soffrire di questa volta in benedizioni. Come è buono Gesù! E noi ingrati, non sappiamo apprezzare
tanta bontà e misericordia verso di noi tutte sue indegna figlie! Agosto 9 1941 Dopo la S. Comunione fui rapita in ispirito: Mi si presentò
il S. Cuore, ed io, piangendo, dissi: Gesù, come è cattivo il mondo! Solo tu
sei buono. Un'amica mi promise di farmi ottenere quel posto, invece! Come è (sono) senza cuore le persone del mondo! Tanti soldi
tante spese! Ed il ricco non si commuove. Gesù mi rispose: Figlia mia, io comandai ed imposi che il
ricco aiuti il povero senza mercede; eppure il ricco, figlia mia, questo mio
comando non l'ascolta e non vuole ascoltarlo. Ma dico in verità che son rari i
ricchi ch'entrano in Paradiso, perché la maggior parte levano il sangue del
povero che io tanto amo ed ho sempre amato. Il bene fatto per l'interesse per Me, non sarà mai scritto
nel libro della vita, ma sarà scritto in un altro libro a caratteri neri. Figlia mia, chi non ama il povero, è bugia che ama me; chi
disprezza il povero, disprezza me: chi usurpa il sangue del povero, usurpa me.
Ti ripeto che (è) più facile entrare un cammello nella cruna di un ago, che il
ricco avaro entri nel mio Regno. Sta tranquilla, figlia mia, ed anche tua sorella non si
preoccupi tanto; io penserò a tutto. Tutto andrà bene, ed io vi farò da
benefattore. La tua zia è ancora in Purgatorio. Se tu farai celebrare
qualche Messa, io non gliela regalerò. Soltanto reciterai qualche orazione in
particolare. Mio buon Gesù, quanto sei buono! Ma sei anche giusto. Domenica 10 agosto 1941 Mi trovai nella Chiesa di S. Domenico; fui rapita. Nella
stessa si presentò Gesù in aspetto maestoso; si mise in mezzo alla Chiesa con
aspetto non solo maestoso, ma coll'aspetto di comando. Tanta gente entravano con regali; chi cose d'oro, chi
d'argento, chi depositava soldi in gran quantità: tutto mettevano davanti a
Gesù. Sembravano ricchi, Conti. Principi, insomma persone ricche. Gesù si fece avanti, prese tutti quei regali e li buttò
fuori. Severamente diceva: Questi regali tutto sangue del povero; non ne
accetto. E mentre li buttava fuori del Tempio, tutti quei oggetti, ed anche i
soldi, lasciavano una fiumana di sangue. La Vergine, seduta alla destra con tante ragazze, che ad una
ad una accarezzava, e a loro diceva: Figlie mie, andate ognuna ove la
Provvidenza vi ha destinate. Siate sempre buone, oneste ed obbedienti a chi
sarà destinato per vostri superiori. Chi, di quelle ragazze, era destinata per donna di servizio,
chi per impiegata, chi per sposa; una diversa dall'altra aveva il suo comando:
Tutte, ripeteva la Vergine, siete mie figliuole, tutte mi siete care. Dopo
l'esilio di questa valle di lacrime dovete, caste e pure, ritornare fra le mie
braccia. Quanto è buona la Vergine! Davanti a Lei non (ci) sono
preferenze né privilegi; solo chi può (e) si conserverà buono, sarà la sua
privilegiata. Agosto 11 1941 Ieri sera, addolorata per un affare di mia sorella, mi
addormentai. Gesù, come in una tela, mi presentò tutta la mia vita passata;
pene ed affanni: insomma anche la minima sofferenza io vidi rinnovarsi davanti a
me. Per queste sofferenze, mi disse Gesù, è che io ti voglio
bene, perché tutte le sopportasti per mio amore. Mi presentò un posto. Vieni, mi disse, qua; vedrai tante
belle cose Camminando, arrivai ad un bel portone ove erano due angeli ai
lati, in atto di imponente vigilanza. Sopra il portone d'oro, era scritto: Qua non entreranno né
disonesti, né impudichi. I due angeli mi fecero segno di entrare; io, contenta,
entrai: era un pezzo del Paradiso. Come era bello! Piante e fori mai visti, il
pavimento smaltato di perle e fiori preziosi. Camminai un pezzetto; poi mi fecero segno di non oltrepassare
più oltre. Mentre, incantata, guardavo bellezze mai viste, vidi
avvicinarsi un prete salesiano, con una chiave in mano, diretto ad un giardino
che trovavasi dentro il S. Paradiso. Nel cancello prezioso (c')era scritto a caratteri d'oro: Giardino Salesiano. Dentro si vedevano preti grandi e
piccoli, secolari di tutte le età, un giardino meraviglioso, piante (e) fiori
mai visti; tutta la gente di dentro cantavano allegramente. Lo avvicinai Don Angelini: Ci lasci entrare a vedere il
vostro giardino! No, rispose: è roba nostra. Mentre parlavamo con lui, nell'aria vidi scritto il mio nome
e quello di mia sorella. Guardi, dissi io, il nostro nome è scritto in Cielo! Lui sorrideva. Così meravigliata, mi svegliai. Agosto 20 1941 Mentre pregavo, martedì mattina, dopo la S. Comunione, Gesù
mi disse: Figlia,voi vi addolorate tanto tanto per Don Angelini. Lui è un'anima
a me molto cara; però lui deve lavorare per la mia gloria e portarmi molte
anime: voi di guida ne avrete un'altra. Io ve la potrò scegliere anche
migliore. Rassegnatevi, fgliuole mie; poi vi affliggete troppo per le
cose temporali. E non sapete che io sono la porta, che ricevo tutti i miei cari
tribolati: il mondo ve la potrà chiudere la sua porta, ma io son sempre pronto
ad aprirvela. Quanto è buono Gesù! Quanto ama i suoi figli! Agosto 22 1941 Ieri sera, mentre pregavo in casa, vidi don Bosco: era bello,
sorridente, affettuoso. Mi si avvicinò e mi disse: Figlia mia, ama tutti i miei
preti salesiani; tu non sai quanti di essi ce ne sono santi! Un Don Rotolo, un
Don Angelini, Don Aurelio: questi sono anime sante. Quanti altri uguali a loro
ne ho santi e puri. Non solo dei preti ho santi, ma anche dei secolari miei
collaboratori ne ho santi. Tu non tutti conosci, ma ne ho un gran rnimero. Anche
Don Gasbarra è anima a me cara. Ne ho altri non secondo il mio cuore, non cattivi, ma non
come io desidero. Ti raccomando i miei salesiani, di volerli (sic) tutti bene e
pregare per loro affinché tutti i miei salesiani si facciano gran santi. è così allegro Don Bosco, (con) un viso bello che io rimasi
meravigliata! Dopo avermi dato queste avvertenze, la visione sparì... Agosto 1941 Mentre pregavo fui rapita. Mi vidi in un gran luogo bello
bello che io non posso descrivere; fiori, piante attorno (a) dei bei troni. Guardai e vidi in ogni trono una verginella vestita di
bianco, con la testa cinta d'una bella corona, ed un'arpa vicino che suonava e
cantava. Ogni verginella aveva la sua arpa, e tutte assieme cantavano lodi al
Signore, gli occhi rivolti in alto; tutte assieme formavano un coro. In ogni trono era scritto il nome della verginella che
l'occupava: una era Santa Agnese, l'altra S. Lucia, un'altra S. Teresa del
Bambino Gesù. Erano tutte a fila: Che belle! Mi sembravano angele. Mentre così guardavo, mi si avvicinò Gesù e mi disse:
Figlia mia, se tu nel mondo soffrirai tutte le tue pene con pazienza, uno di
questi troni. sarà riservato per te, però bisogna essere buona come lo sono
state queste verginelle. Guarda questo: è un lembo del S. Paradiso: più oltre non
puoi vedere. Come era bello! Io non posso descrivere tante bellezze. Quanto è buono Gesù! Per piccole cose che Gesù ci chiede,
quanti premi, quante beatitudini! Agosto 1941 Dopo la S. Comunione Gesù mi fece vedere Don Bosco. Mi
avvicinai io con mia sorella, e Don Bosco ci disse: Figliole, io vi voglio bene
perché siete semplici. Volete bene a Don Gasbarra; badate che è un'anima
santa. Dei miei sacerdoti salesiani, ne ho parecchi anime sante. Appena dette
(queste) parole, sorridendo, sparì. Quanto è buono Don Bosco! Com'è affettuoso! Anche con le
anime cattive, com'è la mia, lui è buono. Agosto 1941 Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, (sii) sempre
più paziente. lo sono dispiaciuto con quella persona che vi aveva promesso
quel posto; e poi ricompensa male male. E questo a me dispiace tanto. Siete povere, ed essa (?), ma io la punisco: Chi maltratta
uno dei miei poveri, maltratta Me, Figliuola. Agosto 1941 Mentre pregavo nella Chiesa di San Sebastiano, fui rapita. Mi
si presentò Gesù e mi disse: Figlia mia, come sono dispiacente per tanti
peccati che commettono moltissimi dei miei amici! Uno a S. Giovanni è in
peccato mortale; vita immorale, è malato, eppure non si distacca dal peccato,
seguita a vivere nel mondezzaio e vuol morire in mezzo al mondezzaio, imbrattato
in gravi peccati. Prega, Figlia mia, prega per queste anime, e fa pregare a
tale sacerdote, ossia a Mons. Vitali ed a Padre Massimi. Altri ci sono uguali nel peccato, anche a S. Maria Maggiore. Prega, figlia, e salvami queste anime che a me costarono
sangue e la stessa mia morte. Agosto 1941 Nel sogno mi trovai in una vasta campagna; camminavo assieme
a mia sorella. Nel camminare inciampavamo (in) tante travi, travi che erano
appese, e pendevano da alti alberi. Le travi ci ferivano gli occhi, il petto;
insomma ci facevano tanto male. Eravamo al buio, e per camminare, mettevamo le mani davanti,
ma era inutile il non ferirci; almeno ci feriva al petto se salvavamo gli occhi:
un camminare pericoloso, piccoli inciampi nelle gambe e nei piedi. Mentre, affannate, (si) proseguiva (a) camminare a stento, ci
si presentò Don Bosco. Tutto luminoso, si avvicinò e ci disse: Figlie, state
attente nel camminare; questo prato vasto è il mondo ove voi vivete, tutti questi alberi grossi sono i sacerdoti, le travi che voi
vedete, curve verso ' di voi, quasi chinate per terra, sono grossi rami che (si)
distaccano dagli alberi, attaccati, ma curvati, che offendono migliaia di
uomini: vuol dire il mal esempio di questi sacerdoti (che) fanno tanto male agli
uomini. Al buio vi rendono questi, col pericolo di farvi divenire ciechi e di
ferirvi mortalmente il cuore. I piccoli inciampi nei piedi, sono il mal esempio di altri
uomini, ma non di preti, ma di secolari. 1 più terribili sono gli inciampi
degli alberi grossi. Pregate, figliuole, affinché questi sacerdoti rischiarino di
nuovo la via e raddrizzino i rami, rovina di milioni di anime. Così dicendo, mi svegliai. Settembre 1941 Nel sogno vidi. Don Bosco. Mi si avvicinò e, tutto
sorridente, mi disse: figliuola, io, quand'ero nel mondo, le più terribili
persecuzioni le ebbi da parte dei preti. Sta tranquilla, non lamentarti con nessuno, offrilo a Gesù,
e vedrai il gran merito che ne avrai. Quando ti viene qualche tribolazione, va davanti a Gesù
sacramentato e sfogati con lui. Con lui solo, figliuola, e da lui avrai forza e coraggio da
sopportare tutte le pene con amore. Appena mi dette queste avvertenze, mi svegliai, e Don Bosco
spari. Settembre 1941 Una mattina, dopo la S. Comunione fui rapita. Mi vidi davanti
Gesù che mi diceva: Figliuola, io agli uomini ho dato libera volontà di
operare come a loro piace. Il mondo è cattivo cattivo, che sono stato costretto
di abbandonarli a loro stessi. Non sono io che ho mandato la guerra, no, no; sono i peccati
degli uomini che hanno attirato il presente flagello, sono i capi, gli uomini
che fanno da soli. Ed io interverrò quando vedo che gli uomini non possono far
più niente. Intervengo lo per salvare la mia Sposa, la Chiesa. Settembre 1941 Ieri sera il diavolo mi (si) presentò vicino vicino; me lo
sentivo, mi faceva delle smorfie: ti farò dei dispetti, mi diceva. Poi si avvicinava a mia sorella, e le faceva delle smorfie e
boccacce. La mattina, appena mi alzai, mia sorella entrò nella sala, ove trovò
tre libri regalatici da Monsign. Vitali, tutti sfogliati e malconci, sparsi per
terra e sopra il divano. Settembre 1941 Ieri sera facevo la visita al S. Sacramento. Fui rapita in
ispirito: Mi si presentò Don Bosco tutto sorridente, mi disse: Figliuola mia,
abbi pazienza, sii più buona, offri questa persecuzione al Cuore di Gesù, e
vedrai il premio che ne avrai! Settembre 1941 Dopo la S. Comunione, Gesù mi disse: Con quella tribolazione
che il mondo ti chiede, tu non sai quante anime hai liberato dal purgatorio,
perché, mentre le hai ricevute, tutte le hai offerte a Me per suffragio delle
anime del Purgatorio più abbandonate. Settembre 3 - 1941 Mentre pregavo fui rapita in ispirito. Gesù mi disse: Figlia
mia, per il posto di tua sorella, lo ho disposto di ottenerlo, ma tu ben sai che
lo propongo e l'uomo dispone; lascio in tutte le cose libertà all'uomo. Ma non perderti di coraggio: seguita le tue preghiere ed
otterrete. ettembre 3 - 1941 Ieri sera, mentre pregavo, ad un tratto fui rapita. Mi vidi
davanti la Mamma Ausiliatrice che mi disse: Figlia mia, il mondo sta cadendo in
rovina; quanto son poche le anime che pregano per il flagello della guerra da
voi meritato, quanto son pochi! Pensano, la maggior parte, alle mode immodeste, ossigenarsi e
mascherarsi il viso e le ungue(sic), ed ai grassi perché non possono mangiar
bene. Quanta miseria! Mamme che, invece di dare il buon esempio,
rovinano i loro figli e figlie! Quanta miseria! Pregate almeno voi affinché il mio Figlio plachi l'ira
contro gli uomini corrotti. La Mamma Ausiliatrice, sospirando, mi lasciò. Povera mia Mamma, quanto vorrei fare per vederti contenta e
placare Gesù! 4 Settembre 1941 Stamattina, dopo la S. Comunione, Gesù mi disse: La mia
barca è piena di cani; come ne sono sdegnato! Dì a don Alfredo V. che non ci vadi (sic) per quell'affare;
e dille che lo l'amo tanto, che è uguale, perché in loro trovo il cuore pieno
di terra, ed io in quei cuori non posso entrare perché già pieno di terra, e
per me non trovo posto. Ama le Anime del Purgatorio, prega per loro, mie dilette
Spose. Quante volte vedo il Cuor di Gesù triste, piangere per la
cattiveria degli uomini! L'altra sera, mentre pregavo, Gesù mi disse: Figlia mia come
sono indifferenti gli uomini verso di me! Io li ho amati fino allo spargimento
del mio Sangue, eppure corrispondono coll'oltraggiarmi! Sono in cerca di anime vittime, ma poche sono quelle che
trovo. Ed io: Sì, Gesù, accetto ben volentieri, perché la tua
giustizia offesa, rimanga riparata. Settembre 1941 Nel sogno mi (si) presentò Don Bosco con Domenico Savio al
fianco. Salivano le nostre scale per entrare in casa a farci visita; nel mentre
io e mia sorella scendevamo, e c'incontrammo. Loro due venivano sù, noi due,
con mia sorella, andavamo giù. Don Bosco, appena ci vide, si fermò e, sorridendo e mettendo
la mano nella spalla a mia sorella, disse: Cattivona, non ti sei scritta fra le
mie cooperatrici! Scriviti. Hai dato il nome di tua sorella, ed il tuo no,
cattivella!, toccandole sempre la testa. E noi gli dicevamo: Venga sù. - No, no, un'altra volta. Dica, io dissi: Don Angelini è buono; ed Angelo e Monsign.
Vitali? - Buoni figli, anzi anime sante. Fra i Salesiani ne ho tanti,
anzi moltissimi, santi. E noi: - Venga sù. - No, un'altra volta. Domenico Savio, sorridendo, ci rispose: Io verrò a farvi
visita fra poco; mi ci manda Pietro Ricardone. Così dicendo mi svegliai. La mattina raccontai il sogno a mia sorella: Che sogno,
dissi, ieri sera! Ma non bisogna credere ai sogni, replicai io. Meraviglia! Dopo pranzo arrivò una lettera con dentro un
libretto di Domenico Savio, ossia la fotografia e biografia ed una lettera ove
diceva di averla inviata Pietro Ricardone da Torino. Settembre 8 - 1941 Dopo la S. Comunione Gesù mi fece sentire delle consolazioni
grandi. Mi portò vicino alla Mamma Celeste, ch'era tutta risplendente.. Mi accarezzò e mi disse: Figlia mia, io prima di vedere la
luce del mondo, ebbi l'uso della ragione. Quanto è buona la Vergine! Settembre 1941 Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figliuola, vuoi soffrire
qualche cosa per mio amore? Sì, io risposi; non solo voglio soffrire per te, ma vorrei
dare tutta la mia vita e spargere il sangue tutto per te. Settembre 1941 L'altra sera, mentre pregavo, fui rapita in spirito, mi vidi
davanti ad un immenso numero di soldati: Italiani, Tedeschi, Russi, Inglesi. Uno contro l'altro sparavano fucili, cannoni. Si sentiva tirare una nazione contro l'altra nemica; metteva
paura solo il vederli da lontano. In mezzo a tutti quei soldati si presentò Gesù, e diceva: - Tutti (siete) miei figliuoli, tutti io amo ed ho sempre
amato; per tutti lo sparsi il mio preziosissimo Sangue. Amatevi!, ripeteva Gesù; amatevi!. Perché tanto spargimento
di sangue? Perché non tutte le nazioni sono unite alla mia Sposa; perché non
amate Me, vostro Padre, non vi potete amare fra voi, tutti fratelli in Me.
Quanto sangue vidi spargere in pochi minuti!; mi tremavo dalla paura. Gesù,
dopo aver detto quelle tremende parole, sparì. Settembre 1941 Mentre pregavo vidi la Vergine Ausiliatrice seduta in trono;
vicino ci aveva dei bambini e bambine. La Vergine ne chiamava altri che stavano
a giocare. Quelli si avvicinarono. La Vergine li prese per mano e li accarezzò, dicendo a loro:
- Poveretti, siete orfani!. - No, rispondevano questi ultimi venuti, non siamo orfani;
abbiamo babbo e mamma. - Sì, ripeté la Vergine, siete orfani perché i vostri
genitori poco o niente si curano di voi, a darvi una educazione cristiana, e
così, abbandonati a voi stessi, siete più che orfani; perché gli orfani veri
son da compatire, ma voi siete più orfani degli orfani. Io alla vostra mamma e babbo vorrei punire, ma ho compassione
di voi innocenti. lo quei bambini li conosco. Quanto è buona la Vergine! Settembre 1941 Mi comprai un quadro delle Vergine dell'Ausilio. Mentre la
portavo in mano, la Vergine si animò, e mi disse: Portami da Vitalia. Voglio andare dai parenti di Vitalia che son cattivi, che non
mi amano; ed io mi voglio in casa loro, per prendere possesso in quella famiglia
che sta andando in rovina. Portami subito. Settembre 1941 Mentre pregavo, la Santa Vergine mi disse: Figlia mia, prega
assieme a Paolina, prega affinché mio Figlio si plachi; è sdegnato col genere
umano. Io, figlia mia, non riesco a placare lo sdegno del mio Figlio; 1 peccati
son troppi; che il mondo è colmo di nefandità e (im)pudicizia! Settembre 1941 Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, prega
affinché il mondo si. converta, e che lo possa regnare in tutte le Nazioni. Io voglio assolutamente regnare. Settembre 1941 Dopo la S. Comunione fui rapita. Vidi Gesù triste, e mi
disse: Sono in cerca di anime vittime. Il mondo sta cadendo in rovina; sono in
cerca di anime vittime, ma ne ho trovate poche, pochissime. E tu vuoi accettare per riparare ai peccati dei tuoi
fratelli? Ti manderò qualche tribolazione, l'accetti? Ed io risposi: Volentieri. Gesù caro, io l'accetto, pur di
salvare tutti i miei fratelli. Ebbene, replicò Gesù: Io quanto prima ti metterò sopra la
croce. Settembre 1941 La sera che abbiamo portato il quadro della Madonna
Ausiliatrice, io e mia sorella ed una nostra amica, ci mettemmo a pregare
davanti alla Vergine. Mentre pregavamo assieme, fui rapita: Mi sembrava di vedere
la Vergine dipinta nel quadro, animarsi e dirmi: Figlia mia, ora ho preso
possesso della vostra casa; da qui in avanti vi farò da madre"' (cfr. n.
84). Ieri sera, 22 settembre 1941, mentre pregavamo, io,
Paolina, ed una mia amica, fui rapita in ispirito, mi sembrò che la Madonna
Ausiliatrice si animasse e, triste triste, mi disse: Figlia mia, ti. raccomando
di pregare per il presente flagello. Mio Figlio è grandemente sdegnato per gli uomini; non
riconoscono più il loro creatore: vuole mandare al genere umano un altro
tremendo castigo. Io, figlia mia, non riesco a placarlo. Tutte le nazioni van dimenticando il loro creatore, il mondo
va cadendo in rovina, le donne, semivestite, vanno perfino ad insultare il mio
Figlio dentro la sua Sposa, la Chiesa, sfacciate, senza pudore. Mio Figlio non ne può più. Pregate almeno voi, figliuole
mie. Io non riesco a placarlo. Una mia cugina mi scrisse di una mia amica, che soffriva
tanto tanto, avendo perduta la vista ed (aveva) il fratello paralitico grave. Prima di ricevere la lettera di mia cugina, la sera avanti.
Gesù me ne aveva avvertito. Settembre 23 - 1941 Oggi ricevetti una lettera dall'amica cieca. Giorni avanti di
ricevere (1) Ora il quadro si trova ad Alghero presso i Passionisti. la lettera. Gesù me ne aveva avvertito, dicendomi: Bada che
Grazia ti chiederà vestiti e scarpe; inviale la tale e tale roba. Quanto è buono Gesù! Settembre 22 - 1941 Camminavo nella strada; mi si avvicinò un bambino di circa
sei anni, mi prese la mano e mi disse: Gesù è sdegnato contro gli uomini, non
ne può più. Vuole inviare un altro tremendo castigo; prega tu e Paolina:
pregate affinché Gesù si plachi. Finite queste parole, il bambino spari. Io piansi dal dolore per tale notizia, e ritornai a casa
tremando. Pregavo davanti alla Vergine Ausiliatrice. Fui rapita: Vidi
Don Bosco vicino a me con una quantità di bambini, tutti genuflessi davanti
alla Madonna. Don Bosco pregava, anche lui inginocchiato, e diceva: Mamma
Celeste, abbi pietà del genere umano che soffre in quest'ora tanto tanto, calma
il braccio possente di Gesù che sta castigando il mondo orribilmente. Mamma bella, per amor di queste anime innocenti che vedi a me
d'intorno, vedi che muoiono di fame, pieta. Madre Ausiliatrice, pietà di
cotesti innocenti! La Vergine abbassò gli occhi e pianse. E rispose: Mio Figlio
è sdegnato; non ne può più dei peccati degli uomini! Sparì la visione, e mi trovai sola, inginocchiata davanti al
quadro della Madonna. Dicembre 1941 Dopo la S. Comunione fui rapita in ispirito. Vidi il S.Cuore;
io mi avvicinai e dissi: Gesù, abbi pietà di noi. Vedi che siamo
tribolati; ci manca anche il pane, specie i bambini come faranno? Piangono per
la fame: abbi bietà! Gesù mi rispose: Figlia mia, io sparsi tanto sangue sopra la
terra per la vostra salvezza, ma vedo che tanto sangue io sparsi inutilmente,
perché ovunque mi rivolga, non vedo che peccati: peccati negli uomini, peccati
nelle donne colle mode scandalose, sfacciate: vengono ad insultarmi anche nella
mia casa. Povero Gesù! Quante offese ricevi da noi! Dicembre 1941 Dopo la S. Comunione fui rapita. Vidi Gesù in aspetto
maestoso, ma severo; mi avvicinai e dissi: Gesù, tu puoi in un istante far
calmare l'odio che regna in quest'ora fra gli uomini: fa. Gesù, che presto
tutti si possano abbracciare e darsi il bacio della pace, fa ricordare loro che
tutti siamo fratelli. Gesù severamente mi rispose: Figlia mia, il mondo sta
cadendo in rovina. Non ci è più pudore; peccano di disonestà con tanta
sfacciataggine, le chiese sono deserte, i teatri sono affollati, i cinemi (sic)
non possono più contenere le persone, tutto è corruzione, tutto è
sfrenatezza. Il mio Padre è sdegnato; vuol castigare il genere umano.
Quanto Sangue io sparsi inutilmente! Così triste, Gesù si ritirò. Povero Gesù! Dicembre 1941 Mentre pregavo, fui rapita in ispirito. Vidi Gesù, mi si
avvicinò e mi disse: Figlia mia, non pregare per i soldati che muoiono in
guerra; per quelli ci penso io. Prega specialmente per i sacerdoti, che molti di
loro mi offendono e mi feriscono il cuore. Così triste, Gesù se ne parti. Dicembre 1941 Mentre pregavo, fui rapita in ispirito. Mi è sembrato di
essere vicino al Cuore di Gesù. Io le presi la mano e gliela baciai, e Lui mi disse: Figlia
mia, a mio Padre chiedi affinché ti dia l'amore sacerdotale. Se questo amore otterrai, rimarrai felice per sempre. Gesù, quanto sei buono verso di me, indegna tua figlia e
Sposa! Dicembre 1941 Una sera, mentre pregavo, fui rapita in ispirito. Pregavo
davanti al quadro di Maria Ausiliatrice. Dicevo alla Madonna: Mamma, prega il
tuo figlio Gesù affinché presto cessi il presente flagello. Vicino a me pregava pure Don Bosco con tanti bambini attorno.
E Don Bosco diceva: Mamma mia, ti presento queste anime innocenti che sono senza
pane. Dì al Bambino Gesù che cessi il presente flagello della guerra, la cessi
presto, almeno per amore di queste innocenti creature. Madonna Ausiliatrice, da
te speriamo di ottenere la sospirata grazia. Don Bosco piangeva e pregava davanti alla Madonna, e la
Vergine rispose: lo non riesco a calmare il mio diletto Figlio, sdegnato contro
il genere umano. Vicino a Don Bosco ci conobbi un prete Salesiano, D. Angelini.
Quanto è buona la nostra Mamma Celeste! Dicembre 1941 Ieri sera, mentre pregavo, fui rapita. Mi sembra(va) di
vedere il Sacro Cuore che mi disse: Il lenzuolo che ti diedi, significa il
lenzuolo ove sono stato involto io appena mi dovevano deporre nella sepoltura;
significa il lenzuolo che dovranno involgere a tutti i miseri mortali; ricorda
la morte che dovete sempre aver presente. Figlia mia, Paola è senza prudenza; non dare pezzi della
detta stoffa a nessuno: è imprudenza. Né ad Aurelio, né a suore: a nessuno. Figlia, non recarti a fare auguri a nessun prete. Io ti
voglio più ritirata, più nascosta. Gesù mio, quanto siete buono! Dicembre 1941 Gesù è tanto buono! Pregavo per la cessazione della guerra
e dicevo: Gesù buono, calma cotesto flagello! Ricordati che per il genere umano
hai sparso il tuo Sangue Preziosissimo! Ed ora ci vuoi abbandonare in questo
modo? fa che, presto, tutti ci possiamo abbracciare da veri fratelli! Fammela
questa grazia! Figlia, mi disse, il mio Padre, per placare la sua giustizia,
vuole delle anime vittime, che si offrano volentieri a soffrire tante pene e
disagi per, così soffrendo, possano calmare il mio Padre sdegnato. E tu, Figlia mia, sei pronta ad offrirti vittima? Sì, Gesù mio, risposi: io son pronta (a) soffrire tutte le
pene che tu vuoi, purché venga la pace fra gli uomini. La vittoria l'avranno, ma bisogna soffrire soffrire noi
assieme i poveri soldati. Dicembre 1941 Ieri sera mi sognai Gesù; si mise vicino e mi disse:
Figliuola mia, ti vuoi offrire vittima per la vittoria dell'Italia? Sì, io risposi. Magari se vuoi (nel caso che tu voglia), la
mia vita prendila pure, purché venga la vittoria. No. La vita no. Ma ti mando un dolore al cuore che ti ricorderà il mio
dolore che soffro per la indifferenza di tante anime che mi ricevono per
abitudine e senza proponimento di emendarsi. Gesù mio, quanto sei buono, quanto ci ami! Anch'io ti amo
tanto tanto. Gennaio 1942 Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, vi voglio
più perfette. Levate certi inciampi che vi disturbano nella via della
perfezione. Sono pietrucce che, camminando, vi possono anche far cadere: sono,
figlia mia, le debolezze, il pensare troppo alle cose del mondo, all'avvenire. E poi vi voglio, a te e a Paolina, più morte a voi stesse. Gennaio 1942 Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, quel
dentista che è morto pochi mesi fa, lui non volle riconoscere a me per Padre;
ed io non lo riconobbi come figlio. Dicembre 1941 Dopo la S. Comunione pregavo nella cappella dedicata a S.
Anna. Dopo una mezzora mi vidi avvicinare una bestia brutta. Mi prese la
borsetta, mi levò lire 100 che avevo messo dentro per fare delle spese, le
prese tra le mani e me le fece diventare, in un poco di cenere; perché
(perciò) appena mi svegliai, trovai sopra il borsellino le 100 lire ridotte in
cenere. Piansi un poco, ma dopo offri(i) tutto al buon Gesù. Gennaio 1942 Mi sembra di aver visto, mentre pregavo. una monaca. Guardai
bene e conobbi di essere (che era) Santa Teresa del Bambino Gesù. Tutta sorridente ci disse: Voi, specialmente Rna, si occupa
(preoccupa) troppo dell'avvenire. Confidate in Dio! Gesù a me m'innalzò alla perfezione perché tutta mi
abbandonai; nelle sue divine mani, come una bambina nella braccia della mamma. Poi prese delle foglie (petali) di rose e le sparse sopra il
letto mio e di mia sorella: foglie vellutate rosa e bianche. Messe le foglie, spari. Gennaio 1942 Io, mia sorella, ed una nostra amica, facevamo l'ora santa.
Ad un tratto fui rapita. Vidi un angelo biancovestito; e ci guardò tutte e tre;
poi disse: Pregate bene! Portava una carta bianca in mano, ove scrisse i nostroi nomi.
Poi, sorridente, ci disse: Detti nomi devo portare a Gesù Pronunciando dette parole, spari, tutto risplendente. Gennaio 1942 Mentre dormivo mi (si) presentò una giovinetta sui tredici
anni, mi prese la mano e mi. disse: Paolina vuol fare da giardiniera, ma io
direi di lasciar piantare i fiori al giardiniere celeste, che a suo tempo sa
piantare e togliere le qualità dei fiori. Piantando voi, specie P.na, getta il seme anche per terra ove
c'è il pericolo di calpestare (che calpestino) il seme i passanti. Voglio dire: Nelle cose di spirito di essere prudenti,
perché secondo a chi lo raccontate, invece di fare un bene, fate un male. Gennaio 1942 Mi sembra(va) di vedere una giovinetta sui dodici anni; si
presentò vicino al mio letto. Era di bianco vestita, coi capelli biondi, bella, sembrava un
angelo. Mi guardò e mi disse: lo ero umile in tutte le cose, e sempre mi
rassegnai alla volontà di Dio; umile, al punto di abbassarmi come i bambini;
Gesù, vedendo la mia umiltà e rassegnazione, m'innalzò fino al riposo nel suo
Divin Cuore. ola dev'essere più umile e più rassegnata, altrimenti non
contenta Gesù. Dette queste parole, sparì. Conobbi ch'era Teresa del Bambino Gesù... Gennaio 1942 Dopo la S. Comunione fui rapita. Vidi la Vergine con un
cestino fra le mani; era pieno di rosari bianchi e colorati. La Vergine prendeva i rosari e li dava alle anime che si
trovavano presenti per pregare. Da ognuno di quei grani del rosario, mentre li dava, scendeva
una specie di acqua odorosa; li distribuì tutti, ch'erano migliaia. Poi, rivolgendosi a tutte quelle anime, disse: Figliuoli e
figliuole mie, voi con questa corona smorzerete il fuoco che (è) sparso in
quasi tutto l'universo. Se voi reciterete con fede questa corona, questo fuoco
si smorzerà presto. Questa è l'arma più potente; e più potente arma di questa
l'uomo non può trovare. Dette queste parole, sparì tutta risplendente. Gennaio 1942 Mentre pregavo, fui rapita in ispirto. Mi (si) presentò San
Giovanni Bosco, mi prese la mano destra e mi disse: - Quella persona ama tutte uguali; quello è in via di gran
perfezione: in ogni anima vede Gesù, e tutte le anime a Gesù vuole portare. Gennaio 1942 Mentre pregavo, fui rapita. Mi sembra(va) di vedere S.
Giovanni. Bosco; mi si avvicinò e mi disse: - Quella persona è una fonte ove ognuno va e riempie la sua
anfora; chi grande e chi piccola: voglio dire che ogni anima ha
differenti cose da dire al conf.re. Chi più chi meno, secondo i bisogni, sono gli avvertimenti
ed incoraggiamenti; e l'anima dal conf.re riceve consigli secondo lo spirito. Gennaio 1942 Mentre pregavo davanti alla statua di S. Teresa, un mano
brutta mi graffò al polso e mi disse: - Te preghi la mia nemica, e m'indicò la
Vergine. (F)in tanto che tu non cessi di pregare a quella mia eterna nemica, io
non ti lascerò mai in pace. Mi fece dal polso uscire sangue. Gennaio 1942 Mentre pregavo, fui rapita. Mi vidi davanti Don Bosco, e
tutto sorridente, mi disse: - Figliuole mie, il conf.re è come il sole; certi giorni.
riscalda di più, certi giorni riscalda di meno: voglio dire che nel conf.re
parla Dio secondo come l'illumina lo Spirito Santo. è lo Spirito Santo che
parla in lui. Non dovete, figliuole, rattristarvi che il conf.re parli poco
o molto; dovete essere umili ed obbedienti, senza punto pensare al molto dar
consigli. Sarà una semplice esortazione: quella basta a fare la volontà di
Dio. Dette codeste ammonizioni, sparì. Febbraio 1942 Mentre pregavo, fui rapita. Vidi Gesù colla croce sulle
spalle; la trascinava a stento. Il povero Gesù aveva il viso insanguinato; mesto mesto, mi
disse: Figlia, aiutatemi, aiutatemi! Grondava sangue anche dagli occhi. Povero Gesù, come ti hanno ridotto i nostri peccati!, io
risposi. E Lui: Anime, aiutatemi! Anime, disse, perché nel mentre (in quel momento) facevamo
l'ora santa io, mia sorella, ed una nostra amica. Povero Gesù, quanto ti vorremmo consolare! Febbraio 1942 Dopo la S. Comunione fui rapita. Mi si presentò Gesù e mi
disse: Figlia, voglio il tuo cuore, lo voglio assolutamente. Sì, Gesù, io risposi; io te lo do subito subito: te lo
regalo, e ne farai ciò che tu vuoi. Tienilo tu, sempre stretto al tuo,
affinché nessuno te lo possa rubare. Gesù, quanto sei buono! Se a me, peccatora, tratti tanto
bene e con tanto amore, cosa non sarà colle anime a te tanto care! Gesù, io ti amo! Ti amo, e vorrei morire a forza di amarti! Febbraio 1942 Mentre pregavo davanti a Sant'Anna, mi si presento il
diavolo, brutto brutto, mi graffiò il polso, e mi disse: Sei mia nemica. Che brutto il diavolo! Mi fece uscire sangue dal polso. Febbraio 1942 Mi ero preparata per andare in Chiesa. Sento suonare il
campanello; mi affacciai (e) vidi davanti alla porta una bestia brutta brutta: -
Ti è guarito il polso?, mi disse. E mi graffiò di nuovo; poi corse sulle
scale. Sembrava una brutta bestia, ed io invocai la Madonna
affinché non mi maltrattasse di più. Febbraio 1942 Pregavo con tanto fervore; mi vidi vicino la Vergine
Ausiliatrice che mi disse: Figlia, io vi voglio bene perché siete semplici. Tua sorella è molto semplice, ed io le regalo questo mazzo
di gigli bianchi. Mi regalò un bel mazzo di fiori per Paolina. Che buona la Mamma Celeste! Ci vuole semplici, ed ama i semplici. Febbraio 1942 Mi trovavo malata; la mattina mia sorella era andata a
scuola. lo ero rimasta sola colla febbre, quando vidi un bambino, vestito di
rosa, coi capelli biondi, gli occhi celesti. lo lo guardavo, e lui rifece il letto di mia sorella, mi
pulì per bene la camera; poi mi si avvicinò e mi disse: - Sempre buone, sempre più buone! E spari. Quanto è buono
Gesù! Quanto è buono! Marzo 1942 Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, in questa S.
Quaresima bisogna che (tu) offra qualche cosa per mio amore. Devi sopportare, senza lagnarti, un forte dolor di testa; ti
trafiggerò la testa con una corona ai spine uguale a quella che regalarono a
me: tanto sarà il dolore che un occhio ti lacrimerà per tutta l'intera
quaresima. E tutto devi soffrire per amor mio. Gesù, quanto sei buono! Quanto mi ami! Mi vuoi fare, nel
soffrire, simile a te. Anch'io, Gesù buono, ti amo! E vorrei amarti quanto non sei
stato mai amato! Marzo 1942 Gesù è buono, Gesù mi ama, Gesù non mi abbandona; io amo
a Gesù, l'amo tanto, l'amo quanto non è stato mai amato: vorrei avere nelle
mie mani tutti i cuori degli uomini, e tutti li darei a Gesù! Del mio cuore ne vorrei fare una candela per rimanere sempre
accesa davanti a Gesù Sacramentato Gesù, Gesù, tu lo sai quanto ti amo! Se tu mi mandi
nell'inferno, io, lì, non farò altro che cantare lodi a te e alla Mamma
Celeste, e farò sentire la mia voce gridando: Gesù ti amo. Gesù ti amo. Gesù
ti amo. T'amo, sebbene mi nemica ai tuoi occhi; Puniscimi quanto
vuoi: sempre t'amerò. Notte e giorno vorrei starmene vicino a Gesù Sacramentato;
vorrei morire ai tuoi piedi, o Gesù! Vorrei che il mio amore si struggesse d'amore per te, o Gesù;
niente altro desidero, solo che il mio cuore si possa sciogliere davanti a te,
come una candela di cera. Non voglio beni terreni, non onori; il tuo amore mi basta,
Gesù. Dammi tanto amore quanto ne sei degno; vorrei morire bruciata d'amore per
te, o Gesù. Se fossi un angelo, prenderei una tromba, farei il giro
dell'oceano e griderei a tutti gli esseri umani: amate Gesù, amatelo amatelo
uomini, amatelo il buon Gesù, ricordate che è morto in croce per salvare a noi
miseri peccatori. Mi sognai la Vergine; mi (si) presentò davanti, nella
camera, e mi disse: - Prega per i peccatori. Mio Figlio è sdegnato per le mode
immodeste. E tu con Paolina, recitate spesso questa preghiera che ora ti
insegno: "Madonna dell'amore, Vergine santa, fammi diventar santa, perché
tu lo puoi e lo vuoi". La Vergine era triste, con le lacrime agli occhi. Povera
Mamma, ha ragione di piangere, perché offendiamo tanto il suo caro Figliuolo
Gesù! Marzo 1942 Mentre pregavo, fui rapita. Vidi Gesù che mi disse: Figlia
mia, quella persona vi ha dato dispiaceri perché non si è curata di mantenere
la parola promessa per P na. A me, figlia, questo fare non va bene, perché è
approfittare della bontà del povero. E io a tale persona, perché ingiusta, la
devo punire. Gesù mi disse: Grazia non guarirà perfettamente a tutti e
due gli occhi, ma (al)1'ultimo avrà un poco di luce, il tanto da poter lavorare
qualche cosetta. Giorgio guarirà in parte, ma non perfettamente, perché deve
scontare debolezze passate, per poi - se soffre per mio amore - soffrire
pochissimo in Purgatorio. Io, figliola, tutto permetto per (il) bene dell'anima. Marzo 1942 Ieri sera, mentre pregavo, mi é apparso Gesù Crocifisso;
grondava sangue da tutte le parti del corpo. La testa era tutta trafitta dalla
corona di crudeli spine; una delle spine arrivava alla lingua: aveva il palato
trapassato dalla crudele spina che gli impediva anche il parlare. Gesù dalla Croce mi guardò, dicendomi: Figlia, io ti vorrei
più semplice nel cappello. I fiori nella tua testa non mi piacciono: solo il
nastro. Le teste fiorite non va(nno) bene, specialmente per te. Ti voglio più
semplice. Paolina se li metta pure, ma per te non son contento. Paola
t'impone di vestire a suo genio, ma devi obbedire a Me tuo Sposo. Gesù aveva ragione; il mio cappello era coi fiori, a me non
piaceva, lo mettevo per contentare mia sorella, ma da qui in avanti obbedirò al
mio caro Gesù... Marzo 1942 Mentre pregavo vidi Gesù Crocifisso, tutto grondante sangue;
vidi tanta gente, uomini, e donne, che verso di Gesù tiravano dei sassi. Lui, piangendo, cercava di tirare (scansare) e indietreggiare
i sassi, ma non poteva perché inchiodato mani e piedi. (Con) lo sguardo pietoso si rivolse verso di me, dicendo: Almeno voi, anime a Me care, riparatemi da questi sassi; son
tutto pe sto. Vedi. anche le donne, tutte mascherate, mi tirano i sassi.
Riparatemi! Povero Gesù, quanto ti fanno soffrire le anime cattive! Ma io mi
metterò davanti al Crocifisso affinché i sassi non arrivino al povero Gesù,
ma voglio che vengano tutti (addosso) a me. lo ti farò da muro, Gesù, e vedrai
che non verrai più maltrattato. PREGHIERA voluta da Gesù Lo so, o mio Dio, che io sono interamente miserabile; che
ogni giorno moltiplico le mie colpe. Io so che davanti alla vostra santità
infinita, io, da me sola, sono come fango davanti al sole. Ma io mi prostro davanti a Voi: per la grazia sono un membro
del corpo mistico del Figlio vostro. Vostro Figlio mia dato questa grazia, dopo avermi riscattata
col suo Sangue; ora che gli appartengo, non mi respingete dalla vostra divina
presenza. Quando prego, mi presento all'Eterno Padre con una confidenza
irremovibile nei meriti di suo Figlio; Gesù ha saldato tutto per noi,
acquistato tutto, e prega continuamente per noi. Dopo la S. Comunione mi è apparsa la Vergine con le lacrime
agli acchi. lo mi avvicinai: - E perché piangete? le dissi. Piango, mi rispose, perché non posso placare il mio Figlio,
sdegnato verso il genere umano. Se gli uomini non fanno penitenza la guerra non
cesserà, e molte vittime dovranno ancora versare il loro sangue. Figlia mia, le mode immodeste, scandalose, e poi la
disonestà in ogni ceto di persone, ha attirato l'ira di Dio; non riesco a
placare mio Figlio. Pregate e fate penitenza; recitate sovente il santo Rosario,
arma potente ed unica per attirare le benedizioni. celesti. Mentre pregavo fui rapita in ispirito. Mi trovai in un bel
giardino ove vidi un gran trono. Sopra detto trono conobbi la Vergine vestita di
bianco ed un manto celeste che le coprivano i piedi, il rosario fra le mani,
attorno tante bellissime fanciulle, tutte vestite di bianco, risplendevano come
il sole. Tutte queste fanciulle cantavano delle lodi bellissime al
Signore; più distante c'erano altre ragazze vestite di bianco, lo stesso, però
erano meno risplendenti: cantavano anch'esse lodi al Signore. Fra queste conobbi
Mariettina, morta da poco; il maggio 1942. lo chiesi ad un alto personaggio perché tanta differenza fra
quelle attorno alla Vergine e le altre più lontane. Mi fu risposto: Quelle ragazze vicino alla Vergine sono le
anime che nel mondo han fatto voto di verginità e che han sofferto di più con
malattie, disprezzi e persecuzioni; le altre che vedi, più lontane, , sono
anime buone che nel mondo han sofferto, però molto meno delle prime. Tutti i due gruppi che vedi, godono e sono care al Signore,
ma (quelle del secondo) hanno meno gloria perché meno hanno sofferto. Mentre pregavo fui rapita in ispirito. Vidi il Padre Eterno,
Gesù da un lato, la Vergine dall'altro. Il Padre Eterno, con un viso sdegnato, si rivolse a me, e mi
disse: - I peccati del genere umano sono tanti e tanto gravi, che ho
deciso dei castighi più terroranti (sic) di quelli che mai siano stati sulla
terra. Tutta l'Europa verrà sconvolta, il sangue allagherà la terra; l'America
e il Brasile andranno contro l'Europa: tante Nazioni scompariranno. Le Nazioni che vorranno riconoscere il Creatore ed adorare il
Dio Onnipotente saranno liberate; se al contrario: verranno distrutte ed
abbattute da grandi persecuzioni. Il S. Padre ne soffrirà, ma la gran nave di Pietro sarà
salva e trionferà dappertutto. Se il mondo si umilia, pregando e facendo penitenza. Io
invierò la pace fra tutte le Nazioni; se il mondo sarà indifferente alle mie
chiamate, i tempi verranno peggiori, non solo mancando il pane, ma grandi
malattie distruggera(nno) più e più il genere umano. Io risposi: Padre Eterno, non castigarci così; ricordati che
il tuo Figlio Gesù ha sparso il suo Sangue per il mondo intero: Perdonaci! Bada
che non sappiamo ciò che facciamo! Vedrai che tutti faremo penitenza, e
pregheremo tanto tanto! Ma l'Eterno Padre non mi volle ascoltare (e) sdegnato,
scomparse. Rimase la Vergine col viso mesto (e) le lacrime agli occhi. Figlia,
mi disse, il mondo è cattivo: non si prega come si deve, pensano alle mode
immodeste che fanno ribrezzo, le chiese in parte deserte, i teatri, i cinema
sono affollati. Le mamme rovinano i loro piccoli col far vedere loro scene
impure, discorsi brutti. E mio Figlio già l'ha detto: Ci da scandalo ad uno dei
piccoli, si metta una pietra nel collo e si getti in fondo al Mio Figlio non può più sopportare i peccati del mondo. lo
sto trattenendo il suo braccio affinché non scagli gli orribili castighi; prega
tu, figliuola, e fa pregare ad altre anime buone che tu ben conosci. mare. Ieri sera mi sognai San Maria Ausiliatrice; pregavo con to mi
vidi avvicinare Don - lo vi voglio bene tanta mi regali, ora che hai tanti lo,
pensierosa, risposi: V E lui: Io vi voglio soltan (a) Cooperatrice a Torino; Ed
a tuo fratello quanto Si(i) sempre buona, ras; non ti abbandonerà mai; frire
qualsiasi tribolazione. per la conversione dei poveri Mi svegliai. Credetti
miracolo! Ci scrisse un nostro podere, hanno conseg Sia ringraziato il buon
nostro caro protettore San Giovanni Boscoi! Ieri sera mi sognai San Giovanni Bosco. Mi trovavo in chiesa
di Maria Ausiliatrice; pregavo con tanto fervore davanti al Sant.mo. D'un tratto
mi vidi avvicinare Don Bosco, tutto sorridente ed allegro. Mi disse: - Io vi voglio bene tanto; vi ho fatto guadagnare Lire 4000:
quanto mi regali, ora che hai tanti soldi? lo, pensierosa, risposi: Vi do quello che voi volete. E lui: Io vi voglio soltanto lire 10 (per) abbonamento di te
e Paolina (a) Cooperatrice a Torino; neppure un soldo di più ti voglio. Poi
replicò: Ed a tuo fratello quanto vuoi dare? Ed io: lire 500. Sì, va bene, mi
disse. Si(i) sempre buona, rassegnata e devota di Maria Ausiliatrice
che non ti abbandonerà mai; anche Paolina deve essere sempre pronta a soffrire
qualsiasi tribolazione. Tutte le vostre sofferenze offritele a Gesù per la
conversione dei poveri peccatori. Mi svegliai. Credetti d'essere (che fosse) un sogno
qualsiasi, ma: miracolo! Ci scrisse un cugino, che dice che nel taglio della
legna d'un nostro podere, hanno consegnato a lui la somma di lire 4000. Sia ringraziato il buon Gesù ed il Cuore Immacolato di Maria
e del nostro caro protettore San Giovanni Bosco!. Mi sognai la S. Vergine. Si avvicinò dicendomi: - Oggi, otto settembre, festa della mia nascita, Figlia mia,
confidate in me: tutte le grazie passano nelle mie mani. La giornata di oggi è la più odiata dal nemico infernale,
perché colla mia nascita doveva venire la salvezza del genere umano. Giorno senza notte è il giorno della mia nascita! Ma il
mondo poco o niente capisce tali misteri. Te, assieme a Paola, pregate oggi
molto molto; pregate per tutti quelli che non mi conoscono, oppure mi conoscono,
ma non mi amano, anzi mi oltraggiano con le più orrende bestemmie. Mi sognai Don Bosco. Mi venne avanti con un registro tra le
mani. In detto registro erano scritte tante pagine. Lessi e vidi scritto delle buone opere che fece mia sorella,
cioè, anime che aveva attirato ai Sacramenti, ed altre opere buone. Poi vidi una pagina ove non c'era scritto niente: rimaneva in
bianco. Don Bosco col dito mi additò quella pagina, e mi disse: questi giorni
te e Paola avete lasciato di fare tale e tale opera buona. Perciò Gesù, in
questi giorni, non ha scritto niente di bene, né di male. Però rimane senza scritto; cosa che a Gesù non piace,
lasciare di fare il bene per debolezza. Ottobre 1942 Mentre pregavo fui rapita in ispirito. Mi (si) presentò la
Vergine Ausiliatrice e Don Bosco. La Vergine piangeva e diceva: Figlia mia, pregate pregate!
Non posso trattenere il braccio del mio Figliuolo; è sdegnato per i tanti
peccati che ogni giorno si fanno contro il mio Cuore Immacolato: mi bestemmiano
ed insultano la mia Immacolata Concezione colle parole più nefande. Il Cuore
del mio Figlio è oltraggiato anche dai piccoli. La Vergine piangeva perché Gesù ci vuol punire con altri
castighi più tremendi di quelli che ora vediamo. Don Bosco si avvicinò e mi disse: - Figlia, amate le mie Suore che son tanto buone; e tu, con
tua sorella, non affannatevi per il domani, che per l'avvenire ci pensa la
Provvidenza: e quando vi avanza qualche cosa, datela sempre ai bisognosi. Amate i poveri, siate umili con tutti, e fate sempre del
bene, anche a quelle persone che vi sembrano di avervi offeso. Pregate per la guerra (che finisca). La Vergine piange
perché Roma, la Città Santa, è divenuta Roma pagana, colle impudicizie e le
mode scandalose. Ottobre 1942 Mi sognai Santa Teresa del Bambino Gesù. Era nella mia
camera; si avvicinò a mia sorella e, tutta sorridente le disse: lo con piccoli
atti mi santificai, ed in breve arrivai ad un'alta perfezione. Anche tu,
Paolina, (c)iò che ho fatto io lo potresti fare tanto facilmente; ti
mortificherai in tutto, prendendo tutto dalle mani di Dio, perdonando con
umiltà anche i piccoli dispregi: insomma sorridente con tutti. Ti regalo un fiore, una bella rosa bianca, col gambo lungo,
verde. Lo pose fra le mani di mia sorella e spari; a me mi sorrise, ma non diede
niente. 5 Gennaio 1943 Mentre pregavo fui rapita in ispirito. Mi (si) presentò
Gesù, tutto risplendente. Avvicinandomi. mi disse: - Figliuola mia, pregate con tua sorella, recitate rosari
tanti; nel recitare l'Ave Maria, (fatelo) con vera fede e devozione. Io, dopo la
loro morte 1", farò nelle loro lingue spuntare un bel giglio. Il mondo, mi disse, sta cadendo in rovina; vi ho inviato un
castigo. In tutto il mondo le mode scandalose e le disonestà si hanno attirato
il presente castigo. Il mio braccio, se non si pentono, dovrà punire il genere
umano con altri nuovi e tremendi castighi. Pregate voi, figliuola, e riparate per quelli che non solo
non pregano, ma mi mettono in Croce più tremendamente di quello che mi misero
il giorno della (m)ia passione e morte. Così dicendomi, Gesù si allontanò, lasciandomi addolorata. Pensai: Povero Gesù come sei mesto, come afflitto! I nostri
peccati ti hanno fatto soffrire la morte di croce, ed ora, forse, saranno i miei
peccati (che) ti han ridotto a farti piangere più con dolore del giorno che ti
hanno messo in Croce. Disonestà, mode immodeste, parlare scandaloso; tutto, tutto
a te ti addolora. Dimmi, Gesù buono, cosa vuoi che io faccia? Che penitenza
vuoi che faccia per riparare i miei enormi peccati e per quelli dei miei cari
fratelli che io tanto amo? Perdonali! Bada, Gesù, che non sanno quello che fanno di
male; non capiscono il male che ne deriva alle loro anime. Come pure non
comprendono il dolore che tali enormi peccati recano a Te, Dio loro Creatore. E
Salvatore e Redentore mille volte delle loro anime. 6 gennaio 1943 Dopo la S. Comunione fui rapita in ispirito: Gesù mi disse:
- Figlia, dammi il tuo cuore, dammelol Ed io: - Gesù, prendilo; è tutto tuo. Te lo consegnai dai primi
anni della mia infanzia. Mentre pregavo, Gesù mi disse: La guerra finirà; ed avrete
la vittoria se l'Italia si convertirà, se lascia la disonestà, se lasciano le
mode immodeste e scandalose, rovina delle loro anime e di tante altre anime
innocenti. Il cinema è sempre pieno, rovina grande dei bambini. Le mie
Chiese sono deserte. Che volete, Figlie mie? Che io abbia compassione di una
nazione cristiana di nome? Pregate e riparate voi per quei ciechi che non vedono e
camminano lungo la via del precipizio, che da un momento all'altro son pronti a
cadervi dentro ed affogarvi. 16 Febbraio 1943 Mentre pregavo mi addormentai. Mi sembra(va) di vedere una
monaca carmelitana che si avvicinò al mio letto e di Paolina. Sorridente, mi disse: Sorelline, vi regalo delle rose, però
non sono sbocciate, ma sbocceranno in Paradiso. Coteste rose son tanto belle
perché ve le regalo in premio della pazienza che la piccola Paolina dovrà
sostenere da tale insegnate N.N., che deve soffrire con pazienza le sgarbatezze
ecc. ecc... (A) quell'altra persona fatele il sorriso, ed offrite tutto
al buon Gesù: disprezzi ed apprezzi. Era Santa Teresa del Bambin Gesù: com'era bella! Che bella
monaca! Quanto ci ama! Febbraio 1943 Mentre camminavo nella via, incontrai un bel ragazzo. Mi (si)
avvicinò e mi disse: Pregate pregate molto Gesù. è tanto offeso; non ne può più dei peccati degli uomini:
le mode scandalose, il parlare non buono. La disonestà è tanta che il suo
Divin Cuore è molto amareggiato. Quanta disonestà in ... Pregate con Paolina e riparate per
coteste orrende offese. Dette queste parole, spari, ma non lo riconobbi. Rimasi impressionata, che subito raccontai tutto a mia
sorella. Febbraio 1943 L'altra sera mi sognai Santa Teresa del Bambin Gesù. Mi si
presentò davanti al letto; prese tante foglie di rose e le mise sopra il mio
letto ed in quello di mia sorella. Belle foglie (petali) di rose fresche con un profumo
incantevole. Dopo di averci messo le rose, mi disse: - Pregate pregate! Gesù è molto sdegnato per i peccati
degli uomi- ni; invece di riparare, l'oltraggiano con (i) più orrendi
peccati: la disonestà, l'inpudicizia ove ora sono ingolfati gli uomini, sono i
peccati più odiosi da Dio. Per tali peccati Dio ha sempre punito l'uomo. Anche
nell'antico testamento distrusse Sodoma e Gomorra. Tante si sposano senza pensare al grande dovere che Dio a
loro impone. Danno alla luce tanti fiori, e questi fiori sono di Dio, e loro
debbono custodire e coltivare; invece, giardinieri infedeli, questi fiori li
lasciano appassire senza dar loro l'acqua rinfrescante e vivificante della
divina parola: mamme infedeli che rovinano le loro piante, da Dio affidate.
Vedendoli, certi fori, non appassire, ma seccare, per carità, altri giardinieri
entrano nel loro (sic) giardino abbandonato e trascurato, ed innaffiano le
piante già appassite. Sorelline, peccato gravissimo una mamma che non educa
cristianamente il suo figlio! Sorellina, diceva a Paolina, prega tu per coteste mamme
infedeli. Dette queste parole, sparì. Mia sorella la mattina si svegliò. Meraviglia! Vide sopra il
suo letto cinque belle foglie di rose profumate, e tre foglie nel mio. Miracolo!
Il profumo sembrava un Paradiso. Aprile 1943 Giovedi Santo, dopo la S. Comunione, mi sentii dire: figlia
mia, nascondimi nel tuo cuore! Il mondo mi perseguita, mi lanciano dei sassi:
voglio nascondermi! Povero Gesù, quanto sei affannato! Lo so: ti perseguitano i bestemmiatori, ti perseguitano i
disonesti, ti perseguitano i malvagi. Vieni, Gesù, vieni che ti nasconderò nel mio povero cuore! Aprile 1943 Dopo la s. Comunione mi senti(i) dire: - Figlia mia, il mio amore non è conosciuto, non è amato.
Io per voi sparsi tutto il mio Sangue, fino a morire in Croce; eppure come sono
mal corrisposto! Almeno tu, Figlia mia, dammi qualche sollievo, qualche
consolazione: amami e fammi amare dalle mie creature! Povero Gesù, quanto poco sei riamato! Non piangere: t'amerò io per tutti quelli che non ti amano e
non ti vogliono riconoscere per loro Dio e Creatore. Aprile 1943 Oggi, giorno di Pasqua, dopo la S. Comunione mi sono trovata
in una grande pianura, ove c'era tanta acqua sporca, piena d'immondezza. Una
moltitudine di persone, uomini e donne, passavano in mezzo all'acqua sporca, ove
dentro si buttavano e tuffavano come bestie immonde. Lì si divertivano tutti assieme, si rialzavano colle vesti
sporche che facevano pietà In mezzo a quell'acqua sporca passava un'altra strada
stretta, però pulita, magari (sebbene) stretta... In quest'ultima traversava altra pochissima gente; ed un
Angelo con una spada in mano, faceva da guardia. In mezzo alla stretta strada, io mi avvicinai e dissi:
Perché quella fiumana di gente si tuffano in mezzo a quell'immondezza? E Lui: Questo è figura del mondo d'oggi, che si tuffano in
mezzo ai. brutti piaceri, sozzi e disonesti, come i maiali immondi. La via stretta è la via del S. Paradiso, ove poca gente ci
vuol passare, perché stretta. Il mondo cerca i piaceri impuri e brutti; questi se non si
puliscono col sacramento della confessione, verranno da Dio puniti per
l'eternità, perché davanti al divin tribunale non si può nessuno salvare se
prima non si sia pulito dalle sozzure con una confessione e contrizione di mai
più immergersi in quei pantani sporchi. L'Angelo me lo diceva con grande severità, che io tremavo di
paura. Pensavo: Anch'io, se prima di presentarmi a Gesù Giudice, non mi
confesso con una vera contrizione dei miei peccati, anch'io sarò inviata a
soffrire in eterno. Maggio 1943 Ieri sera mi sognai il S. Cuore. Mi sembrava che il S. Cuore
fosse in mezzo alla mia camera, in atto di preghiera. Io mi avvicinai e gli dissi: Caro Gesù, perché siete così
mesto? Figlia mia, mi rispose, son triste perché vedo che la maggior parte
degli uomini, nelle loro famiglie hanno collocato il diavolo per far da padrone,
cacciando a Me, loro Creatore e Dio. Vedremo che opererà il diavolo, rovinando la gioventù,
insinuando mode immodeste, col parlare scandaloso, colla vita più brutta della
vita dei brutti animali. Ecco, figlia mia, la rovina delle famiglie di oggi: Non
lasciando regnare Me, regna il diavolo, che tutte le porta alla loro rovina
dell'anima. Maggio 1943 Dopo la S. Comunione mi è sembrato di vedere un Angelo che
portava tanti gigli e rose bellissime. Detto Angelo si avvicinò e mi disse: Se voi, tutti i giorni,
reciterete il Santo Rosario con fede ed attenzione, io dalle Ave Marie ne
formerò delle rose, e dai Pater Noster ne formerò dei gigli; e tutti li unirò
assieme per farne una bellissima corona che vi regalerò in Paradiso. Perciò in cotesto mese di Maggio recitate sovente il Santo
Rosario. Maggio 1943 Dopo la S. Comunione mi trovai in un prato. In mezzo al
prato, sopra un trono vidi la Vergine Ausiliatrice, coperta con un gran manto.
Nella immensa pianura bruciava, con vento e burrasca spaventevole che metteva
paura. In mezzo a tutta quella spaventosa burrasca di vento (e)
fuoco incendiato in tutta l'immensa pianura, si trovavano milioni e milioni di
uomini, e donne. A un tratto si presentò San Giovanni Bosco che correva in
mezzo a quella burrasca terribile. Chiamava uomini e donne; venite, diceva,
venite: la vostra salvezza è sotto il grande manto di Maria Ausiliatrice. Tante persone, per salvarsi, corsero sotto il manto della
Vergine. Don Bosco fece mettere sotto il gran manto anche a noi; ci spinse, per
far presto, colle sue proprie mani. Migliaia entrarono sotto il gran manto, ma altre migliaia
rimasero fuori, non vollero entrare, anzi con scherzo satilico (satirico),
burlandosi di quelli entrati sotto il ricovero della Vergine, li mettevano in
scherzo e ridicolo. E loro in mezzo a quella burrasca e terribile fuoco, ridevano
(e) scherzavano senza curarsi del pericolo che loro attorniava. Il fuoco (si faceva) sempre più forte, il vento terribile. Don Bosco vendendo (sic) che tanti uomini e donne non vollero
mettersi in salvo sotto il manto di Maria Ausiliatrice, salì sopra un tavolo e
cominciò a predicare, esponendo loro il gran pericolo che li attorniava, di
mettersi in salvo sotto il manto della Vergine. Badate, diceva, che voi tutti perirete per vostra colpa;
venite venite sotto la protezione della Mamma Celeste, Ma quei cuori duri, rimasero sordi ed indifferenti alle
parole del Santo. Ed io li vidi intorno al fuoco (attorniati dal fuoco), senza
potersi salvare, arrampicandosi l'uno coll'altro, per scampare dal gran
pericolo; però sotto il manto non vollero entrare. Tutta paurosa, mi trovai davanti all'altare di Don Bosco con
una (profonda) impressione. Mi sembrava, non una visione, ma come che fossi sveglia con
tutti i sensi; che anche oggi, quando me ne ricordo, mi tremo dallo spavento
vedendo tante anime dure, che vollero bruciare e non obbedire alla voce di
salvezza di Don Bosco. Noi tutti, sotto il marito della Mamma, stavamo ben sicuri. Maggio 1933 (NB.: probabilmente "1933" è un errore di
scrittura, in quanto è inserito nell'anno "1943 "). San Giuseppe quanto è buono! Chi non ci crede lo provi. Io
me lo scelsi per mio babbo; sempre, nei bisogni, ricorro a Lui, e non mi lascia
mai senza confortarmi: sia cosa spirituale, come cosa corporale. S. Giuseppe è
un gran Santo! Amatelo, fratelli e sorelle mie, amatelo e invocatelo! Giugno 1943 Dopo la S. Comunione fui trasportata in ispirito. Mi vidi
davanti al Sacro Cuore di Gesù. Io mi inginocchiai davanti al Suo Cuore Immacolato,
pregandolo che terminasse il flagello della guerra; non per i miei meriti lo
facesse, che niente meritavo, misera ed indegna sua figlia, ma lo facesse per
amore della Mamma Immacolata e di tanti innocenti bambini. Figliuola, mi disse Gesù, non pregarmi, ho deciso di punire
severamente il genere umano, specie a quelli che sono stati rigenerati col santo
battesimo, ed ora si sono, la maggior parte, rivoltati contro di Me, loro
Creatore e Salvatore: con le più orrende bestemmie insultano il Mio Divin Nome. Figlia, non posso scendere (abbassare) il mio braccio; ho
deciso di punirvi severamente. Le bestemmie orrende, le mode scandalose, le
disonestà senza numero ha(nno) contristato il Mio Cuore al punto di punirvi
severamente. Le bestemmie orrende, le mode scandalose, le disonestà senza
numero ha(nno) contristato il Mio Cuore al punto di punirvi severamente 1' I. Gesù, tu mi dici di non pregare; ed io pregherò tanto
tanto, e farò pregare altre anime. Grideremo tanto forte che tu, sentendoci
così strillare, sarai costretto di farci la grazia, non per nostro merito, ma
affinché le nostre grida si possano da te allontanare. Bada. Gesù, se non ci ascolti il male è per te, perché
diventerai intontito dalle nostre preghiere fatte con voce alta. Da buono, Gesù ascoltaci; ci faremo tutti buoni! E non ricordi che tutti siamo tuoi figliuoli, riscattati col
tuo Sangue preziosissimo? Gesù mi sorrise e mi disse: Amo tanto la Mia Mamma, e per la
sua tristezza e per il suo Immacolato Cuore sono costretto di cedere. Luglio 2 - 1943 Ieri, giorno della festa del sacro Cuore, ho pregato tanto
tanto, ed ho detto a Gesù che se il mio cuore lo potessi accendere come una
candela, l'avrei acceso e messo davanti al S.mo Sacramento. e l'avrei lasciato
acceso giorno e notte fino alla fine del mondo. Luglio 1943 Mi sembrava di trovarmi in Chiesa, davanti al Sacro Cuore. Io
mi misi vicino, inginocchioni, davanti al Suo Sacro Cuore, e Lui, mesto, mi
disse: Figlia mia, vedi il Mio Cuore come è trafitto da tante
spade? Sono i miei Figli battezzati e da Me beneficati che mi trafiggono il
Cuore! Vengono nella mia Casa ad insultarmi con le mode immodeste, colle
bestemmie contro il mio Divin Cuore. E la Mia mamma è oltraggiata colle più
orrende bestemmie. E queste vengono da persone da me beneficate! Figlia mia,
prega tu e ripara per tanti tuoi fratelli ingrati. . Caro Gesù, io ti amo tanto, e vorrei morire a forza diamati! Luglio 1943 Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, ripara per
tanti tuoi fratelli che, invece di adorarmi, mi oltraggiano dicendomi che io non
li amo perché non cessa cotesto flagello della guerra. Fi(gli)a mia, è un castigo della Mia misericordia. Povero Gesù, quanto sei offeso! Quanto ti vorrei riparare!
Castiga me, e salva i miei fratelli tutti! Luglio 1943 Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, un
agricoltore, dopo aver lavorato per mesi e mesi, se per poca attenzione, gli
cadesse un fiammifero e si accendesse, e le bruciasse tutto il seminato, sarebbe
per lui una rovina; così è per quel tale prete, dopo di aver lavorato tanto
per innalzare l'anima (tua) ad un alto grado di perfezione, poi con una parola,
cioè col dirti che il fumo non è peccato, che nei miei Comandamenti non è
scritto che non si debba fumare. Cotesta è una parola che rovina tanto l'anima. Il fumare, le mode immodeste, il dipingersi il viso, mani e
piedi, sono grosse barriere che impediscono di salire al Santo Paradiso. Luglio 1943
Ieri, 10 luglio, dopo la SS.ma Comunione, Gesù mi disse: Figlia mia, lo nei miei santi Comandamenti, specie nel sesto, ho detto di non fornicare; però non spiegai che il sacerdote è sacerdote in eterno, e non può levarsi l'abito I", per nessuna ragione; farebbe un gran peccato, e se ne andrebbe all'inferno se non facesse penitenza prima di morire. Eppure nei Comandamenti non l'ho messo.
Figlia mia, un vero cristiano, da sé, può capire senza spiegare tutto minutamente.
Il mio Cuore è trafitto, è grandemente trafitto dai cristiani. Figlia mia, non ho un cuore da poter sfogarmi tutte le Mie pene; almeno tu consolami.
Povero Gesù, quanto sei offeso! Anche i tuoi amici ti offendono, ma io, vedrai Gesù, ti consolerò per tutti quelli che non ti amano.
Luglio 1943
Dopo la S. Comunione mi sembrava d'essere davanti al quadro di S. Anna.
D'un tratto l'immagine si animò e, rivolgendo gli occhi verso di me, mi disse: Mia cara Figliola, sto pregando per la pace del mondo, per il quale (nel quale) tante Nazioni sono sconvolte con odi e rancori; ma Gesù è sdegnato: io e la Sua Mamma non riusciamo a placare lo sdegno.
I peccati d'impurità son tanti, la terra ne è allagata, i capi non sono secondo il Cuore di Dio; Gesù è offeso non ne può più.
Te, Figlia mia, prega e fa pregare affinché il buon Dio presto possa far scendere, verso tutte le Nazioni sconvolte, le sue benedizioni di fratellanza e di amore, riabbracciandosi tutti come fratelli, figli del medesimo Padre.
Agosto 1943
Dopo la S. Comunione fui rapita: Chiedevo a Gesù che presto alla nostra Italia dasse la pace e la tranquillità.
Gesù mi rispose: Figlia mia, le offese fatte alla Mia Divinità sono immense. Un'offesa. quando si riceve da un figliolo amato e beneficato dal suo padre, è più orrenda che quando si ricevesse da una persona lontana; voi, l'Italia, siete stata sempre da Me prediletta, amata e beneficata, e mi hanno ricompensato con ingratitudine ed oltraggi. Perciò lo sono offeso, e non posso calmare cotesto flagello della guerra senza che, prima, i miei figli non si inchinino davanti a Me, e non chiedano perdono.
Te, Figlia mia, non affliggerti con Paolina, state davanti a me come due bambine, che a tutto pensa il padre, non essendo voi capaci di regolare la vostra vita: penserà a tutto il vostro amato babbo, che sono Io.
Confidate in Me, che io non abbandono mai i Miei figli che mi amamano e mi obbediscono.
A te e Paola vi ho scelte di camminare non in una via comune, no, ma in una via superiore, straordinaria, cioè nella via della santità. A Paola ne diedi un segno nel cielo, che essa ricordi sempre.
Per i soldi non pensarci; tutto è nelle mie mani.
Non è il capo, né il Re, né altri: il Capo che guida il mondo sono lo, che tutto saprò disporre per il bene delle vostre anime.
Continuate a pregare.
Agosto 1943
Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, prega perché il mondo è cattivo; ha fatto un nodo col diavolo, ed io non posso soffrire tali peccati: l'impurità.
Mia Madre mi sta trattenendo il braccio affinché non scarichi più e più la mia giustizia sopra il mondo colpevole.
Agosto 1943
Oggi, dopo la S. Comunione Gesù mi disse: figlia mia, gli uomini d'Italia, la maggior parte, si sono buttati, nel fanno (fango) come brutti animali. Dalle cronache (sic) luride n'escono sozzi che a me fa ribrezzo; e non mi commuovo ad alleggerire il presente flagello. Perciò donne e uomini corrotti, principiando dal piccolo pastorello ai grandi principi, è un lago di corruzione; ed io, sdegnato, abbandonai l'Italia in balìa di sé
Soltanto il Papa e poche altre anime mi fanno compassione, perché anime belle, degne del mio amore. Se qualche grazia vi concederò, è per amore del mio santo Vicario, il Papa.
Figlia mia, mode immodeste con un parlare sozzo, piccoli e grandi non rispettano più i miei ministri.
Ecco, Figlia mia, il presente flagello da che cosa ne deriva: castigo del peccato.
Io, Figlia mia, mi compiaccio sopra le anime pure e semplici; te non sai quanto era semplice la cara Gemma Galgani!
stessa.
Settembre 1943
Mi sognai Santa Teresa del Bambin Gesù, bella, sorridente; mi sembrava di vederla vicino al mio letto e della mia sorella.
Ci guardava allegra, e mi disse: Il nome di Paolina sta scritto in cielo, ed anche il tuo. Però, se non corrispondete, il vostro nome verrà scancellato; voglio dire, se non corrispondete colle buone opere, colla carità, coll'umiltà e coll'ubbidienza, cose care al buon Gesù: amate tutti come fratelli e sorelle, perdonate a chi vi fa del male.
lo ho sempre amato Gesù, amato fino a morire d'amore per Lui; le mie sorelle mi han voluto sempre bene da bambina, e godevano quando vedevano che io amavo tanto Gesù: niente gelosie, anzi gioivano nel vedermi tanto infiammata d'amor di Dio.
Paolina mia, io ti amo tanto; corrispondi alle grazie che il Signore ti fa: sempre più buona, umile con tutti.
Ci salutò con un inchino d'Angelo e spari.
Settembre 1943
Mi sognai Santa Teresina. In mano portava un mazzo di rose bian
che.
Prese una delle rose e tanti petali (e li) sparse sopra il letto ai mia sorella; in ogni petalo (c')era scritto in rosso: Ave Maria.
I petali saranno stati una cinquantina.
Lasciò i petali sopra il letto pochi minuti; poi li raccolse uno per uno e se li porto via: salutò mia sorella con un sorriso angelico, e ci disse: Se tu, Paola, tutti i giorni reciterai tante Ave Maria alla Vergine Santissima con devozione e costanza, dopo la tua morte, sopra la tomba sboccerà un fiore che in ogni petalo sarà scritto Ave Maria.
Mi sognai Gemma Galgani; era bella come un angelo. Mi (si) avvicinò e mi disse: ama le sofferenze ed i disprezzi. Io quand'ero nel mondo, ebbi tanti disprezzi che nessun'anima viva può immaginare; ed io n'era contenta, ed offrivo tutti i miei patimenti per la salvezza dei peccatori,
Settembre 7 - 1943
Dopo la Sant.ma Comunione Gesù mi disse: Figliuola mia, prega con Paola per placare il mio Padre, sdegnato col genere umano, Mia Madre non riesce a placarlo.
Il castigo per l'Italia è per la disonestà che corre e si è dilagata da un punto all'altro dell'Italia, bestemmie orrende contro il Cuore Immacolato di mia Madre; tutto questo ha attirato l'ira dell'Eterno mio Padre con inviarvi il presente flagello; anzi aveva deciso di inviarvi una pioggia di fuoco, ma la Mamma mia Immacolata si è opposta, chiedendo perdono per voi tutti.
Il mondo, figlia mia, è corrotto e divenuto un ammasso di putridume. Prega te, e fa pregare affinché il mio Padre si possa calmare.
Settembre 1943
Mi sognai una insegnante, morta (da) un mese circa, a causa di un bombardamento.
La vidi tutta risplendente, però aveva le braccia un poco bruciate; il rimanente della persona era sano e bello.
Si avvicinò dove stava con me anche mia sorella. La sopra detta defunta ci disse: vedete come sono ancora?... Debbo scontare un'altra sola Messa, e sarò liberata del tutto; fatemela celebrare da Monsignor Vitali. Dette coteste parole, scomparse.
Erano passati appena due giorni dal giorno che vidi detta insegnante defunta. Di nuovo nel sogno mi (si) presentò tutta lucente come un sole, bella d'una bellezza di Paradiso.
Si avicinò a mia sorella e le disse: Paola, quanto ti voglio bene! Mi hai, colle tue orazioni, e S. Comunioni, liberata dal Purgatorio, ed ora vado a godere. Pregherò per te tanto tanto.
Dette coteste parole, spari.
Ottobre 1943
Dopo la s. Comunione mi sembrò di vedere Santa Teresa del Bambino Gesù. Io la pregai di scongiurare il Signore affinché presto calmasse il flagello della guerra.
La santa mi rispose:
- Che vuoi! Il mondo ha fatto un nodo col demonio; cioè con peccati gravi, che n'è allagato, specie d'impurità.
E cotesto nodo nessuno l'ha sciolto, neppure il dolore e le sventure della guerra ha commosso nessun cuore umano a cambiar vita.
Perciò Gesù sdegnato non vuole ascoltare nessuna supplica perché i peccati sono enormi, e grande il numero dei peccatori.
Pregate pregate, affinché Gesù si commuova.
Dopo la S. Comunione pregavo Santa Teresa e dicevo: Dimmi che cosa vorrà Gesù da mia sorella Paola: che cosa deve fare in questi giorni della tua festa?
La Santa mi rispose: Dì a tua sorella che io voglio tre fiori per presentare alla Vergine il giorno della festa del santo Rosario.
Tre fiori; cioè uno è l'umiltà, la seconda è la carità, l'ultimo è l'ubbidienza: e mi presentò una bella rosa, grande, con belle foglie; sembrava una pianta: questa, mi disse, è la carità.
Poi mi fece vedere un'altra pianta, ed era una bella pianta di viole: questa, mi disse, è l'umiltà. Poi un pianta di fiori bianchi, bellissimi: questi sono l'obbedienza.
Il giorno tre ottobre, dopo la S. Comunione, vidi Santa Teresa con tre grandi piante, belle piante di Paradiso mi sembravano.
Una era di rose, l'altra di viole, la terza fiori bianchi: Ecco, mi disse, i fiori bianchi che mi ha portato Paolina, e li mise ai piedi della Vergine. Tutte e tre le grandi e belle piante erano intrecciate con una corona di quindici poste: nelle Ave Maria sbocciava una bella rosa, nei grani del Pater Nostro spuntava un bel giglio, ed in ultimo, a basso, una scritta ricordo.
Io pensai che la rosa, mia sorella proprio il giorno avanti aveva avuto una gran carità con persone moleste; l'umiltà l'aveva praticata giorni avanti con cuore di un Serafino; l'ubbidienza al confessore, in modo da far piacere alla grande Santa Teresa.
Ottobre 1943
Mi (si) è presentato una persona; mi toccò il polso che mi rimase bruciato. Non lo conobbi; era vestito da ufficiale.
- Sono morto in guerra, mi disse; vorrei delle S. Messe: me le farete celebrare da Mons. ...Vitali. Tu e Paola mi farete delle sante Comunioni.
Dopo fatte le Comunioni e fatte celebrare le Messe, mi (si) presentò un'altra volta, tutto splendente, e mi disse:
- Vado in Paradiso dove pregherò per voi, specialmente per Monsigr. Vitali. Sono Russo, e mi chiamo Paolo Vischin.
Mia madre mi aveva educato nella santa religione; poi, crescendo, mi sono lasciato trascinare nella vita Russa, non buona. In punto ai morte mi penti(i), e ricordai le belle parole che, (da) bambino, mi diceva la mia mamma.
Gesù buono mi ha perdonato.
Ottobre 1943
Mi sognai santa Teresina con due mazzi di viole, uno grande e l'altro piccolo, legato con nastro verde.
Il mazzo grande lo diede a mia sorella, il più piccolo lo diede a me. Nel consegnarcelo, ci disse: Prendete questi mazzi e conservateli fino al giorno ultimo della vostra vita. Vi raccomando di recitare ogni giorno il S. Rosario, catena vi unisce a Dio; e quando desid zie, invocate la S. Vergine colla preghiera del S. Rosario. N(,~. passare giorno senza prima aver recitato il Rosario. Dette queste parole, sparì.
Ottobre 1943
Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figliuola, tu e Paola siete rose del mio giardino, ove v'innaffio col mio amore.
Ottobre 1943
Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Siate umile; l'umiltà è il fondamento della santità.
Ti ripeto che tu e Paola siete le rose del mio giardino.
lo pregavo per il presente flagello della guerra, affinché mettesse termine a tante pene: Figlia, mi disse, sto purificando le anime perché sono guaste come le favette che comprasti giorni fa, e queste son piene di farfallette, e per pulirle bisogna passarle al fuoco.
E così sono le anime d'oggi: piene di sozzure. E per pulirle bisogna passarle nel fuoco della purificazione, coi dolori e pene grandi.
Novembre 1943
Dopo la S. Comunione mi è sembrato di vedere la Vergine bianco vestita. lo mi avvicinai e le dissi:
- Mamma Celeste, come sei bella! Dimmi: sei contenta di me e di mia sorella?
Figliuola, mi rispose, io sarei più contenta se voi due foste più rassegnate in tutte le contrarietà che Gesù permette che voi soffriate, più umiltà, più carità, facendo del bene a chi vi offre il male.
Ecco ciò che io desidero da voi due!
Dicembre 1943
Mi è comparso San Francesco con un cingolo fra le mani, e mi disse: Questo cingolo è per Paola.
Ed io vorrei che voi foste più umili, più rassegnate, e più obbedienti al confe.re.
Soffrite tutte le pene per Gesù: umiliazioni, disprezzi ed indifferenze, sia da qualsiasi persona vi venga presentata.
Io nel mondo ho sofferto disprezzi ed anche bastonate; pensate che la vita è breve: tutto passa e passa presto.
Figliuole mie, solo il Paradiso è eterno! Dette queste parole, spari.
Dicembre 1943
Ieri sera mi sognai d'essere in Chiesa. Mentre pregavo davanti al Sant.mo, si presentò il Sacro Cuore, vestito con un manto rosso; salì al pulpito e si mise a predicare.
Cominciò la predica con aria severa; rimproverava i grandi peccatori disonesti. lo, diceva, ho sempre punito con castighi severi le Città e luoghi ove allaga la disonestà, peccato odioso al mio Cuore.
Per tale peccato ho distrutto Pompei, ho distrutto Sodoma e Gomorra; ora ho punito a voi con cotesto flagello e, se non cambiate costumi, io vi invierò castiti (sic) peggiori.
La mia Mamma mi sta sostenendo il braccio per non punirvi più severamente. Le mie parole non sono ascoltate, ma io vi ripeto: se non cambiate costumi la guerra non cesserà che dopo avervi purificati col dolore.
Finita la predica. Gesù sparì, lasciandomi un grande dolore al cuore, vedendo che gli uomini rimanevano freddi ed indifferenti.
Povero Gesù, non sei ascoltato!
Dicembre 1944
Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, non ne posso più. Il mondo è cattivo, pochissimi sono quelli che mi amano, pochissimi sono quelli che rispettano il giorno festivo a me consacrato; anzi tali giorni sono impiegati non per adorarmi, ma piuttosto per oltraggiarmi, santificano la Domenica con recarsi ai cinemi impuri, conducendoci non solo loro stessi, ma per più oltraggio, ci conducono i loro piccoli innocenti per rovinarli prima del tempo col vedere scene immodeste.
Ed io di tali genitori ne sono sdegnato, ed ho pensato di punirli...
Dicembre 1943
Dopo la S. Comunione Gesù mi disse: Figlia mia, mi ami? Si, io risposi, ti amo tanto tanto; e, se fosse possibile, del mio cuore ne farei una candela e, per tuo amore, la terrei sempre accesa.
Fiaglia mia, come ti voglio bene! Lo dirai a tutti che io amo tanto gli uomini! E li amo fino alla pazzia da morire in Croce per loro.
Però, quando a tale amore mi vedo corrisposto con l'ingratitudine, il mio Cuore si rattrista e piange.
Povero Gesù quanto poco sei conosciuto!
Gennaio 1944
Mi sognai d'essere in una Chiesa, ove vidi Gesù nel pulpito che predicava. Mi ricordo tali (queste) parole:
- Il mondo è divenuto un lago di corruzione, di putredine; li ho chiamati a far penitenza, ma mi corrispondono con insulti e bestemmie; son pochi quei che ascoltano la mia voce. La guerra non finirà, se prima gli uomini non chinano il capo a far penitenza.
La disonestà ha allagato il mondo intero; ed il presente flagello è una punizione per tali brutti peccati.
Ricordatevi, segui(ta)va Gesù, che per tali peccati ho dovuto distruggere Sodoma e Gomorra, e distruggere anche Pompei.
Ricordatevi che i peccati impuri attirano la mia ira.
Fate penitenza, fate penitenza se volete che il (nel) mondo ritorni la pace e la pace intera.
Dicembre 1944
Giovedì sera mi sognai nella chiesa del Vaticano, dove c'era tanta gente: donne, uomini, e moltissimi stranieri di tante nazionalità.
Ecco che si affaccia il Santo Padre. Cominciò a parlare, e noi tutti ad ascoltare:
- Figliuoli miei, diceva, in questi tristissimi tempi in cui viviamo, bisogna far penitenza, bisogna placare l'ira di Dio Padre, gravemente sdegnato per tanti enormi peccati che tutti i giorni l'uomo commette.
Per cagione dei nostri peccati è avvenuta cotesta terribile guerra: odi e rancori fra Nazioni, odi e vendette fra fratelli e fratelli.
Lasciate, figliuoli miei, di offendere Dio, e plachiamolo col far penitenza; amatevi e perdonatevi.
Io vi amo, figliuoli miei, tutti vi amo senza distinzione di nazionalità; io vi aiuterò ed invierò, per mettere la pace, non un esercito di soldati, ma un esercito ai Santi Missionari, onde spargere in tutte le Nazioni la parola dell'amore e della fratellanza.
Amatevi e ricordate che tutti siamo figli di un medesimo Padre! Non appena il Santo Padre principiò a parlare, tanti uomini ed anche donne tirarono dei sassi contro il Papa, facendogli uscire anche del sangue. Nel vederlo insanguinato, parecchi si mettevano a ridere. Tante erano le sassate che il Santo Padre non poté proseguire, e dovette ritirarsi dal balcone. L'Angelo, sceso al piazzale di San Pietro, si avvicinava alle persone dicendo: Il mondo sta cadendo in rovina, non vogliono ascoltare la parola del Vicario di Dio. Guai alle Nazioni che non rispettano il Vicario di Dio in terra: quelle Nazioni verranno da Dio punite.
Si avvicinò a me e a mia sorella, e ci disse: Pregate almeno voi, recitando cotesta preghiera, almeno fino al Santo Natale.
- Chi siete? io dissi.
- Sono l'Angelo di Roma. - E dove abitate?
- Abito nel Vaticano.
- Ma, io risposi, cotesta orazione che voi mi volete imparare (insegnare), non la ricordo, poi, tutta a memoria.
Colse un pezzettino di carta, mi diede un penna: Scrivi te stessa per ricordartela.
La scrissi:
Mio caro e buon Gesù, il mondo è ancora come ieri. Dagli uomini hai da aspettarti dell'odio e ancora delle crocifissioni. E Tu le vedi!
Ma Tu che non sai odiare, dona lo stesso a questi Tuoi figli che ti sono nemici, quella eterna pace che nell'anno decimo quinto dell'impero di Tiberio Cesare regnava sulla terra.
Ricordati, Gesù, che per essi tutti hai sparso il Tuo Preziosissimo Sangue nell'altare della Croce.
EPIFANIA - 6 Gennaio 1945
Ieri sera mi sognai il Santo Gesù Bambino. Da una culletta ove si trovava nella camera da letto, si raddrizzò, e venne dal letto di Paola, ove l'accarezzai, dicendole:
- Io ti amo tanto perché sei umile e semplice; ed io mi compiaccio delle anime semplici e umili.
Stasera io vi regalo una befana più di valore che mai il mondo possa offrire; non vi regalo oro né argento. Io vi fo un regalo più di valore: vi regalo il mio amore! Amatemi e fatemi amare.
Pregate per tanti vostri fratelli che invece di amarmi ed adorarmi come loro Creatore, mi offendono, oltraggiando il mio santo nome colle più orrende bestemmie.
Dette queste parole, venne da me, dicendomi e raccomandandomi di pregare per i peccatori tutti.
Se ne partì da me, e va a riposarsi sopra una sedia, ove stava una blusa di Paola.
Svegliatami, raccontai il sogno a mia sorella.
Mi fece accendere la luce: Meraviglia! Trovammo il Bambino posato davvero sopra la sedia che vidi nel sogno.
Sia ringraziato il buon Gesù che tanto ci ama!
Gennaio 1945
Quanto è buono il Bambino Gesù! Buono verso di me e di mia sorellina. Eccomi a raccontarne una: Io e mio sorella avevamo un grande dispiacere; eravamo rassegnate si, ma il dispiacere si faceva sentire nel nostro povero cuore.
Mentre una sera ritornavamo dalla Chiesa, abbiamo visto il Bambino che abbiamo nella culla, sopra il letto della mia sorellina. Meraviglia! Da solo si era mosso dal posto ove noi lo teniamo per devozione.
Quanto è buono Gesù! Per confortarci ha voluto fare una bella improvvisata. E poi, meraviglia! Sembrava di essersi, in quella sera, animato: aveva le guance rosse, gli occhi celesti più belli di prima.
Cotesto fatto si è verificato due o tre volte, sempre in occasione che noi avevamo dei grandi dispiaceri.
Gesù buono, quanto sei buono! Tu solo ci puoi confortare, e ci hai sempre confortato.
Gennaio 1945
L'altro giorno, dopo la S. Comunione, dissi a Gesù: - Gesù mio, quanto ti voglio bene!
-Anch'io, mi rispose, ti amo tanto tanto, però ti chiedo un favore, ed è di farmi amare da tante anime che ogni giorno vanno in Chiesa, ascoltano la Messa, fanno la Comunione; però tante lo fanno per abitudine e non per amore.
Il Mio Cuore ha bisogno di spendersi, ma non trovo anime che mi corrispondano. Amami tu, mi figlia, amami e fammi amare.
Gesù buono, quanto sei buono! Io ti amo, te lo prometto, e ti farò amare da tante altre anime.
Ottobre 1945
Mi sognai un grande prato; vidi un giovinetto (di) circa otto anni. Detto ragazzetto si inginocchiò davanti a due bimbe coperte di terra. Dalle due tombe spiccava un giglio. Il giovinetto, colle mani giunte, recitò una poesia sentimentale che diceva:
Giglio purissimo, tanto caro a Dio - se da gigli vivrete - dalle vostre tombe un giglio spunterà.
Un giglio (era) già cresciuto in dette tombe. In ogni foglia c'era una scritta, incisa a caratteri d'oro; in una foglia era scritto così: purità, umiltà nell'altra, nella terza era scritto pazienza.
Dette tombe, una era mia, l'altra compresi essere di mia sorella Paolina.
Novembre 28 1948
Gesù è in cerca dì anime che si offrano vittime per poter salvare tanti uomini.
Figlia, mi disse, e te vuoi fare qualche cosa dì bene per salvare tanti uomini che, non solo mi rinnegano, ma, di più, mi oltraggiano anche nel S.mo Sacramento dell'altare.
Pregate, figlie mie, pregate per questi vostri fratelli, e offrite per loro tutte le vostre pene e tribolazioni, abbandoni e disprezzi che vi verranno fatti da persone a voi tanto care. Tutte queste tribolazioni offritele per la salvezza dei peccatori.
lo e Paolina abbiamo risposto: Sì, sì, vogliamo soffrire tutto ciò che voi volete, purché si salvino le anime dei nostri fratelli che a voi costarono spargimento di sangue.
Quanto è buono Gesù! E come non amare Gesù? E come non soffrire per consolare Gesù?
Dicembre 1 1948
Mi trovavo in Chiesa; pregavo davanti al S.mo Sacramento. Ad un tratto mi si presentò Gesù in Croce, tutto piagato, che faceva molta pena.
Altre due croci erano ai fianchi della croce di Gesù. Queste croci erano di legno nero; io e Paolina eravamo inginocchiate ai piedi di quelle due croci.
Gesù, dalla croce, parlò a noi due e disse: Te e Paolina sarete le vit-
time di queste due croci. Pregate, figliuole, e soffrite per amore e la salvezza di tanti vostri fratelli peccatori.
Ho cercato anime vittime, ma non ne posso trovare; almeno voi due ditemi di sì: soffrite, soffrite per salvare tante anime che stanno nella via della perdizione.
Noi, che abbiamo risposto? Che accettavamo tutto con amore per la salvezza di tante anime che vanno nella via della perdizione.
Anno 1948
Mi trovavo davanti al S.mo il Giovedì sera del 2 dicembre 1948. Fui rapita in ispirito.
Gesù, in forma gloriosa mi si appressò e mi disse:
- Figlia mia, amami e dammi l'amore che il mondo mi nega continuamente; anche Paolina mi ami.
Amate pure il poveretto, e fate loro del bene, con non negare mai a nessun poveretto l'elemosina; nel povero guardate la mia persona: ciò che fate al povero di bene lo fate a me.
Se volete grazie, date ai poveri qualche cosa che vi chiedo(no), anzi di più. Chi benefica per amor mio il poverello, otterrà, non soltanto grazie grandi, ma otterrà il perdono dei propri peccati.
Voi, figliuole mie, siete una carta bianca; se non scrivete sopra la carta qualche riga di beneficenza, rimarrà un semplice carta bianca.
Anno 1950 - ANNO SANTO
Il Venerabile Domenico Savio è nostro fratellino; ci ha fatto tante grazie:
A te ed a Paolina vi voglio tanto bene: affetto di fratellino. Vi amo, mi disse, perché siete anime semplici. Fatevi sante, sorelline mie! Amate Gesù, amatelo! Gesù ama le anime semplici.
Dette coteste avvertenze, questo angelo dai miei occhi spari, lasciandomi il cuore pieno di gioia.
Il 28 febbraio mi trovavo in cucina, ecco, sento suonare il campanello; mi recai ad aprire la porta: Di nuovo riconobbi Domenico Savio, ben vestito, pantaloni e giacca grigio chiaro.
Mi sorrise, dicendomi: ti faccio un piccolo regalo; è per te e per Paolina: ci regalò un pacchetto di caffè tostato.
Di questo, ci disse, ne darete a quei poveri ministri di Dio che voi sapete quanto soffrono.
Appena dette quelle parole, sparì, lasciandomi nel cuore una gioia immensa.
Il 28 febbraio 1950
Mi sognai il Sacro Cuore di Gesù. Dal Suo Sacratissimo Cuore uscivano fiamme come di fuoco.
Sorridendo mi disse: Prendi questo regalo; è un regalo che voglio fare a Paolina, perché voi avete coperto un povero prigioniero che stava morendo di freddo, e voi, per mio amore, l'avete coperto, togliendovi da dosso i vostri vestiti.
Figliuola, il bene che fate ai poveri per mio amore, lo lo considero come fatto a me stesso.
Amate i poveri, amateli! Son vostri fratelli e miei figli prediletti. Come è buono Gesù! Ama tutti in generale: peccatori e buoni, ricchi e poveri, ma di più ama i poveri.
Datomi questi consigli sparì dalla mia presenza, lasciandomi il cuore pieno di gioia.
Quanto è buono Gesù! Mi vorrei sempre vicino a Lui.
Marzo 5 1950
Giorno della Beatificazione del Ven. Domenico Savio.
Mi è sembrato, mentre pregavo, di vedere il Venerabile Domenico Savio; si avvicinò tutto allegro e sorridente verso dì me e Paola mia sorella, e ci disse: Fatevi sante, Gesù lo vuole, fatevi sante; amate sempre la Vergine. Amate pure il Papa che anche Gesù lo vuole.
Dette queste parole, sparì.
Aprile 1950
Giorno 9 aprile Mi recai in pellegrinaggio alla Città di Siena; bella Cittadina, specialmente perché lì nacque Santa Caterina; santa che io amai da bambina.
Il giorno di Pasqua a Siena feci la S. Comunione con tanto fervore. Dopo la S. Comunione mi sembrò di vedere Santa Caterina, vestita tutta di bianco. Mi si avvicinò e mi disse: Sorelle mie, fatevi sante, fatevi sante; il tempo è breve! Vorrei che Paola fosse meno scrupolosa.
Mi accarezzò, e così a Paola. E subito sparì.
Aprile - 1950
I primi giorni di aprile, dopo la S. Comunione, Gesù mi disse:
- Figlia mia, prega per i tuoi fratelli cattivi, comunisti. Prega; Mio Padre vuol punire gli uomini, vuole inviare un grande castigo, vuol punire tutti gli uomini perché insultano Me, insultano i miei ministri, insultano il Papa da Me inviato.
Figliuola mia, prega te e fa pregare anche a Paola, tua sorella affinché il Mio Eterno Padre non mandi i terribili castighi che ti dissi prima. Ed in questo mese di Aprile abbi in devozione un Santo a Me tanto caro: San Francesco di Paola. Detto Santo a me amava tanto. Lui nei viaggi del mare non (andava in) barca, ma la sua barca era il bastone.
E voi, figlie mie, camminate sempre col bastone dell'amore.
All'età di cinque anni feci voto di verginità; capivo che Gesù lo voleva.
Dopo fatto il voto divenni più assennata; non giocavo mai se non qualche volta.
In casa della nonna c'era un bel quadro grande, col Bambino nelle braccia (della Madonna).
Qund'ero sola mi mettevo sopra una sedia, stendevo le braccine e
dicevo: Mamma bella, io ti voglio bene tanto tanto; dammi il tuo Bambino a giocare un poco con me.
La Vergine, parecchie volte, mi accontentò. Giocavamo con una bambola che m'era stata regalata da un(o) zio materno.
Gesù mi diceva: La cedo a te la bambola; a me basta un momentino. Come era buono Gesù Bambino! Lo ricordo tanto bene.
Gesù è stato, verso di me, sempre buono.
La mia povera mamma mi diceva sempre: Figlia mia, te sei nata il tre di Maggio, giorno Sacro, ricorrenza della S. Croce di Gesù, e Gesù ti ha nel petto (voluto) imprimere una piccola crocetta, segno che te dovrai nel mondo molto soffrire.
Perciò preparati a soffrire con amore e rassegnazione, offrendo tutto al buon Gesù.
Feci la Cresima a due anni. Mi ricordo che una mia zia materna mi portava in braccio, perché piccolina; perché ricordo che, quando si avvicinò il Vescovo, io piangevo, io piangevo perché vedevo un uomo alto e, sulla testa, una grande mitra.
Piangevo perché avevo paura. Ricordo che il Vescovo mi accarezzò, ed io facevo del tutto per svincolarmi dalle braccia della zia.
Da bambina, come ero cattiva! Piangevo sempre; la mamma non aveva il latte per nutrirmi: fu costretta darmi a balia.
Essendo già grandetta, di sette e nove anni, andavo a scuola, però vedevo che la mia mamma era poco sana, soffriva al fegato; io per contentare la mamma, scopavo, spolveravo, facevo le faccendine adatte alla mia età.
Ricordo di non aver mai dato un dispiacere alla mia mamma. Tutte le sere mi portava in Chiesa per fare la visita al S.mo Sacramento. lo giungevo le mani e ripetevo il voto di Verginità:
-Mio Gesù, dicevo, fo voto di castità perpetua; vi consacro la mia verginità.
Questa preghiera me l'aveva insegnata Gesù quando giocavamo.
Se fossi morta a quell'età, sarei stata in Paradiso; adesso ho paura che Gesù mi mandi all'inferno.
La prima Comunione la feci all'età di undici anni, presso a poco. Non ero vestita di bianco, no. (Mi ricordo) ch'ero con un vestito oscuro, color cannella, cucita (dal)la zia materna. La mia mamma era malata; non pensava al lusso.
La prima volta, ricordo che Gesù mi disse: - Mi vuoi bene?
Tanto tanto, io risposi.
Lo dissi al conf.re che Gesù mi aveva detto così; lui mi rispose: Anche a me lo dice sovente, se lo voglio bene.
Ed io: Va bene! Ora a Gesù lo vorrò bene davvero.
Pregavo continuamente, ma io non volevo che mi vedessero i fratellini., né nessuno. Come fare?
Non avevamo una camera appartata; allora mi recavo nel cortile ove c'era una ritirata, li pregavo pregavo: Gesù mio, ti voglio bene, dicevo.
Un giorno, mentre pregavo con tanto fervore, mi si presentò un giovane chierico; mi sorrise e mi disse:
- Mi conosci? - No, risposi.
lo sono San Luigi Gonzaga; son venuto a dirti che io ti voglio bene tanto tanto: però ama sempre Gesù.
Tante altre volte è venuto a insegnarmi come debbo pregare.
Aprile 8 - 1951
Ieri sera mi sentivo molto male, e tra me dicevo: Domani mattina non potrò fare la S. Comunione.
La mattina, verso le 4 e mezzo, credo, non più, sento aprire la porta; vedo e riconobbi San Paolo della Croce con due chierici ai fianchi: uno conobbi ch'era San Gabriele dell'Addolorata. Portavano, i chierici, due candele.
San Paolo fece recitare il confiteor e mi diede la Santa Comunione. Obbedisci, mi disse, obbedisci a Padre Ignazio; voglile bene: bada che è un figlio del mio cuore, caro tanto a Gesù. Te non sai quanto ha sofferto cotesto mio figlio; ora ne voglio fare una perla dei miei Ritiri. Nel mese di marzo Gesù, tante e tante volte mi diceva: Padre Ignazio è una perla del mio Cuore, che io amo tanto tanto. Anche la Mamma Mia lo vuol tanto bene.
Quanto è buono Gesù!
Però Gesù piange troppo per i peccatori. Io gli dico:
- Non piangere così; se ti fanno piangere tutti quelli cattivi sacerdoti, invece loro, ti ama tanto tanto Padre Ignazio.
Lo so, mi rispose, è un mio prediletto figlio; anch'io me lo stringo al mio cuore, però anche per tutti gli altri sparsi il Mio Sangue.
Bada, io dissi, se continui così a piangere, ti ammali negli occhi; bada che Padre Ignazio non cesserà di pregare fin tanto che non li veda tutti convertiti. Glielo dissi a Padre Ignazio che i peccati di tutti quelli, ti trafiggono il Cuore. Ci pensa Padre Ignazio, vedrai.
Povero Gesù! Io ho paura che si ammali. Povero Gesù!
Padre Ignazio mi ha detto: Quando mi dai la tua Croce, di dire sempre di sì.
Ed io obbedisco volentieri; ma la vuole anche lui la tua Croce, ti vuole aiutare; ti ama tanto tanto. Si mette anche il cilizio per far penitenza; Tu non vuoi, e lui invece...
Stamattina gli dissi: Bada che lei facendo queste penitenze può mo-
rire, ed io rimarrò di nuovo senza Padre conf.re.
Sta tutto per Gesù! Rimproveralo tu stasera; a me non mi ascolta. Vuole salvare tutte quelle anime che mi disse questi giorni.
Preghiera
Mio caro e buon Gesù, il mondo è ancora come ieri. Dagli uomini hai da aspettarti dell'odio e ancora delle crocifissioni. E Tu le vedi!
Ma tu non sai odiare; dona lo stesso a questi tuoi figli che Ti sono nemici, quella stessa pace che nell'anno decimo quinto di Tiberio Cesare regnava sulla terra.
Ricordati, Gesù, che per essi tutti hai sparso il Tuo Preziosissimo Sangue nell'altare della Croce.