Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 20° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 7
1Dopo questi fatti Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne;3i suoi fratelli gli dissero: "Parti di qui e va' nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai.4Nessuno infatti agisce di nascosto, se vuole venire riconosciuto pubblicamente. Se fai tali cose, manifèstati al mondo!".5Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui.6Gesù allora disse loro: "Il mio tempo non è ancora venuto, il vostro invece è sempre pronto.7Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di lui io attesto che le sue opere sono cattive.8Andate voi a questa festa; io non ci vado, perché il mio tempo non è ancora compiuto".9Dette loro queste cose, restò nella Galilea.
10Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto.11I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: "Dov'è quel tale?".12E si faceva sommessamente un gran parlare di lui tra la folla; gli uni infatti dicevano: "È buono!". Altri invece: "No, inganna la gente!".13Nessuno però ne parlava in pubblico, per paura dei Giudei.
14Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava.15I Giudei ne erano stupiti e dicevano: "Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?".16Gesù rispose: "La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato.17Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso.18Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia.19Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?".20Rispose la folla: "Tu hai un demonio! Chi cerca di ucciderti?".21Rispose Gesù: "Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete stupiti.22Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato.23Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?24Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!".
25Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: "Non è costui quello che cercano di uccidere?26Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo?27Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia".28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: "Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.29Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato".30Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.
31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: "Il Cristo, quando verrà, potrà fare segni più grandi di quelli che ha fatto costui?".
32I farisei intanto udirono che la gente sussurrava queste cose di lui e perciò i sommi sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo.33Gesù disse: "Per poco tempo ancora rimango con voi, poi vado da colui che mi ha mandato.34Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non potrete venire".35Dissero dunque tra loro i Giudei: "Dove mai sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e ammaestrerà i Greci?36Che discorso è questo che ha fatto: Mi cercherete e non mi troverete e dove sono io voi non potrete venire?".
37Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: "Chi ha sete venga a me e beva38chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno".39Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.
40All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: "Questi è davvero il profeta!".41Altri dicevano: "Questi è il Cristo!". Altri invece dicevano: "Il Cristo viene forse dalla Galilea?42Non dice forse la Scrittura che il Cristo 'verrà dalla stirpe di Davide' e 'da Betlemme', il villaggio di Davide?".43E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso.45Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: "Perché non lo avete condotto?".46Risposero le guardie: "Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!".47Ma i farisei replicarono loro: "Forse vi siete lasciati ingannare anche voi?48Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei?49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!".50Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù:51"La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?".52Gli risposero: "Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea".
53E tornarono ciascuno a casa sua.
Primo libro di Samuele 16
1E il Signore disse a Samuele: "Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l'ho rigettato perché non regni su Israele? Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re".2Samuele rispose: "Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà". Il Signore soggiunse: "Prenderai con te una giovenca e dirai: Sono venuto per sacrificare al Signore.3Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti indicherò quello che dovrai fare e tu ungerai colui che io ti dirò".4Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: "È di buon augurio la tua venuta?".5Rispose: "È di buon augurio. Sono venuto per sacrificare al Signore. Provvedete a purificarvi, poi venite con me al sacrificio". Fece purificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio.6Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: "È forse davanti al Signore il suo consacrato?".7Il Signore rispose a Samuele: "Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore".8Iesse fece allora venire Abìnadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: "Nemmeno su costui cade la scelta del Signore".9Iesse fece passare Samma e quegli disse: "Nemmeno su costui cade la scelta del Signore".10Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: "Il Signore non ha scelto nessuno di questi".11Samuele chiese a Iesse: "Sono qui tutti i giovani?". Rispose Iesse: "Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge". Samuele ordinò a Iesse: "Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui".12Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: "Alzati e ungilo: è lui!".13Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama.
14Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore.15Allora i servi di Saul gli dissero: "Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti turba.16Comandi il signor nostro ai ministri che gli stanno intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare la cetra. Quando il sovrumano spirito cattivo ti investirà, quegli metterà mano alla cetra e ti sentirai meglio".17Saul rispose ai ministri: "Ebbene cercatemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me".18Rispose uno dei giovani: "Ecco, ho visto il figlio di Iesse il Betlemmita: egli sa suonare ed è forte e coraggioso, abile nelle armi, saggio di parole, di bell'aspetto e il Signore è con lui".19Saul mandò messaggeri a Iesse con quest'invito: "Mandami Davide tuo figlio, quello che sta con il gregge".20Iesse preparò un asino e provvide pane e un otre di vino e un capretto, affidò tutto a Davide suo figlio e lo inviò a Saul.21Davide giunse da Saul e cominciò a stare alla sua presenza. Saul gli si affezionò molto e Davide divenne suo scudiero.22E Saul mandò a dire a Iesse: "Rimanga Davide con me, perché ha trovato grazia ai miei occhi".23Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui.
Siracide 28
1Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore
ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.
2Perdona l'offesa al tuo prossimo
e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
3Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo,
come oserà chiedere la guarigione al Signore?
4Egli non ha misericordia per l'uomo suo simile,
e osa pregare per i suoi peccati?
5Egli, che è soltanto carne, conserva rancore;
chi perdonerà i suoi peccati?
6Ricòrdati della tua fine e smetti di odiare,
ricòrdati della corruzione e della morte
e resta fedele ai comandamenti.
7Ricòrdati dei comandamenti
e non aver rancore verso il prossimo,
dell'alleanza con l'Altissimo
e non far conto dell'offesa subìta.
8Astieniti dalle risse e sarai lontano dal peccato,
perché un uomo passionale attizza una rissa.
9Un uomo peccatore semina discordia tra gli amici
e tra persone pacifiche diffonde calunnie.
10Secondo la materia del fuoco, esso s'infiamma,
una rissa divampa secondo la sua violenza;
il furore di un uomo è proporzionato alla sua forza,
la sua ira cresce in base alla sua ricchezza.
11Una lite concitata accende il fuoco,
una rissa violenta fa versare sangue.
12Se soffi su una scintilla, si accende;
se vi sputi sopra, si spegne;
eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.
13Maledici il delatore e l'uomo di doppia lingua,
perché fa perire molti che vivono in pace.
14Una lingua malèdica ha sconvolto molti,
li ha scacciati di nazione in nazione;
ha demolito forti città e ha rovinato casati potenti.
15Una lingua malèdica ha fatto ripudiare donne
eccellenti,
privandole del frutto delle loro fatiche.
16Chi le presta attenzione non trova pace,
dalla sua dimora scompare la serenità.
17Un colpo di frusta produce lividure,
ma un colpo di lingua rompe le ossa.
18Molti sono caduti a fil di spada,
ma non quanti sono periti per colpa della lingua.
19Beato chi se ne guarda,
chi non è esposto al suo furore,
chi non ha trascinato il suo giogo
e non è stato legato con le sue catene.
20Il suo giogo è un giogo di ferro;
le sue catene catene di bronzo.
21Spaventosa è la morte che procura,
in confronto è preferibile la tomba.
22Essa non ha potere sugli uomini pii,
questi non bruceranno alla sua fiamma.
23Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno,
fra costoro divamperà senza spegnersi.
Si avventerà contro di loro come un leone
e come una pantera ne farà scempio.
24Ecco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa,
lega in un sacchetto l'argento e l'oro,
25ma controlla anche le tue parole pesandole
e chiudi con porte e catenaccio la bocca.
26Sta' attento a non sbagliare a causa della lingua,
perché tu non cada davanti a chi ti insidia.
Salmi 107
1Alleluia.
Celebrate il Signore perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
2Lo dicano i riscattati del Signore,
che egli liberò dalla mano del nemico
3e radunò da tutti i paesi,
dall'oriente e dall'occidente,
dal settentrione e dal mezzogiorno.
4Vagavano nel deserto, nella steppa,
non trovavano il cammino per una città dove abitare.
5Erano affamati e assetati,
veniva meno la loro vita.
6Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
7Li condusse sulla via retta,
perché camminassero verso una città dove abitare.
8Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
9poiché saziò il desiderio dell'assetato,
e l'affamato ricolmò di beni.
10Abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte,
prigionieri della miseria e dei ceppi,
11perché si erano ribellati alla parola di Dio
e avevano disprezzato il disegno dell'Altissimo.
12Egli piegò il loro cuore sotto le sventure;
cadevano e nessuno li aiutava.
13Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
14Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte
e spezzò le loro catene.
15Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
16perché ha infranto le porte di bronzo
e ha spezzato le barre di ferro.
17Stolti per la loro iniqua condotta,
soffrivano per i loro misfatti;
18rifiutavano ogni nutrimento
e già toccavano le soglie della morte.
19Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
20Mandò la sua parola e li fece guarire,
li salvò dalla distruzione.
21Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
22Offrano a lui sacrifici di lode,
narrino con giubilo le sue opere.
23Coloro che solcavano il mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
24videro le opere del Signore,
i suoi prodigi nel mare profondo.
25Egli parlò e fece levare
un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti.
26Salivano fino al cielo,
scendevano negli abissi;
la loro anima languiva nell'affanno.
27Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi,
tutta la loro perizia era svanita.
28Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
29Ridusse la tempesta alla calma,
tacquero i flutti del mare.
30Si rallegrarono nel vedere la bonaccia
ed egli li condusse al porto sospirato.
31Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
32Lo esaltino nell'assemblea del popolo,
lo lodino nel consesso degli anziani.
33Ridusse i fiumi a deserto,
a luoghi aridi le fonti d'acqua
34e la terra fertile a palude
per la malizia dei suoi abitanti.
35Ma poi cambiò il deserto in lago,
e la terra arida in sorgenti d'acqua.
36Là fece dimorare gli affamati
ed essi fondarono una città dove abitare.
37Seminarono campi e piantarono vigne,
e ne raccolsero frutti abbondanti.
38Li benedisse e si moltiplicarono,
non lasciò diminuire il loro bestiame.
39Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti,
perché oppressi dalle sventure e dal dolore.
40Colui che getta il disprezzo sui potenti,
li fece vagare in un deserto senza strade.
41Ma risollevò il povero dalla miseria
e rese le famiglie numerose come greggi.
42Vedono i giusti e ne gioiscono
e ogni iniquo chiude la sua bocca.
43Chi è saggio osservi queste cose
e comprenderà la bontà del Signore.
Geremia 22
1Così dice il Signore: "Scendi nella casa del re di Giuda e là proclama questo messaggio.2Tu dirai: Ascolta la parola del Signore, o re di Giuda che siedi sul trono di Davide, tu, i tuoi ministri e il tuo popolo, che entrano per queste porte.3Dice il Signore: Praticate il diritto e la giustizia, liberate l'oppresso dalle mani dell'oppressore, non fate violenza e non opprimete il forestiero, l'orfano e la vedova, e non spargete sangue innocente in questo luogo.4Se osserverete lealmente quest'ordine, entreranno ancora per le porte di questa casa i re che siederanno sul trono di Davide, montati su carri e cavalli, essi, i loro ministri e il loro popolo.5Ma se non ascolterete queste parole, io lo giuro per me stesso - parola del Signore - questa casa diventerà una rovina.
6Poiché così dice il Signore
riguardo alla casa del re di Giuda:
Come Gàlaad eri per me,
come le vette del Libano;
ma io ti ridurrò a deserto, a città disabitata.
7Io preparerò contro di te i distruttori,
ognuno con le armi.
Essi abbatteranno i migliori dei tuoi cedri,
li getteranno nel fuoco.
8Molte genti passeranno su questa città e si diranno l'un l'altro: Perché il Signore ha trattato così questa grande città?9E risponderanno: Perché essi hanno abbandonato l'alleanza del Signore, loro Dio, hanno adorato altri dèi e li hanno serviti".
10Non piangete sul morto e non fate lamenti per lui,
ma piangete amaramente su chi parte,
perché non tornerà più,
non rivedrà il paese natio.
11Poiché dice il Signore riguardo a Sallùm figlio di Giosia, re di Giuda, che regna al posto di Giosia suo padre: "Chi esce da questo luogo non vi farà più ritorno,12ma morirà nel luogo dove lo condurranno prigioniero e non rivedrà più questo paese".
13Guai a chi costruisce la casa senza giustizia
e il piano di sopra senza equità,
che fa lavorare il suo prossimo per nulla,
senza dargli la paga,
14e dice: "Mi costruirò una casa grande
con spazioso piano di sopra"
e vi apre finestre
e la riveste di tavolati di cedro
e la dipinge di rosso.
15Forse tu agisci da re
perché ostenti passione per il cedro?
Forse tuo padre non mangiava e beveva?
Ma egli praticava il diritto e la giustizia
e tutto andava bene.
16Egli tutelava la causa del povero e del misero
e tutto andava bene;
questo non significa infatti conoscermi?
Oracolo del Signore.
17I tuoi occhi e il tuo cuore,
invece, non badano che al tuo interesse,
a spargere sangue innocente,
a commettere violenza e angherie.
18Per questo così dice il Signore su Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda:
"Non faranno il lamento per lui, dicendo:
Ahi, fratello mio! Ahi, sorella!
Non faranno il lamento per lui, dicendo:
Ahi, signore! Ahi, maestà!
19Sarà sepolto come si seppellisce un asino,
lo trascineranno e lo getteranno
al di là delle porte di Gerusalemme".
20Sali sul Libano e grida
e sul Basàn alza la voce;
grida dagli Abarìm,
perché tutti i tuoi amanti sono abbattuti.
21Ti parlai al tempo della tua tranquilla prosperità,
ma tu dicesti: "Io non voglio ascoltare".
Tale è stata la tua condotta fin dalla giovinezza:
non hai ascoltato la mia voce.
22Tutti i tuoi pastori saranno pascolo del vento
e i tuoi amanti andranno schiavi.
Allora ti dovrai vergognare ed essere confusa,
a causa di tutte le tue iniquità.
23Tu che dimori sul Libano,
che ti sei fatta il nido tra i cedri,
come gemerai quando ti coglieranno le doglie,
dolori come di partoriente!
24"Per la mia vita - oracolo del Signore - anche se Conìa figlio di Ioiakìm, re di Giuda, fosse un anello da sigillo nella mia destra, io me lo strapperei.25Ti metterò nelle mani di chi attenta alla tua vita, nelle mani di coloro che tu temi, nelle mani di Nabucodònosor re di Babilonia e nelle mani dei Caldei.26 Sbalzerò te e tua madre che ti ha generato in un paese dove non siete nati e là morirete.27Ma nel paese in cui brameranno tornare, là non torneranno.28È forse questo Conìa un vaso spregevole, rotto, oppure un vaso che non piace più a nessuno? Perché sono dunque scacciati, egli e la sua discendenza, e gettati in un paese che non conoscono?".
29Terra, terra, terra! Ascolta la parola del Signore!30Dice il Signore: "Registrate quest'uomo come uno senza figli, un uomo che non ha successo nella sua vita, perché nessuno della sua stirpe avrà la fortuna di sedere sul trono di Davide né di regnare ancora su Giuda".
Lettera ai Romani 1
1Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio,2che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture,3riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne,4costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore.5Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato per ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a gloria del suo nome;6e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo.7A quanti sono in Roma diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
8Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo.9Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi,10chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra una strada per venire fino a voi.11Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati,12o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io.13Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili.14Poiché sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti come verso gli ignoranti:15sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo anche a voi di Roma.
16Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.17È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: 'Il giusto vivrà mediante la fede'.
18In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia,19poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato.20Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità;21essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.22Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti23e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
24Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi,25poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
26Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura.27Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento.28E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno,29colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori,30maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori,31insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.32E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.
Capitolo X: La gratitudine per la grazia divina
Leggilo nella Biblioteca1. Perché vai cercando quiete, dal momento che sei nato per la tribolazione? Disponiti a patire, più che ad essere consolato; a portare la croce, più che a ricevere gioia. Anche tra coloro che vivono nel mondo, chi non sarebbe felice - se potesse ottenerli in ogni momento - di non avere il conforto e la letizia dello spirito, poiché le gioie spirituali superano tutti i piaceri mondani e le delizie materiali? Le delizie del mondo sono tutte vuote o poco buone; mentre le delizie spirituali, esse soltanto, sono veramente piene di gioia ed innocenti, frutto delle virtù e dono soprannaturale di Dio agli spiriti puri. In verità però nessuno può godere a suo talento di queste divine consolazione, perché il tempo della tentazione non dà lunga tregua. E poi una falsa libertà di spirito e una eccessiva fiducia in se stessi sono di grande ostacolo a questa visita dall'alto. Dio ci fa dono dandoci la consolazione della grazia; ma l'uomo risponde in modo riprovevole se non attribuisce tutto a Dio con gratitudine. E così non possono fluire su di noi i doni della grazia, perché non sentiamo gratitudine per colui dal quale essa proviene e non riportiamo tutto alla sua fonte originaria. La grazia sarà sempre dovuta a chi è giustamente grato; mentre al superbo sarà tolto quello che suole esser dato all'umile. Non voglio una consolazione che mi tolga la compunzione del cuore; non desidero una contemplazione che mi porti alla superbia. Ché non tutto ciò che è alto è santo; non tutto ciò che è soave è buono; non tutti i desideri sono puri; non tutto ciò che è caro è gradito a Dio. Invece, accolgo con gioia una grazia che mi faccia essere sempre più umile e timorato, e che mi renda più pronto a lasciare me stesso. Colui che è stato formato dal dono della grazia ed ammaestrato dalla dura sottrazione di essa, non oserà mai attribuirsi un briciolo di bene; egli riconoscerà piuttosto di essere povero e nudo.
2. Da' a Dio ciò che è di Dio, e attribuisci a te ciò che è tuo: mostrati riconoscente a Dio per la grazia, e a te attribuisci soltanto il peccato, cosciente di meritare una pena per la colpa commessa. Mettiti al posto più basso, e ti sarà dato il più alto; giacché la massima elevazione non si ha che con il massimo abbassamento. I santi più alti agli occhi di Dio sono quelli che, ai propri occhi , sono i più bassi; essi hanno una gloria tanto più grande quanto più si sono sentiti umili. Ripieni della verità e della gloria celeste, non desiderano la vana gloria di questo mondo; basati saldamente in Dio, non possono in alcun modo insuperbire. Essi, che attribuiscono a Dio tutto quel che hanno ricevuto di bene, non vanno cercando di essere esaltati l'uno dall'altro, ma vogliono invece quella gloria, che viene soltanto da Dio; aspirano e sono tutti tesi a questo: che, in loro stessi e in tutti i beati, sia lodato Iddio sopra ogni cosa. Sii dunque riconoscente anche per la più piccola cosa; così sarai degno di ricevere doni più grandi. La cosa più piccola sia per te come la più grande; quello che è più disprezzabile sia per te come un dono straordinario. Se si guarda all'altezza di colui che lo dà, nessun dono sembrerà piccolo o troppo poco apprezzabile. Non è piccolo infatti ciò che ci viene dato dal Dio eccelso. Anche se ci desse pene e tribolazioni, tutto questo deve esserci gradito, perché il Signore opera sempre per la nostra salvezza, qualunque cosa permetta che ci accada. Chi vuol conservare la grazia divina, sia riconoscente quando gli viene concessa, e sappia sopportare quando gli viene tolta; preghi perché essa ritorni, sia prudente ed umile affinché non abbia a perderla.
DISCORSO 347 DEL TIMORE DI DIO.
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaLe Scritture esortano con insistenza al timore di Dio.
1. Innumerevoli passi della Scrittura ci insegnano, o fratelli, il timore di Dio e ce ne dicono l'utilità. Da tanta ricchezza di insegnamenti ne ricorderò e illustrerò alcuni per quanto il breve tempo a disposizione me lo permetterà, e vi sollecito a prestare volentieri attenzione. La sapienza è un bene che riempie di gioia chi l'ha e di desiderio chi ancora non lo possiede. Ma dice la Scrittura: Principio della sapienza è il timore di Dio 1. Se a chiunque piace regnare, nel salmo lo Spirito ammonisce: E ora, sovrani, siate saggi; istruitevi, giudici della terra: servite Dio con timore e con tremore esultate 2. Perciò anche Paolo dice: Attendete alla vostra salvezza con timore e tremore 3. E ancora leggiamo: Se desideri la sapienza, osserva la giustizia, e il Signore te la concederà 4. Poiché molti, come possiamo constatare, non osservano la giustizia, mentre aspirano con ardore alla sapienza, la Scrittura li ammonisce che non possono arrivare a quello che desiderano se non osservando quello che trascurano. Osserva - dice - la giustizia, e il Signore ti concederà la sapienza che desideri. Ma solo chi teme Dio può osservare la giustizia: Colui che è senza timore non potrà essere giustificato 5. Certo se il Signore concede la sapienza solo a chi osserva la giustizia, chi è senza timore non potrà essere trovato giusto. E si ritorna così alla affermazione che ho citato all'inizio: Principio della sapienza è il timore di Dio.
L'itinerario dal timore alla sapienza secondo Isaia.
2. Anche il profeta Isaia, raccomandandoci di coltivare i sette ben noti doni dello Spirito, arriva al timore di Dio cominciando dalla sapienza, come discendendo dall'alto verso di noi per insegnare a noi a salire: comincia da quello a cui noi desideriamo arrivare, e arriva a quello dal quale dobbiamo cominciare. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore 6. Come dunque egli discende dalla sapienza al timore, non per calare di grado, ma per insegnare, così noi dobbiamo salire dal timore alla sapienza, non montando in superbia, ma volendo progredire. Principio della sapienza è il timore del Signore 7: il cammino comincia dalla valle del pianto di cui parla il salmo: Ha disposto nel suo cuore i gradini di ascesa dalla valle delle lacrime. La valle è simbolo dell'umiltà, poiché umile è colui che per il timore di Dio si strugge nelle lacrime della confessione e della penitenza: Dio non disprezza un cuore affranto e umiliato 8. Ma non tema di restare giù nella valle, perché Dio, che non disprezza il cuore affranto e umiliato, ha preparato lui stesso i gradini di ascesa con cui innalzarci fino a lui, come dice il salmo: Ha disposto nel suo cuore i gradini di ascesa dalla valle delle lacrime al luogo disposto per lui 9. Dove si compie l'ascesa? e da dove? e verso dove? E` un cammino che si compie nel cuore partendo dalla valle del pianto per salire al luogo che ha disposto: questo è il luogo della quiete e della pace dove si trova la sapienza splendente e incorruttibile. Volendo appunto guidarci per gradi d'insegnamento, Isaia procede discendendo dalla sapienza al timore, dal luogo della pace, che è eterna, alla valle delle lacrime, che appartiene al tempo: vuole che noi non restiamo fermi alla confessione di penitenza che ci fa soffrire in gemiti e pianti, ma dalla nostra valle saliamo al monte spirituale sul quale è fondata la città santa Gerusalemme, nostra eterna madre, e possiamo godervi di una letizia che nulla più possa turbare. Egli quindi pone prima la sapienza, luce imperitura della mente, e passa all'intelletto perché si capisca che alla sapienza si giunge dall'intelletto, e così di seguito: all'intelletto si giunge dal consiglio, al consiglio dalla fortezza, alla fortezza dalla scienza, alla scienza dalla pietà, alla pietà dal timore. Quindi la salita alla sapienza parte dal timore perché: Principio della sapienza è il timore del Signore. Dalla valle del pianto si sale al monte della pace.
Parallelo tra i sette gradi di Isaia e le otto beatitudini del Vangelo.
3. E` scritto infatti: Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli 10: sono questi gli umili che qui nella valle offrono a Dio tremando il loro cuore affranto e umiliato. Di lì salgono alla pietà non opponendo resistenza alla volontà di Dio, sia quando essa si esprime nelle sue parole, ed essi non ne capiscono il senso, sia nel suo manifestarsi nell'ordine e nel governo del creato, dove la maggior parte degli avvenimenti non si compie in modo conforme ai desideri particolari degli uomini, e quindi si deve dire: Non come voglio io, ma come vuoi tu, Padre 11. Infatti è detto: Beati i mansueti perché erediteranno la terra 12: s'intenda non la terra dei mortali, ma quella di cui è scritto: Tu sei la mia speranza, la mia sorte nella terra dei viventi 13. Per questa loro pietà essi meriteranno di salire alla scienza: non solo conosceranno il male dei propri peccati passati, per cui piansero nel primo grado della penitenza, ma capiranno anche quale male sia inerente alla nostra condizione mortale di lontananza dal Signore, anche quando arride la felicità terrena. E` scritto infatti: Chi accresce il sapere, aumenta il dolore 14, e anche: Beati gli afflitti perché saranno consolati 15. Dal pianto essi si elevano alla fortezza perché il mondo sia per essi crocifisso, ed essi per il mondo, perché non si spenga la carità in questo mondo perverso e iniquo, ma si continui a patire la fame e la sete di giustizia finché saranno saziate nella immortale società dei santi e degli angeli: Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati 16. Ma la nostra vita è esposta al turbamento delle tentazioni e degli scandali per cui fu detto: Guai al mondo per gli scandali! 17, ma quando qualcosa di colpevole si insinua a poco a poco in noi quasi furtivamente, sorprendendo la nostra debolezza di uomini, non deve mancare il consiglio. In questa vita mortale non si può raggiungere un grado di fortezza così alto che, nella continua lotta che si deve combattere con l'astuto avversario, non si possa talvolta essere feriti. Questo vale soprattutto nelle tentazioni della lingua, per cui: Chi dice al fratello stupido.. . sarà sottoposto al fuoco della Geenna 18. Dunque avere il consiglio comporta che si faccia quello che dice il Signore: Perdonate e vi sarà perdonato 19. Come infatti il quinto dei gradini dell'ascesa che Isaia insegna, è il consiglio, così la quinta delle beatitudini proclamate dal Vangelo dice: Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia 20. Segue in Isaia come sesto grado l'intelletto: una volta che il cuore è purificato da tutte le false vanità inerenti alla carne, esso può volgersi con tutta purezza al suo fine. Perciò al sesto posto sta anche l'altra parola del Signore: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio 21. Una volta poi che si sia giunti al fine, il cammino è concluso: si trova quiete e si esulta nella pienezza della pace. Tale fine è costituito da Cristo Dio, poiché è scritto: Fine della legge è Cristo perché sia data la giustizia a chiunque crede 22. Sapienza di Dio è Cristo, Cristo è Figlio di Dio: in lui si diventa sapienti, in lui si diventa figli di Dio, e questa è la pace vera ed eterna. Quindi come la sapienza occupa il settimo grado nell'ordine ascendente, che Isaia percorre in senso discendente per farsi nostro maestro, così il Signore, che è colui che ci fa salire, pone come settima beatitudine: Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio 23. Poiché abbiamo ricevuto queste promesse e siamo diretti a Dio per tale cammino in salita, dobbiamo sopportare tutte le asprezze e le fatiche di questo mondo: non lasciamoci piegare dalla sua crudeltà, vinta la quale godremo la pace eterna. A questo ci esorta l'ottava beatitudine, mostrandoci ormai il fine che raggiungeremo: Beati i perseguitati per causa della giustizia perché per essi è il regno dei cieli 24.
1 - Sal 110, 10; Sir 1, 16; Pr 1, 7.
2 - Sal 2, 10-11.
3 - Fil 2, 12.
4 - Sir 1, 33.
5 - Sir 1, 28.
6 - Is 11, 2-3.
7 - Sal 110, 10; Sir 1, 16.
8 - Sal 50, 19.
9 - Sal 83, 6-7.
10 - Mt 5, 3.
11 - Mt 26, 39.
12 - Mt 5, 4.
13 - Sal 141, 6.
14 - Qo 1, 18.
15 - Cf. Mt 5, 5.
16 - Mt 5, 5. 6.
17 - Mt 18, 7.
18 - Mt 5, 22.
19 - Lc 6, 37.
20 - Mt 5, 7.
21 - Mt 5, 8.
22 - Rm 10, 4.
23 - Mt 5, 9.
24 - Mt 5, 10.
11 - Effetti meravigliosi che questa devozione produce in un'anima che vi rimane fedele
Trattato della vera devozione a Maria - San Luigi Maria Grignion de Montfort
Leggilo nella Biblioteca213. Caro fratello mio, stai sicuro che se sarai fedele alle pratiche interiori ed esteriori di questa devozione, che descriverò più avanti, otterrai degli effetti meravigliosi per la tua anima. 1°. Con l'illuminazione che lo Spirito Santo ti darà per mezzo di Maria, sua cara Sposa, conoscerai il tuo cattivo fondo, la corruzione e l'incapacità a ogni bene; come conseguenza di questa conoscenza, non confiderai in te e penserai a te con repulsione; ti considererai come una lumaca che guasta tutto con la sua bava, o come un rospo che tutto rovina con il suo veleno, o come una serpe infida, che cerca solo di ingannare. L'umile Maria, insomma, ti farà, parte della sua profonda umiltà, che ti farà stimare gli altri e non te stesso, anzi ti farà amare di non essere considerato.
214. 2°. La Santa Vergine ti farà parte della sua fede, che sulla terra è stata più grande della fede di tutti i patriarchi, i profeti, gli apostoli e i santi. Ora che regna nei cieli, non ha più questa fede, perché per la luce della gloria vede con chiarezza ogni cosa in Dio; tuttavia, con il consenso dell'Altissimo, ella non l'ha perduta entrando nella gloria, ma l'ha conservata per mantenerla nella Chiesa militante ai suoi più fedeli servi e serve. Perciò più ti guadagnerai la benevolenza di questa augusta Principessa e Vergine fedele, più fede pura avrai in tutto il tuo agire: una fede pura, che non ti farà preoccupare di cercare il sensibile e lo straordinario; una fede viva e animata dalla carità, che ti farà compiere ogni azione solo per puro amore; una fede ferma e incrollabile come una roccia, che ti permetterà di rimanere saldo e perseverante in mezzo a bufere e tormente; una fede attiva ed efficace, come un misterioso lasciapassare che ti farà entrare in tutti i misteri di Gesù Cristo, nei fini ultimi della vita e nel cuore di Dio stesso; una fede coraggiosa, che ti farà intraprendere senza esitare e portare a termine grandi cose per Dio e per la salvezza delle anime; infine, una fede che sarà la tua fiaccola accesa, la tua vita divina, il tuo tesoro nascosto della divina Sapienza, la tua arma che tutto può: una fede di cui ti servirai per rischiarare quelli che sono nelle tenebre e nell'ombra di morte, per rendere ardenti coloro che sono tiepidi e hanno bisogno dell'oro bruciante della carità, per rendere vivi coloro che sono morti a causa del peccato, per toccare e convertire, con le tue parole dolci e forti, i cuori induriti e i cedri del Libano e, infine, per resistere al demonio e a tutti i nemici del bene.
215. 3°. Questa Madre del bell'amore toglierà dal tuo cuore ogni scrupolo e timore servile disordinato: lo aprirà e dilaterà per correre sulla via dei comandamenti del Figlio suo nella santa libertà dei figli di Dio e per introdurvi il puro amore, di cui ella possiede il tesoro; e così non agirai più per la paura di Dio-amore, come hai fatto tante volte, ma per puro amore. Lo vedrai come il tuo Padre buono, al quale cercherai sempre di piacere, con il quale converserai con fiducia, come un bambino con il suo buon padre. Se per disgrazia ti capitasse di offenderlo, saprai subito umiliarti davanti a lui, domandargli perdono con sincerità e tendergli la mano con semplicità; sarai capace di rialzarti serenamente, senza turbamento né ansia, e continuare il cammino verso di lui senza scoraggiamento.
216. 4°. La Santa Vergine ti colmerà di una grande fiducia in Dio e in lei: 1°. perché non andrai più a Gesù Cristo per conto tuo, ma sempre per mezzo di questa buona Madre, 2°. perché avendole dato tutti i tuoi meriti, le grazie e il valore soddisfattorio, perché ne disponga secondo la sua volontà, ella ti comunicherà le sue virtù e ti rivestirà dei suoi meriti, cosicché tu potrai dire a Dio con fiducia: «Ecco Maria, tua serva; avvenga di me quello che hai detto»; 3°. perché essendoti donato a lei totalmente, corpo e anima, ed essendo ella generosa con i generosi e più generosa di loro, si darà a te in contraccambio, in modo misterioso ma vero, e tu potrai osare dirle: «Io sono tuo, o Vergine Santa, salvami»; o come ho già detto, con il Discepolo amato: «Ti ho accolto, Madre santa, al posto di tutti i miei beni»; potrai ancora dire con san Bonaventura: «Ecco la mia Signora, che mi ha salvato; agirò con fiducia e non temerò, poiché mia forza e mia lode nel Signore sei tu!»; e come dice in un altro passo: «Io sono tutto tuo e tutte le cose mie sono tue, o Vergine gloriosa e benedetta sopra tutto; ti metterò come sigillo sul mio cuore, perché il tuo amore è forte come la morte»; potrai dire a Dio, con i sentimenti del Profeta: «Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo, non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno, come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato é l'anima mia. Sono come un bambino svezzato dai piaceri della terra e appoggiato sul seno di mia madre, ed è su questo seno che sono ricolmato di beni»; 4°. avendo dato a lei in deposito tutto ciò che hai di buono da dare o da conservare, la tua fiducia in lei aumenterà ancora e ti fiderai meno di te stesso e più di lei, che è il tuo tesoro. Oh! quale fiducia e consolazione per un'anima che può dire che il suo tesoro, nel quale ha posto tutto ciò che ha di prezioso, è il tesoro di Dio! Dice un santo: Ella è il tesoro del Signore».
217. 5°. L'anima della Santa Vergine si comunicherà a te per rendere gloria al Signore; il suo spirito entrerà al posto del tuo per rallegrarsi in Dio, suo Salvatore, a condizione che tu rimanga fedele alle pratiche di questa devozione. Dice sant'Ambrogio: «L'anima di Maria sia in ciascuno per glorificare il Signore, o spirito di Maria sia in ciascuno per esultare in Dio». Un sant'uomo dei nostri giorni, tutto immerso in Maria ha detto: Ah! quando verrà quel tempo fortunato nel quale la divina Maria sarà riconosciuta come padrona e sovrana nei cuori, per sottometterli pienamente all'impero del suo grande e unico Gesù? Quando le anime respireranno Maria come i corpi respirano l'aria? Allora accadranno cose meravigliose su questa terra, dove lo Spirito Santo, trovando la sua cara Sposa come riprodotta nelle anime, discenderà con abbondanza e le ricolmerà dei suoi doni, soprattutto del dono della Sapienza, per operavi meraviglie di grazia. Mio caro fratello, quando verrà questo tempo felice, questo secolo di Maria, in cui molte anime scelte e ottenute dall'Altissimo da Maria, perdendosi esse stesse nell'abisso del suo interiore, diventeranno copie viventi di Maria, per amare e glorificare Gesù Cristo? Questo tempo non giungerà se non quando sarà conosciuta e praticata la devozione che io insegno. Perché venga il tuo regno, venga il regno di Maria.
218. 6°. Se Maria, albero di vita, è ben coltivata nella tua anima con la fedeltà alle pratiche di questa devozione, porterà frutto a suo tempo; il suo frutto non è altro che Gesù Cristo. Vedo tanti devoti e devote che cercano Gesù Cristo, gli uni per una via e una pratica, gli altri per un'altra e spesso, dopo aver molto lavorato durante la notte, possono dire: «Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla». Si potrebbe dire loro: «Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; Gesù Cristo è ancora molto debole in voi». Ma per la via immacolata di Maria e questa pratica divina che io propongo, si lavora alla luce del giorno, in ambiente santo e si fatica poco. In Maria non c'è notte, perché non c'è stato il peccato e neppure la minima ombra. Maria è un luogo santo, è il Santo dei santi, dove i santi vengono formati e modellati.
219. Ti prego di notare ciò che ho detto: i santi sono modellati in Maria. C'è una grande differenza tra lo scolpire un'immagine in rilievo, a colpi di martello e scalpello, e il produrla gettandola in un modello. Gli scultori e gli statuari lavorano molto per realizzare le immagini nel primo modo e impiegano molto tempo; ma nel secondo modo, ci mettono poco tempo e faticano meno. Sant'Agostino chiama la Santa Vergine stampo di Dio, uno stampo adatto a dare forma e a modellare degli esseri divini. Chi viene gettato in questo divino stampo, viene presto formato e modellato in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lui: con poca spesa e in poco tempo, diventerà dio, poiché è stato gettato nel medesimo stampo che ha dato forma a un Dio.
220. Mi sembra di poter paragonare molto a proposito i direttori spirituali e le persone devote che vogliono formare Gesù Cristo in s? o negli altri per mezzo di altre pratiche diverse da questa, agli scultori che ripongono fiducia nel loro saper fare, nel loro ingegno e nella propria arte: essi danno un'infinità di colpi di martello e scalpello a una pietra dura, o a un pezzo di legno ruvido, per farne un immagine di Gesù Cristo; a volte non riescono a dare espressione a Gesù Cristo come egli è, sia per mancanza di conoscenza e di esperienza di Gesù Cristo, sia per qualche colpo dato male, capace di rovinare l'opera. Quelli invece che abbracciano questo segreto di grazia che io propongo, li paragono giustamente a dei fonditori e modellatori, i quali hanno trovato lo stampo buono di Maria, nel quale Gesù Cristo ha preso forma così com’è e in modo divino; essi non si fidano della propria bravura, ma contano unicamente sulla bontà dello stampo, e si gettano, e si perdono in Maria, per diventare il ritratto di Gesù Cristo così com'è.
221. Che bel paragone! E corrisponde a verità. Ma chi lo saprà comprendere? Spero che sia tu, mio caro fratello. Ma ricordati che si getta nello stampo solo un materiale che sia fuso e liquido; devi cioè distruggere e fondere in te il vecchio Adamo, per diventare quello nuovo in Maria.
222. 7°. Per mezzo di questa pratica, osservata molto fedelmente, darai più gloria a Gesù Cristo in meno tempo che non in molti anni con un'altra pratica, anche se più difficile. Eccone le ragioni: 1°. compiendo le tue azioni per mezzo della Santa Vergine, come questa pratica propone, abbandoni le tue intenzioni e le tue azioni, anche se buone e conosciute, per perderti - per così dire - in quelle della Santa Vergine, benché tu non le conosca; in questo modo tu prendi parte alla sublimità delle sue intenzioni, talmente pure, da dare più gloria a Dio con un minimo atto, per esempio filare con la conocchia, o dare un punto d'ago, che non san Lorenzo sulla graticola, con il crudele martirio, o perfino con le azioni più eroiche di tutti i santi: cosicché, durante - la sua permanenza sulla terra, ella ha acquistato un cumulo così inimmaginabile di grazie e di meriti, che sarebbe più facile contare le stelle del cielo, le gocce d'acqua del mare e i granelli di sabbia della spiaggia; ella ha procurato gloria a Dio più di quella che tutti gli angeli e i santi gli hanno dato e gli daranno. O prodigio di Maria! Tu non puoi far a meno di operare prodigi di grazia nelle anime che vogliono veramente perdersi in te.
223. 2°. Un'anima fedele a questa pratica ritiene come un nulla ciò che ella pensa e fa da se stessa; si appoggia invece e trova piacere solo nelle disposizioni di Maria per avvicinarsi a Gesù Cristo o anche per parlare a lui; in questo modo l'anima pratica l'umiltà più di coloro che agiscono da se stessi e che contano, o trovano sottilmente piacere nelle proprie disposizioni; per conseguenza, quest'anima glorifica Dio in modo più alto, poiché egli è glorificato in modo perfetto solo dagli umili e piccoli di cuore.
224. 3°. Un altro motivo è questo: la Vergine Santa, a causa della sua grande carità, accetta sicuramente di ricevere nelle sue mani verginali il dono delle nostre azioni e conferisce loro una bellezza e uno splendore meravigliosi, li offre poi lei stessa a Gesù Cristo, il quale senza dubbio ne risulta più glorificato che se noi li offrissimo con le nostre mani colpevoli. solo in rapporto a Dio; è l'eco di Dio, che non fa che ripetere Dio. Se tu dici Maria, ella risponde Dio. Santa Elisabetta lodò Maria e la disse beata per aver creduto; Maria, eco fedele di Dio, intonò «L 'anima mia magnifica il Signore». Ciò che Maria ha fatto quella volta, lo fa tutti i giorni; quando la si loda, la si ama, la si onora, o ci si dona a lei, è Dio che viene lodato, Dio che è amato, Dio che è onorato ed è a Dio che ci si dona per mezzo di Maria e in Maria.
225. 4°. Infine, c'è un'altra ragione. Ogni volta che tu pensi a Maria, è Maria che pensa a Dio al tuo posto; quando tu lodi e onori Maria, Maria con te loda e onora Dio. Maria è tutta relativa a Dio e potrei dire: ella è la relazione a Dio, che esiste solo in rapporto a Dio; è l’eco di Dio, che non fa che ripetere Dio. Se tu dici Maria, ella risponde Dio. Santa Elisabetta lodò Maria e le disse beata per aver creduto; Maria, eco fedele di Dio, intonò: «L’anima mia magnifica il Signore». Ciò che Maria ha fatto quella volta, lo fa tutti i giorni; quando la si loda, la si ama, la si onora, o ci si dona a lei, è Dio che viene lodato, Dio che è amato, Dio che è onorato ed è a Dio che ci si dona per mezzo di Maria e in Maria.
30 aprile 1945
Madre Pierina Micheli
Sono impressionata dalla cattiveria umana. Gesù perdona loro, perché non sanno quel che si fanno...
Sono triste, eppure voglio tutto quello che vuole Gesù. Anche il nemico non mi lascia in pace... fiat! fiat! ...