Liturgia delle Ore - Letture
Venerdi della 18° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 20
1Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!".3Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.5Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.6Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,7e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.9Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.10I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
11Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto".14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo".16Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro!17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".18Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.
19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo;23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".
24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.25Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".27Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!".28Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!".29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".
30Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.31Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Primo libro delle Cronache 23
1Davide, ormai vecchio e sazio di giorni, nominò re su Israele suo figlio Salomone.2Egli radunò tutti i capi di Israele, i sacerdoti e i leviti.3Si contarono i leviti, dai trent'anni in su; censiti, uno per uno, risultarono trentottomila.4"Di costoro ventiquattromila dirigano l'attività del tempio, seimila siano magistrati e giudici,5quattromila portieri e quattromila lodino il Signore con tutti gli strumenti inventati da me per lodarlo".6Davide divise in classi i figli di Levi: Gherson, Keat e Merari.
7Dei Ghersoniti: Ladan e Simei.8Figli di Ladan: Iechièl, primo, Zetan e Gioele; tre.9Figli di Simei: Selomìt, Cazièl, Aran; tre. Costoro sono i capi dei casati di Ladan.10Figli di Simei: Iacat, Ziza, Ieus, Beria; questi sono i quattro figli di Simei.11Iacat era il capo e Ziza il secondo. Ieus e Beria non ebbero molti figli; riguardo al censimento furono considerati come unico casato.
12Figli di Keat: Amram, Isear, Ebron e Uzziel; quattro.13Figli di Amram: Aronne e Mosè. Aronne fu scelto per consacrare le cose sacrosante, egli e i suoi figli, per sempre, perché offrisse incenso davanti al Signore, lo servisse e benedicesse in suo nome per sempre.14Riguardo a Mosè, uomo di Dio, i suoi figli furono contati nella tribù di Levi.15Figli di Mosè: Gherson ed Eliezèr.16Figli di Gerson: Sebuèl, il primo.17I figli di Eliezèr furono Recabia, il primo. Eliezèr non ebbe altri figli, mentre i figli di Recabia furono moltissimi.18Figli di Isear: Selomìt, il primo.19Figli di Ebron: Ieria il primo, Amaria secondo, Iacaziel terzo, Iekameàm quarto.20Figli di Uzziel: Mica il primo, Icasia secondo.
21Figli di Merari: Macli e Musi. Figli di Macli: Eleàzaro e Kis.22Eleàzaro morì senza figli, avendo soltanto figlie; le sposarono i figli di Kis, loro fratelli.23Figli di Musi: Macli, Eder e Ieremòt; tre.
24Questi sono i figli di Levi secondo i loro casati, i capifamiglia secondo il censimento, contati nominalmente, uno per uno, incaricati dei lavori per il servizio del tempio, dai venti anni in su.25Poiché Davide aveva detto: "Il Signore, Dio di Israele, ha concesso la tranquillità al suo popolo; egli si è stabilito in Gerusalemme per sempre,26anche i leviti non avranno più da trasportare la Dimora e tutti i suoi oggetti per il suo servizio".27Secondo le ultime disposizioni di Davide, il censimento dei figli di Levi si fece dai venti anni in su.28Dipendevano dai figli di Aronne per il servizio del tempio; presiedevano ai cortili, alle stanze, alla purificazione di ogni cosa sacra e all'attività per il servizio del tempio,29al pane dell'offerta, alla farina, all'offerta, alle focacce non lievitate, alle cose da cuocere sulle graticole e da friggere e a tutte le misure di capacità e di lunghezza.30Dovevano presentarsi ogni mattina per celebrare e lodare il Signore, così pure alla sera.31Presiedevano a tutti gli olocausti da offrire al Signore nei sabati, nei noviluni, nelle feste fisse, secondo un numero preciso e secondo le loro regole, sempre davanti al Signore.32Pensavano anche al servizio della tenda del convegno e al servizio del santuario e stavano agli ordini dei figli di Aronne, loro fratelli, per il servizio del tempio.
Giobbe 20
1Zofar il Naamatita prese a dire:
2Per questo i miei pensieri mi spingono a rispondere
e perciò v'è questa fretta dentro di me.
3Ho ascoltato un rimprovero per me offensivo,
ma uno spirito, dal mio interno, mi spinge a
replicare.
4Non sai tu che da sempre,
da quando l'uomo fu posto sulla terra,
5il trionfo degli empi è breve
e la gioia del perverso è d'un istante?
6Anche se innalzasse fino al cielo la sua statura
e il suo capo toccasse le nubi,
7come lo sterco sarebbe spazzato per sempre
e chi lo aveva visto direbbe: "Dov'è?".
8Svanirà come un sogno, e non si troverà più,
si dileguerà come visione notturna.
9L'occhio avvezzo a vederlo più non lo vedrà,
né più lo scorgerà la sua dimora.
10I suoi figli dovranno risarcire i poveri,
le loro mani restituiranno le sue ricchezze.
11Le sue ossa erano ancora piene di giovinezza,
ma con lui giacciono nella polvere.
12Se alla sua bocca fu dolce il male,
se lo teneva nascosto sotto la sua lingua,
13assaporandolo senza inghiottirlo,
se lo tratteneva in mezzo al suo palato:
14il suo cibo gli si guasterà nelle viscere,
veleno d'aspidi gli sarà nell'intestino.
15I beni divorati ora rivomita,
Dio glieli caccia fuori dal ventre.
16Veleno d'aspide ha succhiato,
una lingua di vipera lo uccide.
17Non vedrà più ruscelli d'olio,
fiumi di miele e fior di latte;
18renderà i sudati acquisti senza assaggiarli,
come non godrà del frutto del suo commercio,
19perché ha oppresso e abbandonato i miseri,
ha rubato case invece di costruirle;
20perché non ha saputo essere pago dei suoi beni,
con i suoi tesori non si salverà.
21Nulla è sfuggito alla sua voracità,
per questo non durerà il suo benessere.
22Nel colmo della sua abbondanza si troverà in
miseria;
ogni sorta di sciagura piomberà su di lui.
23Quando starà per riempire il suo ventre,
Dio scaglierà su di lui la fiamma del suo sdegno,
e gli farà piovere addosso brace.
24Se sfuggirà l'arma di ferro,
lo trafiggerà l'arco di bronzo:
25gli uscirà il dardo dalla schiena,
una spada lucente dal fegato.
Lo assaliranno i terrori;
26tutte le tenebre gli sono riservate.
Lo divorerà un fuoco non acceso da un uomo,
esso consumerà quanto è rimasto nella sua tenda.
27Riveleranno i cieli la sua iniquità
e la terra si alzerà contro di lui.
28Un'alluvione travolgerà la sua casa,
scorrerà nel giorno dell'ira.
29Questa è la sorte che Dio riserva all'uomo
perverso,
la parte a lui decretata da Dio.
Salmi 18
1'Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici,2 e dalla mano di Saul. Disse dunque:'
Ti amo, Signore, mia forza,
3Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
4Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
5Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
6già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
7Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.
8La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei monti,
si scossero perché egli era sdegnato.
9Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
10Abbassò i cieli e discese,
fosca caligine sotto i suoi piedi.
11Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
12Si avvolgeva di tenebre come di velo,
acque oscure e dense nubi lo coprivano.
13Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi
con grandine e carboni ardenti.
14Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
15Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse.
16Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore,
per lo spirare del tuo furore.
17Stese la mano dall'alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
18mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed eran più forti di me.
19Mi assalirono nel giorno di sventura,
ma il Signore fu mio sostegno;
20mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.
21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani;
22perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25Il Signore mi rende secondo la mia giustizia,
secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.
26Con l'uomo buono tu sei buono
con l'uomo integro tu sei integro,
27con l'uomo puro tu sei puro,
con il perverso tu sei astuto.
28Perché tu salvi il popolo degli umili,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
29Tu, Signore, sei luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
30Con te mi lancerò contro le schiere,
con il mio Dio scavalcherò le mura.
31La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
33Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino;
34mi ha dato agilità come di cerve,
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
35ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.
36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
la tua bontà mi ha fatto crescere.
37Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
38Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti,
non sono tornato senza averli annientati.
39Li ho colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
40Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.
41Dei nemici mi hai mostrato le spalle,
hai disperso quanti mi odiavano.
42Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
al Signore, ma non ha risposto.
43Come polvere al vento li ho dispersi,
calpestati come fango delle strade.
44Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
45all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore,
46impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
47Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
48Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
49mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall'uomo violento.
50Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli
e canterò inni di gioia al tuo nome.
51Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.
Lamentazioni 3
1Io sono l'uomo che ha provato la miseria
sotto la sferza della sua ira.
2Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare
nelle tenebre e non nella luce.
3Solo contro di me egli ha volto e rivolto
la sua mano tutto il giorno.
4Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle,
ha rotto le mie ossa.
5Ha costruito sopra di me, mi ha circondato
di veleno e di affanno.
6Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi
come i morti da lungo tempo.
7Mi ha costruito un muro tutt'intorno,
perché non potessi più uscire;
ha reso pesanti le mie catene.
8Anche se grido e invoco aiuto,
egli soffoca la mia preghiera.
9Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra,
ha ostruito i miei sentieri.
10Egli era per me un orso in agguato,
un leone in luoghi nascosti.
11Seminando di spine la mia via, mi ha lacerato,
mi ha reso desolato.
12Ha teso l'arco, mi ha posto
come bersaglio alle sue saette.
13Ha conficcato nei miei fianchi
le frecce della sua faretra.
14Son diventato lo scherno di tutti i popoli,
la loro canzone d'ogni giorno.
15Mi ha saziato con erbe amare,
mi ha dissetato con assenzio.
16Mi ha spezzato con la sabbia i denti,
mi ha steso nella polvere.
17Son rimasto lontano dalla pace,
ho dimenticato il benessere.
18E dico: "È sparita la mia gloria,
la speranza che mi veniva dal Signore".
19Il ricordo della mia miseria e del mio vagare
è come assenzio e veleno.
20Ben se ne ricorda e si accascia
dentro di me la mia anima.
21Questo intendo richiamare alla mia mente,
e per questo voglio riprendere speranza.
22Le misericordie del Signore non sono finite,
non è esaurita la sua compassione;
23esse son rinnovate ogni mattina,
grande è la sua fedeltà.
24"Mia parte è il Signore - io esclamo -
per questo in lui voglio sperare".
25Buono è il Signore con chi spera in lui,
con l'anima che lo cerca.
26È bene aspettare in silenzio
la salvezza del Signore.
27È bene per l'uomo portare
il giogo fin dalla giovinezza.
28Sieda costui solitario e resti in silenzio,
poiché egli glielo ha imposto;
29cacci nella polvere la bocca,
forse c'è ancora speranza;
30porga a chi lo percuote la sua guancia,
si sazi di umiliazioni.
31Poiché il Signore non rigetta mai...
32Ma, se affligge, avrà anche pietà
secondo la sua grande misericordia.
33Poiché contro il suo desiderio egli umilia
e affligge i figli dell'uomo.
34Quando schiacciano sotto i loro piedi
tutti i prigionieri del paese,
35quando falsano i diritti di un uomo
in presenza dell'Altissimo,
36quando fan torto a un altro in una causa,
forse non vede il Signore tutto ciò?
37Chi mai ha parlato e la sua parola si è avverata,
senza che il Signore lo avesse comandato?
38Dalla bocca dell'Altissimo non procedono forse
le sventure e il bene?
39Perché si rammarica un essere vivente,
un uomo, per i castighi dei suoi peccati?
40"Esaminiamo la nostra condotta e scrutiamola,
ritorniamo al Signore.
41Innalziamo i nostri cuori al di sopra delle mani,
verso Dio nei cieli.
42Abbiamo peccato e siamo stati ribelli;
tu non ci hai perdonato.
43Ti sei avvolto nell'ira e ci hai perseguitati,
hai ucciso senza pietà.
44Ti sei avvolto in una nube,
così che la supplica non giungesse fino a te.
45Ci hai ridotti a spazzatura e rifiuto
in mezzo ai popoli.
46Han spalancato la bocca contro di noi
tutti i nostri nemici.
47Terrore e trabocchetto sono la nostra sorte,
desolazione e rovina".
48Rivoli di lacrime scorrono dai miei occhi,
per la rovina della figlia del mio popolo.
49Il mio occhio piange senza sosta
perché non ha pace
50finché non guardi e non veda il Signore dal cielo.
51Il mio occhio mi tormenta
per tutte le figlie della mia città.
52Mi han dato la caccia come a un passero
coloro che mi son nemici senza ragione.
53Mi han chiuso vivo nella fossa
e han gettato pietre su di me.
54Son salite le acque fin sopra il mio capo;
io dissi: "È finita per me".
55Ho invocato il tuo nome, o Signore,
dalla fossa profonda.
56Tu hai udito la mia voce: "Non chiudere
l'orecchio al mio sfogo".
57Tu eri vicino quando ti invocavo,
hai detto: "Non temere!".
58Tu hai difeso, Signore, la mia causa,
hai riscattato la mia vita.
59Hai visto, o Signore, il torto che ho patito,
difendi il mio diritto!
60Hai visto tutte le loro vendette,
tutte le loro trame contro di me.
61Hai udito, Signore, i loro insulti,
tutte le loro trame contro di me,
62i discorsi dei miei oppositori e le loro ostilità
contro di me tutto il giorno.
63Osserva quando siedono e quando si alzano;
io sono la loro beffarda canzone.
64Rendi loro il contraccambio, o Signore,
secondo l'opera delle loro mani.
65Rendili duri di cuore,
la tua maledizione su di loro!
66Perseguitali nell'ira e distruggili
sotto il cielo, Signore.
Apocalisse 2
1All'angelo della Chiesa di Èfeso scrivi:
Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro:2Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza, per cui non puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla prova - quelli che si dicono apostoli e non lo sono - e li hai trovati bugiardi.3Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti.4Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore di prima.5Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima. Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto.6Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei Nicolaìti, che anch'io detesto.
7Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.
8All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi:
Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita:9Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tuttavia sei ricco - e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana.10Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.
11Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.
12All'angelo della Chiesa di Pèrgamo scrivi:
Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli:13So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana.14Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della dottrina di Balaàm, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla fornicazione.15Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaìti.16Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca.
17Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.
18All'angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi:
Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha 'gli occhi' fiammeggianti come 'fuoco e i piedi simili a bronzo splendente'.19Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime.20Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli.21Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza.22Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato.23Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere.24A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di satana - come le chiamano - non imporrò altri pesi;25ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno.26Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere,
darò autorità sopra 'le nazioni;'
27'le pascolerà con bastone di ferro
e le frantumerà come vasi di terracotta',
28con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino.29Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
Capitolo XLIV: Non ci si deve attaccare alle cose esteriori
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, molte cose occorre che tu le ignori, considerandoti come morto su questa terra, come uno per cui il mondo intero è crocifisso; molte altre cose, occorre che tu vi passi in mezzo, senza prestare ascolto, meditando piuttosto su ciò che costituisce la tua pace. Giova di più distogliere lo sguardo da ciò che non approviamo, lasciando che ciascuno si tenga il suo parere, piuttosto che metterci in accanite discussioni. Se sarai in regola con Dio e terrai conto del suo giudizio, riporterai più facilmente la vittoria.
2. Signore, a che punto siamo arrivati? Ecco per una perdita nelle cose di questo mondo, si piange; per un piccolo guadagno ci si affatica e si corre. Invece un danno spirituale passa nell'oblio, e a stento, troppo tardi, si ritorna in sé. Ci si preoccupa di ciò che non serve a nulla o a ben poco; e ciò che è sommamente necessario lo si lascia da parte con negligenza. Giacché l'uomo inclina tutto verso le cose esteriori, e beatamente vi si acquieta, se subito non si ravvede.
DISCORSO 229/P L'AMORE DI PIETRO
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaPietro fondamento della Chiesa.
1. Stiamo leggendo i fatti che, a quel che riferisce l'evangelista Giovanni, accaddero dopo la resurrezione del Signore. Fra questi è da annoverarsi ciò che abbiamo letto oggi, e cioè la domanda rivolta dal Signore all'apostolo Pietro se lo amasse più degli altri 1. Pensando a Pietro, andate con la mente alla pietra. Pietro infatti è quell'apostolo che, alla domanda posta dal Signore con chi lo identificassero i suoi discepoli, rispose: Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente. Udite queste parole, Gesù gli disse: Beato sei tu, Simone figlio di Giona, perché non te l'hanno rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli. E io ti dico... Come se dicesse: tu hai detto di me, ora io dico di te. E cosa disse? Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non la assoggetteranno. A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nel cielo, e ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nel cielo 2. In Pietro dunque vediamo un richiamo alla " pietra "; ma l'apostolo Paolo, parlando del popolo dell'antica alleanza, dice: Bevevano dalla pietra spirituale che li accompagnava, e quella pietra era Cristo 3. Questo discepolo dunque è detto Pietro con un termine derivante da pietra, come cristiano deriva da Cristo. Perché ho voluto aprire il discorso con queste osservazioni? Per sollecitare a riconoscere in Pietro la Chiesa, quella Chiesa che Cristo non edificò sopra un uomo ma sopra la confessione di Pietro. E qual è questa confessione di Pietro? Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente 4. Ecco la pietra, ecco il fondamento, ecco dov'è edificata la Chiesa, che le porte infernali non riescono a vincere 5. E per porte infernali cosa intenderemo se non la superbia degli eretici?.
La triplice richiesta d'amore -.
2. Orbene questo Pietro, che impersonava una realtà così eccezionale come quella che ho cercato d'inculcare, dopo la resurrezione del Signore viene da lui interrogato con le parole che abbiamo lette. Gli si chiede: Simone di Giovanni - Simone era il nome impostogli quando nacque da Giovanni suo padre -, mi ami più di costoro? Chi è che interroga? Colui che sa tutto 6. Si rende simile a uno che sia all'oscuro della cosa colui che comunica il sapere? Ma il Signore non voleva essere informato lui stesso; voleva soltanto provocare Pietro alla confessione. Lo interroga una volta, e Pietro gli risponde: Signore, tu sai che io ti amo. E il Signore: Pasci i miei agnelli. E, come se non bastasse una sola domanda, lo interroga di nuovo: Simone di Giovanni, mi ami? Ti voglio bene, Signore; ti amo, Signore. Così la seconda volta. E Gesù gli ripete la medesima cosa: Pasci i miei agnelli. E si arriva alla terza volta. A chi non basta una sola domanda? Basta a uno che non sa niente: quanto più dovrebbe bastare a uno che tutto conosce in anticipo! Eppure lo interroga per la terza volta: Mi ami? Pietro allora si addolorò, quasi che le ripetute domande contenessero del dubbio nei suoi riguardi, e disse: Signore, tu sai tutto; tu sai che io ti amo. Se qualcosa ti fosse celato, faresti bene a interrogarmi; ma se conosci tutto, sai anche, e in tutti i particolari, ciò che mi domandi. E Gesù: Pasci le mie pecore 7. L'amore confessò tre volte colui che il timore tre volte aveva rinnegato: e il Signore lo interrogò proprio tre volte perché la triplice confessione cancellasse la triplice negazione 8.
La negazione di Pietro effetto della sua presunzione.
3. Eccovi dunque Pietro, un uomo che rinnega e che ama; che rinnega per debolezza umana, che ama perché sorretto dalla grazia divina. Il giorno che rinnegò Pietro scoprì ai suoi stessi occhi chi realmente fosse. In effetti era stato un presuntuoso e con orgogliosa vanteria aveva, per così dire, sbandierato le sue forze. Affermando: Signore, io resterò con te fino alla morte 9, aveva presunto delle proprie forze. E già allora si sentì dire chi effettivamente fosse. Difatti il malato peccava di eccessiva fiducia nelle proprie forze, ma c'era lì il medico che gli tastava la vena del cuore. Lo scopriva interiormente malato e, da medico esperto e sincero, gli prediceva ciò che gli sarebbe accaduto. Sembrava dirgli: Ammettiamo pure che tu ti senta in salute, che non ti senta più febbricitante, ma ti sarà palese da qui a poco. Quando la febbre raggiungerà il massimo, sarai turbato. E di fatto, quando fu interrogato da quella serva, si avverò ciò che il medico aveva predetto, non ciò che il malato s'era ripromesso. Prima che il gallo cantasse, quel servo, pur così entusiasta, negò tre volte il Signore. E dopo che l'ebbe rinnegato tre volte 10, cosa troviamo scritto nel Vangelo? Il Signore lo guardò e [Pietro] pianse amaramente 11. Se il Signore non l'avesse guardato, Pietro non avrebbe pianto. A conclusione di tutto questo, vorrei che comprendeste in che senso sia stato detto che lo guardò. Esaminate attentamente il Vangelo e vi accorgerete che, quando Pietro rinnegò il Signore, questi non si trovava in un posto da cui l'Apostolo potesse vederlo con gli occhi del corpo. Si trovava infatti all'interno della casa, dove i capi del giudaismo lo sottoponevano all'interrogatorio, mentre Pietro lo rinnegò nel cortile. Ma qual è il luogo dove non giunge lo sguardo di colui che è presente dovunque?
Custodisci, Signore, la Chiesa affidata a Pietro.
4. A motivo dunque delle negazioni fu interrogato sul suo amore e gli furono affidate le pecore di Cristo. Gli fu detto: Pasci i miei agnelli; pasci le mie pecore 12. Colui che era l'agnello per eccellenza affidava [a lui] i suoi agnelli. Gli affidava i suoi agnelli colui che li aveva resi agnelli di sua appartenenza. Come fece quell'Agnello a renderli suoi agnelli? Ecco l'Agnello di Dio. Di lui fu detto che era l'Agnello di Dio. E come li rese suoi agnelli? Ecco colui che toglie il peccato dal mondo 13. Così ha reso agnelli anche costoro che ora vediamo in vesti bianche. Oh, volesse il cielo che non li sbranino i lupi! Custodiscili tu, Signore, che li hai affidati a Pietro. Custodiscili tu che sei il custode anche di Pietro. Ma anche il Signore è pecora, se di lui fu scritto: Come pecora fu condotto al sacrificio 14, e da sempre è anche agnello in quanto da sempre è senza peccato. Né vi sorprenda questo essere senza peccato. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio 15. Come sarebbe potuto essere in lui il peccato? Guardate alla nascita di lui uomo! Volle nascere senza peccato, e per questo una Vergine lo concepì senza brame di concupiscenza carnale. La concezione del figlio fu dovuta esclusivamente alla fede della madre. Nacque per opera dello Spirito Santo e della Vergine Maria 16, non contraendo da Adamo il peccato originale. Non lo contrasse né ve ne aggiunse. Nacque innocente, innocente visse e innocente morì. Ecco l'Agnello di Dio; ecco colui che toglie il peccato dal mondo. Quando affidava le sue pecore a Pietro, gli affidava noi. Quando affidava noi a Pietro, affidava le sue membra alla Chiesa. O Signore, sì, affida la tua Chiesa alla tua Chiesa! E la tua Chiesa si affidi a te! Così infatti diciamo: O Signore, non a noi, non a noi, ma al tuo nome da' gloria! 17 Noi infatti senza di te cosa siamo se non quel Pietro che ti rinnega tre volte? Dispose infatti il Signore che Pietro scoprisse fino in fondo se stesso, che Pietro si palesasse a Pietro, e a tal fine distolse da lui per un poco il suo volto: e Pietro lo rinnegò. Poi lo guardò, cioè volse di nuovo verso di lui il suo volto, ed egli si mise a piangere 18. Con le lacrime cancellò la colpa: con l'acqua sgorgata dagli occhi lavò la coscienza. Osserviamolo descritto in un Salmo dove si dice: Nella mia abbondanza ho detto: Non sarò smosso in eterno 19. Di chi si parla se non di Pietro quando dice: Sarò con te fino alla morte 20, e: Anche se dovessi morire con te, non mi allontanerò da te 21? Parla Pietro nella sua sicumera e cosa dice? Non sarò smosso in eterno. Ma badate bene alle parole che aggiunge dopo che, interrogato, rinnegò tre volte e pianse : sono infatti parole pronunziate da lui quando si fu ravveduto. Io ho detto nella mia abbondanza: Non sarò smosso in eterno. Signore, nella tua volontà hai dato valore alla mia dignità; hai distolto la tua faccia da me e io ne sono stato sconvolto 22. Hai distolto da me la tua faccia e mi hai mostrato la mia. Non so cosa tu dica; non conosco quell'uomo 23. Ecco Pietro in se stesso; ecco il significato delle parole: Hai distolto da me la tua faccia e io ne sono stato sconvolto. Guardandolo, il Signore gli mostrò di nuovo la sua faccia e Pietro ne fu rinvigorito.
1 - Cf. Gv 21, 15-17.
2 - Mt 16, 13-19.
3 - 1 Cor 10, 4.
4 - Mt 16, 16.
5 - Cf. Mt 16, 18.
6 - Cf. Sal 93, 1.
7 - Gv 21, 15-17.
8 - Cf. Lc 22, 57-60.
9 - Lc 22, 33.
10 - Cf. Lc 22, 57-60.
11 - Cf. Lc 22, 61-62.
12 - Cf. Gv 21, 15. 17.
13 - Gv 1, 29.
14 - Is 53, 7.
15 - Gv 1, 1.
16 - Symb. Apost.
17 - Sal 113/b, 1.
18 - Cf. Lc 22, 61-62.
19 - Sal 29, 7.
20 - Lc 22, 33.
21 - Mt 26, 35.
22 - Sal 29, 7-8.
23 - Mt 26, 70-72.
Capitolo XLVI: Affidarsi a Dio quando spuntano parole che feriscono
Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, sta saldo e fermo, e spera in me. Che altro sono, le parole, se non parole?: volano al vento, ma non intaccano la pietra. Se sei in colpa, pensa ad emendarti di buona voglia; se ti senti innocente, considera di doverle sopportare lietamente per amor di Dio. Non è gran cosa che tu sopporti talvolta almeno delle parole, tu che non sei capace ancora di sopportare forti staffilate. E perché mai cose tanto da nulla ti feriscono nell'animo, se non perché tu ragioni ancora secondo la carne e dai agli uomini più importanza di quanto sia giusto? Solo per questo, perché hai paura che ti disprezzino, non vuoi che ti rimproverino dei tuoi falli e cerchi di nasconderti dietro qualche scusa. Se guardi più a fondo in te stesso, riconoscerai che il mondo e il vano desiderio di piacere agli uomini sono ancora vivi dentro in te. Se rifuggi dall'esser poco considerato e dall'esser rimproverato per i tuoi difetti, segno è che non sei sinceramente umile né veramente morto al mondo, e che il mondo è per te crocefisso. Ascolta, invece la mia parola e non farai conto neppure di diecimila parole umane. Ecco, anche se molte cose si potessero inventare e dire, con malizia grande, contro di te, che male ti potrebbero fare esse, se tu le lasciassi del tutto passare, non considerandole più che una pagliuzza? Ti potrebbero forse strappare anche un solo capello? Chi non ha spirito di interiorità e non tiene Iddio dinanzi ai suoi occhi, questi si lascia scuotere facilmente da una parola offensiva. Chi invece, senza ricercare il proprio giudizio, si affida a me, questi sarà libero dal timore degli uomini. Sono io, infatti, il giudice, cui sono palesi tutti i segreti; io so come è andata la cosa; io conosco, sia colui che offende sia colui che patisce l'offesa. Quella parola è uscita da me; quel che è avvenuto, è avvenuto perché io l'ho permesso, "affinché fossero rivelati gli intimi pensieri di tutti" (Lc 2,35). Sono io che giudicherò il colpevole e l'innocente; ma voglio che prima siano saggiati, e l'uno e l'altro, al mio arcano giudizio.
2. La testimonianza degli uomini sbaglia frequentemente. Il mio giudizio, invece, è veritiero; resterà e non muterà. Nascosto, per lo più, o aperto via via a pochi, esso non sbaglia né può sbagliare, anche se può sembrare ingiusto agli occhi di chi non ha la sapienza. A me dunque si ricorra per ogni giudizio e non ci si fidi del proprio criterio. Il giusto, infatti non resterà turbato, "qualunque cosa gli venga" da Dio (Pro 12,21). Qualunque cosa sia stata ingiustamente portata contro di lui, non se ne darà molto pensiero; così come non si esalterà vanamente, se, a buon diritto, sarà scagionato da altri. Il giusto considera, infatti, che "sono io colui che scruta i cuori e le reni" (Ap 2,23); io, che non giudico secondo superficiale apparenza umana. Invero, sovente ai miei occhi apparirà condannabile ciò che, secondo il giudizio umano, passa degno di lode. O Signore Dio, "giudice giusto, forte e misericordioso" (Sal 7,12), tu che conosci la fragilità e la cattiveria degli uomini, sii la mia forza e tutta la mia fiducia, ché non mi basta la mia buona coscienza. Tu sai quello che io non so; per questo avrei dovuto umiliarmi dinanzi ad ogni rimprovero e sopportarlo con mansuetudine. Per tutte le volte che mi comportai in tal modo, perdonami, nella tua benevolenza, e dammi di nuovo la grazia di una più grande sopportazione. In verità, a conseguire il perdono, la tua grande misericordia mi giova di più che non mi giovi una mia supposta santità a difesa della mia segreta coscienza. Ché, "pur quando non sentissi di dovermi nulla rimproverare", non potrei per questo ritenermi giusto (1 Cor 4,4); perché, se non fosse per la tua misericordia, "nessun vivente sarebbe giusto, al tuo cospetto" (Sal 142,2).
29 agosto 1942
Madre Pierina Micheli
Ho il cuore pieno di gratitudine a Gesù, che mi ha aperto l'animo al Padre, e fatto luce... Il nemico voleva abbattermi, e invece mi sento più vicina a Gesù sulla Croce...
La notte è stata una tempesta terribile. Battuta, obbligata a imprecare il S. Volto, S. Silvestro, il Padre... In camera tuffata nel bagno; battuta al muro, ebbi uno sbocco di sangue... e il nemico giurò di uccidermi. Cessò la lotta esterna alle 4 circa, ma l'animo mio fu preso da tale angoscia e spavento, da perdere la testa... Gesù, quantunque non sentivo vicino, mi guidò al Padre... per strada lo incontrai e dicendo io che andavo a Lui, rispose, che non poteva (conobbi poi essere il nemico) perché mentre stavo per ritornare sui miei passi, cambiai senza volerlo, e andai a S. Stefano, e il Padre era in casa. Grazie Gesù! Viva la Croce.
Fammi soffrir!... Gesù Ti supplico! Soffrir per amor Tuo! dolce desio! Al legno della Croce, Tua dolce man mi leghi E immobile vi resti, fino all'amplesso in Ciel. Soffrir!... serena in viso, mirando il Volto Santo Nell'oppression dei cuore addolorato
Nessun cuore s'inclini e odi il grido mio Solo Tu, o mio Gesù adorato.
Soffrir per consumar nella divina fiamma Tutto quanto d'impuro, di meno retto e bello Agli occhi tuoi dolcissimi fa ombra
E impedisce allo spirito il volo dell'amore. Soffrir... pianger sommessa, piegata sul Tuo Cuore Quando l'angoscia è forte, e ardua lotta invade Per bere alla sorgente dei Tuo petto, la forza
Che eleva l'alma, e porta a completa vittoria. Soffrir, per fare invidia ai santi abitatori
Per rendere gelosi gli stessi serafini
Per regnare, portando la corona di spine, Che Tu stesso hai portato, o Martire Divino.