Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

Oggi il Signore entrò nella mia stanza d'ospedale. Disse: «Ti porterò presso un peccatore agonizzante, e lì reciterai la coroncina. Devi ottenere per lui la fiducia nella mia misericordia, perché sta morendo disperato». Di colpo, mi trovai in un'abitazione sconosciuta. Un uomo attempato agonizzava e soffriva in modo atroce. La sua famiglia era nel pianto. Attorno a lui, scorsi demoni in grande numero. Avevo appena cominciato a pregare, quando essi si dispersero sibilando e lanciando minacce su di me. L'anima del morente si rasserenò. Riacquistò la pace e la fiducia. S'addormentò in Dio. Immediatamente, mi ritrovai nella mia stanza. Come possano avvenire queste cose, non lo so. (Santa Faustina Kowalska)

Liturgia delle Ore - Letture

Lunedi della 18° settimana del tempo ordinario (San Giovanni Maria de Vianney)

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 23

1Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:2"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.3Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.4Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattéri e allungano le frange;6amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe7e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente.8Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.9E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.10E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.11Il più grande tra voi sia vostro servo;12chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.

13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci14.
15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.17Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?18E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.19Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta?20Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra;21e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.24Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza.26Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.28Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti,30e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;31e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.32Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!

33Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?34Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città;35perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare.36In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.

37Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!38Ecco: 'la vostra casa vi sarà lasciata deserta!'39Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: 'Benedetto colui che viene nel nome del Signore!'".


Levitico 16

1Il Signore parlò a Mosè dopo che i due figli di Aronne erano morti mentre presentavano un'offerta davanti al Signore.2Il Signore disse a Mosè: "Parla ad Aronne, tuo fratello, e digli di non entrare in qualunque tempo nel santuario, oltre il velo, davanti al coperchio che è sull'arca; altrimenti potrebbe morire, quando io apparirò nella nuvola sul coperchio.3Aronne entrerà nel santuario in questo modo: prenderà un giovenco per il sacrificio espiatorio e un ariete per l'olocausto.4Si metterà la tunica sacra di lino, indosserà sul corpo i calzoni di lino, si cingerà della cintura di lino e si metterà in capo il turbante di lino. Sono queste le vesti sacre che indosserà dopo essersi lavato la persona con l'acqua.5Dalla comunità degli Israeliti prenderà due capri per un sacrificio espiatorio e un ariete per un olocausto.6Aronne offrirà il proprio giovenco in sacrificio espiatorio e compirà l'espiazione per sé e per la sua casa.7Poi prenderà i due capri e li farà stare davanti al Signore all'ingresso della tenda del convegno8e getterà le sorti per vedere quale dei due debba essere del Signore e quale di Azazel.9Farà quindi avvicinare il capro che è toccato in sorte al Signore e l'offrirà in sacrificio espiatorio;10invece il capro che è toccato in sorte ad Azazel sarà posto vivo davanti al Signore, perché si compia il rito espiatorio su di lui e sia mandato poi ad Azazel nel deserto.
11Aronne offrirà dunque il proprio giovenco in sacrificio espiatorio per sé e, fatta l'espiazione per sé e per la sua casa, immolerà il giovenco del sacrificio espiatorio per sé.12Poi prenderà l'incensiere pieno di brace tolta dall'altare davanti al Signore e due manciate di incenso odoroso polverizzato; porterà ogni cosa oltre il velo.13Metterà l'incenso sul fuoco davanti al Signore, perché la nube dell'incenso copra il coperchio che è sull'arca e così non muoia.14Poi prenderà un po' di sangue del giovenco e ne aspergerà con il dito il coperchio dal lato d'oriente e farà sette volte l'aspersione del sangue con il dito, davanti al coperchio.15Poi immolerà il capro del sacrificio espiatorio, quello per il popolo, e ne porterà il sangue oltre il velo; farà con questo sangue quello che ha fatto con il sangue del giovenco: lo aspergerà sul coperchio e davanti al coperchio.
16Così farà l'espiazione sul santuario per l'impurità degli Israeliti, per le loro trasgressioni e per tutti i loro peccati. Lo stesso farà per la tenda del convegno che si trova fra di loro, in mezzo alle loro impurità.17Nella tenda del convegno non dovrà esserci alcuno, da quando egli entrerà nel santuario per farvi il rito espiatorio, finché egli non sia uscito e non abbia compiuto il rito espiatorio per sé, per la sua casa e per tutta la comunità d'Israele.
18Uscito dunque verso l'altare, che è davanti al Signore, compirà il rito espiatorio per esso, prendendo il sangue del giovenco e il sangue del capro e bagnandone intorno i corni dell'altare.19Farà per sette volte l'aspersione del sangue con il dito sopra l'altare; così lo purificherà e lo santificherà dalle impurità degli Israeliti.
20Quando avrà finito l'aspersione per il santuario, per la tenda del convegno e per l'altare, farà accostare il capro vivo.21Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra di esso tutte le iniquità degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto.22Quel capro, portandosi addosso tutte le loro iniquità in una regione solitaria, sarà lasciato andare nel deserto.
23Poi Aronne entrerà nella tenda del convegno, si toglierà le vesti di lino che aveva indossate per entrare nel santuario e le deporrà in quel luogo.24Laverà la sua persona nell'acqua in luogo santo, indosserà le sue vesti e uscirà ad offrire il suo olocausto e l'olocausto del popolo e a compiere il rito espiatorio per sé e per il popolo.25E farà ardere sull'altare le parti grasse del sacrificio espiatorio.
26Colui che avrà lasciato andare il capro destinato ad Azazel si laverà le vesti, laverà il suo corpo nell'acqua; dopo, rientrerà nel campo.
27Si porterà fuori del campo il giovenco del sacrificio espiatorio e il capro del sacrificio, il cui sangue è stato introdotto nel santuario per compiere il rito espiatorio, se ne bruceranno nel fuoco la pelle, la carne e gli escrementi.28Poi colui che li avrà bruciati dovrà lavarsi le vesti e bagnarsi il corpo nell'acqua; dopo, rientrerà nel campo.
29Questa sarà per voi una legge perenne: nel settimo mese, nel decimo giorno del mese, vi umilierete, vi asterrete da qualsiasi lavoro, sia colui che è nativo del paese, sia il forestiero che soggiorna in mezzo a voi.30Poiché in quel giorno si compirà il rito espiatorio per voi, al fine di purificarvi; voi sarete purificati da tutti i vostri peccati, davanti al Signore.31Sarà per voi un sabato di riposo assoluto e voi vi umilierete; è una legge perenne.32Il sacerdote che ha ricevuto l'unzione ed è rivestito del sacerdozio al posto di suo padre, compirà il rito espiatorio; si vestirà delle vesti di lino, delle vesti sacre.33Farà l'espiazione per il santuario, per la tenda del convegno e per l'altare; farà l'espiazione per i sacerdoti e per tutto il popolo della comunità.34Questa sarà per voi legge perenne: una volta all'anno, per gli Israeliti, si farà l'espiazione di tutti i loro peccati".
E si fece come il Signore aveva ordinato a Mosè.


Salmi 103

1'Di Davide.'

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
2Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

3Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
4salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia;
5egli sazia di beni i tuoi giorni
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.

6Il Signore agisce con giustizia
e con diritto verso tutti gli oppressi.
7Ha rivelato a Mosè le sue vie,
ai figli d'Israele le sue opere.

8Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
9Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
10Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.

11Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
12come dista l'oriente dall'occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
13Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.

14Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
15Come l'erba sono i giorni dell'uomo,
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
16Lo investe il vento e più non esiste
e il suo posto non lo riconosce.

17Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
18per quanti custodiscono la sua alleanza
e ricordano di osservare i suoi precetti.
19Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono
e il suo regno abbraccia l'universo.

20Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli,
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti alla voce della sua parola.
21Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere,
suoi ministri, che fate il suo volere.
22Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in ogni luogo del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.


Salmi 115

1Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da' gloria,
per la tua fedeltà, per la tua grazia.
2Perché i popoli dovrebbero dire:
"Dov'è il loro Dio?".
3Il nostro Dio è nei cieli,
egli opera tutto ciò che vuole.

4Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.
5Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
6hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
7Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
8Sia come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida.

9Israele confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
10Confida nel Signore la casa di Aronne:
egli è loro aiuto e loro scudo.
11Confida nel Signore, chiunque lo teme:
egli è loro aiuto e loro scudo.

12Il Signore si ricorda di noi, ci benedice:
benedice la casa d'Israele,
benedice la casa di Aronne.

13Il Signore benedice quelli che lo temono,
benedice i piccoli e i grandi.

14Vi renda fecondi il Signore,
voi e i vostri figli.
15Siate benedetti dal Signore
che ha fatto cielo e terra.
16I cieli sono i cieli del Signore,
ma ha dato la terra ai figli dell'uomo.
17Non i morti lodano il Signore,
né quanti scendono nella tomba.
18Ma noi, i viventi, benediciamo il Signore
ora e sempre.


Ezechiele 44

1Mi condusse poi alla porta esterna del santuario dalla parte di oriente; essa era chiusa.2Mi disse: "Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché c'è passato il Signore, Dio d'Israele. Perciò resterà chiusa.3Ma il principe, il principe siederà in essa per cibarsi davanti al Signore; entrerà dal vestibolo della porta e di lì uscirà".

4Poi mi condusse per la porta settentrionale, davanti al tempio. Guardai ed ecco la gloria del Signore riempiva il tempio. Caddi con la faccia a terra5e il Signore mi disse: "Figlio dell'uomo, sta' attento, osserva bene e ascolta quanto io ti dirò sulle prescrizioni riguardo al tempio e su tutte le sue leggi; sta' attento a come si entra nel tempio da tutti gli accessi del santuario.6Riferirai a quei ribelli, alla gente d'Israele: Così dice il Signore Dio: Troppi sono stati per voi gli abomini, o Israeliti!7Avete introdotto figli stranieri, non circoncisi di cuore e non circoncisi di carne, perché stessero nel mio santuario e profanassero il mio tempio, mentre mi offrivate il mio cibo, il grasso e il sangue, rompendo così la mia alleanza con tutti i vostri abomini.8Non vi siete presi voi la cura delle mie cose sante ma avete affidato loro, al vostro posto, la custodia del mio santuario.9Così dice il Signore Dio: Nessuno straniero, non circonciso di cuore, non circonciso nella carne, entrerà nel mio santuario, nessuno di tutti gli stranieri che sono in mezzo agli Israeliti.

10Anche i leviti, che si sono allontanati da me nel traviamento d'Israele e hanno seguito i loro idoli, sconteranno la propria iniquità;11serviranno nel mio santuario come guardie delle porte del tempio e come servi del tempio; sgozzeranno gli olocausti e le vittime del popolo e staranno davanti ad esso pronti al suo servizio.12Poiché l'hanno servito davanti ai suoi idoli e sono stati per la gente d'Israele occasione di peccato, perciò io ho alzato la mano su di loro - parola del Signore Dio - ed essi sconteranno la loro iniquità.13Non si avvicineranno più a me per servirmi come sacerdoti e toccare tutte le mie cose sante e santissime, ma sconteranno la vergogna degli abomini che hanno compiuti.14Affido loro la custodia del tempio e ogni suo servizio e qualunque cosa da compiere in esso.

15I sacerdoti leviti figli di Zadòk, che hanno osservato le prescrizioni del mio santuario quando gli Israeliti si erano allontanati da me, si avvicineranno a me per servirmi e staranno davanti a me per offrirmi il grasso e il sangue. Parola del Signore Dio.16Essi entreranno nel mio santuario e si avvicineranno alla mia tavola per servirmi e custodiranno le mie prescrizioni.
17Quando entreranno dalle porte dell'atrio interno, indosseranno vesti di lino; non porteranno alcun indumento di lana, quando essi eserciteranno il ministero alle porte dell'atrio interno e nel tempio.18Porteranno in capo turbanti di lino e avranno mutande ai fianchi: non si cingeranno di quanto provochi il sudore.19Quando usciranno nell'atrio esterno verso il popolo, si toglieranno le vesti con le quali hanno ufficiato e le deporranno nelle stanze del santuario: indosseranno altre vesti per non comunicare con esse la consacrazione al popolo.20Non si raderanno il capo, né si lasceranno crescere la chioma, ma avranno i capelli normalmente tagliati.21Nessun sacerdote berrà vino quando dovrà entrare nell'atrio interno.22Non prenderanno in sposa una vedova, né una ripudiata, ma solo una vergine della stirpe d'Israele: potranno sposare però una vedova, se è la vedova di un sacerdote.23Indicheranno al mio popolo ciò che è santo e ciò che è profano e gli insegneranno ciò che è mondo e ciò che è immondo.24Nelle liti essi saranno i giudici e decideranno secondo le mie leggi. In tutte le mie feste osserveranno le mie leggi e i miei statuti e santificheranno i miei sabati.25Nessuno di essi si avvicinerà a un cadavere per non rendersi immondo, ma potrà rendersi immondo per il padre, la madre, un figlio, una figlia, un fratello o per una sorella non maritata:26dopo essersi purificato, gli si conteranno sette giorni27e quando egli rientrerà nel luogo santo, nell'atrio interno per servire nel santuario, offrirà il suo sacrificio espiatorio. Parola del Signore Dio.
28Essi non avranno alcuna eredità. Io sarò la loro eredità: non sarà dato loro alcun possesso in Israele; io sono il loro possesso.29Saranno loro cibo le oblazioni, i sacrifici espiatori, i sacrifici di riparazione; apparterrà loro quanto è stato votato allo sterminio in Israele.30La parte migliore di tutte le vostre primizie e ogni specie di offerta apparterranno ai sacerdoti: così darete al sacerdote le primizie dei vostri macinati, per far posare la benedizione sulla vostra casa.31I sacerdoti non mangeranno la carne di alcun animale morto di morte naturale o sbranato, di uccelli o di altri animali".


Apocalisse 11

1Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: "Alzati e misura il santuario di Dio e l'altare e il numero di quelli che vi stanno adorando.2Ma l'atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.3Ma farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni".4Questi sono i due olivi e le due lampade che stanno davanti al Signore della terra.5Se qualcuno pensasse di far loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di far loro del male.6Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiar l'acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli tutte le volte che lo vorranno.7E quando poi avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall'Abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà.8I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove appunto il loro Signore fu crocifisso.9Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permetteranno che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro.10Gli abitanti della terra faranno festa su di loro, si rallegreranno e si scambieranno doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
11Ma dopo tre giorni e mezzo, un soffio di vita procedente da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli.12Allora udirono un grido possente dal cielo: "Salite quassù" e salirono al cielo in una nube sotto gli sguardi dei loro nemici.13In quello stesso momento ci fu un grande terremoto che fece crollare un decimo della città: perirono in quel terremoto settemila persone; i superstiti presi da terrore davano gloria al Dio del cielo.

14Così passò il secondo "guai"; ed ecco viene subito il terzo "guai".
15Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano:

"Il regno del mondo
appartiene al Signore nostro e al suo Cristo:
egli regnerà nei secoli dei secoli".

16Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo:

17"Noi ti rendiamo grazie,
Signore Dio onnipotente,
che sei e che eri,
perché hai messo mano alla tua grande potenza,
e hai instaurato il tuo regno.
18Le genti ne fremettero,
ma è giunta l'ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa ai tuoi servi,
ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di annientare coloro
che distruggono la terra".

19Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine.


Capitolo XVII: La vita nei monasteri

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1. Se vuoi mantenere pace e concordia con gli altri, devi imparare a vincere decisamente te stesso in molte cose. Non è cosa facile stare in un monastero o in un gruppo, e viverci senza lamento alcuno, mantenendosi fedele sino alla morte. Beato colui che vi avrà vissuto santamente e vi avrà felicemente compiuta la vita. Se vuoi stare saldo al tuo dovere e avanzare nel bene, devi considerarti esule pellegrino su questa terra. Per condurre una vita di pietà, devi farti stolto per amore di Cristo.  

2. Poco contano l'abito e la tonsura; sono la trasformazione della vita e la completa mortificazione delle passioni, che fanno il monaco. Chi tende ad altro che non sia soltanto Dio e la salute dell'anima, non troverà che tribolazione e dolore. Ancora, non avrà pace duratura chi non si sforza di essere il più piccolo, sottoposto a tutti. Qui tu sei venuto per servire, non comandare. Ricordati che sei stato chiamato a sopportare e a faticare, non a passare il tempo in ozio e in chiacchiere. Qui si provano gli uomini, come si prova l'oro nel fuoco (cfr. Sir 27,6). Qui nessuno potrà durevolmente stare, se non si sarà fatto umile dal profondo del cuore, per amore di Dio.


Omelia 84: Dare la vita per gli amici.

Commento al Vangelo di San Giovanni - Sant'Agostino d'Ippona

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1. Il Signore, fratelli carissimi, ha definito l'apice dell'amore, con cui dobbiamo amarci a vicenda, affermando: Nessuno può avere amore più grande che dare la vita per i suoi amici (Gv 15, 13). A quanto aveva detto prima: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi (Gv 15, 12), aggiunge quanto avete appena ascoltato: Nessuno può avere amore più grande che dare la vita per i suoi amici. Ne consegue ciò che questo medesimo evangelista espone nella sua lettera: Allo stesso modo che Cristo diede per noi la sua vita, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (1 Io 3, 16), precisamente amandoci a vicenda come ci amò Cristo che diede la sua vita per noi. E' quanto appunto si legge nei Proverbi di Salomone: Se ti siedi a mangiare con un potente, guarda e renditi conto di ciò che ti vien messo davanti, e, mentre stendi la mano, pensa che anche tu dovrai preparare qualcosa di simile (Prv 23, 1-2). Quale è la mensa del potente, se non quella in cui si riceve il corpo e il sangue di colui che ha dato la sua vita per noi? Che significa sedere a questa mensa, se non accostarvisi con umiltà? E che significa guardare e rendersi conto di ciò che vien presentato, se non prendere coscienza del dono che si riceve? E che vuol dire stendere la mano pensando che anche tu dovrai preparare qualcosa di simile, se non quel che ho detto sopra e cioè: come Cristo diede la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo esser pronti a dare la nostra vita per i fratelli? E' quello che dice anche l'apostolo Pietro: Cristo soffrì per noi, lasciandoci l'esempio, affinché seguiamo le sue orme (1 Pt 2, 21). Ecco cosa significa preparare altrettanto. E' questo che hanno fatto i martiri con ardente amore; e se noi non vogliamo celebrare invano la loro memoria, e non vogliamo accostarci invano alla mensa del Signore, alla quale anch'essi sono stati saziati, è necessario che anche noi, come loro, ci prepariamo a ricambiare il dono ricevuto. Alla mensa del Signore, perciò, non commemoriamo i martiri nello stesso modo che commemoriamo quelli che riposano in pace; come se dovessimo pregare per loro, quando siamo noi che abbiamo bisogno delle loro preghiere onde poter seguire le loro orme, in quanto essi hanno realizzato quella carità, che il Signore definì la maggiore possibile. Essi infatti hanno dato ai loro fratelli la medesima testimonianza di amore che essi stessi avevano ricevuto alla mensa del Signore.

[Imitiamo Cristo con devota obbedienza.]

2. Dicendo così non pensiamo di poter essere pari a Cristo Signore, qualora giungessimo a versare il sangue per lui col martirio. Egli aveva il potere di dare la sua vita e di riprenderla di nuovo (cf. Gv 10, 18); noi, invece, non possiamo vivere quanto vogliamo, e moriamo anche se non vogliamo; egli, morendo, ha ucciso subito in sé la morte, noi veniamo liberati dalla morte mediante la sua morte. La sua carne non ha conosciuto la corruzione (cf. At 2, 31), mentre la nostra rivestirà l'incorruttibilità per mezzo di lui alla fine del mondo, solo dopo aver conosciuto la corruzione; egli non ha avuto bisogno di noi per salvarci, mentre noi senza di lui non possiamo far nulla. Egli si è offerto come vite a noi che siamo i tralci, a noi che senza di lui non abbiamo la vita. Infine, anche se i fratelli arrivano a morire per i fratelli, tuttavia, non può essere versato il sangue di nessun martire per la remissione dei peccati dei fratelli, cosa che invece egli fece per noi; offrendoci con questo non un esempio da imitare, ma un dono di cui essergli grati. Ogniqualvolta i martiri versano il loro sangue per i fratelli, ricambiano il dono da essi ricevuto alla mensa del Signore. Per questo, e per ogni altro motivo che si potrebbe ricordare, il martire è di gran lunga inferiore a Cristo. Ebbene se qualcuno osa confrontarsi, non dico con la potenza, ma con l'innocenza di Cristo, e non in quanto crede di poter guarire i peccati degli altri, ma ritenendo di esserne esente, anche così il suo desiderio è sproporzionato alle sue possibilità di salvezza: è troppo per lui che non è da tanto. Viene a proposito l'ammonimento dei Proverbi che segue: Non essere troppo avido e non bramare il cibo della sua tavola; perché è meglio che tu non prenda niente anziché prendere più del conveniente. Queste cose, infatti, sono un cibo ingannevole (Prv 23, 3-4), cioè falso. Se tu dici di essere senza peccato, non dimostri di essere giusto, ma falso. Ecco in che senso sono un cibo ingannevole. C'è uno solo che ha potuto rivestire la carne umana, e insieme essere senza peccato. Ciò che segue costituisce per noi un precetto, in quanto il libro dei Proverbi tiene conto dell'umana debolezza, alla quale vien detto: Non voler competere con chi è ricco, tu che sei povero. E' ricco chi è senza debiti, propri o ereditati: è Cristo, il giusto che rende giusti gli altri. Non voler competere con lui, tu che sei tanto povero che ogni giorno, pregando, implori il perdono dei tuoi peccati. Guardati da un simile atteggiamento, che è sbagliato, e che soltanto la tua presunzione può suggerirti. Egli, che non è soltanto uomo ma è anche Dio, non può essere in alcun modo colpevole. Se tenterai di fissare il tuo sguardo su di lui, non riuscirai a vederlo. Se rivolgerai a lui il tuo occhio - cioè il tuo occhio umano col quale puoi vedere solo cose umane - non apparirà mai al tuo sguardo, perché non può essere visto da te nel modo che a te è consentito di vedere; perché si fa delle ali e come l'aquila s'invola alla dimora del suo Signore (Prv 23, 5): è di lassù che è venuto a noi, e qui non ha trovato nessuno di noi uguale a sé. Amiamoci dunque a vicenda, come il Cristo ci ha amato e ha offerto se stesso per noi (cf. Gal 2, 20). Sì, perché nessuno può avere amore più grande che dare la vita per i suoi amici. Imitiamolo dunque con devota obbedienza, senza avere la presunzione irriverente di confrontarci con lui.


Un’aquila maestosa

I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco

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Oggi come ieri non mancano i pedagogisti e gli educatori che non vogliono che si parli della morte ai giovani perché, dicono, è un pensiero che turba la loro serenità e la loro gioia spensierata. Don Bosco era di parere decisamente contrario, non per partito preso, ma perché si basava sulla sua lunga esperienza.

E certo ed evidente per chiunque legga i 19 volumi delle Memorie Biografiche che per Don Bosco il pensiero della brevità della vita e della possibilità d’incontrarsi con Dio in ogni istante, stimolava un senso di vigilanza evangelica e creava un’atmosfera di purezza e di santità straordinaria. Certe predizioni di morti fatte in forma drammatica e circostanziata, seguite poi dalla non meno drammatica realtà, producevano nei giovani l’effetto di un corso di Esercizi Spirituali, tanto più che sovente avvenivano nel clima raccolto dell’Esercizio mensile della Buona Morte.

Fu appunto nell’Esercizio del lO febbraio 1865 che Don Bosco predisse che un giovane non sarebbe arrivato a fare un altro Esercizio. Questo annunzio era effetto di un sogno.

Una notte gli parve di trovarsi nel cortile in mezzo ai giovani che si ricreavano. A un tratto apparve un’aquila maestosa di bellissime forme, la quale andava roteando e abbassandosi a poco a poco sopra i giovani. Don Bosco la guardava meravigliato. La Guida solita ad apparirgli nei sogni gli disse:

— Vedi quell’aquila? Vuole ghermire uno dei tuoi giovani.
— E chi sarà? — chiese Don Bosco.
— Osserva bene: sarà quello sul capo del quale andrà a fermarsi l’aquila.

Don Bosco osservò attentamente e vide che l’aquila andò a posarsi sul tredicenne Antonio Ferraris di Castellazzo Bormida. Don Bosco lo riconobbe perfettamente e si svegliò. Impressionato dal la visione, fece questa preghiera: — Signore, se questo non è un sogno ma una realtà, quando dovrà verificarsi?
Si addormentò di nuovo ed ecco apparirgli la Guida che gli disse:
— Il giovane Ferraris non farà più di due volte l’Esercizio della Buona Morte —. E disparve.
Allora Don Bosco si persuase che quello non era un sogno, ma una realtà. Ecco perché aveva dato quell’annunzio ai giovani. Ferraris allora stava bene, cominciava però a sentire qualche di sturbo, che andò accentuandosi. Don Bosco delicatamente lo pre parava; il 16 marzo spirava santamente.
La sera stessa del 16 marzo Don Bosco così parlava ai giovani:
« Io vi vedo tutti ansiosi di sapere da me quali siano stati gli ultimi istanti del nostro Ferraris, e sono qui per appagare il vostro giusto desiderio. Egli morì tranquillissimo. La morte non gli faceva paura. Io gli domandai:

— Non hai niente che ti turbi la coscienza? Avresti qualche cosa da dirmi?
Egli ci pensò alquanto, poi mi rispose:
— Non ho niente.

Che bella risposta! Un giovane che si avvicina alla morte, che sa di dover morire, risponde: “Non ho niente!” con tutta tranquillità e serenità.
Ciascuno di noi, miei cari figliuoli, vorrebbe trovarsi al posto di Ferraris. Io sono persuaso che andò diritto in Paradiso. E volentieri cambierei il mio posto col suo».


28-12 Maggio 10, 1930 Come tutte le cose create sono felici perché create da una Volontà Divina. Come Iddio amò l’uomo con amore perfetto e gli donò amore, santità e bellezza completa.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) La piccola anima mia continua il suo corso nelle opere che creò la Divina Volontà, e mentre guardavo la Creazione per unirmi agli omaggi che danno al mio Creatore, vedevo che tutto era felicità in esse; il cielo, felice nella sua estensione estendibile a tutti punti, pare che la sua estensione dice pienezza di felicità, e tutte le sue stelle sono gradi di felicità che il cielo possiede, che elevandosi verso il suo Creatore lo glorifica con la felicità della sua estensione e con tanti gradi di stelle che possiede. Il sole è felice nella sua luce, nella fecondità del suo calore, nella bellezza dei suoi svariati colori, nella dolcezza e distinti gusti che possiede, oh! com’è felice, come si eleva a Colui che l’ha creato per portargli la gloria, gli omaggi di tanta felicità che possiede. Ma mentre la mia mente si perdeva nelle tante felicità che possiede la Creazione, il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutte le cose create sono felici, felici perché create da una Volontà Divina ch’è per Sé stessa eternamente felice, felici per l’ufficio che occupano, felici nello spazio in cui si trovano, felici perché glorificano il loro Creatore; nessuna cosa creata da Noi è stata creata infelice, perciò tutti posseggono la pienezza della felicità.

(3) Ora, se tanta felicità versammo in tutta la Creazione, nel creare l’uomo non solo lo creammo doppiamente felice, dandole la vena della felicità nella mente, nello sguardo, nella parola, nel palpito, nel moto, nel passo, ma gli damo in suo potere la stessa felicità moltiplicandola in ogni atto buono, parola, passo ed il resto che avrebbe fatto, non ci furono limiti di felicità per lui come nelle cose create, all’uomo gli fu data virtù di crescere sempre più nella felicità, ma ciò se si facesse dominare dalla mia Divina Volontà; senza di Essa non può regnare la felicità. Oh! se le cose create potessero uscire dal nostro Fiat, perderebbero all’istante la felicità e si cambierebbero in opere le più infelici. Perciò se vuoi essere felice lasciati dominare dal mio Voler Divino, perché Lui solo tiene virtù di dare la felicità alla creatura e di cambiare nel nettare più dolce le cose più amare. Figlia mia, tu devi sapere che Noi amammo con amore perfetto la creatura, e perciò nel crearla mettevamo in lei felicità completa, amore, santità e bellezza completa, affinché la creatura potesse mettersi a gara con Noi e contraccambiarci con felicità, amore e santità completa, in modo da poterci dilettare tanto in lei, da poter dire: “Com’è bella l’opera da Noi creata”. E per essere sicuri che i nostri doni non soffrissero detrimento nella creatura, l’affidammo alla nostra Divina Volontà, affinché gli servisse di vita per custodire in lei la nostra felicità, il nostro amore, santità e bellezza nostra, facendole sempre crescere. Perciò tutto il bene dell’uomo c’era legato alla nostra Divina Volontà; respinta Questa tutti i beni finiscono, né c’è sventura più grande di quella di non farsi dominare dalla mia Divina Volontà, perché Essa sola è la conservatrice ed il richiamo dei beni nostri nella creatura”.