Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

Amate Gesù con tutto il cuore. Servite Gesù con gioia e spirito lieto, mettendo da parte e dimenticando tutto ciò che vi angoscia e vi preoccupa. Per essere in grado di fare tutto questo, pregate con diligenza, come bambini, con un desiderio sincero di amare molto e far amare quell'amore che non è amato. (Madre Teresa di Calcutta)

Liturgia delle Ore - Letture

Lunedi della 18° settimana del tempo ordinario (San Giovanni Maria de Vianney)

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 25

1Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;3le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio;4le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.6A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.8E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.9Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.10Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!12Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

14Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.16Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.20Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.21Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.22Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.23Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.24Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;25per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.26Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.29Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.30E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.32E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,33e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.34Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.35Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.37Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?38Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?39E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?40Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.41Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.42Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;43ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.44Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?45Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.46E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".


Secondo libro dei Re 3

1Ioram figlio di Acab divenne re d'Israele in Samaria l'anno diciotto di Giòsafat, re di Giuda. Ioram regnò dodici anni.2Fece ciò che è male agli occhi del Signore, ma non come suo padre e sua madre. Egli allontanò la stele di Baal, eretta dal padre.3Ma restò legato, senza allontanarsene, al peccato che Geroboamo, figlio di Nebàt, aveva fatto commettere a Israele.
4Mesa re di Moab era un allevatore di pecore. Egli inviava al re di Israele centomila agnelli e la lana di centomila arieti.5Ma alla morte di Acab, Mesa si ribellò al re di Israele.6Allora il re Ioram uscì da Samaria e passò in rassegna tutto Israele.7Si mosse e mandò a dire a Giòsafat re di Giuda: "Il re di Moab si è ribellato contro di me; vuoi partecipare con me alla guerra contro Moab?". Quegli rispose: "Ci verrò; conta su di me come su di te, sul mio popolo come sul tuo, sui miei cavalli come sui tuoi".8"Per quale strada muoveremo?", domandò Giòsafat. L'altro rispose: "Per la strada del deserto di Edom".9Allora si misero in marcia il re di Israele, il re di Giuda e il re di Edom. Girarono per sette giorni. Non c'era acqua per l'esercito né per le bestie che lo seguivano.10Il re di Israele disse: "Ah, il Signore ha chiamato questi tre re per metterli nelle mani di Moab".11Giòsafat disse: "Non c'è qui un profeta del Signore, per mezzo del quale possiamo consultare il Signore?". Rispose uno dei ministri del re di Israele: "C'è qui Eliseo, figlio di Safat, che versava l'acqua sulle mani di Elia".12Giòsafat disse: "La parola del Signore è in lui". Scesero da costui il re di Israele, Giòsafat e il re di Edom.
13Eliseo disse al re di Israele: "Che c'è fra me e te? Va' dai profeti di tuo padre e dai profeti di tua madre!". Il re di Israele gli disse: "No, perché il Signore ha chiamato noi tre re per metterci nelle mani di Moab".14Eliseo disse: "Per la vita del Signore degli eserciti, alla cui presenza io sto, se non fosse per il rispetto che provo verso Giòsafat re di Giuda, a te non avrei neppure badato, né ti avrei guardato.15Ora cercatemi un suonatore di cetra". Mentre il suonatore arpeggiava, cantando, la mano del Signore fu sopra Eliseo.16Egli annunziò: "Dice il Signore: Scavate molte fosse in questa valle,17perché dice il Signore: Voi non sentirete il vento né vedrete la pioggia, eppure questa valle si riempirà d'acqua; berrete voi, la vostra truppa e le vostre bestie da soma.18Ciò è poca cosa agli occhi del Signore; egli metterà anche Moab nelle vostre mani.19Voi distruggerete tutte le fortezze e tutte le città più importanti; abbatterete ogni albero e ostruirete tutte le sorgenti d'acqua; rovinerete ogni campo fertile riempiendolo di pietre".20Al mattino, nell'ora dell'offerta, ecco scorrere l'acqua dalla direzione di Edom; la zona ne fu inondata.
21Tutti i Moabiti, saputo che erano venuti i re per fare loro guerra, arruolarono tutti gli uomini in età di maneggiare le armi e si schierarono sulla frontiera.22Alzatisi presto al mattino, quando il sole splendeva sulle acque, i Moabiti videro da lontano le acque rosse come sangue.23Esclamarono: "Questo è sangue! I re si sono azzuffati e l'uno ha ucciso l'altro. Ebbene, Moab, alla preda!".24Andarono dunque nell'accampamento di Israele. Ma gli Israeliti si alzarono e sconfissero i Moabiti, che fuggirono davanti a loro. I vincitori si inoltrarono nel paese, incalzando e uccidendo i Moabiti.25Ne demolirono le città; su tutti i campi fertili ognuno gettò una pietra e li riempirono; otturarono tutte le sorgenti d'acqua e tagliarono tutti gli alberi utili. Rimase soltanto Kir Careset; i frombolieri l'aggirarono e l'assalirono.26Il re di Moab, visto che la guerra era insostenibile per lui, prese con sé settecento uomini che maneggiavano la spada per aprirsi un passaggio verso il re di Edom, ma non ci riuscì.27Allora prese il figlio primogenito, che doveva regnare al suo posto, e l'offrì in olocausto sulle mura. Si scatenò una grande ira contro gli Israeliti, che si allontanarono da lui e tornarono nella loro regione.


Giobbe 1

1C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male.2Gli erano nati sette figli e tre figlie;3possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.
4Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme.5Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava: "Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore". Così faceva Giobbe ogni volta.
6Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro.7Il Signore chiese a satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Da un giro sulla terra, che ho percorsa".8Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male".9Satana rispose al Signore e disse: "Forse che Giobbe teme Dio per nulla?10Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra.11Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!".12Il Signore disse a satana: "Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui". Satana si allontanò dal Signore.
13Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore,14un messaggero venne da Giobbe e gli disse: "I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi,15quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
16Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
17Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I Caldei hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
18Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore,19quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo".
20Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò21e disse:

"Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!".

22In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.


Salmi 148

1Alleluia.

Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell'alto dei cieli.
2Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.

3Lodatelo, sole e luna,
lodatelo, voi tutte, fulgide stelle.
4Lodatelo, cieli dei cieli,
voi acque al di sopra dei cieli.

5Lodino tutti il nome del Signore,
perché egli disse e furono creati.
6Li ha stabiliti per sempre,
ha posto una legge che non passa.

7Lodate il Signore dalla terra,
mostri marini e voi tutti abissi,
8fuoco e grandine, neve e nebbia,
vento di bufera che obbedisce alla sua parola,
9monti e voi tutte, colline,
alberi da frutto e tutti voi, cedri,
10voi fiere e tutte le bestie,
rettili e uccelli alati.

11I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
12i giovani e le fanciulle,
i vecchi insieme ai bambini
13lodino il nome del Signore:
perché solo il suo nome è sublime,
la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli.
14Egli ha sollevato la potenza del suo popolo.
È canto di lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli di Israele, popolo che egli ama.

Alleluia.


Isaia 45

1Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
"Io l'ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
2Io marcerò davanti a te;
spianerò le asperità del terreno,
spezzerò le porte di bronzo,
romperò le spranghe di ferro.
3Ti consegnerò tesori nascosti
e le ricchezze ben celate,
perché tu sappia che io sono il Signore,
Dio di Israele, che ti chiamo per nome.
4Per amore di Giacobbe mio servo
e di Israele mio eletto
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo sebbene tu non mi conosca.
5Io sono il Signore e non v'è alcun altro;
fuori di me non c'è dio;
ti renderò spedito nell'agire, anche se tu non mi conosci,
6perché sappiano dall'oriente fino all'occidente
che non esiste dio fuori di me.
Io sono il Signore e non v'è alcun altro.
7Io formo la luce e creo le tenebre,
faccio il bene e provoco la sciagura;
io, il Signore, compio tutto questo.

8Stillate, cieli, dall'alto
e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra
e produca la salvezza
e germogli insieme la giustizia.
Io, il Signore, ho creato tutto questo".

9Potrà forse discutere con chi lo ha plasmato
un vaso fra altri vasi di argilla?
Dirà forse la creta al vasaio: "Che fai?"
oppure: "La tua opera non ha manichi"?
10Chi oserà dire a un padre: "Che cosa generi?"
o a una donna: "Che cosa partorisci?".
11Dice il Signore,
il Santo di Israele, che lo ha plasmato:
"Volete interrogarmi sul futuro dei miei figli
e darmi ordini sul lavoro delle mie mani?
12Io ho fatto la terra e su di essa ho creato l'uomo;
io con le mani ho disteso i cieli
e do ordini a tutte le loro schiere.
13Io l'ho stimolato per la giustizia;
spianerò tutte le sue vie.
Egli ricostruirà la mia città
e rimanderà i miei deportati,
senza denaro e senza regali",
dice il Signore degli eserciti.

14Così dice il Signore:
"Le ricchezze d'Egitto e le merci dell'Etiopia
e i Sabei dall'alta statura
passeranno a te, saranno tuoi;
ti seguiranno in catene,
si prostreranno davanti a te,
ti diranno supplicanti:
Solo in te è Dio; non ce n'è altri;
non esistono altri dèi.
15Veramente tu sei un Dio nascosto,
Dio di Israele, salvatore.
16Saranno confusi e svergognati
quanti s'infuriano contro di lui;
se ne andranno con ignominia
i fabbricanti di idoli.
17Israele sarà salvato dal Signore
con salvezza perenne.
Non patirete confusione o vergogna
per i secoli eterni".
18Poiché così dice il Signore,
che ha creato i cieli;
egli, il Dio che ha plasmato
e fatto la terra e l'ha resa stabilee l'ha creata non come orrida regione,
ma l'ha plasmata perché fosse abitata:
"Io sono il Signore; non ce n'è altri.
19Io non ho parlato in segreto,
in un luogo d'una terra tenebrosa.
Non ho detto alla discendenza di Giacobbe:
Cercatemi in un'orrida regione!
Io sono il Signore, che parlo con giustizia,
che annunzio cose rette.

20Radunatevi e venite,
avvicinatevi tutti insieme,
superstiti delle nazioni!
Non hanno intelligenza coloro che portano
un loro legno scolpito
e pregano un dio
che non può salvare.
21Manifestate e portate le prove,
consigliatevi pure insieme!
Chi ha fatto sentire quelle cose da molto tempo
e predetto ciò fin da allora?
Non sono forse io, il Signore?
Fuori di me non c'è altro Dio;
Dio giusto e salvatore
non c'è fuori di me.
22Volgetevi a me e sarete salvi,
paesi tutti della terra,
perché io sono Dio; non ce n'è altri.
23Lo giuro su me stesso,
dalla mia bocca esce la verità,
una parola irrevocabile:
davanti a me si piegherà ogni ginocchio,
per me giurerà ogni lingua".
24Si dirà: "Solo nel Signore
si trovano vittoria e potenza!".
Verso di lui verranno, coperti di vergogna,
quanti fremevano d'ira contro di lui.
25Nel Signore saranno vittoriosi e si glorieranno
tutti i discendenti di Israele.


Prima lettera ai Corinzi 16

1Quanto poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voi come ho ordinato alle Chiese della Galazia.2Ogni primo giorno della settimana ciascuno metta da parte ciò che gli è riuscito di risparmiare, perché non si facciano le collette proprio quando verrò io.3Quando poi giungerò, manderò con una mia lettera quelli che voi avrete scelto per portare il dono della vostra liberalità a Gerusalemme.4E se converrà che vada anch'io, essi partiranno con me.
5Verrò da voi dopo aver attraversato la Macedonia, poiché la Macedonia intendo solo attraversarla;6ma forse mi fermerò da voi o anche passerò l'inverno, perché siate voi a predisporre il necessario per dove andrò.7Non voglio vedervi solo di passaggio, ma spero di trascorrere un po' di tempo con voi, se il Signore lo permetterà.8Mi fermerò tuttavia a Èfeso fino a Pentecoste,9perché mi si è aperta una porta grande e propizia, anche se gli avversari sono molti.10Quando verrà Timòteo, fate che non si trovi in soggezione presso di voi, giacché anche lui lavora come me per l'opera del Signore.11Nessuno dunque gli manchi di riguardo; al contrario, accomiatatelo in pace, perché ritorni presso di me: io lo aspetto con i fratelli.12Quanto poi al fratello Apollo, l'ho pregato vivamente di venire da voi con i fratelli, ma non ha voluto assolutamente saperne di partire ora; verrà tuttavia quando gli si presenterà l'occasione.
13Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti.14Tutto si faccia tra voi nella carità.15Una raccomandazione ancora, o fratelli: conoscete la famiglia di Stefana, che è primizia dell'Acaia; hanno dedicato se stessi a servizio dei fedeli;16siate anche voi deferenti verso di loro e verso quanti collaborano e si affaticano con loro.17Io mi rallegro della visita di Stefana, di Fortunato e di Acàico, i quali hanno supplito alla vostra assenza;18essi hanno allietato il mio spirito e allieteranno anche il vostro. Sappiate apprezzare siffatte persone.
19Le comunità dell'Asia vi salutano. Vi salutano molto nel Signore Àquila e Prisca, con la comunità che si raduna nella loro casa.20Vi salutano i fratelli tutti. Salutatevi a vicenda con il bacio santo.
21Il saluto è di mia mano, di Paolo.22Se qualcuno non ama il Signore sia anàtema. 'Maranà tha': vieni, o Signore!23La grazia del Signore Gesù sia con voi.24Il mio amore con tutti voi in Cristo Gesù!


Capitolo XV: Come comportarci e che cosa dire di fronte e ogni nostro desiderio

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1. Figliolo, così tu devi dire in ogni cosa: Signore, se questa è la tua volontà, così si faccia. Signore, se questo è per tuo amore, così si faccia, nel tuo nome. Signore, se questo ti parrà necessario per me, e lo troverai utile, fa' che io ne usi per il tuo onore; se invece comprenderai che questo è male per me e non giova alla mia salvezza, toglimi questo desiderio. Infatti, non tutti i desideri vengono dallo Spirito Santo, anche se a noi appaiono retti e buoni. E' difficile giudicare veramente se sia uno spirito buono, o uno spirito contrario, che ti spinge a desiderare questa o quell'altra cosa; oppure se tu sia mosso da un sentimento personale. Molti, che dapprima sembravano guidati da sentimento buono, alla fine si sono trovati ingannati. Perciò ogni cosa che balza alla mente come desiderabile sempre la si deve volere e cercare con animo pieno di timor di Dio e con umiltà di cuore. Soprattutto, ogni cosa va rimessa a me, con abbandono di se stessi, dicendo: Signore, tu sai cosa sia meglio per me. Si faccia così, o altrimenti, secondo la tua volontà. Dammi quello che vuoi, e quanto vuoi e quando vuoi. Disponi di me secondo la tua sapienza, la tua volontà e la tua maggior gloria. Mettimi dove tu vuoi, e fai con me quello che vuoi, liberamente. Sono nelle tue mani; fammi rigirare per ogni verso. Ecco, io sono il tuo servo, disposto a tutto, perché non voglio vivere per me ma per te: e volesse il cielo che ciò fosse in modo degno e perfetto.

Preghiera perché riusciamo a compiere la volontà di Dio.

3. Amorosissimo Gesù, dammi la tua grazia, perché "sia operante in me" (Sap 9,10) e in me rimanga sino alla fine. Dammi di desiderare e di volere ciò che più ti è gradito, e più ti piace. La tua volontà sia la mia volontà; che io la segua e che ad essa mi confermi pienamente; che io abbia un solo volere e disvolere con te; che io possa desiderare o non desiderare soltanto quello che tu desideri e non desideri. Dammi di morire a tutte le cose del mondo; fammi amare di esser disprezzato per causa tua, e di essere dimenticato in questo mondo. Fammi bramare sopra ogni altra cosa di avere riposo in te, e di trovare in te la pace del cuore. Tu sei la vera pace interiore, tu sei il solo riposo; fuori di te ogni cosa è aspra e tormentosa. "In questa pace, nella pace vera, cioè in te, unico sommo eterno bene, avrà riposo e quiete" (Sal 4,9). Amen.


Conferenza con Massimino

Sant'Agostino - Sant'Agostino d'Ippona

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1. Agostino e Massimino si erano riuniti in un luogo di Ippona e, in presenza di molti, sia chierici che laici, MASSIMINO disse: Io non sono venuto in questa città per sostenere una disputa con la tua Reverenza, ma sono venuto mandato dal conte Sigisvulto in vista della pace. In realtà, infatti, quando il presbitero Eraclio ha intavolato con me una discussione amichevole, gli ho risposto come ho potuto, provocato proprio da lui; ed egli si è accalorato a tal punto da provocare, contro di me, il tuo arrivo. E poiché la tua Reverenza si è degnata di farne un motivo di offesa personale, se mi poni delle domande, ti risponderò per quello che posso. Se dirai qualcosa di ragionevole, necessariamente la seguirò. Se infatti addurrai qualche argomento traendolo dalle sacre Scritture, che sono comuni a tutti, è necessario ascoltarlo; quelle parole che sono invece al di fuori della Scrittura noi non le accogliamo in nessun caso; tanto più che il Signore stesso ci ammonisce quando dice: Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini 1.

2. AGOSTINO disse: Se volessi rispondere a tutto ciò, darei anch’io l’impressione di fare in modo di non venire alla questione. Perciò, perché trattiamo subito l’argomento che ci preme, dimmi la tua fede sul Padre, sul Figlio e sullo Spirito Santo.

MASSIMINO: Se chiedi la mia fede, io conservo quella che non solo è stata esposta, ma anche sottoscritta a Rimini da trecentotrenta vescovi.

3. AGOSTINO: Già te l’ho detto e te lo ripeto, perché non hai voluto rispondere. Dimmi la tua fede sul Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

MASSIMINO: Dal momento che non ho eluso la domanda, perché la tua Reverenza mi accusa come se non avessi risposto?

4. AGOSTINO: Ho detto che tu non hai voluto rispondere perché, mentre ti chiedevo di dirmi la tua fede sul Padre, sul Figlio e sullo Spirito Santo, cosa che ti chiedo anche ora, tu non m’hai detto la tua fede, ma hai nominato il concilio di Rimini. Io voglio conoscere la tua fede, che cosa credi, che cosa pensi del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Se ti degni di farlo, lo ascolterò dalla tua bocca. Non rinviarmi a quegli scritti che ora o non ho sotto mano o di cui non riconosco l’autorità. Dimmi che cosa credi del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

MASSIMINO: Ho voluto citare il decreto del Concilio di Rimini non per scusarmi, ma per mostrare l’autorità dei Padri che, secondo la sacra Scrittura, ci hanno trasmesso quella fede che hanno imparato dalle divine Scritture. Se però preferisci, poiché con il cuore si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza 2, rispondo con chiarezza: infatti siamo istruiti e preparati per rispondere a tutti coloro che ci chiedono la ragione della nostra fede e della speranza che è in noi 3; e dal momento che lo stesso Signore Gesù dice: Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli 4, temendo questo pericolo, sebbene non ignori le leggi imperiali, ammaestrato tuttavia dall’insegnamento del Salvatore che ci ha ammonito e ha detto: Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima 5, affermo: Credo che uno solo è Dio, il Padre, che non ha ricevuto la vita da nessuno e che uno solo è il Figlio, che ha ricevuto dal Padre l’esistere e il vivere, e che uno solo è lo Spirito Santo Paraclito, che illumina e santifica le nostre anime. E dichiaro questo in base alle sacre Scritture. Se vuoi, continuo con le testimonianze; se la tua Reverenza farà qualche critica, giustificherò quelle opinioni in cui appaio criticabile.

5. AGOSTINO: Richiama la mia attenzione il fatto che hai posto espressamente come nostro illuminatore lo Spirito Santo, come se Cristo non ci illuminasse. Di questo, in primo luogo, voglio sentire da te cosa pensi.

MASSIMINO: Noi riconosciamo come unico autore Dio Padre, da cui discende tutta l’illuminazione per gradi. Infatti, anche l’apostolo Paolo lo testimonia di sé quando negli Atti degli Apostoli dice: Così infatti ci ha ordinato Dio; e tra le altre cose: Io ti ho posto come luce per le genti 6. Se l’apostolo è stato costituito dottore come luce delle genti, quanto più lo è lo Spirito Santo, il quale illumina l’Apostolo? È nello Spirito che ha parlato anche l’Apostolo, secondo quanto egli stesso afferma: Nessuno può dire " Gesù è Signore ", se non sotto l’azione dello Spirito Santo 7. Certamente, lo Spirito Santo, che ha illuminato l’apostolo, è illuminatore. Ma lo Spirito Santo ha ricevuto questa capacità da Cristo, secondo la testimonianza dello stesso Cristo che nel Vangelo dice: Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà 8. Dunque, lo Spirito Santo ha ricevuto questa capacità da Cristo, secondo la testimonianza dello stesso Cristo. Senza dubbio poi lo stesso Cristo confessa: La mia dottrina non è mia, ma di lui, il Padre, che mi ha mandato 9; e: Io dico quello che ho visto e ho ascoltato presso il Padre mio 10. Se dunque Cristo insegnando ci illumina, il Padre illumina colui che ha destinato a insegnare; e se lo Spirito Santo illumina, l’illuminazione risale al suo autore, che è la fonte della bontà; da lui il santo Apostolo ha ricevuto tanto quanto tutti i santi che certo illuminano per aver creduto, ma questa illuminazione risale al suo unico autore. E per questa causa il profeta diceva: Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? 11

6. AGOSTINO: Io non nego che lo Spirito Santo illumini; però mi domando se Cristo illumini per se stesso e il Padre illumini per se stesso o se costoro non illuminino se non attraverso lo Spirito Santo; questo in breve ho chiesto, questo richiedo.

MASSIMINO: Credo che non sia ignoto alla tua Reverenza quello che ha detto san Paolo apostolo: Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro 12. Conformemente a questa norma dico e professo che lo Spirito Santo illumina attraverso il Figlio; infatti, come si è detto prima, è effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro. Già ho dato una risposta, poiché se Paolo ci illumina, questa illuminazione risale al suo autore, Dio Padre; se lo Spirito Santo ci illumina, questa illuminazione risale al suo autore; se Cristo ci illumina questa illuminazione ritorna al suo autore. E, ammaestrato da questo magistero di Cristo, proseguo, come dice Cristo stesso: Le mie pecore conoscono la mia voce, ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. E di nuovo dice così: Io e il Padre siamo una cosa sola 13. Dunque, nel difendere le pecore e nell’illuminarle, il Padre e il Figlio sono una cosa sola, concordi e unanimi, secondo questo principio che hai ascoltato: nessuno rapirà dalla mia mano le pecore che mi ha dato il Padre mio; ugualmente nessuno le rapirà dalla mano del Padre.

7. AGOSTINO: Dici certamente cose necessarie, ma non pertinenti alla questione. Non hai risposto alla mia domanda e, tuttavia, hai parlato molto. Se vuoi lasciare da parte la questione che verte fra di noi ed esporre tutto il Vangelo, quanti giorni servirebbero? Quanto tempo sarebbe necessario? Dimmi brevemente, poiché ti ho chiesto se Cristo illumini per se stesso o non illumini se non attraverso lo Spirito Santo. Non solo non hai voluto rispondere a questo, ma, se non mi inganna quello che ho sentito, hai aggiunto che lo Spirito Santo illumina attraverso Cristo.

MASSIMINO: In materia religiosa, soprattutto quando si parla di Dio, non è lecito calunniare. Io ti ho risposto e, se non è sufficiente ciò che ho detto, posso aggiungere testimonianze che lo Spirito Santo è stato effuso attraverso Gesù Cristo su tutti i credenti. Così infatti leggiamo che san Pietro ha detto: Questo Gesù, Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, ha effuso questo dono, come voi stessi potete vedere e udire 14. Infatti, ho detto che, tutto quello che ci ha suggerito lo Spirito Santo, lo ha ricevuto da Cristo. Ritorna alle testimonianze prima riportate e troverai che è così.

8. AGOSTINO: Dato che vuoi sforzarti di provare quello che io stesso non nego, consumi il tempo necessario in cose superflue. Io non nego che attraverso Cristo lo Spirito Santo è stato diffuso sopra i credenti. Senza motivo hai voluto provare, indugiando tanto nelle testimonianze, quello che io stesso professo. Io ho detto questo, ho chiesto questo, questo di nuovo dico: se Cristo illumini attraverso lo Spirito Santo o se lo Spirito Santo illumini attraverso Cristo, perché hai affermato sopra che lo Spirito Santo illumina attraverso Cristo. Se però non lo ricordi, si leggano le tue parole registrate negli Atti, cosicché appaia che io ho ordinato di darne lettura, e proverò che hai detto quello che chiedo.

MASSIMINO: La prova sarebbe stata necessaria, se non ti fossi calmato. Infatti ti sei già soffermato su quelle testimonianze che ho apportato e su quella ragione che ho addotto, e anche tu le riconosci. Conclusa dunque questa questione, proponine un’altra a cui ti risponda. Infatti, hai confessato che, riguardo a questa questione, sei stato soddisfatto.

9. AGOSTINO: Hai detto che lo Spirito Santo illumina attraverso Cristo, o non l’hai detto? Ti chiedo di degnarti di rispondermi brevemente a una delle due: l’hai detto o non l’hai detto?

MASSIMINO: Io ho affermato, secondo il magistero del Salvatore, che lo Spirito Santo, se illumina, riceve l’illuminazione da Cristo; se insegna, riceve l’insegnamento da Cristo; tutto quello che compie lo Spirito Santo, lo ha avuto dal Dio Unigenito. E se sono poche le testimonianze, ne aggiungo altre.

10. AGOSTINO: Perché non si dica che noi calunniamo, si leggano le sue parole pronunciate poco prima.

Lo scrivano Antonio ne dette lettura: Dico e professo che lo Spirito Santo illumina attraverso il Figlio, come si è detto prima, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro 15. Dopo che ne fu data lettura,

MASSIMINO rispose: Come sembra, tu stesso cerchi una dilazione, affinché non torniamo al tema principale, volendo con i tuoi argomenti trattenerci tutto il giorno su una sola questione. Noi proclamiamo che lo Spirito Santo è stato effuso attraverso il Figlio, e non abbiamo citato come testimone soltanto san Paolo, ma anche Pietro, il primo degli apostoli. Poi nella nostra esposizione si dice che lo Spirito Santo ha ricevuto da Cristo, conformemente alla testimonianza precedente: Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà 16. Allo stesso modo, costretto, ripeto che lo Spirito Santo, sia che illumini, sia che insegni, sia che istruisca, ha ricevuto ogni cosa da Cristo, poiché attraverso Cristo sono state fatte tutte le cose, e senza di lui nulla è stato fatto 17. Cristo dice che ha ricevuto tutte queste cose dal suo genitore e che vive grazie al Padre e ogni lingua proclama che il Signore Gesù Cristo è a gloria di Dio Padre 18. E che di ogni uomo il capo è Cristo e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio 19. E che lo Spirito Santo è sottomesso al Figlio, e che il Figlio è sottomesso al Padre, come amatissimo, come obbediente e come buono generato dal buono. Infatti, il Padre non ha generato un essere opposto a sé, ma ha generato un essere tale che proclama: Io faccio sempre le cose che sono gradite al Padre 20.

11. AGOSTINO: Se Cristo illumina attraverso lo Spirito Santo e lo Spirito Santo illumina attraverso Cristo, il loro potere è pari. Leggimi allora il testo in cui si dice che lo Spirito Santo è sottomesso a Cristo, di cui hai parlato poco fa. Quanto poi alle parole che riferisci che il Signore abbia detto dello Spirito Santo, prenderà del mio, sono state pronunciate perché prende dal Padre, e tutto ciò che è del Padre senza dubbio è anche del Figlio. Infatti, dopo aver detto ciò, egli stesso ha aggiunto: Per questo ho detto che prenderà del mio, perché tutto quanto ha il Padre è mio 21. Dimmi dunque ciò che ti ho chiesto, e prova con testimonianze che lo Spirito Santo è sottomesso a Cristo, quando leggiamo piuttosto che lui stesso ha detto: Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio 22. Se egli stesso ha detto che lo Spirito Santo è sopra di lui, in che modo puoi dire che lo Spirito Santo è sottomesso a Cristo? Inoltre, Cristo disse che lo Spirito Santo è sopra di sé, non in quanto Verbo di Dio, che è Dio, ma in quanto uomo, poiché il Verbo si fece carne. Dove infatti è scritto: Il Verbo si fece carne 23, non significa nient’altro che " il Verbo si fece uomo ". Poiché, ogni carne vedrà la gloria del Signore 24, non significa nient’altro che " ogni uomo ". E per la legge non sarà giustificata ogni carne 25, non significa nient’altro che " ogni uomo ". Poiché, dunque, il Verbo si fece carne e spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo 26, proprio per questa forma di servo disse: Lo Spirito del Signore è sopra di me. Dunque, pari è il potere, una sola la sostanza, medesima la divinità. Perciò, benché adoriamo la Trinità, poiché il Padre non è il Figlio, il Figlio non è il Padre, e lo Spirito Santo non è né il Padre né il Figlio, tuttavia adoriamo un solo Dio, poiché la stessa unione ineffabile e sublime della Trinità mostra un solo Dio, un solo Signore. E perciò si è detto: Ascolta Israele: il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo 27. Perché volete che noi abbiamo due dèi e due signori? Dite che il Padre è Signore e che il Padre è Dio; dite che Cristo è il Signore e che Cristo è Dio. Chiedo se i due sono nello stesso tempo uno solo e rispondete che sono due dèi. Manca solo che fabbrichiate loro templi e idoli.

MASSIMINO: Le autorità religiose mai si dedicano alla calunnia. Hai richiesto testimonianze, perché ti illustrassi con esse ciò che professo; e tu consideri identici ed uguali tutti e tre: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. E, inoltre, dopo aver dichiarato uguali i tre, di nuovo sei tornato sull’argomento e hai senza dubbio portato una testimonianza delle sacre Scritture, non però concernente l’uguaglianza, ma l’unicità di Dio onnipotente, che è l’unico autore di tutto. Dunque, poiché mi precedi per età e sei maggiore per autorità, di’ e dimostra prima con testimonianze che i tre sono uguali, onnipotenti, non creati, invisibili, incomprensibili; e allora, infine, sarà necessario che, sulla base delle testimonianze, lo accettiamo. Se invece non sarai in grado di dare ragione di ciò attraverso le sacre Scritture, è necessario che io mi attenga a tutto ciò che ho detto prima. Infatti, del fatto che solo il Padre vive senza ricevere la vita da nessuno, che il Figlio, cosa che ho affermato, riceve la vita dal Padre e di tutte le cose che ho detto a proposito dello Spirito Santo, posso offrirti quante testimonianze vuoi.

12. AGOSTINO: Ciò che io ti ho chiesto di degnarti di dire, con quale testimonianza, cioè, proveresti che lo Spirito Santo è sottomesso a Cristo, non lo hai detto. Tuttavia risponderò alla questione che hai proposto. Non diciamo che sono tre onnipotenti, come non diciamo che sono tre dèi. Se infatti ci chiedono a proposito di ciascuno singolarmente se il Padre è Dio, rispondiamo: è Dio; se il Figlio è Dio, rispondiamo: è Dio; se lo Spirito Santo è Dio, rispondiamo: è Dio. Se poi ci chiedessero a proposito di tutti insieme se sono tre dèi, ci riferiremmo alla sacra Scrittura che dice: Ascolta Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo 28. E in questo divino precetto abbiamo appreso che la stessa Trinità è un solo Dio. Così se ci chiedono di ciascuno singolarmente se il Padre è onnipotente, rispondiamo: è onnipotente; se lo è il Figlio, diamo la stessa risposta; se lo è lo Spirito Santo, non neghiamo che sia onnipotente. Tuttavia, non affermiamo che sono tre onnipotenti, allo stesso modo che non diciamo che sono tre dèi; ma come i tre contemporaneamente sono un solo Dio, così i tre contemporaneamente sono un solo onnipotente e un solo Dio invisibile: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Senza ragione, dunque, ritieni che noi siamo limitati per il numero, dal momento che la potenza della divinità supera anche la natura del numero. Se, infatti, le anime di molti uomini, ricevuto lo Spirito Santo e, in certo modo, fuse dal fuoco della carità, formarono una sola anima, di cui l’apostolo dice: Avevano un cuor solo e un’anima sola 29; se di tanti cuori, di tante migliaia di cuori, la carità dello Spirito Santo fece un solo cuore; se di tante migliaia di anime lo Spirito Santo disse che erano una sola anima e poi ne fece egli stesso un’anima sola: non diremo a maggior ragione che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, uniti fra loro inseparabilmente per la carità ineffabile, sono un solo Dio?

MASSIMINO: E per questo hai detto che sono uguali e identici, cosa che certamente non hai potuto provare con testimonianze e, per questo motivo, hai deviato su un altro tema. Noi infatti non siamo diffidenti, ma sappiamo con fede certa che è uno il cuore e l’anima di tutti i credenti. Né ciò contrasta con la nostra religione, ma, piuttosto, concorda con essa. Senza dubbio, infatti, se era uno solo il cuore e l’anima di tutti i credenti, perché allora non si dice che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono una cosa sola per l’armonia, la convenienza, la carità, l’unanimità? Che cosa infatti fece il Figlio che non piacesse al Padre? Che cosa comandò il Padre a cui il Figlio non obbedì? Quando, infatti, lo Spirito Santo riferì ordini contrari a Cristo o al Padre? E dalla frase del Salvatore che dice: Io e il Padre siamo una cosa sola 30, risulta chiaro che essi sono una cosa sola per la concordia e l’armonia. Come poi tu stesso hai affermato, il Padre è il Padre, che mai fu Figlio; il Figlio è il Figlio, che sempre rimane Figlio; e lo Spirito Santo è lo Spirito Santo. Professiamo dello Spirito Santo ciò che è e che abbiamo letto: questo Spirito Santo che è tanto grande e di tale valore che anche gli Angeli desiderano fissare in lui lo sguardo 31. Questo Spirito Santo è tanto grande da poter accogliere da ogni parte le richieste di tutti e fornire la sua intercessione. E chiamo a testimone di questo san Paolo che dice: Nemmeno noi sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili 32. Credo quello che leggo, poiché lo Spirito Santo intercede con insistenza, con gemiti inesprimibili. E perciò istruito da questo insegnamento, dico che lo Spirito Santo è sottomesso in quanto intercede per noi con gemiti. Affermo poi che c’è un solo Dio, non che i tre siano uno; ma uno solo è Dio, incomparabile, immenso, infinito, non creato, invisibile, che il Figlio ha pregato e prega, presso il quale lo Spirito Santo intercede. Infatti, il Figlio prega il Padre; e, sebbene voi siate soliti riferire alla condizione corporea tutte quelle testimonianze che leggiamo nel sacro Vangelo, tuttavia noi dimostriamo, dopo aver indagato le sacre Scritture, che anche ora sedendo alla destra del Padre, intercede per noi. Per questo motivo infatti ho detto che ha pregato e prega, perché ancora certamente intercede per noi, come dice l’Apostolo: Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio che giustifica? Chi condannerà? Cristo che è morto, anzi che è resuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? 33 Ugualmente Cristo, incontratosi con i suoi discepoli, promise che avrebbe pregato, dicendo: Se mi amate, osservate i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi 34. Se questo è sufficiente, bene; altrimenti aggiungerò quante testimonianze tu voglia.

13. AGOSTINO: Quello che noi professiamo, non devi provarcelo. Facendo questo, infatti, come ho detto precedentemente, non facciamo altro che consumare del tempo necessario. Sappiamo che il Figlio di Dio è Figlio di Dio; sappiamo che non è da se stesso, ma è generato dal Padre. Sappiamo che invece il Padre non è generato, non è da alcuno, non ha ricevuto la vita da alcuno; che il Figlio ha ricevuto la vita dal Padre, ma non come se fosse stato un periodo senza vita, per ricevere la vita poi. Infatti, il Padre gli ha dato la vita generando la vita; generandolo vita, gli ha dato la vita. Poi dimostrò la sua uguaglianza dicendo: Come il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso 35. Il Padre ha la vita in se stesso; il Figlio ha in sé una vita uguale alla vita del Padre; tuttavia il Figlio non ha ricevuto da se stesso la vita, perché non è nato da se stesso, ma è nato dal Padre. Generandolo, il Padre gli diede la vita, non perché il Figlio esisteva già senza vita ed Egli gli diede la vita, come noi peccatori che siamo stati creati senza vita, e per indulgenza e grazia abbiamo ricevuto la vita; egli ricevette la vita dal Padre, poiché è nato vita dal Padre. E perciò tu non hai potuto dire che lo Spirito Santo è sottomesso al Figlio, se non per il fatto che intercede per noi con gemiti. Infatti, a te sembra che quella perfezione di santità consista nell’essere sempre in gemiti e nel non respirare a causa dei gemiti. O eterna miseria! Comprendi l’espressione ed eviterai la bestemmia. Infatti è stato detto: Intercede con gemiti, perché intendessimo che ci fa intercedere con gemiti. Infatti ci assiste e, infondendo in noi la carità, ci fa intercedere con gemiti. Infine quando in un passo l’Apostolo dice: Che grida: Abbà, Padre! 36, e in un altro passo dice: Per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre! 37, ha chiarito che cosa significhi, che grida: Abbà, Padre!, dicendo per mezzo del quale gridiamo. E perciò che cosa significa che grida se non che ci fa gridare? Do un esempio di questa espressione. Non ha Dio prescienza di tutto il futuro? Chi sarà tanto insensato da negarlo? Tuttavia l’Apostolo ha detto: Ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da Dio siete stati conosciuti 38. Se Dio li conosce ora, non li conosceva, non li aveva scelti, non li aveva predestinati prima della costituzione del mondo. Ma ha detto così: Ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da Dio siete stati conosciuti, perché intendessero che Dio aveva prodotto in essi la conoscenza di sé. Che avete conosciuto Dio. Che cosa significa che avete conosciuto Dio? Non attribuitevi il merito, non insuperbite: da Dio siete stati conosciuti. Che cosa significa da Dio siete stati conosciuti? Dio vi ha fatto suoi conoscitori; Dio ha concesso che lo conosciate. Come anche le parole del Signore: Ora so, dice il Signore ad Abramo, ora so che tu temi il Signore 39. Quando Abramo ha portato suo figlio all’olocausto, Dio gli dice: Ora so. È questa tutta la prescienza di Dio? Conobbe allora, quando disse ora so? Ma che significa: Ora so? Significa: Ora ti ho fatto conoscere. Se, dunque, ammaestrato dalle sacre Scritture, riconoscessi queste espressioni, non considereresti un miserabile lo Spirito Santo, in base a quei gemiti con i quali si dice che egli interceda. Che cosa significa, infatti, gemere sempre, se non essere sempre miserevole? Perciò noi gemiamo, perché siamo miserevoli. E rendiamo grazie allo Spirito Santo, perché per amore del secolo eterno ci fa gemere e, per questo, si dice che geme. Ci fa gridare e, per questo, si dice che grida. Ci fa conoscere Dio e, per questo, si dice, anzi da Dio siete stati conosciuti. Dio fa sì che Abramo lo conosca e, per questo, gli ha detto: ora so.

MASSIMINO: Proprio in ciò in cui ci biasimi, tu stesso ti tradisci. È sicuro infatti, e di questo la divina Scrittura ci avverte, che il molto parlare non evita il peccato, mentre chi frena le labbra, sarà prudente 40. Se anche qualcuno per un’intera giornata portasse testimonianze dalle divine Scritture, non certo per la loquacità gli si riconoscerà la verità della sua affermazione. Ma se qualcuno, o servendosi dell’arte oratoria o del modo di esprimersi del suo spirito pronunciasse parole che le sacre Scritture non contengono, allora queste sarebbero oziose e superflue. Dopo averti portato a questa regola, mi basta che tu ammetta che il Padre è il Padre, poiché non è nato e non ha ricevuto la vita da alcuno, che il Figlio ha ricevuto la vita dal Padre e che lo Spirito Santo è lo Spirito Santo. Affermando poi che vi è un solo Dio, faresti senz’altro bene se, nel professare un unico Dio, non dicessi che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono un solo Dio, contravvenendo alla tua affermazione. Noi adoriamo un solo Dio, non nato, non creato, invisibile, che non si abbassò al contatto umano, né alla carne umana. Inoltre il Figlio, secondo l’Apostolo, è Dio non piccolo, ma grande, come dice san Paolo: Nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo 41. Infatti, questo Dio grande, Cristo, dice: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro 42. Infatti, con la sua sottomissione stabilisce l’esistenza di un solo Dio. Dunque, come già abbiamo detto in base a testimonianze, egli è l’unico Dio, a cui Cristo e lo Spirito Santo rendono onore e che ogni creatura venera e adora. Per questa ragione professiamo un solo Dio. Però non in quanto l’unione e la mescolanza del Figlio col Padre, oppure dello Spirito Santo col Figlio o col Padre, costituisca un solo Dio; ma poiché egli solo è l’unico Dio perfetto che, come tu stesso hai affermato, non ha ricevuto la vita da nessuno, e che ha concesso al Figlio col suo esempio di avere la vita in se stesso. Senza dubbio diciamo che sono uniti per la carità e la concordia. Come già abbiamo spiegato prima, che il Padre sia un’altra cosa e non la stessa rispetto al Figlio, ce lo ha insegnato il Salvatore stesso, dicendo: Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c’è un altro che mi rende testimonianza. E perché nessuno, con spirito arrogante, pensasse che dicesse " un altro " riferendosi a Giovanni il Battista o, magari, all’apostolo Pietro o Paolo, ha proseguito: Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo, ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me 43. Chi è tanto stolto da non capire che l’uno dà testimonianza dell’altro, il Padre del Figlio? Egli, infatti, certamente diceva: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo 44. Leggo " prediletto " e credo che il Padre sia colui che ama e il Figlio colui che è amato. Sento che Cristo è unigenito, e non dubito che uno è stato generato dall’altro. Paolo lo proclama primogenito dicendo: Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di ogni creatura. E professo, in base all’affermazione delle sacre Scritture, che il Figlio è primogenito e non ingenito, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Ed egli è prima di tutti e tutte le cose sussistono in lui 45. E questo Figlio di Dio è Dio unigenito, essendo prima di tutti. Infatti, egli stesso dice: Io dico quello che ho visto presso il Padre mio 46. E sempre il Figlio dice nel santo Vangelo quello che voi ascrivete alla sua carne: Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me 47. Leggendo queste testimonianze, crediamo e professiamo, secondo l’Apostolo, che tutto gli sta sottomesso come ad un Dio grande 48. Egli infatti è Dio grande, così lo generò il Padre, come tu stesso hai sostenuto, ed ha certamente affermato che il Padre è più grande per indicare lui come unico Dio, nel cui seno è descritto dall’evangelista Giovanni. Ascoltalo, poi, proclamare e proferire l’invisibilità di Dio onnipotente: Dio nessuno lo ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato 49. Istruito da ciò, Paolo proclama e dice: Beato e unico sovrano, il re dei regnanti e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità, che abita una luce inaccessibile; che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere. A lui onore e potenza per sempre. Amen 50. A proposito di questo, di nuovo, dice: A Dio che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli dei secoli. Amen 51. E perciò noi annunciamo un unico Dio, poiché uno è sopra ogni cosa Dio, non nato, non creato, come abbiamo sostenuto. Se poi non credi a Paolo che dice che il Figlio è nato, primogenito di tutte le creature, allora credi al Figlio in persona, che, quando Pilato gli domandò: Dunque tu sei re?, Cristo rispose: Per questo sono nato 52. Leggo " nato " e professo ciò che leggo; leggo " primogenito" e non rifiuto di crederlo; leggo " unigenito " ed anche se venissi torturato, non direi un’altra cosa; professo ciò che ci insegnano le sacre Scritture. E tu, che dici che il Padre e il Figlio sono uno solo, di’ che il Padre è unigenito, di’ che è primogenito; di’ del Figlio quello che è proprio del Padre, di’ che il Figlio è ingenito, di’ che non è nato, di’ che nessuno mai lo ha visto, né può vederlo. Continua dicendo dello Spirito Santo le stesse cose che leggiamo del Padre, per fare apparire lo Spirito Santo uguale al Padre. Dillo, ti prego, e mi avrai tuo discepolo. Continua dicendo del Figlio che egli non è nato e che è senza origine. Se è uguale, certamente è lo stesso; se è lo stesso, certamente non nato; se non nato, certamente non l’ha visto nessun uomo. Forniscine testimonianze, spiega e insegna, e mi avrai discepolo.

14. AGOSTINO: Hai detto che voi adorate un solo Dio, come ho potuto rilevare dalle tue parole; ne consegue che o non adorate Cristo, o non adorate un solo Dio, ma due. Hai detto anche a proposito del Padre che non si abbassò al contatto umano, né alla carne umana. Se per caso non lo sai, quando si dice contatto, si implica anche una qualche contaminazione; dunque, hai voluto far intendere che Cristo ha avuto contatti umani, quindi hai affermato che Cristo si è macchiato con la carne umana. Ma io affermo, anzi la fede cattolica, che io condivido con la Chiesa di Cristo, afferma che il Signore nostro Gesù Cristo da Verbo si è fatto carne, in modo da non subire nessun contagio derivante dal genere umano e dalla carne umana. È venuto infatti per purificare, non per insozzarsi. Ha infatti assunto l’anima umana e la carne umana senza alcuna peste di contagio; e si è degnato di salvare in se stesso entrambe, cioè l’anima e la carne umana. Ma poiché, a quanto vedo, non vuoi prestar fede alla verità riguardo alla sua invisibilità, ti prego di pensare che Cristo fu visibile secondo la carne e secondo l’uomo. Infatti, in base al fatto che il Verbo è Dio presso Dio, anch’egli è invisibile. Cristo è sapienza di Dio: se la sapienza umana è invisibile, sarà forse visibile la sapienza di Dio? Dunque, per quanto riguarda quella natura in cui è uguale al Padre, allo stesso modo è Dio, allo stesso modo è onnipotente, allo stesso modo è invisibile, allo stesso modo è immortale. A quanto ho capito, hai detto anche che bisogna intendere le parole dell’Apostolo, il solo che possiede l’immortalità 53, in modo che in questa affermazione sia compreso solo il Padre. Dunque vuoi che il Verbo di Dio sia mortale? La sapienza di Dio non è immortale secondo te. Non capisci che il Figlio non sarebbe in alcun modo potuto morire, se non avesse preso da noi la carne mortale? Infine, la carne è morta in lui, ma lui non è morto in ciò che concerne Dio, in ciò che riguarda la divinità, per la quale è uguale al Padre. Infatti agli uomini ha detto: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla 54, poiché l’anima non può morire. E può morire il Verbo di Dio? La sapienza di Dio può morire? L’Unigenito, senza aver assunto la carne, può morire? Però, dopo aver assunto la carne nella quale fu fatto uomo, come si è riconosciuto uguale quando dice: Io e il Padre siamo una cosa sola 55, così si è riconosciuto inferiore, poiché il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi 56. Non considerò una rapina essere uguale a Dio. Infatti lo è per natura, non per rapina; non ha usurpato questa condizione, ma è nato così. Ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo. Lo hai riconosciuto uguale, ormai comincia a riconoscerlo inferiore: Assumendo la condizione di servo, divenendo simile agli uomini e apparso in forma umana 57. Ecco in quale forma il Padre è superiore; riconosci la distribuzione della natura umana assunta dalla divinità che rimane immortale e non sbagliare nelle parole che ami molto pronunciare, ma che non ti degni di intendere. Professo, poi, come dici tu, che il Padre non è nato e che il Figlio è nato. Ma non è diversa la natura e la sostanza, per il fatto che uno non è nato, l’altro è nato. Infatti, se è nato, è Figlio; se è Figlio, è vero Figlio, poiché è unigenito. Infatti, anche noi siamo chiamati figli, ma forse siamo tutti figli unigeniti? In modo diverso egli è Figlio unigenito: egli è Figlio per natura, noi siamo figli per grazia. Egli è l’Unigenito nato dal Padre, ossia è ciò che il Padre è, secondo natura, secondo sostanza. Inoltre, chi dice che egli, per il fatto di essere nato, è di natura diversa, nega che sia vero figlio. Ma la Scrittura afferma: E noi siamo nel vero Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna 58. Perché vero Dio? Perché è vero Figlio di Dio. Se infatti ha fatto sì che gli animali non generino se non quello che sono: l’uomo genera un uomo, il cane un cane; e Dio non genera Dio ? Se, dunque, è della medesima sostanza, perché lo dici minore? Forse perché quando un padre genera il figlio, sebbene l’uomo generi un uomo, tuttavia è il maggiore che genera il minore? Aspettiamo dunque che cresca Cristo, come crescono gli uomini generati dagli uomini. Se però Cristo è quello che è da quando è nato, cosa che non è avvenuta nel tempo, ma dall’eternità, e tuttavia è minore, è meglio la condizione umana, perché l’uomo può crescere e, alla fine, arrivare all’età e al vigore di suo padre, Cristo mai: in che modo può essere vero figlio? Inoltre, riconosciamo il Figlio Dio grande al punto che lo diciamo uguale al Padre. Così, senza motivo ci hai voluto provare con testimonianze e con molte parole ciò che noi sosteniamo con energia. Cristo, poi, dice: Dio mio e Dio vostro 59, badando alla condizione di uomo nella quale si trovava. Per il resto, per quanto riguarda le parole che disse Giovanni: in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio 60, il Padre non è Dio di Dio, ma Dio di Cristo, poiché Cristo si fece uomo. Per questo anch’egli dice nei Salmi, poiché il Padre è suo Dio: Dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio 61. Quando dice che dal ventre della madre è il suo Dio, rende evidente per quale ragione il Padre è Dio del Figlio, ossia per il fatto che il Figlio è uomo e per questo il Padre è maggiore del Figlio. Perciò afferma: Dio mio e Dio vostro. Da qui deriva quella sottomissione, di cui non dobbiamo meravigliarci, che il Figlio in quanto uomo rese al Padre, quando, come sta scritto, era sottomesso anche ai genitori 62; e di lui sta scritto: Lo hai fatto poco meno degli angeli 63. Vorrei invece che tu ci spiegassi, con qualche testimonianza tratta dalle Scritture, dove si legge che il Padre è adorato dallo Spirito Santo. Comprendo che è adorato dal Figlio, anche se non fornisci testimonianze, perché l’uomo adora Dio; si comprende facilmente che ciò fu detto del Figlio in quanto uomo, sebbene non leggi neanche questo. Ma da te esigo in particolare che ci legga che il Padre è adorato dallo Spirito Santo, o che ci menzioni una testimonianza divina. Può darsi che ci sia, ma mi sfugge; e, se la trovi, io potrò rispondere in quale modo debba essere interpretata, così come ho risposto con un solenne discorso sui gemiti nelle Scritture. Quanto a ciò che affermi, che per quella unione ineffabile il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono un solo Dio, vuoi sapere che valore abbia questa unione? Senza dubbio è chiaro, non dai nostri discorsi, ma dalle parole divine, che una cosa è lo spirito dell’uomo, un’altra è lo spirito Signore; perciò si dice che il Signore è spirito 64, perché non è corpo; e tuttavia dice l’Apostolo: Chi si unisce alla prostituta, forma con essa un solo corpo; ma chi si unisce al Signore, forma con lui un solo spirito 65. Se, dunque, questa unione di spiriti di diversa natura (poiché uno è dell’uomo, l’altro di Dio) formò un solo spirito, non vuoi che il Figlio si unisca tanto al Padre da essere un solo Dio? Ammetti questo anche dello Spirito Santo, che è Dio. Del resto, se lo Spirito Santo non fosse Dio, certamente non avrebbe noi come tempio. Però l’Apostolo ha scritto: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?66 E ancora: Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio? 67 Se facessimo un tempio di legno e di pietra a un qualche angelo eminentissimo, non saremmo forse colpiti da anatema da parte della verità di Cristo e della Chiesa di Dio, per il fatto di riservare a una creatura quella servitù che si deve solo a Dio? Se, dunque, saremmo sacrileghi facendo un tempio a una creatura qualsiasi, come può non essere vero Dio colui al quale non facciamo un tempio, ma per il quale siamo tempio noi stessi? In che senso poi Cristo abbia detto, come il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso 68, ho risposto in precedenza. E poiché dici che per la concordia e per la carità il Padre e il Figlio sono una cosa sola, quando mi dimostrerai che è stato detto che sono una cosa sola quelle che sono sostanze diverse, allora penserò cosa dovrei risponderti. Leggiamo infatti: Chi pianta e chi irriga sono una cosa sola 69, ma entrambi sono uomini e della medesima sostanza, non distinta. Analogamente leggiamo che Cristo stesso ha detto: Perché siano una sola cosa, come lo siamo noi 70. Non ha detto: " Perché loro e noi siamo una sola cosa ", ma: Perché siano una sola cosa, nella loro natura e sostanza, uniti e fusi in un certo modo in una concorde uguaglianza, come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uno, per la loro inseparabile e identica natura. Una cosa infatti è "sono uno " (unum sunt), un’altra è " è uno solo " (unus est). Quando si dice " sono uno ", benché non si dica quale uno, si intende una sola sostanza. Quando si dice " è uno solo " di due e diverse sostanze, si deve verificare di quale uno si tratta. Per esempio, l’anima e il corpo sono sostanze diverse, tuttavia costituiscono un unico uomo; diversa è la sostanza dello spirito dell’uomo e dello spirito di Dio, tuttavia chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito 71. E ha aggiunto spirito, non ha detto " sono uno ". Quando poi si dice " sono uno ", significa una sola sostanza, cosa che voi non volete ammettere e osate dire di affermare che Cristo è vero Figlio di Dio. Inoltre, il Padre non è maggiore per il fatto di dare testimonianza del Figlio. Infatti, anche i profeti hanno reso testimonianza al Figlio. Senza dubbio, uno è colui che rende testimonianza, un altro è colui al quale è resa: perché il Padre è il Padre, e il Figlio è il Figlio. Non perché non siano uno o non siano un solo Dio quando sono legati fra loro e uniti, condizione in cui sono sempre. Dici, però, che tra il Padre e il Figlio c’è diversità, perché il Padre ama e il Figlio è amato. Come se poteste affermare che il Figlio non ama il Padre. Se entrambi si amano vicendevolmente, perché negate che siano di una sola natura? Quanto ho detto a proposito del Padre, ossia che egli viene detto maggiore a motivo della forma di servo del Figlio, lo dico anche a proposito dell’invisibilità, perché il Figlio è detto visibile proprio per quella forma di servo. Del resto, ciò che riguarda la stessa sostanza divina, o del Padre, o del Figlio, o dello Spirito Santo, è del tutto invisibile. Infatti, quando la divinità si manifestava ai padri, servendosi di una creatura, dimostrava di essere invisibile. Infatti, per la sua stessa natura è invisibile a tal punto che lo stesso Mosè, quando parlava faccia a faccia con essa, disse: Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mostrami chiaramente te stesso 72. Infatti voleva vederlo, come Dio si vede con gli occhi del cuore. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio 73. Così Mosè voleva vedere colui a cui diceva: Mostrami chiaramente te stesso; dato che anche le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate attraverso le opere da lui compiute. Così infatti dice l’Apostolo: Le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità 74. Ecco, con l’intelletto si contemplano le perfezioni invisibili di Dio, e tuttavia si dicono invisibili. E ogni cosa è stata fatta attraverso Cristo stesso 75, sia le cose visibili che quelle invisibili, ed è allora possibile credere che lui stesso sia visibile da noi? Inoltre, dici che si debbano intendere riferite solo al Padre le parole dell’Apostolo: A Dio che solo è sapiente 76. Dunque, solo il Padre è Dio sapiente e non è sapiente la stessa Sapienza di Dio, che è Cristo, di cui l’Apostolo dice: Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio 77! Ci manca che affermiate (perché non osate farlo?) che la Sapienza di Dio è stolta. Allo stesso modo, poi, dici che il Padre non è creato, come se fosse creato il Figlio, attraverso cui sono state create tutte le cose. Sappi che il Figlio è stato creato, ma nella forma di servo. Infatti nella forma di Dio non può essere stato creato, tanto che attraverso di lui sono state create tutte le cose. Se infatti anch’egli fosse creato, non ogni cosa sarebbe stata creata attraverso di lui, ma il restante. Certamente, non dico che il Figlio sia ingenito, ma il Padre è genitore, il Figlio è generato. Il Padre, però, lo generò come lui è; altrimenti non è vero Figlio, se il Figlio non è ciò che è il Padre. Così abbiamo parlato precedentemente della nascita degli animali, perché i veri figli sono nella sostanza quello che sono i genitori. Poi che senso ha chiedermi di dimostrarti che lo Spirito Santo è uguale al Padre, come se tu mi avessi dimostrato che il Padre è maggiore dello Spirito Santo? Hai potuto dimostrarlo del Figlio, relativamente alla forma di servo. Sappiamo infatti che è stato detto che il Padre è maggiore del Figlio, poiché il Figlio è esistito nella forma di servo ed è ancora nella forma umana, che elevò al cielo; perciò di lui si dice che intercede per noi 78 anche ora. E questa stessa forma immortale sarà eterna nel regno; perciò si dice: Anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa 79. Infatti, in relazione allo Spirito Santo, che non ha assunto nessuna creatura nella unità della sua persona, sebbene si sia degnato di manifestarsi visibilmente attraverso una creatura e nell’aspetto di una colomba e di lingue di fuoco 80, mai si è detto che il Padre è più grande di lui; mai si è detto che lo Spirito Santo abbia adorato il Padre, mai che è minore del Padre. Ma a proposito del Figlio dici: Se fosse uguale al Padre, certamente sarebbe identico; ciò significa che, poiché non è ingenito, non sembra identico. Potresti dire che non era uomo quello generato da Adamo, dato che lo stesso Adamo non è generato, ma creato da Dio. Se poi Adamo poté esistere senza essere generato, e tuttavia poté generare un essere come se stesso, non vuoi che per Dio non sia stato possibile generare un Dio uguale a sé? Credo di averti risposto a tutto. Ma se non vuoi essere discepolo, non essere almeno troppo loquace.

15. 1. MASSIMINO: Parli come se fossi protetto dall’aiuto di prìncipi, non con timore di Dio. Ho sopportato per molte ore, hai esposto ciò che ti sembrava opportuno. Con l’aiuto di Dio, risponderemo a ogni cosa, e non con un discorso spoglio, ma sostenuti dalle testimonianze delle divine Scritture. Soltanto ti chiedo che, come noi siamo stati tolleranti mentre la tua Reverenza parlava, anche tu e i tuoi dimostriate tolleranza, affinché possa rispondere ai tuoi discorsi, allo stesso modo in cui tu hai risposto ai nostri, come ti è sembrato opportuno.

15. 2. Noi veneriamo Cristo come Dio di ogni creatura. Infatti egli è adorato e venerato non soltanto dalla natura degli uomini, ma anche da tutte le potenze celesti, come proclama san Paolo: Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome. In verità tu nella tua esposizione ritenesti opportuno omettere ciò che sapevi contrario alla tua opinione, sapendo che la sua lettura ti avrebbe confutato. Infatti che ogni ginocchio si pieghi davanti a Cristo, lo dice anche Paolo, proseguendo: Gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome. E continua: Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre 81. Infatti dicendo: Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, ha incluso tutto. Niente è in cielo che non pieghi il ginocchio davanti a Cristo; niente è rimasto sulla terra che non pieghi il ginocchio davanti a Cristo; niente è negli inferi che non pieghi il ginocchio davanti a Cristo. E il Padre gli ha donato ciò. Coloro che leggono possono verificare se questa mia disquisizione è fondata sulla mia autorità o sulla mia eccessiva loquacità, come mi accusi, oppure se, senza dubbio, rispondo fondandomi sull’autorità delle sacre Scritture.

15. 3. Dici che lo Spirito Santo è uguale al Figlio. Offri testimonianze dove si dice che lo Spirito Santo è adorato, dove si dice che gli esseri celesti, terrestri e infernali piegano il ginocchio davanti a lui. Noi, infatti, che si debba adorare Dio Padre, lo abbiamo imparato dalle parole proclamate da san Paolo apostolo: Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome 82. In base all’autorità delle sacre Scritture adoriamo il Padre; ugualmente istruiti dalle sacre Scritture, veneriamo e adoriamo Cristo come Dio. Se in qualche luogo è scritto che bisogna adorare lo Spirito Santo, se il Padre o il Figlio lo attestano o se egli stesso ha affermato questo di sé, leggimi il testo, escludendo i passi delle sacre Scritture che abbiamo già menzionato.

15. 4. Che Cristo è alla destra di Dio, che intercede per noi 83, Paolo lo afferma anche in un altro luogo, quando dice: Cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio 84. Così scrivendo agli Ebrei dice: Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell’alto dei cieli 85. Così anche lo Spirito Santo aveva predetto attraverso il profeta: Disse il Signore al mio Signore: " Siedi alla mia destra " 86. Anche il Figlio ha fatto questa affermazione nel Vangelo 87. Inoltre a quel sommo sacerdote che scongiurandolo diceva: Dicci se tu sei il Cristo, rispose: Io lo sono; oppure anche: Tu lo dici. E poi: D’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza di Dio 88.

15. 5. Noi infatti convenientemente onoriamo lo Spirito Santo come dottore, come guida, come luce, come santificatore; veneriamo Cristo come creatore; con sincera devozione adoriamo il Padre come autore e lo proclamiamo unico autore dovunque e davanti a tutti. Infatti tutte queste calunnie derivano dall’insegnamento della filosofia. Non penso che tu non abbia letto quello che dice l’Apostolo: Cristo che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio 89. E senza dubbio non sono arrivate fino a te le parole della Scrittura: Maledetto chi pende dal legno, interpretando le quali san Paolo apostolo dice: Diventando lui stesso maledizione per noi, perché la benedizione si compisse nelle genti 90. E senza dubbio non è arrivato fino a te ciò che dice Paolo: Il primo uomo, Adamo, tratto dalla terra è terreno, il secondo uomo, il Signore, che viene dal cielo è celeste 91. Dunque anche Cristo ha assunto la natura umana, come tu stesso hai illustrato. E per questo motivo abbiamo detto che si è abbassato a contatti terreni. Infatti non ignoriamo, dato che lo leggiamo, che: Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia 92. E non ignoriamo ciò che dice Giovanni il Battista: Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo 93. Questo è noto, come anche tu stesso hai illustrato. Non dobbiamo essere ostinati in tutto al punto da non lodare quello che dici in modo corretto. Infatti senza dubbio è giusta la tua esposizione, perché Cristo è venuto per questo, per purificarci dai peccati e dalle iniquità; non tuttavia per essere contaminato, come tu hai illustrato. È certo che conformemente a quella beata sostanza della sua divinità, che ebbe prima della creazione del mondo, prima dei secoli, prima dei tempi, prima dei giorni, prima dei mesi, prima degli anni, prima che qualsiasi cosa esistesse, prima di qualsiasi pensiero, in quella natura beata è nato Dio dal Padre.

15. 6. Parlando di Dio, infatti, è opportuno utilizzare un paragone degno. Questo mi è davvero dispiaciuto e mi ha molto addolorato nell’animo durante la tua esposizione: che tu abbia detto che un uomo genera un uomo e un cane genera un cane; un paragone tanto turpe nei confronti di una tale immensità non avrebbe dovuto essere proposto.

15. 7. Chi poi ignora che Dio ha generato Dio, che il Signore ha generato il Signore, che il Re ha generato il Re, che il Creatore ha generato il Creatore, che il buono ha generato il buono, che il sapiente ha generato il sapiente, che il clemente ha generato il clemente, il potente il potente? Il Padre non ha omesso nulla nel generare il Figlio. Infatti non è invidioso, ma come fonte della bontà lo ha generato altrettanto buono; della sua bontà è testimone ogni creatura, secondo la tua esposizione che lodo molto, là dove citasti il testo delle sacre Scritture che dice: Infatti dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità 94.

15. 8. E aggiungo dell’altro, non dicendo cose contrarie a quelle che correttamente si sono dette, ma ricercando la concordia; perché da quanto è grande la bellezza delle creature degnamente si conosce e si onora il loro Creatore. Ritengo di aver dato risposta a questo. Il perché lo espone di nuovo san Paolo: Perché il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli, Cristo lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; e spogliandosi della carne, fiduciosamente si rivoltò contro i principati e le potestà, trionfando su di loro in se stesso 95. Tuttavia come uomo che non ha fatto esercizio nelle arti liberali o nella retorica, se nel mio discorso ho commesso qualche errore di forma, avresti dovuto guardare al senso, e non prestare attenzione a un errore di forma del discorso, attribuendomi un crimine. Non accada, non sia mai. Il Dio unigenito è Dio di ogni creatura, puro, immacolato, santo, imperturbabile, non ha in sé alcuna sporcizia. Infatti chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato 96. Che infatti il Verbo si è fatto carne e ha abitato in mezzo a noi, lo testimonia l’evangelista quando dice: E noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità 97. Anche prima l’Antico Testamento aveva predetto questo: Laverà nel vino la sua veste e nel sangue dell’uva il suo manto 98. Credo ciò che leggo; perché il Verbo si è fatto carne e ha abitato in mezzo a noi. Di nuovo leggo che san Paolo ha detto: Egli trasfigurerà il nostro misero corpo, per conformarlo al suo corpo glorioso 99. Credo, infatti, che Cristo Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli, si edificò egli stesso, a somiglianza di Salomone, una casa perfetta, secondo quello che leggiamo: La Sapienza si è costruita la casa 100. E occupò questa casa in luogo del tempio.

15. 9. Tu stesso mi hai dato ragione, sotto un aspetto è visibile, sotto un altro è invisibile. Credo che quest’ultima spiegazione non sia giunta alle orecchie della tua Reverenza. Infatti nella tua esposizione, ricorrendo alla comparazione con l’anima, hai dimostrato che è una ragione pia e giusta quella in base alla quale crediamo e riconosciamo che, se l’anima umana è posta nel corpo, non può essere vista. Quanto a maggior ragione il Creatore dell’anima non può essere visto con gli occhi corporei? Infatti, se gli angeli per la sostanza della loro natura sono invisibili, quanto più lo è il Creatore degli angeli, che ha creato tanti e tali esseri, angeli, arcangeli, sedi, dominazioni, principati, potestà, cherubini e serafini? In relazione alla loro moltitudine, come leggiamo nel Vangelo, tutto il genere umano è stato paragonato a una pecora: Lasciate le novantanove sui monti, va a cercare quella perduta. Poi dice: Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione 101. Infatti coloro che non hanno bisogno di conversione, chi sono se non quelle potenze celesti le quali non hanno niente in comune con la natura umana? Bisogna considerare il potere dell’Unigenito di Dio e in lui ammirare la grandezza dell’onnipotenza di Dio Padre, che ha generato un Figlio tale e tanto grande, tanto potente, tanto sapiente, tanto perfetto, da creare tali e tanto grandi potenze celesti. E diciamo questo per non essere tacciati di prolissità, come già tu ti sei degnato di indicarci; il che forse accade affinché anche noi possiamo dire: Noi stolti a causa di Cristo; e: Siamo diventati come la spazzatura del mondo 102, e tutto ciò che su di noi la tua Reverenza vorrà aggiungere. Conosciamo quello che disse: Per te io sopporto l’insulto tutto il giorno 103. Paolo ci invita a seguire questo esempio, dicendo: Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo 104. Anche Pietro dice: Anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme 105. Secondo la sostanza della sua divinità, il Figlio non solo non è visto dagli uomini, ma neppure dalle potenze celesti. Infatti, un arcangelo può vedere un angelo, un angelo può vedere e penetrare la nostra anima spirituale. In verità si tratta di questo: il superiore può vedere e penetrare gli inferiori. E secondo le parole del Salvatore, che diceva a quello che si vantava di essere ricco: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua anima 106, è compito dell’angelo presentare l’anima davanti al cospetto del Signore. Tuttavia l’anima non può vedere l’angelo, o presentarglisi. Seguendo quest’ordine, sali più in alto e troverai che Dio Padre è invisibile e non ha un essere superiore dal quale possa essere visto; che in quanto è, è infinito; che non può essere definito dalle parole, né essere concepito dalla mente; della sua grandezza, non solo la lingua umana, ma anche tutte le potenze celesti convenute insieme parlano come possono, però non spiegano come è. È traboccante rispetto a tutto ciò che si dice di lui. Solo il Figlio lo onora e lo loda degnamente, in quanto ha ricevuto da colui che lo ha generato più degli altri, al di là di ogni immaginazione. Che lodi, onori e glorifichi colui che lo ha generato, sebbene lo testimonino i quattro Vangeli, ora lo riferirò in sintesi e, tralasciate quelle che siete soliti riferire alla carne, addurrò ora testimonianze secondo le quali nei cieli adora suo Padre. Infatti Paolo agli Ebrei dice così: Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso per comparire al cospetto di Dio in nostro favore 107. E questo certamente dopo il ritorno di Cristo in cielo. Poi ha parlato dal cielo, dicendo: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 108 E lo Spirito Santo ha detto: Riservate per me Barnaba e Paolo per l’opera alla quale li ho chiamati 109. E dopo essere stato chiamato Paolo dice: Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso per comparire al cospetto di Dio in nostro favore. E poiché la tua Reverenza ci ha invitato a dare una risposta alla questione se il Figlio vede il Padre, leggiamo il testo del Vangelo: Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre 110. Dunque ha visto il Padre, ma l’ha visto come incomprensibile. Il Padre, invece, vede il Figlio come se lo tenesse e lo avesse nel suo seno, secondo la testimonianza riportata prima per la quale Dio nessuno lo ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato 111. Infatti il Padre vede il Figlio come Figlio, il Figlio vede il Padre come Padre immenso. La tua Reverenza proclama l’umana sapienza invisibile. Credo che siano sufficienti le parole di Isaia: Forse è poco per voi disputare con gli uomini che ora volete anche disputare con il Signore? 112 Certamente non è poco disputare con gli uomini, perché, per quanto uno sia sapiente, potrebbe capitargli uno più sapiente che lo esamini. La sua sapienza infatti non si scorge nel suo agire? Non è provata nei suoi discepoli? Dunque la sapienza umana, che può essere compresa, essere vista e anche essere biasimata, non è invisibile. Del resto, poi, è giusto ed è nella norma che tu ti serva di paragoni degni, poiché parli di Dio, di quella immensità; e sebbene gli sia attribuito un paragone, per quanto può farsi secondo la mente umana, o certamente secondo l’autorità delle sacre Scritture, non si trova alcun paragone in tutto degno di colui che è incomparabile.

15. 10. Io, secondo le testimonianze addotte, dico che solo il Padre è uno, non con un secondo e un terzo, ma che egli solo è l’unico Dio. Ma se il solo non è unico, è una parte. E infatti non dico che Dio uno è composto da parti; ma ciò che egli è, è potere ingenito e semplice. Il Figlio, generato prima di tutti i secoli, è egli stesso potere. Di questo potere del Figlio il santo Apostolo diceva: Essendo radunati insieme voi e il mio spirito, con il potere del Signore Gesù 113. Pertanto dico e affermo ciò che i santi Vangeli ci insegnano. E anche lo Spirito Santo è potere per quanto lo riguarda; di lui il Signore offre testimonianza, dicendo: Voi (riferendosi ai discepoli) rimanete in Gerusalemme, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto 114.

15. 11. Se tu proclami invisibile il Figlio, perché non può essere visto con occhi umani, perché non proclami ugualmente invisibili anche le potenze celesti, quando nemmeno loro possono essere viste da sguardi umani? Io certo ho addotto una testimonianza senza alcuna interpretazione di parole mie, dicendo: Beato e unico potente, il Re dei regnanti e Signore dei signori 115. Se ho citato le Scritture, non devo essere biasimato, se invece indaghi il senso della Scrittura, ne rendo ragione.

15. 12. Dice infatti l’Apostolo: Beato e unico potente, il Re dei regnanti. Definisce solo il Padre potente, non perché il Figlio non sia potente. Ascolta infatti la testimonianza riguardo al Figlio, in cui lo stesso Spirito Santo proclama e dice: Levate le porte, principi vostri; e alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria. E segue: Chi è questo re della gloria? Ascolta la risposta: Il Signore forte e potente 116. Come non è potente colui la cui potenza è predicata da ogni creatura?

15. 13. Come non è sapiente colui del quale lo Spirito Santo, lodando la sua sapienza, proclama e dice: Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con sapienza 117. Infatti essendo stata fatta ogni cosa attraverso Cristo, senza dubbio lodando lui lo Spirito Santo diceva: Tutto hai fatto con sapienza. E stando così le cose, bisogna verificare in che senso san Paolo dice: Beato e unico potente? Secondo me, lo definisce unico potente perché è il solo incomparabile nella sua potenza. Della sua incomparabilità il profeta, ammirato, diceva: Dio, chi sarà simile a te? 118 Vuoi sapere perché è l’unico potente? Guarda il Figlio, ammirando la potenza del Figlio. In lui scorgi perché è l’unico potente colui che ha generato tanta potenza. Il Padre infatti in quella immensa potenza ha generato un creatore potente. Il Figlio in quella sua potenza ricevuta dal Padre, come egli stesso ha detto: Tutto mi è stato dato dal Padre mio 119, non ha creato un creatore, ma una creatura. E ammirando questa potenza di Dio Padre, Paolo diceva: Beato e unico potente. Infatti, anche l’uomo è potente e integro, secondo quanto leggiamo di Giobbe: Era un uomo integro e retto, servitore del Signore, e, descrivendo la sua regione, si dice che era potente e grande fra tutti i figli d’Oriente 120: in che modo dunque il Padre è l’unico potente? Ma dice che è l’unico, perché nessuno può essergli paragonato, perché è l’unico di tanta grandezza, tanta potestà, tanta potenza. In ugual modo san Paolo apostolo proclama sapiente solo il Padre dicendo: A Dio che solo è sapiente 121. Ma bisogna verificare il criterio per cui è il solo sapiente; non perché Cristo non sia sapiente. Già hai affermato che Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio 122. Abbiamo dato anche noi testimonianze secondo le quali creò tutto con sapienza. Ma, invero, il Padre è l’unico sapiente. Crediamo alle Scritture e veneriamo le stesse sacre Scritture; e non desideriamo tralasciare un solo apice, temendo il pericolo che è presentato anche nelle sacre Scritture: Guai a chi tralascia o aggiunge qualcosa! 123 Vuoi sapere quanto è grande la sapienza del Padre? Guarda il Figlio e vedrai la sapienza del Padre. Per questa ragione Cristo stesso diceva: Chi vede me, vede anche il Padre 124; cioè vede in me la sapienza di colui del quale loda il potere; glorifica colui che mi generò prima di tutti i secoli tanto grande e di tale genere, che unico mi generò unico, che solo mi generò solo. Non cercò una materia da cui creare il Figlio, non chiamò qualcuno in aiuto ma, come lo conobbe, egli col suo potere e la sua sapienza lo generò. Non affermiamo, come dite voi attribuendoci una menzogna, che, come un’altra creatura creata dal nulla, così anche il Figlio sia stato creato dal nulla, come se fosse una delle creature. Ma ascolta l’autorità del decreto sinodale, poiché a Rimini i nostri padri fra l’altro hanno detto: Se qualcuno dice che il Figlio fu creato dal nulla e non da Dio Padre, sia anatema. Se vuoi, adduco delle testimonianze. Dice infatti san Giovanni apostolo: Chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato 125.

15. 14. Sono ammirato, carissimo. Infatti dal momento che dite che lo Spirito Santo è della sostanza del Padre, se il Figlio è della sostanza di Dio Padre e della sostanza del Padre è anche lo Spirito Santo, perché l’uno è il Figlio e l’altro no? Come si spiega per voi che, essendo della stessa sostanza ed essendo uguale al Figlio, come dici, non è stato costituito erede di tutte le cose e che non è anch’egli figlio? Perché non viene chiamato con lo stesso appellativo con cui è chiamato Cristo, Primogenito di ogni creatura 126? O se è uguale al Figlio, allora non è unico l’Unigenito, avendo anche un altro generato con lui, e per di più della medesima sostanza del Padre di cui dite che è generato il Figlio. Certo, provoca dolore ascoltare questo. Infatti non paragonate quella magnificenza così grande alla nobiltà dell’anima, ma alla fragilità del corpo. Dal corpo certamente nasce la carne, il figlio corporeo, ma dall’anima non nasce l’anima. Se, dunque, la nostra anima genera rimanendo incorruttibile e impassibile, senza avvertire alcuna diminuzione, né contaminazione, ma, legittimamente, secondo le leggi divine, genera un figlio, e se, attribuendo con sapienza il consenso al corpo, essa si mantiene integra, quanto più lo farà Dio onnipotente? Già poco fa ho detto che ogni paragone umano deve tacere di fronte a Dio; se, tuttavia, ci sforziamo di parlare come possiamo, allora dobbiamo dire che, a maggior ragione, Dio Padre incorruttibile ha generato il Figlio in modo incorruttibile. E lo ha generato; fidati della mia prudenza, dato che ho delle testimonianze delle sacre Scritture: Chi narrerà la sua nascita?127 Ha generato come ha voluto, come potente, senza sottrarre nulla, senza interporre alcuna invidia, lo ha generato potente. L’ho già detto, agli uomini religiosi non si confà dire calunnie; io professo il Verbo di Dio, il Verbo di Dio non mortale, non corruttibile. Riguardo al corpo che ha assunto per la nostra salvezza, la Scrittura dice: La mia carne riposerà nella speranza - cioè la speranza della resurrezione - perché non abbandonerai la mia anima nell’inferno, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione 128. Se quello che è chiamato santo è il Figlio di Dio, il quale non vede la corruzione, perché certamente il terzo giorno è resuscitato dai morti, quanto più la divinità, che ha assunto il corpo, rimane incorruttibile? Perché dici quello che non comprendi? Se non ti darò una risposta ad ogni cosa, giustamente sarò giudicato un uomo senza intelligenza, anche se non è proprio della religione attaccare con ingiurie. Io infatti non solo affermo che la sapienza del Figlio di Dio è immortale, ma proverò che anche la sapienza dei santi di Dio è immortale. Infatti, se anche loro, cioè i loro corpi, sono chiamati all’immortalità, quanto più quella loro sapienza viva, che fiorisce in tutti i credenti fino alla consumazione dei secoli, rimane senza dubbio immortale? È possibile che nella prolissità dell’esposizione abbia omesso di trattare dell’immortalità di Dio onnipotente, di cui san Paolo apostolo disse: Colui che solo ha l’immortalità 129; tuttavia svolgerò il testo e farò seguire l’interpretazione accompagnato da Dio che dispensa e dona la sua grazia. Si descrive il Padre come il solo che abbia l’immortalità, così come il solo potente e il solo sapiente. Chi poi degli uomini spirituali ignora che l’anima umana sia immortale? Inoltre c’è l’affermazione del Salvatore che dice: Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima 130, in quanto essa è immortale. Essendo dunque l’anima immortale, a maggior ragione vediamo che tutte le potenze celesti sono immortali. Il Salvatore dice: Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte 131. E se colui che osserva la parola di Cristo non vedrà mai la morte, quanto più è immortale, secondo la potenza della sua divinità, colui la cui parola ha tanta forza? Già poi abbiamo spiegato quel testo: Colui che solo ha l’immortalità. Certamente il Figlio ha l’immortalità, ma la riceve dal Padre. Anche tutte le potenze celesti hanno l’immortalità, ma la ricevono attraverso il Figlio, poiché ogni cosa è attraverso di lui. Ma solo il Padre ha veramente l’immortalità, perché non l’ha ricevuta da nessuno, perché non ha un genitore, perché non ha origine. Il Figlio, poi, come tu stesso hai detto, è generato dal Padre. Affermi più volte che il Figlio è uguale al Padre, mentre lo stesso Unigenito di Dio sempre e ovunque proclama il Padre suo autore e, come ho detto poco fa, ha affermato di aver ricevuto da lui la vita, dicendo: Come il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso 132. Osserva, dunque, che con la vita ha ricevuto dal Padre anche l’immortalità, l’incorruttibilità e l’inaccessibilità. Il Padre invece ha la vita in sé, senza riceverla da un altro; e perciò è davvero beato e il solo potente. Chi spogliò se stesso 133? Il Padre o il Figlio? Chi si affrettò a essere gradito con la sua obbedienza, se non colui che diceva: Io faccio sempre le cose che gli sono gradite 134? Chi è colui che, avvicinandosi alla tomba di Lazzaro, diceva: Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato 135? Chi è in verità colui che, plasmando gli occhi del cieco nato, ai discepoli che gli chiedevano: Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco? rispose: Né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio; devo compiere le opere di colui che mi ha mandato 136? Costui è senza dubbio il Figlio carissimo del Padre, che, anche ricevendo i pani, non li spezzò subito, ma prima guardò al cielo, ringraziò il suo genitore, e poi li spezzò e li distribuì. Così certamente ha fatto anche nella stessa passione, anzi prossimo alla passione, come riferisce l’evangelista 137. Infatti: Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò 138. Questi è il Figlio che, - per non importunarvi io con l’eloquenza del discorso o con l’abbondanza delle testimonianze, adducendone moltissime, ma per finire con una sintesi -, proclamò che nulla, nemmeno la morte di un passero, accade senza il permesso del Padre, dicendo: Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza la volontà del Padre 139. Costui, del suo potere che ha ricevuto dal Padre, diceva: Ho il potere di offrire la mia vita e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio 140. Se così riferiscono i Vangeli, si accetti ciò che si legge. Se tuttavia ho detto qualcos’altro o, dimenticandomene, ho omesso qualcosa, sarò ripreso. Infatti non sono tale da non accettare una correzione. Inoltre, san Paolo apostolo prescrive che il vescovo sia pronto ad apprendere 141; ed è pronto ad apprendere colui che ogni giorno impara e progredisce insegnando cose migliori. Se si dirà qualcosa in modo migliore, non la rifiutiamo; siamo preparati a tutto, anche se siamo ingiuriati. Tuttavia, perché la verità non sia coperta dallo strepito, non ci lamentiamo della nostra offesa, ma proclamiamo la gloria di Dio.

15. 15. È certo che l’Apostolo dice: Il quale, esistendo nella forma di Dio. Chi potrebbe negare che il Figlio è nella forma di Dio? Infatti che sia Dio, che sia Signore, che sia Re, ritengo di averlo illustrato ampiamente. E poiché san Paolo apostolo ci insegna che non considerò una rapina essere uguale a Dio, anche noi lo diciamo; ma che spogliò se stesso, facendosi obbediente al Padre fino alla morte, e alla morte di croce 142, lo proclamiamo con tutte le forze. Noi siamo stati detti figli per grazia, non siamo nati così per natura; perciò l’Unigenito è Figlio, perché lo è secondo la natura della sua divinità, cioè è nato Figlio. Se tu per caso gli attribuisci un fratello, perché sostieni che lo Spirito Santo gli è pari e uguale e parimenti affermi che è della sostanza del Padre; se è così, dunque il Figlio non è più unigenito, dal momento che anche un altro è della stessa sua sostanza. Noi non applichiamo il termine natura al Padre, Dio non nato; crediamo quello che ha detto Cristo: Dio è spirito 143. Il Figlio è nato, come abbiamo detto; noi affermiamo anche che è il vero Figlio e non neghiamo che sia simile al Padre; per di più siamo ammaestrati in ciò anche dalle sacre Scritture. Infatti, poiché siamo accusati di ammettere diverse nature, sappi questo, che noi diciamo che il Padre spirito ha generato uno spirito prima di tutti i secoli, che Dio ha generato Dio; e il resto che abbiamo già detto precedentemente. Il vero Padre non nato ha generato il vero Figlio. Ma quando il Signore nel Vangelo dice: Che conoscano te l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo 144, chiama il Padre il solo vero, e nello stesso modo il solo buono e il solo potente e il solo sapiente. Penso che nemmeno il diavolo abbia osato dire che il Padre ha generato prima di ogni cosa un Figlio non perfetto. Infatti non lo ha generato tale da perfezionarsi. L’uomo, col quale hai proposto il paragone, se avesse potuto generare un figlio perfetto, non avrebbe generato un piccolo, che, trascorsi gli anni, possa compiere la volontà del padre. Il Padre, invece, che è davvero beato e il solo potente, ha generato il Figlio quale è ora, e quale rimane senza fine, non tale da doversi perfezionare, ma perfetto; e lui, che ha ricevuto la perfezione dal genitore, da questo ha ricevuto anche la vita. È del Salvatore l’affermazione: Sulla parola di due o tre testimoni sarà risolta ogni cosa 145. Hai proposto la testimonianza apostolica: Essendo nella forma di Dio, non ha ritenuto una rapina 146. Tu l’hai interpretata a tuo arbitrio; parimenti anche noi rispondiamo come pensiamo. Certamente starà all’arbitrio di coloro che ascoltano scegliere una delle due opinioni; ma certamente in base a quanto leggono, ammetteranno che il Figlio è obbediente al Padre, lui che si spogliò, assumendo la forma di servo e a cui, come abbiamo detto, il Padre ha dato un nome che è sopra ogni nome 147, nel caso che qualcuno preferisca la tua interpretazione.

15. 16. Io salgo al Dio mio e Dio vostro 148, come mi sembra, tu affermi che il Signore lo abbia detto per la forma di servo che ha assunto. Perché egli, umiliandosi fino ad esistere in un corpo umano, benché avesse vinto la morte e trionfato sul diavolo dopo la sua resurrezione, si esprime in questa maniera dicendo: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, quando non era più necessaria l’umiltà della carne per i Giudei, come dici, ma si tramandava integra la regola della fede? Così anche in un’altra circostanza, dopo la sua resurrezione, riuniti i suoi discepoli sul monte degli Ulivi, diceva: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato 149. E se il Figlio ha detto ciò per umiltà e non per verità, perché l’Apostolo ha osato ripeterlo? Dice infatti: Perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria 150. O ancora: Dio e Padre del Signore nostro Gesù, lui che è benedetto, sa 151. E: Perché con un solo animo e una sola voce rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo 152. Inoltre dice e aggiunge: Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo 153. In verità, perché prima dell’incarnazione di Cristo, anche lo Spirito Santo diceva al Figlio: Perciò Dio, il tuo Dio ti ha consacrato 154? E per quanto vorrai argomentare, non potrai provare che questa unzione sia stata fatta sul corpo; se infatti leggiamo che è stato battezzato 155, invece non leggiamo che sia stato consacrato nel corpo. Però dalla stessa lettura del testo, quando dice: Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali 156, senza dubbio si capisce che l’olio di letizia, in luogo del termine olio, designa quella letizia di cui diceva Salomone: Io ero la sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante; dilettandomi sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo 157. Per quanto concerne le parole: Io ero la sua delizia ogni giorno, senza dubbio nel libro della Genesi si legge che il Padre si deliziava davanti a tutte le opere del Figlio: E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona 158. Lodando l’opera di suo Figlio, gioiva e si rallegrava nel Figlio; ugualmente anche il Figlio, compiuta la volontà del Padre, si rallegrava al cospetto del suo genitore. Tutta la Scrittura ispirata da Dio è utile per insegnare 159. Perciò non passerà neppure un iota o un segno 160. Il Signore disse: Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno 161.

15. 17. Si sa che in principio era il Figlio, ed era presso il Padre, ed era Dio; e così era in principio presso Dio, come primogenito di ogni creatura; e ogni cosa è stata fatta attraverso di lui, e senza di lui nulla è stato fatto 162. Ciò non può applicarsi alla persona dello Spirito Santo. E nelle sacre Scritture non troverai affermazioni tali da poter sostenere che egli sia uguale al Figlio. Perché anche il Figlio era in principio; però il Padre è prima del principio e senza principio, come non generato e non nato. Il Figlio invece era in principio come primogenito di ogni creatura 163. Era prima di ogni creatura, prima che qualsiasi cosa esistesse, ed era presso Dio, ed era Dio, e questi era in principio presso Dio.

15. 18. Che dirai, se sentirai il Padre dire: A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori, dal seno dell’aurora ti ho generato 164? Professi che secondo la carne è nato dal seno della madre, cosa che nemmeno i Giudei pongono in dubbio. E perché non vengono addotte queste testimonianze, che dimostrano che la sua nascita avvenne in principio, come ci insegna anche la testimonianza precedente? Se per il corpo, nel quale egli spogliò se stesso, come dice l’Apostolo: da ricco che era si è fatto povero per noi 165, si è sentito debitore di suo Padre, a maggior ragione è necessario che, come Figlio carissimo, offra sempre al suo genitore, che lo ha generato tale e tanto grande, la venerazione e l’ossequio dovuti. Hai proseguito ottimamente dicendo che per la forma di servo è sottomesso anche ai genitori 166. Se infatti risulta sottomesso ai genitori che egli stesso ha creato, poiché ogni cosa è stata creata attraverso di lui, e infatti sappiamo che non dopo i tempi, ma prima dei tempi il Figlio è stato generato dal Padre; se è sottomesso ai genitori, come proclama l’autorità delle sacre Scritture con grandissima chiarezza, a maggior ragione, senza dubbio, egli è sottomesso al suo genitore che lo ha generato tale e tanto grande, secondo quanto dice l’apostolo Paolo: Quando tutto sarà sottomesso al Figlio, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa 167. Tu vuoi che noi diciamo e professiamo che ogni cosa è sottomessa al corpo, anzi di più, all’economia che assunse per la nostra salvezza, e che il corpo è sottomesso al Padre, ma non il Figlio stesso, l’Unigenito di Dio. Noi infatti sappiamo e crediamo che il Padre non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre 168. Questo infatti professiamo, che anche nella resurrezione, quando tutto sarà sottomesso al Figlio, e tutti lo onorano e lo venerano e lo adorano, nemmeno allora il Figlio si innalzerà, ma, pur essendogli tutti sottomessi, si sottometterà al Padre, tanto da dire: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi sin dalla fondazione del mondo 169.

15. 19. Già si è detto che ti è sembrato opportuno alterare un testo, a tuo arbitrio, a favore della tua interpretazione. Rimangono tuttavia le parole apostoliche secondo le quali non sappiamo pregare come bisogna, ma lo stesso Spirito intercede per noi con gemiti inenarrabili 170. E poiché ti è sembrato opportuno mettere a tacere l’argomento, dicendo: " Dunque lo Spirito Santo è tanto miserabile da gemere? ", sappi che noi non riteniamo lo Spirito Santo miserabile, perché dalla stessa lettura del testo appare la gloria dello Spirito Santo, che non geme per sé; ma, ascolta la lettura del testo, geme per i santi 171. Perciò, nemmeno il Figlio prega e intercede per sé ma senza dubbio per noi, come ho già illustrato precedentemente. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto 172.

15. 20. In nessun altro modo si può affermare che il Padre e il Figlio siano uno, se non in quella maniera con cui tu ed io possiamo provarlo in conformità agli esempi di cui tu stesso ti sei servito. Infatti, se come tu dici e l’Apostolo conferma: Chi si unisce al Signore, forma con lui un solo spirito 173, senza dubbio è un solo spirito nel consenso, adempiendo la volontà di Dio, secondo il magistero del Salvatore, che ci ha insegnato a pregare in modo da dire fra le altre nostre preghiere anche questa: Sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra 174. Certamente la terra siamo noi. Come dunque fra i celesti si fa la volontà di Dio, anche fra noi si compia ciò che chiediamo e lo si adempia con le opere, perché siamo fatti un solo spirito con Dio, quando vogliamo ciò che Dio vuole. Lo stesso Figlio, prossimo alla passione, si rivolse a suo Padre, dicendo: Abbà, Padre, passi da me questo calice; però non ciò che io voglio ma ciò che vuoi tu 175. Dicendo non ciò che io voglio ma ciò che vuoi tu, mostra che davvero la sua volontà è sottomessa alla volontà del Padre, per compiere la volontà del quale è disceso dal cielo, come ha detto: Sono disceso dal cielo, non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato 176. Dunque, la volontà del Figlio è in armonia e in conformità con la volontà del Padre. Quanto maggiore è il Figlio come Dio rispetto ad ogni creatura, tanto più in armonia risulta con la volontà del Padre e tanto più aderisce al suo genitore. Dico aderisce al suo genitore, come figlio carissimo, in amore, affetto, unanimità, concordia e conformità. Tutto ciò che proviene dalle sacre Scritture dobbiamo accoglierlo con la massima venerazione. Infatti la sacra Scrittura non giunge al nostro magistero per essere corretta. Ah se fossimo degni di essere chiamati buoni discepoli delle Scritture!

15. 21. Accetto il testo che hai proposto: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 177 Infatti Dio non abita in un uomo che non sia stato prima santificato e purificato dallo Spirito Santo. Infine, anche a quella beata vergine Maria si diceva: Lo Spirito Santo scenderà su di te, certo per santificarla e purificarla. Poi segue: Su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo 178. Che poi la potenza dell’Altissimo sia Cristo, lo hai sostenuto anche tu. La verità non si fa emergere con argomentazioni, ma è provata da testimonianze certe. Per questo motivo dovete addurre testimonianze che lo Spirito Santo è Dio, è Signore, è Re, è Creatore, è artefice, siede col Padre e col Figlio, ed è adorato, se non dagli esseri celesti o terrestri, almeno, per così dire, devi dimostrare che è adorato dagli abitanti degli inferi. Diciamo questo, senza sminuire lo Spirito Santo. Infatti lo Spirito Santo, come già abbiamo affermato in precedenza, è colui senza il quale nessuno può dire Signore Gesù 179. Lo Spirito Santo è colui nel quale gridiamo: Abbà, Padre 180. Lo Spirito Santo è tale e tanto grande che anche gli angeli desiderano fissare lo sguardo in lui 181. È tale, tanto potente, che dovunque in ogni creatura, sia in oriente che in occidente, sia a settentrione che a meridione, chiunque lo adori non può dire Signore Gesù, senza lo Spirito Santo. La sua natura è tale che è presente ovunque in tutti coloro che adorano Dio in verità 182. È tale e tanto grande che in qualunque luogo uno sia battezzato, nello stesso momento, in oriente e in occidente, dovunque lo Spirito Santo è presente. Guarda quanto è grande la potenza dello Spirito Santo. Se infatti qualcuno sminuisce lo Spirito Santo, sminuisce anche il Dio unigenito, per il quale sono state fatte tutte le cose e senza il quale nulla è stato fatto 183. Ugualmente, chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato 184.

15. 22. Sostieni che Cristo, il nostro Salvatore, non ha detto: "Che loro e noi siamo uno ", ma che essi siano uno nella loro natura e sostanza, concordi per l’uniformità e in certo modo uniti e fusi, e che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uno per la medesima natura indivisibile. Do lettura di un testo attraverso il quale è possibile, leggendolo, provare cosa Cristo ha detto. Così ha detto nel Vangelo, pregando il Padre per i discepoli: Padre, falli una cosa sola, come noi siamo uno; come io sono in te e tu in me, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me 185. Credo ciò che leggo: ha fatto menzione dell’amore, non della sostanza. È certo, poi, che lo stesso Salvatore abbia detto: Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò; verremo e dimoreremo presso di lui 186. Se infatti quella così grande sublimità e maestà del Padre e del Figlio può essere contenuta nella piccola dimora della nostra mente, quanto a maggior ragione il Figlio con certezza e senza alcun dubbio starà nel Padre? Tuttavia vi starà in modo tale da essere Figlio, diverso dal Padre. Certamente essi, come hai illustrato, sono una cosa sola (unum), ma non uno solo (unus); una cosa sola riguarda la concordia, uno solo il numero che indica la singolarità. Infatti hai addotto anche la testimonianza di san Paolo che accogliamo di buon animo, poiché è sicura garanzia di verità ciò che proviene dagli stessi avversari. Hai proclamato che Paolo ha detto: Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una cosa sola e ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro 187. Dunque, presta attenzione al fatto che, benché siano una cosa sola per la concordia, tuttavia ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. Guarda anche ciò che ha detto il Signore: Io e il Padre siamo una cosa sola 188. Noi con fede certa lo accogliamo e lo accettiamo. Colui che dice Io è il Figlio; colui che dice e il Padre dimostra che il Padre è distinto. Ha detto una cosa sola (unum), non " uno solo " (unus). Più volte si è detto che una cosa sola (unum) si riferisce alla concordia. In che modo il Padre e il Figlio non sono una cosa sola, quando il Figlio proclama: Io faccio sempre le cose che sono gradite al Padre 189? Non sarebbe una cosa sola con il Padre, se talvolta facesse cose contrarie al Padre. Così, inoltre, anche gli apostoli sono una cosa sola con il Padre e con il Figlio, in quanto, guardando in ogni cosa alla volontà di Dio Padre, a imitazione del Figlio sottomesso all’unico Dio Padre, anch’essi si riconoscono a Lui sottomessi. E leggiamo che il Salvatore non solo ha pregato per gli Apostoli, perché fossero una cosa sola, ma anche per coloro che dovevano credere per la loro parola, dicendo: Non prego solo per questi, ma anche per coloro che per la loro parola crederanno in me; che siano tutti una cosa sola come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Come abbiamo detto, ha fatto menzione dell’amore, non della divinità. Chi poi ignora che Paolo è Paolo e Apollo è Apollo, quando lo stesso Paolo dice: Ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me 190? Infatti chi più fatica, più ottiene. Tuttavia, sono una cosa sola per consenso, armonia, amore, quando fanno ciò che vuole Dio.

15. 23. Dici che c’è un solo Dio. Considera ancora se il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono un solo Dio, o se si deve ritenere solo il Padre come unico Dio, il cui Figlio, Cristo, è nostro Dio. Secondo il costume giudaico ci esorti a professare un solo Dio? O piuttosto, per la sottomissione del Figlio, secondo quanto ritiene la fede cristiana, si dimostra che c’è un solo Dio, il cui Figlio è nostro Dio, come abbiamo detto? Infatti credi a Paolo che dice che il Padre e il Figlio non sono uno solo (unus), e lo afferma quasi in ogni lettera: Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo 191. E ancora: C’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose, e noi esistiamo per lui 192. E questi è colui che è proclamato da noi cristiani unico Dio e che il Figlio proclama l’unico buono, dicendo: Nessuno è buono, se non Dio solo 193. Non perché Cristo non sia buono, infatti egli stesso dice: Io sono il buon pastore 194. Non perché lo Spirito Santo non sia buono, ascolta il profeta che proclama: Il tuo spirito buono mi guidi sul retto cammino 195. Ascolta poi la testimonianza del Salvatore che dice: L’uomo buono trae fuori il bene dal tesoro del suo cuore 196. E anche ogni creatura di Dio è senz’altro buona. Se la creatura è buona, se l’uomo è buono, se lo Spirito Santo è buono, se Cristo è buono, bisogna ricercare in che senso uno solo sia buono. Certamente il Salvatore ha detto: Nessuno è buono, se non Dio solo, per il fatto che egli stesso è la fonte della bontà e da nessuno ha ricevuto il suo essere buono. Infatti anche Cristo è buono, ma ha ricevuto dal suo genitore l’essere buono; anche ogni creatura di Dio è buona, e ha ottenuto di essere buona attraverso Cristo. Ma sia il Figlio, sia coloro che sono stati fatti attraverso di lui, hanno ricevuto la loro bontà da quell’unica fonte di bontà, ciascuno secondo la misura della propria fede. Il Padre solo, invece, non ha ricevuto da nessuno il suo essere buono. E perciò Cristo ha detto: Nessuno è buono, se non Dio solo 197. Così dunque uno solo è Dio, poiché uno solo è incomparabile, uno solo è immenso, come già abbiamo illustrato.

15. 24. Non neghiamo che il Figlio ami il Padre, dato che leggiamo: Che il mondo sappia che amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato 198. Si sa che il Figlio è amato e ama e, come egli stesso afferma, adempie il mandato del Padre. E perciò sono una cosa sola (unum), secondo quanto dice: Io e il Padre siamo una cosa sola 199. Infatti, riguardo alle parole: Chi ha visto me, ha visto il Padre 200, bisogna credere con fede certa che chi vede il Figlio, attraverso il Figlio vede e comprende il Padre.

15. 25. Hai dichiarato che il Padre è maggiore per la forma di servo: cosa che mi sembra essere del tutto insensata. Sappiamo infatti, cosa che anche tu stesso hai affermato, che nella forma di servo fu fatto minore anche degli Angeli. Né infatti hai glorificato abbastanza Dio, dichiarando il Padre maggiore per la forma di servo. Per la forma di servo anche gli Angeli sono maggiori. E infatti Cristo non è venuto per questo, per insegnarci che per la forma di servo il Padre è maggiore; ma per questo la Verità è venuta a noi, per mostrarci inequivocabilmente e insegnarci che il Padre è maggiore del Figlio, e di questo Figlio che è Dio grande. Noi infatti glorifichiamo il Padre al punto da dichiararlo maggiore di un Dio grande e da annunciarlo più sublime dell’eccelso. Vedrai tu se in verità questo è l’onore dovuto a Dio, riconoscere che il Padre è maggiore del Figlio per la forma di servo che questi ha assunto.

15. 26. Dici che la divinità si manifestò ai padri; e poco prima hai affermato che senza dubbio la divinità è invisibile. Certamente non si manifestò il Padre, che è invisibile, e se diciamo che il Padre è stato visto, rendiamo mendace l’Apostolo che disse: Che nessuno tra gli uomini ha mai visto, né può vedere 201. E non solo ne consegue che ci opponiamo al Nuovo Testamento, ma che allo stesso modo contraddiciamo anche l’Antico. Da ultimo così disse Mosè: Nessun uomo può vedere Dio e restare vivo 202. Certamente, nel libro della Genesi lo stesso Mosè spiegò che, da quel primo uomo Adamo fino alla stessa incarnazione, il Figlio fu sempre visto. Infatti se cerchi testimoni, senz’altro devi considerare il Padre che dice al Figlio: Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza. E prosegue: E Dio fece l’uomo 203. Certo quale Dio, se non il Figlio? Certamente anche tu nei tuoi trattati hai esposto ciò. Questo Figlio, dunque, che è profeta di suo Padre, che anche diceva: Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile 204; questo Figlio fu visto da Adamo, secondo quanto leggiamo di Adamo che dice: Ho udito il tuo passo nel giardino, e mi sono nascosto, perché ero nudo. Soprattutto considera ciò che Dio disse a lui: Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare? 205 Questo Dio fu visto anche da Abramo 206; e che il Figlio fu visto da Abramo, se lo vuoi credere, lo ha affermato in modo inequivocabile lo stesso Dio unigenito quando nel santo Vangelo dice: Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò 207. Quel Figlio fu visto anche da Giacobbe, ed egli si preparò a lottare con Giacobbe nella figura con la quale sarebbe venuto, e cioè nella figura di uomo. Perciò Giacobbe diceva: Ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva 208. E questo luogo fu chiamato: Visione di Dio. E certamente affermava proprio questo Dio, il quale in una profezia combatteva con Giacobbe, cosa che abbiamo visto essersi compiuta nella passione di Cristo. Disse infatti allo stesso Giacobbe: Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele 209, cioè: Uomo che vide Dio. Possiamo provare che egli fu visto anche nel Nuovo Testamento. Di lui gli apostoli dicevano: E noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre 210. Per il resto se, come tu tenti di dimostrare, si sostenesse che il Padre fu visto, per voi sarebbero mendaci tutte le Scritture. Infatti, da ultimo che il Padre è invisibile, lo proclama Paolo 211, e lo afferma il Signore nel Vangelo 212. Assai spesso ci accusi di dire con audacia e presunzione cose che non bisogna dire, il che starà all’arbitrio di chi legge verificare. Né infatti parliamo così, per ottenere la lode di qualcuno, ma per il desiderio di cercare la fraternità, che è tra noi; o forse a causa di essa anche tu stesso hai ritenuto degno provocarci, perché dessimo una risposta, affinché quelli che si riconoscono in noi accettino la tua, come dire, professione di fede; e fu necessario che io ti rispondessi per il timore di Dio. Dal momento che non soltanto con le parole hai tentato di privarmi del loro discepolato, ma mi hai dato anche un tuo trattato, era necessario che io rispondessi con le cose che ho esposto sull’invisibilità di Dio onnipotente. E anche tu stesso, sia pure con un’altra finalità, pur tuttavia hai sostenuto con tue parole che lo Spirito Santo è stato visto sotto forma di colomba, e anche sotto forma di fuoco 213. Il Figlio certamente, sotto forma di uomo; ma il Padre, né sotto forma di colomba, né sotto forma di uomo; mai si trasformò in una qualche forma, e mai si trasformerà. A proposito di ciò sta scritto: Io sono colui che sono, e non cambio 214. Il Figlio certamente già costituito nella forma di Dio, come tu stesso hai affermato, prese la forma di servo, che non prese il Padre; ugualmente lo Spirito Santo assunse l’aspetto di colomba, che non assunse il Padre. Sappi, dunque, che, poiché uno solo è invisibile, uno solo è anche incomprensibile e immenso. Desidero ardentemente essere discepolo delle sacre Scritture; infatti credo che la tua Reverenza mantenga le affermazioni a cui ho così risposto, poiché, se sosterrai che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo hanno una sola potenza, una sola sostanza, una sola divinità, una sola maestà, una sola gloria; se lo affermerai sulla base delle sacre Scritture, se sosterrai di aver letto ciò scritto in qualche altro luogo, noi preferiamo essere discepoli delle sacre Scritture.

Io, Massimino vescovo, sottoscrivo.

E dopo il dibattito tra i presenti Agostino dettò le seguenti note: hai detto che ho parlato munito dell’aiuto dei prìncipi, non per timore di Dio; ma agli uomini, ai quali Dio dona l’intelletto, appare con sufficiente chiarezza chi parla per timore di Dio, colui che con sottomissione ascolta il Signore che dice: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo 215; cosa che noi docilmente ascoltiamo e fedelmente proclamiamo; o colui che non vuole ascoltare ciò, così da sostenere che ci sono due signori e due dèi; e così, introducendo due dèi e due signori, mostra di non temere il solo Signore Dio che dice: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo. Sai inoltre che il tuo discorso davvero prolisso ha riempito il tempo nel quale avremmo potuto rispondere, e il tempo della giornata rimasto certamente non è sufficiente, perché le cose che hai detto siano almeno rilette da noi. Saprai tuttavia che tutte le cose che hai proposto, per provare che il Figlio di Dio è Dio, e un Dio grande, e che è nato dal Padre, e che una cosa è lui, un’altra il Padre, dal momento che il Padre non è lo stesso che il Figlio, hanno comportato grandi ritardi, a causa dei quali ti appropriasti del tempo necessario; come se tu dovessi provare a noi ciò che anche noi riconosciamo come vero. Infatti, non diciamo che il Padre è lo stesso che il Figlio, o che il Padre o il Figlio sono lo stesso che lo Spirito Santo nella Trinità. Precisamente diciamo che il primo è uno, il secondo è un altro, il terzo un altro ancora: ma tutti contemporaneamente sono un solo Signore Dio. Se infatti dicessimo che ci sono due signori dèi: uno grande, l’altro più grande; uno buono, l’altro più buono; uno sapiente, l’altro più sapiente; uno clemente, l’altro più clemente; uno potente, l’altro più potente; uno invisibile, l’altro più invisibile; uno vero, l’altro più vero; e se con questo modo hai pensato di arrivare a qualcos’altro, a persuaderci di avere due signori dèi: se, dunque, affermassimo questo, Dio stesso ci convincerebbe di errore, dicendo, cosa che ho già ricordato: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo 216. È come se ci dicesse: O figli degli uomini, fino a quando sarete duri di cuore? perché amate cose vane e cercate la menzogna? 217 Fino a quando vi creerete due signori dèi? Perché non volete ascoltarmi quando proclamo: Ascolta, Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, ma contro di me proclamate: " i nostri signori sono due signori dèi "? Forse fareste questo, se voleste essere Israele? Dal momento che questo nome significa: " L’uomo che vede Dio "; ti chiedo di darmi licenza: se tu non vuoi, io voglio essere Israele. Voglio certamente essere calcolato nel novero di coloro ai quali è concesso vedere Dio. E a lui rendiamo grazie, perché ci fa vedere ora come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia, come dice l’Apostolo 218. Vediamo perciò, per sua stessa concessione, anche se finora come in uno specchio in maniera confusa, tuttavia vediamo come queste due cose non siano contrarie fra loro, che uno sia il Padre, un altro il Figlio, un altro lo Spirito Santo, e che tuttavia questi tre siano contemporaneamente un solo Signore Dio. Per quanto ho potuto ho fatto in modo che anche tu vedessi questo: ma hai preferito resistere, dal momento che non hai voluto essere Israele. Ma se finora per caso non puoi vedere ciò, credi e vedrai. Infatti, queste cose sono viste dalla mente, non dagli occhi della carne. E certamente sai che cosa ha detto il profeta: Se non crederete, non capirete 219. Dunque quando senti: Il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, non voler creare due signori, il Padre e il Figlio. E quando senti: Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio; e nel medesimo luogo: Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo 220; quando dunque senti queste cose, non voler negare che lo Spirito Santo è Dio, per non rendere le membra del Creatore tempio di una creatura. Prima credi che questi tre sono tre nelle loro singole persone e tuttavia, contemporaneamente, che non sono tre signori dèi, ma un solo Signore Dio; e se credi e preghi, il Signore stesso ti darà la facoltà di capire, affinché ciò che credi meriti certamente di vederlo, e inoltre, di capirlo. Infatti, considera con attenzione tutto ciò che hai detto nella tua prolissa esposizione, e vedrai che procede da questo errore, ossia dal fatto di creare due signori dèi, contro la parola chiarissima del Signore Dio che dice: Il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo 221; inoltre, negate che lo Spirito Santo sia Dio, mentre non potete negare che il suo tempio sia santo. Per ora, dopo il nostro dibattito, nel quale noi presenti abbiamo parlato alternativamente, sarà sufficiente che ti abbia avvertito: ma se il Signore vorrà, poiché il discorso è lungo, e tu hai fretta di tornare indietro, porrò la prosecuzione del nostro discorso davanti agli occhi di coloro che vorranno leggerla, con tutta la trasparenza che potrò, e dimostrerò, che tu lo voglia o no, che tu, certamente con veritieri testimoni divini, hai voluto tuttavia provare i vostri falsi dogmi.

E di sua mano: Io Agostino vescovo sottoscrivo.

Parimenti di sua mano, Massimino: Quando avrai terminato questo libretto, e me lo avrai inviato, se non darò risposta ad ogni cosa, allora sarò degno di rimprovero.

Sono terminati gli Atti. Li ho raccolti.


Note:



 

1 - Mt 15, 9.

2 - Rm 10, 10.

3 - Cf. 1 Pt 3, 15.

4 - Mt 10, 32-33.

5 - Mt 10, 28.

6 - At 13, 47.

7 - 1 Cor 12, 3.

8 - Gv 16, 12-14.

9 - Gv 7, 16.

10 - Gv 8, 38.

11 - Sal 26, 1.

12 - Tt 3, 4-6.

13 - Gv 10, 27-30.

14 - At 2, 32-33.

15 - Tt 3, 6.

16 - Gv 16, 14.

17 - Gv 1, 3.

18 - Cf Fil 2, 11.

19 - 1 Cor 11, 3.

20 - Gv 8, 29.

21 - Gv 16, 14-15.

22 - Lc 4, 18.

23 - Gv 1, 14.

24 - Is 40, 5.

25 - Rm 3, 20.

26 - Fil 2, 7.

27 - Dt 6, 4.

28 - Dt 6, 4.

29 - At 4, 32.

30 - Gv 10, 30.

31 - Cf. 1 Pt 1, 12.

32 - Rm 8, 26.

33 - Rm 8, 33-34.

34 - Gv 14, 15-17.

35 - Gv 5, 26.

36 - Gal 4, 6.

37 - Rm 8, 15.

38 - Gal 4, 9.

39 - Gn 22, 12.

40 - Cf. Prv 10, 19.

41 - Tt 2, 13.

42 - Gv 20, 17.

43 - Gv 5, 31-37.

44 - Mt 17, 5.

45 - Col 1, 15-17.

46 - Gv 8, 38.

47 - Gv 14, 28.

48 - Cf. 1 Cor 15, 25.

49 - Gv 1, 18.

50 - 1 Tm 6, 15-16.

51 - Rm 16, 27.

52 - Gv 18, 37.

53 - 1 Tm 6, 16.

54 - Lc 12, 4.

55 - Gv 10, 30.

56 - Gv 1, 14.

57 - Fil 2, 6-7.

58 - 1 Gv 5, 20.

59 - Gv 20, 17.

60 - Gv 1, 1.

61 - Sal 21, 11.

62 - Cf. Lc 2, 51.

63 - Sal 8, 6.

64 - 2 Cor 3, 17.

65 - 1 Cor 6, 16-17.

66 - 1 Cor 3, 16.

67 - 1 Cor 6, 19.

68 - Gv 5, 26.

69 - 1 Cor 3, 8.

70 - Gv 17, 11.

71 - 1 Cor 6, 17.

72 - Es 33, 11. 13.

73 - Mt 5, 8.

74 - Rm 1, 20.

75 - Cf. Gv 1, 3.

76 - Rm 16, 27.

77 - 1 Cor 1, 24.

78 - Rm 8, 34.

79 - 1 Cor 15, 28.

80 - Cf. Mt 3, 16; At 2, 3.

81 - Fil 2, 5-11.

82 - Ef 3, 14-15.

83 - Cf. Rm 8, 34.

84 - Col 3, 1.

85 - Eb 1, 3.

86 - Sal 109, 1.

87 - cf. Mt 22, 44.

88 - Mc 14, 61-62; Mt 26, 63-64.

89 - 2 Cor 5, 21.

90 - Dt 21, 23; Gal 3, 13.

91 - 1 Cor 15, 47.

92 - 1 Pt 2, 22-23.

93 - Gv 1, 29.

94 - Rm 1, 20.

95 - Col 2, 14-15.

96 - Gv 5, 23.

97 - Gv 1, 14.

98 - Gn 49, 11.

99 - Fil 3, 21.

100 - Prv 9, 1.

101 - Lc 15, 4. 7.

102 - 1 Cor 4, 10. 13.

103 - Sal 68, 8.

104 - 1 Cor 4, 16.

105 - 1 Pt 2, 21.

106 - Lc 12, 20.

107 - Eb 9, 24.

108 - At 9, 4.

109 - At 13, 2.

110 - Gv 6, 46.

111 - Gv 1, 18.

112 - Is 7, 13.

113 - 1 Cor 5, 4.

114 - Lc 24, 49.

115 - 1 Tm 6, 15.

116 - Sal 23, 7-8.

117 - Sal 103, 24.

118 - Sal 82, 2.

119 - Mt 11, 27.

120 - Gb 1, 1-3.

121 - Rm 16, 27.

122 - 1 Cor 1, 24.

123 - Dt 4, 2.

124 - Gv 14, 9.

125 - 1 Gv 5, 1.

126 - Col 1, 15.

127 - Is 53, 8.

128 - Sal 15, 9.

129 - 1 Tm 6, 16.

130 - Mt 10, 28.

131 - Gv 8, 51.

132 - Gv 5, 26.

133 - Cf. Fil 2, 7.

134 - Gv 8, 29.

135 - Gv 11, 41-42.

136 - Gv 9, 2-4.

137 - Cf. Mt 26, 26.

138 - 1 Cor 11, 23-24.

139 - Mt 10, 29.

140 - Gv 10, 18.

141 - Cf. 1 Tm 3, 2.

142 - Fil 2, 6-8.

143 - Gv 4, 24.

144 - Gv 17, 3.

145 - Mt 18, 16.

146 - Fil 2, 6.

147 - Fil 2, 7. 9.

148 - Gv 20, 17.

149 - Mt 28, 18-20.

150 - Ef 1, 17.

151 - 2 Cor 11, 31.

152 - Rm 15, 6.

153 - 2 Cor 1, 3.

154 - Sal 44, 8.

155 - Cf. Mt 3, 16.

156 - Sal 44, 8.

157 - Prv 8 30-31.

158 - Gn 1, 34.

159 - 2 Tm 3, 16.

160 - Mt 5, 18.

161 - Mt 24, 35.

162 - Cf. Gv 1, 1-3.

163 - Cf. Col 1, 15.

164 - Sal 109, 3.

165 - 2 Cor 8, 9.

166 - Cf. Lc 2, 51.

167 - 1 Cor 15, 28.

168 - Gv 5, 22-23.

169 - Mt 25, 34.

170 - Rm 8, 26.

171 - Rm 8, 27.

172 - Lc 16, 10.

173 - 1 Cor 6, 17.

174 - Mt 6, 10.

175 - Mc 14, 36.

176 - Gv 6, 38.

177 - 1 Cor 3, 16.

178 - Lc 1, 35.

179 - 1 Cor 12, 3.

180 - Rm 8, 15.

181 - 1 Pt 1, 12.

182 - Cf. Sal 144, 18.

183 - Gv 1, 3.

184 - Gv 5, 23.

185 - Gv 17, 21-23.

186 - Gv 14, 21. 23.

187 - 1 Cor 3, 6-8.

188 - Gv 10, 30.

189 - Gv 8, 29.

190 - 1 Cor 15, 10.

191 - Rm 1, 7; 1 Cor 1, 3; 2 Cor 1, 2; Gal 1, 3. Ef 1, 2.

192 - 1 Cor 8, 6.

193 - Mc 10, 18.

194 - Gv 10, 11.

195 - Sal 142, 10.

196 - Lc 6, 45.

197 - Mc 10, 18.

198 - Gv 14, 31.

199 - Gv 10, 30.

200 - Gv 14, 9.

201 - 1 Tm 6, 16.

202 - Es 33, 20.

203 - Gn 1, 26. 27.

204 - Gn 2, 18.

205 - Gn 3, 10-11.

206 - Cf. Gn 18, 1.

207 - Gv 8, 56.

208 - Gn 32, 23.

209 - Gn 32, 30.

210 - Gv 1, 14.

211 - Cf 1 Tm 6, 16.

212 - Cf. Gv 1, 18.

213 - Cf Mt 3, 16; At 2, 3.

214 - Es 3, 14; Ml 3, 6.

215 - Dt 6, 4.

216 - Dt 6, 4.

217 - Sal 4, 3.

218 - 1 Cor 13, 12.

219 - Is 7, 9.

220 - 1 Cor 6, 19. 15.

221 - Dt 6, 4.


6 - La vera devozione a Maria

Trattato della vera devozione a Maria - San Luigi Maria Grignion de Montfort

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60. Avendo fin qui detto qualcosa circa la necessità della devozione alla Santa Vergine, bisogna ora spiegare in che cosa essa consista; lo farò, con l'aiuto di Dio dopo aver esposto alcune verità fondamentali, che serviranno a illuminare questa grande e solida forma di devozione che desidero far conoscere.

61. PRIMA VERITÀ: Gesù Cristo nostro Salvatore, vero Dio e vero Uomo, deve essere il fine ultimo di tutte le nostre devozioni, altrimenti esse sarebbero false e ingannevoli. Gesù Cristo è l'alpha e l'omega, l'inizio e la fine di tutte le cose. Noi non lavoriamo - dice l'Apostolo - che per rendere ogni uomo perfetto in Gesù Cristo, poiché è in lui solo che abita tutta la pienezza della Divinità e tutte le altre pienezze di grazie, di virtù e di perfezioni; è solo in lui che noi siamo stati benedetti con ogni benedizione spirituale; egli è il nostro unico maestro che ci insegna, il nostro unico Signore dal quale noi dobbiamo dipendere, il nostro unico capo al quale noi dobbiamo rimanere uniti, il nostro unico modello al quale ci dobbiamo conformare, l'unico medico che ci può guarire, l'unico pastore che ci può nutrire, l'unica via che ci guida, l'unica verità che dobbiamo credere, l'unica vita che ci fa vivere, è il nostro unico tutto che in ogni cosa ci deve bastare. Non è stato dato altro nome sotto il cielo, se non il nome di Gesù, dal quale noi possiamo essere salvati. Dio non ci ha dato altro fondamento per la nostra salvezza, perfezione e gloria se non Gesù Cristo: ogni edificio che non sia fondato su questa solida pietra è fondato sulla sabbia mobile e presto o tardi infallibilmente cadrà. Ogni fedele che non è unito a lui come un tralcio al tronco della vite cadrà, seccherà e non sarà utile che per essere gettato sul fuoco. Se noi siamo in Gesù Cristo e Gesù Cristo è in noi, non dobbiamo temere alcuna dannazione; né gli angeli in cielo, né gli uomini sulla terra, né i demoni nell'inferno, né alcun'altra creatura può farci del male, perché nulla ci può separare dalla carità di Dio che è in Gesù Cristo. Per mezzo di Gesù Cristo, con Gesù Cristo, in Gesù Cristo noi possiamo tutto: dobbiamo rendere ogni onore e gloria al Padre, nell'unità dello Spirito Santo, rendere perfetti noi stessi ed essere il buon odore di vita eterna per il nostro prossimo. 62. Se dunque voglio promuovere una solida devozione alla Santa Vergine, non è che per promuovere in modo più perfetto quella di Gesù Cristo e per indicare un mezzo facile e sicuro per trovare Gesù Cristo. Se la devozione alla Santa Vergine allontanasse da Gesù Cristo, bisognerebbe rigettarla come una illusione del demonio; ma è proprio il contrario, come ho già dimostrato e come dirò ancora tra poco: questa devozione ci è necessaria per trovare Gesù Cristo in modo perfetto, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente.

63. Mi rivolgo qui un momento verso di te, o mio amabile Gesù, per lamentarmi amorevolmente davanti alla tua divina Maestà del fatto che la maggior parte dci cristiani, anche i più illuminati, non conosce il legame necessario che c'è tra te e la tua santa Madre: Tu, o Signore, sei sempre con Maria, e Maria è sempre con te e non può stare senza di te, altrimenti cesserebbe di essere quello che è; ella è talmente trasformata in te dalla grazia, che non vive più, che non esiste più; sei tu solo, o mio Gesù, che vivi e regni in lei, più perfettamente che in tutti gli angeli e i beati. Ah! se si conoscesse la gloria e l'amore che tu ricevi in questa meravigliosa creatura, si avrebbero ben altri sentimenti per te e per lei. Ella è così intimamente unita a te, che si potrebbe più facilmente separare la luce dal sole, o il calore dal fuoco; dico di più, si potrebbero separare da te tutti gli angeli e i santi, piuttosto che la divina Maria: perché ella ti ama più ardentemente e ti dà gloria più perfettamente di tutte le altre tue creature prese insieme.

64. Detto questo, o mio amabile Maestro, non è incredibile e doloroso costatare l'ignoranza e le tenebre di tante persone nei confronti della tua santa Madre? Non parlo tanto dei non credenti, o dei pagani, che non ti conoscono e non si curano di conoscere lei; non parlo neppure degli eretici e degli scismatici, che non cercano di essere devoti della tua santa Madre, essendosi separati da te e dalla tua santa Chiesa; parlo invece proprio dei cristiani cattolici, e anche di coloro che tra i cattolici sono dei maestri, che fanno professione di insegnare agli altri le verità ma che non conoscono né te, ne la tua santa Madre, se non in modo teorico, arido, sterile e indifferente. Questi Signori parlano solo raramente della tua santa Madre e della devozione che le si deve, perché temono - dicono - che se ne abusi, che si renda offesa a te, onorando troppo la tua santa Madre. Se vedono o sentono qualche devoto della Santa Vergine parlare con insistenza della devozione a questa buona Madre, e parlarne con un accento tenero, deciso e persuasivo, come di un mezzo sicuro senza illusioni, di un cammino breve senza pericoli, di una via immacolata senza imperfezioni e di un segreto meraviglioso per trovare te e amarti perfettamente, essi gli gridano contro e gli presentano mille false ragioni per provargli che non bisogna parlare troppo della Vergine Santa, che ci sono gravi esagerazioni in questa devozione e che bisogna impegnarsi ad estirparle, che bisogna parlare di te, piuttosto che portare la gente verso la devozione alla Santa Vergine, che è già amata abbastanza. Qualche volta li si intende parlare della devozione alla tua santa Madre, non per diffonderla e promuoverla, ma per contrastare gli abusi che se ne fanno, mentre questi signori non nutrono una sentita fede, né una devozione tenera per te, poiché non ne hanno per Maria e considerano il Rosario, lo scapolare, la corona, come devozioni da donnette, buone per gli ignoranti, non necessarie per salvarsi; se poi capita loro di incontrare qualche devoto della Vergine Santa, che ha l'abitudine di recitare il Rosario, o è impegnato in qualche altra pratica di devozione mariana, sono capaci di cambiargli in fretta l'atteggiamento e il cuore; invece del Rosario, gli consiglieranno di recitare i sette Salmi; invece della devozione alla Santa Vergine, lo esorteranno alla devozione per Gesù Cristo. O mio amabile Gesù, queste persone hanno forse il tuo spirito? Ti fanno piacere quando agiscono in questo modo? Ti può piacere lo sforzo di non piacere alla tua santa Madre, pensando che questo ti dispiaccia? La devozione alla tua santa Madre impedisce forse quella verso di te? Conserva ella forse per sè l'onore che le si rende? Oppure fa parte a se? E' forse un'estranea, in nessun modo legata a te? Ti dispiace se si cerca di piacere a lei? E il donarsi a lei e amarla è forse un separarsi, o un allontanarsi dal tuo amore?

65. Eppure, mio amabile Maestro, se ciò che ho detto risulta vero, la maggior parte degli intellettuali, a punizione del proprio orgoglio, non saprebbe far di più per allontanare dalla devozione alla tua santa Madre, o per condurre all'indifferenza verso di essa. Difendimi, Signore, difendimi da questo loro sentire e agire; dammi invece un po' di quei sentimenti di riconoscenza, di stima, di rispetto e di amore che tu nutri verso la tua santa Madre, affinché io possa maggiormente amare e glorificare te, imitandoti e seguendoti da vicino.

66. Come se finora non avessi detto nulla in onore della tua santa Madre, fammi la grazia di lodarla degnamente, nonostante tutti i suoi nemici, che sono anche i tuoi, ai quali io voglio dire ad alta voce con i santi: «Non presuma di ottenere misericordia da Dio chi offende la sua santa Madre».

67. Per ottenere dalla tua misericordia un'autentica devozione alla tua santa Madre e per diffonderla su tutta la terra, fa che io ti ami ardentemente e accogli per questo l'ardente supplica che ti voglio fare, con sant'Agostino e con i tuoi veri amici. «Tu sei, o Cristo, il mio padre santo, il mio Dio pieno di misericordia, il mio re infinitamente grande, tu sei il mio pastore amorevole, il mio unico maestro, il mio aiuto pieno di bontà, il mio amato, di bellezza somma, il mio pane Vivo, il mio eterno sacerdote, sei la mia guida verso la patria, la mia vera luce, la mia dolcezza tutta santa, la Via del mio ritorno; sei la sapienza che brilla per il suo splendore, la semplicità pura, la mia pace serena; sei tutta la mia protezione, la mia preziosa eredità, la mia salvezza eterna. O Gesù Cristo, mio Signore, perché in tutta la mia vita ho amato, desiderato altro diverso da te, Gesù mio Dio? Dov'ero quando non pensavo a te? Ah! almeno a partire da ora, che il mio cuore non abbia altri desideri, altri ardori che per il Signore Gesù; che non si dilati che per amare lui solo. Desideri dell'anima mia, correte; e già abbastanza tardi; affrettatevi a raggiungere lo scopo al quale aspirate, cercate davvero colui che cercate. O Gesù, anatema sia chi non ti ama! Sia pieno di amarezza chi non ti ama! O dolce Gesù, sii l'amore, la delizia e l'ammirazione di ogni cuore degnamente consacrato alla tua gloria. Dio del mio cuore, mia eredità, divino Gesù, il mio cuore sprofondi nel tuo santo svenimento; sii tu stesso la vita mia; che nella mia anima s’accenda il carbone bruciante del tuo amore e che avvampi un incendio tutto divino; possa bruciare senza tregua sull'altare del mio cuore e incendiare il mio essere fino in fondo; possa consumare l'intimo dell'anima mia; e infine, nel giorno della mia morte, possa comparirti davanti tutto consumato nel tuo amore. Amen.» Ho voluto trascrivere questa meravigliosa preghiera di sant'Agostino perché la si ripeta tutti i giorni per chiedere l'amore di Gesù, che noi cerchiamo per mezzo della divina Maria.

68. SECONDA VERITÀ: Da ciò che Gesù è nei nostri riguardi, bisogna concludere che noi non ci apparteniamo, come dice l'Apostolo, ma siano totalmente suoi, come suoi membri e suoi schiavi, che egli ha riscattato a caro prezzo, versando tutto il suo sangue. Prima del battesimo noi eravamo del demonio, come schiavi suoi; il battesimo ci ha reso veramente schiavi di Gesù Cristo, i quali non devono vivere, né lavorare, né morire che per portare frutto per questo Dio Uomo, per glorificarlo nel nostro corpo e farlo regnare nell'anima nostra: noi siamo sua conquista, popolo acquistato e sua eredità. E' per lo stesso motivo che lo Spirito Santo ci paragona: 1°. ad alberi piantati lungo le acque della grazia, nel campo della Chiesa, che a suo tempo devono dare i loro frutti; 2°. ai tralci di una vite, di cui Gesù Cristo è il tronco, che devono maturare una buona uva; 3°. a un gregge, di cui Gesù Cristo è il pastore che deve moltiplicarsi e dare latte; 4°. a una fertile terra, di cui Dio è l'agricoltore e nella quale il seme si moltiplica e produce il trenta, il sessanta o il cento per uno. Gesù Cristo ha maledetto il fico sterile e ha condannato il servo inutile, che non aveva fatto fruttificare il suo talento. Questo dimostra che Gesù Cristo desidera avere frutti dalle nostre deboli persone; vuole vedere le opere buone, perché queste gli appartengono in modo esclusivo: «Creati in Gesù Cristo per le buone opere». Queste parole dello Spirito Santo mostrano che Gesù Cristo è l'unico principio e deve essere l'unico fine di tutte le nostre buone opere e che noi lo dobbiamo servire, non solo come dei servi salariati, ma come schiavi d'amore. Ora mi spiego.

69. Vi sono due modi, quaggiù, di appartenere a un altro e di dipendere dalla sua autorità: la semplice servitù e la schiavitù; ciò che noi chiamiamo servo e schiavo. Con la servitù, diffusa tra i cristiani, un uomo si impegna a servirne un altro durante un certo tempo, con un salario o una ricompensa. Con la schiavitù, un uomo è totalmente dipendente da un altro per tutta la vita e deve servire il suo padrone senza esigere alcun salario ne ricompensa, come se fosse una delle sue bestie sulla quale si ha diritto di vita e di morte.

70. Vi sono tre specie di schiavitù: la schiavitù di natura, la schiavitù forzata e la schiavitù volontaria. Tutte le creature sono schiave di Dio nel primo modo: «Del signore è la terra e quanto contiene»; i demoni e i dannati lo sono nel secondo modo; i giusti e i santi lo sono nel terzo modo. La schiavitù volontaria è la più perfetta e rende maggior gloria a Dio: essa riguarda il cuore, esige il cuore e si riferisce al Dio del cuore, o della volontà d'amore; con questa schiavitù si compie la scelta di Dio e del suo servizio, al di sopra di ogni cosa, anche quando la natura non lo esige.

71. C'è una fondamentale differenza tra un servo e uno schiavo. 1° Un servo non dà al suo padrone tutto ciò che egli è o che ha, o tutto ciò che può acquisire da altri o da se stesso; lo schiavo invece dà al suo padrone tutto se stesso, tutto ciò che possiede e ciò che potrebbe acquisire, senza nessuna eccezione. 2° Il servo esige una paga per i servizi che rende al suo padrone; lo schiavo invece non può chiedere nulla, qualunque sia il suo impegno, l'importanza e la durezza del suo lavoro. 3° Il servo può abbandonare il suo padrone quando vuole, o almeno quando scade il tempo del servizio; lo schiavo invece non ha il diritto di lasciare il suo padrone quando vuole. 4° Il padrone del servo non ha su di lui nessun diritto di vita o di morte, in modo che se lo uccidesse come una delle sue bestie da lavoro commetterebbe un omicidio ingiusto; invece il padrone dello schiavo ha su di lui - per legge - diritto di vita e di morte, cosicché egli lo può vendere a chi vuole, o ucciderlo, come farebbe - passi il paragone - con il suo cavallo. 5° Infine, il servo non è a servizio del suo padrone che per un tempo determinato, mentre lo schiavo lo è per sempre.

72. Non c'è nulla tra gli uomini che ci faccia appartenere a un altro più della schiavitù; allo stesso modo tra i cristiani non c'è nulla che ci faccia appartenere più completamente a Gesù Cristo e alla sua santa Madre che la schiavitù volontaria, secondo l'esempio di Gesù Cristo stesso, che ha preso «la condizione di schiavo» per nostro amore, e della Vergine Santa, la quale si è dichiarata serva e schiava del Signore. L'Apostolo si onora del titolo di «servo di Cristo». Nella Sacra Scrittura i cristiani sono spesso chiamati servi di Cristo. Il termine di servo, secondo la giusta osservazione di un dotto, un tempo significava schiavo, non essendoci ancora dei servi come sono intesi oggi; i padroni erano serviti solo da schiavi, o da liberti. Il Catechismo del santo Concilio di Trento, per non lasciarci alcun dubbio di essere schiavi di Gesù Cristo, si esprime con un termine che non può essere equivoco e ci chiama mancipia Christi, schiavi di Gesù Cristo.

73. Detto questo, affermo che dobbiamo appartenere a Gesù Cristo e servirlo non solo come dei servitori pagati, ma come degli schiavi per amore, che si danno a causa di un grande amore e si dedicano a servirlo in qualità di schiavi, per il solo onore di appartenergli. Prima del battesimo noi eravamo schiavi del demonio; il battesimo ci ha reso schiavi di Gesù Cristo; per i cristiani è possibile essere: o schiavi del demonio, oppure schiavi di Gesù Cristo.

74. Ciò che affermo di Gesù Cristo in modo assoluto, lo dico della Vergine Santa in modo relativo, avendola Gesù Cristo scelta come compagna indissolubile della propria vita, morte, gloria e potere, in cielo e sulla terra; le ha così dato per grazia, relativamente alla sua Maestà, tutti i diritti e i privilegi che egli possiede per natura. Dicono i santi: «Tutto ciò che Conviene a Dio per natura, Conviene a Maria per grazia». Dunque, secondo essi, non avendo i due che una medesima volontà e potere, hanno anche gli stessi sudditi, servitori e schiavi.

75. Secondo il pensiero dei santi e di molti Studiosi autorevoli, possiamo dirci e farci schiavi d'amore della Santa Vergine, al fine di esser in tal modo più perfettamente schiavi di Gesù Cristo. La Santa Vergine è il mezzo di cui il Signore si è servito per venire a noi; ed è anche il mezzo di cui noi ci dobbiamo servire per andare a lui; ella non è come le altre creature, che potrebbero allontanarci piuttosto che avvicinarci a Dio, se ci attacchiamo ad esse; invece la propensione più forte di Maria è di unirci a Gesù Cristo, suo Figlio; e la più forte inclinazione del Figlio è che si vada a lui per mezzo della sua santa Madre; e gli si fa onore e piacere, come lo si farebbe a un re, facendosi schiavo della regina per diventare più perfettamente suo suddito e schiavo. Per questo i santi Padri, e san Bonaventura dopo di essi, dicono che la Santa Vergine è la via per andare al Signore.

76. Di più, se - come ho già detto - la Santa Vergine è la Regina e la Sovrana del cielo e della terra: «Ecco, tutto è sottomesso al volere di Dio, anche la Vergine; ecco, tutto è sottomesso al volere della Vergine, anche Dio», dicono sant'Anselmo, san Bernardo, san Bernardino, san Bonaventura, allora non ha ella forse tanti sudditi e schiavi quante sono le creature? E non è pensabile che tra tanti schiavi per forza, ve ne siano di quelli per amore, che per loro libera volontà scelgono Maria come loro sovrana, in qualità di schiavi? Se gli uomini e i demoni hanno i loro schiavi volontari, forse che Maria non potrebbe averne? Del resto un re considererebbe un onore il fatto che la regina, sua consorte, abbia degli schiavi sui quali avere diritto di vita e di morte, poiché l'onore e il potere dell'uno è l'onore e il potere dell'altra; e chi potrebbe credere che il Signore, come il migliore dei figli, abbia fatto parte di tutto il suo potere alla sua santa Madre e trovi poi strano che ella abbia degli schiavi? Ha egli meno rispetto e meno amore per sua Madre, che non Assuero per Ester e Salomone per Betsabea? Chi lo potrebbe pensare?

77. Ma dove mi conduce la penna? Perché mi fermo a provare una cosa cosi evidente? E poi, se non ci si vuole considerare schiavi della Vergine Santa, che importa? Ci si faccia e ci si dica schiavi di Gesù Cristo! Ma lo si è lo stesso della Vergine Santa, poiché Gesù è frutto e gloria di Maria. E' ciò che si realizza in modo perfetto con la devozione di cui parleremo tra poco.

78. TERZA VERITÀ: Le nostre migliori azioni sono di solito macchiate e corrotte dal cattivo fondo che è in noi. Quando si mette dell'acqua limpida e pulita in un vaso che sa di cattivo, o del vino in una botte che è stata guastata da altro vino, l'acqua pulita e il vino buono vengono guastati e facilmente prendono un cattivo odore. Allo stesso modo quando Dio mette le sue grazie e rugiade celesti, o il vino delizioso del suo amore, nel vaso della nostra anima, guastata dal peccato originale e attuale, questi doni vengono di solito guastati e rovinati dal cattivo lievito e dal cattivo fondo che il peccato ha lasciato dentro di noi; le nostre azioni, anche quelle che riguardano le virtù più sublimi, ne risentono. E' dunque molto importante, per raggiungere la perfezione che si ottiene soltanto con l'unione a Gesù Cristo, saperci svuotare di ciò che vi è cattivo dentro di noi; altrimenti il Signore che è infinitamente puro e che non tollera per nulla la più piccola macchia dell'anima ci rigetterà da se e non si unirà a noi.

79. Per vuotarci di noi stessi bisogna anzitutto conoscere bene - con la luce dello Spirito Santo - il nostro cattivo fondo, l'incapacità nostra di operare il bene utile alla salvezza, la nostra debolezza in ogni cosa, l'incostanza continua, l'indegnità alla grazia e la malvagità presente ovunque. Il peccato del primo padre ci ha tutti - quasi completamente - guastati, inaciditi, gonfiati e corrotti, come il lievito inacidisce, gonfia e corrompe la pasta dove è stato messo. I peccati attuali da noi commessi - mortali o veniali - anche se sono stati perdonati, hanno aumentato la nostra concupiscenza, la debolezza, l'incostanza e la corruzione, lasciando dei rifiuti nella nostra anima. I nostri corpi sono talmente corrotti da essere chiamati dallo Spirito Santo corpi di peccato, concepiti nel peccato, nutriti nel peccato e capaci di tutto; corpi soggetti a mille e mille malattie, che si corrompono ogni giorno più, capaci di generare solo scabbia, parassiti e corruzione. La nostra anima poi, unita al corpo, è diventata così carnale da essere chiamata carne: «Ogni carne aveva pervertito la sua condotta sulla terra». Abbiamo in eredità solo orgoglio, accecamento dello spirito, durezza del cuore, debolezza e incostanza dell'anima, concupiscenza, passioni in subbuglio e malattie del corpo. Siamo, per condizione di natura, più orgogliosi dei pavoni, più attaccati alla terra dei rospi, più brutti dei capri, più invidiosi dei serpenti, più ingordi dei porci, più collerici delle tigri, più pigri delle tartarughe, più deboli delle canne e più incostanti delle banderuole. Non abbiamo dentro di noi che il nulla e il peccato e non meritiamo altro che l'ira di Dio e l'inferno eterno.

80. Dopo ciò, dobbiamo meravigliarci se il Signore ha detto a colui che lo voleva seguire di rinunciare a se stesso e di odiare la propria anima; e che colui che amava la propria anima l'avrebbe perduta, e colui che la odiava l'avrebbe salvata? Questa infinita Sapienza, che non dà ordini senza un motivo, ci ordina di odiare noi stessi perché siamo grandemente degni di odio: nulla di più degno d'amore che Dio; nulla di più degno di odio che noi stessi.

81. Ancora: per vuotarci di noi stessi dobbiamo morire ogni giorno a noi stessi; bisogna cioè rinunciare alle operazioni delle potenze dell'anima, e dei sensi del corpo; dobbiamo vedere come se non vedessimo, ascoltare come se non ascoltassimo, usare le cose di questo mondo come se non le usassimo. E' ciò che san Paolo chiama morire ogni giorno: «Ogni giorno io affronto la morte». «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo»; rimane a terra e non produce nessun frutto buono. Se non moriamo a noi stessi, se le nostre devozioni più sante non ci conducono a questa morte necessaria e feconda, non porteremo frutto valido e le nostre devozioni rimarranno inutili, le nostre opere di giustizia saranno macchiate dall'amor proprio e dalla nostra volontà, e così Dio rifiuterà i più grandi sacrifici e le azioni migliori che noi possiamo compiere; alla nostra morte ci troveremo con le mani vuote di virtù e di meriti, privi di una sola scintilla di quel puro amore che viene comunicato alle anime che muoiono a se stesse e la cui vita è nascosta con Gesù Cristo in Dio.

82. Infine, dobbiamo scegliere tra tutte le devozioni alla Santa Vergine quella che maggiormente ci porta a questa morte a noi stessi, essendo questa la migliore e la più santificante; non dobbiamo credere che tutto ciò che luccica sia oro, che tutto ciò che è dolce sia miele, che tutto ciò che è facile da compiere e praticato dalla maggior parte sia più santificante. Come in natura vi sono dei segreti per realizzare in poco tempo, con poca spesa e con facilità, certe operazioni naturali, così vi sono dei segreti nell'ordine della grazia, per compiere in poco tempo, con dolcezza e facilità, le operazioni soprannaturali, come il vuotarsi di se stessi, il ricolmarsi di Dio e il diventare perfetti. La pratica di devozione che voglio rivelare è uno di questi segreti di grazia, sconosciuto alla maggior parte dei cristiani, conosciuto da pochi devoti e praticato e gustato da un piccolissimo numero. Per iniziare a scoprire questa pratica di devozione, ecco una quarta verità conseguente alla terza.

83. QUARTA VERITÀ: E' più perfetto perché più umile il non avvicinarsi a Dio da soli, senza un mediatore. La nostra condizione umana è così corrotta - come ho dimostrato - che se contiamo sui nostri sforzi, iniziative e disposizioni per arrivare a Dio e piacergli, è certo che tutte le nostre opere buone saranno macchiate, o di poco peso davanti a Dio per indurlo ad unirsi a noi ed esaudirci. Non è infatti senza motivo che Dio ci ha dato dei mediatori presso la sua Maestà: ha visto la nostra indegnità e incapacità e ha avuto pietà di noi; per permetterci di accedere alle sue misericordie ci ha provvisti di intercessori potenti presso la sua grandezza; trascurare questi mediatori e avvicinarci direttamente alla sua santità senza nessuna presentazione è mancare di umiltà e di rispetto verso Dio, così eccelso e santo; sarebbe dare meno attenzione a questo Re dei re, di quella che si usa dare a un re o ad un principe della terra, al quale non ameremmo avvicinarci senza un qualche amico che ci presenti.

84. Il Signore è nostro avvocato e mediatore di redenzione presso Dio Padre; è per mezzo di lui che noi dobbiamo pregare con tutta la Chiesa trionfante e militante; è per mezzo di lui che abbiamo accesso alla Maestà divina e non dobbiamo mai comparire davanti a lui se non sostenuti e rivestiti dei suoi meriti, come il piccolo Giacobbe rivestito dalle pelli dei capretti davanti a suo padre Isacco per ricevere la sua benedizione.

85. Ma non abbiamo forse bisogno di un mediatore presso il Mediatore stesso? La nostra purezza è abbastanza grande per unirci direttamente a lui e da soli? Non è egli forse Dio, in ogni cosa uguale al Padre e quindi il Santo dei santi, altrettanto degno di rispetto che il Padre suo? Se per infinito amore egli si è fatto nostro garante e mediatore presso Dio suo Padre, per placarlo e pagare ciò che noi gli dovevamo, bisogna per questo che gli dobbiamo meno rispetto e meno amore per la sua maestà e santità? Diciamo dunque arditamente con san Bernardo che abbiamo bisogno di un mediatore presso il Mediatore stesso e che la divina Maria è colei che è più capace di svolgere questo compito di carità; è per mezzo di lei che Gesù Cristo è venuto a noi ed è per mezzo di lei che noi dobbiamo andare a lui. Se abbiamo timore di andare direttamente a Gesù Cristo Dio, a causa della sua infinita grandezza, o per la nostra pochezza, o a motivo dei nostri peccati, invochiamo con coraggio l'aiuto e l'intercessione di Maria nostra Madre: ella è buona e tenera, non c'è nulla in lei di austero e scostante, nulla di troppo alto e di troppo abbagliante; guardando lei, noi vediamo la nostra semplice natura. Ella non è il sole, che per la violenza dei suoi raggi potrebbe abbagliarci a causa della nostra debolezza; è invece bella e dolce come la luna, che riceve la luce dal sole e la tempera per renderla adatta alla nostra debole portata. E' così piena di carità che non rigetta nessuno di coloro che invocano la sua intercessione, anche se sono peccatori; dicono i santi: non si è mai sentito dire, da che mondo è mondo, che qualcuno sia ricorso alla Vergine Santa con fiducia e perseveranza e sia stato da lei rifiutato. Ella è così potente che mai le sue domande sono state rigettate; non ha che da presentarsi davanti al Figlio suo per pregarlo e subito egli accoglie ed esaudisce; egli viene sempre vinto amorevolmente dal suo seno, dal suo grembo e dalle preghiere della sua cara Madre.

86. Tutto questo è tratto dagli scritti di san Bernardo e di san Bonaventura; secondo essi, noi abbiamo tre gradini da salire per andare a Dio: il primo, il più vicino a noi e più conforme alla nostra possibilità è Maria; il secondo è Gesù Cristo; il terzo è Dio Padre. Per andare a Gesù, bisogna andare a Maria, nostra mediatrice di intercessione; per andare all'eterno Padre, bisogna andare a Gesù, nostro mediatore di redenzione. Ora, mediante la pratica - di devozione che esporrò tra poco, è proprio questo l'ordine che si segue in modo perfetto.

87. QUINTA VERITÀ: Vista la nostra debolezza e fragilità, è molto difficile per noi conservare le grazie e i tesori che abbiamo ricevuto da Dio: 1° . Perché conserviamo questo tesoro, che vale più del cielo e della terra, in vasi fragili di creta, cioè in un corpo corruttibile, in un'anima debole e incostante, che un nulla scuote e abbatte.

88. 2°. Perché i demoni, che sono ladri astuti, ci vogliono sorprendere per derubarci e svaligiarci; essi spiano giorno e notte il momento favorevole; si aggirano di continuo attorno a noi per divorarci e toglierci in un attimo, per mezzo di un peccato, ciò che abbiamo potuto guadagnare in grazia e in meriti durante molti anni. La loro malizia ed esperienza, le loro astuzie e il loro numero ci devono far temere moltissimo questa sventura, visto che persone piene di grazie, molto ricche in virtù, più mature in esperienza e più elevate in santità, sono state sorprese, derubate e infelicemente saccheggiate Ah! quanti cedri del Libano e stelle del firmamento si sono visti cadere miseramente e perdere in poco tempo la loro altezza e lo, splendore! Da dove viene questo strano cambiamento? Non è stata una mancanza di grazia, che non viene meno a nessuno, ma una mancanza dì umiltà; si sono creduti più forti e sicuri di quanto non fossero; si sono ritenuti capaci di custodire i loro tesori; si sono fidati e appoggiati su se stessi; hanno creduto la loro casa abbastanza sicura, le loro casseforti abbastanza solide per custodire il prezioso tesoro della grazia, e a causa di questa sottile fiducia in se stessi (anche se sembrava loro di appoggiarsi unicamente sulla grazia di Dio), il Signore giustissimo, abbandonandoli a se stessi, ha permesso che fossero derubati. Ahimè! Se avessero conosciuto la meravigliosa devozione che in seguito presenterò, avrebbero affidato il loro tesoro alla Vergine potente e fedele, che glielo avrebbe custodito come un bene suo, e persino se ne sarebbe fatto un dovere di giustizia.

89. 3°. E' difficile perseverare nello stato di grazia, a causa della incredibile corruzione del mondo. Il mondo è oggi così corrotto che quasi per necessità i cuori religiosi sono macchiati, se non dal suo fango, almeno dalla polvere; è quasi un miracolo se una persona riesce a rimanere salda in mezzo a questo torrente impetuoso senza essere trascinata, o in mezzo a questo mare tempestoso senza esserne sommersa, o saccheggiata dai pirati e dai corsari, o in mezzo a questa aria inquinata senza rimanere danneggiata: è la Vergine sempre fedele, in cui il serpente non ha mai agito, che opera questo miracolo nei confronti di quelli e quelle che l'amano nel miglior modo.


11-41 Novembre 2, 1912 Come dobbiamo riconoscerci solo in Dio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Continuando la mia afflizione dicevo tra me: “Non mi riconosco più, dolce vita mia, dove sei? Che cosa dovrei fare per ritrovarti? Mancando Tu, amor mio, non trovo la bellezza che mi abbellisce, la fortezza che mi fortifica, la vita che mi vivifica, mi manca tutto, tutto è morte per me, e la stessa vita senza di Te è più straziante di qualunque morte, ah! è sempre morire, vieni oh! Gesù, non posso più! Oh! luce suprema, vieni, non più farmi aspettare, mi fai sentire i tocchi delle tue mani, e mentre faccio per prenderti mi sfuggi, mi fai vedere la tua ombra, e mentre faccio per guardare dentro dell’ombra la maestà, la bellezza del mio Sole Gesù, sperdo ombra e Sole. Deh! pietà, il mio cuore è straziato, è lacerato a brani, non posso più vivere. Ah! potessi morire almeno! ” Mentre ciò dicevo, appena è venuto il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, sono qui dentro di te, se vuoi riconoscerti vieni in Me, e dentro di Me vieni a riconoscerti. Se verrai in Me a riconoscerti ti metterai nell’ordine, perché in Me troverai la tua immagine fatta da Me e simile a Me, troverai tutto ciò che bisogna a conservare e ad abbellire questa immagine, e venendo a riconoscerti in Me, riconoscerai anche il prossimo in Me, e vedendo come Io amo te, e come amo il prossimo, salirai al grado del vero amor divino, e tutto, dentro e fuori di te, le cose prenderanno il vero ordine, che è l’ordine divino. Invece, se ti vuoi riconoscere dentro di te, primo, che non ti riconoscerai davvero, perché ti mancherà il lume divino; secondo, tutte le cose le troverai in disordine e cozzeranno tra loro; la miseria, la debolezza, le tenebre, le passioni e tutto il resto, sarà il disordine che troverai dentro e fuori di te, che non solo guerreggeranno te, ma anche tra loro, a chi più potrà farti male, e immaginati tu stessa in che ordine ti metteranno il prossimo. E non solo voglio che debba riconoscerti in Me, ma se vuoi ricordarti di te devi venire a farlo in Me, altrimenti se vuoi ricordarti di te senza di Me, farai più male che bene”.