Liturgia delle Ore - Letture
Lunedi della 18° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Marco 12
1Gesù si mise a parlare loro in parabole: "Un uomo 'piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre', poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano.2A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna.3Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote.4Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti.5Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero.6Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!7Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra.8E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.9Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri.10Non avete forse letto questa Scrittura:
'La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;'
11'dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri'"?
12Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono.
13Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso.14E venuti, quelli gli dissero: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?".15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: "Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda".16Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare".17Gesù disse loro: "Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". E rimasero ammirati di lui.
18Vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono dicendo:19"Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che 'se muore il fratello di uno' e lascia la moglie 'senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello'.20C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza;21allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente,22e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna.23Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie".24Rispose loro Gesù: "Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?25Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.26A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: 'Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe'?27Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore".
28Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?".29Gesù rispose: "Il primo è: 'Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore';30'amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore', con tutta la tua mente 'e con tutta la tua forza'.31E il secondo è questo: 'Amerai il prossimo tuo come te stesso'. Non c'è altro comandamento più importante di questi".32Allora lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è 'unico e non v'è altri all'infuori di lui';33'amarlo con tutto il cuore', con tutta la mente 'e con tutta la forza' e 'amare il prossimo come se stesso' val più di tutti gli olocausti e i sacrifici".34Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: "Non sei lontano dal regno di Dio". E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
35Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: "Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide?36Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo:
'Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi'.
37Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?". E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.
38Diceva loro mentre insegnava: "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze,39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.40Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave".
41E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte.42Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.43Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: "In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.44Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere".
Giuditta 1
1Nell'anno decimosecondo del regno di Nabucodònosor, che regnava sugli Assiri nella grande città di Ninive, Arpacsàd regnava sui Medi in Ecbàtana.2Questi edificò intorno a Ecbàtana mura con pietre tagliate nella misura di tre cubiti di larghezza e sei cubiti di lunghezza, portando l'altezza del muro a settanta cubiti e la larghezza a cinquanta cubiti.3Costruì alle porte della città le torri murali alte cento cubiti e larghe alla base sessanta cubiti;4costruì le porte portandole fino all'altezza di settanta cubiti: la larghezza di ciascuna era di quaranta cubiti, per il passaggio dell'esercito dei suoi forti e l'uscita in parata dei suoi fanti.5In quel periodo di tempo il re Nabucodònosor mosse guerra al re Arpacsàd nella grande pianura, cioè nella piana che si trova nel territorio di Ragau.6Ma si schierarono a fianco di costui tutti gli abitanti delle montagne e quelli della zona dell'Eufrate, del Tigri e dell'Idaspe e gli abitanti della pianura di Arioch, re degli Elamiti. Così molte genti si trovarono adunate in aiuto ai figli di Cheleud.7Allora Nabucodònosor re degli Assiri spedì messaggeri a tutti gli abitanti della Persia e a tutti gli abitanti delle regioni occidentali: a quelli della Cilicia e di Damasco, del Libano e dell'Antilibano e a tutti gli abitanti della fascia litoranea8e a quelli che appartenevano alle popolazioni del Carmelo e di Gàlaad, della Galilea superiore e della grande pianura di Esdrelon;9a tutti gli abitanti della Samaria e delle sue città, a quelli che stavano oltre il Giordano fino a Gerusalemme, Batane, Chelus e Cades e al torrente d'Egitto, nonché a Tafni, a Ramesse e a tutto il paese di Gessen,10fino a comprendere la regione al di sopra di Tanis e Menfi, e ancora a tutti gli abitanti dell'Egitto sino ai confini dell'Etiopia.11Ma gli abitanti di tutte queste regioni disprezzarono l'invito di Nabucodònosor re degli Assiri e non lo seguirono nella guerra, perché non avevano alcun timore di lui, che agli occhi loro era come un uomo qualunque. Essi respinsero i suoi messaggeri a mani vuote e con disonore.12Allora Nabucodònosor si accese di sdegno terribile contro tutte queste regioni e giurò per il suo trono e per il suo regno che avrebbe fatto sicura vendetta, devastando con la spada i paesi della Cilicia, di Damasco e della Siria, tutte le popolazioni della terra di Moab, gli Ammoniti, tutta la Giudea e tutti gli abitanti dell'Egitto fino al limite dei due mari.
13Quindi marciò con l'esercito contro il re Arpacsàd nel diciassettesimo anno, e prevalse su di lui in battaglia, travolgendo l'esercito di Arpacsàd con tutta la sua cavalleria e tutti i suoi carri.14S'impadronì delle sue città, giunse fino a Ecbàtana e ne espugnò le torri, ne saccheggiò le piazze e ne mutò lo splendore in ludibrio.15Poi sorprese Arpacsàd sui monti di Ragau, lo trafisse con le sue lance e lo tolse di mezzo in quel giorno.16Fece quindi ritorno a Ninive con tutto l'esercito eterogeneo, che era una moltitudine infinita di guerrieri e si fermò là, egli e il suo esercito, per centoventi giorni dandosi a divertimenti e banchetti.
Proverbi 7
1Figlio mio, custodisci le mie parole
e fa' tesoro dei miei precetti.
2Osserva i miei precetti e vivrai,
il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi.
3Lègali alle tue dita,
scrivili sulla tavola del tuo cuore.
4Di' alla sapienza: "Tu sei mia sorella",
e chiama amica l'intelligenza,
5perché ti preservi dalla donna forestiera,
dalla straniera che ha parole di lusinga.
6Mentre dalla finestra della mia casa
stavo osservando dietro le grate,
7ecco vidi fra gli inesperti,
scorsi fra i giovani un dissennato.
8Passava per la piazza, accanto all'angolo della straniera,
e s'incamminava verso la casa di lei,
9all'imbrunire, al declinare del giorno,
all'apparir della notte e del buio.
10Ecco farglisi incontro una donna,
in vesti di prostituta e la dissimulazione nel cuore.
11Essa è audace e insolente,
non sa tenere i piedi in casa sua.
12Ora è per la strada, ora per le piazze,
ad ogni angolo sta in agguato.
13Lo afferra, lo bacia
e con sfacciataggine gli dice:
14"Dovevo offrire sacrifici di comunione;
oggi ho sciolto i miei voti;
15per questo sono uscita incontro a te
per cercarti e ti ho trovato.
16Ho messo coperte soffici sul mio letto,
tela fine d'Egitto;
17ho profumato il mio giaciglio di mirra,
di aloè e di cinnamòmo.
18Vieni, inebriamoci d'amore fino al mattino,
godiamoci insieme amorosi piaceri,
19poiché mio marito non è in casa,
è partito per un lungo viaggio,
20ha portato con sé il sacchetto del denaro,
tornerà a casa il giorno del plenilunio".
21Lo lusinga con tante moine,
lo seduce con labbra lascive;
22egli incauto la segue,
come un bue va al macello;
come un cervo preso al laccio,
23finché una freccia non gli lacera il fegato;
come un uccello che si precipita nella rete
e non sa che è in pericolo la sua vita.
24Ora, figlio mio, ascoltami,
fa' attenzione alle parole della mia bocca.
25Il tuo cuore non si volga verso le sue vie,
non aggirarti per i suoi sentieri,
26perché molti ne ha fatti cadere trafitti
ed erano vigorose tutte le sue vittime.
27La sua casa è la strada per gli inferi,
che scende nelle camere della morte.
Salmi 55
1'Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil.'
'Di Davide.'
2Porgi l'orecchio, Dio, alla mia preghiera,
non respingere la mia supplica;
3dammi ascolto e rispondimi,
mi agito nel mio lamento e sono sconvolto
4al grido del nemico, al clamore dell'empio.
Contro di me riversano sventura,
mi perseguitano con furore.
5Dentro di me freme il mio cuore,
piombano su di me terrori di morte.
6Timore e spavento mi invadono
e lo sgomento mi opprime.
7Dico: "Chi mi darà ali come di colomba,
per volare e trovare riposo?
8Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
9Riposerei in un luogo di riparo
dalla furia del vento e dell'uragano".
10Disperdili, Signore,
confondi le loro lingue:
ho visto nella città violenza e contese.
11Giorno e notte si aggirano
sulle sue mura,
12all'interno iniquità, travaglio e insidie
e non cessano nelle sue piazze
sopruso e inganno.
13Se mi avesse insultato un nemico,
l'avrei sopportato;
se fosse insorto contro di me un avversario,
da lui mi sarei nascosto.
14Ma sei tu, mio compagno,
mio amico e confidente;
15ci legava una dolce amicizia,
verso la casa di Dio camminavamo in festa.
16Piombi su di loro la morte,
scendano vivi negli inferi;
perché il male è nelle loro case,
e nel loro cuore.
17Io invoco Dio
e il Signore mi salva.
18Di sera, al mattino, a mezzogiorno mi lamento e sospiro
ed egli ascolta la mia voce;
19mi salva, mi dà pace da coloro che mi combattono:
sono tanti i miei avversari.
20Dio mi ascolta e li umilia,
egli che domina da sempre.
Per essi non c'è conversione
e non temono Dio.
21Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici,
ha violato la sua alleanza.
22Più untuosa del burro è la sua bocca,
ma nel cuore ha la guerra;
più fluide dell'olio le sue parole,
ma sono spade sguainate.
23Getta sul Signore il tuo affanno
ed egli ti darà sostegno,
mai permetterà che il giusto vacilli.
24Tu, Dio, li sprofonderai nella tomba
gli uomini sanguinari e fraudolenti:
essi non giungeranno alla metà dei loro giorni.
Ma io, Signore, in te confido.
Geremia 34
1Parola che fu rivolta a Geremia dal Signore, quando Nabucodònosor re di Babilonia con tutto il suo esercito e tutti i regni della terra sotto il suo dominio e tutti i popoli combattevano contro Gerusalemme e tutte le città dipendenti:2Così dice il Signore, Dio di Israele: "Va' a parlare a Sedecìa re di Giuda e digli: Così parla il Signore: Ecco io do questa città in mano al re di Babilonia, che la darà alle fiamme.3Tu non scamperai dalla sua mano, ma sarai preso e consegnato in suo potere. I tuoi occhi fisseranno gli occhi del re di Babilonia, gli parlerai faccia a faccia e poi andrai a Babilonia.4Tuttavia, ascolta la parola del Signore, o Sedecìa re di Giuda! Così dice il Signore a tuo riguardo: Non morirai di spada!5Morirai in pace e come si bruciarono aròmi per i funerali dei tuoi padri, gli antichi re di Giuda che furono prima di te, così si bruceranno per te e per te si farà il lamento dicendo: Ahimè, Signore! Questo ho detto". Oracolo del Signore.
6Il profeta Geremia riferì a Sedecìa re di Giuda tutte queste parole in Gerusalemme.7Frattanto l'esercito del re di Babilonia muoveva guerra a Gerusalemme e a tutte le città di Giuda che ancora rimanevano, Lachis e Azekà, poiché solo queste fortezze erano rimaste fra le città di Giuda.
8Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore, dopo che il re Sedecìa ebbe concluso un'alleanza con tutto il popolo che si trovava a Gerusalemme, di proclamare la libertà degli schiavi,9rimandando liberi ognuno il suo schiavo ebreo e la sua schiava ebrea, così che nessuno costringesse più alla schiavitù un Giudeo suo fratello.
10Tutti i capi e tutto il popolo, che avevano aderito all'alleanza, acconsentirono a rimandare liberi ognuno il proprio schiavo e ognuno la propria schiava, così da non costringerli più alla schiavitù: acconsentirono dunque e li rimandarono effettivamente;11ma dopo si pentirono e ripresero gli schiavi e le schiave che avevano rimandati liberi e li ridussero di nuovo schiavi e schiave.
12Allora questa parola del Signore fu rivolta a Geremia:13"Così dice il Signore, Dio di Israele: Io ho concluso un'alleanza con i vostri padri, quando li ho fatti uscire dal paese d'Egitto, da una condizione servile, dicendo:14Al compiersi di sette anni rimanderà ognuno il suo fratello ebreo che si sarà venduto a te; egli ti servirà sei anni, quindi lo rimanderai libero disimpegnato da te; ma i vostri padri non mi ascoltarono e non prestarono orecchio.15Ora voi oggi vi eravate ravveduti e avevate fatto ciò che è retto ai miei occhi, proclamando ciascuno la libertà del suo fratello; voi avevate concluso un patto davanti a me, nel tempio in cui è invocato il mio nome.16Ma poi, avete mutato di nuovo parere e profanando il mio nome avete ripreso ognuno gli schiavi e le schiave, che avevate rimandati liberi secondo il loro desiderio, e li avete costretti a essere ancora vostri schiavi e vostre schiave.17Perciò dice il Signore: Voi non avete dato ascolto al mio ordine che ognuno proclamasse la libertà del proprio fratello e del proprio prossimo: ora, ecco, io affiderò la vostra liberazione - parola del Signore - alla spada, alla peste e alla fame e vi farò oggetto di terrore per tutti i regni della terra.18Gli uomini che hanno trasgredito la mia alleanza, perché non hanno eseguito i termini dell'alleanza che avevano conclusa in mia presenza, io li renderò come il vitello che spaccarono in due passando fra le sue metà.19I capi di Giuda, i capi di Gerusalemme, gli eunuchi, i sacerdoti e tutto il popolo del paese, che passarono attraverso le due metà del vitello,20li darò in mano ai loro nemici e a coloro che attentano alla loro vita; i loro cadaveri saranno pasto agli uccelli dell'aria e alle bestie selvatiche.21Darò Sedecìa re di Giuda e i suoi capi in mano ai loro nemici, in mano a coloro che attentano alla loro vita e in mano all'esercito del re di Babilonia, che ora si è allontanato da voi.22Ecco, io darò un ordine - dice il Signore - e li farò tornare verso questa città, la assedieranno, la prenderanno e la daranno alle fiamme e le città di Giuda le renderò desolate, senza abitanti".
Prima lettera a Timoteo 1
1Paolo, apostolo di Cristo Gesù, per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza,2a Timòteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro.
3Partendo per la Macedonia, ti raccomandai di rimanere in Èfeso, perché tu invitassi alcuni a non insegnare dottrine diverse4e a non badare più a favole e a genealogie interminabili, che servono più a vane discussioni che al disegno divino manifestato nella fede.5Il fine di questo richiamo è però la carità, che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera.6Proprio deviando da questa linea, alcuni si sono volti a fatue verbosità,7pretendendo di essere dottori della legge mentre non capiscono né quello che dicono, né alcuna di quelle cose che dànno per sicure.
8Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente;9sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini,10i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina,11secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato.
12Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al mistero:13io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede;14così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
15Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io.16Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
17Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
18Questo è l'avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia19con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede;20tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare.
Capitolo LVIII: Non dobbiamo cercar di conoscere le superiori cose del cielo e gli occulti giudizi di Dio
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, guardati dal voler disputare delle cose del cielo e degli occulti giudizi di Dio: perché quello è così derelitto e quell'altro è portato a un così grande stato di grazia; ancora, perché quello viene tanto colpito e quell'altro viene tanto innalzato. Tutto ciò va al di là di ogni umana capacità; non v'è alcun ragionamento, non v'è alcuna disquisizione che valga a comprendere il giudizio di Dio. Quando, dunque, una spiegazione ti viene suggerita dal nemico, oppure certuni indiscreti la vanno cercando, rispondi con quel detto del profeta: "tu sei giusto, o Signore, e retto è il tuo giudizio" (Sal 118,137); o con quest'altro: "veri sono i giudizi di Dio, santi in se stessi" (Sal 18,10). Tu devi venerare i miei giudizi, non discuterli, perché essi sono incomprensibili per l'intelletto umano. Neppure devi indagare e discutere dei meriti dei beati: chi sia più santo o chi sia più grande nel regno dei cieli. Sono cose che danno luogo spesso a dispute e a contese inutili e fomentano la superbia e la vanagloria; onde nascono invidie e divisioni, giacché uno si sforza, presuntuosamente, di portare innanzi un santo, un altro, un altro santo. Ma sono cose che, a volerle conoscere ed indagare, non portano alcun frutto; cose che, invece sono sgradite ai beati, poiché "io non sono un Dio di discordia ma di pace" (1Cor 14,33). Una pace che consiste nella vera umiltà, più che nella esaltazione di sé.
2. Ci sono alcuni che, quasi per un geloso affetto, sono tratti verso questi o questi altri santi, con maggior sentimento: sentimento umano, però, piuttosto che divino. Sono io che ho fatto i santi tutti; sono io che ho elargito la grazia; sono io che ho accordato la gloria; sono io che, conoscendo i meriti di ciascuno, sono andato loro incontro benedicendoli nella mia bontà (Sal 20,4): io che li sapevo eletti, prima di tutti i secoli. "Sono stato io a sceglierli dal mondo, non loro a scegliere me" (Gv 15,16.19); sono stato io a chiamarli con la mia grazia, ad attirarli con la mia misericordia; sono stato io a condurli attraverso varie tentazioni, e ad infondere loro stupende consolazioni; sono stato io a dar loro la perseveranza e a premiare le loro sofferenze. Io conosco chi è primo tra di essi, e chi è ultimo; ma tutti li abbraccio in un amore che non ha misura. In tutti i miei santi, a me va data la lode; sopra ogni cosa, a me va data la benedizione; a me va dato l'onore per ciascuno di quelli che io ho fatto grandi, con tanta gloria, ed ho predestinati, senza che ne avessero dapprima alcun merito. Per questo chi disprezza il più piccolo dei miei santi, non onora neppure quello che sia grande, perché "fui io a fare e il piccolo e il grande" (Sap 6,8). E chi diminuisce uno qualunque dei santi, diminuisce anche me e tutti gli altri che sono nel regno dei cieli. Una cosa sola costituiscono tutti i beati, a causa del vincolo dell'amore; uno è il loro sentimento, uno il loro volere, e tutti unitamente si amano. Di più - cosa molto più eccelsa - amano me più che se stessi e più che i propri meriti. Giacché, innalzati sopra di sé e strappati dall'amore di sé, essi, nell'amore, si volgono totalmente verso di me; di me godono, in me trovano pace. Non c'è nulla che li possa distogliere o tirare al basso: colmi dell'eterna verità, ardono del fuoco di un inestinguibile amore. Smettano, dunque, gli uomini carnali e materiali, essi che sanno apprezzare soltanto il proprio personale piacere, di disquisire della condizione dei santi. Essi tolgono e accrescono secondo il loro capriccio, non secondo quanto è disposto dall'eterna verità. Molti non capiscono; soprattutto quelli che, per scarso lume interiore, a stento sanno amare qualcuno di perfetto amore spirituale. Molti, per naturale affetto e per umano sentimento , sono attratti verso questi o quei santi, e concepiscono il loro atteggiamento verso i santi del cielo come quello verso gli uomini di quaggiù; mentre c'è un divario incolmabile tra il modo di pensare della gente lontana dalla perfezione e le intuizioni raggiunte, per superiore rivelazione, da coloro che sono particolarmente illuminati.
3. Guardati dunque, o figlio, dall'occuparti avidamente di queste cose, che vanno al di là della possibile tua conoscenza; preoccupati e sforzati piuttosto di poterti trovare tu nel regno dei cieli, magari anche ultimo. Ché, pure se uno sapesse chi sia più santo di un altro o sia considerato più grande nel regno dei cieli, a che cosa ciò gli gioverebbe, se non ne traesse motivo di abbassarsi dinanzi a me, levandosi poi a lodare ancor più il mio nome? Compie cosa molto più gradita a Dio colui che pensa alla enormità dei suoi peccati, alla pochezza delle sue virtù e a quanto egli sia lontano dalla perfezione dei santi; molto più gradita di quella che fa colui che disputa intorno alla maggiore o minore grandezza dei santi. E' cosa migliore implorare i santi, con devote preghiere e supplicarli umilmente affinché, dalla loro gloria, ci diano aiuto; migliore che andare indagando, con inutile ricerca, il segreto della loro condizione. Essi sono paghi, e pienamente. Magari gli uomini riuscissero a limitarsi, frenando i loro vaniloqui. I santi non si vantano dei loro meriti; non ascrivono a sé nulla di ciò che è buono, tutto attribuendo a me; poiché sono stato io, nel mio amore infinito a donare ad essi ogni cosa. Di un così grande amore di Dio e di una gioia così strabocchevole i santi sono ricolmi; ché ad essi nulla manca di gloria, nulla può mancare di felicità. I santi, quanto più sono posti in alto nella gloria, tanto più sono umili in se stessi, e a me più cari. Per questo trovi scritto che "deponevano le loro corone dinanzi a Dio, cadendo faccia a terra dinanzi all'Agnello e adorando il Vivente nei secoli dei secoli" (Ap 4,10; 5,14).
4. Molti cercano di sapere chi sia il maggiore nel regno di Dio, e non sanno neppure se saranno degni di essere colà annoverati tra i più piccoli. Ed è gran cosa essere pure il più piccolo, in cielo, dove tutti sono grandi, perché "saranno detti - e lo saranno - figli di Dio" (Mt 5,9); "il più piccolo diventerà come mille" (Is 60,22); "il più misero morirà di cento anni" (Is 65,20). Quando infatti i discepoli andavano chiedendo chi sarebbe stato il maggiore nel regno dei cieli, si sentirono rispondere così: "se non vi sarete convertiti e non vi sarete fatti come fanciulli non entrerete nel regno dei cieli; chi dunque si sarà fatto piccolo come questo fanciullo, questi è il più grande nel regno dei cieli" (Mt 18,3s). Guai a coloro che non vogliono accettare di buon grado di farsi piccoli come fanciulli: la piccola porta del regno dei cieli non permetterà loro di entrare. Guai anche ai ricchi, che hanno quaggiù le loro consolazioni; mentre i poveri entreranno nel regno di Dio, essi resteranno fuori, in lamenti. Godete, voi piccoli; esultate, voi "poveri, perché il regno di Dio è vostro" (Lc 6,20); a condizione però che voi camminiate nella verità.
DISCORSO 179/A DALLA LETTERA DI GIACOMO (2, 10) OVE SI AFFERMA: " CHIUNQUE OSSERVI TUTTA LA LEGGE, MA LA TRASGREDISCA ANCHE IN UN PUNTO SOLO, DIVENTA COLPEVOLE DI TUTTO "
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaIl giudizio con misericordia.
1. Prima del Salmo, è risuonata ai nostri orecchi una lettura terribile, poiché: Chiunque osservi tutta la legge ma la trasgredisca anche in un punto solo, è colpevole di tutto 1. Perciò, in così grande pericolo, chi è che non gridi: Pietà di noi, Signore, pietà di noi 2? Ritirata infatti la sua misericordia, non potremo richiamarlo alla memoria con grande forza; né potremo darvi risalto con molta efficacia. Non entrare in giudizio con il tuo servo - dice un uomo, pur santo, ma uomo tuttavia - non entrare in giudizio con il tuo servo; nessun vivente, davanti a te, è giusto 3. Non ha voluto, perciò, che si entrasse in giudizio con lui: Il giudizio sarà senza misericordia verso chi non usa misericordia 4. Per contro vediamo d'intendere un'altra sentenza, e vediamo dove dobbiamo riporre la speranza. Infatti, se verso chi non usa misericordia il giudizio sarà senza misericordia, indubbiamente chi usa misericordia sarà giudicato con misericordia. Questa affermazione: Il giudizio sarà senza misericordia verso chi non usa misericordia l'ha esposta l'apostolo Giacomo; dalla sua lettera è stata proclamata appunto la terribile lettura. Al contrario questa poi che noi abbiamo citato: Chi usa misericordia sarà giudicato con misericordia l'ha pronunciata il Signore, quando ha affermato: Beati i misericordiosi, perché proprio questi otterranno misericordia 5. Ne segue che la speranza è nella misericordia di Dio se la nostra miseria non è priva di opere di misericordia. Che desideri dal Signore? La misericordia. Date e vi sarà dato 6. Che desideri dal Signore? Il perdono. Perdonate e vi sarà perdonato 7.
La parola dell'apostolo Giacomo suscitano una questione.
2. Nondimeno, di solito si domanda come si debba intendere: Chiunque osservi tutta la legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto 8. C'è infatti da temere e da guardarsi dal giudicare che il reato del ladro sia pari a quello dell'omicida o dell'adultero; è questo un errore pericoloso e dannoso; c'è molta differenza tra il furto e l'omicidio. E' chiaro quindi: Chiunque osservi tutta la legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto. Ma ci viene fatta l'obiezione: uno si guarda dall'omicidio, si guarda dall'adulterio, si guarda dalla falsa testimonianza, si guarda dall'idolatria, si guarda da qualsiasi sacrilegio meritevole di condanna; ha commesso un furto, è ora considerato e omicida e adultero e falso testimone e idolatra e sacrilego perché ha rubato? No di certo dunque chi cade in un solo errore diventa colpevole di tutto. Ma spiegando proprio questo, il medesimo Apostolo, autore della Lettera, ha così proseguito: Infatti colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto anche: Non uccidere. Ora se tu non uccidi, ma commetti adulterio, ti rendi trasgressore della legge 9. Dopo aver posto davanti agli occhi questo pericolo, e aver fatto tremare tutti, come volendo consolare, ha aggiunto: Così parlate, così agite, come persone che debbono essere giudicate secondo una legge di libertà. Infatti il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia 10. Pertanto, sia nel caso che possiamo sciogliere il nodo di tale questione, come pure, se eventualmente il nostro sforzo risulti sopraffatto dalla difficoltà che comporta, o anche se io sia incapace di pensare qualcosa di valido da dire, oppure di esporre ciò che potrò pensare, siate ferventi nelle opere di misericordia. Questo è chiaro, questo è evidente, questo non ha bisogno di chi spieghi, ma di chi ascolti e metta in pratica. Tuttavia proverò comunque a chiarire anche quello; ci sostenga presso Dio la vostra preghiera. In realtà è il momento di ascoltare, non di pregare; se però vi attendete da Dio ciò che dirò, pregate.
La legge contiene molti precetti.
3. La legge contiene molti precetti; e appunto quella legge che è detta Decalogo comprende dieci precetti. I dieci precetti, poi, sono per così dire generali, cui vanno tutti riferiti innumerevoli altri. Tuttavia è un discutere all'infinito sul come gli altri precetti si devono ricondurre a questo numero esiguo di dieci. Sia pure in tal maniera, secondo l'aiuto del Signore, potremo dimostrare che, come tutti gli altri precetti si possono ricondurre a questi - il che, come ho detto, costa lunghissima fatica - così questi dieci sono ricondotti a due. Di numero veramente sono dieci. Un precetto: " Il culto si deve soltanto all'unico Dio e a nessun altro " è ivi contenuto: Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra 11. Il Signore tuo Dio è l'unico Signore 12. Il secondo precetto è: Non pronuncerai invano il nome del Signore Dio tuo 13. Il terzo precetto è: Osserva il giorno di sabato 14. Questi precetti riguardano Dio. Quanto all'osservanza del sabato, è quasi superfluo insegnare qualcosa al Cristiano. Al contrario, non solo non è superfluo, ma ciò è fondamentale: quell'osservanza è in figura. Infatti, di sabato, si proibiscono al popolo le opere servili. Che forse non sono proibite anche a noi le opere servili? Ascolta il Signore: Chiunque commette il peccato è servo del peccato 15. Sperare tuttavia dal Signore appunto questo, che non commettiamo peccato, equivale all'osservanza del sabato; perciò è stato scritto infatti: Dio cessò nel settimo giorno da tutte le sue opere 16. Dio riposò: Dio fa riposare te. Infatti perché Dio doveva riposare? Quando si era affaticato, egli che creò tutte le cose con la sua Parola? Questi tre precetti, dunque, riguardano Dio. Gli altri sette riguardano l'uomo. Onora il padre e la madre; non commettere adulterio; non uccidere, non dare falsa testimonianza; non rubare; non desiderare la moglie del tuo prossimo; non desiderare cosa che appartenga al tuo prossimo 17. Se ami Dio, né veneri alcun altro, né pronunci invano il suo nome, dedichi a lui anche il sabato perché egli riposi in te, quando ti fa riposare. Se poi ami il prossimo, onori anche i genitori e non commetti adulterio e non uccidi e non condanni alcuno con falsa testimonianza e non derubi alcuno e non brami la moglie di un altro e non desideri cosa che appartenga ad un altro. E per questo: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente 18; e amerai il prossimo tuo come te stesso 19. In questi due comandamenti si contiene tutta la Legge e i Profeti 20. Ascolta anche l'Apostolo: La pienezza della legge è l'amore 21, egli dice. Non ti ha mandato a compiere molti precetti, né dieci né due: la sola carità contiene tutto. Ma la stessa carità è duplice: verso Dio e verso il prossimo. Verso Dio, in che misura? Con tutto. Che s'intende per tutto? Non certo con l'udito e con l'odorato e con la mano e con il piede. Con che si può amare totalmente? Con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente. Amerai la fonte della vita con tutto ciò che in te vive. Allora, se devo amare Dio con tutto ciò che in me è vivo, che mi rimane di che amare il prossimo? Nell'importi il dovere di amare il prossimo, infatti, non ti è stato detto: Con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, ma: come te stesso. Dio, con tutto ciò che sei, perché egli è migliore di te; il prossimo come te stesso, perché è ciò che tu sei.
Ama Dio ed ama il prossimo, per amare anche te stesso.
4. Sono dunque due i precetti: tuttavia se ne devono avere a cuore tre. Sono stati dati due precetti: ama Dio e ama il prossimo, tuttavia scorgo che se ne devono avere a cuore tre. Non si direbbe infatti: E il prossimo come te stesso, se tu non amassi anche te stesso. Se son tre le cose da amare, perché i precetti sono due? Perché? Ascoltatelo. Dio non ha creduto di doverti esortare ad amarti: non c'è infatti nessuno che non si ami. Poiché però molti, amandosi male, si perdono, col dirti di amare il tuo Dio con tutto te stesso, ti è stata data la norma di come ti devi amare. Vuoi amarti? Ama Dio con tutto te stesso: è qui che ti troverai infatti per non perdere te stesso in te. Se ti ami in te stesso, verrai meno anche a te e ti darai alla ricerca di molte cose fuori di te. Da tale caso come punto di partenza, l'Apostolo fece derivare tutti i mali quando affermò: Gli uomini saranno infatti egoisti. Ecco, hai scelto di amarti: vediamo se almeno ti conservi in te. E' sbagliato, non vi rimani; per aver deviato da Dio, sei caduto anche fuori di te. E' in lui infatti il fondamento, a lui dovevi aderire, dovevi fare di lui la tua roccaforte, il tuo luogo di rifugio. Ma ora hai sciolto il vincolo del tuo amore, o lo hai strappato da lui e avvinto a te: neppure in te rimani. Ascolta infine l'Apostolo stesso: Gli uomini saranno infatti egoisti, amanti del denaro 22. Non è vero, come ho detto, che addirittura non saresti rimasto in te? Sei forse tu il denaro? Ecco, sei venuto meno anche a te stesso perché ti sei allontanato da Dio. Che resta se non che tu dissipi l'intero patrimonio della tua mente, vivendo nello sperpero con le meretrici, cioè in compagnia delle dissolutezze e delle varie passioni e che sia costretto dall'indigenza a pascere i porci, cioè posseduto come sei dall'immonda avarizia, a che si pascano di te i dèmoni immondi? Ma quel figlio, avendo subìto la stretta del bisogno, sfinito dalla fame, tornato in sé, disse 23 - tornato in sé, perché era venuto meno a se stesso, e in se stesso si trovò provvisto di tutto, aveva cercato dovunque la felicità senza trovarla in nessun luogo -, tornato in se stesso, che cosa disse? Mi alzerò e andrò. Dove andrò? dal padre 24. Tornato ormai in sé, ma ancora prostrato a terra, mi alzerò e andrò; non più a giacere a terra, non più a rimanervi. Dunque ti è stata assegnata la norma quanto al modo di amarti: Ama chi è migliore di te, ed hai amato te. Ma lo dico migliore per natura, non per volontà. Indubbiamente si trovano molti uomini migliori di te per volontà, ma solo Dio lo è per natura: creatore, fondatore, fattore, da nessuno fatto. Fìssati in lui. Comprendi una buona volta, e di': Quanto a me. Che cosa: Quanto a te? Stare vicino a Dio è mio bene 25. Perché questo? Rifletti su che cosa ha detto sopra: Hai fatto perire chiunque si allontana da te 26. Appunto perché ha fatto perire chiunque si allontana da lui, hai trovato te. Quanto a me, stare vicino a Dio è il mio bene, cioè non allontanarmi da Dio, non sottrarmi a Dio. Vuoi sapere invece che cosa ti si promette a questo riguardo? Ma chi si unisce al Signore forma un solo spirito con lui 27. Tale è dunque il tuo amore, o l'amore di te, cioè l'affezione con la quale ti ami, per amare Dio. Ora ti affido anche il prossimo, che devi amare come te stesso; vedo infatti che hai cominciato ad amare te stesso. Colui che devi amare come te stesso, conducilo dove hai condotto te stesso. Infatti se tu amassi l'oro e lo avessi e amassi il prossimo tuo come te stesso, per amore divideresti ciò che avevi e lo renderesti partecipe del tuo oro. Ma, a causa della divisione, avreste di meno entrambi. Perché allora non possiedi Dio, presso il quale non patirai affatto limitazioni per la presenza di chi eredita con te? Quanti che siano coloro che potrai persuadere, quanti essi siano coloro che potrai invitare, chiamare, costringere ad amare Dio, egli è tutto per tutti ed è tutto per i singoli.
La carità è la radice di tutti i beni.
5. Pertanto, ama Dio e ama il prossimo come te stesso. Noto infatti che ami te stesso, perché ami Dio. La carità è la radice di tutte le opere buone. Così come l'avarizia è la radice di tutti i mali, la carità è la radice di tutti i beni. Perciò la carità è la pienezza della legge 28. Quindi dico subito: chi ha peccato contro la carità si è fatto reo di tutti i peccati. Chi in realtà danneggia proprio la radice, a quale parte dell'albero non procura danno? Che facciamo allora? Chi ha peccato contro la carità si è fatto reo di tutti i peccati. Chi in realtà danneggia proprio la radice, a quale parte dell'albero non procura danno? Che facciamo allora? Chi ha peccato contro la carità si è fatto reo di tutti i peccati: è assolutamente vero; ma in un modo ferisce la carità il ladro, in un altro l'adultero, in un altro l'omicida, in un altro il sacrilego, in un altro il blasfemo. Tutti peccano contro la medesima carità, perché dove la carità è piena e perfetta, non vi può essere nulla di peccaminoso. E' appunto essa che cresce in noi, per raggiungere finalmente la perfezione; e la raggiunge a tal punto che non è possibile un avanzamento ulteriore. Quando sarà così perfetta da non aver modo di crescere ancora, da non trovarsi di che essere interiormente accresciuta, scompariranno i peccati. Ma quando si verificherà questo se non allora quando la morte sarà assorbita dalla vittoria 29? Poiché non vi sarà affatto il peccato, sarà il momento di dire: Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? 30 Dov'è? Qui non c'è più; ecco, ormai non pungi, non togli la vita. Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? E che vuol dire: Dov'è il tuo pungiglione? Ascolta chi spiega: Ma il pungiglione della morte è il peccato 31. In conseguenza, fratelli, chi commette peccati di minore gravità, è reo di tutti e chi commette qualche peccato assai grave, un vero crimine, è reo di tutti. Ma l'uno è più colpevole, l'altro lo è di meno; entrambi, tuttavia, colpevoli di tutti, così che nella diversità dei peccati non possa cercarsi altro che la maggiore e la minore gravità. Uno ha commesso un furto; se avesse avuto la carità non avrebbe commesso quel furto. Dice l'Apostolo: Infatti non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non avrai desideri e qualunque altro comandamento si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa alcun male al prossimo. La pienezza della legge, poi, è la carità 32. Perciò, anche chi commette un furto, è reo di tutti i peccati, perché ferisce la carità; anche chi commette adulterio, è reo di tutti i peccati, perché ha ferito la carità. Come infatti non ha danneggiato tutto chi ha colpito la radice? Ma l'uno ha recato un danno minore, l'altro maggiore.
I peccati quotidiani.
6. Tuttavia anche colui che ha recato minor danno, non sia indolente: Sarà infatti senza misericordia il giudizio verso chi non usa misericordia 33. Ai fedeli che hanno ricevuto il Battesimo sono stati rimessi tutti i peccati; non è più rimasto alcuno che quella santificazione non abbia già tolto e fatto scomparire. E' certo: chi ne dubita? Ma se si lasciasse allora il corpo, l'innocenza immediatamente dopo si conserverebbe proprio come si era ricevuta; ma per il fatto che quaggiù si continua a vivere, se l'ingiustizia è stata cancellata, resta la debolezza. Attraverso certe sottilissime fessure di questa debolezza e in qualche modo della fragilità umana, dal mare entra ciò che va a raccogliersi nel fondo della nave. Non ha lasciato passare l'omicidio; il naufrago ha evitato l'ondata. Non sai però che il fondo della nave non considerato si è riempito? Ma, attraverso flutti più potenti e certi umori penetrati inosservati, tutto spazzò via, lavando, il sacramento del Battesimo. Ma per la fragilità di questa nave che è portata dal vasto mare e che è squassata dalle tentazioni come da tempeste, perché di necessità s'introducono dei peccati per quanto meno gravi, è stato dato un altro rimedio, non potendosi dare ancora il sacramento del Battesimo. Il Battesimo è unico; quotidiano questo, che ho già fatto conoscere: Il giudizio sarà senza misericordia verso chi non usa misericordia. Date e vi sarà dato; perdonate e vi sarà perdonato 34. E in certa maniera nelle vostre preghiere venite purificati ogni giorno dai peccati lievi e meno gravi, se direte di cuore, se direte con sincerità, se direte con fede: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori 35.
Hai dentro di te ciò che devi domare.
7. Se non perdoni al tuo nemico, fai di te il tuo nemico. Vuoi sapere quant'è la differenza? Ad esempio: quel tale ti ha danneggiato portandoti via il denaro; da parte tua ti danneggi non meritando perdono. Al più potrai dire: E' stato assai crudele, vuole il mio sangue. Quello vuole il sangue del tuo corpo; tu vuoi la morte della tua anima. Non perdono, dici, mi ha fatto troppo male, è stato per me un nemico assai accanito. Tu sei peggiore verso te stesso. Non perdono. Ti prego, perdona, dimentica. Quello non me ne prega, però. Prega tu per lui. Non perdono davvero. Vuoi litigare e non sai con chi devi farlo. A te piace litigare; ritorna in te, adìrati, ma non peccare 36. Adìrati contro di te, per non peccare; sii crudele con te stesso, punisciti. Ti porti dentro ciò che devi domare, e dormi. Badi a litigare di fuori col tuo vicino, col tuo consorte, col tuo compagno, con chi possiede qualcosa con te. Tu non badi, tu non guardi all'altra legge nelle tue membra, che muove guerra alla legge della tua mente, e ti rende schiavo della legge del peccato, che è nelle tue membra. Mi ha spogliato però. Mentre sei condotto schiavo, ti adiri contro chi ti ha spogliato! Ti sei riconosciuto, hai notato dove ti trovi. Hai conosciuto chi ti fa schiavo, mostrati combattivo e cerca chi ti riscatti. Così come anch'egli, l'Apostolo, dopo aver detto: Mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra 37; sono uno sventurato, disse, chi mi libererà dal corpo di questa morte? La grazia di Dio, per mezzo di Gesù Cristo Signore nostro 38. Ma chi invoca la grazia? Uno che non è consapevole della sua pena. Apri la mente, dunque, fa' attenzione a dove sei trascinato. La giustizia però mi fa piacere. So che piace: provi compiacenza per la legge di Dio secondo l'uomo interiore 39, ma tu vedi un'altra legge nelle tue membra; ti compiaci della legge di Dio, altra è la legge nelle tue membra. Per questa strada tu vivi, per quella muori. I briganti ti hanno abbandonato sulla via, tra la vita e la morte, però, mentre eri disteso a terra, sei stato trovato da un misericordioso Samaritano di passaggio, è stato sparso su di te vino ed olio, hai ricevuto il sacramento dell'Unigenito, sei stato sollevato sul giumento di lui, hai creduto nel Cristo incarnato; sei stato condotto nella locanda, vieni curato nella Chiesa.
Ci amiamo scambievolmente per amore di Dio.
8. E' in conseguenza di ciò che parlo: questo, anch'io, questo facciamo noi tutti; adempiamo il compito dell'albergatore. A quello fu detto: Rifonderò al ritorno ciò che spenderai in più 40. Dio voglia che anche noi spendiamo almeno ciò che abbiamo ricevuto! Ma quanto che sia quello che diamo, fratelli, è denaro del Signore. Siamo vostri compagni di servizio: viviamo di quello di cui ci nutriamo. Nessuno ce lo riconosca quale benemerenza; saremmo servi infingardi se non lo facessimo. Se però l'abbiamo fatto, non ce lo dobbiamo arrogare, perché non l'abbiamo fatto con lo sforzo nostro. Amiamolo tutti, sia egli caro a tutti, per lui amiamoci scambievolmente. Tutti abbiamo un unico re; raggiungiamo tutti l'unico regno.
1 - Gc 2, 10.
2 - Sal 122, 3.
3 - Sal 142, 2.
4 - Gc 2, 13.
5 - Mt 5, 7.
6 - Lc 6, 38.
7 - Lc 6, 37.
8 - Gc 2, 10.
9 - Gc 2, 11.
10 - Gc 2, 12-13.
11 - Es 20, 4.
12 - Dt 6, 4.
13 - Es 20, 7.
14 - Dt 5, 12 (sec. LXX).
15 - Gv 8, 34.
16 - Gn 2, 2.
17 - Es 20, 12-17.
18 - Mt 22, 37.
19 - Mt 22, 39.
20 - Mt 22, 40.
21 - Rm 13, 10.
22 - 2 Tm 3, 2.
23 - 2 Tm 3, 17.
24 - 2 Tm 3, 18.
25 - Sal 72, 28.
26 - Sal 72, 27.
27 - 1 Cor 6, 17.
28 - 1 Tm 6, 10.
29 - 1 Cor 15, 54.
30 - 1 Cor 15, 55.
31 - 1 Cor 15, 56.
32 - Rm 13, 9-10.
33 - Gc 2, 13.
34 - Lc 6, 38.
35 - Mt 6, 12.
36 - Cf. Sal 4, 5.
37 - Rm 7, 23.
38 - Rm 7, 24-25.
39 - Cf. Rm 7, 22.
40 - Lc 10, 35.
Parte 2
Quaderno III - Santa Faustina Kowalska
Leggilo nella BibliotecaDurante la santa Messa sono stata improvvisamente unita alla Santissima Trinità. Ho conosciuto la Sua Maestà e grandezza. Sono stata unita con le Tre Persone. Quando ero unita ad una di queste adorabili Persone, ero contemporaneamente unita alle altre due Persone. La felicità e la gioia che si è comunicata alla mia anima è indescrivibile. Mi dispiace che non posso descrivere a parole una cosa per la quale non ci sono parole. Ho udito queste parole: “Dì alla Superiora Generale che conti su di te, come sulla figlia più fedele dell'ordine”. Dopo queste parole ho compreso interiormente che cos'è tutto ciò che è creato di fronte a Dio. Grande ed insondabile è la Sua Maestà, ed il fatto che si abbassa così verso di noi con amabilità è per l'abisso della Sua Misericordia... Tutto ha un termine in questa valle di lacrime, Finiranno le lacrime, cesseranno i dolori. Solo una cosa non finirà, L'amore per Te, o Signore. Tutto ha un termine in questo esilio, Le prove ed il deserto dell'anima, Ed anche se l'anima rimanesse sempre in agonia, Se ha Dio accanto a Sé, nulla la turba.
27.V.37. IL CORPUS DOMINI.
Durante la preghiera ho udito queste parole: «Figlia Mia, il tuo cuore si riempia di gioia. Io, il Signore, sono con te. Non aver paura di nulla sei nel Mio Cuore». In quel momento ho conosciuto la grande Maestà di Dio ed ho compreso che nulla può essere paragonato ad un solo atto di conoscenza di Dio. Ogni grandezza esterna scompare come polvere di fronte ad un unico atto di conoscenza più profonda di Dio. Il Signore ha versato nella mia anima una pace così profonda, che nulla ormai può turbarmela. Nonostante tutto quello che avviene attorno a me, non perdo per questo la tranquillità nemmeno per un istante. Anche se crollasse il mondo intero, pure questo non sarebbe in grado di turbare la profondità del mio raccoglimento interiore, nel quale riposa Dio. Tutti gli avvenimenti e le cose più svariate che avvengono, sono sotto i Suoi piedi. Questa conoscenza più approfondita di Dio mi dà una totale libertà, la libertà dello spirito, e nulla mi può impedire di unirmi strettamente a Lui; nemmeno le potenze angeliche sono in grado di farlo. Sento che sono grande quando sono unita a Dio. Quale felicità avere la consapevolezza che Dio è nel proprio cuore e vivere in stretta intimità con Lui.
Quando giunse da noi la processione proveniente da Borek e Lo portarono per riporLo nella nostra cappella, sentii una voce provenire dall'Ostia: «Qui è il Mio riposo». Durante la benedizione Gesù mi ha fatto conoscere che fra non molto qui ci sarà un momento solenne, in questo luogo. «Ho trovato la Mia compiacenza nel tuo cuore e nulla Mi trattiene dal concederti le Mie grazie». La grandezza di Dio inonda la mia anima e annego in Lui e scompaio e mi perdo in Lui, sciogliendomi in Lui...
30.V.37. Oggi agonizzo per Iddio. La nostalgia si è impossessata di tutta la mia anima. Come sento tremendamente che sono in esilio! O Gesù, quando verrà il momento desiderato?
31.V. La mia anima angosciata non trova sostegno da nessuna parte, solo in Te - Ostia vivente. Nel Tuo Cuore misericordioso tutta la mia fiducia, attendo pazientemente una Tua parola, Signore. Oh, quale dolore prova il mio cuore, quando osservo una suora che non ha spirito religioso! Come si può piacere a Dio quando la superbia e l'amor proprio esplodono e vengono coperti col pretesto che ci si preoccupa della gloria di Dio, mentre in realtà si tratta della propria gloria? Quando vedo questo, la cosa mi dà molto dolore. Come può una simile anima unirsi strettamente a Dio? Non è nemmeno il caso di parlare di unione col Signore.
1.VI.1937. Oggi da noi c'è stata la processione del Corpus Domini. Nel primo altare è uscito un fuoco dall'Ostia santa e mi ha trapassato il cuore ed ho udito la voce: «Qui è il Mio riposo». Una fiamma si è accesa nel mio cuore, sentivo che venivo trasformata completamente in Lui. Verso sera mi ha fatto conoscere che tutto ciò che è terreno dura poco. E tutto quello che sembra grande se ne va in fumo e non dà libertà all'anima, ma stanchezza. Felice l'anima che comprende queste cose e tocca la terra con un piede solo. Il mio riposo sta nell'essere unita a Te, tutto il resto mi stanca. Oh, come sento che sono in esilio! Vedo che nessuno comprende ciò che ho nel mio intimo, mi comprendi solo Tu, che sei nascosto nel mio cuore ed eternamente vivo.
4.VI. Oggi è la festa solenne del Sacratissimo Cuore di Gesù. Durante la santa Messa ho conosciuto il Cuore di Gesù, di che fuoco d'amore arde verso di noi. È un mare di Misericordia. Improvvisamente ho udito una voce: «Apostola della Mia Misericordia, annuncia al mondo intero questa Mia insondabile Misericordia. Non stancarti per le difficoltà che incontri nel diffondere la Mia Misericordia. Queste difficoltà che ti colpiscono così dolorosamente sono necessarie per la tua santificazione e per dimostrare che quest'opera è Mia. Figlia Mia, sii diligente nel prendere nota di ogni frase che ti dico sulla Mia Misericordia, perché questo è per un gran numero di anime che ne approfitteranno».
+ Durante l'adorazione il Signore mi ha fatto conoscere più a fondo ciò che riguarda quest'opera. Oggi ho chiesto perdono al Signore per tutte le offese che il Suo Cuore Divino riceve nelle nostre case.
+ 6.VI.37. Prima domenica del mese. Ho scelto questa giornata per il ritiro spirituale mensile. Lumi ricevuti nella meditazione del mattino: qualsiasi cosa farai con me, o Gesù, io Ti amerò sempre, poiché sono Tua. Mi è del tutto indifferente se mi lasci qui, oppure mi mandi altrove, sono sempre Tua. Mi sottometto con amore ai Tuoi sapientissimi giudizi, o Dio, e la Tua volontà, o Signore, è il mio cibo quotidiano. Tu, che conosci i battiti del mio cuore, sai che esso palpita esclusivamente per Te, o mio Gesù. Nulla riesce a spegnere la mia nostalgia per Te. Io agonizzo per Te, o Gesù. Quando mi porterai nella Tua casa? «I più grandi peccatori pongano la loro speranza nella Mia Misericordia. Essi prima degli altri hanno diritto alla fiducia nell'abisso della Mia Misericordia. Figlia Mia, scrivi sulla Mia Misericordia per le anime sofferenti. Mi procurano una grande gioia le anime che si appellano alla Mia Misericordia. A queste anime concedo grazie più di quante ne chiedono. Anche se qualcuno è stato il più grande peccatore, non lo posso punire Se esso si appella alla Mia pietà, ma lo giustifico nella Mia insondabile ed impenetrabile Misericordia. Scrivi: prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia»...
Una volta che avevo una pena nel cuore per un certo motivo e me ne lamentavo col Signore, Gesù rispose: «Figlia Mia, perché dai tanta importanza agli insegnamenti ed ai discorsi degli uomini? Voglio istruirti Io Stesso, perciò dispongo le circostanze in modo che tu non possa essere presente a quelle conferenze. In un momento solo ti farò conoscere più di quanto gli altri riescano a fare, affaticandosi per molti anni».
20.VI.1937. Siamo maggiormente simili a Dio, quando perdoniamo al prossimo. Dio è amore, bontà e Misericordia... «Ogni anima, e specialmente un'anima consacrata, deve rispecchiare in sé la Mia Misericordia. Il Mio Cuore è colmo di pietà e di Misericordia per tutti. Il cuore della Mia Sposa deve essere simile al Mio Cuore; dal suo cuore deve sgorgare la sorgente della Mia Misericordia per le anime, altrimenti la sconfesserò».
+ In certi momenti ho conosciuto che le anime consacrate difendono la propria gloria, fingendo di difendere la gloria di Dio, ma non si tratta della gloria di Dio, bensì della propria gloria. O Gesù, quanto mi ha fatto soffrire questo! Quali misteri scoprirà il giorno del Tuo giudizio! Come si possono rubare i doni di Dio? Oggi mi è capitato un grande dispiacere da parte di una certa persona, una certa persona secolare. Questa persona sulla base di una cosa vera, ha raccontato molte cose inventate, e siccome tali cose sono state prese tutte per vere e diffuse per tutta la casa, quando sono giunte ai miei orecchi, mi si è stretto il cuore. Come si può abusare della bontà altrui? Ad ogni modo ho deciso di non dire nemmeno una parola in mia difesa e nei confronti di quella persona dimostrare ancora maggior bontà. Ma mi sono accorta che le mie forze erano troppo poche, per sopportare ciò tranquillamente, dato che la faccenda è andata avanti per settimane. Quando ho visto che la tempesta stava per scoppiare ed il vento cominciava a gettare la sabbia direttamente contro gli occhi, sono andata davanti al Santissimo Sacramento ed ho detto al Signore: « Gesù, Ti prego di darmi la forza della Tua grazia attuale cooperante, poiché sento che non ce la faccio in questa lotta. Difendimi con il Tuo petto ». Allora udii queste parole: «Non temere, Io sono con te». Quando mi allontanai dall'altare, una forza ed una tranquillità singolare inondarono la mia anima, e la tempesta che infuriava urtò contro la mia anima, come contro una roccia e la schiuma della tempesta cadde su coloro che l'avevano provocata. Oh, quanto è buono il Signore, che paga ciascuno secondo le sue opere!... Ogni anima impetri per sé l'aiuto di una grazia attuale cooperante poiché qualche volta la grazia ordinaria non basta.
+ Quando il dolore sconvolge la mia anima, E l'orizzonte è buio come la notte, Ed il cuore è lacerato dalla tortura della tribolazione, O Gesù Crocifisso, Tu sei la mia forza. Quando l'anima, offuscata dal dolore, Tende le forze e lotta senza respiro, Ed il cuore agonizza nell'amarezza dell'angoscia, O Gesù Crocifisso, Tu sei la speranza della mia salvezza. E così scorre giorno dopo giorno, E l'anima affonda in un mare di amarezza, Mentre il cuore si scioglie in lacrime, O Gesù Crocifisso, Tu m'illumini come l'aurora. E quando il calice dell'amarezza ormai trabocca, E tutto congiura contro di lei, E l'anima vive momenti da Getsemani, O Gesù Crocifisso, in Te ho la mia difesa. Quando l'anima, consapevole della sua innocenza, Accetta da Dio queste prove, Ed il cuore riesce a ripagare le molestie con l'amore, O Gesù Crocifisso, cambia la mia debolezza in onnipotenza. Non è una cosa facile sopportare allegramente le sofferenze, ed in particolare quelle non meritate. La natura corrotta si ribella e benché la volontà e l'intelletto siano al di sopra della sofferenza, dato che sono in grado di fare del bene a coloro che li fanno Soffrire, tuttavia il sentimento sbraita molto e come uno spirito inquieto assalta la volontà e l'intelletto, ma vede che da solo non può far nulla, si calma e si sottomette all'intelletto ed alla volontà. Come uno spauracchio si precipita nell'intimo e fa molta confusione a volerlo solo ascoltare quando non è tenuto a freno dalla volontà e dall'intelletto.
23.VI.1937. Mentre pregavo davanti al Santissimo Sacramento, improvvisamente le mie sofferenze fisiche scomparvero ed udii nell'anima una voce: «Vedi che in un attimo Posso darti tutto. Io non sono vincolato da nessuna legge».
24.VI. Dopo la santa Comunione ho udito queste parole: «Sappi, figlia Mia, che in un attimo posso darti tutto quello che ti serve per compiere quest'opera». Dopo queste parole una luce singolare è rimasta nella mia anima e tutte le richieste del Signore mi sembrano così semplici, che potrebbe compierle anche un bambino.
27.VI. Oggi ho visto il convento di questa nuova Congregazione. Ambienti ampi, spaziosi, ho visitato ogni cosa di seguito, ho visto che ovunque la Divina Provvidenza aveva fornito ciò che era necessario. Le persone che vivevano nel convento per ora erano in abiti secolari, ma vi regnava lo spirito religioso in tutta la sua pienezza ed io organizzavo tutto come voleva il Signore. Tutto ad un tratto venni rimproverata da una delle nostre suore: «Come può lei, sorella, compiere queste opere?». Risposi: «Non io, ma il Signore per mio mezzo ed ho l'autorizzazione per tutto». Durante la santa Messa mi venne data luce ed una profonda comprensione di tutta quest'opera e non rimase nella mia anima nemmeno un'ombra di dubbio. Il Signore mi ha fatto conoscere la Sua volontà quasi in tre sfumature diverse, pur essendo una cosa sola. La prima è quella nella quale le anime isolate dal mondo arderanno come vittime davanti al trono di Dio ed impetreranno la Misericordia per il mondo intero... Ed imploreranno benedizioni per i sacerdoti e con la loro preghiera prepareranno il mondo per la venuta finale di Gesù. La seconda è la preghiera unita alle opere di Misericordia. In modo particolare proteggeranno dal male le anime dei bambini. La preghiera e le opere di Misericordia comprendono in sé tutto quello che debbono fare queste anime. Nel loro gruppo possono essere accolte anche le più povere e s'impegneranno a risvegliare l'amore e la Misericordia di Gesù nel mondo pieno d'egoismo. La terza è la preghiera e l'attività caritativa non vincolata da alcun voto. Per la loro fattiva adesione parteciperanno a tutti i meriti e privilegi della comunità. A questo gruppo possono appartenere tutte le persone che vivono nel mondo. Un membro di questo gruppo deve compiere almeno un'opera di Misericordia durante il giorno. Almeno, ma possono essere parecchie, in quanto ognuno può compierle facilmente ed anche il più povero, poiché è triplice il modo di fare un opera di Misericordia: perdonando e confortando; secondo: se non puoi con la parola, pregando ed anche questa è un'opera di Misericordia; terzo: le opere di Misericordia. E quando verrà l'ultimo giorno, saremo giudicati su questo e secondo questo riceveremo la sentenza eterna. I canali delle grazie del Signore sono aperti, cerchiamo di approfittarne, prima che arrivi il giorno della giustizia divina e sarà un giorno tremendo. Una volta che chiesi a Gesù come può sopportare tanti misfatti e delitti di ogni genere, senza punirli, il Signore mi rispose: «Per punire ho tutta l'eternità ed ora prolungo loro il tempo della Misericordia, ma guai a loro, se non riconosceranno il tempo della Mia venuta. Figlia Mia, segretaria della Mia Misericordia, non solo ti obbligo a scrivere sulla Mia Misericordia e a diffonderla, ma impetra loro la grazia, affinché anche loro adorino la Mia Misericordia».
Oggi la mia anima ha provato un'angoscia così grande, che ho cominciato a lamentarmi con Gesù: « Gesù, come puoi lasciarmi sola? Io da sola non faccio nemmeno un passo avanti. Tu Ti nascondi e il confessore me l'hai tolto; dopo tutto sai Gesù che io da sola non so fare altro che sprecare le Tue grazie. Gesù, disponi le circostanze in modo che Padre Andrasz ritorni ». Ma l'angoscia non è terminata. Mi era venuta l'idea di andare da qualche sacerdote e raccontargli le mie tribolazioni e le varie ispirazioni, perché me le chiarisse e questa idea l'ho manifestata anche alla Madre Superiora. La Madre mi ha risposto: « Credo che per lei la situazione sia difficile, ma al momento per la verità non conosco un sacerdote che possa darle una risposta e fra non molto tornerà il Padre e per ora, sorella, confidi ogni cosa a Gesù ». Quando sono andata per un momento a parlare col Signore, ho udito nell'anima una voce: « Mia cara non ti darò la grazia di confidarti altrove, ed anche se ti rivelassi, non darò a quel sacerdote la grazia di poterti comprendere. Nel momento attuale Mi piace che tu sopporti pazientemente te stessa. Figlia Mia, non è Mia volontà che tu racconti a tutti dei doni che ti ho concesso. Ti ho affidato alle cure dell'amico del Mio Cuore e sotto la sua guida la tua anima si svilupperà. A lui ho dato la luce per conoscere la Mia vita nella tua anima. Figlia Mia, quando ero davanti ad Erode ti ho ottenuto la grazia di saperti innalzare sopra il disprezzo umano e di seguire fedelmente le Mie orme. Taci, quando non vogliono riconoscere la tua verità, così parlerai in modo più eloquente. Sappi, figlia Mia, che se tendi alla perfezione, porterai alla santità molte anime, ma se non tendessi alla santità, per ciò stesso molte anime rimarrebbero imperfette. Sappi che la loro perfezione dipenderà dalla tua perfezione e la maggior parte della loro responsabilità ricadrà sopra di te». E poi mi ha detto: «Non temere, bambina Mia, ma sii fedele soltanto alla Mia grazia»... Satana mi ha confessato che sono oggetto del suo odio. Mi ha detto: « Mille anime mi recano meno danno di te, quando parli della grande Misericordia dell'Onnipotente. I più grandi peccatori riprendono fiducia e ritornano a Dio e io - mi ha detto lo spirito maligno - perdo tutto, ma per di più perseguiti anche me con questa illimitata Misericordia dell'Onnipotente ». Ho conosciuto quanto satana odia la Divina Misericordia; non vuole riconoscere che Dio è buono.
29.VI.1937. Oggi durante la colazione Padre Andrasz ha salutato per telefono tutta la Congregazione. E già tornato da Roma e oggi stesso nel pomeriggio è venuto da noi. Tutte le suore professe, le novizie ed entrambe le classi delle allieve si sono riunite in cortile ed abbiamo atteso il caro Padre. Le figliole l'hanno salutato con canti e poesie, e poi l'abbiamo pregato di parlarci di Roma e delle tante cose belle che vi aveva visitato. Ha raccontato per oltre due ore e, in conseguenza di ciò, non c'è stato il tempo di parlargli in disparte. Oggi la mia anima è entrata in intima unione col Signore. Mi ha fatto conoscere che debbo rimettermi sempre alla Sua volontà. «In un attimo posso darti più di quello che tu puoi desiderare».
30.VI.37. Oggi il Signore mi ha detto: «Molte volte avrei voluto innalzare questa Congregazione, ma non lo posso fare per la sua superbia. Figlia Mia, sappi che alle anime superbe non concedo le Mie grazie, ma tolgo anche quelle che ho concesso». Oggi Suor lolanda mi ha chiesto di fare un patto: essa pregherà per me, purché io preghi per la sua classe a Wilno. Io per la nostra opera prego sempre, ma ho deciso di pregare per due mesi per la classe a Wilno, e Suor lolanda reciterà, secondo la mia intenzione, tre Ave Maria ogni giorno al Verbo Incarnato, affinché io approfitti della grazia di Dio. La nostra amicizia è divenuta ancora più salda.
1.VII.1937. MESE DI LUGLIO. Oggi durante la recita dell'Angelus, il Signore mi ha fatto comprendere l'inconcepibile amore di Dio verso gli uomini. Ci innalza fino alla Sua Divinità. Si fa guidare unicamente dall'amore e dalla Sua insondabile Misericordia. Sebbene Tu dia l'annuncio del Mistero per mezzo di un Angelo, sei Tu stesso a metterlo in esecuzione. Nonostante la pace profonda, di cui gode la mia anima, lotto continuamente e talvolta intraprendo una battaglia accanita, per seguire fedelmente la mia strada, cioè quella che il Signore Gesù vuole che segua. E la mia strada è la fedeltà alla volontà di Dio in tutto e sempre, ma specialmente nella fedeltà alle ispirazioni interiori, per essere uno strumento docile nelle mani di Dio, e portare a termine l'opera della Sua insondabile Misericordia.
4.VII.37. PRIMA DOMENICA DEL MESE. Ritiro spirituale mensile. La sera mi sono preparata con molta cura ed ho pregato a lungo lo Spirito Santo, perché si degni di concedermi i Suoi lumi e mi prenda sotto la Sua speciale direzione. Ho pregato anche la Madonna, l'Angelo Custode ed i Santi patroni. Frutto della meditazione. Qualunque cosa Gesù ha fatto, l'ha fatta bene. Passò facendo del bene. Nel modo di comportarsi era pieno di bontà e Misericordia. La compassione guidava i Suoi passi. Coi nemici ha mostrato bontà, cortesia, comprensione, agli indigenti ha dato aiuto e conforto. Questo mese ho fatto il proposito di rispecchiare fedelmente in me questi tratti di Gesù, anche se ciò dovesse costarmi molto. Durante l'adorazione ho udito una voce nell'anima: «Mi sono graditi i tuoi sforzi, figlia Mia, delizia del Mio Cuore. Vedo ogni movimento del tuo cuore, col quale Mi adori». Proposito particolare. Continuare lo stesso: unirmi a Cristo Misericordioso. Per la sua dolorosa Passione, pregherò il Padre Celeste per il mondo intero. Punto della regola: osservanza rigorosa del silenzio. Penetrare nel profondo del proprio essere e ringraziare di tutto Dio, unendomi a Gesù: con Lui, in Lui e per Lui do gloria a Dio. O Signore, amore mio, Ti ringrazio per la giornata odierna, per avermi permesso di attingere i tesori delle Tue grazie dalla sorgente della Tua insondabile Misericordia. O Gesù, non solo oggi, ma in ogni momento attingo dalla Tua insondabile Misericordia tutto quello che possono desiderare l'anima e il corpo.
7.VII.37. Nei momenti di dubbio, cioè se l'anima è debole, preghi Gesù perché agisca Lui, sebbene sappia che dovrebbe agire lei con l'aiuto della grazia di Dio, ma in certi momenti lasci che Dio faccia tutto Lui.
15.VII.37. Un certo momento ho saputo che verrò trasferita in un'altra casa. Tale conoscenza è puramente interiore. Nello stesso momento ho udito una voce nell'anima: «Non temere, figlia Mia, il Mio volere è che tu stia qui. I progetti umani falliscono e debbono uniformarsi alla Mia volontà». Quando ero vicino al Signore, ha detto: «Perché hai paura di mettere mano all'opera che ri raccomando?». Ho risposto: « Perché in questi momenti, Gesù, mi lasci sola e non sento la Tua presenza? ». «Figlia Mia, anche se non Mi scorgessi nelle più nascoste profondità del tuo cuore, non puoi affermare che non ci sono. Tolgo soltanto la percezione di Me stesso, e questo non deve essere per te un impedimento ad eseguire la Mia volontà. Faccio questo per i Miei imperscrutabili disegni che conoscerai in seguito. Figlia Mia, sappi una volta per tutte che solo il peccato grave Mi scaccia dall'anima, e nient'altro».
+ Oggi il Signore mi ha detto: «Figlia Mia, Mia delizia e Mio compiacimento, nulla Mi trattiene dal concederti le grazie. La tua miseria non è un ostacolo per la Mia Misericordia. Figlia Mia, scrivi che quanto più grande è la miseria, tanto maggiore è il diritto che ha alla Mia Misericordia, ed esorta tutte le anime alla fiducia nell'insondabile abisso della Mia Misericordia, poiché desidero salvarle tutte. La sorgente della Mia Misericordia venne spalancata dalla lancia sulla croce per tutte le anime; non ho escluso nessuno». O Gesù, desidero vivere nel momento presente, vivere come se questo giorno fosse l'ultimo della mia vita: utilizzare scrupolosamente ogni attimo per la maggior gloria di Dio, sfruttare per me ogni circostanza, in modo che la mia anima ne ricavi un profitto. Guardare ad ogni cosa da questo punto di vista, e cioè che nulla avviene senza il volere di Dio. O Dio d'insondabile Misericordia, abbraccia il mondo intero e riversati su di noi per mezzo del Cuore pietoso di Gesù. In un momento passato da parecchio tempo. La sera vidi Gesù Crocifisso. Dalle mani, dai piedi e dal costato colava il Sacratissimo Sangue. Dopo un momento Gesù mi disse: «Tutto questo per la salvezza delle anime. Rifletti, figlia Mia, su quello che fai tu per la loro salvezza». Risposi: «Se guardo, Gesù, la Tua Passione, io non faccio quasi nulla per salvare le anime». E il Signore mi disse: «Sappi, figlia Mia, che il tuo quotidiano silenzioso martirio nella totale sottomissione alla Mia volontà, conduce molte anime in paradiso, e quando ti sembra che la sofferenza oltrepassi le tue forze, guarda le Mie Piaghe, e t'innalzerai al di sopra del disprezzo e dei giudizi degli uomini. La meditazione sulla Mia Passione ti aiuta a sollevarti al di sopra di tutto». Compresi molte cose, che prima non ero riuscita a capire.
9.VII.37. Questa sera è venuta da me una delle suore defunte: mi ha chiesto un giorno di digiuno e di offrire per lei in quel giorno tutte le pratiche di pietà. Le ho risposto che ero d'accordo. Il giorno dopo fin dal mattino ho espresso l'intenzione di offrire tutto a favore di quella suora. Durante la santa Messa per un momento ho vissuto il suo tormento, ho provato nell’anima una fame così grande di Dio che mi sembrava di morire per il desiderio di unirmi a Lui. La cosa è durata un breve momento, ma ho capito che cos'è la nostalgia delle anime del purgatorio. Subito dopo la santa Messa ho chiesto alla Madre Superiora il permesso per il digiuno, ma non l'ho ottenuto perché sono ammalata. Quando sono entrata in cappella, ho sentito queste parole: «Se lei, sorella, avesse digiunato, avrei ottenuto il sollievo soltanto questa sera, ma per l'obbedienza, che le ha proibito di digiunare, ho ottenuto il sollievo immediatamente. L'obbedienza ha un grande potere». Dopo tali parole udii: « Dio gliene renda merito ». Prego spesso per la Polonia, ma vedo il grande sdegno di Dio contro di essa, perché è ingrata. Faccio ogni sforzo dell'anima per difenderla. Ricordo continuamente a Dio le Sue promesse di Misericordia. Quando vedo la Sua ira, mi getto con fiducia nell'abisso della Misericordia e immergo in esso tutta la Polonia, ed allora non può far uso della Sua giustizia. O Patria mia, quanto mi costi! Non c'è giorno che non preghi per te. (Una frase di San Vincenzo de' Paoli: « Il Signore mette sempre mano ad un'opera, quando toglie di mezzo ogni sostegno umano e ci ordina di eseguire qualche cosa che sorpassa le nostre forze »).
+ Gesù: «Da tutte le Mie Piaghe, come da ruscelli, scorre la Misericordia per le anime, ma la Piaga del Mio Cuore è la sorgente della Misericordia senza limiti; da questa sorgente sgorgano tutte le grazie per le anime. Le fiamme della compassione Mi divorano, desidero riversarle sulle anime degli uomini. Parla a tutto il mondo della Mia Misericordia». Finché viviamo l'amore di Dio aumenta in noi. Fino alla morte dobbiamo impegnarci per l'amore di Dio. Ho conosciuto e sperimentato che le anime che vivono nell'amore, si distinguono per una grande perspicacia nel conoscere le cose di Dio, sia nella propria anima, sia nelle anime degli altri. E le anime semplici, che non hanno un'istruzione, si distinguono per saggezza. Alla quattordicesima stazione provo una sensazione strana, per il fatto che Gesù va sotto terra. Quando la mia anima è tormentata penso soltanto così: « Gesù è buono e pieno di Misericordia ed anche se la terra si aprisse sotto i miei piedi, non cesserò di aver fiducia in Lui». Oggi ho udito queste parole: «Figlia Mia, compiacimento del Mio Cuore, con delizia guardo alla tua anima, invio molte grazie unicamente per riguardo a te, trattengo anche molti castighi unicamente per riguardo a te. Mi trattieni e non posso esigere giustizia, Mi leghi le mani col tuo amore».
13.VII.37. Oggi Gesù mi ha illuminato sul modo di comportarmi con una delle suore che mi aveva interrogata su molte questioni spirituali, sulle quali aveva dei dubbi. In fondo però non era questo che le interessava, ma voleva sapere il mio parere su di esse per avere qualche cosa da raccontare su di me alle altre suore. Oh, se almeno avesse ripetuto le medesime parole che le avevo detto, senza alterarle e senza aggiungervi altro! Gesù mi ha messo in guardia nei confronti di quell'anima. Ho deciso di pregare per lei, poiché soltanto la preghiera può illuminare quell'anima. O Gesù mio, nulla può indurmi ad abbassare il mio ideale, cioè l'amore che ho verso di Te. Benché la strada sia così tremendamente irta di spine, non ho paura d'andare avanti, anche se la grandine delle persecuzioni mi copre, anche se gli amici mi abbandonano, anche se tutto congiura contro di me e l'orizzonte si oscura, anche se la tempesta incomincia ad imperversare e sento che sono sola a dover far fronte a tutto. Allora in tutta tranquillità confiderò nella Tua Misericordia, o mio Dio, e la mia fiducia non rimarrà delusa. Oggi in refettorio, mentre mi si avvicinava una suora addetta a servire, ho provato un grande dolore nel punto delle Piaghe. Mi è stato concesso di conoscere lo stato della sua anima. Ho pregato molto per lei. Cessazione improvvisa di una tempesta. Questa notte c'è stata una tempesta tremenda. Mi sono stesa con la faccia a terra ed ho cominciato a recitare le litanie dei Santi. Verso la fine delle litanie mi ha preso una tale sonnolenza, che non sono riuscita in nessuna maniera a terminare le litanie. Allora mi sono alzata ed ho detto al Signore: «Gesù, placa la tempesta, poiché la tua bambina non riesce a pregare più a lungo e casca dal sonno». Dopo queste parole ho spalancato la finestra e non ho nemmeno messo i ganci. Suor N. mi ha detto: «Ma cosa fa, sorella, il turbine scardinerà la finestra». Le ho risposto: «Dorma pure tranquillamente». E subito la tempesta è cessata del tutto. Il giorno dopo le suore hanno parlato dell'improvvisa cessazione della tempesta, non sapendo come spiegarla. A questo non ho risposto nulla, ma ho pensato fra di me: «Gesù e la piccola Faustina sanno come spiegarlo...
20.III.37. Oggi ho appreso che debbo andare a Rabka. Avrei dovuto partire solo dopo il 5 agosto, ma ho pregato la Madre Superiora di permettermi di partire subito. Non sono stata da Padre Andrasz ed ho chiesto di poter partire possibilmente quanto prima. La Madre Superiora si è un po' meravigliata per questo, perché voglio partire così presto; io però non ho dato spiegazioni, né ho chiarito il perché. Questo resterà un segreto per l'eternità. Per simili evenienze ho fatto un proposito che manterrò.
29.VII. Oggi parto per Rabka. Sono entrata un momento in cappella ed ho pregato Gesù di poter fare un viaggio felice. Tuttavia nella mia anima silenzio e buio. Sentivo che ero sola, non avevo nessuno, ho pregato Gesù di stare con me. Ad un tratto ho avvertito nell'anima uno spiraglio di luce, Gesù era con me. Ma dopo questa grazia aumentarono le tenebre, ed un buio ancora più fitto è penetrato nell'anima. Allora ho detto: «Sia fatta la Tua volontà, Tu puoi tutto». Mentre andavo in treno ed osservavo dal finestrino i dintorni stupendi e le montagne, cominciai a provare nell’anima tormenti ancora maggiori. Quando le suore mi salutarono e cominciarono a dimostrarmi la loro cordialità, la mia sofferenza aumentò. Avrei voluto nascondermi e riposare un momento in solitudine, restare sola. In quei momenti nessuna creatura è in grado di confortarmi e anche se volessi dire qualche cosa di me, proverei un nuovo tormento. Perciò in quei momenti ho taciuto e in silenzio mi sono sottomessa alla volontà di Dio, e questo mi ha dato sollievo. Dalle creature non pretendo nulla e tratto con loro solo se lo esige la necessità. Non farò confidenze, se non nel caso che sia necessario per la gloria di Dio. Sto trattando familiarmente con gli angeli. Qui però la salute va così male che sono costretta a rimanere a letto. Sento degli strani, acuti dolori in tutta la cassa toracica, non posso muovere nemmeno una mano. Ho passato una notte in cui ho dovuto rimanere distesa senza fare alcun movimento; se mi muovevo sembrava che mi si spaccasse tutto nei polmoni. Quella notte non finiva mai. Mi sono unita a Gesù Crocifisso ed ho pregato il Padre Celeste per i peccatori. Dicono che una malattia di petto non procura dolori così acuti, io però questi dolori acuti li provo continuamente. Qui la mia salute è talmente peggiorata, che debbo mettermi a letto e Suor N ha detto che qui non mi sentirò meglio, poiché Rabka non è adatta per tutti i malati. Oggi non ho potuto andare nemmeno alla santa Messa, né alla santa Comunione e fra le sofferenze dell'anima e del corpo ho ripetuto tra me: « Sia fatta la volontà del Signore. So che la Tua generosità è irraggiungibile ». Improvvisamente ho udito il canto di un angelo, che narrava cantando tutta la mia vita, tutto ciò che aveva contenuto in sé. Rimasi stupita, ma acquistai anche forza. San Giuseppe mi ha chiesto di avere per Lui una devozione continua. Lui stesso mi ha detto di recitare ogni giorno tre preghiere assieme al “Memorare”. Mi ha guardato con molta cordialità e mi ha fatto conoscere quanto appoggia quest'opera e mi ha promesso il Suo aiuto particolarissimo e la sua protezione. Recito ogni giorno le preghiere richieste e avverto la Sua speciale protezione.
l.VIII.1937. RITIRO SPIRITUALE DI UN GIORNO. Esercizi spirituali della sofferenza. O Gesù, in questi giorni di sofferenze non sono in grado di fare una preghiera qualsiasi, l'oppressione del corpo e dell'anima è aumentata grandemente. O mio Gesù, Tu vedi bene che la Tua bambina è nell'impotenza. Non mi sforzo molto, ma piuttosto sottopongo la mia volontà alla volontà di Gesù. O Gesù, Tu per me sei sempre Gesù. Quando andai dal confessore, non sapevo nemmeno confessarmi, tuttavia quel sacerdote capì subito lo stato della mia anima e mi disse: «Nonostante tutto si salverà, è sulla buona strada, però la luce che aveva prima può anche non tornare e Dio può lasciare la sua anima in queste tenebre e in questo annebbiamento fino alla morte, ma si sottometta in tutto alla volontà di Dio». Oggi ho iniziato una novena alla Madonna Assunta in cielo, per tre intenzioni: la prima, per poter vedere il rev. dr. Sopocko; la seconda, perché Iddio affretti quest'opera; la terza, per la mia Patria.
10.VIII. Oggi ritorno a Cracovia accompagnata da una consorella. La mia anima è avvolta dalla sofferenza. Mi unisco continuamente a Lui con un atto della volontà, Egli è la mia forza e il mio sostegno. Sii benedetto, o Dio, per tutto quello che mi mandi. Senza il Tuo volere non avviene nulla sotto il sole, non posso penetrare i Tuoi segreti a mio riguardo, ma accosto le labbra al calice che mi viene dato.
GESU’ CONFIDO IN TE.
Novena alla Divina Misericordia che Gesù mi ha ordinato di scrivere e di fare prima della festa della Misericordia. Ha inizio il Venerdì Santo. «Desidero che durante questi nove giorni tu conduca le anime alla fonte della Mia Misericordia, affinché attingano forza, refrigerio ed ogni grazia, di cui banno bisogno per le difficoltà della vita e specialmente nell'ora della morte. Ogni giorno condurrai al Mio Cuore un diverso gruppo di anime e le immergerai nel mare della Mia Misericordia. E Io tutte queste anime le introdurrò nella casa del Padre Mio. Lo farai in questa vita e nella vita futura. E non rifiuterò nulla a nessun'anima che condurrai alla fonte della Mia Misericordia. Ogni giorno chiederai al Padre Mio le grazie per queste anime per la Mia dolorosa Passione ». Risposi: «Gesù, non so come fare questa novena e quali anime introdurre prima nel Tuo misericordiosissimo Cuore ». E Gesù mi rispose che me l'avrebbe detto giorno per giorno quali anime dovevo introdurre nel Suo Cuore.
PRIMO GIORNO.
“Oggi conduciMi tutta l’umanità e specialmente tutti i peccatori e immergili nel mare della Mia Misericordia. E con questo Mi consolerai dell’amara tristezza in cui Mi getta la perdita delle anime”.
Gesù misericordiosissimo, la cui prerogativa è quella d'avere compassione di noi e di perdonarci, non guardare i nostri peccati, ma la fiducia che abbiamo nella Tua infinita bontà e accoglici nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore e non lasciarci uscire di lì per l'eternità. Ti supplichiamo per l'amore che Ti unisce al Padre ed allo Spirito Santo.
O Onnipotenza della divina Misericordia,
Rifugio per l'uomo peccatore,
Tu che sei la Misericordia e un mare di compassione,
Aiuta chi t'invoca in umiltà.
Eterno Padre, guarda con gli occhi della Tua Misericordia la schiera eletta per la Tua vigna, le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi, e dona loro la potenza della Tua benedizione, e per i sentimenti del Cuore del Figlio Tuo, il Cuore in cui essi sono racchiusi, concedi loro la potenza della Tua luce, affinché possano guidare gli altri sulla via della salvezza, in modo da poter cantare assieme per tutta l'eternità le lodi della Tua Misericordia infinita. Amen.
SECONDO GIORNO
“Oggi conduciMi le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi e immergile nella Mia insondabile Misericordia. Essi Mi hanno dato la forza di superare l'amara Passione. Per mezzo loro come per mezzo di canali, la Mia Misericordia scende sull'umanità”.
Misericordiosissimo Gesù, da cui proviene ogni bene, aumenta in noi la grazia, affinché compiamo degne opere di Misericordia, in modo che quanti ci osservano lodino il Padre della Misericordia che è nei cieli.
La fonte dell'amore di Dio,
Alberga nei cuori limpidi,
Purificati nel mare della Misericordia,
Luminosi come le stelle, chiari come l'aurora.
Oggi conduciMi tutta l'umanità e specialmente tutti i peccatori e immergili nel mare della Mia Misericordia. E con questo Mi consolerai dell'amara tristezza in cui Mi getta la perdita delle anime ».
Eterno Padre, guarda con gli occhi della Tua misericordia la schiera eletta per la Tua vigna, le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi, ed dona loro la potenza della Tua benedizione, e per i sentimenti del Cuore del Figlio Tuo, il Cuore in cui essi sono racchiusi, concedi loro la potenza della Tua luce, affinchè possano guidare gli altri sulla via della salvezza, in modo da poter cantare assieme per tutta l’eternità le lodi della Tua Misericordia infinita. Amen.
TERZO GIORNO
“Oggi conduciMi tutte le anime devote e fedeli ed immergile nel mare della Mia Misericordia. Queste anime Mi hanno confortato lungo la strada del Calvario, sono state una goccia di conforto in un mare di amarezza”.
O Gesù misericordiosissimo, che elargisci a tutti in grande abbondanza le Tue grazie dal tesoro della Tua Misericordia, accoglici nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore e non farci uscire da esso per tutta l'eternità. Te ne supplichiamo per l'ineffabile amore, di cui il Tuo Cuore arde per il Padre Celeste.
Sono imperscrutabili le meraviglie della Misericordia,
Non riesce a scandagliarle né il peccatore, nè il giusto.
A tutti rivolgi sguardi di compassione,
E attiri tutti al Tuo amore.
Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime fedeli, come l'eredità del Figlio Tuo e per la Sua Passione dolorosa concedi loro la Tua benedizione e accompagnale con la Tua protezione incessante, affinché non perdano l'amore ed il tesoro della santa fede, ma con tutta la schiera degli angeli e dei santi glorifichino la Tua illimitata Misericordia nei secoli dei secoli. Amen.
QUARTO GIORNO
“Oggi conduciMi i pagani e coloro che non Mi conoscono ancora. Anche a loro ho pensato nella Mia amara Passione e il loro futuro zelo ha consolato il Mio Cuore. Immergili nel mare della Mia Misericordia”.
O misericordiosissimo Gesù, che sei la luce del mondo intero, accogli nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime dei pagani che non Ti conoscono ancora. I raggi della Tua grazia li illuminino, affinché anche loro assieme a noi glorifichino i prodigi della Tua Misericordia e non lasciarli uscire dalla dimora del Tuo pietosissimo Cuore.
La luce del Tuo amore,
Illumini le tenebre delle anime;
Fa' che queste anime Ti conoscano
E glorifichino con noi la Tua Misericordia.
Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime dei pagani e di coloro che non Ti conoscono ancora, e che sono racchiuse nel pietosissimo Cuore di Gesù. Attirale alla luce del Vangelo. Queste anime non sanno quale grande felicità è quella di amarTi. Fa' che anche loro glorifichino la generosità della Tua Misericordia per i secoli dei secoli. Amen.
QUINTO GIORNO
“Oggi conduciMi le anime degli eretici e degli scismatici ed immergile nel mare della Mia Misericordia. Nella Mia amara Passione Mi hanno lacerato le carni ed il cuore, cioè la Mia Chiesa. Quando ritorneranno all'unità della Chiesa, si rimargineranno le Mie ferite ed in questo modo allevieranno la Mia Passione”.
Anche per coloro che stracciarono la veste della Tua unità,
Sgorga dal Tuo Cuore una fonte di pietà.
L'Onnipotenza della Tua Misericordia, o Dio,
Può ritrarre dall'errore anche queste anime.
Misericordiosissimo Gesù, che sei la bontà stessa, Tu non rifiuti la luce a coloro che Te la chiedono; accogli nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime degli eretici e le anime degli scismatici; attirali con la Tua luce all'unità della Chiesa e non lasciarli partire dalla dimora del Tuo pietosissimo Cuore, ma fa' che anch'essi glorifichino la generosità della Tua Misericordia.
Eterno Padre, guarda con gli occhi della Tua Misericordia alle anime degli eretici e degli scismatici, che hanno dissipato i Tuoi beni ed hanno abusato delle Tue grazie, perdurando ostinatamente nei loro errori. Non badare ai loro errori, ma all'amore del Figlio Tuo ed alla Sua amara Passione, che ha preso su di Sé per loro, poiché anche loro sono racchiusi nel pietosissimo Cuore di Gesù. Fa' che anche essi lodino la Tua grande Misericordia per i secoli dei secoli. Amen.
SESTO GIORNO
“Oggi conduciMi le anime miti e umili e le anime dei bambini e immergile nella Mia Misericordia. Queste anime sono le più simili al Mio cuore. Esse Mi hanno sostenuto nell'amaro travaglio dell'agonia. Li ho visti come gli angeli della terra che avrebbero vigilato presso i Miei altari. Su di loro riverso le Mie grazie a pieni torrenti. Solo un'anima umile è capace di accogliere la Mia grazia; alle anime umili concedo la Mia piena fiducia”.
Misericordiosissimo Gesù, che hai detto.. « Imparate da Me che sono mite ed umile di cuore », accogli nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime miti e umili e le anime del bambini. Queste anime attirano l'ammirazione di tutto il paradiso e formano lo speciale compiacimento del Padre Celeste; sono un mazzo di fiori davanti al trono di Dio, del cui profumo si delizia Dio stesso. Queste anime hanno stabile dimora nel pietosissimo Cuore di Gesù e cantano incessantemente l'inno dell'amore e della Misericordia per l'eternità.
In verità l'anima umile e mite
Già qui sulla terra respira il paradiso,
E del profumo del suo umile cuore
Si delizia il Creatore stesso.
Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime miti e umili ed alle anime dei bambini, che sono racchiuse nella dimora del pietosissimo Cuore di Gesù. Queste anime sono le più simili al Figlio Tuo; il loro profumo s'innalza dalla terra e raggiunge il Tuo trono. Padre di Misericordia e di ogni bontà, Ti supplico per l'amore ed il compiacimento che hai per queste anime, benedici il mondo intero, in modo che tutte le anime cantino assieme le lodi della Tua Misericordia per tutta l'eternità. Amen.
SETTIMO GIORNO
“Oggi conduciMi le anime che venerano in modo particolare ed esaltano la Mia Misericordia ed immergile nella Mia Misericordia. Queste anime hanno sofferto maggiormente per la Mia Passione e sono penetrate più profondamente nel Mio spirito. Esse sono un riflesso vivente del Mio Cuore pietoso. Queste anime risplenderanno con una particolare luminosità nella vita futura. Nessuna finirà nel fuoco dell'inferno, difenderò in modo particolare ciascuna di loro nell'ora della morte”.
Misericordiosissimo Gesù, il cui Cuore è l'amore stesso, accogli nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime che in modo particolare venerano ed esaltano la grandezza della Tua Misericordia. Queste anime sono forti della potenza di Dio stesso, in mezzo ad ogni genere di tribolazioni e contrarietà, avanzano fiduciose nella Tua Misericordia. Queste anime sono unite a Gesù e reggono sulle loro spalle l'umanità intera. Esse non saranno giudicate severamente, ma la Tua Misericordia le avvolgerà nell'ora della morte.
L'anima che esalta la bontà del Suo Signore,
Viene da Lui particolarmente amata,
È sempre accanto alla sorgente viva,
Ed attinge la grazia dalla divina Misericordia.
Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime che esaltano e venerano il Tuo più grande attributo, cioè la Tua insondabile Misericordia e che sono racchiuse nel misericordiosissimo Cuore di Gesù. Queste anime sono un Vangelo vivente, le loro mani sono colme di opere di Misericordia e la loro anima è piena di gioia e canta all'Altissimo l'inno della Misericordia. Ti supplico, o Dio, mostra loro la Tua Misericordia secondo la speranza e la fiducia che hanno posto in Te; si adempia in essi la promessa di Gesù che ha detto loro: « Le anime che onoreranno la Mia insondabile Misericordia, Io stesso le difenderò come Mia gloria durante la vita, ma specialmente nell'ora della morte».
OTTAVO GIORNO
“Oggi conduciMi le anime che sono nel carcere del purgatorio ed immergile nell'abisso della Mia Misericordia. I torrenti del Mio Sangue attenuino la loro arsura. Tutte queste anime sono molto amate da Me; ora stanno dando soddisfazione alla Mia giustizia; è in tuo potere recar loro sollievo. Prendi dal tesoro della Mia Chiesa tutte le indulgenze ed offrile per loro... Oh, se conoscessi i loro tormenti, offriresti continuamente per loro l'elemosina dello spirito e pagheresti i debiti che essi hanno nei confronti della mia giustizia!”.
Misericordiosissimo Gesù, che hai detto che vuoi Misericordia, ecco io conduco alla dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime del purgatorio, anime che a Te sono molto care e le quali tuttavia debbòno soddisfare la Tua giustizia. I torrenti del Sangue e dell'Acqua che sono scaturiti dal Tuo Cuore spengano il fuoco del purgatorio, in modo che anche là venga glorificata la potenza della Tua Misericordia.
Dall'arsura tremenda del fuoco del purgatorio,
S'innalza un lamento alla Tua Misericordia,
E ricevono conforto, soilievo e refrigerio
Nel torrente formato dal Sangue e dall'Acqua.
Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime che soffrono nel purgatorio, e che sono racchiuse nel pietosissimo Cuore di Gesù. Ti supplico per la dolorosa Passione del Figlio Tuo Gesù e per tutta l'amarezza da cui fu inondata la Sua santissima anima, mostra la Tua Misericordia alle anime che sono sotto lo sguardo della Tua giustizia, non guardare a loro se non attraverso le Piaghe del Tuo amatissimo Figlio Gesù, poiché noi crediamo che la Tua bontà e la Tua Misericordia sono senza limiti.
NONO GIORNO
“Oggi conduciMi le anime tiepide ed immergile nell'abisso della Mia Misericordia. Queste anime feriscono il Mio Cuore nel modo più doloroso. La Mia anima nell'Orto degli Ulivi ha provato la più grande ripugnanza per un'anima tiepida. Sono state loro la causa per cui ho detto: Padre, allontana da Me questo calice, se questa è la Tua volontà. Per loro, ricorrere alla Mia Misericordia costituisce l'ultima tavola di salvezza”.
Misericordiosissimo Gesù, che Sei la pietà stessa, introduco nella dimora del Tuo Cuore pietosissimo le anime tiepide. Possano riscaldarsi nel Tuo puro amore queste anime di ghiaccio, che assomigliano a cadaveri e suscitano in te tanta ripugnanza. O Gesù pietosissimo, usa l'onnipotenza della Tua Misericordia ed attirale nell'ardore stesso del Tuo amore e concedi loro l'amore santo, dato che puoi tutto.
Il fuoco e il ghiaccio non possono stare uniti,
Poiché, o si spegne il fuoco o si scioglie il ghiaccio,
Ma la Tua Misericordia, o Dio,
Può soccorrere miserie anche maggiori.
Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime tiepide, che sono racchiuse nel pietosissimo Cuore di Gesù. Padre della Misericordia, Ti supplico per l'amarezza della Passione del Tuo Figlio e per la Sua agonia di tre ore sulla croce, permetti che anche loro lodino l'abisso della Tua Misericordia...
O giorno eterno, o giorno desiderato,
Ti attendo con nostalgia ed impazienza,
Fra non molto l'amore scioglierà i veli,
E Tu diverrai la mia salvezza.
O giorno stupendo, momento impareggiabile,
In cui vedrò per la prima volta il mio Dio,
Lo Sposo della mia anima ed il Signore dei Signori.
Sento che la mia anima non proverà timore.
O giorno solennissimo, giorno luminoso,
In cui l'anima conoscerà Dio nella Sua potenza,
E s'immergerà tutta nel Suo amore,
Constatando che sono finite le miserie dell'esilio.
O giorno felice, o giorno benedetto,
Nel quale il mio cuore arderà per Te di amore eterno
Poiché fin d'ora Ti sento, sia pure attraverso i veli.
Tu, o Gesù, in vita e in morte sei per me estasi ed incanto.
O giorno che attendo da tutta la vita,
Ed attendo Te, o Dio,
Poiché desidero soltanto Te.
Solo Tu sei nel mio cuore, tutto il resto è nulla per me.
O giorno di delizie, di eterne dolcezze,
O Dio di grande Maestà, o Mio Sposo,
Tu sai che nulla soddisfa il cuore di una vergine.
Poserò il mio capo sul Tuo dolce Cuore.
FINE DEL TERZO QUADERNO
7 luglio 1976 - GUARDARE LA REALTA'
Mons. Ottavio Michelini
Scrivi figlio:
sono la L., che non ritorna a te dopo un lungo silenzio, ma sono la L. che ti segue sempre. Come la mamma veglia il figlio bisognoso, così io ti sono vicina e veglio su di te.
Figlio, dal nostro ultimo colloquio sono intervenute tante cose per te, anche tanta sofferenza. Questa sofferenza però, come fresca rugiada, rende piú vigorosa la tua vita spirituale e la rende feconda di quel bene che tu desideri.
So quello che pensi, ma coraggio, figlio! Le anime bisognose sono tante, le anime in pericolo sono tantissime. Guai se mancassero anime generose pronte a tendere loro le braccia per trattenerle dal precipizio!
Figlio, non temere! Ti è stato detto di mettere al bando scrupoli ingiustificati, dubbi e timori.
Ti sarà dato quel senso di sicurezza che finora non avevi e ti sarà concesso una maggior energia contro le forze del Male. Vedi come esse sono arrabbiate nei tuoi riguardi e ciò è buon segno.
Hai sofferto molto per il piano di X. (p.133)
Sta tranquillo! Hai merito per aver ubbidito al tuo Direttore Spirituale.
Non ti preoccupare di ciò che a C. si pensa e si dice di te: parole al vento. Eri già stato da Lui preavvisato. Ricorda le parole di Gesù: " Beati coloro che soffriranno per amore della giustizia e della verità ".
Andate diritti
Figlio, il terzo libro è di grande importanza.
Ogni cosa che riguarda Dio e le anime e di grande importanza, ma questo terzo libro vuol riportare alla ribalta il problema fondamentale della Chiesa: orientare le anime verso Dio, avviandole e guidandole all'amore di Dio e contemporaneamente all'avversione a Satana, che si identifica con il male perché è il Maligno e vuol portarvi al peccato.
Che altro ha fatto Gesù, con le parole e con l'esempio, se non questo?
Ancora una volta sia detto ai sacerdoti che non vi è tempo da perdere, che urge una revisione Per non continuare a sciupare tempo e soprannaturale in attività inutili.
E' tempo di mettere al bando il formalismo divenuto sterile. Occorre scendere con i piedi a terra, guardare in faccia la realtà per cui Gesú è venuto (p.134) al mondo mandato dall'Amore Infinito del Padre. Gesù è venuto per ristrappare le anime a Satana con un prezzo infinito di sofferenze e di umiliazioni, vincendo così il suo malvagio nemico.
Ma Cristo è il Capo della Chiesa e voi della Chiesa siete le membra. Come tali avete questa medesima vocazione perché Dio chiama tutti e vuole che tutti, in se stessi, completino l'opera e l'azione del Capo.
Via i fronzoli, via i cimeli inutili!
Andate diritti allo scopo della Redenzione: amore a Dio e odio al peccato.
Perché, figlio, si è arrivati a questo punto?
Le cause sono tante e le responsabilità non sono tutte di questa generazione.
Avanti, figlio mio! Non sei solo.
Anche noi, che pur siamo nella gloria, non siamo né estranei, né indifferenti alla lotta per ridare alla Chiesa il ruolo che le spetta nel mondo.
La battaglia sarà dura e aspra, ma più splendida sarà la vittoria che registrerà la Regina delle vittorie sul Maligno e le sue perfide schiere. Gesù, Luce del mondo, brillerà di un fulgore mai visto!
Per te e per voi prego e intercedo. Vi benedico.
La L. (p.135)