Liturgia delle Ore - Letture
Martedi della 16° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Luca 10
1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.2Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.3Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;4non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.5In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,9curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite:11Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino.12Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
13Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere.14Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
15E tu, Cafàrnao,
'sarai innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi sarai precipitata!'
16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato".
17I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome".18Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli".
21In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.22Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".
23E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.24Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono".
25Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?".26Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?".27Costui rispose: "'Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza' e con tutta la tua mente e 'il prossimo tuo come te stesso'".28E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".
29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?".30Gesù riprese:
"Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.32Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.35Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.36Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?".37Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso".
38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola;40Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti".41Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,42ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".
Secondo libro delle Cronache 29
1Ezechia divenne re a venticinque anni; regnò ventinove anni in Gerusalemme. Sua madre si chiamava Abia, figlia di Zaccaria.2Egli fece ciò che è retto agli occhi del Signore come aveva fatto Davide suo antenato.
3Nel primo anno del suo regno, nel primo mese, aprì le porte del tempio e le restaurò.4Fece venire i sacerdoti e i leviti, ai quali, dopo averli radunati nella piazza d'oriente,5disse: "Ascoltatemi, leviti! Ora purificatevi e poi purificate il tempio del Signore Dio dei vostri padri, e portate fuori l'impurità dal santuario.6I nostri padri sono stati infedeli e hanno commesso ciò che è male agli occhi del Signore nostro Dio, che essi avevano abbandonato, distogliendo lo sguardo dalla dimora del Signore e voltandole le spalle.7Han chiuso perfino le porte del vestibolo, spento le lampade, non hanno offerto più incenso né olocausti nel santuario al Dio di Israele.8Perciò l'ira del Signore si è riversata su Giuda e su Gerusalemme ed egli ha reso gli abitanti oggetto di terrore, di stupore e di scherno, come potete constatare con i vostri occhi.9Ora ecco, i nostri padri sono caduti di spada; i nostri figli, le nostre figlie e le nostre mogli sono andati per questo in prigionia.10Ora io ho deciso di concludere un'alleanza con il Signore, Dio di Israele, perché si allontani da noi la sua ira ardente.11Figli miei, non siate negligenti perché il Signore ha scelto voi per stare alla sua presenza, per servirlo, per essere suoi ministri e per offrirgli incenso".
12Si alzarono allora i leviti Macat figlio di Amasai, Gioele figlio di Azaria, dei Keatiti; dei figli di Merari: Kis figlio di Abdi, e Azaria figlio di Ieallelel; dei Ghersoniti: Ioach figlio di Zimma, ed Eden figlio di Ioach;13dei figli di Elizafan, Simri e Ieiel; dei figli di Asaf, Zaccaria e Mattania;14dei figli di Eman, Iechièl e Simei; dei figli di Idutun, Semaia e Uzziel.15Essi riunirono i fratelli e si purificarono; quindi entrarono, secondo il comando del re e le prescrizioni del Signore, per purificare il tempio.16I sacerdoti entrarono nell'interno del tempio per purificarlo; portarono fuori, nel cortile del tempio, ogni immondezza trovata nella navata. I leviti l'ammucchiarono per portarla fuori nel torrente Cedron.17Il primo mese cominciarono la purificazione; nel giorno ottavo del mese entrarono nel vestibolo del Signore, purificarono il tempio in otto giorni; finirono il sedici del primo mese.
18Quindi entrarono negli appartamenti reali di Ezechia e gli dissero: "Abbiamo purificato il tempio, l'altare degli olocausti con tutti gli accessori e la tavola dei pani dell'offerta con tutti gli accessori.19Abbiamo rinnovato e consacrato tutti gli oggetti che il re Acaz con empietà aveva messo da parte durante il suo regno. Ecco stanno davanti all'altare del Signore".20Allora il re Ezechia, alzatosi subito, riunì i capi della città e salì al tempio.21Portarono sette giovenchi, sette arieti, sette agnelli e sette capri per offrirli in sacrificio espiatorio per la casa reale, per il santuario e per Giuda. Il re ordinò ai sacerdoti, figli di Aronne, di offrirli in olocausto sull'altare del Signore.22Scannarono i giovenchi, quindi i sacerdoti ne raccolsero il sangue e lo sparsero sull'altare. Scannarono gli arieti e ne sparsero il sangue sull'altare. Scannarono gli agnelli e ne sparsero il sangue sull'altare.23Quindi fecero avvicinare i capri per il sacrificio espiatorio, davanti al re e all'assemblea, che imposero loro le mani.24I sacerdoti li scannarono e ne sparsero il sangue - sacrificio per il peccato - sull'altare in espiazione per tutto Israele, perché il re aveva ordinato l'olocausto e il sacrificio espiatorio per tutto Israele.
25Il re assegnò il loro posto ai leviti nel tempio con cembali, arpe e cetre, secondo le disposizioni di Davide, di Gad veggente del re, e del profeta Natan, poiché si trattava di un comando del Signore dato per mezzo dei suoi profeti.26Quando i leviti ebbero preso posto con gli strumenti musicali di Davide e i sacerdoti con le loro trombe,27Ezechia ordinò di offrire gli olocausti sull'altare. Quando iniziò l'olocausto, cominciarono anche i canti del Signore al suono delle trombe e con l'accompagnamento degli strumenti di Davide re di Israele.28Tutta l'assemblea si prostrò, mentre si cantavano inni e si suonavano le trombe; tutto questo durò fino alla fine dell'olocausto.
29Terminato l'olocausto, il re e tutti i presenti si inginocchiarono e si prostrarono.30Il re Ezechia e i suoi capi ordinarono ai leviti di lodare il Signore con le parole di Davide e del veggente Asaf; lo lodarono fino all'entusiasmo, poi si inchinarono e adorarono.
31Allora Ezechia presa la parola, disse: "Ora siete incaricati ufficialmente del servizio del Signore. Avvicinatevi e portate qui le vittime e i sacrifici di lode nel tempio". L'assemblea portò le vittime e i sacrifici di lode, mentre quelli dal cuore generoso offrirono olocausti.32Il numero degli olocausti offerti dall'assemblea fu: settanta buoi, cento arieti, duecento agnelli, tutti per l'olocausto in onore del Signore.33Si consacrarono anche seicento buoi e tremila pecore.34I sacerdoti erano troppo pochi e non bastavano a scuoiare tutti gli olocausti, perciò i loro fratelli i leviti li aiutarono finché non terminò il lavoro e finché i sacerdoti non si furono purificati; difatti i leviti erano stati più zelanti dei sacerdoti nel purificarsi.35Ci fu anche un abbondante olocausto del grasso dei sacrifici di comunione e delle libazioni connesse con l'olocausto. Così fu ristabilito il culto nel tempio.36Ezechia con tutto il popolo gioì perché Dio aveva ben disposto il popolo; tutto infatti si fece senza esitazioni.
Giobbe 19
1Giobbe allora rispose:
2Fino a quando mi tormenterete
e mi opprimerete con le vostre parole?
3Son dieci volte che mi insultate
e mi maltrattate senza pudore.
4È poi vero che io abbia mancato
e che persista nel mio errore?
5Non è forse vero che credete di vincere contro di me,
rinfacciandomi la mia abiezione?
6Sappiate dunque che Dio mi ha piegato
e mi ha avviluppato nella sua rete.
7Ecco, grido contro la violenza, ma non ho risposta,
chiedo aiuto, ma non c'è giustizia!
8Mi ha sbarrato la strada perché non passi
e sul mio sentiero ha disteso le tenebre.
9Mi ha spogliato della mia gloria
e mi ha tolto dal capo la corona.
10Mi ha disfatto da ogni parte e io sparisco,
mi ha strappato, come un albero, la speranza.
11Ha acceso contro di me la sua ira
e mi considera come suo nemico.
12Insieme sono accorse le sue schiere
e si sono spianata la strada contro di me;
hanno posto l'assedio intorno alla mia tenda.
13I miei fratelli si sono allontanati da me,
persino gli amici mi si sono fatti stranieri.
14Scomparsi sono vicini e conoscenti,
mi hanno dimenticato gli ospiti di casa;
15da estraneo mi trattano le mie ancelle,
un forestiero sono ai loro occhi.
16Chiamo il mio servo ed egli non risponde,
devo supplicarlo con la mia bocca.
17Il mio fiato è ripugnante per mia moglie
e faccio schifo ai figli di mia madre.
18Anche i monelli hanno ribrezzo di me:
se tento d'alzarmi, mi danno la baia.
19Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti:
quelli che amavo si rivoltano contro di me.
20Alla pelle si attaccano le mie ossa
e non è salva che la pelle dei miei denti.
21Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici,
perché la mano di Dio mi ha percosso!
22Perché vi accanite contro di me, come Dio,
e non siete mai sazi della mia carne?
23Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
24fossero impresse con stilo di ferro sul piombo,
per sempre s'incidessero sulla roccia!
25Io lo so che il mio Vendicatore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
26Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio.
27Io lo vedrò, io stesso,
e i miei occhi lo contempleranno non da straniero.
Le mie viscere si consumano dentro di me.
28Poiché dite: "Come lo perseguitiamo noi,
se la radice del suo danno è in lui?",
29temete per voi la spada,
poiché punitrice d'iniquità è la spada,
affinché sappiate che c'è un giudice.
Salmi 30
1'Salmo. Canto per la festa della dedicazione del tempio. Di Davide'.
2Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato
e su di me non hai lasciato esultare i nemici.
3Signore Dio mio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
4Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.
5Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
6perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.
7Nella mia prosperità ho detto:
"Nulla mi farà vacillare!".
8Nella tua bontà, o Signore,
mi hai posto su un monte sicuro;
ma quando hai nascosto il tuo volto,
io sono stato turbato.
9A te grido, Signore,
chiedo aiuto al mio Dio.
10Quale vantaggio dalla mia morte,
dalla mia discesa nella tomba?
Ti potrà forse lodare la polvere
e proclamare la tua fedeltà?
11Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
12Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,
13perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.
Isaia 1
1Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su Giuda e su Gerusalemme nei giorni di Ozia, di Iotam, di Acaz e di Ezechia, re di Giuda.
2Udite, cieli; ascolta, terra,perché il Signore dice:
"Ho allevato e fatto crescere figli,
ma essi si sono ribellati contro di me.
3Il bue conosce il proprietario
e l'asino la greppia del padrone,
ma Israele non conosce
e il mio popolo non comprende".
4Guai, gente peccatrice,
popolo carico di iniquità!
Razza di scellerati,
figli corrotti!
Hanno abbandonato il Signore,
hanno disprezzato il Santo di Israele,
si sono voltati indietro;
5perché volete ancora essere colpiti,
accumulando ribellioni?
La testa è tutta malata,
tutto il cuore langue.
6Dalla pianta dei piedi alla testa
non c'è in esso una parte illesa,
ma ferite e lividure
e piaghe aperte,
che non sono state ripulite, né fasciate,
né curate con olio.
7Il vostro paese è devastato,
le vostre città arse dal fuoco.
La vostra campagna, sotto i vostri occhi,
la divorano gli stranieri;
è una desolazione come Sòdoma distrutta.
8È rimasta sola la figlia di Sion
come una capanna in una vigna,
come un casotto in un campo di cocomeri,
come una città assediata.
9Se il Signore degli eserciti
non ci avesse lasciato un resto,
già saremmo come Sòdoma,
simili a Gomorra.
10Udite la parola del Signore,
voi capi di Sòdoma;
ascoltate la dottrina del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
11"Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?"
dice il Signore.
"Sono sazio degli olocausti di montoni
e del grasso di giovenchi;
il sangue di tori e di agnelli e di capri
io non lo gradisco.
12Quando venite a presentarvi a me,
chi richiede da voi
che veniate a calpestare i miei atri?
13Smettete di presentare offerte inutili,
l'incenso è un abominio per me;
noviluni, sabati, assemblee sacre,
non posso sopportare delitto e solennità.
14I vostri noviluni e le vostre feste
io detesto,
sono per me un peso;
sono stanco di sopportarli.
15Quando stendete le mani,
io allontano gli occhi da voi.
Anche se moltiplicate le preghiere,
io non ascolto.
Le vostre mani grondano sangue.
16Lavatevi, purificatevi,
togliete il male delle vostre azioni
dalla mia vista.
Cessate di fare il male,
17imparate a fare il bene,
ricercate la giustizia,
soccorrete l'oppresso,
rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova".
18"Su, venite e discutiamo"
dice il Signore.
"Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
19Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
20Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada,
perché la bocca del Signore ha parlato".
21Come mai è diventata una prostituta
la città fedele?
Era piena di rettitudine,
la giustizia vi dimorava;
ora invece è piena di assassini!
22Il tuo argento è diventato scoria,
il tuo vino migliore è diluito con acqua.
23I tuoi capi sono ribelli
e complici di ladri;
tutti sono bramosi di regali,
ricercano mance,
non rendono giustizia all'orfano
e la causa della vedova fino a loro non giunge.
24Perciò, oracolo del Signore,
Dio degli eserciti,
il Potente di Israele:
"Ah, esigerò soddisfazioni dai miei avversari,
mi vendicherò dei miei nemici.
25Stenderò la mano su di te,
purificherò nel crogiuolo le tue scorie,
eliminerò da te tutto il piombo.
26Renderò i tuoi giudici come una volta,
i tuoi consiglieri come al principio.
Dopo, sarai chiamata città della giustizia,
città fedele".
27Sion sarà riscattata con la giustizia,
i suoi convertiti con la rettitudine.
28Tutti insieme finiranno in rovina ribelli e peccatori
e periranno quanti hanno abbandonato il Signore.
29Vi vergognerete delle querce
di cui vi siete compiaciuti,
arrossirete dei giardini
che vi siete scelti,
30poiché sarete come quercia
dalle foglie avvizzite
e come giardino senza acqua.
31Il forte diverrà come stoppa,
la sua opera come scintilla;
bruceranno tutte e due insieme
e nessuno le spegnerà.
Prima lettera ai Corinzi 12
1Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell'ignoranza.2Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli muti secondo l'impulso del momento.3Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio può dire "Gesù è anàtema", così nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo.
4Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito;5vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore;6vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.7E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune:8a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza;9a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito;10a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue.11Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.
12Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.13E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.14Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra.15Se il piede dicesse: "Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe più parte del corpo.16E se l'orecchio dicesse: "Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe più parte del corpo.17Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato?18Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto.19Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo?20Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.21Non può l'occhio dire alla mano: "Non ho bisogno di te"; né la testa ai piedi: "Non ho bisogno di voi".22Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie;23e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza,24mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava,25perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre.26Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.27Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
28Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue.29Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli?30Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?
31Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.
Capitolo XVII: La vita nei monasteri
Leggilo nella Biblioteca1. Se vuoi mantenere pace e concordia con gli altri, devi imparare a vincere decisamente te stesso in molte cose. Non è cosa facile stare in un monastero o in un gruppo, e viverci senza lamento alcuno, mantenendosi fedele sino alla morte. Beato colui che vi avrà vissuto santamente e vi avrà felicemente compiuta la vita. Se vuoi stare saldo al tuo dovere e avanzare nel bene, devi considerarti esule pellegrino su questa terra. Per condurre una vita di pietà, devi farti stolto per amore di Cristo.
2. Poco contano l'abito e la tonsura; sono la trasformazione della vita e la completa mortificazione delle passioni, che fanno il monaco. Chi tende ad altro che non sia soltanto Dio e la salute dell'anima, non troverà che tribolazione e dolore. Ancora, non avrà pace duratura chi non si sforza di essere il più piccolo, sottoposto a tutti. Qui tu sei venuto per servire, non comandare. Ricordati che sei stato chiamato a sopportare e a faticare, non a passare il tempo in ozio e in chiacchiere. Qui si provano gli uomini, come si prova l'oro nel fuoco (cfr. Sir 27,6). Qui nessuno potrà durevolmente stare, se non si sarà fatto umile dal profondo del cuore, per amore di Dio.
LETTERA 34: Agostino si lamenta con Eusebio perché un giovane furibondo e snaturato sia stato ribattezzato dai Donatisti
Lettere - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaScritta dopo la precedente.
Agostino, ardentemente desideroso della pace e dell'unità della Chiesa (n. 1), si lamenta con Eusebio perché un giovane furibondo e snaturato, che aveva l'abitudine di battere la madre, minacciata perfino di morte, sia stato ribattezzato dai Donatisti (n. 2), colpendo al cuore la madre Chiesa (n. 3); Agostino lo prega d'informarsi se il fatto è avvenuto per ordine di Proculiano e di sollecitare dallo stesso un dibattito per trattare tutta la questione, pronto a farsi sostituire dal vescovo Sansucio (n. 4-6).
AGOSTINO ALL'ESIMIO, RAGGUARDEVOLISSIMO E ONORANDO FRATELLO EUSEBIO
Desiderio di pace e di unità cristiana.
1. Dio solo, cui son palesi i segreti del cuore umano, sa che quanto io amo la pace cristiana altrettanto sono addolorato delle azioni sacrileghe di coloro che, in modo indegno ed empio, persistono nella rottura di questa pace. Dio sa pure che questo mio dolore nasce da un sentimento di pace e che non agisco per costringere alcuno a tornare contro sua volontà nella comunione della Chiesa Cattolica, ma affinché a tutti gli erranti appaia chiara la verità, e, una volta resa manifesta mediante il nostro ministero con l'aiuto di Dio, persuada da se stessa a farsi abbracciare e seguire.
Lo sventurato giovane ribattezzato dai Donatisti.
2. Ora, per non parlare d'altro, ti domando che cosa può esserci di più esecrando di quel che accade in questi tempi? Un giovane dissennato vien ripreso dal proprio vescovo perché batte continuamente la madre e non tiene lontane dal seno, che gli ha dato la vita, l'empie sue mani neppure nei giorni in cui la severità delle leggi perdona perfino i più scellerati. È arrivato perfino a minacciare la madre di passare nella sètta di Donato e di toglierla di mezzo, non contento di percuoterla, al solito, con incredibile furore. La minaccia, passa nella sètta di Donato, viene ribattezzato in preda al furore, è rivestito della veste candida, mentre ancora freme d'ira contro il sangue materno. Lo si mette nel coro su d'un'alta pedana per mostrarlo all'assemblea dei fedeli, che scoppiano in gemiti, e mentre questo figlio scellerato medita il matricidio, lo si presenta come spiritualmente rigenerato!
Dovere di denunciare i misfatti d'un apostata.
3. Orbene, potresti approvare simili mostruosità tu che hai un animo così nobile? Mai e poi mai potrei credere di te una simile assurdità: conosco bene la tua saggezza! Una madre secondo la carne viene percossa nelle membra con cui ha generato e allevato il figlio snaturato; la Chiesa, madre spirituale, riprova tale comportamento; ed eccola anch'essa percossa nei sacramenti, coi quali ha dato vita e nutrimento all'ingrato! E non ti pare di averlo sentito gridare pieno di rabbia e di furore parricida: "Che farò dunque alla Chiesa, che mi proibisce di battere mia madre? Ho trovato quel che ho da fare! Sarà ferita anch'essa con tutte le offese possibili; s'avveri in me qualcosa per cui le sue membra abbiano a soffrire! Passerò nella sètta di coloro che sanno cancellare la grazia per cui divenni figlio della Chiesa, che sanno distruggere il carattere che presi nel suo grembo. In tal modo strazierò con fieri tormenti tutte e due le mie madri: per prima mi piangerà morto quella che mi ha generato dopo. Per addolorare questa, morrò spiritualmente; per torturare quella vivrò carnalmente". Cosa altro aspettiamo, stimatissimo Eusebio, se non che costui, sentendosi ormai sicuro perché Donatista, impugni le armi contro la povera donna, ormai vecchia decrepita, vedova, priva d'aiuto, di percuoterla quale gli era proibito quand'era nella Chiesa cattolica? Qual altro progetto poteva in realtà concepire nell'animo furibondo, allorché diceva alla madre: "Passerò nella sètta di Donato e berrò il tuo sangue"? Eccolo: già sanguinario nella coscienza, rivestito della veste candida, ha già mantenuto la prima parte della sua promessa; gli resta solo la seconda, cioè bere il sangue di sua madre. Se dunque si approvano certe azioni, venga pure spinto dai suoi chierici e santificatosi a compiere tutto quello che ha promesso durante gli otto giorni in cui deve portare il suo abito bianco.
L'orrendo misfatto.
4. La destra del Signore, tuttavia, è potente a tenere lontano da questa povera e desolata vedova il furore di codesto sciagurato e a distoglierlo, coi mezzi a Lui noti, da un disegno sì criminale. Io però, colpito da tanta angoscia, cos'altro potrei fare che alzare la mia voce di protesta? Dunque, gli apostati commettono tali misfatti, e a me si viene a dire: "Sta zitto"? Il Signore tenga lontano da me tale demenza, per cui, mentre Egli per bocca del suo Apostolo mi comanda dicendo che dal vescovo devono essere confutati quelli che insegnano cose sconvenienti 1, io me ne stia zitto per paura delle loro indignate minacce! Ho voluto che questa sacrilega scelleratezza fosse registrata nei verbali degli atti pubblici proprio perché specialmente in altre città, ove sarà più opportuno parlarne, nessuno abbia a pensare che io deplori dei fatti immaginari; perfino ad Ippona, infatti, si va già dicendo che non fu Proculiano a ordinare ciò, mentre la cosa è stata riferita ufficialmente nei registri municipali dagli ufficiali di pubblica sicurezza.
Invito a Proculiano per l'unità cristiana.
5. Orbene, che cosa possiamo fare con più moderazione che trattare un affare sì grave per mezzo di te, rivestito come sei di autorità tanto spiccata e dotato di profonda e tranquilla prudenza? Ti chiedo quindi, come t'ho già fatto chiedere per mezzo dei nostri fratelli, persone buone ed oneste inviate appositamente, che ti degni d'indagare se Vittore abbia ricevuto questo mandato dal suo Vescovo, come ha riferito, oppure gli ufficiali civili abbiano registrato il falso negli Atti pubblici, nonostante che appartengano alla stessa comunione. Se poi Proculiano acconsentisse a trattare insieme e pacificamente la questione dello scisma, lo farei volentieri, affinché apparisse ancor più manifesto l'errore già di per sé evidente. Ho infatti sentito dire che, per evitare qualunque tumulto popolare, propone che siano presenti alle nostre discussioni solo dieci persone serie e onorate per ciascuna delle due parti e cerchiamo quale, secondo le Sacre Scritture, sia vera dottrina. Alcuni inoltre hanno riferito che Proculiano ha avuto da ridire perché non sono andato a Costantina, dal momento che i Donatisti vi s'erano riuniti in gran numero, e dice che dovrei recarmi a Mileo, perché lì, come essi affermano, terranno prossimamente un concilio. Ma queste sono chiacchiere ridicole; come se il mio compito fosse di occuparmi di loro e non della Chiesa d'Ippona! Quanto alla presente questione, essa riguarda soprattutto me e Proculiano. Nel caso però ch'egli si ritenesse impari a cimentarsi con me, potrebbe ricorrere, qualora lo preferisse, all'aiuto di qualche collega. In realtà nelle altre città la nostra azione si svolge solo nell'interesse della Chiesa o di quel che ci permettono o ci impongono i vescovi delle medesime città, nostri fratelli nel sacerdozio.
Propone il Vescovo Sansucio, illetterato, a far le sue veci.
6. Del resto non comprendo bene che cosa costui, che dice di essere vescovo da tanti anni, possa temere da parte d'un vescovo novellino quale sono io, per rifiutarsi d'intrattenere una discussione con me. Teme per caso la mia cultura letteraria, che forse non ha imparato per nulla o solo superficialmente? Ma quale importanza può avere la cultura nella questione che si deve discutere sulla base della Sacra Scrittura o di documenti ecclesiastici o pubblici, cosa di cui egli s'occupa da tanti anni e in cui perciò dovrebbe essere ben più versato di me? C'è finalmente qui il mio fratello e collega Sansucio, vescovo della Chiesa di Turri, il quale non possiede la minima cultura letteraria, che costui dice di temere. Ebbene, sia pure questo vescovo a incontrarsi e a trattare con lui! Io lo pregherò e, come spero nel nome di Cristo, mi concederà senz'altro di far le mie veci in questa faccenda. Il Signore poi, come spero, lo aiuterà in questo dibattito per la verità, perché, anche se non è raffinato nel parlare, è però assai versato nella vera fede. Non c'è dunque alcun motivo perché Proculiano rimetta il dibattito della questione ad altri e rifiuti di trattare tra noi ciò che del resto è solo di nostra competenza. A ogni modo, come già ho detto, io non escludo neppure coloro di cui domanderà l'aiuto.
1 - Tt 1, 9-11.
13 - Pratiche particolari e interiori per quelli che vogliono diventare perfettoi
Trattato della vera devozione a Maria - San Luigi Maria Grignion de Montfort
Leggilo nella Biblioteca257. Queste pratiche esteriori che ho proposto, non devono essere omesse per negligenza, o per poca stima, secondo le possibilità della propria condizione. Oltre a queste, ecco ora delle pratiche interiori, che sono molto santificanti per coloro che lo Spirito Santo chiama a un'alta perfezione. Si tratta, in poche parole, di compiere tutte le proprie azioni per mezzo di Maria, con Maria, in Maria e per Maria, per poterle compiere più perfettamente per mezzo di Gesù Cristo, con Gesù Cristo, in Gesù e per Gesù.
Per
mezzo di Maria
258. 1°. Bisogna compiere le proprie azione per mezzo di Maria; bisogna
cioè obbedire in ogni cosa alla Santa Vergine e lasciarsi condurre sempre
dal suo spirito, che è lo Spirito Santo di Dio: «Tutti quelli che
sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio»; coloro che sono
guidati dallo spirito di Maria, sono figli di Maria e quindi figli di Dio, come
abbiamo dimostrato; tra tanti devoti della Vergine Santa, quelli autentici e
fedeli sono coloro che si fanno guidare dal suo spirito. Ho detto che lo spirito
di Maria è lo spirito di Dio: ella infatti non si è mai fatta
guidare dal proprio spirito, ma sempre dallo spirito di Dio, il quale è
talmente diventato suo ispiratore da diventare il suo stesso spirito. Per questo
sant'Ambrogio dice: «Che l'anima di Maria sia in ciascuno per glorificare
il Signore; che lo spirito di Maria sia in ognuno per rallegrarsi in Dio».
Quanto è felice un'anima quando, sull'esempio del buon fratello gesuita
Rodriguez, morto in concetto di santità, è tutta posseduta e guidata
dallo spirito di Maria, che è uno spirito dolce e forte, zelante e prudente,
umile e coraggioso, puro e fecondo!
259. Perché un'anima possa lasciarsi condurre da questo spirito di Maria, bisogna: 1°. Rinunciare al proprio spirito, al proprio modo di vedere e di volere, prima di fare qualcosa, per esempio prima di mettersi a pregare, prima di celebrare o di partecipare alla santa Messa, alla Comunione, ecc.; infatti se noi seguiamo le tenebre del nostro spirito e la malizia del nostro volere e agire, anche se ci sembrano buoni, mettiamo ostacolo al santo spirito di Maria. 2°. Dobbiamo affidarci allo spirito di Maria per esserne mossi e guidati nel modo che ella vorrà. Bisogna mettersi e lasciarsi andare tra le sue mani verginali, come uno strumento nella mani dell'operaio come un liuto nelle mani di un buon suonatore. Bisogna perdersi e abbandonarsi in lei, come una pietra gettata in mare: si fa in un attimo e con facilità, con una sola occhiata dello spirito, un lieve movimento della volontà, o con una parola, come per esempio: «Rinuncio a me stesso e mi dono a te, mia cara Madre». E anche se non si sente nessun gusto sensibile in questo atto di unione, rimane un gesto autentico; così come se uno dicesse con sincerità - Dio non voglia - «Mi do al demonio!», anche se lo dicesse senza alcuna emozione sensibile, rimane vero che apparterrebbe al demonio. 3°. Durante e dopo le proprie azioni, bisogna di tanto in tanto rinnovare il medesimo atto di offerta e di unione; più lo si farà, più presto ci si santificherà e più presto si arriverà all'unione con Gesù Cristo, che sempre necessaria-mente segue all'unione con Maria, infatti Io spirito di Maria è lo spirito di Gesù.
Con
Maria
260. 2°. Bisogna compiere le proprie azioni con Maria; cioè nelle
proprie azioni, bisogna guardare Maria come a un modello assoluto di ogni virtù
e perfezione, formato dallo Spirito Santo in una semplice creatura per imitarlo
secondo la nostra piccola portata. In ogni azione dobbiamo quindi pensare come
l'ha compiuta Maria, o come la compirebbe se fosse al nostro posto. Per questo
dobbiamo esaminare e meditare le grandi virtù che ella ha praticato durante
la sua vita, particolarmente: 1°.la viva fede, per mezzo della quale ha
creduto, senza esitare, la parola dell'angelo; ha creduto fedelmente e costantemente
fino al piede della croce sul Calvaro; 2°. l'umiltà profonda, che
l'ha condotta a rimanere nascosta, a tacere, ad accettare tutto e a mettersi
all'ultimo posto; 3°. la purezza tutta divina, che non ha mai avuto, né
mai avrà l'uguale sotto il cielo; e infine tutte le altre sue virtù.
Lo ripeto un'altra volta: si ricordi che Maria è il grande e unico stampo
di Dio, adatto a produrre delle immagini viventi di Dio con poca spesa e in
poco tempo; l'anima che ha trovato questo stampo e vi si perde dentro, viene
presto mutata in Gesù Cristo, che questo stampo riproduce così
com'è.
In
Maria
261. 3°. Bisogna compiere le proprie azioni in Maria. Per ben comprendere
questa pratica, bisogna sapere che: 1°. La Santa Vergine è il vero
paradiso terrestre del nuovo Adamo, di cui il vecchio paradiso terrestre non
era che la figura. In questo paradiso terrestre vi sono dunque ricchezze, bellezze,
rarità e dolcezze inspiegabili, che il nuovo Adamo, Gesù Cristo,
vi ha lasciato. E' in questo paradiso che egli ha posto le sue compiacenze durante
nove mesi, che ha operato le sue meraviglie e mostrato le sue ricchezze con
la magnificenza di un Dio. Questo luogo santissimo è composto unicamente
da una terra vergine e immacolata, dalla quale è stato formato e nutrito
il nuovo Adamo, senza alcuna macchia nè bruttura, per l'opera dello Spirito
Santo che vi abita. In questo paradiso terrestre che si trova veramente l'albero
di vita, che ha portato Gesù Cristo, il frutto di vita; l'albero della
scienza del bene e del male, che ha dato la luce al mondo. In questo luogo divino
vi sono alberi piantati dalla mano di Dio e innaffiati dalla sua divina unzione,
che hanno portato e portano ogni giorno frutti di un gusto divino; vi sono aiuole
smaltate di fiori di virtù belli e variopinti, emananti un odore che profuma
anche gli angeli. Vi sono in questo luogo dei prati verdi di speranza, torri
inespugnabili di fortezza, costruzioni incantevoli di fiducia, ecc. Solo lo
Spirito Santo può far conoscere la verità nascosta sotto queste
figure di cose materiali. C'è in questo luogo un'aria pulita, senza inquinamento,
di purezza; vi è il giorno luminoso, senza notte, dell'umanità
santa; il sole splendente, senza ombre, della Divinità; una fornace ardente
e perenne di carità, dove tutto il ferro che viene immerso è arroventato
e trasformato in oro; vi è un fiume di umiltà che sgorga dalla
terra, si divide in quattro rami e irriga tutto questo luogo incantato; sono
le quattro virtù cardinali.
262. 2°. Lo Spirito Santo, per bocca dei santi Padri, chiama ancora la Santa Vergine: la porta orientale, attraverso cui il sommo sacerdote Gesù Cristo entra ed esce nel mondo; vi è entrato la prima volta per mezzo di lei e vi ritornerà la seconda; il santuario della Divinità, il riposo della santissima Trinità, il trono di Dio, la città di Dio, l'altare di Dio, il tempio di Dio, il mondo di Dio. Tutti questi diversi titoli e lodi sono molto veri, in riferimento alle tante meraviglie e grazie che l'Altissimo ha compiuto in Maria. Oh! quali ricchezze! Oh! quale gloria! Oh! quale piacere! Oh! quale gioia poter entrare e dimorare in Maria, dove l'Altissimo ha posto il trono della sua gloria suprema.
263. Ma quanto è difficile, per dei peccatori come noi siamo, avere il permesso, la capacità e la luce per entrare in questo luogo così alto e così santo, custodito non da un cherubino come l'antico paradiso terrestre, ma dallo Spirito Santo stesso, che ne è divenuto padrone assoluto; egli dice di lei: «Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata». Maria è chiusa; Maria è sigillata; i miseri figli di Adamo e di Eva, cacciati dal paradiso terrestre, non possono entrare in esso, se non per una grazia speciale dello Spirito Santo, che essi devono meritare.
264. Dopo aver ottenuto questa grazia insigne, con la propria fedeltà, bisogna dimorare con piacere nello splendido interiore di Maria, riposarvisi in pace, appoggiarvisi con fiducia, nascondervisi in sicurezza e perdervisi senza riserva, affinché in questo grembo verginale: 1. l'anima venga nutrita del latte della sua grazia e misericordia materna; 2. vi venga liberata da ansie, paure e scrupoli; 3. vi si ritrovi in sicurezza contro tutti i propri nemici, il demonio, il mondo e il peccato, i quali non hanno mai avuto accesso: per questo ella dice: «Chi compie le mie opere non peccherà», cioè: chi in spirito dimora nella Santa Vergine, non commetterà peccati di rilievo; 4. perché sia formata in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lei: infatti il suo grembo - come dicono i Padri - è la sala dei divini misteri, dove è stato formato Gesù Cristo e tutti gli eletti: «L'uno e l'altro é nato in essa»
Per
Maria
265. 4°. Infine, bisogna compiere tutte le proprie azioni per Maria. Poiché
infatti ci si è dedicati completamente al suo servizio, è giusto
che si faccia tutto per lei, come un paggio, un servitore e uno schiavo; non
che la si prenda per fine ultimo dei propri servizi, che è solo Gesù
Cristo, ma come fine prossimo e come ambiente misterioso, come mezzo facile
per andare a lui. Come un buon servitore e schiavo, non bisogna rimanere oziosi;
bisogna invece, con il sostegno della sua protezione, intraprendere e realizzare
grandi cose per questa augusta Sovrana. Bisogna difendere i suoi privilegi quando
vengono messi in discussione; bisogna sostenere la sua gloria quando viene attaccata;
bisogna attirare tutti, potendolo, al suo servizio e a questa devozione vera
e solida; bisogna parlare e gridare contro coloro che abusano della sua devozione
per offendere il Figlio suo, e nello stesso tempo occorre promuovere questa
devozione autentica; non bisogna pretendere altro da lei, come ricompensa dei
propri piccoli servizi, che l'onore di appartenere a una Principessa così
amabile, e la gioia di essere, per mezzo di lei, unito a Gesù, suo Figlio,
con un legame indissolubile nel tempo e nell'eternità. Gloria a Gesù
in Maria! Gloria a Maria in Gesù! Gloria a Dio solo!
MODO DI PRATICARE QUESTA DEVOZIONE NELLA SANTA COMUNIONE
266. PRIMA DELLA COMUNIONE. 1°. Ti umilierai profondamente davanti a Dio.
2°. Rinuncerai al tuo fondo corrotto e alle tue disposizioni, per quanto
buone te le faccia apparire il tuo amor proprio. 3°. Rinnoverai la consacrazione,
dicendo: «Io sono tutto tuo, mia cara Sovrana, con tutto ciò che
mi appartiene». 4°. Pregherai questa buona Madre di prestarti il suo
cuore, per accogliervi il Figlio suo con le sue stesse disposizioni. Le dirai
che ne va della gloria del Figlio suo, se verrà accolto in un cuore come
il tuo, così macchiato e incostante, capace di sminuire la sua gloria
o di allontanarsi da lui; ma che se ella vuoI venire ad abitare da te per ricevere
il Figlio suo, lo potrà fare per il potere che ha sui cuori; e che il
Figlio suo sarà, per mezzo di lei, ben accolto, senza macchia e senza
pericolo di essere offeso, o respinto: «Dio sta in essa, non potrà
vacillare». Le dirai in confidenza che tutto ciò che le hai dato,
dei tuoi beni, è poca cosa per onorarla, ma che - con la santa Comunione
- tu vuoi farle il medesimo dono che l'eterno Padre ha fatto a lei, e che questo
le renderà più onore che non il donarle tutti i beni della terra;
e che infine Gesù, che la ama in modo unico, desidera ancora prendere
in lei la sua compiacenza e il suo riposo, sebbene sia nella tua anima, più
sporca e più povera della stalla in cui Gesù non ha avuto difficoltà
a venire perché vi era presente lei. Le chiederai il suo cuore con queste
tenere parole: «Ti prendo per mio tutto. Dammi il tuo cuore, o Maria!».
267. DURANTE LA COMUNIONE. 2°. Pronto a ricevere Gesù Cristo, dopo il Padre nostro, dirai tre volte: «O Signore, non sono degno…», come se dicessi una prima volta all'eterno Padre che tu non sei degno di ricevere il Suo Figlio unico, a causa dei tuoi cattivi pensieri e ingratitudini nei confronti di un così buon Padre, ma che ecco Maria, la sua serva: «Ecco la serva del Signore!», che fa al posto tuo e ti dà fiducia e speranza singolare verso la sua Maestà: «Tu solo, o Signore, mi fai riposare al sicuro!»
268. Dirai al Figlio: «O Signore, non sono degno…». Che non sei degno di riceverlo, a causa delle tue parole inutili e cattive, e della tua infedeltà nel suo servizio; ma che tuttavia lo preghi di avere pietà di te, poiché lo fai entrare nella casa della sua Madre e della tua, e che non lo lascerai andarsene senza che sia venuto ad alloggiare presso di te: «Lo strinsi fortemente e non lo lascerò finché non l'abbia condotto in casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice». Lo pregherai di alzarsi e di venire nel luogo del suo riposo e nell'arca della sua santificazione: «Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo, tu e l'arca della tua potenza». Gli dirai che tu non riponi alcuna fiducia nei tuoi meriti, nella tua forza e nella tua preparazione, come Esaù, ma in quelle di Maria, la tua cara Madre, come il piccolo Giacobbe nelle cure di Rebecca; che, pur essendo tu peccatore e come Esaù, osi avvicinarti alla sua santità, sostenuto e ornato dei meriti e delle virtù della sua santa Madre.
269. Dirai allo Spirito Santo: «O Signore, non sono degno...». Che non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, a causa della tiepidezza e della cattiveria delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue ispirazioni, ma che tutta la tua fiducia è Maria, la sua fedele Sposa; e dirai con san Bernardo: «Questa è la mia più grande fiducia; questa è tutta la ragione della mia speranza». Potrai anche pregarlo di venire ancora in Maria, sua indissolubile Sposa: che il suo grembo è puro come non mai, e il suo cuore sempre ardente; e che senza la sua venuta nella tua anima, né Gesù, né Maria saranno mai formati, né degnamente accolti.
270. DOPO LA SANTA COMUNIONE. Rimanendo interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, dopo la santa Comunione farai entrare Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo consegnerai a sua Madre, che lo riceverà con amore, gli darà un posto d'onore, lo adorerà profondamente, lo amerà in modo perfetto, l'abbraccerà strettamente e gli renderà in spirito e verità molte delicatezze che sono sconosciute a noi nelle nostre fitte tenebre.
271. Oppure rimarrai profondamente umiliato nel tuo cuore, alla presenza di Gesù dimorante in Maria. O starai come uno schiavo alla porta del palazzo del Re, dove egli sta parlando con la Regina; e mentre essi parlano tra loro, senza aver bisogno di te, te ne andrai spiritualmente per cielo e per terra, invitando tutte le creature a ringraziare, adorare e amare Gesù e Maria al posto tuo: «Venite, prostrati adoriamo... ».
272. O ancora, chiederai tu stesso a Gesù, in unione a Maria, l'avvento del suo regno sulla terra per mezzo della sua santa Madre. oppure la divina sapienza, o il divino amore o il perdono dei tuoi peccati, o qualche altra grazia, ma sempre per mezzo di Maria e in Maria, dirai, togliendo lo sguardo da te stesso: «Signore, non guardare i miei peccati, ma gli occhi tuoi vedano in me solo i meriti e le virtù di Maria». E ricordando i tuoi peccati, aggiungerai: «Un nemico ha fatto questo…»; sono io stesso il mio peggior nemico che mi sta addosso e che ha commesso questi peccati, oppure: «Liberami dall’uomo iniquo e fallace», oppure: «Tu devi crescere e io invece diminuire». Gesù mio, bisogna che tu cresca nella mia anima e che io diminuisca. O Maria. bisogna che tu cresca presso di me e che io sia meno di quello che sono stato. «Siate fecondi e moltiplicatevi…» Gesù e Maria, crescete dentro di me e moltiplicatevi al di fuori, negli altri.
273. Vi è una quantità di altri pensieri che lo Spirito Santo ti suggerisce e ti ispirerà se davvero sarai raccolto. mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho ora insegnato. Ma ricordati che più lascerai agire Maria nella tua Comunione, e più Gesù sarà glorificato, più lascerai agire Maria per Gesù e Gesù in Maria, più tu sarai nell'umiltà profonda e li ascolterai con pace e silenzio, senza preoccuparti né di vedere, ne di gustare, né di sentire, poiché ovunque il giusto vive di fede, specialmente nella santa Comunione, che è un atto di fede: «Il mio giusto vivrà mediante la fede».
CONSACRAZIONE DI SE STESSI A GESU’ CRISTO, SAPIENZA INCARNATA PER LE MANI DI MARIA
O Sapienza eterna e incarnata! O mio Gesù, tanto amabile e adorabile, vero Dio e vero Uomo, unico Figlio dell'eterno Padre e di Maria, la Sempre vergine! Ti adoro profondamente nel seno e tra gli splendori del Padre tuo, durante l’eternità, e nel grembo verginale di Maria, tua degna Madre, nel tempo della tua incarnazione. Ti ringrazio perché ti sei voluto spogliare di te stesso, assumendo la condizione di schiavo, per liberare me dalla crudele schiavitù del demonio. Ti lodo e ti rendo gloria per aver voluto vivere sottomesso in tutto a Maria, tua santa Madre, per rendere me tuo schiavo fedele, per mezzo di lei. Ma io sono stato davvero ingrato e infedele; non ho mantenuto verso di te i voti e le promesse che avevo fatto solennemente nel mio battesimo e non ho onorato i miei impegni; non merito di essere chiamato tuo figlio, e neppure tuo schiavo: in me, tutto merita i tuoi rimproveri e la tua ira; da parte mia, non oso più avvicinarmi, da solo, alla tua santa e sovrana Maestà. Per questo faccio ricorso alla intercessione e alla misericordia della tua santa Madre, che mi hai dato come Mediatrice presso di te; per mezzo suo, ho speranza di ottenere da te la contrizione e il perdono dei miei peccati, e di acquistare e conservare la Sapienza. Saluto dunque te, o Maria immacolata, vivo tabernacolo della divinità, dove la Sapienza eterna, nascosta, vuole essere adorata dagli angeli e dagli uomini. Ti saluto, Regina del cielo e della terra: al tuo impero è sottomesso tutto ciò che al di sotto di Dio. Ti saluto, rifugio sicuro per i peccatori: la tua misericordia non è mai mancata per nessuno. Esaudisci i desideri che ho della divina Sapienza e ricevi per questo i voti e le offerte che nella mia pochezza ti presento. io ... peccatore infedele, rinnovo oggi e ratifico nelle tue mani i voti del mio battesimo: rinuncio per sempre a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere; mi do interamente a Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, per portare dietro a lui la mia croce, tutti i giorni della mia vita, e per essergli più fedele che nel passato. Ti scelgo oggi, davanti a tutta la corte celeste, come mia Madre e Sovrana. Come uno schiavo, ti consegno e ti consacro il mio corpo e l'anima mia, i miei beni interiori ed esteriori, il valore stesso delle mie buone opere, passate, presenti e future; ti lascio il diritto pieno e totale di disporre di me e di tutto ciò che mi appartiene, senza eccezione, secondo il tuo volere e alla maggior gloria di Dio, per il tempo e per l'eternità. O Vergine benigna, ricevi questa piccola offerta della mia schiavitù: a imitazione e in onore della sottomissione che la Sapienza eterna ha voluto avere nella tua maternità; come riconoscimento del potere che tutti e due avete su di me, piccolo verme e misero peccatore; e in ringraziamento per i doni che la Santissima Trinità ti ha concesso. Dichiaro di volere ormai, come tuo vero schiavo, cercare il tuo onore e obbedirti in tutto. O Madre ammirabile, presentami al tuo caro Figlio, in qualità di schiavo per sempre: così egli mi riceverà per mezzo tuo, come per mezzo tuo mi ha riscattato. O Madre di misericordia, fammi la grazia di ottenere la vera Sapienza di Dio e di mettermi per questo nel numero di coloro che tu ami, istruisci, nutri e proteggi come tuoi figli e tuoi schiavi. O Vergine fedele! Rendimi in ogni cosa un così perfetto discepolo e schiavo della Sapienza incarnata, Gesù Cristo, tuo Figlio, da poter giungere, per la tua intercessione e sul tuo esempio, alla pienezza della sua età sulla terra e della sua gloria nei cieli. Amen.
21 maggio 1977 - E ABBANDONATOLO FUGGIRONO
Mons. Ottavio Michelini
Figlio mio,
La Luigina ti vuole parlare.
D.O., non si può pretendere di vivere sulla terra senza respirare l'aria, anche se inquinata, non si può pretendere di superare la prova (e la vita umana è una prova) senza subirne le inevitabili conseguenze, perciò non ti stupire se persone non buone hanno aperto contro di te le ostilità.
I messaggi, figliuolino mio, stanno dando i loro frutti. Molte anime fredde ed indifferenti, nei messaggi hanno ritrovato il loro fervore; molte altre anime hanno rafforzato la loro volontà di bene, altre anime di consacrati che si erano smarrite nei labirinti oscuri e tortuosi del peccato, hanno mediante i messaggi ritrovata la via del ritorno e sono rientrati nella casa del Padre.
La reazione in atto da parte dei nemici di Dio, della Chiesa e della tua anima figlio, era inevitabile; d'altronde ti era stato senza veli manifestato.
Ti è noto che Satana è la scimmia di Dio; ecco che egli pure ha a sua disposizione i suoi giuda, scelti fra i consacrati; perché proprio fra i (pag. 180) consacrati? Ma perché i messaggi sono stati dati proprio principalmente per i consacrati, figlio, non è questa la storia del Mistero della Redenzione? e la storia continua e il mistero della Redenzione continua nella Chiesa, nelle singole anime. Forse manca qualche Giuda accanto al Suo Vicario? Chi può misurare oggi l'ampiezza e la profondità del dolore del Papa, proprio per l'infedeltà di cui è vittima? Perché, figliuolo, ti porto con la tua anima, col tuo cuore accanto a Gesù tradito proprio da un suo apostolo, rinnegato da un altro apostolo e abbandonato da tutti gli altri? E' semplice, perché tu vedendo e meditando non abbia a farti illusioni.
Chi vuole venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua
Vuoi tu amare? Se sì, figlio, come in realtà è sì, allora devi essere disposto a proseguire sulla via della croce, e non dimenticare che su questa via Lui ti precede: Chi vuole venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua. Lui non può più fisicamente soffrire, ma moralmente e spiritualmente soffre; e chi può dire la sua sofferenza? Crederlo insensibile alla cecità di molti che nella Chiesa dovrebbero per eccellenza essere lucerne irradianti la luce della divina Parola e il calore dell'amore, crederlo insensibile ai sacrilegi (pag. 181) di molti suoi sacerdoti, e di molti suoi figli, crederlo insensibile alle profanazioni a Lui nel Sacramento della fede, alle bestemmie, agli insulti, che si rinnovano e si ripetono senza posa, vuol dire non conoscerlo
E' assurdo, figliuolino mio, ma vero: pochissimi sono quelli che lo capiscono o meglio che si sforzano di capirlo. Chiedi tu con insistenza di essere fra questi. Ma il capirlo, come può essere possibile a mente umana, e il rifiuto di seguirlo, sarebbe cosa ancora più grave della colpa di coloro che volutamente lo ignorano e vivono al di fuori di quelle realtà cristiane in cui sono immersi. Sii spesso vicino a Lui crocifisso, guardalo e osservalo in ogni Sua parola, in ogni Sua espressione, questo sempre lo si deve fare, ma specialmente quando la prova si fa dura e aspra. Quando si è chiamati ad essere a Lui più vicini.
L'amico non è mai tanto amico come quando divide la sorte dell'amico. Lui, figliuolino mio, ci ha chiamati amici, e voi a volte v'illudete di esserlo, ma siete poi disposti a dividerne la sorte? Siete disposti di salire con Lui il Calvario? Per Lui le parole nostre a nulla valgono se non sono accompagnate dai fatti. Figlio, ciò che sto dicendo a te suona scandalo agli orecchi di molti consacrati che non hanno molti punti di riscontro con S. Giovanni o con S. Pietro. Padre Leopoldo nel suo messaggio ti ha dato una più che esauriente spiegazione. (pag. 182)
Si redime nella misura che con Lui si soffre
Eri tu a portare la croce ed erano tue le croci vedute nel calice, ma Lui per ben tre volte è caduto sotto il peso della croce, come ne fosse schiacciato, ma le tue croci non possono e mai potranno essere come la Sua Croce. Figliuolino mio, si redime con Lui nella misura che con Lui si soffre. Allora osserva e scruta coi tuoi occhi la fiumana di anime in cammino verso l'inferno, come un branco sterminato di pecore sbandate e tradite, sono dirottate e dalla loro insipienza e dalla insipienza di coloro che le guidano verso la perdizione eterna. Non lo ha affermato la Vergine SS. a Lourdes e a Fatima e in tanti altri luoghi? Non erano frutto di finzioni o di inganni le lacrime versate dalla Vergine SS. in questi ultimi decenni, eppure nulla si è lasciato d'intentato pur di soffocare nello oblio i forti richiami venuti dal cielo.
D.O. la tua sofferenza non sarà quindi né vana, né inutile; sei il piccolo granello di frumento gettato nell'umido buio della terra perché marcisca e porti poi frutto.
Figliolino, in queste riflessioni troverai la forza di adeguarti al Suo divino volere. Sempre ti sono vicina; le promesse fatte in terra quando sono buone e sante non vengono mai annullate in Paradiso.
Ti benedica Dio Uno e Trino e ti protegga sempre, ma specialmente nei momenti più cruciali, in (pag. 183) cui l'anima è chiamata a sostare accanto a Lui Crocifisso, per dividere con Lui la tristezza, la nausea, il tedio e la cupa oscurità del Getsemani.
la Luigina (pag. 184)