Liturgia delle Ore - Letture
Martedi della 16° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 20
1Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!".3Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.5Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.6Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,7e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.9Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.10I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
11Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto".14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo".16Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro!17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".18Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.
19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo;23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".
24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.25Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".27Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!".28Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!".29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".
30Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.31Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Numeri 16
1Ora Core figlio di Izear, figlio di Keat, figlio di Levi, e Datan e Abiram, figli di Eliab, figlio di Pallu, figlio di Ruben,2presero altra gente e insorsero contro Mosè, con duecentocinquanta uomini tra gli Israeliti, capi della comunità, membri del consiglio, uomini stimati;3radunatisi contro Mosè e contro Aronne, dissero loro: "Basta! Tutta la comunità, tutti sono santi e il Signore è in mezzo a loro; perché dunque vi innalzate sopra l'assemblea del Signore?".
4Quando Mosè ebbe udito questo, si prostrò con la faccia a terra;5poi disse a Core e a tutta la gente che era con lui: "Domani mattina il Signore farà conoscere chi è suo e chi è santo e se lo farà avvicinare: farà avvicinare a sé colui che egli avrà scelto.6Fate questo: prendete gli incensieri tu e tutta la gente che è con te;7domani vi metterete il fuoco e porrete profumo aromatico davanti al Signore; colui che il Signore avrà scelto sarà santo. Basta, figli di Levi!".8Mosè disse poi a Core: "Ora ascoltate, figli di Levi!9È forse poco per voi che il Dio d'Israele vi abbia segregati dalla comunità d'Israele e vi abbia fatti avvicinare a sé per prestare servizio nella Dimora del Signore e per tenervi davanti alla comunità, esercitando per essa il vostro ministero?10Egli vi ha fatti avvicinare a sé, te e tutti i tuoi fratelli figli di Levi con te e ora pretendete anche il sacerdozio?11Per questo tu e tutta la gente che è con te siete convenuti contro il Signore! E chi è Aronne perché vi mettiate a mormorare contro di lui?".
12Poi Mosè mandò a chiamare Datan e Abiram, figli di Eliab; ma essi dissero: "Noi non verremo.13È forse poco per te l'averci fatti partire da un paese dove scorre latte e miele per farci morire nel deserto, perché tu voglia fare il nostro capo e dominare su di noi?14Non ci hai davvero condotti in un paese dove scorre latte e miele, né ci hai dato il possesso di campi e di vigne! Credi tu di poter privare degli occhi questa gente? Noi non verremo".15Allora Mosè si adirò molto e disse al Signore: "Non gradire la loro oblazione; io non ho preso da costoro neppure un asino e non ho fatto torto ad alcuno di loro".
16Mosè disse a Core: "Tu e tutta la tua gente trovatevi domani davanti al Signore: tu e loro con Aronne;17ciascuno di voi prenda l'incensiere, vi metta il profumo aromatico e porti ciascuno il suo incensiere davanti al Signore: duecentocinquanta incensieri. Anche tu e Aronne; ciascuno prenda un incensiere".18Essi dunque presero ciascuno un incensiere, vi misero il fuoco, vi posero profumo aromatico e si fermarono all'ingresso della tenda del convegno; lo stesso fecero Mosè e Aronne.
19Core convocò tutta la comunità presso Mosè e Aronne all'ingresso della tenda del convegno; la gloria del Signore apparve a tutta la comunità.20Il Signore disse a Mosè e ad Aronne:21"Allontanatevi da questa comunità e io li consumerò in un istante".22Ma essi, prostratisi con la faccia a terra, dissero: "Dio, Dio degli spiriti di ogni essere vivente! Un uomo solo ha peccato e ti vorresti adirare contro tutta la comunità?".23Il Signore disse a Mosè:24"Parla alla comunità e ordinale: Ritiratevi dalle vicinanze della dimora di Core, Datan e Abiram".
25Mosè si alzò e andò da Datan e da Abiram; gli anziani di Israele lo seguirono.26Egli disse alla comunità: "Allontanatevi dalle tende di questi uomini empi e non toccate nulla di ciò che è loro, perché non periate a causa di tutti i loro peccati".27Così quelli si ritirarono dal luogo dove stavano Core, Datan e Abiram. Datan e Abiram uscirono e si fermarono all'ingresso delle loro tende con le mogli, i figli e i bambini.
28Mosè disse: "Da questo saprete che il Signore mi ha mandato per fare tutte queste opere e che io non ho agito di mia iniziativa.29Se questa gente muore come muoiono tutti gli uomini, se la loro sorte è la sorte comune a tutti gli uomini, il Signore non mi ha mandato;30ma se il Signore fa una cosa meravigliosa, se la terra spalanca la bocca e li ingoia con quanto appartiene loro e se essi scendono vivi agli inferi, allora saprete che questi uomini hanno disprezzato il Signore".31Come egli ebbe finito di pronunciare tutte queste parole, il suolo si profondò sotto i loro piedi,32la terra spalancò la bocca e li inghiottì: essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Core e tutta la loro roba.33Scesero vivi agli inferi essi e quanto loro apparteneva; la terra li ricoprì ed essi scomparvero dall'assemblea.34Tutto Israele che era attorno ad essi fuggì alle loro grida; perché dicevano: "La terra non inghiottisca anche noi!".
35Un fuoco uscì dalla presenza del Signore e divorò i duecentocinquanta uomini, che offrivano l'incenso.
Proverbi 20
1Il vino è rissoso, il liquore è tumultuoso;
chiunque se ne inebria non è saggio.
2La collera del re è simile al ruggito del leone;
chiunque lo eccita rischia la vita.
3È una gloria per l'uomo astenersi dalle contese,
attaccar briga è proprio degli stolti.
4Il pigro non ara d'autunno,
e alla mietitura cerca, ma non trova nulla.
5Come acque profonde sono i consigli nel cuore umano,
l'uomo accorto le sa attingere.
6Molti si proclamano gente per bene,
ma una persona fidata chi la trova?
7Il giusto si regola secondo la sua integrità;
beati i figli che lascia dietro di sé!
8Il re che siede in tribunale
dissipa ogni male con il suo sguardo.
9Chi può dire: "Ho purificato il cuore,
sono mondo dal mio peccato?".
10Doppio peso e doppia misura
sono due cose in abominio al Signore.
11Già con i suoi giochi il fanciullo dimostra
se le sue azioni saranno pure e rette.
12L'orecchio che ascolta e l'occhio che vede:
l'uno e l'altro ha fatto il Signore.
13Non amare il sonno per non diventare povero,
tieni gli occhi aperti e avrai pane a sazietà.
14"Robaccia, robaccia" dice chi compra:
ma mentre se ne va, allora se ne vanta.
15C'è oro e ci sono molte perle,
ma la cosa più preziosa sono le labbra istruite.
16Prendigli il vestito perché si è fatto garante per un altro
e tienilo in pegno per gli estranei.
17È piacevole all'uomo il pane procurato con frode,
ma poi la sua bocca sarà piena di granelli di sabbia.
18Pondera bene i tuoi disegni, consigliandoti,
e fa' la guerra con molta riflessione.
19Chi va in giro sparlando rivela un segreto,
non associarti a chi ha sempre aperte le labbra.
20Chi maledice il padre e la madre
vedrà spegnersi la sua lucerna nel cuore delle tenebre.
21I guadagni accumulati in fretta da principio
non saranno benedetti alla fine.
22Non dire: "Voglio ricambiare il male",
confida nel Signore ed egli ti libererà.
23Il doppio peso è in abominio al Signore
e le bilance false non sono un bene.
24Dal Signore sono diretti i passi dell'uomo
e come può l'uomo comprender la propria via?
25È un laccio per l'uomo esclamare subito: "Sacro!"
e riflettere solo dopo aver fatto il voto.
26Un re saggio passa al vaglio i malvagi
e ritorna su di loro con la ruota.
27Lo spirito dell'uomo è una fiaccola del Signore
che scruta tutti i segreti recessi del cuore.
28Bontà e fedeltà vegliano sul re,
sulla bontà è basato il suo trono.
29Vanto dei giovani è la loro forza,
ornamento dei vecchi è la canizie.
30Le ferite sanguinanti spurgano il male,
le percosse purificano i recessi del cuore.
Salmi 139
1'Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.'
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
2tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
3mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
4la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta.
5Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
6Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo.
7Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
8Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
9Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
10anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
11Se dico: "Almeno l'oscurità mi copra
e intorno a me sia la notte";
12nemmeno le tenebre per te sono oscure,
e la notte è chiara come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
13Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
14Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.
15Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
16Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno.
17Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio;
18se li conto sono più della sabbia,
se li credo finiti, con te sono ancora.
19Se Dio sopprimesse i peccatori!
Allontanatevi da me, uomini sanguinari.
20Essi parlano contro di te con inganno:
contro di te insorgono con frode.
21Non odio, forse, Signore, quelli che ti odiano
e non detesto i tuoi nemici?
22Li detesto con odio implacabile
come se fossero miei nemici.
23Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri:
24vedi se percorro una via di menzogna
e guidami sulla via della vita.
Geremia 49
1Sugli Ammoniti.
Dice il Signore:
"Israele non ha forse figli,
non ha egli alcun erede?
Perché Milcom ha ereditato la terra di Gad
e il suo popolo ne ha occupate le città?
2Perciò ecco, verranno giorni
- dice il Signore -
nei quali io farò udire a Rabbà degli Ammoniti
fragore di guerra;
essa diventerà un cumulo di rovine,
le sue borgate saranno consumate dal fuoco,
Israele spoglierà i suoi spogliatori,
dice il Signore.
3Urla, Chesbòn, arriva il devastatore;
gridate, borgate di Rabbà,
cingetevi di sacco, innalzate lamenti
e andate raminghe con tagli sulla pelle,
perché Milcom andrà in esilio,
insieme con i suoi sacerdoti e i suoi capi.
4Perché ti vanti delle tue valli,
figlia ribelle?
Confidi nelle tue scorte ed esclami:
Chi verrà contro di me?
5Ecco io manderò su di te il terrore
- parola del Signore Dio degli eserciti -
da tutti i dintorni.Voi sarete scacciati, ognuno per la sua via,
e non vi sarà nessuno che raduni i fuggiaschi.
6Ma dopo cambierò la sorte
degli Ammoniti".
Parola del Signore.
7Su Edom.
Così dice il Signore degli eserciti:
"Non c'è più sapienza in Teman?
È scomparso il consiglio dei saggi?
È svanita la loro sapienza?
8Fuggite, partite, nascondetevi in un luogo segreto,
abitanti di Dedan,
poiché io mando su Esaù la sua rovina,
il tempo del suo castigo.
9Se vendemmiatori verranno da te,
non lasceranno nulla da racimolare.
Se ladri notturni verranno da te,
saccheggeranno quanto loro piace.
10Poiché io intendo spogliare Esaù,
rivelo i suoi nascondigli
ed egli non ha dove nascondersi.
La sua stirpe, i suoi fratelli, i suoi vicini
sono distrutti ed egli non è più.
11Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere,
le tue vedove confidino in me!
12Poiché così dice il Signore: Ecco, coloro che non erano obbligati a bere il calice lo devono bere e tu pretendi di rimanere impunito? Non resterai impunito, ma dovrai berlo13poiché io ho giurato per me stesso - dice il Signore - che Bozra diventerà un orrore, un obbrobrio, un deserto, una maledizione e tutte le sue città saranno ridotte a rovine perenni.
14Ho udito un messaggio da parte del Signore,
un messaggero è stato inviato fra le nazioni:
Adunatevi e marciate contro di lui!
Alzatevi per la battaglia.
15Poiché ecco, ti renderò piccolo fra i popoli
e disprezzato fra gli uomini.
16La tua arroganza ti ha indotto in errore,
la superbia del tuo cuore;
tu che abiti nelle caverne delle rocce,
che ti aggrappi alle cime dei colli,
anche se ponessi, come l'aquila, in alto il tuo nido,
di lassù ti farò precipitare. Oracolo del Signore.
17Edom sarà oggetto di orrore; chiunque passerà lì vicino ne resterà attonito e fischierà davanti a tutte le sue piaghe.18Come nello sconvolgimento di Sòdoma e Gomorra e delle città vicine - dice il Signore - non vi abiterà più uomo né vi fisserà la propria dimora un figlio d'uomo.19Ecco, come un leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempre verdi, così in un baleno io lo scaccerò di là e il mio eletto porrò su di esso; poiché chi è come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi è dunque il pastore che può resistere davanti a me?20Per questo ascoltate il progetto che il Signore ha fatto contro Edom e le decisioni che egli ha prese contro gli abitanti di Teman.
Certo, trascineranno via anche i più piccoli del gregge,
e per loro sarà desolato il loro prato.
21Al fragore della loro caduta tremerà la terra.
Un grido! Fino al Mare Rosso se ne ode l'eco.
22Ecco, come l'aquila, egli sale e si libra,
espande le ali su Bozra.
In quel giorno il cuore dei prodi di Edom
sarà come il cuore di una donna nei dolori del parto".
23Su Damasco.
"Amat e Arpad sono piene di confusione,
perché hanno sentito una cattiva notizia;
esse sono agitate come il mare, sono in angoscia,
non possono calmarsi.
24Spossata è Damasco, si volge per fuggire;
un tremito l'ha colta,
angoscia e dolori l'assalgono
come una partoriente.
25Come fu abbandonata la città gloriosa,
la città del tripudio?
26Cadranno i suoi giovani nelle sue piazze
e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno.
Oracolo del Signore degli eserciti.
27Appiccherò il fuoco alle mura di Damasco
e divorerà i palazzi di Ben-Hadàd".
28Su Kedàr e sui regni di Cazòr, che Nabucodònosor re di Babilonia sconfisse.
Così dice il Signore:
"Su, marciate contro Kedàr,
saccheggiate i figli dell'oriente.
29Prendete le loro tende e le loro pecore,
i loro teli da tenda, tutti i loro attrezzi;
portate via i loro cammelli;
un grido si leverà su di loro: Terrore all'intorno!
30Fuggite, andate lontano, nascondetevi in luoghi segreti
o abitanti di Cazòr - dice il Signore -
perché ha ideato un disegno contro di voi.
Nabucodònosor re di Babilonia
ha preparato un piano contro di voi.
31Su, marciate contro la nazione tranquilla,
che vive in sicurezza. Oracolo del Signore.
Essa non ha né porte né sbarre
e vive isolata.
32I suoi cammelli saranno portati via come preda
e la massa dei suoi greggi come bottino.
Disperderò a tutti i venti
coloro che si tagliano i capelli alle tempie,
da ogni parte farò venire la loro rovina.
Parola del Signore.
33Cazòr diventerà rifugio di sciacalli,
una desolazione per sempre;
nessuno vi dimorerà più,
non vi abiterà più un figlio d'uomo".
34Parola che il Signore rivolse al profeta Geremia riguardo all'Elam all'inizio del regno di Sedecìa re di Giuda.
35"Dice il Signore degli eserciti:
Ecco io spezzerò l'arco dell'Elam,
il nerbo della sua potenza.
36Manderò contro l'Elam i quattro venti
dalle quattro estremità del cielo
e li sparpaglierò davanti a questi venti;
non ci sarà nazione
in cui non giungeranno
i profughi dell'Elam.
37Incuterò terrore negli Elamiti davanti ai loro nemici
e davanti a coloro che vogliono la loro vita;
manderò su di essi la sventura,la mia ira ardente. Parola del Signore.
Manderò la spada a inseguirli
finché non li avrò sterminati.
38Porrò il mio trono sull'Elam
e farò morire il re e i capi.
Oracolo del Signore.
39Ma negli ultimi giorni
cambierò la sorte dell'Elam". Parola del Signore.
Lettera di Giuda 1
1Giuda, servo di Gesù Cristo, fratello di Giacomo, agli eletti che vivono nell'amore di Dio Padre e sono stati preservati per Gesù Cristo:2misericordia a voi e pace e carità in abbondanza.
3Carissimi, avevo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte.4Si sono infiltrati infatti tra voi alcuni individui - i quali sono già stati segnati da tempo per questa condanna - empi che trovano pretesto alla loro dissolutezza nella grazia del nostro Dio, rinnegando il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo.
5Ora io voglio ricordare a voi, che già conoscete tutte queste cose, che il Signore dopo aver salvato il popolo dalla terra d'Egitto, fece perire in seguito quelli che non vollero credere,6e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno.7Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.
8Ugualmente, anche costoro, come sotto la spinta dei loro sogni, contaminano il proprio corpo, disprezzano il Signore e insultano gli esseri gloriosi.9L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: 'Ti condanni il Signore'!10Costoro invece bestemmiano tutto ciò che ignorano; tutto ciò che essi conoscono per mezzo dei sensi, come animali senza ragione, questo serve a loro rovina.
11Guai a loro! Perché si sono incamminati per la strada di Caino e, per sete di lucro, si sono impegolati nei traviamenti di Balaàm e sono periti nella ribellione di Kore.12Sono la sozzura dei vostri banchetti sedendo insieme a mensa senza ritegno, pascendo se stessi; come nuvole senza pioggia portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti, sradicati;13come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture; come astri erranti, ai quali è riservata la caligine della tenebra in eterno.
14Profetò anche per loro Ènoch, settimo dopo Adamo, dicendo: "Ecco, il Signore è venuto con le sue miriadi di angeli per far il giudizio contro tutti,15e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno pronunziato contro di lui".16Sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce parole orgogliose e adùlano le persone per motivi interessati.
17Ma voi, o carissimi, ricordatevi delle cose che furono predette dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo.18Essi vi dicevano: "Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni".19Tali sono quelli che provocano divisioni, gente materiale, privi dello Spirito.
20Ma voi, carissimi, costruite il vostro edificio spirituale sopra la vostra santissima fede, pregate mediante lo Spirito Santo,21conservatevi nell'amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna.22Convincete quelli che sono vacillanti,23altri salvateli strappandoli dal fuoco, di altri infine abbiate compassione con timore, guardandovi perfino dalla veste contaminata dalla loro carne.
24A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e nella letizia,25all'unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e sempre. Amen!
Capitolo VIII: L'intima amicizia con Gesù
Leggilo nella Biblioteca1. Quando è presente Gesù, tutto è per il bene, e nulla pare difficile. Invece, quando Gesù non è presente, tutto è difficile. Quando Gesù non è presente, tutto è difficile. Quando Gesù non parla nell'intimo, ogni consolazione vale assai poco. Invece, se Gesù dice anche soltanto una parola, sentiamo una grande consolazione. Forse che Maria Maddalena non balzò subitamente dal luogo in cui stava in pianto, quando Marta le disse: "C'è qui il maestro, ti chiama?" (Gv 11,28). Momento felice, quello in cui Gesù ci invita dal pianto al gaudio spirituale. Come sei arido e aspro, lontano da Gesù; come sei sciocco e vuoto se vai dietro a qualcosa d'altro, che non sia Gesù. Non è, questo, per te, un danno più grande che perdere il mondo intero? Che cosa ti può mai dare il mondo se non possiedi Gesù? Essere senza Gesù è un duro inferno; essere con Gesù è un dolce paradiso. Non ci sarà nemico che possa farti del male, se avrai Gesù presso di te. Chi trova Gesù trova un grande tesoro prezioso; anzi, trova un bene più grande di ogni altro bene. Chi perde Gesù perde più che non si possa dire; perde più che se perdesse tutto quanto il mondo. Colui che vive senza Gesù è privo di tutto; colui che vive saldamente con lui è ricco di tutto.
2. Grande avvedutezza è saper stare vicino a Gesù; grande sapienza sapersi tenere stretti a lui. Abbi umiltà e pace, e Gesù sarà con te; abbi devozione e tranquillità di spirito, e Gesù starà con te. Che se comincerai a deviare verso le cose esteriori, potrai subitamente allontanare da te Gesù, perdendo la sua grazia; e se avrai cacciato lui, e l'avrai perduto, a chi correrai per rifugio, a chi ti volgerai come ad amico? Senza un amico non puoi vivere pienamente; e se non hai come amico, al di sopra di ogni altro, Gesù, sarai estremamente triste e desolato.
3. E' da stolto, dunque, quello che fai, ponendo la tua fiducia e la tua gioia in altri che in Gesù. E' preferibile avere il mondo intero contro di te che avere Gesù disgustato di te. Sicché, tra tutte le persone care, caro, per sé, sia il solo Gesù; tutti gli altri si devono amare a causa di Lui; Lui, invece, per se stesso. Gesù Cristo, il solo che troviamo buono e fedele più di ogni altro amico, lui solo dobbiamo amare, di amore particolare. Per lui e in lui ti saranno cari sia gli amici che i nemici; e lo pregherai per gli uni e per gli altri, affinché tutti lo conoscano e lo amino. Non desiderare di essere apprezzato od amato per te stesso, poiché questo spetta soltanto a Dio, che non ha alcuno che gli somigli. Non volere che uno si lasci prendere, nel suo cuore, tutto da te, né lasciarti tutto prendere tu dall'amore di chicchessia. Gesù soltanto deve essere in te, come in ognuno che ami il bene. Sii puro interiormente e libero, senza legami con le creature. Se vuoi essere pienamente aperto a gustare "com'è soave il Signore" (Sal 33,9), devi essere del tutto spoglio e offrire a Dio un cuore semplice e puro.
4. Ma, in verità, a tanto non giungerai, se prima non sarà venuta a te la sua grazia trascinandoti, cosicché, scacciata e gettata via ogni cosa, tu possa unirti con Lui, da solo a solo. Quando la grazia di Dio scende sull'uomo, allora egli diventa capace di ogni impresa; quando invece la grazia viene meno, l'uomo diventa misero e debole, quasi abbandonato al castigo. Ma anche così non ci si deve lasciare abbattere; né si deve disperare. Occorre piuttosto stare fermamente alla volontà di Dio e, qualunque cosa accada, sopportarla sempre a lode di Gesù Cristo; giacché dopo l'inverno viene l'estate, dopo la tempesta una grande quiete.
DISCORSO 295 NEL NATALE DEGLI APOSTOLI PIETRO E PAOLO
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaÈ Cristo stesso la pietra, su cui è costruita la Chiesa.
1. 1. La passione dei beatissimi apostoli Pietro e Paolo ha reso sacro per noi questo giorno. Non parliamo di alcuni martiri sconosciuti. Per tutta la terra si è diffusa la loro voce e ai confini del mondo la loro parola 1. Questi martiri videro quello che annunziarono, per aver assecondato la giustizia, proclamando la verità, morendo per la verità. È il beato Pietro, il primo degli Apostoli, l'ardente amante di Cristo che meritò di ascoltare: Ed io ti dico che tu sei Pietro 2. Egli infatti aveva detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente 3. E Cristo a lui: Ed io ti dico che tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa 4. Sopra questa pietra edificherò la fede che tu confessi. Sopra ciò che hai detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, edificherò la mia Chiesa. Tu sei Pietro infatti. Da pietra Pietro, non pietra da Pietro. Pietro da pietra così come cristiano da Cristo. Vuoi sapere da quale pietra sia chiamato Pietro? Ascolta un poco: Non voglio, infatti, che ignoriate, fratelli, - dice l'Apostolo di Cristo - che i nostri padri furono tutti sotto la nube, e tutti attraversarono il mare, e tutti furono battezzati in rapporto a Mosè, nella nube e nel mare, e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale. Bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava: e la roccia era il Cristo 5. Ecco da chi Pietro.
A Pietro, che impersona la Chiesa, le chiavi del regno dei cieli. Ad uno solo, perché date alla Chiesa una. Dopo la risurrezione, Cristo invia la Chiesa.
2. 2. Il Signore Gesù, come sapete, prima della sua passione, elesse quei suoi discepoli che chiamò Apostoli. Fra questi, quasi ovunque non altri che Pietro meritò di impersonare la Chiesa intera. Proprio per il fatto di impersonare da solo tutta la Chiesa, meritò di ascoltare: Ti darò le chiavi del regno dei cieli 6. Non ricevette infatti queste chiavi un solo uomo, ma la Chiesa nella sua unità. In forza di ciò, quindi, si celebra la preminenza di Pietro, in quanto rappresentò la Chiesa nella sua stessa universalità ed unità allora che gli fu detto: A te consegno quello che fu dato a tutti. Perché dunque possiate comprendere che la Chiesa ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli, desunto da un altro passo, ascoltate che cosa il Signore vuol dire a tutti i suoi Apostoli: Ricevete lo Spirito Santo 7. E immediatamente: A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi 8. Questo è in rapporto alle chiavi delle quali fu detto: Tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo; e tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo 9. Ma disse questo a Pietro. Perché tu sappia che Pietro impersonava allora la Chiesa universale, ascolta che cosa fu detto a lui personalmente, che cosa a tutti i fedeli santi: Se il tuo fratello commette una colpa nei tuoi riguardi, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone: è stato scritto infatti che ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, riferisci alla Chiesa: e, se non avrà ascoltato neppure questa, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico che tutto quello che avrete legato sopra la terra, sarà legato anche in cielo; e tutto quello che avrete sciolto sulla terra, sarà sciolto anche in cielo 10. La colomba lega, la colomba scioglie; l'edificio fondato sulla pietra lega e scioglie.
3. 2. Siano nel timore quanti si trovano legati, siano nel timore quanti sono sciolti. Quelli che sono sciolti, temano, per non essere legati; quelli che sono legati, preghino, per essere sciolti. Ciascuno è tenuto legato dalle funi dei propri peccati 11: ma al di fuori di questa Chiesa niente viene sciolto. Al morto da quattro giorni si dice: Lazzaro, vieni fuori! 12 E viene fuori dal sepolcro tra le bende che lo tenevano legato mani e piedi. Il Signore ridesta perché il morto esca dal sepolcro; se tocca il cuore, è perché ne venga fuori la confessione del peccato. Ma ancora per poco resta legato. Perciò il Signore, dopo che Lazzaro fu uscito dal sepolcro, si rivolse ai suoi discepoli, ai quali aveva annunziato: Tutto quello che avrete sciolto sopra la terra, sarà sciolto anche in cielo 13; Scioglietelo - disse - e lasciatelo andare 14. Di persona fece risuscitare, per mezzo dei discepoli sciolse.
La forza e la debolezza della Chiesa figurate in Pietro.
3. 3. La fortezza della Chiesa trovò appunto risalto soprattutto in Pietro, perché seguì il Signore che andava verso la passione, e fu rilevata quella certa debolezza per cui, interpellato da una serva, negò il Signore. Eccolo diventato d'un tratto negatore da amante che era. Scoprì se stesso chi aveva voluto presumere di sé. Infatti, come sapete, aveva detto: Signore, sarò con te fino alla morte, anche se dovessi morire, darò la mia vita per te 15. E il Signore al presuntuoso: Darai la tua vita per me? In verità ti dico: prima che il gallo canti, mi avrai rinnegato tre volte 16. Avvenne quello che aveva predetto il medico: non poté verificarsi ciò che presunse l'infermo. E che allora? All'istante, il Signore lo guardò. Così è stato scritto, così riporta il Vangelo: Il Signore lo guardò, ed egli uscì fuori e pianse amaramente 17. Uscì fuori, il che vuol dire confessare. Pianse amaramente chi aveva imparato ad amare. Subentrò la consolazione nell'amore, la cui amarezza era già stata presente nel dolore.
A Pietro, rappresentante dell'unità della Chiesa, affidate le pecore di Cristo. perché Pietro deve rispondere tre volte del suo amore.
4. 4. A ragione, anche dopo la risurrezione, il Signore proprio a Pietro affidò le sue pecore da pascere. Non è infatti che, fra gli Apostoli, egli solo meritò di pascere le pecore del Signore: ma quando Cristo si rivolge ad uno solo, vuol dare risalto all'unità; in primo luogo a Pietro, perché è il primo degli Apostoli. Simone di Giovanni - dice il Signore - mi ami tu? 18 Quello risponde: Ti amo. E interrogato di nuovo, di nuovo risponde. Interrogato per la terza volta quasi non sia creduto, si rattrista. Ma come poteva non credergli colui che gli leggeva nel cuore? Infine, superato quel turbamento, così risponde: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo 19. Non sfugge infatti solo questo a te che tutto sai. Non ti rattristare, Apostolo, rispondi una volta, rispondi di nuovo, rispondi una terza volta. Tre volte vinca la confessione nell'amore, perché tre volte nel timore fu vinta la presunzione. Bisogna sciogliere tre volte quello che tre volte è stato legato. Sciogli per amore quello che avevi legato per timore. Ma infine il Signore, una prima, una seconda e una terza volta, affidò le sue pecore a Pietro.
A confutazione dei donatisti che dividono il gregge del Signore.
5. 5. State a sentire, fratelli miei: Pasci - egli dice - le mie pecorelle, pasci i miei agnelli 20. Pasci le mie pecore: ha forse detto le tue? Pasci, servo buono, le pecore del Signore, quelle che hanno il marchio del Signore. Forse che Paolo è stato crocifisso per voi? o è nel nome di Pietro e di Paolo che siete stati battezzati? 21 Pasci dunque le sue pecore, lavate nel suo Battesimo, segnate dal suo nome, redente dal suo sangue. Pasci - dice - le mie pecore. Infatti, gli eretici, servi cattivi e fuggitivi, ripartendosi fra loro quel che non acquistarono, procurandosi dai furti dei beni come propri, credono di pascere pecore di loro proprietà. Infatti, che cos'altro è, vi domando, dire: Se non sarò stato io a darti il Battesimo, resterai nel peccato, se non avrai avuto il mio Battesimo, non sarai purificato? Non avete forse ascoltato: Maledetto ogni uomo che confida nell'uomo 22? Di conseguenza, carissimi, quelli che battezzò Pietro sono pecore di Cristo; e quelli che battezzò Giuda sono pecore di Cristo. Notate infatti che intende dire lo sposo alla sua diletta nel Cantico dei Cantici, quando la sposa gli chiede: Dimmi, o diletto dell'anima mia, dove vai a pascolare, dove riposi al meriggio, per non perdere la mia identità dietro le greggi dei tuoi compagni 23. Dimmi - dice - dove vai a pascolare, dove riposi al meriggio, nello splendore della verità, nell'ardore della carità. Perché temi, o diletta, di che temi? Per non perdere - dice - la mia identità; cioè, come dissimulandomi, come non fossi la Chiesa; perché la Chiesa non è nascosta. Infatti, non può nascondersi una città collocata su un monte 24. E nel mio errare finisca non presso il tuo gregge, ma tra le greggi dei tuoi compagni. Gli eretici, infatti, sono chiamati compagni. Uscirono da noi 25: prima che uscissero, parteciparono ad una stessa mensa con noi. Allora, che le si risponderà? Se non avrai riconosciuto te stessa 26 è la risposta dello sposo a lei che domanda: Se non avrai riconosciuto te stessa, o bella fra le donne 27. O la vera tra eresie, se non avrai riconosciuto te stessa: sono tante infatti le predizioni che ti riguardano. Nella tua discendenza saranno benedette tutte le genti 28; Ha parlato il Signore, Dio degli dèi, e ha convocato la terra da Oriente a Occidente 29; Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra 30; Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola 31. Tali testimonianze sono predizioni a tuo riguardo. Perciò, se non avrai riconosciuto te stessa, esci tu 32. Non sono io a metterti fuori, perché quanti saranno rimasti possano dire di te: Uscirono da noi 33. Esci tu sulle orme delle greggi, non del gregge del quale fu detto: Sarà un solo gregge ed un solo Pastore 34. Esci tu sulle orme delle greggi e va a pascolare i tuoi capretti 35: non le mie pecore, come Pietro. Per il bene di queste pecore a lui affidate, Pietro meritò la corona del martirio e meritò di venir celebrato nel mondo con la solennità odierna.
Paolo: da persecutore ad Apostolo di Cristo.
6. 6. E da Saulo venga Paolo, dal lupo l'agnello; prima avversario, poi apostolo, prima persecutore, poi predicatore. Venga, riceva lettere di presentazione dai sommi sacerdoti, e dovunque avrà scoperto cristiani, li conduca prigionieri per la condanna. Riceva, riceva, si metta in cammino, vada avanti, sia bramoso di strage, sia assetato di sangue: Se ne riderà chi abita i cieli 36. Andava infatti, come è stato scritto, anelando alla strage 37 e si avvicinava a Damasco. Allora il Signore dal cielo: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 38 Qui io sono, là io sono: qui il capo, là il corpo. Non ce ne restiamo perciò stupiti, fratelli, noi facciamo parte del corpo di Cristo. Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro recalcitrare al pungolo 39. Agisci a tuo danno: la mia Chiesa infatti riceve incremento dalle persecuzioni. Ma quello, sbigottito e tremante: Chi sei tu, Signore? E il Signore: Io sono Gesù il Nazareno che tu perseguiti 40. Diventato repentinamente un altro, attende un ordine: depone la rivalità, si dispone all'ubbidienza. Gli vien detto che fare. Ed ancora prima che Paolo sia battezzato, il Signore parla ad Anania: Recati in quella strada, dall'uomo di nome Saulo, battezzalo, perché è per me un vaso di elezione 41. Un vaso è fatto per contenere qualcosa, un vaso non deve restare vuoto. Un vaso va riempito: di che cosa se non di grazia? Ma Anania risponde al Signore nostro Gesù Cristo: Signore, ho saputo che quest'uomo ha recato molti mali ai tuoi fedeli. Ed ora è autorizzato per lettera dai sommi sacerdoti ad arrestare, ovunque ne avrà trovati, i seguaci di questa dottrina 42. E il Signore a lui: Io gli mostrerò tutto quello che dovrà soffrire per il mio nome 43. Anania trepidava all'udire il nome di Saulo: la pecora debole temeva la fama del lupo, pur avendo su di sé la mano del pastore.
Paolo e Pietro patirono per Cristo.
7. 7. Ecco il Signore mostrargli quelle cose che bisognava patisse per il suo nome. In seguito lo provò nella fatica. Egli pure lo provò nelle catene, egli nelle ferite, egli nelle carceri, egli nei naufragi. Egli gli procurò il martirio: egli lo fece pervenire a questo giorno. Unico il giorno della passione per i due Apostoli. Ma anche tutt'e due erano una cosa sola: pur soffrendo il martirio in giorni diversi, erano una cosa sola. Andò avanti Pietro, seguì Paolo. Un primo tempo Saulo, quindi Paolo: perché un primo tempo superbo, umile in seguito. Saulo da Saul, il persecutore del santo Davide. Fu atterrato il persecutore, fu suscitato il predicatore. Cambiò in umiltà il nome del superbo. Paolo, infatti, vuol dire "poca cosa". Fate caso alle parole in uso della Carità vostra: non diciamo tutti i giorni: "Ti vedrò fra poco; fra poco farò questo o quello"? Chi è allora Paolo? Chiedilo a lui stesso: Io sono - dice - il più piccolo degli Apostoli 44.
La celebrazione dei martiri incoraggia all'imitazione.
8. 8. Celebriamo il giorno festivo reso sacro per noi dal sangue degli Apostoli. Amiamone la fede, la vita, le fatiche, le sofferenze, le testimonianze, le predicazioni. Facciamo infatti progressi attraverso l'amore, non celebrando tali prove per una soddisfazione materiale. Che cosa ci chiedono infatti i martiri? Non hanno tutto se ancora desiderano lodi dagli uomini. Se continuano a volere le lodi degli uomini, non sono ancora dei vincitori. Se, invece, sono stati vincitori, nulla ci chiedono a loro profitto, ma intercedono per il nostro bene. Perciò, la nostra via sia diritta alla presenza del Signore. Era angusta, era irta di spine, era aspra: per uomini tali e così numerosi che la percorrono, è diventata comoda. Proprio il Signore è passato per primo, la percorsero intrepidi gli Apostoli, quindi i martiri, fanciulli, donne, fanciulle. Ma chi era in loro? Colui che ha detto: Senza di me non potete far nulla 45.
1 - Sal 18, 5.
2 - Mt 16, 18.
3 - Mt 16, 16.
4 - Mt 16, 18.
5 - 1 Cor 10, 1-4.
6 - Mt 16, 19.
7 - Gv 20, 22.
8 - Gv 20, 23.
9 - Mt 16, 19.
10 - Mt 18, 15-18.
11 - Prv 5, 22.
12 - Gv 11, 43.
13 - Mt 18, 18.
14 - Gv 11, 44.
15 - Mt 26, 35.
16 - Gv 13, 38.
17 - Lc 22, 61-62.
18 - Gv 21, 15.16.
19 - Gv 21, 17.
20 - Gv 21, 15-17.
21 - Cor 1, 13.
22 - Ger 17, 5.
23 - Ct 1, 6.
24 - Mt 5, 14.
25 - 1 Gv 2, 19.
26 - Ct 1, 7.
27 - Ct 1, 7.
28 - Gn 22, 18.
29 - Sal 49, 1.
30 - Sal 2, 8.
31 - Sal 18, 5.
32 - Ct 1, 7.
33 - 1 Gv 2, 19.
34 - Gv 10, 16.
35 - Ct 1, 7.
36 - Sal 2, 4.
37 - At 9, 1.
38 - At 9, 4.
39 - At 9, 4-5.
40 - At 9, 4-5.
41 - At 9, 11.15.
42 - At 9, 13-14.
43 - At 9, 16.
44 - 1 Cor 15, 9.
45 - Gv 15, 5.
Capitolo IX: Obbedienza e sottomissione
Libro I: Libro della imitazione di Cristo e del dispregio del mondo e di tutte le sue vanità - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca 1. Stare sottomessi, vivere soggetti a un superiore e non disporre di sé è cosa grande e valida. E' molto più sicura la condizione di sudditanza, che quella di comando. Ci sono molti che stanno sottomessi per forza, più che per amore: da ciò traggono sofferenza, e facilmente se ne lamentano; essi non giungono a libertà di spirito, se la loro sottomissione non viene dal profondo del cuore e non ha radice in Dio. Corri pure di qua e di là; non troverai pace che nell'umile sottomissione sotto la guida di un superiore. Andar sognando luoghi diversi, e passare dall'uno all'altro, è stato per molti un inganno.
2. Certamente ciascuno preferisce agire a suo talento, ed è maggiormente portato verso chi gli dà ragione. Ma, se Dio è dentro di noi, dobbiamo pur talvolta lasciar perdere i nostri desideri, per amore della pace. C'è persona così sapiente che possa conoscere pienamente ogni cosa? Perciò non devi avere troppa fiducia nelle tue impressioni; devi ascoltare volentieri anche il parere degli altri. Anche se la tua idea era giusta, ma la abbandoni per amore di Dio seguendo quella di altri, da ciò trarrai molto profitto. Stare ad ascoltare ed accettare un consiglio - come spesso ho sentito dire - è cosa più sicura che dare consigli. Può anche accadere che l'idea di uno sia buona; ma è sempre segno di superbia e di pertinacia non volersi arrendere agli altri, quando la ragionevolezza o l'evidenza lo esigano.
19-16 Maggio 1, 1926 Chi vive nel Voler Divino viene alimentato dall’Alito Divino, e chi non vive in Esso è un intruso, un usurpatore dei beni di Dio, e riceve i beni a titolo di elemosina.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Mi sentivo tutta immersa nel Voler Supremo, ed il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno, e stringendomi forte a Sé metteva la sua bocca vicino alle mie labbra e mi mandava il suo alito onnipotente, ma chi può dire ciò che sentivo in me? Quell’alito mi penetrava fino nelle più intime fibre, mi riempiva tutta fino a non sentire più la mia piccolezza, la mia esistenza, ma solo ed in tutta me stessa solo Gesù. Onde, dopo aver ripetuto varie volte a mandarmi il suo alito, perché pareva che non era contento se non mi vedeva tutta riempita di quell’alito divino, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, essendo tu nata nel mio Volere, è necessario, è giusto e decoroso che in Esso viva, cresca e ti alimenti e che acquisti le prerogative di vera figlia del mio Volere, nessun lineamento estraneo né cosa che al mio Volere non appartiene si deve vedere in te; sicché, dalla tua fisionomia, dai tuoi modi, dal tuo parlare, e fin dal modo come tu ami e preghi, si deve conoscere che sei la figlia della mia Volontà. Vedi dunque come ti amo e con che gelosia ti custodisco e ti alimento? Col mio stesso alito, perché chi deve vivere nel mio Volere, il solo alito può conservare integra e permanente la Vita della mia Volontà in essa, sicché quell’alito che con tanto amore sprigionai dal mio seno nella creazione dell’uomo, per infondergli la mia somiglianza, lo continuo nell’anima che vive nella mia Volontà, per formare le mie vere immagini ed i grandi portenti che avevo stabilito di formare nella Creazione, per causa delle quale tutte le cose furono fatte. Perciò sospiro tanto chi vive nel mio Volere, perché essa sola non mi renderà deluso nello scopo della Creazione, essa sola godrà per diritto le cose da Me create, perché essendo una la mia Volontà con la sua, ciò ch’è mio è suo e con diritto può dire: “Il cielo, il sole, la terra, e tutte le altre cose sono mie, perciò voglio godermele, anche per fare onore a quella Suprema Volontà che le ha creato e che regna in me”. Invece l’anima in cui non regna il mio Volere non ha nessun diritto, e se le gode è usurpatore, perché non sono sue, è un intruso nei miei beni, e siccome la mia bontà è tanta che le faccio godere a titolo di elemosina, ma non di diritto. Ecco perciò molte volte gli elementi si scaricano a danno dell’uomo, perché non ha diritto, e delle cose della terra le restano l’elemosina che il Creatore le manda. Onde, chi vive nel mio Volere è come regina in mezzo alla Creazione, ed Io godo sommamente nel vederla regnante in mezzo ai miei beni”.
(3) Dopo di ciò io continuavo a pregare, ed il mio dolce Gesù è ritornato e si faceva vedere che dalle sue santissime mani uscivano due fontane di luce, che una scendeva sulla povera anima mia e con un ingegno che stava formata nelle mani di Gesù, mentre scendeva risaliva in alto, pareva una corrente continuata, che mentre scendeva, saliva, e Gesù tutto si dilettava in mezzo a queste fontane di luce, e stava tutto attento affinché restasse tutta accentrata in me, e poi mi ha detto:
(4) “Figlia mia, queste fontane di luce che scendono dalle mie mani è la mia Volontà che scende dal Cielo, e fa la sua via nell’anima per compiere ciò che vuol fare in essa; questo fare della mia Volontà forma l’altra fontana di luce che risale, per mezzo delle mie mani di nuovo al Cielo, per portare il compimento della mia Volontà della creatura all’Eterno Creatore, ma mentre sale, immantinente discende di nuovo raddoppiata per continuare la sua azione divina nella creatura. La mia Volontà ha un moto continuo, non si arresta mai, se si potesse arrestare il suo moto, ciò che non può essere, cesserebbe la vita a tutta la Creazione, al sole, al cielo stellato, alle piante, all’acqua, al fuoco, alle creature, tutte scenderebbero nel nulla; perciò la mia Volontà col suo moto continuo è vita d’ogni cosa creata, vincola tutto, è più che aria che col suo respiro fa respirare, sviluppare, vegetare tutte le cose uscite dalle nostre mani. Vedi dunque che affronto si fa dalle creature, che mentre Essa è vita di tutto e centro d’ogni cosa, senza di Essa non esisterebbe nulla né nessun bene, non vogliono riconoscere né il suo dominio né la sua vita che scorre in loro, ecco perciò che chi riconosce la Vita della mia Volontà in essa ed in tutte le cose è il trionfo della nostra Volontà e la conquista delle nostre vittorie, è il contraccambio del nostro amore al nostro moto continuo, la nostra Volontà la vincola a tutta la Creazione facendole fare tutto il bene che fa la mia stessa Volontà. Sicché tutto è suo, ed Io l’amo tanto che non so fare nulla senza di lei, perché in virtù della mia Volontà teniamo la stessa vita, lo stesso amore, un solo palpito e un solo respiro”.
(5) E mentre ciò diceva si è gettato nelle mie braccia come svenuto d’amore ed è scomparso.