Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Leggendo il Vangelo di questi giorni, hai notato come gli incontri con il Risorto avvengono di sera o all'alba, cioè quando la luce non è sufficiente. Il buio, l'angoscia, la delusione, lo smarrimento, la paura, la confusione... sono le situazioni abituali che vivono i discepoli dopo la morte di Gesù. Queste sono le situazioni anche del cammino della nostra fede. Ma proprio da queste situazioni, come dal grembo materno, nascerà  la vita nuova. Ricordati, la fede non è una sorta di pacca sulla spalla. La fede non ci risparmia dal dolore e dal peso delle giornate. La fede prende sul serio il nostro buio, l'angoscia, il dolore perché sa che la vita nuova nasce dal dolore accolto e vissuto fino in fondo; la gioia più bella nasce dalle lacrime versate. Tutto ciò non significa idealizzare il dolore o cercarlo. Al contrario. Ma quando ti capita, non maledirlo. (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 15° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 15

1Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.2I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro".3Allora egli disse loro questa parabola:

4"Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?5Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento,6va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.7Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

8O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.10Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte".

11Disse ancora: "Un uomo aveva due figli.12Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.13Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.14Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.15Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.17Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!18Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;19non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.20Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.21Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.22Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.23Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;26chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.27Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.28Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.29Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.30Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.31Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".


Primo libro dei Re 7

1Salomone costruì anche la propria reggia e la portò a compimento in tredici anni.2Costruì il palazzo detto Foresta del Libano, lungo cento cubiti, largo cinquanta e alto trenta su tre ordini di colonne di cedro e con capitelli di cedro sulle colonne.3Un soffitto di cedro si stendeva sopra le stanze che poggiavano sulle colonne; queste erano quarantacinque, quindici per fila.4Vi erano tre serie di finestre, che si corrispondevano faccia a faccia tre volte.5Le porte e i loro stipiti erano a forma quadrangolare; le finestre erano le une di fronte alle altre per tre volte.
6Costruì il vestibolo delle colonne, lungo cinquanta cubiti e largo trenta. Sul davanti c'era un vestibolo e altre colonne e davanti ad esse una tettoia.7Fece anche il vestibolo del trono, ove rendeva giustizia, cioè il vestibolo della giustizia; era di cedro dal pavimento alle travi.
8La reggia, dove abitava, fu costruita con il medesimo disegno, in un secondo cortile, all'interno rispetto al vestibolo; nello stile di tale vestibolo fece anche una casa per la figlia del faraone, che Salomone aveva sposata.
9Tutte queste costruzioni erano di pietre pregiate, squadrate secondo misura, segate con la sega sul lato interno ed esterno, dalle fondamenta ai cornicioni e al di fuori fino al cortile maggiore.10Le fondamenta erano di pietre pregiate, pietre grandi dieci o otto cubiti.11Al di sopra erano pietre pregiate, squadrate a misura, e legno di cedro.12Il cortile maggiore comprendeva tre ordini di pietre squadrate e un ordine di tavole di cedro; era simile al cortile interno del tempio e al vestibolo del tempio.
13Salomone fece venire da Tiro Chiram,14figlio di una vedova della tribù di néftali; suo padre era di Tiro e lavorava il bronzo. Era dotato di grande capacità tecnica, di intelligenza e di talento, esperto in ogni genere di lavoro in bronzo. Egli si recò dal re ed eseguì le sue commissioni.
15Fuse due colonne di bronzo, ognuna alta diciotto cubiti e dodici di circonferenza.16Fece due capitelli, fusi in bronzo, da collocarsi sulla cima delle colonne; l'uno e l'altro erano alti cinque cubiti.
17Fece due reticolati per coprire i capitelli che erano sopra le colonne, un reticolato per un capitello e un reticolato per l'altro capitello.18Fece melagrane su due file intorno al reticolato per coprire i capitelli sopra le colonne; allo stesso modo fece per il secondo capitello.19I capitelli sopra le colonne erano a forma di giglio.20C'erano capitelli sopra le colonne, applicati alla sporgenza che era al di là del reticolato; essi contenevano duecento melagrane in fila intorno a ogni capitello.21Eresse le colonne nel vestibolo del tempio. Eresse la colonna di destra, che chiamò Iachin ed eresse la colonna di sinistra, che chiamò Boaz.22Così fu terminato il lavoro delle colonne.
23Fece un bacino di metallo fuso di dieci cubiti da un orlo all'altro, rotondo; la sua altezza era di cinque cubiti e la sua circonferenza di trenta cubiti.24Intorno, sotto l'orlo, c'erano cucurbite, dieci per ogni cubito; le cucurbite erano disposte in due file ed erano state colate insieme con il bacino.25Questo poggiava su dodici buoi; tre guardavano verso settentrione, tre verso occidente, tre verso meridione e tre verso oriente. Il bacino poggiava su di essi e le loro parti posteriori erano rivolte verso l'interno.26Il suo spessore era di un palmo; il suo orlo fatto come l'orlo di un calice era a forma di giglio. Conteneva duemila 'bat'.
27Fece dieci basi di bronzo, ciascuna lunga quattro cubiti, larga quattro e alta tre cubiti.28Ecco come erano fatte le basi: si componevano di doghe e di traverse incrociate con le doghe.29Sulle doghe che erano fra le traverse c'erano leoni, buoi e cherubini; le stesse figure erano sulle traverse. Sopra e sotto i leoni e i buoi c'erano ghirlande a forma di festoni.30Ciascuna base aveva quattro ruote di bronzo con gli assi di bronzo; i suoi quattro piedi avevano sporgenze, sotto il bacino; le sporgenze erano di metallo fuso e situate al di là di ogni ghirlanda.31L'estremità della base, dalla parte della sporgenza e sopra, era di un cubito; tale estremità era rotonda, fatta in forma di sostegno, alta un cubito e mezzo; anche su tale estremità c'erano sculture. Le traverse erano di forma quadrata, non rotonda.32Le quattro ruote erano sotto le traverse; gli assi delle ruote erano fissati alla base; l'altezza di ogni ruota era di un cubito e mezzo.33Le ruote erano lavorate come le ruote di un carro; i loro assi, i loro quarti, i loro raggi e i loro mozzi erano tutti di metallo fuso.34Quattro sporgenze erano sui quattro angoli di ciascuna base; la sporgenza e la base erano di un sol pezzo.35Alla cima della base c'era un sostegno rotondo, alto mezzo cubito; alla cima della base c'erano i manici; le traverse e la base erano di un sol pezzo.36Sulle sue pareti scolpì cherubini, leoni e palme, secondo gli spazi liberi, e ghirlande intorno.37Fuse le dieci basi in un medesimo stampo, identiche nella misura e nella forma.
38Fuse poi anche dieci bacini di bronzo; ognuno conteneva quaranta 'bat' ed era di quattro cubiti; un bacino per ogni base, per le dieci basi.39Pose cinque delle basi sul lato destro del tempio e cinque su quello sinistro. Pose la vasca sul lato destro del tempio, a sud-est.
40Chiram preparò inoltre caldaie, palette e vassoi. E terminò tutte le commissioni del re Salomone per il tempio del Signore,41cioè le due colonne, i globi dei capitelli che erano sopra le colonne, i due reticolati per coprire i due globi dei capitelli che erano sopra le colonne,42le quattrocento melagrane sui due reticolati, due file di melagrane per ciascun reticolato,43le dieci basi e i dieci bacini sulle basi,44il bacino e i dodici buoi sotto il bacino,45le caldaie, le palette, i vassoi e tutti quei vasi che Chiram aveva fatti al re Salomone per il tempio del Signore; tutto era di bronzo rifinito.46Il re li fece fondere nella valle del Giordano, in suolo argilloso, fra Succot e Zartan.47Salomone installò tutti gli arredi in quantità molto grande: non si poteva calcolare il peso del bronzo.
48Salomone fece anche tutti gli arredi del tempio del Signore, l'altare d'oro, le tavole d'oro su cui si ponevano i pani dell'offerta,49i cinque candelabri a destra e i cinque a sinistra di fronte alla cella d'oro purissimo, i fiori, le lampade, gli smoccolatoi d'oro,50le coppe, i coltelli, gli aspersori, i mortai e i bracieri d'oro purissimo, i cardini per le porte del tempio interno, cioè per il Santo dei santi, e i battenti d'oro per la navata.51Fu così terminato tutto il lavoro che il re Salomone aveva fatto per il tempio. Salomone presentò le offerte fatte da Davide suo padre, cioè l'argento, l'oro e i vari oggetti; le depositò nei tesori del tempio.


Siracide 25

1Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella,
di fronte al Signore e agli uomini:
concordia di fratelli, amicizia tra vicini,
moglie e marito che vivono in piena armonia.
2Tre tipi di persone io detesto,
la loro vita è per me un grande orrore:
un povero superbo, un ricco bugiardo,
un vecchio adultero privo di senno.

3Nella giovinezza non hai raccolto;
come potresti procurarti qualcosa nella vecchiaia?
4Come s'addice il giudicare ai capelli bianchi,
e agli anziani intendersi di consigli!
5Come s'addice la sapienza ai vecchi,
il discernimento e il consiglio alle persone eminenti!
6Corona dei vecchi è un'esperienza molteplice,
loro vanto il timore del Signore.

7Nove situazioni io ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con le parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
8felice chi vive con una moglie assennata,
colui che non pecca con la sua lingua,
chi non deve servire a uno indegno di lui;
9fortunato chi ha trovato la prudenza,
chi si rivolge a orecchi attenti;
10quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore.
11Il timore del Signore è più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà esser paragonato?

12Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore;
qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;
13qualunque sventura, ma non la sventura
causata dagli avversari;
qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.
14Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente,
non c'è ira peggiore dell'ira di un nemico.
15Preferirei abitare con un leone e con un drago
piuttosto che abitare con una donna malvagia.
16La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto,
ne rende il volto tetro come quello di un orso.
17Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini
e ascoltandoli geme amaramente.
18Ogni malizia è nulla, di fronte alla malizia di una
donna,
possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
19Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.
20Non soccombere al fascino di una donna,
per una donna non ardere di passione.
21Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
è una donna che mantiene il proprio marito.
22Animo abbattuto e volto triste
e ferita al cuore è una donna malvagia;
23mani inerti e ginocchia infiacchite,
tale colei che non rende felice il proprio marito.
24Dalla donna ha avuto inizio il peccato,
per causa sua tutti moriamo.
25Non dare all'acqua un'uscita
né libertà di parlare a una donna malvagia.
26Se non cammina al cenno della tua mano,
toglila dalla tua presenza.


Salmi 50

1'Salmo. Di Asaf.'

Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente.
2Da Sion, splendore di bellezza,
Dio rifulge.
3Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.

4Convoca il cielo dall'alto
e la terra al giudizio del suo popolo:
5"Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno sancito con me l'alleanza
offrendo un sacrificio".
6Il cielo annunzi la sua giustizia,
Dio è il giudice.

7"Ascolta, popolo mio, voglio parlare,
testimonierò contro di te, Israele:
Io sono Dio, il tuo Dio.
8Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici;
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
9Non prenderò giovenchi dalla tua casa,
né capri dai tuoi recinti.

10Sono mie tutte le bestie della foresta,
animali a migliaia sui monti.
11Conosco tutti gli uccelli del cielo,
è mio ciò che si muove nella campagna.
12Se avessi fame, a te non lo direi:
mio è il mondo e quanto contiene.

13Mangerò forse la carne dei tori,
berrò forse il sangue dei capri?
14Offri a Dio un sacrificio di lode
e sciogli all'Altissimo i tuoi voti;
15invocami nel giorno della sventura:
ti salverò e tu mi darai gloria".

16All'empio dice Dio:
"Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
17tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?

18Se vedi un ladro, corri con lui;
e degli adùlteri ti fai compagno.
19Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua ordisce inganni.

20Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
21Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati".

22Capite questo voi che dimenticate Dio,
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
23Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora,
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.


Isaia 14

1Il Signore infatti avrà pietà di Giacobbe e si sceglierà ancora Israele e li ristabilirà nel loro paese. A loro si uniranno gli stranieri, che saranno incorporati nella casa di Giacobbe.2I popoli li accoglieranno e li ricondurranno nel loro paese e se ne impossesserà la casa di Israele nel paese del Signore come schiavi e schiave; così faranno prigionieri coloro che li avevano resi schiavi e domineranno i loro avversari.
3In quel giorno il Signore ti libererà dalle tue pene e dal tuo affanno e dalla dura schiavitù con la quale eri stato asservito.4Allora intonerai questa canzone sul re di Babilonia e dirai:

"Ah, come è finito l'aguzzino,
è finita l'arroganza!
5Il Signore ha spezzato la verga degli iniqui,
il bastone dei dominatori,
6di colui che percuoteva i popoli nel suo furore,
con colpi senza fine,
che dominava con furia le genti
con una tirannia senza respiro.
7Riposa ora tranquilla tutta la terra
ed erompe in grida di gioia.
8Persino i cipressi gioiscono riguardo a te
e anche i cedri del Libano:
Da quando tu sei prostrato, non salgono più
i tagliaboschi contro di noi.
9Gli inferi di sotto si agitano per te,
per venirti incontro al tuo arrivo;
per te essi svegliano le ombre,
tutti i dominatori della terra,
e fanno sorgere dai loro troni tutti i re delle nazioni.
10Tutti prendono la parola per dirti:
Anche tu sei stato abbattuto come noi,
sei diventato uguale a noi.
11Negli inferi è precipitato il tuo fasto,
la musica delle tue arpe;
sotto di te v'è uno strato di marciume,
tua coltre sono i vermi.
12Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra,
signore di popoli?
13Eppure tu pensavi:
Salirò in cielo,
sulle stelle di Dio
innalzerò il trono,
dimorerò sul monte dell'assemblea,
nelle parti più remote del settentrione.
14Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all'Altissimo.
15E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell'abisso!
16Quanti ti vedono ti guardano fisso,
ti osservano attentamente.
È questo l'individuo che sconvolgeva la terra,
che faceva tremare i regni,
17che riduceva il mondo a un deserto,
che ne distruggeva le città,
che non apriva ai suoi prigionieri la prigione?
18Tutti i re dei popoli,
tutti riposano con onore,
ognuno nella sua tomba.
19Tu, invece, sei stato gettato fuori del tuo sepolcro,
come un virgulto spregevole;
sei circondato da uccisi trafitti da spada,
come una carogna calpestata.
A coloro che sono scesi in una tomba di pietre
20tu non sarai unito nella sepoltura,
perché hai rovinato il tuo paese,
hai assassinato il tuo popolo;non sarà più nominata
la discendenza dell'iniquo.
21Preparate il massacro dei suoi figli
a causa dell'iniquità del loro padre
e non sorgano più a conquistare la terra
e a riempire il mondo di rovine".

22Io insorgerò contro di loro - parola del Signore degli eserciti -, sterminerò il nome di Babilonia e il resto, la prole e la stirpe - oracolo del Signore -.23Io la ridurrò a dominio dei ricci, a palude stagnante; la scoperò con la scopa della distruzione - oracolo del Signore degli eserciti -.

24Il Signore degli eserciti ha giurato:
"In verità
come ho pensato, accadrà
e succederà come ho deciso.
25Io spezzerò l'Assiro nella mia terra
e sui miei monti lo calpesterò.
Allora sparirà da loro il suo giogo,
il suo peso dalle loro spalle".
26Questa è la decisione presa per tutta la terra
e questa è la mano stesa su tutte le genti.
27Poiché il Signore degli eserciti
lo ha deciso; chi potrà renderlo vano?
La sua mano è stesa, chi gliela farà ritirare?

28Nell'anno in cui morì il re Acaz fu comunicato questo oracolo:

29"Non gioire, Filistea tutta,
perché si è spezzata la verga di chi ti percuoteva.
Poiché dalla radice del serpe uscirà una vipera
e il suo frutto sarà un drago alato.
30I poveri pascoleranno sui miei prati
e i miseri vi riposeranno tranquilli;
ma farò morire di fame la tua stirpe
e ucciderò il tuo resto.
31Urla, porta; grida, città;
trema, Filistea tutta,
perché dal settentrione si alza il fumo
e nessuno si sbanda dalle sue schiere".
32Che si risponderà ai messaggeri delle nazioni?
"Il Signore ha fondato Sion
e in essa si rifugiano gli oppressi del suo popolo".


Atti degli Apostoli 13

1C'erano nella comunità di Antiòchia profeti e dottori: Bàrnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo.2Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati".3Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.

4Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro.5Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante.6Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus,7al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Bàrnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio.8Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede.9Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse:10"O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore?11Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole". Di colpo piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano.12Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Signore.

13Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme.14Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero.15Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: "Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!".

16Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: "Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate.17Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, 'e con braccio potente li condusse via di là'.18Quindi, 'dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto',19'distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità' quelle terre,20per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele.21Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni.22E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: 'Ho trovato Davide', figlio di Iesse, 'uomo secondo il mio cuore'; egli adempirà tutti i miei voleri.
23Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù.24Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele.25Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali.
26Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza.27Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato;28e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso.29Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro.30Ma Dio lo ha risuscitato dai morti31ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo.
32E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta,33poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:

'Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.'

34E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato:

'Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle
sicure.'

35Per questo anche in un altro luogo dice:

'Non permetterai che il tuo santo subisca la
corruzione.'

36Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione.37Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione.38Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati39e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè.40Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei Profeti:

41'Mirate, beffardi,
stupite e nascondetevi,
poiché un'opera io compio ai vostri giorni,
un'opera che non credereste, se vi fosse
raccontata'!".

42E, mentre uscivano, li pregavano di esporre ancora queste cose nel prossimo sabato.43Sciolta poi l'assemblea, molti Giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li esortavano a perseverare nella grazia di Dio.

44Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio.45Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando.46Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani.47Così infatti ci ha ordinato il Signore:

'Io ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della
terra'".

48Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna.49La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione.50Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li scacciarono dal loro territorio.51Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio,52mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.


Capitolo XXXII: Rinnegare se stessi e rinunciare ad ogni desiderio

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1. O figlio, se non avrai rinnegato totalmente te stesso, non potrai avere una perfetta libertà. Infatti sono come legati, tutti coloro che portano amore alle cose e a se stessi, pieni di bramosia e di curiosità, svagati, sempre in cerca di mollezze. Essi vanno spesso immaginando e raffigurando, non ciò che è di Gesù Cristo, ma ciò che è perituro; infatti ogni cosa che non è nata da Dio scomparirà.

Tieni ben ferma questa massima, breve e perfetta: tralascia ogni cosa; rinunzia alle brame e troverai la pace. Quando avrai attentamente meditato nel tuo cuore questa massima, e l'avrai messa in pratica, allora comprenderai ogni cosa. O Signore, non è, questa, una faccenda che si possa compiere in un giorno; non è un gioco da ragazzi. Che anzi in queste brevi parole si racchiude tutta la perfezione dell'uomo di fede.  

2. O figlio, non devi lasciarti piegare, non devi subito abbatterti, ora che hai udito quale è la strada di chi vuole essere perfetto. Devi piuttosto sentirti spinto a cose più alte; almeno ad aspirare ad esse col desiderio. Volesse il cielo che così fosse per te; che tu giungessi a non amare più te stesso, e ad attenerti soltanto alla volontà mia e di colui che ti ho mostrato quale padre. Allora tu mi saresti assai caro e la tua vita si tramuterebbe tutta in una pace gioiosa. Ma tu hai ancora molte cose da abbandonare; e se non rinunzierai a tutte le cose e del tutto, per me, non otterrai quello che chiedi. "Il mio invito è che, per farti più ricco, tu acquisti da me l'oro colato" (Ap 3,18), vale a dire la celeste sapienza, che sovrasta tutto ciò che è basso; che tu lasci indietro e la sapienza di questo mondo ed ogni soddisfazione di se stesso ed ogni compiacimento degli uomini. Il mio invito è che tu, in luogo di ciò che è ritenuto prezioso e importante in questo mondo, acquisti una cosa disprezzante: la vera sapienza, che viene dal cielo ed appare qui disprezzata assai, piccola e quasi lasciata in oblio. Sapienza che non presume molto di sé, non ambisce ad essere magnificata quaggiù e viene lodata a parole da molti, i quali, con la loro vita, le stanno invece lontani. Eppure essa è la gemma preziosa, che i più lasciano in disparte. 


DISCORSO 196 NATALE DEL SIGNORE

Discorsi - Sant'Agostino

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Le due nascite di Cristo.

1. È spuntato per noi questo giorno solenne del Natale del Signore nostro Gesù Cristo; giorno di Natale, nel quale è nato Cristo, il vero giorno; proprio oggi, perché da oggi il giorno comincia a crescere. Due sono le nascite del Signore nostro Gesù Cristo una divina, l'altra umana, ambedue mirabili; quella divina senza una donna come madre, quella umana senza un uomo come padre. Quanto predisse il santo profeta Isaia: La sua generazione chi potrà spiegarla? 1, lo possiamo riferire ad ambedue le nascite. Chi potrà infatti spiegare esaurientemente il fatto che Dio genera? Chi potrà spiegare esaurientemente il fatto che una vergine partorisce? Il primo fatto al di là dei tempi, il secondo in un determinato giorno ambedue senza che l'uomo li possa comprendere ma ambedue con sua grande meraviglia. Ecco la prima nascita: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio 2. Di chi era il Verbo? Del Padre. Chi era il Verbo? Il Figlio. Mai il Padre è stato senza il Figlio. E tuttavia il Padre, benché mai fu senza il Figlio generò il Figlio. Il Padre lo generò, ma il Figlio non iniziò ad esistere. Non ha inizio il Figlio, che è stato generato senza inizio. E tuttavia è Figlio e tuttavia è generato. Dirà qualcuno: Come può essere generato e non avere inizio? Se è generato ha un inizio; se non ha un inizio come può essere stato generato? Come, non te lo so proprio dire. Chiedi a me che sono un uomo come è stato generato Dio? La tua domanda mi mette in difficoltà, ricorro però al profeta: La sua generazione chi potrà spiegarla? Vieni insieme a me a considerare la sua nascita umana, vieni con me a considerare questa nascita nella quale annientò se stesso prendendo la natura di servo 3; forse potremo capire almeno questa, forse potremo dire qualcosa almeno su questa. Chi infatti potrà mai capire questa espressione: Egli, pur avendo la natura divina, non stimò una rapina la sua uguaglianza con Dio 4? Chi potrà capire questo? Chi potrà convenientemente penetrarlo con il pensiero? Quale intelligenza ardirà approfondirlo? Quale lingua oserà definirlo? Quale mente potrà comprenderlo fino in fondo? Per ora quindi non pensiamo a questo: è troppo alto per noi. Ma perché non fosse troppo alto per noi, annientò se stesso, prendendo la natura di servo e divenendo simile agli uomini 5. Dove? Nella Vergine Maria. Parliamone perciò un poco, forse questo lo potremo capire. Un angelo porta l'annunzio, la Vergine ascolta, crede e concepisce. La fede nel cuore e Cristo nel grembo. Vergine concepisce: è meraviglioso! Vergine partorisce: è ancor più meraviglioso! Rimane vergine anche dopo il parto. Chi potrà pienamente spiegare anche questa nascita?.

Tre stati di vita nella Chiesa.

2. Vi dico una cosa che vi farà piacere, carissimi. Nella Chiesa le membra di Cristo conducono tre tipi di vita: la vita coniugale, la vedovile e la verginale. Poiché questi tre tipi di vita, questi tre tipi di castità sarebbero stati vissuti nelle membra sante di Cristo, tutti e tre questi tipi di vita hanno dato testimonianza a Cristo. Il primo, la vita coniugale: quando la Vergine Maria concepì, anche Elisabetta, moglie di Zaccaria, aveva concepito: portava già nel grembo l'araldo di questo Giudice. Maria, la tutta santa, venne dalla sua parente per farle visita. Il bambino esultò di gioia nel grembo di Elisabetta. Il bambino esultò, la madre profetizzò 6. La castità coniugale rende testimonianza a Cristo. Dove e quando la castità vedovile rese testimonianza a Cristo? In Anna. Avete ascoltato poco fa, quando vi è stato letto il Vangelo, che Anna era una santa profetessa, vedova, di ottantaquattro anni, che era vissuta sette anni con il marito; frequentava il tempio del Signore e serviva il Signore nella preghiera giorno e notte. Anche questa vedova rese testimonianza a Cristo. Lo vide nella sua piccolezza di bambino, lo riconobbe nella sua grandezza e ne diede testimonianza 7. Hai in questo esempio la testimonianza della vita vedovile. In Maria hai l'esempio di vita verginale 8. Ciascuno scelga di questi tre tipi di vita quello che vuole. Chi volesse essere al di fuori di questi tre tipi di vita dimostrerebbe di non avere intenzione di essere tra le membra di Cristo. Non dicano le sposate: Noi non apparteniamo a Cristo. Ebbero marito anche delle sante donne. Non si inorgogliscano le vergini. Quanto più sono elevate in onore tanto più si umilino in ogni cosa 9. Tutti i modelli che possono riguardare la nostra salvezza sono posti davanti ai nostri occhi, nessuno cerchi di escludervisi. Nessuno abbia altra donna all'infuori della propria moglie, anche se è preferibile non avere moglie. Se cerchi un esempio di castità coniugale hai Susanna 10, se cerchi un esempio di castità vedovile hai Anna, se cerchi un esempio di castità verginale hai Maria.

Dove ti trovi, Cristo, per causa mia?.

3. Il Signore Gesù volle essere uomo per noi. Non si pensi che sia stata poca la misericordia: la Sapienza stessa giace in terra! In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio 11. O cibo e pane degli angeli! Di te si nutrono gli angeli, di te si saziano senza stancarsi, di te vivono, di te sono come impregnati, di te sono beati. Dove ti trovi invece per causa mia? In un piccolo alloggio, avvolto in panni, adagiato in una mangiatoia. E per chi tutto questo? Colui che regola il corso delle stelle succhia da un seno di donna: nutre gli angeli, parla nel seno del Padre, tace nel grembo della madre. Ma parlerà quando sarà arrivato in età conveniente, ci annunzierà con pienezza la buona novella. Per noi soffrirà, per noi morirà, risorgerà mostrandoci un saggio del premio che ci aspetta, salirà in cielo alla presenza dei discepoli, ritornerà dal cielo per il giudizio. Colui che era adagiato nella mangiatoia è divenuto debole ma non ha perduto la sua potenza: assunse ciò che non era ma rimase ciò che era. Ecco, abbiamo davanti il Cristo bambino: cresciamo insieme con lui.

Contro gli usi pagani del capodanno.

4. Quanto ho detto potrebbe bastare alla vostra Carità. Ma poiché vedo qui presenti molte persone a motivo della solennità, è necessario che aggiunga alcune cose. Sta per arrivare il Capodanno. Voi qui siete tutti cristiani e, grazie a Dio, è cristiana tutta la città. Ci sono ormai soltanto due gruppi di uomini: i Cristiani e i Giudei. Non fate ciò che Dio non vuole: giochi nocivi, divertimenti scostumati. Non fatevi giudici di voi stessi, per non cadere nelle mani del vero Giudice. Date ascolto: siete cristiani, siete membra di Cristo. Pensate a quello che siete, riflettete a quale prezzo siete stati riscattati. Insomma, volete che vi dica che cosa fate? - Parlo a coloro che fanno tali cose; non ve la prendete, voi che siete contrari a queste cose; mi riferisco soltanto a coloro che le fanno e a coloro che le giustificano -. Volete che vi dica dunque ciò che fate e quale dispiacere causate a noi? Forse i giudei fanno di queste cose? Almeno vergognatevene, in maniera da non farle più! Nel giorno della nascita di S. Giovanni, cioè sei mesi fa - questi i mesi che intercorrono tra la nascita dell'araldo e la nascita del Giudice - imitando un rito superstizioso dei pagani, i cristiani andarono sulla spiaggia del mare e fecero delle abluzioni rituali. Io ero assente ma, come venni poi a sapere, i presbiteri indotti a ciò dalle norme penitenziali della Chiesa imposero ad alcuni una proporzionata penitenza ecclesiastica. Alcuni cominciarono a mormorare dicendo: Quanto ci voleva a dircelo? Se ci si avvisasse prima non lo faremmo. Se i presbiteri ci avessero preavvertiti non lo avremmo fatto. Allora ecco che il vescovo vi preavverte; vi ammonisco, vi avverto, vi preavviso. Ascoltate il vescovo che ve lo ordina, ascoltate il vescovo che vi ammonisce, ascoltate il vescovo che vi prega, ascoltate il vescovo che ve ne supplica. Vi supplico per colui che oggi è nato; vi supplico, ve lo comando: nessuno faccia di tali cose. Io ho compiuto il mio dovere. È meglio che mi ascoltiate quando ammonisco, anziché mi dobbiate sentire quando sono severo.

 


1 - Is 53, 8.

2 - Gv 1, 1.

3 - Cf. Fil 2, 7.

4 - Fil 2, 6.

5 - Fil 2, 7.

6 - Cf. Lc 1, 39-56-.

7 - Cf. Lc 2, 36-38-.

8 - Cf. Lc 1.2.

9 - Cf. Sir 3, 18.

10 - Cf. Dn 13, 1 ss.

11 - Gv 1, 1.


Capitolo I: Il raccoglimento interiore

Libro II:Dell'interna conversazione - Tommaso da Kempis

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1. "Il regno di Dio è dentro di voi" (Lc 17,21), dice il Signore. Volgiti a Dio con tutto il tuo cuore, lasciando questo misero mondo, e l'anima tua troverà pace. Impara a disprezzare ciò che sta fuori di te, dandoti a ciò che è interiore, e vedrai venire in te il regno di Dio. Esso è, appunto, "pace e letizia nello Spirito Santo" (Rm 14,17); e non è concesso ai malvagi. Se gli avrai preparato, dentro di te, una degna dimora, Cristo verrà a te e ti offrirà il suo conforto. Infatti ogni lode e ogni onore, che gli si possa fare, viene dall'intimo; e qui sta il suo compiacimento. Per chi ha spirito di interiorità è frequente la visita di Cristo; e, con essa, un dolce discorrere, una gradita consolazione, una grande pace, e una familiarità straordinariamente bella. Via, anima fedele, prepara il tuo cuore a questo sposo, cosicché si degni di venire presso di te e di prendere dimora in te. Egli dice infatti: Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e verremo a lui e abiteremo presso di lui" (Gv 14,23). Accogli, dunque, Cristo, e non far entrare in te nessun'altra cosa. Se avrai Cristo sarai ricco, sarai pienamente appagato. Sarà lui a provvedere e ad agire fedelmente per te. Così non dovrai affidarti agli uomini. Questi mutano in un momento e vengono meno rapidamente, mentre cristo "resta in eterno" (Gv 12, 34) e sta fedelmente accanto a noi, fino alla fine. Non dobbiamo far molto conto sull'uomo, debole e mortale, anche se si tratta di persona che ci è preziosa e cara; né dobbiamo troppo rattristarci se talvolta ci combatte e ci contrasta. Quelli che oggi sono con te, domani si possono mettere contro di te; spesso si voltano come il vento.

2. Riponi interamente la fiducia in Dio, e sia lui il tuo timore e il tuo amore. Risponderà lui per te, e opererà per il bene, nel modo migliore. "Non hai stabile dimora quaggiù" (Eb 13,14); dovunque tu abbia a trovarti, sei un forestiero e un pellegrino, né mai avrai pace se non sarai strettamente unito a Cristo. Perché ti guardi tutto attorno quaggiù, se non è questo il luogo della tua pace? La tua dimora deve essere tra le cose celesti; quelle terrene le devi guardare come di passaggio. Passano tutte le cose, e con esse anche tu; vedi di non invischiarti, per evitare di essere catturato e perire. Sia il tuo pensiero sempre presso l'Altissimo; e la tua preghiera si diriga, senza sosta a Cristo. Che se non riesci a meditare le profonde realtà celesti, cerca rifugio nella passione di Cristo e prendi lieta dimora nelle sue sante ferite. Se ti sarai rifugiato, con animo devoto, nelle ferite e nelle piaghe preziose di Gesù, sentirai un gran conforto nella tribolazione, e non farai molto caso del disprezzo degli uomini, sopportando con facilità quanto si dice contro di te. Anche Cristo fu disprezzato dagli uomini in questo mondo e, nel momento in cui ne aveva maggior bisogno, fu abbandonato, tra sofferenze disonoranti, da quelli che lo conoscevano e gli erano amici. Cristo volle soffrire ed essere disprezzato; e tu osi lamentarti di qualcuno? Cristo ebbe avversari e oppositori; e tu vuoi che tutti ti siano amici e ti facciano del bene? Come potrà essere premiata la tua capacità di soffrire se non avrai incontrato alcuna avversità? Se non vuoi sopportare nulla che ti si opponga, in che modo potrai essere amico di Cristo? Se vuoi regnare con Cristo, sorreggiti in Cristo e per mezzo di Cristo. Che se, una sola volta tu riuscissi ad entrare perfettamente nell'intimo di Gesù, gustando un poco dell'ardente suo amore, non ti preoccuperesti per nulla di ciò che ti piace o non ti piace; troveresti gioia, invece nelle offese che ti si fanno. Giacché l'amore per Gesù ci porta a disprezzare noi stessi.

3. L'uomo che ama Gesù e la verità, l'uomo veramente interiore e libero da desideri contrari alla suprema volontà, può volgersi a Dio senza impacci, e innalzarsi in ispirito sopra se stesso, ricavandone una pace ricca di frutto. Veramente saggio, e dotto di una dottrina impartita da Dio più che dagli uomini, è colui che stima tutte le cose per quello che sono, non per quello che se ne dice nei giudizi umani. Se uno sa procedere secondo la guida interiore, evitando di valutare le cose secondo i criteri del mondo, non si perde nel ricercare il luogo adatto o nell'attendere il tempo opportuno per dedicarsi ad esercizi di devozione. Se uno ha spirito di interiorità, subito si raccoglie in se stesso, giacché non si disperde mai del tutto nelle cose esterne. Per lui non è un ostacolo un lavoro che gli venga imposto né una occupazione che, in quel momento, appaia doverosa; giacché egli sa adattarsi alle situazioni, così come esse si presentano. Colui che è intimamente aperto e rivolto al bene, non bada alle azioni malvagie degli uomini, pur se possano apparire mirabili; infatti, quanto più uno attira a sé le cose esteriori, tanto più resta legato, e distratto da sé medesimo. Se tutto fosse a posto in te, e tu fossi veramente puro, ogni cosa accadrebbe per il tuo bene e per il tuo vantaggio; che se molte cose spesso ti sono causa i disagio o di turbamento, è proprio perché non sei ancora perfettamente morto a te stesso e distaccato da tutto ciò che è terreno. Nulla insozza e inceppa il cuore umano quanto un amore non ancora purificato, volto alle cose di questo mondo; se invece tu rinunci a cercare gioia in ciò che sta fuori di te, potrai contemplare le realtà celesti e godere frequentemente di gioia interiore.


Il mondo è consacrato a Maria. Continua il digiuno

Beata Alexandrina Maria da Costa


... Gesù è venuto dicendo: Il cuore del Papa è de­ciso a consacrare il mondo al Cuore di Maria. Che grande fortuna e gioia per il mondo appartenere come mai alla Madre di Dio! Tutto il mondo è del Cuore divino di Gesù, tutto il mondo apparterrà al Cuore immacolato di Maria! - (diario, 22-5-1942).

... Dal 24 maggio, Pentecoste, giorno in cui chiedevo allo Spirito Santo tutta la luce e tutto il fuoco del suo divino amore, amore santificante, lo stato della mia anima si è modificato... Il 25 maggio [coloro che frequentavano la casa] notarono una differenza in me, ma la differenza era solo la trasforma­zione della mia anima. Non sentivo, se non raramente, le grandi amarezze, le tenebre, l'arsura e le agonie, ma sentivo invece grandi desideri di volare al cielo con impulsi che mi facevano alzare come se avessi ali per prendere il volo. Non posso saziare i miei desideri e le nostalgie per i cibi della terra; sospiro e muoio bramando di andare a saziarmi coi cibi celesti... Il filo divino che lega il mio cuore al luogo ove abita sta quasi per spezzarsi: pare che sia stato limato. Ciò che gli ha giovato è che la tempesta gli ha dato qualche piccola scossa solo di tanto in tanto.

Sì, ora posso dire: - È vicino il cielo, vado a vedere il mio Gesù! Vado a vedere la mia cara Mammina! Vado a vedere il paradiso! Vado ad amare eternamente i miei amori: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Lascio il mondo senza rimpianti: non gli appartengo. - Il giorno 29 maggio ho pregato così: - Ave Maria, Ma­dre di Gesù! Onore, gloria, trionfo al tuo Cuore immacolato! Ave Maria, Madre di Gesù, Madre di tutto l'universo! Chi non vorrà appartenere alla Madre di Gesù, alla Signora della vittoria? Il mondo sta per essere consacrato, tutto, tutto al tuo Cuore materno! Difendi, Vergine pura, difendi, Vergine Madre, nel tuo Cuore santissimo tutti i tuoi figli. - Mi pare che la determinazione del santo Padre di volere consacrare il mondo sia ciò che mi obbliga a vivere ancora sulla terra; triste esilio che non posso sopportare... (diario, 31-5­1942).

« ... Il mio stato è grave; dolorosissima la mia sofferenza. Ma nacquero in me desideri irresistibili di dettare alcune parole per lei, mio padre. Le forze che parlano non sono mie: non ne ho perché esaurite. Ma è il grido della mia volontà: è un leggero soffio di vita che parla. Non ho corpo se non per il dolore; non sento altro. Sono una piccola e fragile bolla di schiuma che per nulla si disfa. I sentimenti della mia anima sono strani. Mi trovo come in un luogo dove non c'è godimento né pena. Sento che gli uomini mi hanno legata alla terra, obbligandomi a sospendere il mio viaggio. Vivo ferma, vicino al cielo, ma senza poter entrare. Di tanto in tanto mi vengono forti nostalgie per la mia patria celeste, capaci di togliermi mille vite; sono quasi insopportabili; voglio piangere e piangere molto. Mi pare che la missione destinatami da Gesù sia compiuta; mi tiene qui, ma non faccio nulla. Confido però che Gesù romperà questi lacci che impediscono il mio volo verso il cielo... Continuo il digiuno e non posso neppure saziare con gu­sto la sete bruciante che mi consuma. Posso bere poche gocce e quasi senza sollievo. Non so spiegare le nostalgie che sento. per il cibo. Sento il desiderio di portare tutto alla bocca; vorrei alimentarmi con cibi che mi piacciono e non posso. Grazie a Gesù la mia intelligenza è vivissima. Offro a Lui, per amore, il mio martirio e per dar luce a coloro che mi hanno privata, sulla terra, della luce e del conforto... » (let­tera a p. Pinho, 22-8-1942).

« ... Quando, per telegramma, ebbi notizia dell'avvenuta ­consacrazione del mondo alla cara Mammina, Gesù mi con­cesse rapidi momenti di consolazione. Colma di gioia non sapevo come ringraziare Gesù e Mammina. Con le mani verso il cielo esclamai: - Sia benedetto Gesù! Sia benedetta Mam­mina! - Avevo l'impressione di voler introdurre io stessa il Santo Padre nei Cuori di Gesù e di Maria: che gioia! Improvvisamente provai una umiliazione molto grande: mi sentivo tanto disprezzata; e il leggero soffio di vita che mi resta incominciò ad essere un nulla che si sprofondava nella terra fino a scomparire. Ma anche in questo stato continuò il mio ringraziamento. Recitai il "Magnificat" e feci accendere una lampada in onore di Mammina.

Padre mio, continua il mio digiuno; non ho fame, ma sento necessità e brame divoratrici di portare alla bocca tutto. Sa­pesse quanto mi costa questa sofferenza! Sia per Gesù e per le anime!... » (lettera a p. Pinho, 7-11-1942).