Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 12° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Luca 6
1Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.2Alcuni farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso di sabato?".3Gesù rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni?4Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?".5E diceva loro: "Il Figlio dell'uomo è signore del sabato".
6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.8Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!". L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.9Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?".10E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: "Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì.11Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
12In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.13Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli:14Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo,15Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota,16Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
17Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,18che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.
20Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
"Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
22Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.23Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
24Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.
27Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.29A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.30Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.31Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.32Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.33E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
36Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;38date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".
39Disse loro anche una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?40Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.41Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?42Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
43Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni.44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.45L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.
46Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?47Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile:48è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.49Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande".
Esodo 10
1Allora il Signore disse a Mosè: "Va' dal faraone, perché io ho reso irremovibile il suo cuore e il cuore dei suoi ministri, per operare questi miei prodigi in mezzo a loro2e perché tu possa raccontare e fissare nella memoria di tuo figlio e di tuo nipote come io ho trattato gli Egiziani e i segni che ho compiuti in mezzo a loro e così saprete che io sono il Signore!".3Mosè e Aronne entrarono dal faraone e gli dissero: "Dice il Signore, il Dio degli Ebrei: Fino a quando rifiuterai di piegarti davanti a me? Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire.4Se tu rifiuti di lasciar partire il mio popolo, ecco io manderò da domani le cavallette sul tuo territorio.5Esse copriranno il paese, così da non potersi più vedere il suolo: divoreranno ciò che è rimasto, che vi è stato lasciato dalla grandine, e divoreranno ogni albero che germoglia nella vostra campagna.6Riempiranno le tue case, le case di tutti i tuoi ministri e le case di tutti gli Egiziani, cosa che non videro i tuoi padri, né i padri dei tuoi padri, da quando furono su questo suolo fino ad oggi!". Poi voltarono le spalle e uscirono dalla presenza del faraone.7I ministri del faraone gli dissero: "Fino a quando costui resterà tra noi come una trappola? Lascia partire questa gente perché serva il Signore suo Dio! Non sai ancora che l'Egitto va in rovina?".
8Mosè e Aronne furono richiamati presso il faraone, che disse loro: "Andate, servite il Signore, vostro Dio! Ma chi sono quelli che devono partire?".9Mosè disse: "Andremo con i nostri giovani e i nostri vecchi, con i figli e le figlie, con il nostro bestiame e le nostre greggi perché per noi è una festa del Signore".10Rispose: "Il Signore sia con voi, come io intendo lasciar partire voi e i vostri bambini! Ma badate che voi avete di mira un progetto malvagio.11Così non va! Partite voi uomini e servite il Signore, se davvero voi cercate questo!". Li allontanarono dal faraone.12Allora il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano sul paese d'Egitto per mandare le cavallette: assalgano il paese d'Egitto e mangino ogni erba di quanto la grandine ha risparmiato!".13Mosè stese il bastone sul paese di Egitto e il Signore diresse sul paese un vento d'oriente per tutto quel giorno e tutta la notte. Quando fu mattina, il vento di oriente aveva portato le cavallette.14Le cavallette assalirono tutto il paese d'Egitto e vennero a posarsi in tutto il territorio d'Egitto. Fu una cosa molto grave: tante non ve n'erano mai state prima, né vi furono in seguito.15Esse coprirono tutto il paese, così che il paese ne fu oscurato; divorarono ogni erba della terra e ogni frutto d'albero che la grandine aveva risparmiato: nulla di verde rimase sugli alberi e delle erbe dei campi in tutto il paese di Egitto.16Il faraone allora convocò in fretta Mosè e Aronne e disse: "Ho peccato contro il Signore, vostro Dio, e contro di voi.17Ma ora perdonate il mio peccato anche questa volta e pregate il Signore vostro Dio perché almeno allontani da me questa morte!".
18Egli si allontanò dal faraone e pregò il Signore.19Il Signore cambiò la direzione del vento e lo fece soffiare dal mare con grande forza: esso portò via le cavallette e le abbatté nel Mare Rosso; neppure una cavalletta rimase in tutto il territorio di Egitto.20Ma il Signore rese ostinato il cuore del faraone, il quale non lasciò partire gli Israeliti.
21Poi il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano verso il cielo: verranno tenebre sul paese di Egitto, tali che si potranno palpare!".22Mosè stese la mano verso il cielo: vennero dense tenebre su tutto il paese d'Egitto, per tre giorni.23Non si vedevano più l'un l'altro e per tre giorni nessuno si poté muovere dal suo posto. Ma per tutti gli Israeliti vi era luce là dove abitavano.
24Allora il faraone convocò Mosè e disse: "Partite, servite il Signore! Solo rimanga il vostro bestiame minuto e grosso! Anche i vostri bambini potranno partire con voi".25Rispose Mosè: "Anche tu metterai a nostra disposizione sacrifici e olocausti e noi li offriremo al Signore nostro Dio.26Anche il nostro bestiame partirà con noi: neppure un'unghia ne resterà qui. Perché da esso noi dobbiamo prelevare le vittime per servire il Signore, nostro Dio, e noi non sapremo come servire il Signore finché non saremo arrivati in quel luogo".27Ma il Signore rese ostinato il cuore del faraone, il quale non volle lasciarli partire.28Gli rispose dunque il faraone: "Vattene da me! Guardati dal ricomparire davanti a me, perché quando tu rivedrai la mia faccia morirai".29Mosè disse: "Hai parlato bene: non vedrò più la tua faccia!".
Proverbi 28
1L'empio fugge anche se nessuno lo insegue,
mentre il giusto è sicuro come un giovane leone.
2Per i delitti di un paese molti sono i suoi tiranni,
ma con un uomo intelligente e saggio l'ordine si mantiene.
3Un uomo empio che opprime i miseri
è una pioggia torrenziale che non porta pane.
4Quelli che violano la legge lodano l'empio,
ma quanti osservano la legge gli muovono guerra.
5I malvagi non comprendono la giustizia,
ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto.
6Meglio un povero dalla condotta integra
che uno dai costumi perversi, anche se ricco.
7Chi osserva la legge è un figlio intelligente,
chi frequenta i crapuloni disonora suo padre.
8Chi accresce il patrimonio con l'usura e l'interesse,
lo accumula per chi ha pietà dei miseri.
9Chi volge altrove l'orecchio per non ascoltare la legge,
anche la sua preghiera è in abominio.
10Chi fa traviare gli uomini retti per una cattiva strada,
cadrà egli stesso nella fossa,
mentre gli integri possederanno fortune.
11Il ricco si crede saggio,
ma il povero intelligente lo scruta bene.
12Grande è la gioia quando trionfano i giusti,
ma se prevalgono gli empi ognuno si nasconde.
13Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo;
chi le confessa e cessa di farle troverà indulgenza.
14Beato l'uomo che teme sempre,
chi indurisce il cuore cadrà nel male.
15Leone ruggente e orso affamato,
tale è il malvagio che domina su un popolo povero.
16Un principe privo di senno moltiplica le vessazioni,
ma chi odia la rapina prolungherà i suoi giorni.
17Un uomo perseguitato per omicidio
fuggirà fino alla tomba: nessuno lo soccorre.
18Chi procede con rettitudine sarà salvato,
chi va per vie tortuose cadrà ad un tratto.
19Chi lavora la sua terra si sazierà di pane,
chi insegue chimere si sazierà di miseria.
20L'uomo leale sarà colmo di benedizioni,
chi si arricchisce in fretta non sarà esente da colpa.
21Non è bene essere parziali,
per un pezzo di pane si pecca.
22L'uomo dall'occhio cupido è impaziente di arricchire
e non pensa che gli piomberà addosso la miseria.
23Chi corregge un altro troverà in fine più favore
di chi ha una lingua adulatrice.
24Chi deruba il padre o la madre e dice: "Non è peccato",
è compagno dell'assassino.
25L'uomo avido suscita litigi,
ma chi confida nel Signore avrà successo.
26Chi confida nel suo senno è uno stolto,
chi si comporta con saggezza sarà salvato.
27Per chi dà al povero non c'è indigenza,
ma chi chiude gli occhi avrà grandi maledizioni.
28Se prevalgono gli empi, tutti si nascondono,
se essi periscono, sono potenti i giusti.
Salmi 74
1'Maskil. Di Asaf.'
O Dio, perché ci respingi per sempre,
perché divampa la tua ira
contro il gregge del tuo pascolo?
2Ricordati del popolo
che ti sei acquistato nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tuo possesso,
il monte Sion, dove hai preso dimora.
3Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario.
4Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,
issarono i loro vessilli come insegna.
5Come chi vibra in alto la scure
nel folto di una selva,
6con l'ascia e con la scure
frantumavano le sue porte.
7Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
8pensavano: "Distruggiamoli tutti";
hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese.
9Non vediamo più le nostre insegne,
non ci sono più profeti
e tra di noi nessuno sa fino a quando...
10Fino a quando, o Dio, insulterà l'avversario,
il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?
11Perché ritiri la tua mano
e trattieni in seno la destra?
12Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,
ha operato la salvezza nella nostra terra.
13Tu con potenza hai diviso il mare,
hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque.
14Al Leviatàn hai spezzato la testa,
lo hai dato in pasto ai mostri marini.
15Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire,
hai inaridito fiumi perenni.
16Tuo è il giorno e tua è la notte,
la luna e il sole tu li hai creati.
17Tu hai fissato i confini della terra,
l'estate e l'inverno tu li hai ordinati.
18Ricorda: il nemico ha insultato Dio,
un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.
19Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
20Sii fedele alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.
21L'umile non torni confuso,
l'afflitto e il povero lodino il tuo nome.
22Sorgi, Dio, difendi la tua causa,
ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.
23Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici;
il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.
Daniele 4
1Io Nabucodònosor ero tranquillo in casa e felice nella reggia,2quando ebbi un sogno che mi spaventò. Le immaginazioni che mi vennero mentre ero nel mio letto e le visioni che mi passarono per la mente mi turbarono.3Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia fossero condotti davanti a me, per farmi conoscere la spiegazione del sogno.
4Allora vennero i maghi, gli astrologi, i caldei e gli indovini, ai quali esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione.5Infine mi si presentò Daniele, chiamato Baltazzàr dal nome del mio dio, un uomo in cui è lo spirito degli dèi santi, e gli raccontai il sogno6dicendo: "Baltazzàr, principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun segreto ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in sogno: tu dammene la spiegazione".
7Le visioni che mi passarono per la mente, mentre stavo a letto, erano queste:
Io stavo guardando
ed ecco un albero di grande altezza in mezzo alla terra.
8Quell'albero era grande, robusto,
la sua cima giungeva al cielo
e si poteva vedere fin dall'estremità della terra.
9I suoi rami erano belli e i suoi frutti abbondanti
e vi era in esso da mangiare per tutti.
Le bestie della terra si riparavano alla sua ombra
e gli uccelli del cielo facevano il nido fra i suoi rami;
di lui si nutriva ogni vivente.
10Mentre nel mio letto stavo osservando
le visioni che mi passavano per la mente,
ecco un vigilante, un santo, scese dal cielo
11e gridò a voce alta:
"Tagliate l'albero e stroncate i suoi rami:
scuotete le foglie, disperdetene i frutti:
fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami.
12Lasciate però nella terra il ceppo con le radici,
legato con catene di ferro e di bronzo
fra l'erba della campagna.
Sia bagnato dalla rugiada del cielo
e la sua sorte sia insieme con le bestie sui prati.
13Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano
gli sia dato un cuore di bestia:
sette tempi passeranno su di lui.
14Così è deciso per sentenza dei vigilanti
e secondo la parola dei santi.
Così i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini".
15Questo è il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu, Baltazzàr, dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i saggi del mio regno nessuno me ne spiega il significato, in te è lo spirito degli dèi santi.
16Allora Daniele, chiamato Baltazzàr, rimase per qualche tempo confuso e turbato dai suoi pensieri. Ma il re gli si rivolse: "Baltazzàr, il sogno non ti turbi e neppure la sua spiegazione". Rispose Baltazzàr: "Signor mio, valga il sogno per i tuoi nemici e la sua spiegazione per i tuoi avversari.17L'albero che tu hai visto, grande e robusto, la cui cima giungeva fino al cielo e si poteva vedere da tutta la terra18e le cui foglie erano belle e i suoi frutti abbondanti e in cui c'era da mangiare per tutti e sotto il quale dimoravano le bestie della terra e sui cui rami facevano il nido gli uccelli del cielo,19sei tu, re, che sei diventato grande e forte; la tua grandezza è cresciuta, è giunta al cielo e il tuo dominio si è esteso sino ai confini della terra.
20Che il re abbia visto un vigilante, un santo che scendeva dal cielo e diceva: Tagliate l'albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il ceppo delle sue radici legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della campagna e sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le bestie della terra, finché sette tempi siano passati su di lui,21questa, o re, ne è la spiegazione e questo è il decreto dell'Altissimo, che deve essere eseguito sopra il re, mio signore:22Tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo da' a chi vuole.
23L'ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici dell'albero significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai riconosciuto che al Cielo appartiene il dominio.24Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità".
25Tutte queste cose avvennero al re Nabucodònosor.
26Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza della reggia di Babilonia,27il re prese a dire: "Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con la forza della mia potenza?".
28Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando una voce venne dal cielo: "A te io parlo, re Nabucodònosor: il regno ti è tolto!29Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo da' a chi vuole".
30In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu cacciato dal consorzio umano, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo gli crebbe come le penne alle aquile e le unghie come agli uccelli.
31"Ma finito quel tempo, io Nabucodònosor alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me e benedissi l'Altissimo; lodai e glorificai colui che vive in eterno,
la cui potenza è potenza eterna
e il cui regno è di generazione in generazione.
32Tutti gli abitanti della terra
sono, davanti a lui, come un nulla;
egli dispone come gli piace delle schiere del cielo
e degli abitanti della terra.
Nessuno può fermargli la mano e dirgli: Che cosa fai?
33In quel tempo tornò in me la conoscenza e con la gloria del regno mi fu restituita la mia maestà e il mio splendore: i miei ministri e i miei prìncipi mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio regno e mi fu concesso un potere anche più grande.34Ora io, Nabucodònosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia; egli può umiliare coloro che camminano nella superbia".
Prima lettera di Pietro 2
1Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza,2come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza:3se davvero 'avete già gustato come è buono il Signore'.
4Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio,5anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.6Si legge infatti nella Scrittura:
'Ecco io pongo in Sion
una pietra angolare, scelta, preziosa
e chi crede in essa non resterà confuso'.
7Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli
'la pietra che i costruttori hanno scartato
è divenuta la pietra angolare,'
8'sasso d'inciampo e pietra di scandalo'.
Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati.9Ma voi siete 'la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose' di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce;10voi, che un tempo eravate 'non popolo', ora invece siete 'il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia', ora invece 'avete ottenuto misericordia'.
11Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai desideri della carne che fanno guerra all'anima.12La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio.
13State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano,14sia ai governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e premiare i buoni.15Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all'ignoranza degli stolti.16Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio.
17Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re.
18Domestici, state soggetti con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli difficili.19È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente;20che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.21A questo infatti siete stati chiamati, poiché
anche Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme:
22egli 'non commise peccato'
e 'non si trovò inganno sulla sua bocca',
23oltraggiato non rispondeva con oltraggi,
e soffrendo non minacciava vendetta,
ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia.
24'Egli' portò i nostri 'peccati' nel suo corpo
sul legno della croce,
perché, non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
25'dalle' sue 'piaghe siete stati guariti'.
Eravate 'erranti come pecore',
ma ora siete tornati al pastore
e guardiano delle vostre anime.
Capitolo VI: Chi ha vero amore, come ne dà prova
Leggilo nella Biblioteca1. Figlio, ancora non sei forte e saggio nell'amore. Perché, o Signore? Perché, per una piccola contrarietà lasci la strada intrapresa e troppo avidamente cerchi consolazione. Chi è forte nell'amore, regge alle tentazioni e non crede alla suadente furbizia del nemico. Come gli sono caro nella prosperità, così gli sono caro nelle avversità. Chi è saggio nell'amore non guarda tanto al pregio del dono, quanto all'amore di colui che dona. Guarda più all'affetto che al prezzo, e pone tutti i doni al di sotto della persona amata. Chi è nobile nell'amore non si appaga nel dono, ma si appaga in me, al di sopra di qualunque dono. Se talvolta, verso di me, o verso i miei santi, hai l'animo meno ben disposto di quanto vorresti, non per questo tutto è perduto. Quell'amore che talora senti, buono e dolce, è effetto della grazia presente in te; è, per così dire, un primo assaggio della patria celeste. Ma è cosa su cui non bisogna fare troppo conto, perché non è ferma e costante.
2. Segno di virtù e di grande merito, è questo: lottare quando si affacciano cattivi impulsi dell'animo, e disprezzare le suggestioni del diavolo. Dunque non lasciarti turbare da alcun pensiero che ti venga dal di fuori, di qualsivoglia natura. Saldamente mantieni, invece, i tuoi propositi, con l'animo diretto a Dio. Non è una vana illusione che, talvolta, tu sia d'un tratto portato fino all'estremo rapimento, per poi ritornare subito alle consuete manchevolezze spirituali; queste infatti non dipendono da te, ma le subisci contro tua voglia. Anzi, fino a che tali manchevolezze ti disgustano, e ad esse resisti, questo è cosa meritoria, non già rovinosa per l'anima. Sappi che l'antico avversario tenta in ogni modo di ostacolare il tuo desiderio di bene, distogliendoti da qualsiasi esercizio di devozione; distogliendoti, cioè dal culto dei santi, dal pio ricordo della mia passione, dall'utile pensiero dei tuoi peccati, dalla vigilanza del tuo cuore; infine dal fermo proponimento di progredire nella virtù. L'antico avversario insinua molti pensieri perversi, per molestarti e spaventarti, per distoglierti dalla preghiera e dalle sante letture. Lo disgusta che uno umilmente si confessi; se potesse, lo farebbe disertare dalla comunione. Non credergli, non badargli, anche se ti avrà teso sovente i lacci dell'inganno. Ascrivile a lui, quando ti insinua cose cattive e turpi. Digli: vattene, spirito impuro; arrossisci, miserabile. Veramente immondo sei tu, che fai entrare nei miei orecchi cose simili. Allontanati da me, perfido ingannatore; non avrai alcun posto in me: presso di me starà Gesù, come un combattente valoroso; e tu sarai svergognato. Preferisco morire e patire qualsiasi pena, piuttosto che cedere a te. Taci, ammutolisci; non ti ascolterò più, per quante insidie tu mi possa tendere. "Il Signore è per me luce e salvezza; di chi avrò paura? (Sal 26,1). Anche se fossero eretti contro di me interi accampamenti, il mio cuore non vacillerà (Sal 26,3). Il Signore è il mio alleato e il mio redentore" (Sal 18,15).
3. Combatti come un soldato intrepido. E se talvolta cadi per la tua debolezza, riprendi forza maggiore, fiducioso in una mia grazia più grande, guardandoti però attentamente dalla vana compiacenza e dalla superbia: è a causa di esse che molti vengono indotti in inganno, cadendo talora in una cecità pressoché incurabile. E' questa rovina degli uomini superbi, stoltamente presuntuosi, che ti deve indurre a prudenza e ad indefettibile umiltà.
DISCORSO 25/A DISCORSO TENUTO NELLA BASILICA DEI MAGGIORI SUL RESPONSORIO DEL SALMO 93: "BEATO L'UOMO CHE TU, SIGNORE, AMMAESTRI E CHE RENDI DOTTO MEDIANTE LA TUA LEGGE, PER RENDERLO MITE NEI GIORNI DEL MALE, FINCHÉ AL PECCATORE SI VIENE SCAVANDO LA FOSSA"
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaNon invidiare la prosperità del peccatore.
1. Abbiamo cantato al Signore: Beato l'uomo che tu, Signore, ammaestri e che rendi dotto mediante la tua legge, per renderlo mite nei giorni del male, finché al peccatore si viene scavando la fossa 1. L'uomo dunque viene ammaestrato dal Signore mediante la legge di Dio - non ammaestrato nella legge di Dio ma dal Signore mediante la legge di Dio -: lo stesso viene reso mite nei giorni del male, fintanto che al peccatore viene scavata la fossa. La prosperità dei cattivi in questo mondo è la fossa dei peccatori. Di questo si turbano gli uomini, il più delle volte anche i fedeli. Non osano far rimostranze al Signore, tuttavia nel loro interno si stupiscono perché i cattivi siano così spesso felici. Se ne angustiano principalmente coloro che, consapevoli di vivere meglio degli altri, sono provati da miserie e disgrazie. Essi notano subito come i cattivi in ogni sorta di beni - sia pure terreni e temporali - godono piena felicità, e nella miseria dove si trovano sospirano e a stento riescono a trattenere il proprio cuore dal prendersela con Dio. Ebbene, ascoltino il salmo e siano beati! Il Signore li ammaestri mediante la sua legge. Dica loro con le parole di un altro salmo: Non essere geloso dei malvagi e non invidiare quelli che commettono iniquità 2. Tu invece, nutrendo gelosia e invidia, non dicevi altro se non: Ma perché sono così rigogliosi? Ascolta [la risposta] dalla legge di Dio: Poiché come l'erba rapidamente disseccano 3. Ecco l'erba verdeggiare: perché ne lodi la verzura? Interroga l'estate: rapidamente disseccano. Ogni uomo è erba: l'erba s'è disseccata, il fiore è avvizzito 4. Tu guarda dove stia la tua radice. La parola del Signore rimane in eterno 5. È vero che quegli empi fioriscono come l'erba che verdeggia d'inverno mentre d'estate si secca; tu però, fissando la radice nella parola di Dio che rimane in eterno, sii una pianta viva là dove nessuno vede. Dice l'Apostolo: Voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio 6. Là è la tua radice, là vivi. Là hai posto la tua speranza, se non è stata fittizia la tua fede. Non ti rattristi la stagione invernale: quella stagione nella quale molte piante feconde e fruttifere, essendo senza la bellezza delle foglie - si è d'inverno! - e senza la bellezza dei frutti, somigliano a piante secche, non sono. Quando l'erba verdeggia, tali piante non hanno nemmeno le foglie; ma quanto ho detto dell'erba lo dico anche delle piante la cui vita è nascosta. Cosa ho detto dell'erba? Se ti stupisce il suo verdeggiare, interroga l'estate. Tra l'erba del prato che d'inverno verdeggia e l'albero da frutto che d'inverno è brullo, giudice sarà l'estate. Così tra i fedeli, che in questo mondo gemono, e gli empi che in questo mondo verdeggiano, quasi che si sia in tempo d'inverno, giudice sarà il sole di giustizia 7. Ecco, viene il giudizio. Dice l'albero all'erba in fiore: "Perché ti vanti? Verrà l'estate a metterci alla prova". Perché dunque a tali piante sia usata mitezza nei giorni del male 8, le apostrofa e consola l'Apostolo, predicendo l'estate e promettendo il rinverdimento. Dice: Voi siete morti e la vostra vita - dove è la vostra radice - è nascosta con Cristo in Dio 9. Quando giungerà l'estate, quando apparirà Cristo vostra vita - nel quale c'è il rinverdimento - allora anche voi apparirete con lui nella gloria 10. E poi mettiti in mente le parole dello stesso sole di giustizia 11, dove si dice cosa farà d'estate. Dice: Verrà il Figlio dell'uomo nella sua maestà, e con lui tutti gli angeli, e si raduneranno dinanzi a lui tutte le genti 12. Guarda allora le piante e l'erba. Li dividerà come il pastore divide le pecore dai capri e porrà le pecore alla destra, i capri invece alla sinistra 13. Ecco il giudizio dell'estate. D'estate ci sono i calori. Cosa sono i calori? I calori investono gli alberi da frutto, ma nonostante quei calori, continua il verdeggiare [della pianta]. Cosa son dunque quei calori? Quando il re giusto si sarà assiso in trono, chi potrà gloriarsi d'avere il cuore casto? 14. Chi potrà gloriarsi d'essere senza peccato? Grandi calori! Ma il giudice stesso, che temevamo, ci consola. Subito dà il refrigerio al calore o, meglio, agli sfiniti dal calore. Essi nella radice erano vivi, non erano piante secche. Vedete quindi il loro verdeggiare! Venite, benedetti del Padre mio 15. Venite; ricevete ciò che vi aspettavate, vedete ciò che avete creduto, possedete ciò che avete sperato, ottenete ciò che avete amato. Venite, benedetti del Padre mio, possedete il regno 16. Ecco come verdeggiano d'estate le piante che d'inverno erano come secche, in realtà però vivevano occultamente. Ora guardate il seccarsi dell'erba. L'erba secca a che cosa è destinata? Andate al fuoco eterno 17. Dunque, nelle piante buone e feconde, cui sarà stata usata mitezza nei giorni del male 18, il refrigerio del premio consolerà i bruciori della calura; le consolerà il refrigerio del regno dei cieli, dove si vive sempre. Quel che su questa terra così ha nome, cioè la pianta cosiddetta "sempreviva", lassù veramente si trova: lassù si vive sempre, lassù c'è solo la vita, non c'è corruzione, non c'è miseria, si consegue un eterno verdeggiare, non si teme l'aridità. L'andate al fuoco eterno 19, lo si dice agli empi; e questa è la fossa del peccatore. La si sta scavando [adesso], in questo tempo la si prepara. La prosperità dell'uomo perverso è la fossa del peccatore. Egli infatti crede che, quando compie il male e gode, Dio non abbia cura delle cose umane. E questa è la fossa del peccatore.
I consigli di S. Paolo ai ricchi.
2. Mi rivolgo pertanto alla vostra Carità. Non amate la felicità di questo mondo; e se per caso la possedete, non sperate in essa. È menzognera, inganna, non la si possiede. E se la si possiede, non la si ami, non si speri in essa, e non costituirà una fossa. Dice l'Apostolo: Comanda ai ricchi di questo mondo; comanda: siano pur ricchi 20. Ma, ecco, i "ricchi di questo mondo" son cristiani, son fedeli. Comanda loro. Che cosa? Non avere sentimenti di superbia né sperare nelle ricchezze incerte 21. Come dice anche il salmo: Se piovano ricchezze 22, quasi da una fonte, per cui senza fatica ne attinga quante ne vuoi, ma quel che hai attinto immediatamente perisca; ebbene se ti affluiscono in abbondanza [le ricchezze], non attaccare il cuore a tali cose fluide 23, poiché, se sono fluide, fanno un fiume: e se tu vi attacchi il cuore, la corrente te lo porta via. Se pertanto ti capitasse di diventare ricco, non fartene una passione: accetta le cose che ti vengono offerte, non rapinare le cose altrui; accetta le cose che ti vengono offerte, ma non vendere la giustizia. Se infatti vendi la giustizia, non credere che t'impadronisci [legittimamente] delle cose offerte. Le cose offerte le ricevi quando te le dà uno desideroso di dartele, non quando te le dà chi non vuole. Dice: "Vendo la giustizia. Che male può incogliermi se profitto di una cosa buona"? Insomma, secondo te, la giustizia in questa terra sarebbe roba vendereccia. Non possederesti la giustizia affinché, in vece sua, possieda di là il premio celeste, ma perché te la venda qui in terra! In verità vi dico, hanno ricevuto la loro ricompensa 24. Un tuo amico ti dona spontaneamente quanto gli era stato lasciato in eredità: ecco un caso in cui l'onestà non è lesa. Per questo la Scrittura non condannò i ricchi [in quanto tali] là dove dice: Avendo il cibo e il vestiario, contentiamoci di questo 25. E continua: Difatti coloro che vogliono arricchire (non dice: Coloro che son ricchi ma: Coloro che vogliono arricchire) a causa della loro molteplice cupidigia cadono nelle tentazioni e in molti desideri nocivi che sprofondano gli uomini nella rovina e nella perdizione 26. Vuoi sapere cosa accusava? Radice di tutti i mali è l'avarizia 27. Non avere una tale radice, che è radice di erba secca.
I poveri non si deprimano.
3. Or dunque voi fratelli miei che siete poveri, non vi deprezzate. Nessuna cosa arricchisce tanto quanto la fede. È vuota la vostra dispensa esteriore, è piena la vostra cassaforte interiore, poiché cassaforte piena è una buona coscienza. A quel sant'uomo [di Giobbe] il diavolo riuscì a togliere tutti i beni esterni che possedeva, ma non poté penetrare in questa cassaforte. Ora proprio in questa era ricco colui che diceva: Il Signore ha dato; il Signore ha tolto. Il Signore ha dato; non si glori il diavolo, il Signore ha tolto 28. Il cattivo poté togliere ciò che l'altro, buono, aveva permesso [venisse tolto]: lui che tentando volle mettere alla prova [Giobbe] per proporlo alla nostra imitazione. Come è piaciuto al Signore, così è avvenuto. Sia benedetto il nome del Signore! 29. Se era povero, donde prendeva le cose così preziose che proferiva? Il forziere interiore era pieno, e gli incassi crescevano man mano che ne erogava. E poi, tirava fuori, non sperperava. Ebbene, tutti voi che siete poveri, sforzatevi di più per avere ricchezze interiori, per avere il cuore pieno di virtù: abbiate la giustizia, la pietà, la carità, la fede, la speranza. Queste sono le vere ricchezze, che non potreste perdere nemmeno in caso di naufragio. E che la prosperità dei cattivi non abbia a causare tristezza nei buoni: Dio vi renda miti nei giorni del male 30. I giorni del male passano, cioè quei giorni in cui tocca vedere questa specie di stravolgimento, e verranno i giorni nei quali nessun cattivo sarà felice e nessun buono infelice.
I ricchi diano generosamente al povero.
4. Quanto poi a voi che siete ricchi in questo mondo, fate ciò che inculca l'Apostolo. Siano ricchi - dice - nelle opere buone; elargiscano con facilità 31. Perché infatti dovrebbe essere difficile se hanno di che elargire con facilità? Ritengo infatti che intanto si parli di facoltosità in quanto nel nome si vede inclusa la facilità. Tant'è vero che la miseria si suole chiamare difficoltà. Elargiscano, dunque, siano generosi 32. Abbiano per loro, ma diano al bisognoso; aiutino il compagno e si sgravino [del loro peso]. O ricco, in questa vita il povero ti è diventato compagno. Lo vedi stentare nella penuria, mentre tu hai [tante cose]. Lui, mancando di mezzi, non ha come sostenersi; tu, avendone in abbondanza, hai della roba che ti schiaccia. Soccorri la povertà e sentirai alleggerito il tuo peso. Perciò fu detto: Siano generosi. E in un altro passo lo stesso Apostolo dice: Non succeda che gli altri abbiano sollievo e voi vi riduciate in ristrettezze 33. Certo, siano generosi 34. Posseggano, ma con quel che hanno in più siano generosi. Così essi conservano quanto basta e non perdono quel che donano. Possederanno più di quanto avrebbero potuto trattenersi per sé; le ricchezze infatti o le lasceranno quaggiù o se le consumeranno con l'uso. Quanto invece a quello che hanno donato e cosa ne derivi, ascolta lo stesso [Apostolo]. Continua: Si accumulino per l'avvenire un tesoro posto su solide basi, in modo che conseguano la vera vita 35. Che cosa straordinaria hai dunque fatto col tuo dare se ti metti nella disposizione di chi deve emigrare da questo luogo dove tutto perisce? Dando ai poveri, li hai resi portatori dei tuoi beni. Se sarete così, non fiorirete come l'erba nel passaggio di questo mondo ma sarete come l'olivo, che è verde anche d'inverno, e dal vostro labbro uscirà quella parola: Io invece come olivo ferace nella casa di Dio 36. Essendo poi olivo ferace nella casa di Dio, vedi come continua: Ho sperato nella misericordia di Dio, non nelle instabili ricchezze 37.
1 - Sal 93, 12-13.
2 - Sal 36, 1.
3 - Sal 36, 2.
4 - Is 40, 6-7.
5 - Is 40, 8.
6 - Col 3, 3.
7 - Cf. Ml 4, 2.
8 - Cf. Sal 93, 13.
9 - Col 3, 3.
10 - Col 3, 4.
11 - Cf. Ml 4, 2.
12 - Mt 25, 31.
13 - Mt 25, 32-33.
14 - Prv 20, 8-9 (sec. LXX).
15 - Mt 25, 34.
16 - Mt 25, 34.
17 - Mt 25, 41.
18 - Cf Sal 93, 13.
19 - Mt 25, 41.
20 - 1 Tm 6, 17-18.
21 - 1 Tm 6, 17-18.
22 - Sal 61, 11.
23 - Sal 61, 11.
24 - Mt 6, 5.
25 - 1 Tm 6, 8.
26 - 1 Tm 6, 9.
27 - 1 Tm 6, 10
28 - Gb 1, 21.
29 - Gb 1, 21.
30 - Cf. Sal 93, 13.
31 - 1 Tm 6, 18.
32 - 1 Tm 6, 18.
33 - 2 Cor 8, 13.
34 - 1 Tm 6, 18.
35 - 1 Tm. 6, 19.
36 - Sal 51, 10.
37 - 1 Tm 6, 17.
Capitolo VIII: L'intima amicizia con Gesù
Libro II:Dell'interna conversazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. Quando è presente Gesù, tutto è per il bene, e nulla pare difficile. Invece, quando Gesù non è presente, tutto è difficile. Quando Gesù non è presente, tutto è difficile. Quando Gesù non parla nell'intimo, ogni consolazione vale assai poco. Invece, se Gesù dice anche soltanto una parola, sentiamo una grande consolazione. Forse che Maria Maddalena non balzò subitamente dal luogo in cui stava in pianto, quando Marta le disse: "C'è qui il maestro, ti chiama?" (Gv 11,28). Momento felice, quello in cui Gesù ci invita dal pianto al gaudio spirituale. Come sei arido e aspro, lontano da Gesù; come sei sciocco e vuoto se vai dietro a qualcosa d'altro, che non sia Gesù. Non è, questo, per te, un danno più grande che perdere il mondo intero? Che cosa ti può mai dare il mondo se non possiedi Gesù? Essere senza Gesù è un duro inferno; essere con Gesù è un dolce paradiso. Non ci sarà nemico che possa farti del male, se avrai Gesù presso di te. Chi trova Gesù trova un grande tesoro prezioso; anzi, trova un bene più grande di ogni altro bene. Chi perde Gesù perde più che non si possa dire; perde più che se perdesse tutto quanto il mondo. Colui che vive senza Gesù è privo di tutto; colui che vive saldamente con lui è ricco di tutto.
2. Grande avvedutezza è saper stare vicino a Gesù; grande sapienza sapersi tenere stretti a lui. Abbi umiltà e pace, e Gesù sarà con te; abbi devozione e tranquillità di spirito, e Gesù starà con te. Che se comincerai a deviare verso le cose esteriori, potrai subitamente allontanare da te Gesù, perdendo la sua grazia; e se avrai cacciato lui, e l'avrai perduto, a chi correrai per rifugio, a chi ti volgerai come ad amico? Senza un amico non puoi vivere pienamente; e se non hai come amico, al di sopra di ogni altro, Gesù, sarai estremamente triste e desolato.
3. E' da stolto, dunque, quello che fai, ponendo la tua fiducia e la tua gioia in altri che in Gesù. E' preferibile avere il mondo intero contro di te che avere Gesù disgustato di te. Sicché, tra tutte le persone care, caro, per sé, sia il solo Gesù; tutti gli altri si devono amare a causa di Lui; Lui, invece, per se stesso. Gesù Cristo, il solo che troviamo buono e fedele più di ogni altro amico, lui solo dobbiamo amare, di amore particolare. Per lui e in lui ti saranno cari sia gli amici che i nemici; e lo pregherai per gli uni e per gli altri, affinché tutti lo conoscano e lo amino. Non desiderare di essere apprezzato od amato per te stesso, poiché questo spetta soltanto a Dio, che non ha alcuno che gli somigli. Non volere che uno si lasci prendere, nel suo cuore, tutto da te, né lasciarti tutto prendere tu dall'amore di chicchessia. Gesù soltanto deve essere in te, come in ognuno che ami il bene. Sii puro interiormente e libero, senza legami con le creature. Se vuoi essere pienamente aperto a gustare "com'è soave il Signore" (Sal 33,9), devi essere del tutto spoglio e offrire a Dio un cuore semplice e puro.
4. Ma, in verità, a tanto non giungerai, se prima non sarà venuta a te la sua grazia trascinandoti, cosicché, scacciata e gettata via ogni cosa, tu possa unirti con Lui, da solo a solo. Quando la grazia di Dio scende sull'uomo, allora egli diventa capace di ogni impresa; quando invece la grazia viene meno, l'uomo diventa misero e debole, quasi abbandonato al castigo. Ma anche così non ci si deve lasciare abbattere; né si deve disperare. Occorre piuttosto stare fermamente alla volontà di Dio e, qualunque cosa accada, sopportarla sempre a lode di Gesù Cristo; giacché dopo l'inverno viene l'estate, dopo la tempesta una grande quiete.
10 gennaio 1977 - S. MICHAEL DEFENDE NOS IN PROELIO
Mons. Ottavio Michelini
Scrivi, figlio mio,
Desidero ricapitolare quanto in precedenti messaggi ti ho già detto circa la creazione degli Angeli.
Io, Dio, sono l'Amore infinito, l'Amore che per sua natura ha bisogno di un atto di amore; per questo ho creato un numero senza numero di creature bellissime, spirituali, sulle quali riversare il mio amore.
Prima però di ammetterle alla partecipazione eterna del mio Regno ho chiesto anche a loro una prova che purtroppo un ingente numero non ha voluto superare come al contrario due terzi circa hanno voluto e saputo superare; a capo dei ribelli si è posto Satana con un discreto numero di Angeli, a capo degli Angeli fedeli si è posto S. Michele.
Una grande battaglia vi fu in cielo, battaglia di intelligenza e di volontà; è alquanto difficile per voi farvene una idea. Gli sconfitti furono tramutati in demoni orrendi e precipitati all'inferno divorati dalla concupiscenza dello spirito, permeati e compenetrati da un odio implacabile ed inestinguibile, generatore di tutte le più vili passioni nelle quali sono congelati, senza più speranza di pentimento, e hanno dato vita al male, sono tutto il male con il quale si identificano. (p. 113)
Non potendo riversare il loro odio su Dio, vomitano di continuo il loro odio sull'umanità.
La caduta e la promessa
Dopo la creazione di Adamo ed Eva osarono il grande attacco per impadronirsi nei primogenitori della intera umanità; il folle sogno di Satana, la conquista di un grande e sterminato regno sul quale esercitare la sovranità emulando Dio. La ferocia dei demoni è spietata e senza posa. L'insidia tesa ai progenitori non fu senza esito positivo, voi lo chiamereste colpo di stato, ma ad infrangere la sua folle ambizione intervenne Dio con la promessa ai progenitori della Redenzione, e così ebbe inizio il mistero della salvezza con le sue premesse che la S. Bibbia racconta.
Nella pienezza dei tempi, io, Verbo Eterno di Dio, da sempre generato dal Padre, mi sono fatto Carne nel seno purissimo della Vergine Maria; Satana ebbe paura, intravvide che il suo dominio stava per essere minato, acuì il suo odio contro il velato nemico di cui non aveva conoscenza completa. La sua disperazione ed il suo odio raggiunsero il vertice contro di Me Cristo e la mia Chiesa, dal momento in cui con maggior chiarezza ne venne a conoscenza.
Non meno grande il suo odio e non meno feroce e disperato contro la Vergine SSma: (p. 114)
1) perché Essa è subentrata a lui nel primo posto occupato da lui nel mondo invisibile e visibile, come la prima di tutte le creature, dopo Dio Uno e Trino Creatore.
2) Perché il suo " Fiat " ha reso possibile la Redenzione che ha inferto un durissimo colpo al suo dominio instaurato sull'umanità con l'inganno e la insidia tesa ai progenitori.
3) Altro motivo del suo implacabile odio verso la Vergine SS.ma è originato dal fatto che l'umiliante sconfitta gli è stata data da una fragile creatura di donna, molto inferiore a lui per natura; questo è stato, è e sarà in eterno un tormento tale superiore a tutti i tormenti della terra, per voi uomini incomprensibile, e tale tormento ucciderebbe qualsiasi creatura umana se lo dovesse subire anche per un solo istante.
I demoni, tremendamente perversi, spaventosamente astuti
Satana e i suoi seguaci in misura diversa sono solo male, sono incapaci di bene, di qualsiasi bene. I demoni non solo odiano Dio, Cristo, la Chiesa e la umanità tutta, ma si odiano tra di loro; sono tiranneggiati da capi feroci e implacabili; unico punto di convergenza tra tutti loro l'odio a Dio, alla Vergine, alla Chiesa, agli uomini. (p. 115)
Sono esseri viscidi ed immondi, incapaci di verità; mentono sempre, eccitano l'uomo al male, sollecitando il sadismo, le passioni, la concupiscenza dello spirito e della carne.
Non tutti ugualmente potenti, sono però tutti tremendamente perversi, spaventosamente astuti. Questa astuzia è generata dalla loro intelligenza corrotta; per la superiorità della loro natura sono riusciti con perfida tenacia a distruggere nell'animo dell'uomo ogni nozione o quasi della loro esistenza, per cui gli uomini nella quasi totalità, non credendo più alla loro esistenza, hanno cessato la lotta per cui Io, Verbo di Dio, fatto Carne, sono morto sulla Croce.
Questa è la vera causa dello sfacelo della Chiesa della grave crisi di fede che travaglia Vescovi, Sacerdoti e fedeli.
I demoni temono soltanto Dio, la Vergine SS.ma, i Santi (coloro che vivono e vogliono vivere in grazia di Dio), di tutti gli altri se ne infischiano.
Loro grande successo è quello di avere spinto la umanità o di aver creato nell'umanità intera una civiltà materialistica, ateizzandola, temporaneo successo poiché a grandi passi si avvicina l'ora della purificazione.
Gli uomini che vanno all'inferno diventano anche essi demoni: come i demoni sono congelati in eterno nel male, nell'odio e in ogni altra passione.
Ti benedico e voglimi bene. (p. 116)